CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 marzo 2015
412.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI NEL MONDO E PROMOZIONE DEL SISTEMA PAESE

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 25 marzo 2015. — Presidenza del presidente Fabio PORTA.

Audizione del Comitato di presidenza del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 8.30 alle 9.30.

COMITATO PERMANENTE PER LA POLITICA ESTERA E LE RELAZIONI ESTERNE DELL'UNIONE EUROPEA

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 25 marzo 2015. — Presidenza del presidente Guglielmo PICCHI.

  La seduta comincia alle 14.35.

Sul programma dei lavori del Comitato permanente.

  Guglielmo PICCHI, presidente, evidenzia che con la seduta odierna riprendono le Pag. 18attività del Comitato per la Politica estera e le relazioni esterne dell'Unione europea, istituito nel 2013 in continuità con il lavoro svolto nella scorsa legislatura ed autorevolmente presieduto dalla collega Bergamini, che oggi non è più componente della Commissione affari esteri.
  Si dichiara onorato della valutazione unanime, condotta dall'ufficio di presidenza della Commissione plenaria, che gli ha affidato la presidenza del Comitato, di cui è vicepresidente il collega Gianluca Pini e segretaria la collega Eleonora Cimbro. Segnala che ne sono ulteriori componenti i deputati Andrea Manciulli, Francesco Monaco, Lia Quartapelle Procopio, Marta Grande, Carlo Sibilia, Erasmo Palazzotto, Edmondo Cirielli, Pia Elda Locatelli, Fucsia Nissoli Fitzgerald e Paolo Alli.
  Ricorda che il mandato del Comitato prevede la delega da parte della Commissione plenaria all'esame degli atti europei in materia di politica estera che sono trasmessi al Parlamento ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento. Il Comitato discute tali atti sulla base di una relazione ed eventualmente può predisporre un documento finale da sottoporre alla Commissione.
  Per connessione tematica, il Comitato può procedere anche all'esame degli atti del Parlamento europeo e delle Assemblee parlamentari internazionali (Consiglio d'Europa, NATO, OSCE, ecc.) che sono trasmesse al Parlamento, ai sensi dell'articolo 125 del Regolamento. Il Comitato potrà discutere tali atti e predisporre una risoluzione da sottoporre alla Commissione. Naturalmente, il Comitato potrà svolgere, nelle forme previste, ogni attività conoscitiva volta ad acquisire elementi di valutazione, sia generali che specifici, nella materia di competenza.
  Richiamata la competenza della III Commissione Affari esteri e comunitari in riferimento alle relazioni esterne dell'Unione europea – dunque ai temi dei rapporti con singoli Paesi terzi, dell'allargamento, delle politiche di vicinato – sottolinea che il Comitato è indubbiamente stato istituito sulla spinta derivante dal rafforzamento del ruolo dei Parlamenti nazionali, disposto dal Trattato di Lisbona, e dall'istituzione del Servizio Europeo per l'Azione Esterna (SEAE).
  Come noto, il secondo semestre del 2014 è stato segnato dalla presidenza italiana di turno dell'Unione europea, che si è caratterizzata per una serie di passaggi cruciali, seguiti alla nomina di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante per la politica estera e di difesa dell'Unione europea. Si riferisce alla gestione della crisi in Iraq a partire dalla convocazione del Consiglio affari esteri straordinario di agosto, cui è seguita l'attivazione del Parlamento italiano per l'autorizzazione al sostegno delle forze curde nella lotta contro l'ISIS; il sostegno all'impegno europeo per il cessate il fuoco e la stabilizzazione in Libia; l'elaborazione del Piano d'Azione della Strategia di Sicurezza Marittima dell'UE, che ha evidenziato il ruolo strategico del Mediterraneo per l'Europa; l'adozione di una strategia per Siria e Iraq e contro i foreign fighters; o ancora, l'avvio dell'iniziativa di cooperazione finalizzata a costruire un quadro di riferimento per gli investimenti nel Mediterraneo.
  Rileva che, superata tale fase, i fatti di Parigi del gennaio 2015 e i più recenti accadimenti di Tunisi hanno fatto emergere la centralità della cooperazione bilaterale e multilaterale nell'interesse di un coeso impegno contro la minaccia terroristica. Da molte parti si è anche auspicato il lancio di un «piano Marshall» dell'Unione europea a favore dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, nei termini che il dibattito odierno sul decreto-legge in materia di antiterrorismo e di missioni internazionali ha contribuito ad evidenziare. È emerso un ritardo europeo nella comprensione profonda e nella reazione a quanto avvenuto nei Paesi interessati dalle cosiddette «primavere arabe», ritardo sintomatico della nota resistenza di singoli Stati membri ad un consolidamento della politica estera dell'Unione europea.
  Alla luce di tali considerazioni, considerato che il Comitato è chiamato a controllare nello specifico l'azione dell'Italia in seno all'Unione europea nell'ambito della politica estera e delle relazioni esterne, ma anche a monitorare l'azione delle stesse istituzioni europee, riterrebbe Pag. 19proficuo concentrare il lavoro in modo particolare sulle attività e sul ruolo del Servizio Europeo per l'Azione Esterna, affidato alla guida dell'Alto Rappresentante Mogherini, e ciò per monitorare l'efficienza ed efficacia di uno strumento di politica internazionale di notevole rilievo innovativo ma ad oggi poco sfruttato in tutte le sue potenzialità. Ritiene che si potrebbe, pertanto, procedere ad audizioni di competenti figure istituzionali, includendo sicuramente i diplomatici italiani che vi operano, i dirigenti del SEAE ed i rappresentanti speciali per le aree di crisi.
  Auspica, infine, che questo Comitato torni a riunirsi con regolarità, possibilmente con cadenza almeno mensile.

