CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 aprile 2016
622.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 7 aprile 2016. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento Sesa Amici.

  La seduta comincia alle 11.55.

Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione.
C. 2613-D cost. Governo, approvato, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, modificato, in prima deliberazione, dalla Camera, ulteriormente modificato, in prima deliberazione, dal Senato e approvato, senza modificazioni, in prima deliberazione, dalla Camera.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 6 aprile 2016.

  Danilo TONINELLI (M5S) preannuncia da parte del suo gruppo la presentazione di una relazione di minoranza e che egli stesso svolgerà le funzioni di relatore di minoranza.
  Desidera ritornare sulla questione di chi abbia il diritto, ai sensi della Costituzione, di promuovere il referendum confermativo. Pag. 7Notizie provenienti da organi di stampa confermano infatti che sarebbe intenzione della maggioranza e, in particolare, del Partito Democratico, promuovere la raccolta della quota parlamentare di firme prevista dall'articolo 138 della Costituzione. Anche se ci sono precedenti in tal senso, ritiene si tratti di un errore enorme proprio in riferimento alla dottrina costituzionale. Nessun costituzionalista, infatti, negherebbe come sia un fatto ovvio che il referendum debba essere promosso dalle minoranze contrarie alla riforma costituzionale e non da chi l'ha approvata. Si tratta di una violazione dei paradigmi e delle stesse fondamenta sui quali si basa il patto sociale sancito dalla Costituzione.
  Osserva che tale violazione è confermata, sul piano politico, dal fatto che il Partito Democratico manda al voto finale dell'Assemblea il disegno di legge costituzionale in presenza di un Governo su cui pendono le mozioni di sfiducia presentate dall'opposizione e che saranno votate solo il 19 aprile. A nulla sono valse le richieste dell'opposizione per una calendarizzazione al Senato del voto questa settimana o per rinviare il voto alla Camera sulle riforme a dopo lo svolgimento del referendum abrogativo. Rileva che il voto al Senato sulle mozioni di sfiducia potrebbe far uscire una maggioranza diversa da quella che ha approvato la revisione della Costituzione, grazie al probabile appoggio di alcuni parlamentari usciti dall'opposizione. Sottolinea come tutto questo serva solo ad esacerbare di più i cittadini e ad aumentare la possibilità di reazioni come quella di ieri a Napoli. Ribadisce che l'atteggiamento del Governo è inaccettabile e osserva che il voler modificare la Costituzione una volta andati al potere è prerogativa di governi militari o di governi come quello turco o quello ungherese.

  Andrea GIORGIS (PD) evidenzia come la ratio del referendum confermativo, così come previsto dall'articolo 138 della Costituzione, a suo avviso, appare quella di conferire alle forze politiche, che non hanno condiviso una proposta di riforma costituzionale, uno strumento con il quale consultare i cittadini, laddove tale provvedimento non sia stato approvato da ciascuna Camera, nella seconda deliberazione, a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti. Pur facendo notare che, a suo avviso, secondo una interpretazione letterale dell'articolo 138 della Costituzione, qualunque deputato sarebbe legittimato a sottoscrivere una richiesta di referendum, così come peraltro è già avvenuto in passato, ritiene politicamente inopportuno che un partito di maggioranza come il Partito democratico, che sostiene la proposta di riforma in esame, si faccia promotore di una simile iniziativa referendaria. Nel far notare che tale scelta sarà comunque discussa approfonditamente e meditata in seno al proprio schieramento politico, auspica che il suo gruppo possa limitarsi a concentrarsi sui contenuti della riforma, spiegando ai cittadini il senso dell'intervento e lasciando alle forze politiche di opposizione il ruolo di attivazione del referendum medesimo. Si augura altresì che il dibattito pubblico possa concentrarsi sul merito della riforma, evitando che il quesito referendario venga interpretato come la richiesta di esprimere o meno un consenso nei confronti dell'operato del Governo.

