CAMERA DEI DEPUTATI
Domenica 6 dicembre 2015
554.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Domenica 6 dicembre 2015. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA, indi del vicepresidente Edoardo FANUCCI. – Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 16.15.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2016).
C. 3444 Governo, approvato dal Senato).

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018.
C. 3445 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazioni C. 3445-bis Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 3 dicembre 2015.

  Francesco BOCCIA, presidente, segnala che i deputati Locatelli, Polverini, Fabbri, Cominelli, Manzi, Carocci, Cimbro, Albanella, Maestri e Scuvera sottoscrivono l'emendamento Valente 11.38; i deputati Locatelli, Galgano, Milanato, Polverini, Bianchi Dorina, Fabbri, Cominelli, Manzi, Carocci, Cimbro, Albanella, Maestri e Scuvera sottoscrivono l'emendamento Di Salvo 12.57; i deputati Locatelli, Galgano, Milanato, Polverini, Bianchi Dorina, Fabbri, Cominelli, Manzi, Carocci, Cimbro, Albanella, Maestri e Scuvera sottoscrivono l'emendamento Di Salvo 14-bis.8; i deputati Galgano, Polverini, Fabbri, Cominelli, Manzi, Carocci, Cimbro, Albanella, Maestri e Scuvera sottoscrivono l'emendamento Locatelli 14-bis.13; i deputati Vico, Cassano, Capone, Michele Bordo, Castricone, Grassi, Losacco, Mariano, Massa, Mongiello, Pelillo, Ventricelli, Ginefra, Tino Iannuzzi e Antezza sottoscrivono l'emendamento Laforgia 15.38; i deputati Polverini, Gribaudo, Fabbri, Cominelli, Manzi, Carocci, Cimbro, Albanella, Maestri e Scuvera sottoscrivono l'emendamento Locatelli 19.130; i deputati Bianchi Dorina, Milanato, Polverini, Fabbri, Cominelli, Pag. 4Manzi, Carocci, Cimbro, Albanella, Maestri e Scuvera sottoscrivono l'emendamento Martelli 25.3; i deputati Pini, Camani, Galgano, Bianchi Dorina, Milanato, Polverini, Fabbri, Cominelli, Manzi, Carocci, Cimbro, Albanella, Maestri e Scuvera sottoscrivono l'emendamento Gribaudo 25.45; i deputati Locatelli, Galgano, Milanato, Polverini, Fabbri, Cominelli, Manzi, Carocci, Cimbro, Albanella e Maestri sottoscrivono l'emendamento Giuliani 39.15; il deputato Schirò sottoscrive l'emendamento Boccadutri 46.28; i deputati Milanato, Locatelli, Polverini, Gribaudo, Fabbri, Cominelli, Manzi, Carocci, Cimbro, Albanella, Maestri e Scuvera sottoscrivono l'emendamento Galgano Tab.C.7; il deputato Cenni sottoscrive gli emendamenti Venittelli 26-quater.25, Cuperlo 46.29 e Marchi 46.34. Segnala altresì che la deputata Cenni sottoscrive i subemendamenti Donati 0.42.73.45 e Fossati 0.42.73.36; il deputato Ginato sottoscrive il subemendamento Pelillo 0.42.73.102.
  Comunica inoltre che è in distribuzione il fascicolo degli emendamenti segnalati dai gruppi parlamentari con riferimento al disegno di legge di stabilità per il 2016 (vedi allegato 1 pubblicato in un fascicolo a parte).
  Dopo aver dato conto delle sostituzioni per la seduta odierna, avverte che sono stati presentati subemendamenti riferiti all'emendamento 42.73 del Governo, che sono in distribuzione (vedi allegato 2).
  Avverte, altresì, che devono considerarsi inammissibili, in quanto non presentano alcuna connessione, né testuale, né contenutistica, con il predetto emendamento del Governo, i seguenti subemendamenti:
   Simonetti 0.42.73.11, il quale introduce il divieto, per le banche che effettuino raccolta di depositi o di altri fondi con obbligo di restituzione, di svolgere qualsiasi attività correlata alla negoziazione e intermediazione dei valori mobiliari;
   Pagano 0.42.73.81, il quale reca una modifica alla normativa del Testo unico bancario (TUB) relativa alle banche popolari, prevedendo che l'obbligo di trasformazione delle banche popolari con attivo superiore a 8 miliardi di euro non si applichi alle banche popolari che non hanno emesso azioni quotate, ma solo azioni diffuse tra il pubblico in misura rilevante;
   Pagano 0.42.73.100, il quale interviene sulla disciplina del TUB relativa al microcredito, innalzando da 25.000 a 40.000 euro l'ammontare massimo dei finanziamenti che possono essere concessi dai soggetti iscritti che esercitano attività di microcredito;
   Pagano 0.42.73.101, il quale interviene anch'esso sulla disciplina del TUB relativa al microcredito, estendendo l'ambito di operatività del microcredito a tutte le imprese, salvo le S.p.A., nonché ai titolari di partita IVA;
   Guidesi 0.42.73.20, il quale reca una delega legislativa al Governo per stabilire la separazione tra le banche commerciali e le banche d'affari;
   Guidesi 0.42.73.19, il quale interviene sul codice dei contratti pubblici, stabilendo il divieto di partecipare all'affidamento di servizi bancari e finanziari delle pubbliche amministrazioni per tutti i soggetti bancari e finanziari che esercitano attività di speculazione finanziaria a elevata rischiosità;
   Pagano 0.42.73.126, il quale interviene sulla disciplina relativa alla cessione dei crediti di impresa, precisando che tale disciplina si applica anche all'acquisto di crediti vantati da terzi nei confronti di soggetti del gruppo di appartenenza;
   Gebhard 0.42.73.38, il quale interviene sulla legge n. 287 del 1990, in materia di tutela della concorrenza, al fine di stabilire che la normativa in materia di intese restrittive della libertà di concorrenza non si applica alle intese tra PMI costituite in forma di società cooperativa, qualora esse non pregiudichino il commercio tra gli Stati UE, si realizzino mediante la costituzione di una comune cooperativa, migliorino la competitività delle Pag. 5imprese stesse e consentano ai consumatori di partecipare ai vantaggi e utili derivanti dalle medesime intese;
   Guidesi 0.42.73.12, il quale sostituisce l'articolo 117-bis del TUB, relativamente alla disciplina della remunerazione degli affidamenti e degli sconfinamenti;
   Guidesi 0.42.73.14, il quale introduce un nuovo articolo nel TUB, al fine di prevedere che le operazioni bancarie effettuate tramite il servizio di home banking non possono prevedere alcun onere a carico del cliente;
   Guidesi 0.42.73.13, il quale interviene sulla legge n. 108 del 1996, in materia di usura, relativamente al meccanismo di calcolo del livello oltre il quale gli interessi sono considerati sempre usurari; tale subemendamento peraltro corrisponde ad un emendamento già dichiarato inammissibile (Guidesi 4-quater.5);
   Guidesi 0.42.73.15, il quale stabilisce che per gli ordini di pagamento su supporto cartaceo effettuati presso la sede del prestatore di servizi di pagamento o presso le filiali di quest'ultimo non può essere addebitato alcun onere al soggetto ordinante;
   Caparini 0.42.73.16, il quale consente di far parte dei Confidi anche alle persone fisiche.

  Devono inoltre considerarsi inammissibili, in quanto presentano una copertura finanziaria carente o inidonea, i seguenti subemendamenti:
   Carrescia 0.42.73.2, Brignone 0.42.73.23, Pesco 0.42.73.63, che appaiono suscettibili di determinare effetti negativi di gettito privi di compensazione, in quanto permettono l'utilizzo di minusvalenze, da parte dei titolari delle azioni e obbligazioni subordinate, oltre che in riduzione di eventuali plusvalenze anche attraverso la deduzione dal reddito imponibile;
   Nastri 0.42.73.5, in quanto suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato non quantificati, prevedendo una copertura di ammontare non definito a valere su risorse di bilancio non indicate;
   Brignone 0.42.73.24, in quanto l'assegnazione di titoli di Stato a fronte delle perdite conseguenti la detenzione di obbligazioni determina un aumento di debito pubblico privo di compensazione finanziaria;
   Pagano 0.42.73.99, che determina minori entrate IRES e IRAP prive di compensazione finanziaria;
   Librandi 0.42.73.109, 0.42.73.119, 0.42.73.120, 0.42.73.123, 0.42.73.124, 0.42.73.125, che, novellando il TUIR, introducono un'agevolazione fiscale a regime con conseguenti oneri di natura permanente, mentre la copertura finanziaria è limitata agli anni dal 2016 al 2019.

