CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 giugno 2015
460.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SULLA POLITICA ESTERA E RELAZIONI ESTERNE DELL'UNIONE EUROPEA

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 10 giugno 2015. — Presidenza del presidente Guglielmo PICCHI.

Audizione dell'Ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, Hassan Abouyoub, nell'ambito dell'esame del Documento di consultazione congiunto, predisposto dalla Commissione europea e dall'Alto Rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, sul tema «Verso una nuova politica europea di vicinato» (Join(2015)6).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 9.10 alle 10.10.

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COMITATO PERMANENTE SULLA POLITICA ESTERA E RELAZIONI ESTERNE DELL'UNIONE EUROPEA

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 10 giugno 2015. — Presidenza del presidente Guglielmo PICCHI.

Audizione dell'Ambasciatore di Egitto in Italia, Amr Mostafa Kamal Helmy, nell'ambito dell'esame del Documento di consultazione congiunto, predisposto dalla Commissione europea e dall'Alto Rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, sul tema «Verso una nuova politica europea di vicinato» (Join(2015)6).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.15 alle 15.05.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 10 giugno 2015. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Lapo Pistelli.

  La seduta comincia alle 15.05.

Schema di decreto ministeriale concernente «Statuto dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo».
Atto n. 175.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, segnala che la Commissione è chiamata ad esprimere il proprio parere entro il 20 luglio 2015 e che la Commissione Bilancio, assegnataria del provvedimento ai fini dell'espressione dei rilievi sui profili di natura finanziaria, dovrà esprimersi non oltre il 28 giugno 2015.
  Segnala quindi che lo Statuto è previsto dall'articolo 17 della legge n. 125 del 2014, recante Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo, ed ha la funzione di disciplinare in modo complessivo le competenze ed il funzionamento della nuova Agenzia istituita da tale norma.
  Ricorda il lavoro svolto dalla Commissione in occasione dell'esame della sopra citata legge di riforma e di cui la collega Quartapelle Procopio è stata relatrice. Sottolinea che l'adozione dello Statuto costituisce, quindi, l'atto finale del percorso di riforma complessivo della cooperazione allo sviluppo, su cui è già intervenuto il parere del Consiglio di Stato.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, ricorda come la nuova normativa generale ha previsto l'istituzione dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, disciplinata da un apposito Statuto che ne fissa le regole, l'organizzazione ed il funzionamento. Lo Statuto, oggi all'esame della Commissione, sarà definitivamente emanato con regolamento del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
  Sottolinea che la riforma della cooperazione allo sviluppo è stata oggetto di una profonda attenzione da parte della Commissione – come dimostrano gli approfondimenti istruttori dedicati a questo tema – nella consapevolezza, condivisa da tutte le forze parlamentari, che l'avvio di una «Cooperazione italiana 2.0» concorra a qualificare significativamente la collocazione dell'Italia del mondo e nelle organizzazioni internazionali, specialmente in una fase così delicata della situazione geopolitica globale.
  Cambiano i dati di fondo della cooperazione internazionale allo sviluppo e cambiano quindi i temi al centro del dibattito: non è un caso che si stia assistendo ad una importante riorganizzazione della materia e della macchina operativa, nei Paesi Bassi, in Canada, in Pag. 29Australia e Danimarca, per adeguare le policy a temi come quello degli interventi di adattamento al cambiamento climatico e ad approcci come quello del partenariato territoriale a livello internazionale, che stanno sempre più diventando aree d'intervento prioritario per la cooperazione allo sviluppo.
  La nuova Agenzia, sottoposta al potere di indirizzo e di vigilanza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, godrà di una larga capacità di azione, grazie ad una personalità giuridica autonoma, a un proprio bilancio e a una propria organizzazione.
  Spetterà al Ministero il ruolo fondamentale di analisi e programmazione delle politiche e di gestione dei profili diplomatici delle attività di cooperazione allo sviluppo, mentre l'Agenzia è chiamata a svolgere attività a carattere tecnico-operativo connesse alle fasi di istruttoria, formulazione, finanziamento, gestione e controllo delle iniziative di cooperazione.
  Segnala che il provvedimento si articola in sette Capi e ventisette articoli. In estrema sintesi il Capo I (artt. 1-3) illustra i princìpi generali che regolano l'Agenzia, definendone l'ambito di azione e le finalità. Chiarisce altresì la configurazione del rapporto con il MAECI e le modalità con cui il MAECI esercita i propri poteri di indirizzo e vigilanza sull'Agenzia.
  Il Capo Il (artt. 4-9), dedicato all'organizzazione dell'Agenzia, disciplina il sistema e le funzioni degli organi dell'Agenzia, nonché la sua articolazione in uffici, in Italia ed all'estero. In particolare l'articolo 8 si occupa dell'assetto organizzativo dell'Agenzia in Italia: la sede centrale dell'Agenzia è a Roma, mentre l'ordinamento e le funzioni degli uffici in Italia, che si articolano in non più di due strutture dirigenziali di livello generale presso la sede centrale, sono stabiliti dal Direttore nel regolamento di organizzazione dell'Agenzia. L'articolo 9 riguarda le sedi all'estero dell'Agenzia, che possono essere istituite fino al numero di 30: la loro direzione è affidata a personale dirigenziale della terza area del MAECI, ovvero a personale tratto dal ruolo degli esperti precedentemente in servizio presso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo.
  Rileva a tale proposito che l'attuale rete delle unità tecniche di cooperazione allo sviluppo – che ha subìto nel tempo modifiche e che in futuro dovrà essere costantemente adeguata all'evoluzione delle priorità di azione dell'Agenzia e del contesto internazionale – comprende 16 sedi e 2 sezioni distaccate in un totale di 18 Paesi. Nelle sedi all'estero possono essere inviati con criteri determinati dal Comitato congiunto fino a 20 dipendenti tratti dal ruolo degli esperti di cui in precedenza, ovvero da personale delle aree funzionali del MAECI che opti per il trasferimento alle dipendenze dell'Agenzia, o ancora da personale precedentemente in servizio in posizione di comando o fuori ruolo presso la DGCS. È, inoltre, prevista la regolamentazione delle procedure concorsuali di reclutamento del personale locale da utilizzare nelle sedi all'estero. I capi delle sedi all'estero rispondono al Direttore, da cui dipendono gerarchicamente, per l'uso delle risorse e per il raggiungimento degli obiettivi loro assegnati.
  Il Capo III contiene disposizioni in materia di personale e si compone degli articoli 10 e 11. L'articolo 10 riguarda il reclutamento e inquadramento del personale, e prevede la suddivisione del personale dirigenziale e non dirigenziale dell'Agenzia in profili professionali distinti nei settori tecnico-operativo e giuridico-amministrativo. L'inquadramento di personale dipendente da pubbliche amministrazioni nell'organico dell'Agenzia avviene tenendo conto dell'esperienza professionale maturata solo ai fini dell'individuazione del profilo professionale idoneo, ferme restando le disposizioni contrattuali e normative vigenti e l'area e la fascia retributiva di appartenenza. L'articolo 11 riguarda la realizzazione degli interventi di cooperazione all'estero, per i quali l'Agenzia realizza e controlla in loco le iniziative di cooperazione mediante il proprio personale ivi destinato, ovvero l'invio in missione di dipendenti di altre amministrazioni Pag. 30pubbliche o ancora di personale non appartenente alla pubblica amministrazione. È prevista anche la possibilità della stipula di contratti di diritto privato a tempo determinato disciplinati dal diritto locale, per personale da impiegare nelle medesime funzioni.
