CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 9 giugno 2015
459.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 10 GIUGNO 2015

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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 9 giugno 2015. — Presidenza del presidente Luca SANI.

  La seduta comincia alle 10.20.

Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.
C. 3098 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio)

  La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S e il gruppo del PD hanno chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Massimo FIORIO (PD), relatore, rileva che il disegno di legge recante deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche (C. 3098), già approvato dal Senato, ed attualmente all'esame della I Commissione Affari costituzionali, contiene una serie di disposizioni che direttamente o indirettamente, in quanto riguardanti tutta la pubblica amministrazione e quindi anche quella che fa riferimento al dicastero agricolo, interessano direttamente le competenze della XIII Commissione Agricoltura.
  Segnala che l'articolo 1 reca una delega al Governo in materia di erogazione di servizi da parte delle pubbliche amministrazioni per l'emanazione di uno o più decreti legislativi con la finalità di garantire: Pag. 217il diritto di accesso dei cittadini e delle imprese ai dati, documenti e servizi di loro interesse in modalità digitale; la semplificazione dell'accesso ai servizi alla persona, riducendo la necessità di accesso fisico agli uffici pubblici. L'articolo 2 reca una delega al Governo per il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi, da esercitarsi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge. L'articolo 3 disciplina una particolare ipotesi di silenzio-assenso tra amministrazioni pubbliche nell'ambito dei procedimenti volti all'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi. L'articolo 4 reca una delega al Governo per la precisa individuazione dei procedimenti volti all'emanazione di atti di autorizzazione, concessione o permesso comunque denominati, distinguendoli sulla base degli atti necessari per la formazione o sostituzione del provvedimento, e per l'introduzione di una disciplina generale delle attività non assoggettate ad autorizzazione preventiva espressa. L'articolo 5, interamente riformulato nel corso dell'esame al Senato, introduce alcune modifiche ai poteri di autotutela delle pubbliche amministrazioni, disciplinati dalla legge n. 241 del 1990. L'articolo 6, comma 1, reca una delega al Governo in materia di prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni, relativi rispettivamente alla trasparenza degli atti e delle informazioni delle pubbliche amministrazioni (decreto legislativo n. 33 del 2013) e alla inconferibilità e incompatibilità di determinati incarichi presso le pubbliche amministrazioni (decreto legislativo n. 39 del 2013). L'articolo 7 delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per la riorganizzazione dell'amministrazione statale, mediante modifiche alla disciplina della Presidenza del Consiglio dei ministri, dei Ministeri, delle agenzie governative e degli enti pubblici non economici nazionali (comma 1).
  Evidenzia, inoltre, che tra i criteri di delega è previsto il riordino delle funzioni di polizia di tutela dell'ambiente, del territorio e del mare, nonché il riordino delle funzioni nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, che, in base alla formulazione del testo, è conseguente alla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato, con l'eventuale assorbimento del medesimo in altra Forza di polizia. La norma richiede comunque la garanzia degli attuali livelli di presidio dell'ambiente, del territorio e del mare, della sicurezza agroalimentare e la salvaguardia delle professionalità esistenti, delle specialità e dell'unitarietà delle funzioni attribuite.
  Ricorda, quindi, che il Corpo forestale dello Stato è Forza di polizia dello Stato ad ordinamento civile specializzata nella difesa del patrimonio agroforestale italiano e nella tutela dell'ambiente, del paesaggio e dell'ecosistema e concorre nell'espletamento di servizi di ordine e sicurezza pubblica, ai sensi della legge n. 121 del 1981, nonché nel controllo del territorio, con particolare riferimento alle aree rurali e montane. Il Corpo forestale dello Stato svolge attività di polizia giudiziaria e vigila sul rispetto della normativa nazionale e internazionale concernente la salvaguardia delle risorse agroambientali, forestali e paesaggistiche e la tutela del patrimonio naturalistico nazionale, nonché la sicurezza agroalimentare, prevenendo e reprimendo i reati connessi. È altresì struttura operativa nazionale di protezione civile. Le attività operative del Corpo forestale ricevono implementazione anche ai sensi di normative specifiche per far fronte a determinate tipologie di emergenze, come, per esempio, è il caso del comandante del Corpo forestale dello Stato della regione Puglia, nominato commissario delegato per l'attuazione degli interventi di emergenza conseguenti alla dichiarazione dello stato di emergenza, che il Governo ha deliberato, il 10 febbraio scorso, in Puglia, per la Xylella fastidiosa, o il ruolo svolto dal Corpo per ciò che attiene agli interventi sulla cosiddetta «Terra dei fuochi» (decreto-legge n. 136 del 2013) consistente nel coordinare il gruppo di lavoro di esaminare e valutare i dati relativi ai terreni oggetto di indagine.
  Osserva, poi, che le competenze istituzionali del Corpo forestale dello Stato Pag. 218sono varie e consistono nell'esercizio delle attività in materia di: prevenzione e repressione dei reati ambientali; tutela dell'ambiente e salvaguardia della biodiversità, anche attraverso la gestione e valorizzazione delle riserve naturali ad esso affidate; applicazione della Convenzione di Washington per la protezione delle specie di flora e fauna in via di estinzione, mediante il servizio CITES del Corpo; controllo del territorio con particolare riferimento al territorio rurale e montano; lotta agli incendi boschivi, per gli aspetti di competenza, anche in convenzione con le regioni; sicurezza in montagna; convenzioni internazionali in materia ambientale; aggiornamento dell'Inventario forestale nazionale e monitoraggio ambientale anche in relazione alla prevenzione del dissesto idrogeologico. Il Corpo forestale dello Stato realizza, inoltre, le azioni di prevenzione e repressione degli illeciti in materia agroambientale anche con l'integrazione di personale nelle Sezioni di polizia giudiziaria ex legge 3 febbraio 2011, n. 4.
  Rileva, inoltre, che, tenuto conto delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 15 novembre 2012 n. 218, in materia di modifica del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, il Corpo forestale dello Stato, in coordinamento con i dicasteri competenti, assicura tra l'altro il supporto alla DIA per le esigenze di collegamento con le strutture di appartenenza e di quelle connesse al contrasto delle attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (articolo 11, comma 14-bis, decreto-legge n. 101 del 2013). A bilancio statale, il Corpo forestale dello Stato costituisce un autonomo centro di responsabilità (CDR) dello stato di previsione della spesa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e assume un peso considerevole nell'ambito del Dicastero agricolo: il CDR Corpo forestale assorbe nell'anno 2015, il 38,8 per cento degli stanziamenti Mipaaf.
  Precisa che la dotazione di spesa del Corpo, nel corso dell'ultimo quadriennio, si è andata via via riducendo (-18,2 per cento tra il 2011 ed il 2015), anche per quanto attiene alle spese di funzionamento (-16,9 per cento tra il 2011 ed il 2015), e, all'interno di queste, di personale (-10,2 per cento tra il 2011 ed il 2015). In particolare, per ciò che attiene alle risorse umane assegnate al Corpo forestale, si è passati da 7.861 unità di personale al 31 dicembre 2012 a 7.699 unità di personale nel 20131 (dati della Relazione sull'attività delle Forze di polizia, sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata presentata al Parlamento il 25 febbraio 2015, relativa all'anno 2013) a 7.693 unità per il 2015 (dati da Direttiva del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 23 gennaio 2015 che contiene gli indirizzi generali sull'attività amministrativa e sulla gestione per il 2015). Gli stanziamenti di spesa per redditi da lavoro dipendente, parte preponderante della spesa di funzionamento, assumono dunque un profilo decrescente, passando da 492,7 milioni nel 2011 a 442,4 milioni nel 2015. Ciò si evince dall'analisi della Corte dei Conti nella Relazione al Rendiconto 2013 sui dati di consuntivo 2010-2013, che evidenziano un profilo decrescente anche per i consumi intermedi, e dalle recenti informazioni ricevute dal Ministero dell'economia e delle finanze sugli anni 2014 e 2015. In particolare, secondo le informazioni avute dal MEF-RGS, a bilancio 2014 (stanziamenti di spesa definitivi non ancora parificati dalla Corte dei Conti) le risorse destinate alle spese di personale sono pari a 428,5 milioni di euro nel 2014 e a bilancio di previsione 2015 sarebbero pari a 442,4 milioni di euro.