  Il Comitato conviene.

  Guglielmo PICCHI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 14.50.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 25 marzo 2015. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. – Interviene il viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Lapo Pistelli.

  La seduta comincia alle 15.10.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Andrea MANCIULLI, presidente, avverte che a far data dal 18 marzo scorso, l'onorevole Vico Ludovico è entrato a far parte di questa Commissione in qualità di componente del gruppo del Partito Democratico, in sostituzione del deputato Massimo Bray che, in quanto dimissionario ha cessato di farne parte. Coglie l'occasione per esprimere, anche a nome dei colleghi commissari, il proprio benvenuto al collega Vico, unitamente ad un ringraziamento all'onorevole Bray per il contributo autorevole assicurato ai lavori di questa Commissione.

Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale.
Nuovo testo C. 2617 Governo e abb.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, illustra il provvedimento in titolo segnalando che si tratta di un provvedimento che ritiene cruciale per il conseguimento dei più alti obiettivi programmatici fissati dalla nostra Costituzione in tema di uguaglianza, di diritti e libertà, per il concorso di ogni cittadino al progresso materiale o spirituale della società e per l'adempimento degli imprescindibili doveri di solidarietà sociale, connessi alla titolarità della cittadinanza. Per tali ragioni, a suo avviso, il provvedimento occupa anche un posto centrale nell'architettura del programma del Governo Renzi, in considerazione della finalità di realizzazione di condizioni favorevoli alla crescita, che esso persegue. Infatti, secondo il censimento ISTAT, svolto nel 2011, si tratta del settore più dinamico del sistema produttivo italiano, che conta sul contributo lavorativo di quasi 5 milioni di volontari, peraltro concentrati prevalentemente nelle regioni centro-settentrionali del Paese (Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna).
  In questa prospettiva, vengono proposti interventi che verranno realizzati attraverso l'esercizio di apposite deleghe conferite al Governo, specificatamente finalizzate al riordino e alla revisione organica della disciplina degli enti privati del cosiddetto «terzo settore» e delle attività che promuovono e realizzano finalità solidaristiche e d'interesse generale, anche attraverso la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale. Pag. 20
  Si tratta, quindi, di un provvedimento recante una legge di delega e che prevede l'individuazione di princìpi e criteri direttivi per il relativo esercizio, princìpi e criteri direttivi che saranno compiutamente attuati al momento dell'adozione dei decreti legislativi, da sottoporre al parere delle Camere.
  In generale è da segnalare che il provvedimento è finalizzato ad un riordino di una materia, il «terzo settore», di cui manca una specifica definizione normativa al di là della tipizzazione delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale ai fini fiscali. La materia relativa alle attività associative, di volontariato, di promozione sociale, di impresa sociale, di servizio civile nazionale è, infatti, oggetto di un considerevole corpus normativo di cui è parte centrale la legge n. 125 del 2014, di riforma del settore della cooperazione allo sviluppo con cui i decreti attuativi dovranno coordinarsi. Non è un caso che il testo in esame preveda che tali decreti saranno adottati anche su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  Evidenzia che la delega riprende alcuni principi che avevano già orientato anche la riforma della cooperazione: l'allargamento della definizione dei soggetti del Terzo settore, analoga a quanto fatto con i soggetti della cooperazione nella legge n. 125, nonché la semplificazione normativa e fiscale per fare fronte a un quadro legislativo prodotto in vari momenti per sanare o incorporare nuove fattispecie di soggetti al di fuori di un impianto organico complessivo.