  Avverte infine che l'emendamento Blazina 23.13, dichiarato inammissibile per carenza di compensazione, a seguito di successivo approfondimento viene riammesso, in quanto le risorse prelevate dalla Tabella C, destinate alla tutela della minoranza linguistica slovena, attraverso la proposta emendativa, sono riallocate in una nuova autorizzazione di spesa per essere destinate alla medesima finalità.
  Chiede, quindi, ai relatori e al rappresentante del Governo di esprimere il parere sui subemendamenti presentati all'emendamento 42.73 del Governo.

  Paolo TANCREDI (AP), relatore, propone di accantonare l'esame dei seguenti subemendamenti: identici Verini 0.42.73.44, Donati 0.42.73.45 e Carrescia 0.42.73.1, Busin 0.42.73.18, Paglia 0.42.73.25, 0.42.73.26 e 0.42.73.27, Villarosa 0.42.73.68, Pesco 0.42.73.69 e 0.42.73.73, Brignone 0.42.73.21 e 0.42.73.22, Camani 0.42.73.76, Marcon 0.42.73.28, Marchetti 0.42.73.37, Narduolo 0.42.73.35, Fossati 0.42.73.36, Fassina 0.42.73.31, Pelillo 0.42.73.78, Petrini 0.42.73.79, Villarosa 0.42.73.80, Ginato 0.42.73.84, Pagano 0.42.73.85, Pelillo Pag. 60.42.73.102, Villarosa 0.42.73.114, Alberti 0.42.73.115, Pesco 0.42.73.116, Villarosa 0.42.73.117, Alberti 0.42.73.118, Librandi 0.42.73.121 e 0.42.73.122 e Polverini 0.42.73.9. Esprime, inoltre, parere contrario sui restanti subemendamenti presentati. Infine, nell'esprimere una valutazione complessivamente favorevole sull'emendamento 42.73 del Governo, in considerazione degli accantonamenti richiesti sui citati subemendamenti, propone l'accantonamento del medesimo emendamento.

  Il Viceministro Enrico MORANDO, nel concordare con il relatore, fa presente che la richiesta di accantonamento di alcuni subemendamenti presentati è motivata dalla necessità di approfondire le soluzioni in essi individuate al fine di affrontare la perdita che hanno subito a causa delle crisi bancarie, in particolare, i risparmiatori più deboli, ovvero i sottoscrittori di obbligazioni subordinate. Sottolinea, pertanto, che il Governo è orientato ad approvare modifiche al testo presentato, anche tenendo conto delle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 180 del 2015, recante attuazione della direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 maggio 2014, di recente approvato dal Parlamento. Nel ricordare che numerosi subemendamenti presentati sia dalla maggioranza sia dall'opposizione prevedono a tal fine diverse soluzioni, tra le quali, in particolare, sottolinea l'istituzione di un fondo di solidarietà, l'introduzione di un credito di imposta sull'IRPEF, iniziative connesse all'attività di banca etica, rileva che alcune proposte emendative, presentate dal gruppo Lega Nord, le quali affrontano in radice il tema della distinzione tra banche commerciali e banche di investimento, pur meritevoli di attenzione, in tale contesto, non possono essere oggetto di esame.

  Renato BRUNETTA (FI), dichiara preliminarmente di apprezzare l'approccio metodologico del Governo, che vuole tener conto delle osservazioni di maggioranza e di opposizione, al fine di costituire un orientamento organico di riforma e di riordino del settore bancario. Osserva che, da alcuni mesi, il mondo bancario è oggetto di interventi governativi di natura emergenziale, che hanno prodotto grande allarme tra i risparmiatori, ed essendo questi molto numerosi, si può parlare di un vero e proprio allarme sociale. Non sempre l'opinione pubblica ha approvato tali interventi che, introdotti con decreto-legge, non hanno permesso una riflessione organica, essendosi susseguiti salvataggi, obblighi di ristrutturazione (per esempio per le banche popolari), in maniera poco lineare. Ricorda, a questo proposito, anche la vicenda del Monte dei Paschi di Siena, che presenta addirittura anche profili delittuosi. A suo avviso, pertanto, il Governo, piuttosto che adottare un decreto-legge di domenica e riproporlo subito dopo come emendamento al disegno di legge di stabilità, dichiarandosi comunque disponibile a raccogliere le opinioni di maggioranza e opposizione, in vista di una riforma organica, avrebbe fatto meglio a soprassedere e ad aprire ad una discussione complessiva e organica. Chiede pertanto al Governo di accantonare l'emendamento 42.73, di rendere pubblici i suoi orientamenti, anche alla luce della vicenda di Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, di illustrare al Parlamento le linee guida di riforma e, se il Parlamento accertasse la reale necessità ed urgenza, di procedere con l'esame dell'emendamento in oggetto. Altrimenti, si procederebbe sempre in maniera disorganica, con un allarme sociale che potrebbe essere esacerbato a seguito delle decisioni adottate dal Governo. Dichiara infine la disponibilità del proprio gruppo a discutere, una volta presentate le linee guida del Governo, sull'intera materia.

   Daniele PESCO (M5S) stigmatizza il comportamento del Governo, che adotta un decreto-legge contro i risparmiatori e decide di inserirlo come emendamento nel disegno di legge di stabilità. Si tratta di un'urgenza nell'urgenza, per assicurare l'approvazione delle disposizioni entro il prossimo 31 dicembre. Si dichiara quindi sbigottito e disarmato di fronte ad un provvedimento inutile e dannoso. Non solo Pag. 7chiede al Governo di ritirare l'emendamento, ma di ritirare anche il decreto-legge. Questo, infatti, dichiara il fallimento di quattro banche, che forse potevano continuare ad esercitare la loro funzione, e azzera il valore delle obbligazioni di cittadini, ora in piazza a protestare contro l'arroganza del Governo. Rileva che il Governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha detto che in Italia ci sono troppe banche e troppo piccole e che, quindi, il loro numero d ridotto. Ritiene che il Governo stia eseguendo alla lettera quanto detto da Draghi, senza introdurre una «entità ponte» né una bad bank, perché a quella penserà la Banca d'Italia. Le quote, del valore di 8,5 miliardi di euro, sono state valorizzate per un valore di appena 1,5 miliardi di euro, garantendo la possibilità di arricchirsi a chi le gestirà. Con tali soldi invece si sarebbero potuti indennizzare gli azionisti, anche loro proprietari delle banche fallite. Rileva altresì che azionisti e obbligazionisti sono stati accusati di essere speculatori, ma rischiano di perdere tutti i loro risparmi. Si tratta di piccoli risparmiatori, indotti ad acquistare obbligazioni subordinate o a convertire le azioni ordinarie per acquistare questi titoli più rischiosi. A suo avviso, se si esaminano i bilanci di queste quattro banche, si può rilevare l'esagerato valore degli accantonamenti, che avrebbero potuto essere utilizzati piuttosto per risarcire i risparmiatori. Sottolinea anche il modo disonesto con il quale, spesso, tali banche sono state gestite, anche per obbedire agli interessi dei partiti che, attraverso le fondazioni, controllano gli istituti di credito. Piuttosto che eseguire alla lettera i desiderata di Draghi o quelli delle istituzioni europee, sarebbe stato meglio utilizzare il Fondo interbancario per la tutela del risparmio per porre a carico di tutto il sistema bancario italiano la soluzione dei problemi di queste cinque banche. A suo avviso, sarebbe anche stato meglio ricorrere alla bad bank, se gestita bene. Infine smentisce l'assenza dei costi per lo Stato dall'attuazione del decreto-legge: la possibilità di iscrivere a perdita le sofferenze dell'anno comporta una riduzione di gettito pari a 7 miliardi di euro; la defiscalizzazione delle perdite della bad bank comporta, a sua volta, un mancato gettito di più di 2 miliardi di euro. Si tratta, pertanto, di costi che saranno pagati dai contribuenti. Al contrario, il decreto fa un regalo ai grandi gruppi bancari, che potranno acquistare le piccole banche, eliminando la concorrenza e realizzando economie di scala.
  Ribadendo la richiesta del ritiro del decreto-legge e dell'emendamento, auspica che si disponga un nuovo commissariamento delle banche in esame, procedendo, questa volta, in modo corretto e rispettoso delle norme.