  Evidenzia che il personale di cui in precedenza dipende ai fini amministrativi e disciplinari dal capo della sede all'estero e non può esercitare altre attività professionali: il Direttore dell'Agenzia può revocare in qualsiasi momento l'avvio o la prosecuzione di una missione per gravi ragioni, anche eventualmente connesse ai rapporti con le autorità locali.
  Il Capo IV (articolo 12-16) contiene disposizioni sul bilancio e sulla gestione degli interventi, illustrando dapprima la struttura e le procedure relative al bilancio dell'Agenzia e le modalità con cui si dispone il trasferimento all'estero delle risorse necessarie alla realizzazione delle iniziative di cooperazione allo sviluppo a funzionari appartenenti all'Agenzia o ad altra amministrazione pubblica (articolo 12). Nel Capo V (artt. 17-19) sono contenute norme relative alla collaborazione con le organizzazioni della società civile e altri soggetti senza finalità di lucro. Il successivo Capo VI (artt. 20-22) è dedicato all'adozione di un Codice di comportamento dell'Agenzia, alla valutazione delle iniziative di cooperazione e ai controlli interni sull'attività dell'Agenzia stessa.
  Chiude il provvedimento il Capo VII (articolo 23-27), che riporta le disposizioni transitorie e finali utili a disciplinare la fase di transizione dall'attuale sistema di cooperazione, disciplinato dalla legge n. 49 del 1987, al nuovo, introdotto dalla legge n. 125 del 2014.
  Segnala che la relazione tecnico-finanziaria per la quantificazione degli oneri del provvedimento evidenzia come non vi siano nuovi oneri per la finanza pubblica, in quanto le nuove strutture previste con l'entrata in funzione dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo avranno sedi e risorse derivanti dal precedente assetto, e lo stesso vale per il personale chiamato a far parte dei ranghi dell'Agenzia nelle sue varie articolazioni.
  Il documento ricorda altresì, con riferimento all'articolo 9 dello schema di regolamento, le unità di personale previste per il reclutamento nelle sedi all'estero in base all'articolo 19, comma 6, della legge n. 125 del 2014 restino soggette all'espressa esclusione, ivi contenuta, dell'applicazione dell'articolo 160 del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967 – scongiurando pertanto ogni possibilità che in caso di chiusura o soppressione di una sede all'estero dell'Agenzia il relativo personale assunto localmente possa essere riassunto presso un'altra sede dell'Agenzia o altro ufficio dell'amministrazione pubblica in Italia o all'estero. A tal fine i contratti a tempo indeterminato stipulati dall'agenzia con il personale a contratto locale dovranno contenere una clausola risolutiva espressa in caso di chiusura o soppressione della sede. Analogo discorso vale per la soppressione dell'Istituto agronomico per l'Oltremare, cui l'Agenzia subentrerà a tutti gli effetti utilizzandone anche qui parzialmente le risorse.
  Tutto ciò premesso, ritiene particolarmente significativi i rilievi mossi nel parere della Sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato, che evidenziano alcune potenziali problematicità della normativa in discussione e che verranno adeguatamente tenuti in conto nella formulazione del parere: la necessità di meglio precisare le forme della partecipazione e del dialogo strutturato dell'Agenzia con la società civile e con il sistema complessivo della cooperazione allo sviluppo; la possibile attenuazione delle funzioni di vigilanza del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale nei confronti dell'Agenzia che parrebbe configurarsi con la stipula della convenzione tra i due soggetti; il rischio di eccesso di potere che rappresenterebbe l'attribuzione al Direttore dell'Agenzia della nomina dei componenti del Comitato direttivo; la necessaria limitazione della facoltà del Comitato direttivo di esprimere Pag. 31autonomamente pareri sulle proposte di modifica dello Statuto e dei regolamenti di organizzazione di contabilità; l'ulteriore specificazione a ciò che l'istituzione delle sedi all'estero escluda in modo assoluto aggravi di bilancio.
  Sottolinea, infine, in primo luogo l'opportunità di dare rapidamente attuazione alla previsione di un codice etico in conformità con quello del MAECI (articolo 17, comma 10 della legge n. 125) che contribuirà ad orientare l'approccio operativo nella giusta direzione; così pure la maggiore snellezza procedurale, favorita anche dal venir meno del controllo della Ragioneria, che comporterà ovviamente la necessità di assoluta attenzione a prevenire rischi di abusi e usi impropri che maglie più larghe di controllo possono permettere, potrà rendere più efficiente e rapida la macchina amministrativa.
  Al di là della dimensione normativa, evidenzia come il successo dell'Agenzia dipenderà soprattutto dalla professionalizzazione del personale: a questo proposito dobbiamo essere consapevoli del fatto che soluzioni in piena continuità col passato di re-inquadramento nella nuova struttura delle risorse umane oggi impiegate a norma della legge n. 49 del 1987 non saranno sufficienti; allo stesso modo ipotesi generiche di «rottamazione» e di ringiovanimento del personale sarebbero in sé insufficienti oltre che difficilmente praticabili.
  Restano, inoltre, altri profili specifici che il Parlamento dovrà monitorare con attenzione per interpretare autenticamente e attuare compiutamente lo spirito della nuova normativa. Si riferisce, ad esempio, alla messa a sistema di un approccio innovativo – se possibile in partenariato coi Paesi partner beneficiari dei flussi di cooperazione allo sviluppo e con altri donatori bilaterali e del sistema delle Nazioni Unite –, al tema strategico della valutazione d'impatto e quindi anche la correlata costruzione di sistemi di rilevazione di informazioni e dati sugli interventi e le politiche che il MAECI, avvalendosi anche di valutatori indipendenti esterni (articolo 20, comma 2), dovrà coordinare strategicamente e «imporre» come prassi all'Agenzia.
  Allo stesso modo sarà importante l'effettivo funzionamento del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo, con riferimento ai criteri di rappresentatività, rotazione dei membri, peso delle diverse istanze presenti, modalità di convocazione ed espletamento delle funzioni e significato che si vorrà dare al comma 2 dell'articolo 16, secondo cui il Comitato esprimerà pareri sull'efficacia e la valutazione delle forme di intervento.
  Un ultimo punto chiave relativo alle sfide da affrontare su cui occorre richiamare in modo particolare l'attenzione è un tema che interroga oggi tutte le politiche bilaterali di cooperazione allo sviluppo, ovvero il coinvolgimento attivo e qualificato dei soggetti profit. La cooperazione allo sviluppo è infatti definita come «parte integrante e qualificante della politica estera dell'Italia» (articolo 1, comma 1), il che obbliga a ricercare il maggior grado possibile di coerenza e unitarietà con gli altri ambiti e dimensioni della politica estera. Il tema cruciale della valorizzazione del contributo dei soggetti profit e le conseguenti nuove opportunità per l'internazionalizzazione economica derivanti dalla riforma della legge italiana per la cooperazione allo sviluppo, si iscrive all'interno di un quadro più ampio di quello italiano, di cui è importante tener conto e che rimanda a recenti Comunicazioni della Commissione europea sul ruolo del settore privato nella cooperazione allo sviluppo (maggio 2014), Linee guida dell'OCSE, Principi guida su Imprese e diritti umani adottati dalle Nazioni Unite nel 2011.
  Tra le questioni di fondo da tematizzare segnala, infine, l'importanza di stabilire una netta distinzione fra Direzione generale del Ministero, investita di compiti prettamente politici, e nuova Agenzia, che svolgerà invece funzioni esclusivamente amministrative.
  Conclusivamente, preannuncia la presentazione di una proposta di parere in occasione di una prossima seduta segnalando Pag. 32fin da ora piena disponibilità al confronto e al dialogo con tutte le forze politiche presenti in Commissione, anche in sinergia con il Senato, al fine di pervenire ad un parere che contribuisca all'obiettivo di un'attuazione rapida e consistente della legge di riforma della cooperazione allo sviluppo.