  1 Secondo la citata relazione, il Corpo Forestale alla data del 31 dicembre 2013, presentava una forza effettiva complessiva di 7.699 unità di personale distinti in: 454 unità di personale appartenente al ruolo direttivo dei funzionari e dei dirigenti; 6.519 unità di personale appartenente al ruolo degli ispettori, sovrintendenti, assistenti ed agenti; 726 unità di personale appartenente al ruolo dei periti, revisori, collaboratori ed operatori. Pag. 219
  Ricorda che, in riferimento alle attività svolte dal Corpo, il Capo del Corpo forestale dello Stato è stato ascoltato in audizione presso la XIII Commissione della Camera il 1o Ottobre 2014, in occasione della discussione sulla risoluzione a sua prima firma 7-00207, ancora in corso, sulla necessità di razionalizzare il sistema dei controlli agroalimentari. In quella sede ha osservato che le interazioni tra il Corpo forestale dello Stato e l'ICRQF (il cui personale, seppur con differenziazioni, riveste qualifiche di polizia giudiziaria) nel settore agroalimentare (tutela dei prodotti DOP, IGP e STG, controlli nel settore dei prodotti dell'agricoltura biologica, prevenzione del rischio di encefalopatia spongiforme bovina, prodotti e piante geneticamente modificati) e sul settore dei finanziamenti comunitari in agricoltura.
  Rileva, quindi, che il comma 4, introdotto nel corso dell'esame al Senato, contiene una clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano, nelle quali restano ferme tutte le attribuzioni spettanti ai rispettivi Corpi forestali regionali e provinciali ad oggi esercitate, anche con riferimento alle funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria secondo la disciplina vigente in materia, nonché quelle attribuite ai Presidenti delle regioni e delle province in materia di funzioni prefettizie, in conformità a quanto disposto dagli Statuti speciali e dalle relative norme di attuazione. Precisa che la clausola di salvaguardia ha un duplice oggetto. In primo luogo, i Corpi forestali regionali e provinciali: ciò in quanto alle regioni a statuto speciale ed alle province autonome di Trento e di Bolzano sono state attribuite, con norma statutaria, tutte le funzioni in materia di foreste e di corpo forestale. In questi ambiti esse hanno competenza legislativa “esclusiva”, vale a dire «in armonia con la Costituzione, con i principi generali dell'ordinamento giuridico della Repubblica, con le norme fondamentali delle riforme economico-sociali e con gli obblighi internazionali dello Stato, nonché nel rispetto degli interessi nazionali e di quelli delle altre Regioni». Ciascuna regione e provincia autonoma ha quindi istituito un corpo forestale regionale (o provinciale) e ne ha disciplinato l'organizzazione e i compiti (analoghi a quelli svolti dal Corpo forestale dello Stato nelle restanti regioni). Quanto al personale, esso è inquadrato nei ruoli regionali, secondo la specifica disciplina; ai componenti del Corpo forestale è attribuita la qualifica di ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, in quanto incaricati dell'accertamento dei reati previsti dalle leggi forestali.
  Osserva, poi, che l'articolo 8 prevede una delega legislativa per la riforma dell'organizzazione, delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, anche mediante la modifica e riordino delle disposizioni legislative che attualmente regolano la materia. Al riguardo, il comma 1 individua i principi e criteri direttivi per l'adozione, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del disegno di legge in esame, di un decreto legislativo da parte del Governo.
  Segnala che nel corso dell'esame in Senato sono state apportate rilevanti modifiche al testo originario del disegno di legge. In particolare con riguardo al sistema di finanziamento, quest'ultimo eliminava il contributo obbligatorio delle imprese. Invece, il testo licenziato dal Senato reca una delega (comma 1, lettera a)) alla «determinazione» del diritto annuale a carico delle imprese (tenuto conto della sua riduzione, disposta dall'articolo 28 del decreto-legge n. 90 del 2014). fa presente che le modifiche intervenute in sede di esame al Senato recano alcune altre significative variazioni, rispetto al testo originario del disegno di legge. In particolare: 1) nel trattare di ridefinizione delle circoscrizioni territoriali (comma 1, lettera b)), si individua un puntuale numero massimo (60, rispetto alle attuali 105) e una puntuale soglia dimensionale minima (80.000 imprese e unità locali iscritte o annotate nel registro delle imprese: è numero doppio rispetto a quello di 40.000 che compare quale parametro in talune disposizioni vigenti), ponendo al Pag. 220contempo il criterio di almeno una camera di commercio in ogni regione – con possibilità altresì di istituire una camera di commercio in ogni provincia autonoma e Città metropolitana. Si prevede inoltre che il legislatore delegato tenga conto delle «specificità geo-economiche» dei territori, nonché definisca le condizioni in presenza delle quali possano essere istituite le unioni regionali o interregionali; 2) con riguardo ai compiti e alle funzioni non è più prevista (comma 1, lettera c)) la «riduzione» (presente nel testo originario del disegno di legge), ma la «ridefinizione» di compiti e funzioni e non è più specificato (a differenza del testo originario) che la limitazione e l'individuazione degli ambiti di attività camerali sia «tassativa». Si prevede inoltre l'attribuzione al sistema camerale di specifiche competenze, anche delegate dallo Stato e dalle regioni. Sotto il profilo della limitazione alle partecipazioni societarie, essa è intesa come limitazione a quelle «necessarie per lo svolgimento delle funzioni istituzionali», laddove il disegno di legge originario prevedeva la limitazione «alle sole» funzioni istituzionali; 3) con riguardo ai compiti e alle funzioni non è più prevista (comma 1, lettera c)) la «riduzione» (presente nel testo originario del disegno di legge), ma la «ridefinizione» di compiti e funzioni e non è più specificato (a differenza del testo originario) che la limitazione e l'individuazione degli ambiti di attività camerali sia «tassativa». Si prevede inoltre l'attribuzione al sistema camerale di specifiche competenze, anche delegate dallo Stato e dalle regioni. Sotto il profilo della limitazione alle partecipazioni societarie, essa è intesa come limitazione a quelle «necessarie per lo svolgimento delle funzioni istituzionali», laddove il disegno di legge originario prevedeva la limitazione «alle sole» funzioni istituzionali; 4) si introduce la previsione (comma 1, lettera e)), assente nel disegno di legge originario, che il ministero dello sviluppo economico (sentita Unioncamere) definisca standard nazionali di qualità delle prestazioni camerali, in relazione a ciascuna funzione fondamentale, ai relativi servizi, ad un sistema di monitoraggio; 5) si specifica (comma 1, lettera f)) che la riduzione del numero di componenti dei consigli e delle giunte camerali si ponga entro un riordino della relativa disciplina, tale da incidere altresì sui criteri di elezione (onde assicurare una «adeguata» consultazione delle imprese) e sul limite ai mandati; ulteriore criterio direttivo consiste nel riordino della disciplina dei compensi dei relativi organi, prevedendo la gratuità degli incarichi diversi da quelli nei collegi dei revisori dei conti, nonché nella definizione di limiti al trattamento economico dei vertici amministrativi delle camere di commercio e delle aziende speciali;
  Rileva, inoltre, che la disciplina transitoria (comma 1, lettera g)) dovrà assicurare la sostenibilità finanziaria e il mantenimento dei livelli occupazionali2, nonché contemplare poteri sostitutivi per garantire la completa attuazione del processo di riforma. Rispetto al testo del disegno di legge originario si includono nella disciplina transitoria che assicuri la sostenibilità finanziaria, i progetti in corso per la promozione dell'attività economica all'estero.
  Osserva, quindi, che l'articolo 9 reca una delega al Governo per la revisione della disciplina in materia di dirigenza pubblica e di valutazione dei rendimenti dei pubblici uffici, da adottare entro 12 mesi, sulla base dei principi e criteri direttivi ivi indicati. L'articolo 10, introdotto durante l'esame al Senato, detta i princìpi e i criteri direttivi di delega al