  Alfredo D'ATTORRE (SI-SEL) intende rifarsi, per le osservazioni sul contenuto del disegno di legge in esame, a quanto affermato nella seduta di ieri dal collega deputato Quaranta. Preannuncia da parte del suo gruppo la presentazione di una relazione di minoranza e che le funzioni di relatore di minoranza saranno svolte dal collega Quaranta.
  Riguardo all'eventuale promozione del referendum confermativo da parte della maggioranza, di cui al momento non c’è conferma, osserva come si tratterebbe di un'anomalia che si andrebbe ad aggiungere alle altre che hanno costellato l’iter del disegno di legge di riforma della Costituzione, come anche quello della legge elettorale.
  Su un piano teorico e astratto concorda con il collega Giorgis sul fatto che il Pag. 8dibattito sul referendum debba svolgersi sui contenuti del disegno di legge. Ma se ci si cala nella concretezza dell'attualità politica e se si prende in considerazione l'atteggiamento del Governo, il discorso cambia.
  Faceva cenno alle anomalie dell'esame dei disegni di legge di riforma costituzionale e di modifica della legge elettorale, provvedimenti strettamente legati, come dimostra il fatto che la legge elettorale riguarda solo la Camera dei deputati. Tali anomalie sono state ad esempio l'aver posto la fiducia sulla legge elettorale e la sostituzione in I Commissione di dieci deputati del Partito Democratico in occasione dell'esame della medesima legge elettorale. Ma la maggiore anomalia consiste nel fatto che il Governo abbia sempre legato l'esito della riforma della Costituzione alle sorti del Governo medesimo o addirittura della legislatura, attribuendosi in tal caso poteri non propri. E ancora oggi il Presidente del Partito Democratico in un'intervista adombra l'ipotesi di elezioni anticipate nel caso di esito negativo del referendum confermativo. Tutto questo conferisce una caratterizzazione politica al referendum, trasformandolo in un giudizio sul metodo di governo estraneo al dibattito sui contenuti della riforma.
  Sottolinea come si debba aggiungere a tutto questo l'espropriazione delle prerogative parlamentari che il Governo ha compiuto, sottraendo di fatto al dibattito parlamentare materie che dovrebbero essere di esclusivo appannaggio del Parlamento.
  Ribadisce, in conclusione, la netta contrarietà del suo gruppo al disegno di legge costituzionale in esame e l'impegno per difendere la Costituzione e per ripristinare l'equilibrio tra i poteri dello Stato.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, nel ringraziare i deputati intervenuti per il contributo fornito al dibattito, rilevato che si è in procinto di concludere un importante e delicato iter parlamentare, ritiene opportuno che ci si concentri sul merito della proposta di riforma, evitando di perdersi in polemiche procedurali o di metodo, che, peraltro, seppur legittimamente espresse, si sente di non condividere. Soffermandosi, dunque, sui contenuti del provvedimento, respinge con forza qualsiasi rilievo critico volto a rappresentare il testo in esame come suscettibile di minare l'impianto democratico delle istituzioni, sottolineando come il provvedimento, lungi dal favorire derive di tipo autoritario, garantisca, insieme alla nuova legge elettorale, un rafforzamento dei principi democratici. Fa notare che in tal senso vanno le modifiche apportate alla Costituzione, che prevedono, tra l'altro, il superamento del bicameralismo perfetto, la semplificazione dei processi decisionali del Parlamento e del rapporto fiduciario con il Governo, nonché i cambiamenti inerenti al rapporto tra i livelli di governo, derivanti dagli interventi sul titolo V della medesima Costituzione. Rileva, in conclusione, che l’iter parlamentare, che è stato lungo e complesso, si è svolto nell'ambito di un ampio contraddittorio che ha permesso di giungere ad un testo diverso da quello proposto dal Governo, nel segno della piena valorizzazione del ruolo del Parlamento. Ringraziando tutti i componenti della Commissione per il positivo lavoro svolto, ricorda che il Senato ha già approvato il testo, in seconda deliberazione, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, senza raggiungere, dunque, quella maggioranza qualificata dei due terzi, che, secondo l'articolo 138, comma terzo, della Costituzione, escluderebbe lo svolgimento del referendum, raggiunta nella seconda votazione di entrambe le Camere. Evidenzia, pertanto, che il tema del referendum appare di assoluta attualità e concretezza.

  La Commissione delibera di conferire al relatore, deputato Emanuele Fiano, il mandato di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

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Disposizioni di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione.
C. 3004 Fontanelli, C. 3147 Lorenzo Guerini, C. 3438 Roberta Agostini, C. 3494 Zampa e C. 3610 D'Alia.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 aprile 2016.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, rende noto alla Commissione che il suo gruppo ha presentato nella giornata odierna una proposta di legge sul tema in discussione.

  Danilo TONINELLI (M5S) ricorda che il suo gruppo ha presentato una proposta di legge sul tema in oggetto, di cui auspica l'abbinamento non appena sarà assegnata alla Commissione.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, fa presente che tale richiesta di abbinamento sarà valutata non appena tale proposta di legge sarà assegnata alla Commissione.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.25.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 7 aprile 2016. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO.