  Il viceministro Lapo PISTELLI annuncia di volersi esprimere con brevità, perché la funzione del Governo nella fase presente è semmai quella di recepire il punto di vista delle Commissioni parlamentari.
  Formula l'auspicio affinché la Commissione esprima il proprio parere in tempi brevi giacché urge la pubblicazione dello Statuto, momento a partire del quale potranno essere svolti gli ulteriori adempimenti necessari all'entrata in funzione della nuova Agenzia, incluso il codice etico richiamato dalla relatrice. In particolare, esprime l'auspicio che l'avvio delle sue attività possa coincidere con la fine dell'anno, per cui si rende essenziale la pubblicazione dell'atto in discussione sulla Gazzetta Ufficiale per il mese di luglio considerato il necessario passaggio del provvedimento presso la Corte dei Conti.
  Ricorda inoltre come la «terza colonna» dell'impianto previsto dalla legge n. 125 del 2014, la cosiddetta «Banca per lo sviluppo», sia in una fase già assai avanzata, come si stia procedendo al reclutamento del personale e come tutti i soggetti chiamati a giocare un ruolo nella fase attuativa si siano positivamente attivati. Segnala inoltre che il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, alla luce degli esiti del Consiglio europeo «affari esteri» del 26 maggio scorso, dedicato ai temi dello sviluppo, ha annunciato la propria intenzione di partecipare alla Terza Conferenza internazionale sul finanziamento allo sviluppo che si terrà ad Addis Abeba nel mese di luglio, in cui si inizierà a riscrivere la «grammatica esterna» della cooperazione italiana.
  Annuncia, infine, che domani è previsto l'insediamento del Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (CICS): a dimostrazione dell'attenzione con cui si sta procedendo agli adempimenti previsti dalla nuova legge di riforma.