  La disciplina introdotta dal legislatore delegato dovrà, inoltre, rispettare la normativa dell'Unione europea e dovrà tenere conto di quanto disposto dalla legge delega di riforma fiscale. In tale ambito, le organizzazioni non governative operanti nel campo della cooperazione con i Paesi in via di sviluppo che di diritto sono comprese nella categoria delle Onlus, possono fruire delle deduzioni previste (nella misura massima del 10 per cento del reddito complessivo dichiarato e comunque non superiore a 70.000 euro). Ricorda che già in occasione dei lavori parlamentari relativi alla legge n. 125 si era riscontrato un quadro fiscale stratificato e poco chiaro, per cui formula l'auspicio che i decreti delegati arrivino a una sistematizzazione di tale quadro in modo definitivo, semplice e logico.
  Ritiene rilevante anche l'articolo 6 del testo in esame, che disciplina l'impresa sociale come impresa privata con finalità di interesse generale, avente come proprio obiettivo primario la realizzazione di impatti sociali positivi, conseguiti mediante la produzione o lo scambio di beni o servizi di utilità sociale, che destina i propri utili prevalentemente al raggiungimento di obiettivi sociali e che adotta modelli di gestione responsabili, trasparenti e che favoriscono il più ampio coinvolgimento dei dipendenti, degli utenti e di tutti i soggetti interessati alle sue attività. In linea con quanto contenuto nella legge n. 125, la categoria di impresa sociale è ampliata ai soggetti del commercio equo e solidale e dell'erogazione del microcredito.
  Assume particolare rilevanza ai fini delle competenze di questa Commissione anche l'articolo 8 del provvedimento, relativo alla istituzione del Servizio civile universale finalizzato alla difesa non armata con modalità dirette a promuovere attività di solidarietà e di inclusione sociale nonché di valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale anche allo scopo di realizzare un'effettiva cittadinanza europea e di favorire la pace tra i popoli. La norma prevede un meccanismo triennale di programmazione dei contingenti di giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni che possono essere ammessi al servizio civile universale – per un periodo non inferiore a otto mesi complessivi e, comunque, non superiore a un anno – e di procedure di avvio degli stessi improntate ai princìpi di trasparenza, semplificazione e non discriminazione. La norma prevede anche la definizione, per i giovani ammessi al servizio civile universale, di uno specifico rapporto di servizio civile, che si instaura direttamente fra i medesimi giovani e lo Stato, non assimilabile al rapporto di lavoro Pag. 21caratterizzato dalla non assoggettabilità della prestazione ad alcuna disposizione fiscale o tributaria; il coinvolgimento degli enti territoriali e di quelli pubblici e privati senza scopo di lucro nell'organizzazione del servizio civile universale; la definizione di un limite di durata del servizio che consenta il contemperamento dello stesso con le esigenze di vita e di lavoro dei giovani e la previsione della possibilità che lo stesso sia prestato in parte in uno degli Stati membri dell'Unione europea o anche nei Paesi al di fuori dell'Unione per iniziative riconducibili alla promozione della pace e della cooperazione allo sviluppo; infine, il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite durante l'espletamento del servizio civile universale in funzione del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo.
  Sottolinea che resta invece aperta la questione del riconoscimento dell'accesso dei giovani immigrati al servizio civile.
  Alla luce di tali considerazioni auspica una valutazione complessivamente favorevole da parte dei gruppi di maggioranza e di opposizione sui profili di competenza contenuti nel provvedimento in esame e formula pertanto una proposta di parere favorevole con una osservazione, di cui dà lettura (vedi allegato).