  Giovanni PAGLIA (SI-SEL), sottolineando il venir meno della regola in base alla quale una banca non può fallire, avverte che ciò comporterà un calo della fiducia dei risparmiatori, con la conseguente difficoltà di convincerli a investire in obbligazioni bancarie. Osserva come di conseguenza le banche non potranno più autofinanziarsi e come sia a rischio la stabilità del sistema bancario e finanziario, attendendosi pertanto un aumento dei tassi di interesse con ricadute negative per l'economia reale. Evidenzia di non contestare il ricorso allo strumento del decreto, bensì la scelta di inserirne le disposizioni come emendamenti alla legge di stabilità, in quanto tale scelta non consente alcun dibattito pubblico. Auspica pertanto che nel corso della settimana possa svolgersi un dibattito che consenta di informare i parlamentari e valutare la scelta del Governo.

  Giampaolo GALLI (PD), evidenziando come si tratti di una questione complessa dal punto di vista sociale e finanziario, afferma che il provvedimento ha una logica propria ed europea che si presta a una riflessione comune. Premettendo che i provvedimenti che affrontano questioni di tal fatta devono essere necessariamente presi con urgenza, evidenzia come l'Italia sia il Paese OCSE che ha avuto meno problemi di crisi bancarie rispetto ad altri Paesi che hanno speso molto denaro pubblico Pag. 8per salvare le banche e come le banche italiane siano state meno implicate in scandali internazionali. Premettendo che le quattro banche in questione erano già fallite, evidenzia che la comunicazione in materia del 2013 della Commissione europea affermava un principio fondamentale: non trattare gli obbligazionisti peggio di come sarebbero trattati in sede di liquidazione coatta amministrativa. Ribadendo che il principio ispiratore delle misure adottate è che non si possono usare più i soldi dei contribuenti per salvare le banche, afferma che le azioni adottate hanno salvato i depositanti, le piccole imprese ed i territori, mentre non sono stati salvati gli amministratori, gli azionisti – cioè i proprietari della banche – e gli obbligazionisti subordinati. Conclude ricordando come il bail in non sia stata una scelta solo del Governo italiano bensì di tutti i governi europei sulla base di un vasto movimento di opinione pubblica volto a non ricorrere al denaro pubblico per salvare le banche e i banchieri.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) critica la disparità di trattamento usata nel valutare la situazione delle quattro banche sottoposte a risoluzione e lamenta l'assenza di audizioni in Commissione finanze sul bail in nonostante se ne parlasse già da maggio, ricordando inoltre che è normativamente previsto che Banca d'Italia riferisca al Parlamento sulle procedure inerenti alla materia in oggetto. Esprime forti critiche sulla scelta, quali valutatori degli Asset Quality Review, di società di revisione in conflitto di interessi piuttosto che la stessa Banca d'Italia. Conclude affermando che il decreto-legge n. 183 del 2015 e l'emendamento in oggetto violano l'articolo 47 della Costituzione, ciò che peraltro era già cominciato con la decisione di limitare a 100 mila euro la garanzia del Fondo interbancario di tutela dei depositi.

  Guido GUIDESI (LNA) rileva che la decisione presa in sede europea di non permettere che gli istituti di credito vengano salvati con i soldi dei cittadini è intervenuta solo dopo che tutti gli altri Paesi hanno salvato le proprie banche. Rilevando il fatto che nel decreto-legge n. 183 del 2015, così come nell'emendamento 42.73 del Governo, sono state selezionate soltanto quattro banche, e che tra esse la Banca popolare dell'Etruria e del Lazio gode di indubitabili vantaggi, non condivide l'affermazione del Governo secondo la quale il decreto si pone a tutela dei risparmiatori, paventandosi, in sua assenza, una situazione ben peggiore a partire dal 1o gennaio 2016.
  Quanto al metodo giudica del tutto inusuale la retroattività delle disposizioni dell'emendamento, sottolineando che questo potrebbe costituire un precedente pericoloso per situazioni analoghe che si presentassero in futuro e rileva che trasporre le disposizioni del decreto-legge nel disegno di legge di stabilità avrà la conseguenza di evitare una discussione parlamentare trasparente, soprattutto con riguardo alle risposte del Governo sui dubbi poc'anzi evidenziati.
  Nel sottolineare che l'intervento governativo genererà un vantaggio per Banca Intesa e Unicredit, in quanto ad essi saranno pagati i crediti esigibili, mentre quelli inesigibili saranno posti a carico dai risparmiatori, osserva che il dibattito non tiene conto di un elemento di grande rilievo, come quello della responsabilità degli amministratori. Al riguardo rileva che la valutazione del merito creditizio all'interno delle quattro banche di cui all'emendamento in esame avveniva in larga parte non sulla base di requisiti oggettivi ma in relazione a rapporti personali.
  In ultimo osserva che l'intervento genererà sui risparmiatori presenti e futuri una totale e permanente mancanza di fiducia negli istituti bancari ed esprime quindi preoccupazione per la futura debolezza strutturale delle banche, dal momento che non riusciranno più ad autofinanziarsi. A tal fine auspica una vera e propria riforma del sistema creditizio, che distingua le banche d'affari dalle banche commerciali, al fine di prevenire la crisi definitiva del sistema.

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  Bruno TABACCI (PI-CD) osserva che il Governo è stato costretto ad emanare il decreto-legge per l'emergenza emersa rispetto ai quattro istituti di credito interessati. Ritiene che la discussione parlamentare debba avvenire oggi sul caso specifico, senza affrontare l'origine della crisi finanziaria, ossia l'eccesso di finanziarizzazione dell'economia. Contesta l'affermazione fatta in precedenza che una banca non possa fallire, dal momento che è fallito un intero Stato, come dimostra la crisi dei bond argentini e giudica più opportuno che il dibattito verta su argomenti più specifici, come l'efficacia dei controlli interni agli istituti finanziari e di quelli esterni, operati dalle autorità indipendenti, e che ci si concentri oggi sulla operazione avviata dal Governo per definire i limiti di un intervento pubblico, potendosi ripetere in futuro la medesima situazione per altri istituti di credito.
  Ritenendo del tutto ovvio che lo Stato non debba intervenire a salvare gli azionisti, osserva che, a suo giudizio, non ci può essere neanche un intervento indiscriminato sugli obbligazionisti subordinati, e ritiene che vadano definiti dei requisiti specifici tra i quali reputa imprescindibili la quantità di quote obbligazionarie sottoscritte e la situazione reddituale e patrimoniale del sottoscrittore. Concorda sulla necessità di avviare una riflessione sui gruppi dirigenti delle banche, anche alla luce si quanto emerso sulle discutibili modalità di raccolta del credito, e sottolinea l'opportunità di interpretare il dettato della Costituzione volto alla tutela del risparmio in senso generale e non riferito a specifiche categorie.

  Dario PARRINI (PD) rileva la necessità che su temi di grande rilevanza per i cittadini, come quello in discussione, si evitino atteggiamenti demagogici che non possono che avere conseguenze negative. Fa presente che l'intervento operato dal Governo interviene su migliaia di piccoli risparmiatori che da qualche giorno versano in una situazione di forte preoccupazione e pertanto non concorda con la richiesta del presidente Brunetta di accantonare la discussione sull'emendamento 42.73 del Governo, che a suo giudizio costituisce un intervento organico e completo. Sottolinea infatti che con tale intervento sono state salvate le posizioni dei correntisti e di tutti coloro che hanno investito in obbligazioni ordinarie, salvaguardando al contempo migliaia di posti di lavoro dei dipendenti delle banche in questione. Rileva che la mancanza di tale intervento avrebbe avuto conseguenze assai peggiori, e condivide la necessità, evidenziata dal collega Tabacci, di introdurre dei limiti che chiariscano in via generale le modalità di un intervento pubblico. Ritiene che oltre a quelli da lui citati debbano essere aggiunti, come requisiti specifici, sia la percentuale di denaro investita sulle obbligazioni subordinate rispetto al totale dell'investimento, sia il rendimento previsto al momento della sottoscrizione. Non condivide i catastrofismi paventati dai colleghi del Movimento 5 Stelle e ritiene del tutto inopportuno il tentativo da questi fatto di parlare a nome dei risparmiatori interessati, ritenendo tale comportamento spregiudicato, in quanto si cavalca un dramma collettivo soltanto a fini di speculazione politica. Auspica, pertanto, che nel prosieguo il dibattito assuma toni più sereni e si addivenga ad un confronto costruttivo, di merito e non soltanto propagandistico, in cui si facciano proposte praticabili e concrete.