  La seduta comincia alle 12.25.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2015.
Doc. LXXXVII, n. 4.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Dore MISURACA (AP), relatore, rileva preliminarmente che la Relazione consuntiva viene presentata dal Governo alle Camere ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della legge n. 234 del 2012. In base a tale disposizione, la relazione dovrebbe essere trasmessa alle Camere, entro il 28 febbraio di ogni anno, «al fine di fornire al Parlamento tutti gli elementi conoscitivi necessari per valutare la partecipazione dell'Italia all'Unione europea» nell'anno precedente.
  A differenza della Relazione programmatica – che indica le grandi priorità e linee di azione che il Governo intende perseguire a livello europeo nell'anno di riferimento – il documento in esame dovrebbe recare un rendiconto dettagliato delle attività svolte e delle posizioni assunte dall'Italia nell'anno precedente, al fine di consentire alle Camere di verificare l'adeguatezza e l'efficacia dell'azione negoziale italiana e la sua rispondenza rispetto agli indirizzi parlamentari.
  Il documento (Doc. LXXXVII, n. 4) è articolato in cinque parti. La parte prima è dedicata agli sviluppi del processo di integrazione europea e alle questioni istituzionale e consta, a sua volta di tre capitoli aventi contenuto eterogeneo. La parte seconda illustra l'azione svolta dal Governo nell'ambito delle principali politiche orizzontali e settoriali dell'Unione. Si tratta della parte più rilevante del documento, contenente indicazioni dettagliate relative a questioni specialistiche e tecnicamente complesse, per ciascuna politica o settore di attività dell'Unione. La parte terza della relazione è incentrata sul tema della dimensione esterna dell'Unione europea ed illustra l'azione governativa in materia di politica estera e di sicurezza comune, nonché in materia di allargamento, politica di vicinato e di collaborazione con paesi terzi. La parte quarta, concernente l'attività di comunicazione e formazione sull'attività dell'Unione europea, dà conto delle iniziative assunte in materia di comunicazione sulle attività dell'Unione e illustra le attività svolte dal Governo nella fase di formazione della posizione italiana su progetti di atti dell'UE. Pag. 10La parte quinta concerne il coordinamento nazionale delle politiche europee, con particolare riguardo al ruolo e alle attività del Comitato interministeriale per gli affari dell'UE (CIAE) e del Comitato Tecnico di Valutazione (CTV), agli adempimenti di natura informativa e accesso agli atti delle Istituzioni dell'Unione europea, al contenzioso dinanzi alla Corte di Giustizia dell'Unione europea, nonché alle misure legislative e non legislative poste in essere da Parlamento e Governo per l'attuazione del diritto dell'UE nell'ordinamento italiano e per la soluzione delle procedure di infrazione.
  La Relazione è accompagnata da cinque allegati, che includono: l'elenco dei Consigli dell'Unione europea e dei Consigli europei svoltisi nel corso del 2015, con l'indicazione dei temi trattati; delle deliberazioni legislative assunte e delle attività non legislative svolte; le tabelle riepilogative dei flussi finanziari dell'UE all'Italia nel medesimo anno; l'elenco delle direttive recepite nel 2015; i seguiti dati agli atti di indirizzo parlamentare, incluse le risoluzioni approvate dalle Camere prima dei Consigli europei, – un elenco degli acronimi.
  Quanto alle politiche settoriali, per quanto riguarda gli aspetti di competenza della Commissione ricorda che il documento, al capitolo 6, riporta le principali iniziative del Governo relative all'attuazione dell'Agenda digitale europea. Si dà in particolare conto dell'approvazione della Strategia per la banda ultra larga e della Strategia per la crescita digitale (3 marzo 2015). Nel capitolo 7 sulla riforma delle pubbliche amministrazioni, mobilità dei dipendenti pubblici, semplificazione, il Governo riferisce la propria partecipazione alle principali iniziative europee nel campo della modernizzazione del settore pubblico nel corso del 2015, sottolineando, tra l'altro, il contributo dell'Italia al processo di rilancio della rete EUPAN (European Public Administration Network/ Rete europea della pubblica amministrazione), con particolare riferimento al semestre italiano di Presidenza EUPAN. L'anno 2015 si è chiuso con l'approvazione di nuove linee guida per il funzionamento della rete; il sostegno dell'Italia all'Istituto europeo di pubblica amministrazione (EIPA – European Institute of Public Administration), che eroga