  2 La normativa vigente prevede che il rapporto di lavoro dei dipendenti sia regolato da contratti collettivi sottoscritti dall'ente con le organizzazioni sindacali nazionali maggiormente rappresentative. Il Ministro dell'economia e il Dipartimento per la funzione pubblica controllano preventivamente e successivamente che le ipotesi di contratto siano compatibili con i vincoli di finanza pubblica. Il rapporto di lavoro dei dirigenti è disciplinato dal contratto collettivo dei dirigenti del terziario.Pag. 221
Governo per l'adozione di uno o più decreti legislativi per favorire e semplificare le attività degli enti pubblici di ricerca (di seguito EPR), anche considerando l'autonomia e la terzietà di cui godono questi enti (comma 1). L'articolo 11 contiene disposizioni volte a favorire e promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche, demandando ad una direttiva del Presidente del consiglio la definizione degli indirizzi per la loro attuazione. L'articolo 12 contiene i principi e criteri comuni per l'adozione di tre testi unici nei seguenti settori: lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e connessi profili di organizzazione amministrativa; partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche; servizi pubblici locali di interesse economico generale. I principi e criteri specifici delle tre deleghe sono contenuti – rispettivamente – negli articoli 13, 14 e 15. L'articolo 13 individua i principi e criteri direttivi (che si aggiungono a quelli individuati nel precedente articolo 11) cui debbono uniformarsi i decreti attuativi della delega sul riordino e la semplificazione della disciplina in materia di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e dei connessi profili di organizzazione amministrativa (decreti da adottare, sentito il parere delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, entro 12 mesi dalla scadenza della delega prevista per la dirigenza pubblica, alla cui scheda si rimanda). L'articolo 14 reca gli specifici criteri di delega per il riordino della disciplina delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche. Tali criteri sono integrati dai criteri generali per l'esercizio della delega – criteri comuni alle tre deleghe recate dagli articoli da 13 a 15 – indicati nell'articolo 12. L'articolo 15 reca una delega legislativa al Governo per il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali d'interesse economico generale. Precisa che l'esercizio della delega legislativa in esame, da attuare sulla base dei principi e criteri generali indicati all'articolo. 12, è volta, altresì, alla previsione: dell'attribuzione ai comuni ed alle città metropolitane, quale funzione fondamentale, delle attività di interesse generale, il cui svolgimento è necessario per assicurare la soddisfazione dei bisogni della comunità locali a condizioni di accessibilità e di massima qualità e sicurezza (lettera a)); di criteri per l'attribuzione di diritti speciali o esclusivi, in base ai princìpi di concorrenza, adeguatezza, sussidiarietà, anche orizzontale, e proporzionalità, la soppressione di regimi di esclusiva non conformi alle nome sulla concorrenza e l'individuazione delle modalità di gestione del servizio nei casi in cui non sussistano i presupposti della concorrenza nel mercato (lettere b), c) ed e)); di una disciplina generale in materia di organizzazione e gestione dei servizi di interesse economico generale di ambito locale, con particolare riguardo al servizio idrico (lettera b)); di criteri per l'organizzazione territoriale ottimale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica (lettera d)) nonché meccanismi di premialità o di riequilibrio economico-finanziario nei rapporti con i gestori per gli enti locali che favoriscono l'aggregazione delle attività e delle gestioni secondo criteri di economicità ed efficienza, ovvero l'eliminazione del controllo pubblico (lettera f)) e di una revisione della disciplina dei regimi di proprietà e gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni, nonché di cessione dei beni in caso di subentro (lettera m)); di criteri per la definizione dei regimi tariffari che tengano conto degli incrementi di produttività al fine di ridurre l'aggravio sui cittadini e sulle imprese e – modalità di tutela degli utenti dei servizi pubblici locali, inclusi strumenti di tutela non giurisdizionale e forme di consultazione e partecipazione diretta (lettere g), h), o)); della revisione delle discipline settoriali ai fini del coordinamento con la disciplina generale (lettera i)); della distinzione tra le funzioni di regolazione e le funzioni di gestione dei servizi (lettera l)) e dell'attribuzione dei poteri di regolazione e controllo tra i diversi livelli di governo e le autorità indipendenti (lettera n)); di una disciplina transitoria per l'adeguamento degli attuali regimi alla nuova disciplina e la definizione del regime delle sanzioni e degli interventi sostitutivi (lettere p) e q)); di una revisione delle discipline settoriali ai fini del loro coordinamento con la disciplina generale Pag. 222nonché un'armonizzazione relativamente alla disciplina giuridica dei rapporti di lavoro (lettera r)). L'articolo 16 delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi finalizzati ad abrogare o modificare «disposizioni legislative, entrate in vigore dopo il 31 dicembre 2011, che prevedono provvedimenti non legislativi di attuazione».
  Si riserva, infine, di formulare una proposta di parere al termine del dibattito.

