CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 giugno 2015
464.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SULL'AGENDA GLOBALE POST 2015, LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E IL PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO

AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 16 giugno 2015.

Audizione di rappresentanti di associazioni di coordinamento di organizzazioni non governative operanti nel settore della cooperazione allo sviluppo, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto ministeriale concernente «Statuto dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo» (Atto n. 175).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 9.10 alle 9.45.

COMITATO PERMANENTE SULL'AFRICA E LE QUESTIONI GLOBALI

INCONTRI CON DELEGAZIONI DI PARLAMENTI ESTERI

  Martedì 16 giugno 2015.

Incontro con una delegazione dell'Assemblea nazionale della Costa d'Avorio.

  L'incontro è stato svolto dalle 10.15 alle 11.05.

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ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 16 giugno 2015. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 11.20.

Schema di decreto ministeriale concernente «Statuto dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo».
Atto n. 175.

(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto, rinviato nella seduta del 10 giugno scorso.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, ricorda che nella seduta dello scorso 10 giugno la relatrice, onorevole Quartapelle Procopio, aveva proceduto ad illustrare il provvedimento, nell'ambito del cui esame si sono appena svolte, presso il Comitato permanente sull'Agenda globale post 2015, le audizioni informali di rappresentanti di associazioni di coordinamento di organizzazioni non governative operanti nel settore della cooperazione allo sviluppo.
  Ricorda che la Commissione bilancio procederà prevedibilmente entro la settimana in corso ad esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario derivanti dal presente provvedimento, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, nella giornata odierna.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, illustrando taluni elementi ai fini della presentazione della proposta di parere, pone l'accento sul tema dei tempi, rilevando come, mentre l'esame della norma primaria da parte del Parlamento è stato assai celere, quel tempo è invece trascorso per tre volte prima che l'atto in titolo fosse presentato alle Camere per l'espressione del parere, e ciò assume tanto più rilievo perché l'obiettivo è quello di rendere operativa la riforma a partire dal 2016.
  Venendo poi ai contenuti del parere, preannuncia che esso recepirà gli elementi del dibattito in Commissione, i profili di merito più significativi connessi ai rilievi del Consiglio di Stato e talune segnalazioni emerse nel corso dell'audizione odierna delle organizzazioni non governative.
  Per quanto riguarda il ruolo del Viceministro, è opportuno che il testo del provvedimento sia conforme allo spirito dell'articolo 11 della legge n. 125 del 2014 e si deve dunque intendere che il Ministro eserciti le proprie funzioni in materia di cooperazione allo sviluppo delegandole appunto al Viceministro.
  In tema di rapporti fra Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo e Agenzia, ribadisce che laddove la prima si occupa di direzione strategica e indirizzi diplomatici, alla seconda spettano invece le mansioni più strettamente operative, ponendo con maggiore chiarezza quel che è la sua effettiva autonomia e il suo non essere struttura subordinata alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo. Ancora, si sono ulteriormente definiti numerosi aspetti relativi alla struttura della istituenda Agenzia. Con riferimento all'articolo 16, esso dà la possibilità ad elementi del settore privato di poter contribuire alle attività della politica italiana di cooperazione: si vuol ribadire, però, che detto contributo si deve svolgere in conformità con i principali riferimenti normativi internazionali elaborati in sede OCSE o Unione europea.
  Per quanto riguarda i rilievi del Consiglio di Stato, condivide l'esigenza che chiariscano con maggiore precisione le forme di dialogo con la società civile ed il ruolo del Comitato direttivo, con particolare riferimento alle procedure di modifica dello Statuto.
  Al contrario, non ritiene opportuno procedere a modifiche della disposizione relativa alla nomina del direttore dell'Agenzia, in quanto si è inteso ribadire che essa corrisponde ad un atto politico da Pag. 22ricondursi alla responsabilità politica del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, pur nel rispetto delle giuste esigenze di trasparenza quanto al metodo di selezione.
  Fatte queste premesse preannuncia la presentazione della proposta di parere nel senso qui rappresentato in occasione della prossima seduta.