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) stigmatizza l'assenza del rappresentante del Governo ai lavori odierni e l'inopportunità della deliberazione del parere su un tema di notevole rilievo in carenza di un confronto con l'Esecutivo.

  Maria Edera SPADONI (M5S) si associa all'intervento del collega Di Battista.

  Francesco MONACO (PD) chiede un chiarimento alla relatrice in merito al richiamo, operato nell'osservazione, allo spirito dei bandi degli ultimi due anni. Inoltre, propone di riformulare il secondo punto della premessa aggiungendo le parole: «economica e civile» in riferimento alla crescita.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, accoglie la proposta di riformulazione avanzata dal collega Monaco precisando che il riferimento allo spirito dei bandi degli ultimi due anni allude al mantenimento di una prospettiva di accesso al servizio civile anche per individui che non posseggano la cittadinanza italiana.

  Fabio PORTA (PD) preannuncia il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sulla proposta di parere della relatrice, evidenziando come la riforma recata nella delega si inserisca in una più ampia riforma della cooperazione. Ricorda, peraltro, come il servizio civile internazionale sia oggi utilizzato anche dagli italiani all'estero e costituisce un'esperienza da valorizzare come fattore di integrazione per gli stranieri.

  Andrea MANCIULLI, presidente, non essendovi altri interventi in dichiarazione di voto, pur in assenza del rappresentante del Governo, ritiene opportuno che la Commissione proceda adesso alla deliberazione sulla proposta di parere.

  Manlio DI STEFANO (M5S) a nome del suo gruppo chiede che la deliberazione non avvenga senza un previo contributo di merito da parte del Governo anche sulle riformulazioni che sono state proposte, dovendosi in alternativa rinviare il voto ad una prossima seduta.

  Il Viceministro Lapo PISTELLI, sopraggiunto alla seduta, si scusa per il ritardo motivato da imprevisti impegni di carattere istituzionale. Esprime, quindi, un orientamento favorevole sulla proposta di parere con un'osservazione, come riformulata dalla relatrice.

  Gianluca PINI (LNA) preannuncia il voto contrario del suo gruppo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con un'osservazione, come riformulata dalla relatrice.

  La seduta termina alle 15.30.

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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 25 marzo 2015. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. – Interviene il viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Lapo Pistelli.