  Maria Edera SPADONI (M5S), segnalando la forte attenzione da parte del suo gruppo sul provvedimento in titolo, sottolinea alcune problematicità presenti nel suo impianto.
  In particolare, all'articolo 12 richiede che, in occasione dell'approvazione del bilancio annuale della nuova Agenzia, sia previsto l'obbligo di fornire in visione alle Commissioni competenti il documento. All'articolo 22, che disciplina i controlli interni previsti dal decreto n. 286 del 1999 anche in tema di personale, ritiene auspicabile che venga resa consultabile la banca dati. Si tratta di una questione di trasparenza e che consente di prendere contezza degli opportuni indicatori di efficienza ed efficacia. Per quanto riguarda la procedura di reclutamento del direttore, prevista dall'articolo 5, sottolinea la necessità che sia meglio precisata la composizione della commissione al fine di scongiurare che vi siedano esclusivamente elementi interni all'Agenzia. All'articolo 10, comma 2, evidenzia come debba essere specificato con maggiore chiarezza qual è il soggetto preposto alle procedure di selezione, se sia il direttore o il comitato direttivo.
  Venendo poi al parere espresso dal Consiglio di Stato, rileva come debba essere prestato ad esso la necessaria attenzione. In particolare, sottolinea come risulti effettivamente opportuno che il Comitato direttivo esprima un parere sulle proposte di modifica dello Statuto esclusivamente su richiesta del Ministro; mentre considera la richiesta di riservare la nomina dei membri di tale comitato al Ministro suscettibile di ridurre in modo significativo l'autonomia delle nuova struttura.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.30.