  Il sottosegretario Mario GIRO interviene brevemente sul ruolo della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo come previsto dall'articolo 20 della legge n. 125 del 2014, rilevando che suo campo esclusivo di competenza dovrebbe essere rappresentato dalle emergenze e dai crediti di aiuto. In base al contenuto di detta norma, alla Direzione generale non spetterebbero in via esclusiva funzioni di proposta, ma, semmai, di verifica dell'impatto degli interventi e del raggiungimento degli obiettivi per il tramite di un nucleo di valutazione da istituirsi in quanto strumento fondamentale che è finora mancato nel nostro sistema.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.30.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 16 giugno 2015. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario agli affari esteri e della cooperazione internazionale, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 11.30.

Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.
C. 3098 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, ricorda che il disegno di legge in esame reca una riforma organica della pubblica amministrazione e che è stato presentato dal Governo al Parlamento nel luglio del 2014, a chiusura di una vasta consultazione pubblica lanciata con una lettera aperta ai dipendenti pubblici e ai cittadini. Successivamente il provvedimento è stato collegato alla manovra di finanza pubblica.
  Il testo è stato modificato in più parti durante l'esame al Senato, che lo ha approvato in prima lettura lo scorso 30 aprile; ed è ora composto da 18 articoli, i quali contengono prevalentemente deleghe legislative da esercitare nei dodici mesi successivi all'approvazione della legge. Il provvedimento si inserisce all'interno del più complessivo processo di riforma dello Stato che il Governo sta attuando attraverso la riforma del Titolo V della Parte II della Costituzione, l'attuazione della legge n. 56 del 2014, la cosiddetta «legge Delrio», e la riforma della pubblica amministrazione.
  Afferma che per comprendere pienamente la ratio della riforma in esame occorre partire da una premessa: la pubblica amministrazione è l'insieme di attività a presidio degli interessi pubblici. Non si tratta, dunque, di una semplice riforma di settore, ma di una riforma che tocca tutti gli aspetti dell'amministrazione e che si muove lungo una precisa direzione: quella di creare una pubblica amministrazione più democratica, semplice e competente.
  Quanto al contenuto del disegno di legge, annuncia la propria intenzione di riferire sinteticamente sugli aspetti di maggiore rilievo del provvedimento, soffermandosi in maniera particolare su quelle che presentano profili di interesse per Commissione affari esteri.
  Specifico rilievo assume l'articolo 1, che reca una delega al Governo in materia di erogazione di servizi da parte delle pubbliche amministrazioni con la finalità di garantire il diritto di accesso dei cittadini e delle imprese ai dati, ai documenti e ai Pag. 23servizi di loro interesse in modalità digitale e di semplificare l'accesso ai servizi alla persona, riducendo la necessità di recarsi di persona negli uffici pubblici. In altre parole, viene sancita la creazione della Carta della cittadinanza digitale.
  L'esercizio della delega è subordinato al rispetto di una dettagliata serie di principi e criteri direttivi che, da una parte, introducono misure volte a favorire l'accesso dell'utenza ai servizi delle amministrazioni pubbliche in maniera digitale; da un'altra, attengono alla riforma dei processi decisionali interni alle pubbliche amministrazioni; ed, infine, riguardano la formulazione dei decreti delegati, prevedendo il coordinamento con la normativa vigente e l'indicazione espressa delle norme abrogate.
  Altrettanto rilevante le appare poi l'articolo 6, che reca una delega al Governo in materia di prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni, avente come oggetto specifico l'introduzione di disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi sulla trasparenza degli atti e delle informazioni delle pubbliche amministrazioni, di cui al decreto legislativo n. 33 del 2013, e sulla inconferibilità ed incompatibilità di determinati incarichi presso le pubbliche amministrazioni, di cui al decreto legislativo n. 39 del 2013: si tratta dei decreti emanati in attuazione della legge n. 190 del 2012 (cosiddetta legge Severino). Il provvedimento in esame precisa che il Governo, nell'esercizio della delega, si dovrà attenere ai principi e criteri direttivi già fissati dalla citata legge n. 190 del 2012.
  L'articolo 7 delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per la riorganizzazione dell'amministrazione statale, mediante modifiche alla disciplina della Presidenza del Consiglio dei ministri, dei Ministeri, delle agenzie governative e degli enti pubblici non economici nazionali.