  La seduta comincia alle 15.30.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano e l'Organizzazione mondiale della Sanità – Ufficio regionale per l'Europa – concernente l'Ufficio europeo OMS per gli investimenti in salute e per lo sviluppo, con Emendamento e con Allegati, fatto a Roma il 23 novembre 2012.
C. 2796 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Andrea MANCIULLI, presidente e relatore, in sostituzione della relatrice, onorevole Locatelli, impossibilità a prendere parte alla seduta odierna in quanto in missione all'estero, segnala che l'Accordo in esame è inteso a rinnovare un precedente accordo, di durata decennale, intercorso nel gennaio 2001, tra il Governo italiano, cofirmataria la Regione Veneto, e dall'Ufficio regionale europeo dell'OMS (OMS/EURO), la cui ratifica è stata autorizzata dalla legge 15 gennaio 2003, n. 12, che istituiva l'Ufficio regionale dell'OMS per gli investimenti in salute e per lo sviluppo, con sede a Venezia.
  Sottolinea che i compiti dell'Ufficio di Venezia dell'OMS si sono notevolmente ampliati con l'adozione del documento «Salute 2020» da parte dei 53 Stati europei aderenti all'OMS durante la 62a sessione del Comitato regionale, svoltasi a Malta dal 10 al 13 settembre 2012 che definisce quattro aree primarie per l'azione politica: 1) investire in salute attraverso un approccio mirato all'intero corso dell'esistenza e mirare all’empowerment delle persone; 2) affrontare le principali sfide sanitarie della Regione europea nel campo delle malattie trasmissibili e non trasmissibili; 3) rafforzare sistemi sanitari centrati sulla persona e potenziare le capacità di sanità pubblica nonché la preparazione, la sorveglianza e la risposta alle emergenze; 4) creare comunità in grado di rispondere alle sfide e ambienti favorevoli alla salute. Ciò ha portato alla sottoscrizione dell'Accordo al nostro esame, per un ulteriore periodo iniziale di cinque anni a partire dal 1 giugno 2013, ulteriormente rinnovabile per un periodo di cinque anni.
  L'Accordo si compone di 11 articoli che passa sinteticamente ad illustrare: l'articolo 1 disciplina la struttura organizzativa dell'Ufficio OMS di Venezia, per quanto concerne la denominazione, la nomina del Capo dell'Ufficio e il personale a regime (12 unità). Viene anche previsto un Liaison Board, di cui sono definiti il mandato, la composizione e la nomina. Il mandato è quello di esaminare con cadenza almeno annuale: a) il profilo dell'Ufficio OMS di Venezia; b) le principali questioni di natura legale e relative all'accordo con le istituzioni ospitanti; c) ogni parere scientifico nel rispetto del piano di attività dell'Ufficio di Venezia.
  L'articolo 2 delinea le principali aree di attività dell'Ufficio, consistenti prioritariamente nell'attuazione delle previsioni del documento «Salute 2020», mentre l'articolo 3 regolamenta le strutture afferenti all'Ufficio OMS di Venezia per quanto concerne la sede e gli obblighi legati a ipotesi di trasferimento di tale sede all'interno o all'esterno della regione Veneto.
  All'articolo 4 viene definito il contributo del Ministero della salute e della Regione Veneto. Quest'ultima, oltre alla copertura delle spese di locazione della sede, fornirà all'OMS un contributo annuo di euro 300.000. Per quanto attiene al contributo erogato dal Ministero della salute segnala che il Governo italiano, alla luce dell'attuale contesto economico generale, ha richiesto di rivalutare l'impegno economico del Ministero della salute per il finanziamento dell'Ufficio OMS di Venezia Pag. 23tramite una riduzione dell'erogazione del 10 per cento del contributo annuo, da euro 600.000 a euro 540.000. A seguito di tale richiesta, in data 4 febbraio 2014 è stato sottoscritto tra il Governo italiano, l'Ufficio regionale europeo dell'OMS e la Regione Veneto un emendamento all'Accordo che ne modifica conseguentemente l'articolo 4, riducendo l'importo erogato dallo Stato.