  Massimiliano BERNINI (M5S), dopo aver stigmatizzato la previsione di un eventuale assorbimento del Corpo forestale dello Stato in altra Forza di polizia, che ne comporterebbe una militarizzazione, auspica che la Commissione possa avviare un breve ciclo di audizioni delle parti sociali coinvolte da tale riordino delle funzioni nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare.

  Luca SANI, presidente, fa presente che è possibile acquisire la documentazione relativa all'audizione, presso la Commissione Affari costituzionali, del capo del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone, svolta lo scorso 19 maggio.

  Susanna CENNI (PD) ritiene che la Commissione di merito debba svolgere ulteriori approfondimenti sull'articolo 7 del provvedimento, che delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per la riorganizzazione dell'amministrazione statale. Dopo aver ricordato l'audizione del Capo del Corpo forestale dello Stato, svolta presso la XIII Commissione in occasione della discussione sulla risoluzione Fiorio 7-00207, in tema di razionalizzazione del sistema dei controlli agroalimentari, si sofferma sulla necessità di specificare come, nell'ambito del riordino delle funzioni nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, saranno garantiti gli attuali livelli di sicurezza agroalimentare e salvaguardate la specificità del settore e l'unitarietà delle funzioni attribuite.

  Loredana LUPO (M5S) ritiene che il ruolo e le prerogative della Commissione risultino sviliti dal conferimento dell'ennesima delega al Governo che, concernendo il riordino delle funzioni nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, investe direttamente i singoli cittadini.

  Massimo FIORIO (PD), relatore, ritenendo opportuna e ragionevole un'adeguata e approfondita riflessione sulla necessità di preservare le peculiarità delle funzioni svolte dal Corpo forestale dello Stato, propone di rinviare l'esame del provvedimento alla settimana prossima.

  Luca SANI, presidente, dopo aver ricordato che alle 15 scade il termine entro il quale ciascun deputato può presentare emendamenti presso la Commissione di merito, condivide la proposta, testé formulata dal relatore, di rinviare il seguito del dibattito alla prossima settimana, al fine di svolgere le opportune riflessioni al riguardo. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.40.

SEDE REFERENTE

  Martedì 9 giugno 2015 — Presidenza del presidente Luca SANI. – Interviene il viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Andrea Olivero.

  La seduta comincia alle 10.40.

D.L. n. 51/2015: Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali.
C. 3104 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta di ieri.

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  Luca SANI, presidente e relatore, comunica che il gruppo M5S e il gruppo del PD hanno chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Dopo aver illustrato i suoi emendamenti 1.100, 5.101 e 6.100, che sono in distribuzione (vedi allegato 1), segnala che sono in corso di valutazione ulteriori proposte emendative concernenti questioni ritenute urgenti e non differibili. Propone quindi di fissare il termine per la presentazione di subemendamenti ai suoi emendamenti 1.100, 5.101 e 6.100 per le 11.45 della giornata odierna.

  La Commissione concorda.

  Luca SANI, presidente e relatore, rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta già prevista per le ore 12.

  La seduta termina alle 10.50.

SEDE REFERENTE

  Martedì 9 giugno 2015. — Presidenza del presidente Luca SANI. — Interviene il viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Andrea Olivero.

  La seduta comincia alle 12.35.

D.L. n. 51/2015: Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali.
C. 3104 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta antimeridiana.

  Luca SANI, presidente e relatore, dà conto dei subemendamenti presentati ai suoi emendamenti 1.100, 5.101 e 6.100 (vedi allegato 2) e sospende la seduta, che riprenderà alle ore 13.

