CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 20 aprile 2015
427.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Lunedì 20 aprile 2015. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO – Interviene il sottosegretario di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.20.

Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati.
C. 3-35-182-358-551-632-718-746-747-749-876-894-932-998-1025-1026-1116-1143-1401-1452-1453-1511-1514-1657-1704-1794-1914-1946-1947-1977-2038-bis-B, approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio)

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 aprile 2015.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, comunica che il termine per la presentazione di emendamenti è scaduto oggi alle ore 9 e che sono stati presentati emendamenti e articoli aggiuntivi (vedi allegato).
  Ricorda che, nella seduta del 16 aprile scorso, sulla base di quanto convenuto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha fornito alla Commissione alcuni chiarimenti sulle modalità di formulazione e di votazione degli emendamenti, necessarie al fine di assicurare la correttezza del procedimento e di garantire la coerenza del testo della Commissione all'esito delle votazioni (rinvia, sul punto, al Bollettino delle Giunte delle Commissioni del 16 aprile 2015).
  Comunica, quindi, che sono stati presentati emendamenti, che, alla luce dei criteri sopra richiamati, sono da considerarsi irricevibili e non saranno pubblicati.
  Avverte, inoltre, che, alla luce dei medesimi criteri, sono da considerarsi inammissibili le seguenti proposte emendative: Mucci 2.12, 2.13 e 2.11, che, prevedendo il riparto proporzionale dei seggi, qualora nessuna lista o coalizione di lista raggiunga determinate soglie, incidono sui contenuti dell'articolo 1, e avrebbero dovuto quindi contenere una parte principale riferita alla corrispondente parte dell'articolo 1; La Russa 1.26, che inserisce una Pag. 8nuova lettera all'articolo 1, volta a rendere facoltativa la presenza di un capolista all'atto della formazione delle liste, senza contenere anche la necessaria parte consequenziale, che rechi le conseguenti modifiche agli articoli successivi; Rizzetto 1.11, volto a modificare la lettera f) dell'articolo 1, senza prevedere la necessaria parte consequenziale, che rechi le conseguenti modifiche agli articoli successivi; Mucci 1.13, volto a modificare la lettera g) dell'articolo 1, con riferimento ai criteri per la proclamazione degli eletti, senza contenere anche la necessaria parte consequenziale, che rechi le conseguenti modifiche agli articoli successivi; Rizzetto 1.12, volto a modificare la lettera f) dell'articolo 1 – nel senso di sostituire il riferimento alla lista con quello alla coalizione di liste e di sopprimere il divieto di collegamento tra liste – senza contenere anche la necessaria parte consequenziale, che rechi le conseguenti modifiche agli articoli successivi.
  Dopo aver ringraziato i gruppi per il numero contenuto di emendamenti presentati, tale da consentire lo svolgimento di un esame approfondito, avverte che il seguito dell'organizzazione dei lavori sarà definito nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza, che avrà luogo al termine della seduta odierna della Commissione.