  Rocco PALESE (Misto-CR), nell'evidenziare che questo sia il segmento della legge di stabilità che necessita di una più profonda riflessione, rileva come si tratti di un'ulteriore turbativa ed incursione del sistema bancario internazionale su quello nazionale.
  Osserva quindi che bisogna porsi nel sistema italiano avendo come riferimento costante la tutela del risparmio, quale prevista dall'articolo 47 della Costituzione. Nel ricordare gli scandali verificatasi nel corso degli anni con riferimento ad aziende quali Parmalat, Cirio, BNL, ed altre, pone in rilievo che l'istituzione che avrebbe il compito di vigilare, ossia la Banca d'Italia, non è stata in grado di Pag. 10farlo e che è necessario evidenziare questo aspetto, che sinora è stato costantemente negato anche nel corso delle audizioni che si sono svolte in merito. Ribadisce, quindi, che non si risolve il problema principale in assenza di adeguata vigilanza da parte della Banca d'Italia.
  Rammenta, inoltre, che è noto da almeno quattro anni che alcuni istituti di credito quali la Banca delle Marche sono in grandi difficoltà e che, a tal proposito, gli amministratori delle banche in difficoltà e poi fallite non sono mai stati condannati, in virtù della prescrizione dei reati. Osserva peraltro che la politica non deve subire passivamente la governance finanziaria internazionale, rilevando quindi la necessità di affrontare in maniera organica la definizione di regole certe per evitare il futuro verificarsi di altre situazioni di crisi.
  Evidenzia, altresì, la necessità che il Governo faccia tesoro del dibattito sull'argomento e delle proposte contenute nei subemendamenti presentati. Rileva ancora che è necessario fare uno sforzo per incrementare le risorse che dovrebbero essere assegnate al previsto Fondo di solidarietà.
  Pone poi all'attenzione della Commissione l'opportunità di fissare dei paletti sulla questione delle plusvalenze, osservando che bisognerebbe fare in modo che le stesse siano determinate in maniera tale da non aggravare la posizione dei risparmiatori.
  Nel dichiarare pertanto di sospendere il suo giudizio sull'operato del Governo, pur osservando come lo stesso abbia grandi responsabilità e che avrebbe dovuto adottare provvedimenti organici, ma che ha operato in modo non negativo nell'ambito dell'emergenza verificatasi, ribadisce la necessità di inserire già nell'ambito del provvedimento misure di carattere penale per stabilire che chi ha responsabilità nel dissesto finanziario di istituti di credito debba essere punito con la reclusione.
  Ribadisce infine la necessità di una proposta organica da parte del Governo che tenga conto della discussione in corso e di tutti i subemendamenti presentati.

  Michele PELILLO (PD), nell'osservare che dal dibattito odierno emerge un argomento invitante per chi intende condurre una polemica, se non addirittura una speculazione politica, ritiene che l'atteggiamento del Governo al riguardo sia stato adeguato.
  Passando al merito del provvedimento e richiamando anche le aperture manifestate dal Governo in ordine alla possibilità del suo miglioramento, ritiene che l'intervento dello stesso Governo nella vicenda sia stato un atto di responsabilità, evidenziando come altrimenti le banche in questione sarebbero state condannate a destini ampiamente prevedibili. Pone l'accento altresì sul fatto che l'intervento governativo è servito anche a salvare migliaia di lavoratori che operano nelle quattro richiamate banche.
  Evidenzia inoltre che in assenza dell'intervento del Governo si sarebbe inaugurato nel nostro Paese il sistema del bail in europeo.
  Osserva inoltre che sarebbe stato utile poter discutere più approfonditamente dell'argomento nella sede competente, ossia nella Commissione finanze.
  Tiene ad evidenziare che finalmente ci si è accorti che il capitale di rischio delle banche non è nelle mani soltanto di ricchi banchieri, ma è posseduto anche da centinaia di migliaia di risparmiatori.
  Propone quindi alcune soluzioni per migliorare il provvedimento; anzitutto, in merito al Fondo di garanzia, ricordando anche la chiarezza del Governo al proposito, evidenzia la necessità di trovare un punto di equilibrio dello stesso Fondo di garanzia affinché ne possano usufruire solo i titolari di obbligazioni subordinate che versano una situazione di debolezza economica, osservando come la ricerca del predetto punto di equilibrio starà alla valutazione della Commissione.
  Ritiene inoltre che nel Fondo di garanzia una quota dovrà essere garantita dallo Stato, mentre un'altra, più cospicua, dal sistema bancario, e che lo stesso sistema bancario dovrebbe rifinanziare l'intera operazione, che è costituita da due passaggi, l'individuazione della bad bank e la Pag. 11costituzione di quattro new companies. Osserva ancora che trovare il punto di equilibrio di tutta l'operazione voglia dire non minare il rapporto di fiducia dei risparmiatori con le banche stesse e che ciò significherebbe anche dare garanzia allo stesso sistema bancario di avere maggiori possibilità di rientro. Rileva quindi che se la duplice operazione richiamata producesse plusvalenze, esse dovrebbero essere dirottate verso la parte di investitori che hanno subito perdite.
  Nel concludere, rileva la complessità tecnica della questione, invitando a mettere da parte la tensione polemica politica e cercando di impreziosire, anche alla luce delle aperture manifestate dal Governo, il provvedimento in maniera tale di giungere al punto di equilibrio richiamato.

  Marco CAUSI (PD), nel sottolineare l'importanza dell'avvio della nuova procedura dettata dal Governo per evitare il fallimento delle banche, auspica che si svolga una discussione proficua sulle metodologie che possa risolvere la questione delle sofferenze bancarie, che attualmente rappresenta il più importante tassello economico da risolvere, e che, a suo giudizio, necessiterebbe della creazione di un apposito mercato per la cessione dei crediti di problematica esigibilità con l'intervento di una regia pubblica. Evidenzia, al riguardo, la particolarità delle piccole banche territoriali, che operano una scarsa diversificazione del rischio e quindi sono meno in grado di far fronte alle sofferenze bancarie.

  Renata POLVERINI (FI-PdL) sostiene con forza la richiesta del collega Brunetta di sospendere i lavori sull'emendamento 42.73 del Governo e sui relativi subemendamenti a causa dell'elevato numero di subemendamenti di cui è stato chiesto l'accantonamento. Invita, inoltre, il Governo a rendere chiarimenti circa la sorte dei titolari di obbligazioni straordinarie, sottolineando peraltro che spesso si tratta di persone anziane, e del personale dipendente degli istituti di credito.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-P) concorda con la richiesta già espressa dai colleghi di sospendere i lavori al fine di avviare una più compiuta riflessione sulle delicate questioni che necessitano di un maggior approfondimento.

  Renato BRUNETTA (FI-PdL), apprezzate le considerazioni espresse dal Viceministro Morando, alla luce del dibattito svoltosi, chiede la presenza in Commissione del Ministro dell'economia e delle finanze Padoan, al fine di rendere chiarimenti e fornire un quadro organico sulla delicata questione relativa al fallimento delle banche. Chiede, infine, che l'esame dell'emendamento 42.73 del Governo e dei relativi subemendanti sia affrontato al termine dell'esame delle restanti disposizioni del disegno di legge di stabilità, in modo da avviare una completa e responsabile riflessione su una vicenda che, peraltro, tocca le attese e le aspettative dei risparmiatori sul sistema bancario.