  La seduta, sospesa alle 12.40, è ripresa alle 13.10.

  Luca SANI, presidente e relatore, illustra il suo emendamento 1.101 (vedi allegato 1) e propone di fissare il termine per la presentazione di subemendamenti al suo emendamento 1.101 per le 14.15 della giornata odierna.

  La seduta, sospesa alle 13.15, è ripresa alle 14.

  Luca SANI, presidente e relatore, propone di iniziare l'esame dell'articolo 2 e delle relative proposte emendative. Invita quindi al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, dell'emendamento Taricco 2.21, nonché degli identici emendamenti Franco Bordo 2.1, Carra 2.2 e Taricco 2.16, degli identici emendamenti Guidesi 2.15 e Taricco 2.22, degli emendamenti Guidesi 2.14, Gallinella 2.13. Esprime, quindi, parere favorevole sull'emendamento Cova 2.20, mentre invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli emendamenti Cova 2.19, 2.18 e 2.17, che risulterebbero preclusi dall'approvazione dell'emendamento Cova 2.20. Formula un invito al ritiro, inoltre, degli emendamenti Squeri 2.10, Cova 2.24 e 2.23, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Oliverio 2.27. Invita poi al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli emendamenti Schullian 2.6 e 2.5, nonché dell'emendamento Zanin 2.4. Invita poi al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli emendamenti Schullian 2.7, Squeri 2.11, Cova 2.25, Schullian 2.8, Cova 2.26, Schullian 2.9, nonché degli identici emendamenti Pagano 2.3 e Riccardo Gallo 2.12.

  Il Viceministro Andrea OLIVERO esprime parere conforme a quello del relatore.

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  Mino TARICCO (PD) considera una grave forma di «accanimento terapeutico» la scelta del Governo di non accogliere i suoi emendamenti, volti a estendere il più possibile, nell'ultimo periodo di applicazione del regime di contingentamento della produzione del latte, la platea delle aziende destinatarie della compensazione. Accede comunque all'invito al ritiro dei suoi emendamenti formulato dal relatore.

  Gian Pietro DAL MORO (PD) condivide le osservazioni testé svolte dall'onorevole Taricco e ritira le proposte emendative a sua firma sulle quali il relatore e il Governo hanno formulato un invito al ritiro.

  Paolo COVA (PD) osserva che, attualmente, la campagna lattiero casearia dovrebbe comportare uno splafonamento di 25 mila tonnellate mentre secondo i dati SIAN si tratterebbe di 721 mila tonnellate. La quota che verrebbe compensata sarebbe pari dunque a 635 mila tonnellate, pari al 6,6 per cento, con un residuo dello 0,6 per cento che non verrebbe compensato.

  Il Viceministro Andrea OLIVERO illustra la ratio del parere favorevole sull'emendamento Cova 2.20, chiarendo che il mantenimento della percentuale minima al 6 per cento è funzionale a garantire l'equità. Si dichiara comunque disponibile a svolgere un'ulteriore riflessione al riguardo.

  Luca SANI, presidente e relatore, alla luce della necessità di svolgere ulteriori approfondimenti, propone di accantonare l'articolo 2 del provvedimento.
  Propone quindi di passare all'esame dell'articolo 3 e delle relative proposte emendative. Invita quindi al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, dei subemendamenti Rostellato 0.3.101.1, 0.3.101.2, 0.3.101.3 e 0.3.101.4, Gallinella 0.3.101.5 e Romanini 0.3.101.6, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 3.101. Invita quindi al ritiro dei seguenti emendamenti, che risulterebbero preclusi da un'eventuale approvazione del suo emendamento 3.101: l'emendamento Dal Moro 3.52, gli identici emendamenti Fiorio 3.15, Carra 3.19, Terrosi 3.29, Faenzi 3.35 e Catania 3.40, nonché gli identici emendamenti Romanini 3.2 e Guidesi 3.45, gli emendamenti Zaccagnini 3.9, Gallinella 3.39, Romanini 3.3, Zanin 3.53, gli identici emendamenti Franco Bordo 3.10, Carra 3.21, Terrosi 3.31 e Catania 3.41, nonché gli emendamenti Fiorio 3.16, Guidesi 3.46 e gli identici emendamenti Zaccagnini 3.11, Cenni 3.14, Carra 3.22, Terrosi 3.32 e Catania 3.42. Formula un invito al ritiro, inoltre, sugli identici emendamenti Romanini 3.1, Carra 3.20, Catania 3.43 e Romanini 3.54, nonché sugli identici emendamenti Romanini 3.4 e Guidesi 3.47, sugli emendamenti Fiorio 3.17, Prina 3.55, sugli identici emendamenti Carra 3.23 e Terrosi 3.33, nonché sugli identici emendamenti Franco Bordo 3.12, Carra 3.24 e Terrosi 3.34, sugli identici emendamenti Romanini 3.5 e Guidesi 3.48, che risulterebbero preclusi da un'eventuale approvazione del suo emendamento 3.101. Esprime quindi parere favorevole sull'emendamento Ansaldi 3.56, purché riformulato nei termini di cui in allegato (vedi allegato 2), mentre invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli identici Pagano 3.26 e Riccardo Gallo 3.38, dell'emendamento Pagano 3.27 e degli identici emendamenti Pagano 3.28 e Riccardo Gallo 3.36, dell'emendamento Riccardo Gallo 3.37, nonché degli identici emendamenti Fiorio 3.18, Carra 3.25, Terrosi 3.30, Catania 3.44 e Luciano Agostini 3.57, degli identici emendamenti Romanini 3.6, Zaccagnini 3.13 e Guidesi 3.49, degli identici emendamenti Romanini 3.7 e 3.50, nonché degli identici emendamenti Romanini 3.8 e Guidesi 3.51.

  Il Viceministro Andrea OLIVERO esprime parere conforme a quello del relatore.

  Giuseppe ROMANINI (PD), rilevato che le organizzazioni interprofessionali del settore agricolo, facilitando il dialogo fra i soggetti della filiera, svolgono un importante ruolo nei diversi settori in cui operano, Pag. 225ringrazia il relatore per essersi fatto carico, tramite il suo emendamento 3.101, di sintetizzare le sollecitazioni espresse dai colleghi. Ritira, quindi, tutti gli emendamenti a sua firma sui quali il relatore e il Governo hanno formulato un invito al ritiro.