  Alfredo D'ATTORRE (PD) desidera intervenire sul complesso degli emendamenti anche in vista della possibile sostituzione in I Commissione da parte del gruppo del Partito Democratico dei deputati che hanno presentato emendamenti e che non intendono attenersi alla posizione maggioritaria del gruppo. Questo non renderà possibile la sua presenza in occasione della discussione dei singoli emendamenti, ma ritiene che quando entrano in gioco questioni di tutela della democrazia, queste sono più rilevanti della disciplina di gruppo.
  Passa ad illustrare i sei emendamenti che ha presentato. Il primo, che era consapevole sarebbe stato dichiarato irricevibile in presenza di una doppia lettura conforme da parte di Camera e Senato, proponeva il passaggio a collegi uninominali e a un sistema simile a quello del cosiddetto provincellum.
  L'emendamento 1.44 è volto a superare la disparità, specie per i partiti non vincitori, tra il numero di capolista bloccati eletti e il numero di eletti con le preferenze. Si prevede che per ogni circoscrizione la percentuale di capolista eletti sia del 25 per cento dei seggi che spettano alla lista, privilegiando i collegi con il risultato in percentuale più alto della lista. Si riproduce in sostanza, elaborando anche quanto riportato in audizione dal professor Roberto Zaccaria, il meccanismo del cosiddetto Mattarellum, dando un significato alla performance elettorale di ogni singolo capolista.
  L'emendamento 1.50 sopprime, nel caso di pluricandidature e di conseguenti plurielezioni, la facoltà discrezionale di opzione da parte del candidato capolista, rendendola automatica e legandola al collegio dove il medesimo candidato ha ottenuto la percentuale più alta di voti validi.
  L'emendamento 2.29 elimina la reintroduzione, nel testo uscito dal Senato, di quel concetto di capo della coalizione contenuto nella legge dichiarata in parte illegittima dalla Corte costituzionale e che aveva sollevato numerose obiezioni. Sottolinea come il professor D'Alimonte in audizione abbia di fatto convalidato la tesi che con quella formulazione si realizza l'elezione diretta del Presidente del Consiglio. Ritiene che tale prospettiva sia incompatibile con un regime parlamentare. Ricorda come nei sistemi presidenziali esistano dei bilanciamenti e come l'elezione del Parlamento sia autonoma rispetto all'elezione del Capo dello Stato, determinando anche possibili maggioranze diverse. Invita a riflettere, su un sistema che non è presidenziale e che non razionalizza il Parlamento; non condivide, quindi, l'auspicio del Presidente del Consiglio che nei prossimi anni il sistema uscito da questa proposta di legge porti a novità epocali nei principali sistemi elettorali Pag. 9europei, se non anche in quello statunitense che ha una tradizione più che secolare.
  Con l'emendamento 1.48 si introduce la facoltà per la lista ammessa al ballottaggio di apparentarsi con una lista che abbia superato la soglia del tre per cento per accedere alla distribuzione dei seggi. In questa maniera si possono evitare alleanze forzose fatte allo scopo di garantirsi l'ingresso in Parlamento e anche l'attribuzione del premio di maggioranza a una lista che abbia preso un quarto della percentuale dei votanti al primo turno. Sottolinea di non essere assolutamente certo, come alcuni esperti intervenuti in audizione, che la percentuale dei votanti al secondo turno sarà alta, come avviene in Francia, dato che si tratta di due situazioni diverse. Si potrebbe quindi avere un ballottaggio con due forze che potrebbero non raggiungere insieme il 50 per cento dei voti e che potrebbero non essere legittimate da un'ampia partecipazione popolare al voto. Rileva, inoltre, come spesso il voto al secondo turno sia un voto contro qualcuno e non per qualcuno.
  L'emendamento 1.49 interviene sulla cosiddetta clausola di salvaguardia, eliminando il riferimento dell'entrata in vigore della legge al 1o luglio 2016, termine che ritiene arbitrario. L'emendamento lega, quindi, l'entrata in vigore delle norme relative all'attribuzione del premio di maggioranza e al ballottaggio all'entrata in vigore della riforma costituzionale e del superamento del bicameralismo perfetto. Si tratta, infatti, di aspetti indissolubilmente legati a quella prospettiva costituzionale dato che il premio di maggioranza per la sola Camera ha senso per assicurare una maggioranza stabile che non sussisterebbe con un Senato che può dare la fiducia al Governo ed eletto con un sistema diverso. Si cadrebbe in quel premio di maggioranza sine causa bocciato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 1 del 2014.

  Danilo TONINELLI (M5S) preannuncia che il suo gruppo non parteciperà al seguito dei lavori della Commissione sulla legge elettorale qualora il gruppo del Partito Democratico – come si apprende da notizie di stampa – procederà effettivamente alla sostituzione di dieci suoi deputati presso la Commissione affari costituzionali, con riferimento alla prosecuzione dell'esame del predetto provvedimento.
  Evidenzia, quindi, come il gruppo del Movimento 5 Stelle abbia presentato un numero limitato di emendamenti, volti ad apportare miglioramenti e correttivi al testo trasmesso dal Senato. Precisa, dunque, che alcune di tali proposte emendative tendono a sopprimere i capolista bloccati o, in alternativa, a ridurne il numero.
  Altri emendamenti presentati dal suo gruppo sono volti, rispettivamente, a: sanare un vizio presente nel testo, riguardante i meccanismi di calcolo per l'attribuzione dei seggi, che – come evidenziato anche nel corso delle audizioni svolte presso la Commissione affari costituzionali nel corso dell'esame preliminare del provvedimento – determinerebbero la probabile elezione di un numero di deputati compreso tra 631 e 640; introdurre un quorum di partecipazione ai fini della validità del turno di ballottaggio; introdurre requisiti di democraticità dei partiti politici, in osservanza dell'articolo 49 della Costituzione; subordinare l'entrata in vigore della nuova legge elettorale alla definitiva approvazione della riforma della parte seconda della Costituzione e, in particolare, del bicameralismo perfetto; prevedere correttivi per quanto concerne l'attribuzione del premio di maggioranza.
  Ribadisce, dunque, l'intento non ostruzionistico alla base delle richiamate proposte emendative, finalizzate al superamento di vizi presenti nel testo o, comunque, al miglioramento di quest'ultimo.