  Il Viceministro Enrico MORANDO, come già rilevato all'inizio della seduta, manifesta l'apertura del Governo ad eventuali proposte modificative del testo presentato, al fine di pervenire ad una soluzione condivisa della vicenda relativa al fallimento delle banche. Fa, inoltre, presente che è oggetto di valutazione da parte del Governo anche il contenuto del subemendamento Pagano 0.42.73.99, riguardante il trattamento fiscale dei contributi volontari, che la presidenza ha dichiarato inammissibile per carenza di compensazione. Rileva, inoltre, che il ritiro del decreto-legge non è un'ipotesi praticabile, in quanto provocherebbe, oltre alla liquidazione coatta degli istituti di credito, danni irreversibili sui depositanti, sui titolari di obbligazioni ordinarie e sui dipendenti. Nel concordare con le affermazioni del deputato Causi, precisa che è in via di definizione la riforma delle banche di credito cooperativo, con le quali da mesi è in atto un confronto.
  Conferma che il Governo è orientato alla costituzione di un fondo di solidarietà, dotato di risorse pubbliche, per una quota Pag. 12minoritaria, e di risorse delle banche, che hanno tutto l'interesse ad un intervento che consolidi l'affidabilità del sistema. A questo proposito, condivide le considerazioni degli onorevoli Tabacci e Galli, che reputano coerente un intervento diretto solo ai soggetti più deboli. Tuttavia, al momento non è in grado di dire quali siano i confini e i limiti di tale intervento. Esclude che si possa trattare di un intervento di tipo «orizzontale», che tocchi tutti i portatori di interessi, perché, in quel caso, non si potrebbe parlare di intervento di solidarietà. Infine, condivide le affermazioni dell'onorevole Causi, che ha sottolineato che, al di là della mala gestio, delle truffe, di comportamenti formalmente corretti, ma, sostanzialmente, poco rispondenti all'interesse del risparmiatore, ciò che appesantisce l'economia italiana è ancora il credit crunch, a causa del volume enorme delle sofferenze che il sistema bancario ha accumulato durante la crisi. Rileva che le imprese che operano prevalentemente sul mercato interno sono quelle che hanno più risentito della caduta del reddito disponibile delle famiglie e della crisi dei consumi, e che, nonostante la leggera inversione di tendenza, registratasi in questi ultimi mesi, tali imprese rischiano di non poter effettuare gli investimenti necessari per cavalcare tale accenno di ripresa per la difficoltà di accedere al credito bancario, essendo le banche molto caute nella concessione dei finanziamento dato il livello già assai elevato delle sofferenze. Per questo, il Governo ha dedicato da mesi la massima attenzione al problema delle sofferenze bancarie. Dal dibattito sono emerse tre direttrici di intervento: per la prima, riguardante l'accelerazione delle procedure concorsuali, il Governo ha provveduto con l'emanazione del decreto-legge n. 83 del 2015, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 132 del 2015. Lo stesso decreto-legge ha provveduto sul tema della deducibilità delle perdite, consentendo alle banche italiane di renderle deducibili integralmente nell'anno in cui si manifestano, come per le altre banche europee. In occasione dell'esame di tale decreto-legge, si discusse dell'opportunità di intervenire, anche utilizzando limitate risorse pubbliche, per creare un mercato delle sofferenze bancarie, permettendo così alle banche di scontare le perdite e di ridurre il volume delle sofferenze senza la necessità di procedere alla ricapitalizzazione. Il Governo ha portato le sue proposte alla Commissione europea, stante la necessità di evitare la classificazione di tali interventi come aiuti di Stato. La Commissione non si è ancora pronunciata, ma il Ministro Padoan ha affermato l'urgenza di restringere i tempi per evitare che la mancanza di credito o condizioni di credito troppo pesanti provochino ulteriori crisi aziendali. Ricorda che alcuni emendamenti del Movimento 5 Stelle propongono l'introduzione di un mercato delle sofferenze bancarie, ma la previsione di un intervento dello Stato rende tali proposte incompatibili con la normativa europea. Ricorda l'esito positivo dell'intervento riguardante il Monte dei Paschi di Siena, che ha permesso l'emissione e la sottoscrizione di titoli con il tasso di interesse al 7 per cento, che, in un contesto di tassi negativi, si può considerare un esito molto soddisfacente per lo Stato. Si dichiara quindi disponibile a farsi portavoce con il Ministro Padoan perché intervenga nel dibattito in Commissione, quando si giungerà all'esame degli emendamenti accantonati.

   Francesco BOCCIA, presidente, dal momento che, come anche ricordato dall'onorevole Brunetta, il Governo ha annunciato più volte la sua intenzione di intervenire in modo organico sul sistema bancario, e a fronte delle proposte, anche delle opposizioni, sull'argomento, propone di discutere tali temi nel corso del 2016, lasciando alla legge di stabilità la disciplina solo di alcuni aspetti limitati del problema di particolare urgenza. Quanto al tema dei crediti deteriorati, si dichiara d'accordo con l'onorevole Causi sulla necessità di dare un segnale. Sull'impatto degli impieghi sul capitale delle banche, sottolinea che le regole europee non hanno funzionato e che è quindi necessario che il Pag. 13Governo italiano insista nella mediazione con la Commissione europea. Infine, rileva la necessità di riflettere sul tema della vigilanza, delle cui difficoltà non è responsabile il Governo, che, anzi, si è adoperato per risolvere il problema. Se maggioranza e opposizione non saranno d'accordo sulla tipologia di strumenti da utilizzare, sono tuttavia d'accordo su alcune delle problematiche da affrontare. Propone, pertanto, di procedere alla votazione dei subemendamenti non accantonati, rinviando alla fine dell’iter dell'esame del disegno di legge di stabilità in Commissione la votazione dei subemendamenti accantonati e dell'emendamento 42.73 del Governo, per permettere ai due relatori di giungere alla sintesi delle proposte.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) propone di accantonare tutto il tema, per dare tempo al Governo di valutare i subemendamenti e ed esaminarli nella loro globalità.

   Francesco BOCCIA, presidente, precisa che il Governo e i relatori sono pronti a votate tutto subito, ma che gli accantonamenti sono volti a tener conto anche delle proposte di modifica del testo dell'emendamento.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) è consapevole che i subemendamenti, una volta respinti, non potranno essere ripresentati e sottolinea che il Governo, proponendo l'accantonamento di subemendamenti che affrontano argomenti diversi, dimostra di non avere le idee chiare e di non essere in grado di darne una valutazione. Chiede pertanto che la Commissione passi all'esame di altri argomenti.

  Guido GUIDESI (LNA) concorda con quanto espresso dall'onorevole Villarosa.

  Renato BRUNETTA (FI-PdL) ribadisce la necessità della presenza del Ministro Padoan anche per comprendere gli intendimenti del Governo sull'intero settore e propone nuovamente di sospendere l'esame dell'emendamento del Governo e dei relativi dei subemendamenti fino all'intervento del Ministro, in modo che la Commissione possa riprendere i suoi lavori coerentemente con le linee guida espresse dal Ministro medesimo, procedendo alla votazione delle proposte emendative relative in coda all'esame della legge di stabilità.

  Maino MARCHI (PD) sottolinea che dal dibattito emerge un quadro chiaro sul perimetro entro il quale si inserisce il provvedimento e che, all'interno di tale perimetro, vi sono poi varie opzioni circa le modalità di intervento. Si esprime pertanto a favore della prosecuzione dei lavori e del passaggio alla votazione dei subemendamenti all'emendamento 42.73 del Governo.

  Giovanni PAGLIA (SI-SEL) si esprime in senso contrario al passaggio alla votazione delle citate proposte emendative, considerato che la sostanza politica di tutti i nodi è presente sia nei subemendamenti accantonati sia in tutti gli altri. Afferma di essere anche disponibile al ritiro dei subemendamenti presentati qualora si riuscisse a trovare una proposta condivisa.

  Daniele PESCO (M5S) ribadisce la proposta di accantonare l'esame del complesso delle proposte emendative riferite all'emendamento 42.73 del Governo.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) ribadisce l'indignazione generale per l'introduzione delle misure del decreto-legge in materia di risoluzioni bancarie all'interno del disegno di legge di stabilità, lamentando l'assenza di audizioni sul tema e la mancanza di chiarezza sugli interventi che si intendono attuare.

  Francesco BOCCIA, presidente, sottolinea che gli emendamenti sui quali è stato espresso parere contrario sono stati attentamente valutati e non possono essere riformulati, osservando come l'unica possibilità sia quella di consentire un confronto sui temi che escono dal perimetro Pag. 14delineato e toccano le tre questioni cui ha fatto riferimento il Viceministro.