  Franco BORDO (SEL), dopo aver rilevato che l'emendamento 3.101 del relatore sintetizza gran parte delle sollecitazioni contenute negli emendamenti presentati dai colleghi, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento 3.101 del relatore. Chiede inoltre chiarimenti sul parere espresso sull'emendamento Zaccagnini 3.11.

  Chiara GAGNARLI (M5S) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento 3.101 del relatore, che stabilisce un giusta soglia di rappresentatività.

  Barbara SALTAMARTINI (LNA), preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento 3.101 del relatore, riservandosi di presentare in Assemblea ulteriori proposte emendative.

  Luca SANI, presidente e relatore, rispondendo al collega Bordo, segnala che l'emendamento Zaccagnini 3.11 non contiene alcuna informazione aggiuntiva.
  Prende quindi atto che l'onorevole Rostellato accede all'invito al ritiro dei suoi subemendamenti 0.3.101.1, 0.3.101.2, 0.3.101.3 e 0.3.101.4.

  Massimiliano BERNINI (M5S) insiste per la votazione del subemendamento Gallinella 0.3.101.5.

  La Commissione respinge il subemendamento Gallinella 0.3.101.5.

  Luca SANI, presidente e relatore, prende atto che l'onorevole Romanini accede all'invito al ritiro del suo subemendamento 0.3.101.6.

  La Commissione approva l'emendamento 3.101 del relatore (vedi allegato 3).

  Luca SANI, presidente e relatore, comunica che risultano quindi preclusi dall'approvazione del suo emendamento 3.101: l'emendamento Dal Moro 3.52, gli identici emendamenti Fiorio 3.15, Carra 3.19, Terrosi 3.29, Faenzi 3.35 e Catania 3.40, nonché gli identici emendamenti Romanini 3.2 e Guidesi 3.45, gli emendamenti Zaccagnini 3.9, Gallinella 3.39, Romanini 3.3, Zanin 3.53, gli identici emendamenti Franco Bordo 3.10, Carra 3.21, Terrosi 3.31 e Catania 3.41, nonché gli emendamenti Fiorio 3.16, Guidesi 3.46 e gli identici emendamenti Zaccagnini 3.11, Cenni 3.14, Carra 3.22, Terrosi 3.32 e Catania 3.42, gli identici emendamenti Romanini 3.1, Carra 3.20, Catania 3.43 e Romanini 3.54, nonché gli identici emendamenti Romanini 3.4 e Guidesi 3.47, gli emendamenti Fiorio 3.17, Prina 3.55, gli identici emendamenti Carra 3.23 e Terrosi 3.33, nonché gli identici emendamenti Franco Bordo 3.12, Carra 3.24 e Terrosi 3.34, gli identici emendamenti Romanini 3.5 e Guidesi 3.48.

  La Commissione approva altresì l'emendamento Anzaldi 3.56, come riformulato (vedi allegato 3).

  Comunica inoltre che risultano preclusi dall'approvazione del suo emendamento 3.101: gli identici emendamenti Pagano 3.26 e Riccardo Gallo 3.38.
  Constata quindi, l'assenza dei presentatori dell'emendamento Pagano 3.27, degli identici emendamenti Pagano 3.28 e Riccardo Gallo 3.36 e dell'emendamento Riccardo Gallo 3.37: si intende che vi abbiano rinunciato.
  Fa altresì presente che risultano preclusi dall'approvazione del suo emendamento 3.101: gli identici emendamenti Fiorio 3.18, Carra 3.25, Terrosi 3.30, Catania 3.44 e Luciano Agostini 3.57, gli identici emendamenti Romanini 3.6, Zaccagnini 3.13 e Guidesi 3.49, gli identici emendamenti Romanini 3.7 e 3.50, nonché gli identici emendamenti Romanini 3.8 e Guidesi 3.51.
  Propone quindi di passare all'esame dell'articolo 4 e delle relative proposte emendative. Invita quindi al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, dell'emendamento Pag. 226Palese 4.10, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Cenni 4.6, purché riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
  Propone quindi di sospendere brevemente la seduta, al fine di consentire al Governo di svolgere gli opportuni approfondimenti su una nuova formulazione dell'emendamento Mongiello 4.14, che illustra (vedi allegato 3).

  La seduta, sospesa alle 14.40, è ripresa alle 14.55.

  Luca SANI, presidente e relatore, propone di accantonare l'esame dell'articolo 4 e di passare all'esame dell'articolo 2 e delle relative proposte emendative.

  Mino TARICCO (PD), dopo aver preso atto dello sforzo compiuto dal Governo nell'esprimere parere favorevole sull'emendamento Cova 2.20, accede all'invito al ritiro del suo emendamento 2.21 formulato dal relatore.

  Luca SANI, presidente e relatore, prende atto che i presentatori ritirano gli identici emendamenti Franco Bordo 2.1, Carra 2.2 e Taricco 2.16, nonché gli identici emendamenti Guidesi 2.15 e Taricco 2.22.

  Barbara SALTAMARTINI (LNA) insiste per la votazione dell'emendamento Guidesi 2.14.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Guidesi 2.14, Gallinella 2.13 e 2.12 e approva l'emendamento Cova 2.20 (vedi allegato 3).

  Luca SANI, presidente e relatore, comunica che risultano quindi preclusi dall'approvazione dell'emendamento Cova 2.20 gli emendamenti Cova 2.19, 2.18 e 2.17.
  Constata quindi l'assenza dei presentatori dell'emendamento Squeri 2.10: si intende che vi abbiano rinunciato.
  Prende quindi atto che i presentatori ritirano gli emendamenti Cova 2.24 e 2.23.

  La Commissione approva l'emendamento Oliverio 2.27 (vedi allegato 3).