  Renato BRUNETTA (FI-PdL) rileva come siano passati più di tredici mesi dall'approvazione alla Camera in prima lettura della legge elettorale, approvazione intervenuta a due mesi dalla sentenza n. 1 del 2014 della Corte costituzionale e con un ampio consenso, più largo della maggioranza che sostiene il Governo.Pag. 10
  Si chiede cosa sia avvenuto in questi tredici mesi e lo chiede ai colleghi e, in particolare, al Governo e alla maggioranza. È avvenuto uno stop and go con lo stravolgimento del testo approvato alla Camera e con una riduzione della maggioranza che sostiene questa proposta di legge. Si è arrivati a un muro contro muro a suo avviso preoccupante per una legge di carattere costituzionale come è la legge elettorale.
  Dichiara la sua preoccupazione per la notizia della possibile sostituzione nella Commissione di dieci componenti del gruppo del Partito Democratico. Rispetta l'autonomia dei singoli gruppi, è a suo avviso un fatto rilevante politicamente e che meriterà una riflessione da parte del suo gruppo in ordine alla prosecuzione dei lavori in Commissione.
  Osserva inoltre che la divisione del Partito Democratico è una divisione che avviene all'interno di un gruppo dove 130 deputati sono stati eletti con un premio di maggioranza dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale. E se questo Parlamento può continuare a lavorare è per il principio di continuità degli organi dello Stato, che non dovrebbe permettere però la modifica della Costituzione e della legge elettorale con una maggioranza illegittima.
  Ritiene che si tratti di una situazione difficilmente spiegabile all'esterno. È difficile infatti far capire che si prendono decisioni suscettibili di essere dichiarate incostituzionali. Si chiede se la maggioranza abbia la consapevolezza che questa legge non è quella auspicata dal Paese.
  Rileva, quindi, come il combinato disposto di legge elettorale e di riforma della Costituzione generino un vero e proprio mostro sul piano della rappresentatività e della democrazia.
  Ribadisce la sua preoccupazione, anche in relazione alla ventilata posizione della questione di fiducia da parte del Governo e non sul testo complessivo, ma su ogni singolo articolo, eliminando così la possibilità di voto segreto su singoli emendamenti.
  Passa ad illustrare i quattro emendamenti che rappresentano la posizione del gruppo di Forza Italia, firmati da lui e dalla rappresentante di gruppo in I Commissione, l'onorevole Mariastella Gelmini.
  L'emendamento 1.76, ripristinando il testo approvato dalla Camera, reintroduce le coalizioni e l'attribuzione del premio a queste e non solo alla singola lista.
  L'emendamento 1.75 introduce la possibilità di apparentamento delle liste al ballottaggio.
  L'emendamento 1.77 sposta la data di entrata in vigore della legge al 1o luglio 2017, mentre l'emendamento 1.78 la lega all'approvazione della riforma costituzionale.
  In conclusione invita, anche in questi giorni di lutto e di preoccupazione per quello che è accaduto nella giornata di ieri, a porre la massima attenzione sulla legge elettorale al fine di evitare quelle furberie che poi, spesso, si ritorcono contro chi le ha portate a termine.
  Ricorda che le elezioni del 2013 hanno visto un sostanziale pareggio tra i due schieramenti e come si siano susseguiti poi fatti drammatici come la dichiarazione di decadenza del leader dell'opposizione che sarà esaminata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, le scissioni interne ad alcuni schieramenti politici e, infine, la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo questo Parlamento, lasciandolo in carica solo per fare la legge elettorale.
  Dichiara nuovamente la sua preoccupazione per le forzature interpretative del Presidente del Consiglio e per ciò che potrà avvenire nel Parlamento e nel Paese a livello sociale, economico ed istituzionale.

  Stefano QUARANTA (SEL), dopo aver fatto presente che da parte del suo gruppo è stata effettuata la scelta di presentare poche proposte emendative, tutte di merito, senza intenti ostruzionistici, ritiene che sia poco legittimo l'atteggiamento che potrebbe essere messo in atto dal gruppo del Partito Democratico, che, attraverso la sostituzione di dieci suoi componenti facenti parte della I Commissione, impedirebbe Pag. 11di fatto lo svolgimento della discussione.
  Precisa, dunque, che se così fosse, la stessa prosecuzione dell'esame risulterebbe inutile, in quanto il percorso della legge elettorale di fatto sarebbe stato determinato altrove. In tale ipotesi, pertanto, il gruppo Sinistra Ecologia Libertà valuterebbe le conseguenti iniziative da assumere.

  Emanuele FIANO (PD), premettendo l'assoluto rispetto, da parte sua, per tutte le posizioni espresse, intende replicare al deputato Brunetta in merito a un punto specifico dell'intervento svolto da quest'ultimo, concernente la legittimazione dell'attuale Parlamento a modificare la legge elettorale vigente.
  Dopo aver ricordato che la Corte costituzionale, con la sentenza n. 1 del 2014, ha enucleato il dovere del Parlamento di proseguire la propria attività, anche in ossequio al principio di continuità degli organi costituzionali, fa presente che il gruppo di Forza Italia non ha eccepito la mancanza di legittimità dell'attuale Parlamento in occasione della prima lettura della proposta di legge elettorale.
  Ritiene, quindi, che sia singolare l'atteggiamento tenuto dal suddetto gruppo, che invoca il richiamato argomento, della mancanza di legittimazione del Parlamento, solo in fase di seconda lettura, in quanto non condivide nel merito le modifiche introdotte dal Senato.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Lunedì 20 aprile 2015.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.15 alle 15.25.

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