  Daniele PESCO (M5S) interviene in dichiarazione di voto raccomandando l'approvazione del suo subemendamento 0.42.73.46. Lamenta, inoltre, la mancanza di dati sulla situazione e sulle sofferenze delle quatto banche commissariate, oltre che sull'assenza di informazioni riguardanti la modalità di effettuazione della valutazione, auspicando la presa in considerazione di proposte provenienti dall'esterno.

  Paolo TANCREDI (AP), relatore, evidenzia che il parere contrario, che è stato espresso su tutti i subemendamenti per i quali non è stato richiesto l'accantonamento, è giustificato da esigenze di chiarezza, allo scopo di eliminare dal seguito del dibattito tutte le proposte emendative che non possono essere prese in considerazione per un'eventuale modifica dell'emendamento 42.73 del Governo.
  Chiarisce poi che l'azzeramento degli attivi delle banche è stato disposto dai commissari e non dal Governo.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S), tralasciando la questione relativa al motivo per il quale si sia deciso di iniziare le votazioni degli emendamenti alla legge di stabilità dall'emendamento relativo alle banche, chiede che la Ragioneria generale dello Stato predisponga una relazione tecnica, con particolare riferimento agli effetti finanziari che potrebbero conseguire dall'eventuale proposizione di azioni risarcitorie nei confronti dello Stato da parte degli azionisti e degli obbligazionisti. Ricorda che, ai sensi dell'articolo 74 del Regolamento, la Commissione in sede referente provvede ad acquisire gli elementi di conoscenza necessari per la valutazione del provvedimento, compresi quelli relativi agli oneri derivanti dallo stesso.

   Francesco BOCCIA, presidente, evidenzia che la relazione tecnica, debitamente bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato, si trova allegata all'emendamento 42.73 del Governo.

  Il Viceministro Enrico MORANDO segnala che il parere contrario espresso su alcuni dei subemendamenti presentati dal MoVimento 5 Stelle è motivato dall'esigenza di fugare ogni dubbio sulla possibilità di un intervento dello Stato con risorse pubbliche nella risoluzione di crisi bancarie.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S) ribadisce la richiesta che la Ragioneria generale dello Stato predisponga una relazione tecnica sull'emendamento 42.73 del Governo.

  Il Viceministro Enrico MORANDO chiarisce che, rappresentando egli il Governo, rappresenta anche la Ragioneria generale dello Stato, organo tecnico facente parte del Governo stesso, e pertanto la sua affermazione sull'assenza di oneri conseguenti al provvedimento ha il medesimo valore di una relazione tecnica, che peraltro già è stata presentata. Segnala inoltre che anche il dossier predisposto dal Servizio del bilancio della Camera conferma l'assenza di possibili oneri sul punto richiamato dall'onorevole Sorial. Conferma inoltre l'assenza di oneri in relazione ai capoversi commi 491-decies e 491-undecies dell'emendamento 42.73 del Governo, come richiesto nel citato dossier.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Pesco 0.42.73.46 e Villarosa 0.42.73.47.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) ritiene che l'intervento effettuato con il decreto-legge n. 183 del 2015 rientri nella categoria degli aiuti di Stato. Si sofferma inoltre su altri aspetti che sono conseguenza della riforma del 1993 quali cause della crisi del sistema bancario. Prospetta infine una soluzione per la vicenda e attende risposta circa la differenza rispetto agli aiuti di Stato tra i fondi richiamati (Fondo interbancario per la tutela del risparmio e Fondo di risoluzione nazionale.

Pag. 15

  Giampaolo GALLI (PD) replica alle osservazioni del collega Villarosa, chiarendo la differenza suddetta.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) replica a sua volta al collega Giampaolo Galli.

  Daniele PESCO (M5S) intervenendo sul subemendamento Pesco 0.42.73.48, ricorda alcuni aspetti del Fondo interbancario e la possibilità di intervenire, chiedendosi i motivi per cui il Governo non intende sforzarsi in tale direzione.

  Marco CAUSI (PD) ricorda come una soluzione simile sia stata bocciata dalla BCE.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.48.

  Carlo SIBILIA (M5S), intervenendo sul subemendamento Villarosa 0.42.73.49, ritiene che il problema risieda nella vigilanza sulle banche.

  La Commissione respinge il subemendamento Villarosa 0.42.73.49.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul subemendamento Villarosa 0.42.73.50, ne richiama le finalità, prospettando una possibile soluzione di ristoro per gli azionisti e obbligazionisti mediante la creazione di una società di partecipazione, chiedendosi come mai il PD non abbia cercato di percorrere tale soluzione.

  La Commissione respinge il subemendamento Villarosa 0.42.73.50.

  Daniele PESCO (M5S) intervenendo sul subemendamento Villarosa 0.42.73.51, evidenzia la sua ratio, volta a determinare le regole da seguire da parte della Banca d'Italia per intervenire in merito.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) chiede ulteriori chiarimenti al rappresentante del Governo in merito al diverso trattamento tra Fondo interbancario e Fondo di risoluzione in merito alla qualificazione degli aiuti di Stato.

  Il Viceministro Enrico MORANDO fornisce ulteriori chiarimenti in merito al quesito posto dall'onorevole Villarosa.

  La Commissione respinge il subemendamento Villarosa 0.42.73.51.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), intervenendo sul suo subemendamento 0.42.73.52, ribadisce ancora la sua richiesta di chiarimenti rivolta al Governo sulla differenziazione dei fondi richiamati in merito alla questione degli aiuti di Stato.

   Francesco BOCCIA, presidente, invita l'onorevole Villarosa a chiarire il senso specifico della sua richiesta.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), nello specificare ulteriormente il significato della propria richiesta rivolta al rappresentante del Governo, richiama dichiarazioni del Ministro Padoan fatte durante una seduta di interrogazioni a risposta immediata.

  Il Viceministro Enrico MORANDO, nel replicare all'onorevole Villarosa, chiarisce che la differenziazione tra i citati fondi discende dalla diversa natura dei medesimi.

   Francesco BOCCIA, presidente, prende atto del persistere della diversità delle posizioni espresse in merito.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), svolge ulteriori considerazioni, ribadendo la contraddittorietà della differenziazione ripetutamente richiamata.

  La Commissione respinge il subemendamento Villarosa 0.42.73.52.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul suo subemendamento 0.42.73.53, osserva che il Fondo di risoluzione potrà essere utilizzato anche per aiuti alle banche in crisi, così come il Fondo interbancario di Pag. 16tutela dei depositi. Propone, pertanto, di rendere il Fondo interbancario uno strumento generale simile al Fondo di risoluzione in cui le banche possano intervenire volontariamente.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.53.

  Roberto SIMONETTI (LNA), intervenendo sul suo subemendamento 0.42.73.10, osserva che l'indicazione di una data di entrata in vigore anteriore al 1o gennaio 2016 nella legge di stabilità costituisce un pericoloso precedente, perché apre la strada, per esempio, alla possibilità di modificare i bilanci dei comuni per il 2015 oppure modificare le tariffe e le aliquote comunali dell'anno precedente.

  La Commissione respinge il subemendamento Simonetti 0.42.73.10.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul subemendamento a sua prima firma 0.42.73.54, osserva che esso, più opportunamente, introduce il concetto di conferimento delle attività e delle passività che, al contrario di quanto si legge nell'emendamento del Governo, non sono acquistate dalle banche. A suo avviso, anzi, sarebbe stato preferibile prevedere un'offerta pubblica di vendita con l'applicazione dei prezzi di mercato.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.54.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), intervenendo sul subemendamento Pesco 0.42.73.55, osserva la necessità di avere una relazione definitiva sulla valutazione dei crediti delle quattro banche, in quanto si è proceduto sulla base di una documentazione provvisoria. A suo avviso, essa sarebbe stata utile per stimare l'esatto valore del pacchetto dei crediti deteriorati di Banca popolare dell'Etruria, che è stato valutato al 17 per cento del suo valore, laddove circa un quarto di essi risulta essere stato venduto qualche giorno prima dell'emanazione del decreto-legge n. 183 del 2015 ad un valore pari al 45-50 per cento. Una tale valutazione avrebbe permesso di ottenere maggiori risorse da destinare al ristoro degli obbligazionisti.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.55.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede di sapere dal presidente come si svolgeranno i lavori della Commissione nel prosieguo della seduta.