  Luca SANI, presidente e relatore, prendo atto che il presentatore ritira gli emendamenti Schullian 2.6 e 2.5. Prende atto che il presentatore all'invito al ritiro dell'emendamento Zanin 2.4 purché il Governo sia disponibile a valutarne il contenuto, ove trasfuso in un ordine del giorno.
  Prende atto che il presentatore ritira l'emendamento Schullian 2.7 e constata quindi l'assenza del presentatore dell'emendamento Squeri 2.11: si intende che vi abbia rinunciato.
  Prende quindi atto che i presentatori ritirano gli emendamenti Schullian 2.28, Cova 2.26 e Schullian 2.9.
  Constata l'assenza dei presentatori degli identici emendamenti Pagano 2.3 e Riccardo Gallo 2.12: si intende che vi abbiano rinunciato.
  Propone di riprendere nuovamente l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 4.
  Invita al ritiro dell'emendamento Mongiello 4.13, perché risulterebbe precluso dall'eventuale approvazione dell'emendamento Mongiello 4.14, su cui esprime parere favorevole, purché riformulato nei termini di cui in allegato (vedi allegato 3). Invita quindi al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli emendamenti Zaccagnini 4.4, Franco Bordo 4.5 e 4.3, Palese 4.8, L'Abbate 4.11, Cenni 4.17, 4.16 e 4.15, Franco Bordo 4.1, Zaccagnini 4.2 e Palese 4.9.

  Il viceministro Andrea OLIVERO esprime parere conforme a quello del relatore.

  Luca SANI, presidente e relatore, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Palese 4.10: si intende che vi abbia rinunciato.

  La Commissione approva l'emendamento Cenni 4.6 nel testo testé riformulato (vedi allegato 3).

  Luca SANI, presidente e relatore, prende atto che il presentatore ritira l'emendamento Mongiello 4.13.

Pag. 227

  Colomba MONGIELLO (PD) accetta la riformulazione del suo emendamento 4.14 (vedi allegato 3).

  Paolo COVA (PD), intervenendo sull'emendamento Mongiello 4.14, pur apprezzando l'azione del Governo volta a regolamentare il piano olivicolo, ritiene che l'intervento ivi contenuto penalizzi il settore lattiero-caseario, a favore del quale auspica interventi correttivi.

  Marco CARRA (PD) condivide pienamente le osservazioni formulate dal collega Cova, auspicando che il Governo possa presto rimediare alle azioni intraprese.

  Franco BORDO (SEL), dopo aver stigmatizzato la sottrazione di risorse al fondo per il settore lattiero-caseario a favore del fondo per il settore olivicolo, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Mongiello 4.14.

  Barbara SALTAMARTINI (LNA), pur condividendo la necessità di sostenere il settore olivicolo, giudica negativamente la sottrazione di risorse a un fondo che considera strategico, come quello del settore lattiero-caseario.

  Silvia BENEDETTI (M5S) si associa alle perplessità testé formulate dai colleghi in ordine alle coperture individuate dal Governo.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Mongiello 4.14, precisando che per la prima volta il Governo sottrae risorse ad un fondo per destinarne ad un altro del medesimo comparto.

  Il viceministro Andrea OLIVERO, dopo aver precisato che è intendimento del Governo perseguire una proficua integrazione tra i diversi settori, segnala come le disponibilità finanziarie per il sostegno al comparto lattiero-caseario risultano in questa fase sufficienti: ritiene pertanto necessario, in questo momento, promuovere il piano olivicolo, invitando la Commissione ad apprezzare lo sforzo compiuto dal Governo nel sintetizzare le esigenze provenienti dalle proposte emendative presentate, nell'interesse complessivo dell'agricoltura italiana.

  La Commissione approva l'emendamento Mongiello 4.14, nel testo testé riformulato (vedi allegato 3).

  Luca SANI, presidente, comunica il ritiro degli emendamenti Cenni 4.17, 4.16 e 4.15; che risultano quindi preclusi dall'approvazione dell'emendamento Mongiello 4.14 gli emendamenti Zaccagnini 4.4, Franco Bordo 4.5 e 4.3, L'Abbate 4.11, Franco Bordo 4.1, Zaccagnini 4.2.
  Constata l'assenza del presentatore degli emendamenti Palese 4.8 e 4.9: si intende che vi abbia rinunciato.
  Sospende quindi la seduta, che riprenderà al termine delle votazioni della seduta pomeridiana dell'Assemblea.

  La seduta, sospesa alle 15.25, è ripresa alle 18.10.

  Luca SANI, presidente e relatore, propone di passare all'esame dei suoi emendamenti riferiti all'articolo 1.
  Raccomanda quindi l'approvazione del suo emendamento 1.100.
  Dà quindi conto della presentazione del subemendamento Oliverio 0.1.101.1 (vedi allegato 2), sul quale esprime parere favorevole e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.101.

  Il viceministro Andrea OLIVERO, esprime parere conforme a quello del relatore.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva quindi l'emendamento 1.100 del relatore e il subemendamento Oliverio 0.1.101.1.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) fa presente che, per errore materiale, è stata distribuita una versione errata del Pag. 228suo subemendamento 0.1.101.1. e quindi chiede che sia ripetuta la votazione ad esso riferita.

  Luca SANI, presidente e relatore, annulla la votazione relativa al subemendamento Oliverio 0.1.101.1. testé effettuata e ne dispone la ripetizione, acquisita la versione corretta del subemendamento.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva quindi il subemendamento Oliverio 0.1.101.1. e l'emendamento 1.101 del relatore.

  Luca SANI, presidente e relatore, propone quindi di passare all'esame dell'articolo 5 e delle relative proposte emendative. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli emendamenti Faenzi 5.15, Mariani 5.43, Cenni 5.7, Zaccagnini 5.1, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Cenni 5.8. Formula altresì un invito al ritiro sugli emendamenti Taricco 5.42 e Gallinella 5.20, nonché sui subemendamenti Massimiliano Bernini 0.5.101.1 e Dallai 0.5.101.2. Esprime parere favorevole sul subemendamento Dallai 0.5.101.3 (nuova formulazione) e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 5.101. Invita quindi al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, degli emendamenti L'Abbate 5.21, Terrosi 5.14, Pastorelli 5.13, L'Abbate 5.22, 5.23 e 5.24, Pastorelli 5.12 e 5.11, Lavagno 5.45, Mongiello 5.41, Palese 5.17, Franco Bordo 5.3 e 5.5, Zaccagnini 5.4, 5.6 e 5.2. Invita quindi al ritiro dei subemendamenti Franco Bordo 0.5.100.1, Faenzi 0.5.100.3, L'Abbate 0.5.100.2 e Franco Bordo 0.5.100.4 e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 5.100. Invita infine al ritiro dell'emendamento Palese 5.18 e Venittelli 5.46, nonché degli articoli aggiuntivi Palese 5.012 e 5.014.