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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 10 giugno 2015. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Lapo Pistelli.

  La seduta comincia alle 15.30.

Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla riduzione dei casi di apolidia, fatta a New York il 30 agosto 1961.
C. 2802 Governo.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 6 maggio scorso.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che è pervenuto il parere favorevole della Commissione Affari costituzionali mentre la Commissione Bilancio ha espresso parere favorevole con una condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione. Segnala che di conseguenza il relatore, onorevole Chaouki, ha predisposto un emendamento di recepimento della stessa (vedi allegato 1).

  Il Viceministro Lapo PISTELLI esprime parere favorevole sull'emendamento 3.1 del relatore.

  La Commissione approva quindi l'emendamento 3.1 del relatore.
  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Chaouki, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2014.
C. 3053 Governo.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 20 maggio scorso.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Difesa, Finanze, Cultura, Ambiente, Trasporti, Attività produttive, Lavoro, Agricoltura, Politiche dell'Unione europea e Commissione per le questioni regionali. La Commissione Affari sociali non ha invece espresso parere e la Commissione Bilancio ha espresso parere favorevole con una condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione. Segnala che di conseguenza il relatore, onorevole Alli, ha predisposto un emendamento di recepimento della stessa (vedi allegato 2).

  Il Viceministro Lapo PISTELLI esprime parere favorevole sull'emendamento 3.1 del relatore.

  La Commissione approva quindi l'emendamento 3.1 del relatore.
  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Alli, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 15.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 10 giugno 2015.

  L'ufficio di presidenza è stato svolto dalle 15.35 alle 15.45.

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