   Francesco BOCCIA, presidente, propone di esaurire le votazioni dei subemendamenti non accantonati del fascicolo, rinviando la votazione di quelli invece accantonati alla fine dell'esame in Commissione del disegno di legge di stabilità.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul subemendamento Pesco 0.42.73.56, osserva che esso subordina la valutazione delle sofferenze ad una due diligence che riguardi l'analisi del valore e la quantificazione dei crediti deteriorati e delle sofferenze. Ricorda che la due diligence trasmessa alla Commissione finanze non si è dimostrata valida, perché non faceva menzione della possibilità di risarcire i soggetti danneggiati valutando in misura maggiore il valore delle sofferenze.

  Francesco BOCCIA, presidente, rileva che tali compiti non sono propri del Governo ma della Direzione Generale Concorrenza (DG-COMP) della Commissione europea, a livello europeo e, a livello nazionale, della Banca d'Italia e delle altre autorità a ciò preposte.

  Carlo SIBILIA (M5S) contesta l'affermazione del Governo di avere condotto analisi approfondite sull'argomento.

  Il Viceministro Enrico MORANDO ribadisce che il prezzo di valutazione non è un argomento affrontabile in alcun modo da autorità politiche, riguardando piuttosto la DG-COMP, in sede europea, e la Banca d'Italia, in sede nazionale. Anche se Pag. 17le valutazioni fossero state scorrette, il Governo non avrebbe alcuna autorità per intervenire sulle autorità di vigilanza.

  Carlo SIBILIA (M5S) osserva che, se gli organi di vigilanza non hanno svolto bene il loro compito, si pone un problema politico, perché non si è pensato di riformare il sistema della vigilanza. Tale sistema vede al centro la Banca d'Italia, le cui azioni sono detenute da altre banche. Pertanto, in tal caso, il controllore è anche controllato. Del resto, anche le vicende precedenti, come quella del Monte dei Paschi di Siena, dimostrano le insufficienze del sistema di vigilanza attualmente in vigore.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Pesco 0.42.73.56 e Villarosa 0.42.73.57.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul subemendamento Pesco 0.42.73.58, osserva che esso propone il ristoro al 100 per cento degli obbligazionisti e al 50 per cento degli azionisti, con oneri a carico del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Rileva che la proposta si rende necessaria in mancanza dell'iniziativa del Governo.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Pesco 0.42.73.58 e Villarosa 0.42.73.59.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul subemendamento Villarosa 0.42.73.60, osserva che esso prevede il diritto all'indennizzo in valore proporzionale al valore delle obbligazioni subordinate, rinviando il problema di indennizzare anche gli azionisti ad un'altra sede.

  La Commissione respinge il subemendamento Villarosa 0.42.73.60.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), intervenendo sul subemendamento Pesco 0.42.73.61, osserva che l'onere degli indennizzi è posto a carico del Fondo interbancario di tutela dei depositi e ricorda che il suo presidente ha preannunciato alla Commissione finanze la modifica dello statuto del Fondo, con la previsione della contribuzione volontaria da parte delle banche.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.61.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), intervenendo sul subemendamento 0.42.73.62 a sua prima firma, stigmatizza il fatto che le conseguenze delle sofferenze bancarie siano state fatte interamente ricadere a danno dei risparmiatori, che sono stati fraudolentemente tratti in inganno nell'acquisto delle obbligazioni subordinate, caratterizzate da un tasso di rischio assai elevato, in un quadro peraltro di colpevole assenza di vigilanza da parte della Banca d'Italia e della CONSOB.

  Maino MARCHI (PD) tiene a precisare che, nel corso della presente seduta, né da parte del Governo né da parte della maggioranza è stato mai utilizzato il termine «speculatori» in relazione alle scelte di coloro che hanno investito nelle azioni subordinate degli istituti bancari interessati dal provvedimento d'urgenza.

  Marco CAUSI (PD), associandosi alle valutazioni del collega Marchi, ritiene che anche il termine di «esproprio», da taluni in precedenza impiegato, appare sostanzialmente improprio, dovendosi altrimenti considerare tale anche la vicenda che ha nel recente passato coinvolto gli azionisti di altri istituti, quale ad esempio quelli del Monte Paschi di Siena.

  Renato BRUNETTA (FI-PdL) evidenzia che, da un punto di vista lessicale, il termine «speculazione» non possiede di per sé una accezione negativa, rinviando piuttosto ad un complesso di valori storicamente posti alla base della moderna economia di mercato.

  Carlo SIBILIA (M5S) ritiene che, a dispetto delle intenzioni proclamate, il Governo e la maggioranza dimostrano di non avere alcuna idea chiara circa l'individuazione Pag. 18delle soluzioni attraverso cui porre rimedio alla incresciosa situazione che vede coinvolti i piccoli risparmiatori delle quattro banche per le quali è stata avviata la procedura di risoluzione.

  Daniele PESCO (M5S) reputa impossibile utilizzare un termine differente da quello di «esproprio» per inquadrare una vicenda caratterizzata dal totale azzeramento di valore delle azioni subordinate, secondo una decisione unilaterale assunta dalla Banca d'Italia, con il consenso tacito del Governo e della maggioranza, dalla quale è derivato un danno economico assai rilevante a carico di oltre 100 mila famiglie italiane.

  La Commissione respinge il subemendamento Villarosa 0.42.73.62.

  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del subemendamento 0.42.73.64 a sua prima firma, volto a consentire la partecipazione dei soggetti che hanno subito la riduzione del capitale alla distribuzione dei dividendi delle costituende bad bank.

  Il Viceministro Enrico MORANDO, nel confermare il parere contrario sul subemendamento Pesco 0.42.73.64, fa presente che alla partecipazione dei dividendi possono partecipare solo gli azionisti e che questi ultimi, nel caso delle bad bank richiamate dal provvedimento d'urgenza, allo stato non possono che essere il Fondo di risoluzione o altre autorità pubbliche.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.64.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), in risposta alle considerazioni di natura lessicale in precedenza espresse dal deputato Brunetta, osserva come le attività connesse alla speculazione finanziaria non possano che avere una accezione negativa.

  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del subemendamento 0.42.73.65 a sua prima firma, di tenore e contenuto analoghi a quelli del subemendamento 0.42.73.64 in precedenza posto in votazione.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.65.

  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del subemendamento 0.42.73.66 a sua prima firma, volto a prevedere che i crediti deteriorati delle banche siano quantificati e alienati tramite asta pubblica.

  Il Viceministro Enrico MORANDO precisa che i crediti in parola sono già stati quantificati dalle autorità a ciò deputate.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.66.

  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del suo subemendamento 0.42.73.67.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.67.

  Daniele PESCO (M5S) interviene sul subemendamento 0.42.73.69 a sua prima firma, di cui è stato proposto l'accantonamento, chiedendo chiarimenti sul parere contrario viceversa espresso su altre proposte emendative di contenuto analogo.

  Il Viceministro Enrico MORANDO motiva l'accantonamento sulla base del riferimento contenuto nel predetto subemendamento alle obbligazioni subordinate.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) interviene per sottoscrivere il subemendamento Busin 0.42.73.17 e chiede chiarimenti sul parere contrario su di esso espresso, che a suo avviso avrebbe piuttosto potuto essere accantonato o riformulato.

  Guido GUIDESI (LNA) sottolinea l'idoneità del subemendamento in esame a configurare una eventuale soluzione alle criticità derivanti dalle sofferenze bancarie oggetto del provvedimento d'urgenza.

Pag. 19

  Il Viceministro Enrico MORANDO motiva il mancato accantonamento di tale proposta emendativa sulla base dell'assenza di una distinzione fra obbligazioni subordinate e ordinarie.

  La Commissione respinge, con distinte votazioni, i subemendamenti Busin 0.42.73.17 e Paglia 0.42.73.30 e 0.42.73.29.

  Roberto OCCHIUTO (FI-PdL) chiede le motivazioni per le quali è stato espresso parere contrario sul subemendamento Bergamini 0.42.73.7, sebbene simile ad altre proposte emendative accantonate in quanto ritenute dal Governo idonee a favorire l'individuazione di soluzioni.