formazione per le amministrazioni degli Stati membri e organizza un premio biennale per le amministrazioni. In relazione alle politiche europee di semplificazione normativa ed amministrativa, il Governo sostiene le iniziative del cosiddetto «pacchetto better regulation», presentato dalla Commissione europea a maggio 2015, che contiene misure volte ad aumentare la trasparenza del processo decisionale comunitario, migliorare la qualità della nuova legislazione e promuovere una revisione regolare e costante della legislazione esistente, affinché le politiche europee raggiungano gli obiettivi prefissati nel modo più efficiente ed efficace. Il ruolo svolto dagli Stati membri, tra cui l'Italia, è risultato strategico nel contesto dell'Accordo siglato a dicembre 2015 tra Consiglio, Parlamento e Commissione «Legiferare meglio», teso a garantire che gli atti legislativi dell'UE siano più semplici e chiari. Il Governo riferisce inoltre di aver sostenuto il potenziamento della piattaforma REFIT – Regulatory Fitness and Performance Programme/Programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione, istituita al fine di verificare che la legislazione europea risponda allo scopo per la quale è stata introdotta e produca i risultati attesi. Il Governo ha sottoscritto, insieme a numerosi altri Stati membri, una lettera indirizzata al Vice Presidente della Commissione europea, in cui viene evidenziata la necessità di stabilire una serie di obiettivi di riduzione degli oneri regolatori in settori specifici. Ha inoltre proseguito la collaborazione a livello UE attraverso la partecipazione alle riunioni dei gruppi di lavoro sulla better regulation.
  Quanto al capitolo 18 (Affari interni), relativamente al Controllo delle frontiere e immigrazione irregolare, nella relazione consuntiva per l'anno 2015 il Governo riferisce di aver sostenuto, in uno «spirito di leale collaborazione», l'azione della Commissione volta ad affrontare l'intensificarsi Pag. 11della pressione migratoria, a partire dall'adozione, il 13 maggio 2015, dell'Agenda europea sulla migrazione. In particolare, la relazione evidenzia che l'Italia: ha svolto un ruolo concreto nell'attivazione dei cd. hotspot (»punti di crisi»), necessari per identificare i migranti richiedenti protezione internazionale e distinguerli dai migranti irregolari. Al 31 dicembre 2015 risultavano operativi i centri di Lampedusa e Trapani ; ha stimolato gli Stati membri e le istituzioni dell'UE a realizzare una concreta politica europea in materia di rimpatri, soprattutto attraverso gli accordi di riammissione fra l'Unione europea e i Paesi terzi; ha sollecitato il rafforzamento delle sinergie fra organismi e sistemi, quali Frontex, SIS II, Eurosur, Europol ed Eurojust, nella gestione delle frontiere e nella repressione dei reati connessi all'immigrazione illegale (fra le altre azioni svolte, si ricorda l'istituzione da parte di Frontex, dell’European Regional Task Force a Catania e il rafforzamento dell'operazione Triton); ha appoggiato le forme di collaborazione operativa fra gli Stati membri confluite in EUNAVFOR MED, operazione avviata a seguito della decisione (PESC) 2015/778 del Consiglio, del 18 maggio 2015, e dell'approvazione del relativo Piano operativo da parte del CoPS-Comitato Politica e Difesa, il 19 giugno 2015.
  Quanto all'Azione esterna in materia migratoria, il Governo sottolinea di aver lavorato intensamente per promuovere la «consapevolezza circa l'urgenza di una risposta pienamente europea alla crisi migratoria e dei rifugiati». Riferisce quindi di aver portato avanti le seguenti azioni: in seguito alla grave tragedia avvenuta al largo delle coste libiche, ha ottenuto la convocazione, il 23 aprile 2015, di un Consiglio europeo straordinario interamente dedicato all'emergenza migratoria. Fra le decisioni adottate in quell'occasione, vengono ricordate: l'aumento delle risorse per l'operazione Triton, il lancio di un'operazione nell'ambito della Politica di sicurezza e difesa comune (poi concretizzatasi in EUNAVFOR MED – Sophia), una maggiore cooperazione con i Paesi terzi (in particolare i Paesi africani) al fine di affrontare le cause profonde della migrazione e combattere il traffico di esseri umani, il rafforzamento dei princìpi di solidarietà e responsabilità (anche attraverso iniziative volte alla ricollocazione dei potenziali beneficiari di protezione internazionale dagli Stati in prima linea agli altri Stati dell'UE); nel quadro di incontri bilaterali a livello ministeriale e di vertice e attraverso l'azione della rete diplomatica, ha sostenuto le proposte presentate dalla