  Per quanto riguarda il sistema di formazione dei pubblici dipendenti, rileva che è prevista dall'articolo 9 una riforma della Scuola nazionale dell'amministrazione, all'interno della quale, con il recente decreto-legge n. 90 del 2014, è confluita anche la formazione del personale diplomatico, prima curata dall'Istituto diplomatico «Mario Toscano». In particolare, è prevista una revisione dell'ordinamento, della missione e dell'assetto organizzativo della Scuola, con espresso riferimento alle migliori pratiche utilizzate a livello internazionale.
  Sempre in riferimento all'articolo 9, in tema di dirigenza pubblica, segnala che nel corso dell'esame presso il Senato è stato emendata la disposizione al fine di escludere la carriera diplomatica dal novero delle carriere speciali che eventualmente potevano confluire nel ruolo unico dei dirigenti statali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Si tratta di una modifica che si spiega alla luce della specificità che caratterizza la carriera diplomatica per modalità di nomina e di preposizione non assimilabili alla direzione di uffici e strutture che insistono sul territorio nazionale.
  L'articolo 10, comma 1, introdotto durante l'esame al Senato, detta princìpi di delega finalizzati a favorire e semplificare le attività degli enti pubblici di ricerca (EPR), data la peculiarità dei loro scopi istituzionali, con invarianza di risorse umane, finanziarie e strumentali, anche considerando l'autonomia e la terzietà di cui essi godono. I commi 2 e 3 dispongono, invece, le norme procedurali di dettaglio per l'adozione dei relativi decreti attuativi, prevedendo opportunamente la semplificazione della normativa riguardante gli EPR e suo coordinamento con le migliori pratiche internazionali.
  Ricorda, ancora, che l'articolo 11 detta norme volte a favorire e promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche. In particolare, nei primi due commi, si prevedono una serie di misure organizzative (tra cui il rafforzamento dei meccanismi di flessibilità dell'orario di lavoro; il telelavoro; e forme di co-working e smartworking) che permettano, entro tre anni, almeno al 20 per cento dei dipendenti pubblici che ne facciano richiesta di avvalersene senza penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera.Pag. 24
  L'articolo 12 contiene i princìpi e criteri comuni per l'adozione di tre testi unici nei settori del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e connessi profili di organizzazione amministrativa; delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche; dei servizi pubblici locali di interesse economico generale. I principi e criteri specifici delle tre deleghe sono contenuti – rispettivamente – negli articoli 13, 14 e 15.
  L'articolo 16 delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi finalizzati ad abrogare o modificare «disposizioni legislative, entrate in vigore dopo il 31 dicembre 2011, che prevedono provvedimenti non legislativi di attuazione».
  L'articolo 18, al comma 1, reca la clausola di invarianza degli oneri a carico della finanza pubblica derivanti dall'attuazione delle disposizioni contenute nel provvedimento in esame, nonché dall'attuazione dei decreti legislativi da esso stesso previsti, ad eccezione dell'articolo 11, comma 4, lettera a) che prevede un finanziamento del Fondo per l'organizzazione e il funzionamento di servizi socio-educativi per la prima infanzia destinati alla popolazione minorile presso enti e reparti del Ministero della difesa al fine di realizzare asili nido presso caserme del Ministero della difesa in via di dismissione.
  In definitiva, afferma che due le appaiono gli elementi più significativi. In primo luogo, per quanto riguarda il sistema di formazione dei pubblici dipendenti, la riforma operata della Scuola nazionale dell'amministrazione all'articolo 9, in cui confluiranno anche le funzioni relative al personale diplomatico prima curate dall'Istituto diplomatico «Mario Toscano». In secondo luogo, sempre all'articolo 9, in base ad un emendamento introdotto nel corso dell'esame in Senato, la carriera diplomatica viene esclusa dall'ambito delle norme che regolano il ruolo unico dei dirigenti statali, in considerazione delle sue speciali caratteristiche.
  Alla luce di tali considerazioni, che mirano ad adeguare gli apparati amministrativi del nostro Paese, agli standard delle democrazie più avanzate, presenta una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

  Il sottosegretario Mario GIRO si associa alle considerazioni appena svolte dalla relatrice.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 11.35.

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