  Paolo TANCREDI (AP), relatore, acconsente alla richiesta di accantonamento del subemendamento Bergamini 0.42.73.7.

  Il Viceministro Enrico MORANDO concorda con le considerazioni testé espresse dal relatore, valutando di interesse la prima parte del subemendamento.

  Davide CRIPPA (M5S) contesta le modalità di selezione delle proposte emendative da accantonare e di quelle da porre in votazione.

  Daniele PESCO (M5S) chiede se l'interesse mostrato per la prima parte del subemendamento testé accantonato è dovuto alla previsione di ipotesi di remunerazione degli obbligazionisti subordinati.

  Il Viceministro Enrico MORANDO ribadisce che la decisione di accantonare il subemendamento Bergamini 0.42.73.7 è basata essenzialmente sui contenuti della prima parte del subemendamento, laddove si distingue nettamente fra portatori delle obbligazioni subordinate e azionisti.

   Francesco BOCCIA, presidente, dispone l'accantonamento del subemendamento Bergamini 0.42.73.7.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), intervenendo sul subemendamento Bergamini 0.42.73.6, osserva che anche tale proposta emendativa dovrebbe essere accantonata, considerato che la prima parte della medesima è simile a quella del subemendamento Bergamini 0.42.73.7.

  Roberto OCCHIUTO (FI-PdL) ritira il subemendamento Bergamini 0.42.73.6.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), nel sottoscrivere il subemendamento Polverini 0.42.73.8, chiede le ragioni della contrarietà a tale proposta emendativa tendente a salvaguardare i dipendenti delle quattro banche interessate dall'emendamento 42.73 del Governo.

  Paolo TANCREDI (AP), relatore, motiva il parere contrario in considerazione del fatto che gli enti ponte non possono avere una durata eccessivamente prolungata.

  Renato BRUNETTA (FI-PdL) chiede l'accantonamento del subemendamento Polverini 0.42.73.8.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) concorda sulla richiesta di accantonamento.

  Il Viceministro Enrico MORANDO si dichiara contrario alla richiesta di accantonamento sulla base della necessità che gli enti ponte operino in tempi rapidi, sottolineando al contempo che in merito alla salvaguardia delle clausole sociali è previsto l'accantonamento del subemendamento Polverini 0.42.73.9.

  Renato BRUNETTA (FI-PdL) insiste per l'accantonamento del subemendamento Polverini 0.42.73.8.

  Francesco BOCCIA, presidente, accoglie la richiesta di accantonamento del subemendamento Polverini 0.42.73.8.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul suo subemendamento 0.42.73.70, ne illustra le finalità, rivolte alla massima trasparenza tramite lo strumento dell'offerta pubblica di acquisto.

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  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.70.

  Daniele PESCO (M5S) intervenendo sul suo subemendamento 0.42.73.71, ne illustra le finalità, volte a far sì che le eventuali plusvalenze possano essere utilizzate per risarcire gli azionisti e gli obbligazionisti danneggiati.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.71.

  Daniele PESCO (M5S), nell'intervenire sul suo subemendamento 0.42.73.72, propone che i cespiti possano essere valutati in modo tale da dare maggiori garanzie sulle operazioni.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.72.

   Francesco BOCCIA, presidente, ricorda che il subemendamento Pesco 0.42.73.73 è stato accantonato.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul suo subemendamento 0.42.73.74, evidenzia le finalità rivolte a far sì che gli enti ponte siano ricollocati tramite offerte pubbliche di acquisto, il tutto finalizzato ad evitare la possibilità di essere acquisiti da gruppi bancari ben noti.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Pesco 0.42.73.74 e 0.42.73.75, Galati 0.42.73.40, 0.42.73.39, 0.42.73.41 e 0.42.73.42.

  Francesco BOCCIA, presidente, ricorda che i subemendamenti Carrescia 0.42.73.3 e 0.42.73.4 sono stati ritirati.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul subemendamento Fassina 0.42.73.32, evidenzia come esso sarebbe da prendere in considerazione, in ragione della richiesta di valutazione sui cespiti delle quattro banche che vengono cedute, ritenendo che la valutazione che è stata fatta dal Governo sia troppo bassa.

  La Commissione respinge il subemendamento Fassina 0.42.73.32.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul suo subemendamento 0.42.73.77, ne evidenzia le finalità, rivolte a far sì che eventuali sentenze di un giudice possano rimettere in discussione gli atti redatti nel procedimento.

  Il Viceministro Enrico MORANDO conferma il parere contrario precedentemente espresso.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) lamenta la mancata spiegazione da parte del rappresentante del Governo in merito al parere contrario.

  Il Viceministro Enrico MORANDO chiarisce le ragioni del parere contrario espresso.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) nel prendere atto della spiegazione del Viceministro Morando, ricorda pratiche non corrette e casi di opacità nella vigilanza bancaria che richiederebbero che l'annullamento del procedimento rimetta in discussione gli atti amministrativi compiuti. Chiede pertanto l'accantonamento del subemendamento Pesco 0.42.73.77.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Pesco 0.42.73.77, Fassina 0.42.73.33, Galati 0.42.73.43 e Fassina 0.42.73.34.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul suo subemendamento 0.42.73.83, ne illustra le finalità.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.83.

  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del suo subemendamento 0.42.73.86.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.42.73.86.

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  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del subemendamento Villarosa 0.42.73.87, evidenziando che con esso si propone una formulazione più precisa del comma 491-decies.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) chiede l'accantonamento del suo subemendamento 0.42.73.87.

  Il Viceministro Enrico MORANDO ribadisce il parere contrario sul subemendamento Villarosa 0.42.73.87.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) insiste nel chiedere l'accantonamento del predetto subemendamento, osservando come il testo dell'emendamento 42.73 del Governo possa dare luogo a dubbi interpretativi.

  Francesco BOCCIA, presidente, segnala che sono stati accantonati anche subemendamenti presentati da deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle, nei casi in cui il Governo ha ritenuto che fosse possibile valutarli in un momento successivo, mentre in questo caso non è stata ravvisata tale possibilità.

  La Commissione respinge il subemendamento Villarosa 0.42.73.87.

  Daniele PESCO (M5S) illustra il subemendamento a sua prima firma 0.42.73.88.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Pesco 0.42.73.88, Villarosa 0.42.73.89 e Pesco 0.42.73.90.

  Daniele PESCO (M5S) raccomanda l'approvazione del subemendamento Alberti 0.42.73.91.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Alberti 0.42.73.91 e Villarosa 0.42.73.92.

  Daniele PESCO (M5S) illustra il subemendamento Villarosa 0.42.73.93, volto a ridurre la possibilità di godere del credito di imposta previsto dal comma 491-decies.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Villarosa 0.42.73.93 e Alberti 0.42.73.94.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) evidenzia che il subemendamento a sua prima firma 0.42.73.95 e i successivi sono tutti volti a porre limiti alle agevolazioni fiscali previste dall'emendamento 42.73 del Governo e ne raccomanda l'approvazione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Villarosa 0.42.73.95 e 0.42.73.96, nonché il subemendamento Pesco 0.42.73.97.

  Daniele PESCO (M5S) illustra il subemendamento a sua prima firma 0.42.73.98.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Pesco 0.42.73.98, 0.42.73.103 e 0.42.73.104, Villarosa 0.42.73.105 e 0.42.73.106.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) illustra il subemendamento Pesco 0.42.73.107.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Pesco 0.42.73.107 e Villarosa 0.42.73.108.

  Daniele PESCO (M5S) raccomanda l'approvazione del subemendamento a sua prima firma 0.42.73.110.

  La Commissione respinge l'emendamento Pesco 0.42.73.110.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) illustra il subemendamento a sua prima firma 0.42.73.111, diretto a rendere nulle le operazioni di cessione dei crediti e delle sofferenze effettuate nei centottanta giorni precedenti l'avvio della procedura di risoluzione della crisi.

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  Daniele PESCO (M5S) esprime forti dubbi su operazioni di rilevante importo effettuate nei giorni immediatamente antecedenti l'avvio della procedura.

  Il Viceministro Enrico MORANDO ritiene infondati i dubbi ripetutamente espressi dai deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Pesco 0.42.73.111, 0.42.73.112 e 0.42.73.113.

   Francesco BOCCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 23.25.