Commissione europea, nell'ambito dell'Agenda europea sulla migrazione, con l'intento di istituire un sistema di accoglienza più equo. In particolare: le proposte volte ad attivare il sistema di risposta di emergenza (previsto dall'articolo 78, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'unione europea) per il ricollocamento di 160.000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale, poi adottate con decisione del Consiglio (vd. la decisione (UE) 2015/1523, del 14 settembre 2015, che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia, la quale prevede un meccanismo di ricollocazione temporanea ed eccezionale, su un periodo di due anni, di 40.000 richiedenti con evidente bisogno di protezione internazionale, e la decisione (UE) 2015/1601, del 22 settembre 2015, che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia, per la ricollocazione di 120.000 richiedenti); la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio di modifica del regolamento (UE) n. 604/2013 (cosiddetto «regolamento Dublino III) (COM(2015)450), che dovrebbe istituire un meccanismo permanente di ricollocazione in caso di crisi; una più ampia revisione del «sistema Dublino»; ha sostenuto la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell'Unione, appoggiando fra l'altro la proposta della Commissione europea relativa all'istituzione di una Guardia costiera e di frontiera europea (COM(2015)671), del 15 dicembre 2015; ha fortemente sostenuto i quadri di dialogo regionali noti come processi di Pag. 12Rabat e di Khartoum, che investono, rispettivamente, i Paesi dell'Africa settentrionale, centrale e occidentale e i Paesi del Corno d'Africa (Tunisia, Egitto e, in prospettiva, la Libia). La relazione riferisce fra l'altro che, nel corso dei negoziati che hanno preceduto il vertice sulla migrazione di La Valletta dell'11 e 12 novembre 2015, il nostro Governo ha ottenuto che l'attuazione del relativo Piano d'azione venga assicurata nell'ambito dei due processi (nei cui comitati direttivi l'Italia ha un «riconosciuto ruolo proattivo»); è stato fra i negoziatori più attivi degli impegni assunti in occasione del vertice di la Valletta, per quanto concerne, in particolare, la promozione della migrazione legale, la cooperazione allo sviluppo, il rafforzamento dei sistemi locali di asilo, la lotta ai trafficanti di esseri umani, una maggiore cooperazione in materia di rimpatri. Ha inoltre contribuito a far sì che le risorse del Fondo fiduciario lanciato in occasione del vertice (della consistenza iniziale di 1,8 miliardi di euro) siano specificamente destinate ad azioni da intraprendere nell'ambito dei due processi; ha sostenuto un forte coinvolgimento della Turchia in relazione all'emergenza dei rifugiati lungo la rotta del Mediterraneo orientale e dei Balcani occidentali, come poi elaborato nel quadro del vertice UE-Turchia del 29 novembre 2015.
  Relativamente all'Asilo e migrazione legale, la relazione evidenzia che l'attività del Governo italiano volta a segnalare la «grave situazione di pressione» sul nostro sistema d'asilo ha trovato riscontro in quanto preannunciato nell'Agenda europea sulla migrazione del 13 maggio 2015 nonché nell'articolato pacchetto di proposte presentato successivamente dalla stessa Commissione in attuazione dell'Agenda. Oltre alle citate proposte per la ricollocazione e al progetto di riforma di Dublino, ricorda in questa sede la proposta di regolamento per l'istituzione di una lista di Paesi di origine sicuri, ai fini dell'adozione delle decisioni sulla protezione internazionale ai sensi della direttiva n. 2013/32/UE. Sottolinea, in particolare, che il pacchetto di proposte «rappresenta un riconoscimento politico significativo rispetto a quanto da sempre sostenuto dal Governo italiano», in linea con le indicazioni parlamentari (ricorda in proposito le risoluzioni della 1a Commissione del Senato doc. XVIII n. 100 e doc. XVIII n. 101). Ritiene che le decisioni adottate in materia di ricollocazione rappresentino «un punto fondamentale di svolta delle politiche migratorie dell'Unione europea» e che la proposta di riforma del regolamento Dublino, pur ancora insufficiente, vada nella direzione auspicata dall'Italia. Riferisce infine che l'Italia, già nel corso del 2015, ha avviato un programma nazionale di reinsediamento sulla base della raccomandazione dell'Unione europea.
  Formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 12.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 7 aprile 2016.

  L'ufficio di presidenza si è svolto dalle 12.40 alle 12.50.

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