  Il viceministro Andrea OLIVERO, esprime parere conforme a quello del relatore.

  Luca SANI, presidente e relatore, prende atto che i presentatori ritirano gli emendamenti Faenzi 5.15, Mariani 5.43, Cenni 5.7 e Zaccagnini 5.1.

  La Commissione approva l'emendamento Cenni 5.8 (vedi allegato 3).

  Mino TARICCO (PD) accede all'invito al ritiro del suo emendamento 5.42 formulato dal relatore, preannunciando che lo ripresenterà durante l'esame in assemblea.

  Il viceministro Andrea OLIVERO, si dichiara disponibile a svolgere i necessari approfondimenti al riguardo, rilevando l'opportunità di presentare uno specifico ordine del giorno.

  Massimiliano BERNINI (M5S) insiste per la votazione dell'emendamento Gallinella 5.20.

  La Commissione respinge l'emendamento Gallinella 5.20.

  Massimiliano BERNINI (M5S) si dichiara sorpreso per il parere espresso sul suo subemendamento 0.5.101.1, di cui raccomanda l'approvazione.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) invita ad accantonare l'esame del subemendamento Massimiliano Bernini 0.5.101.1.

  Luca SANI, presidente e relatore, propone una riformulazione del subemendamento Massimiliano Bernini 0.5.101.1 (vedi allegato 3).

  La Commissione approva il subemendamento Massimiliano Bernini 0.5.101.1, nella nuova formulazione testé illustrata dal relatore (vedi allegato 3).

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) ritira il subemendamento Dallai 0.5.101.2 e sottoscrive il subemendamento Dallai 0.5.101.3.

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  La Commissione approva il subemendamento Dallai 0.5.101.3 (nuova formulazione) e l'emendamento 5.101 del relatore, come riformulato (vedi allegato 3), e respinge l'emendamento L'Abbate 5.21.

  Alessandra TERROSI (PD), dopo aver illustrato il suo emendamento 5.14, lo ritira, preannunciando che ne trasfonderà il contenuto in un ordine del giorno.

  Luca SANI, presidente e relatore, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Pastorelli 5.13: si intende che vi abbia rinunciato.

  Chiara GAGNARLI (M5S) insiste per la votazione degli emendamenti L'Abbate 5.22, 5.23 e 5.24, di cui raccomanda l'approvazione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti L'Abbate 5.22, 5.23 e 5.24.

  Luca SANI, presidente e relatore, constata l'assenza del presentatore degli emendamenti Pastorelli 5.12 e 5.11: si intende che vi abbia rinunciato. Prende quindi atto che i presentatori ritirano gli emendamenti Lavagno 5.45, Mongiello 5.41, Palese 5.17, Franco Bordo 5.3 e 5.5, Zaccagnini 5.4, 5.6 e 5.2, nonché i subemendamenti Franco Bordo 0.5.100.1, Faenzi 0.5.100.3, L'Abbate 0.5.100.2.

  Franco BORDO (SEL) chiede chiarimenti sul parere espresso sul suo subemendamento 0.5.100.4.

  Il Viceministro Andrea OLIVERO precisa che le tipologie di finanziamento ivi previste sono differenti da quelle utilizzate.

  Franco BORDO (SEL) ritira il suo subemendamento 0.5.100.4.

  La Commissione approva l'emendamento 5.100 del relatore (vedi allegato 3).

  Luca SANI, presidente e relatore, prende quindi atto che i presentatori ritirano gli emendamenti Palese 5.18 e Venittelli 5.46, nonché gli articoli aggiuntivi Palese 5.012 e 5.014. Propone quindi di passare all'esame dell'articolo 6 e delle relative proposte emendative. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, del subemendamento Guidesi 0.6.100.1 e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 6.100, mentre invita al ritiro degli emendamenti Pagano 6.1, Fabrizio Di Stefano 6.3, Oliverio 6.13, Gallinella 6.8 e Mongiello 6.9. Esprime parere favorevole sull'emendamento Franco Bordo 6.4, purché riformulato nei termini di cui in allegato (vedi allegato), mentre invita al ritiro dell'emendamento Zaccagnini 6.5. Esprime quindi parere favorevole sull'emendamento Carra 6.11, nonché sull'articolo aggiuntivo L'Abbate 6.013, purché riformulato nei termini di cui in allegato (vedi allegato). Invita quindi al ritiro dell'articolo aggiuntivo Parentela 6.016.

  La Commissione respinge il subemendamento Guidesi 0.6.100.1 e approva l'emendamento 6.100 del relatore (vedi allegato).

  Luca SANI, presidente e relatore, comunica che risultano quindi preclusi dall'approvazione del suo emendamento 6.100 gli emendamenti Pagano 6.1, Fabrizio Di Stefano 6.3, Oliverio 6.13 e Gallinella 6.8. Comunica altresì che l'emendamento Mongiello 6.9 risulterebbe precluso da un'eventuale approvazione dell'emendamento Franco Bordo 6.4, come riformulato.

  Franco BORDO (SEL) accetta la riformulazione proposta dal relatore.

  La Commissione approva l'emendamento Franco Bordo 6.4, così come testé riformulato (vedi allegato 3).

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  Luca SANI, presidente e relatore, comunica quindi che risulta precluso dall'approvazione dell'emendamento Franco Bordo 6.4, oltre all'emendamento Mongiello 6.9 anche l'emendamento Zaccagnini 6.5.

  La Commissione approva l'emendamento Carra 6.11 e l'articolo aggiuntivo L'Abbate 6.013 come riformulato (vedi allegato 3).

  Luca SANI, presidente e relatore, prende atto che il presentatore ritira l'articolo aggiuntivo 6.016. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 19.

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