  All'articolo 5 viene regolamentato l'aspetto relativo al personale dell'Ufficio OMS di Venezia, ivi incluso il personale eventualmente comandatovi, che sarà sottoposto alle normative e alle regolamentazioni dell'OMS sul personale, avrà lo status e i diritti del personale dell'OMS e sarà equiparato ai funzionari dell'OMS ai fini dell'applicazione delle immunità e dei privilegi concessi per il libero esercizio delle proprie funzioni. Ricorda a tale proposito che il contingente massimo di personale che potrà essere comandato all'Ufficio OMS di Venezia nel periodo di validità dell'Accordo è parametrato alla media del personale utilizzato sotto la vigenza del precedente Accordo, per numero e qualifica, e sarà pari a due unità.
  L'articolo 6 delinea il contributo dell'OMS/EURO con particolare riguardo alla gestione amministrativo-finanziaria e alla rendicontazione dei contributi percepiti in base all'Accordo in oggetto, che sarà soggetta al controllo interno ed esterno e alle norme, ai regolamenti e alle procedure finanziarie applicabili all'OMS. In base a questo articolo, l'OMS/EURO assicurerà ogni possibile sforzo per ottenere finanziamenti supplementari per le attività dell'Ufficio di Venezia da fonti diverse rispetto al Ministero della salute e alla Regione Veneto.
  L'articolo 7 disciplina la collaborazione tra l'Ufficio OMS di Venezia e le istituzioni italiane con particolare riguardo al coinvolgimento dell'Ufficio in attività di livello sub-nazionale, nazionale e internazionale promosse dal Ministero della salute, in linea con il Piano sanitario nazionale e in conformità con le competenze dell'Ufficio stesso.
  L'articolo 8 regolamenta i privilegi e le immunità internazionali dell'Ufficio OMS di Venezia, richiamando la Convenzione sui privilegi e le immunità delle agenzie specializzate e dal relativo Allegato VII, adottati dalla prima Assemblea mondiale della sanità dell'OMS il 17 luglio 1948, alla quale il nostro Paese ha aderito, per quanto concerne l'OMS, il 30 agosto 1985.
  L'articolo 9 approva il piano di lavoro dettagliato relativo al primo biennio di attività nell'ambito della durata dell'Accordo, nonché una previsione delle principali aree di attività per il periodo coperto dall'Accordo, che vengono allegati rispettivamente come Allegato I e Allegato II.
  Come precisato all'articolo 10, è prevista una valutazione biennale del lavoro dell'Ufficio OMS di Venezia, sulla base di relazioni presentate all'OMS/EURO, in conformità con le procedure dell'OMS. Oltre alla relazione biennale delle attività dell'Ufficio OMS di Venezia, verranno redatte relazioni annuali sui progressi compiuti in conformità alle linee guida dell'OMS/EURO. Queste ultime saranno inoltre discusse nell'ambito delle riunioni annuali del Liaison Board dell'Ufficio OMS di Venezia.
  L'articolo 11 detta le disposizioni finali, con la definizione della data di entrata in vigore (1 giugno 2013) e di attuazione dell'Accordo, subordinate a: 1) avvenuta notifica finale a opera delle Parti circa il completamento delle necessarie formalità previste dai rispettivi ordinamenti di ciascuna Parte, ivi compresa l'autorizzazione parlamentare alla ratifica; 2) adozione da parte della regione Veneto dei necessari atti amministrativi connessi con gli impegni finanziari.
  Sono definite inoltre la durata che è, come accennato, quinquennale, ulteriormente rinnovabile per un periodo di cinque anni e le modalità di recesso delle Parti, nonché le modalità per apportare modifiche o revisioni dell'Accordo e le modalità di risoluzione di eventuali controversie non composte amichevolmente (conciliazione e, in caso di fallimento di quest'ultima, arbitrato).Pag. 24
  Il disegno di legge, oltre a contenere le consuete previsioni normative circa l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione, provvede alla copertura degli oneri finanziari, relativi al contributo erogato dal Ministero della salute, pari a 540.000 euro annui, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa recata dall'articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto-legge n. 81 del 2004, convertito con modificazioni, dalla legge n. 138 del 2004, recante istituzione e funzionamento del Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie.
  Conclude auspicando una rapida approvazione del disegno di legge di ratifica, nell'ottica di rilanciare la collaborazione tra l'Italia e l'OMS, dopo un momento critico segnato dalla chiusura a Roma di un polo di eccellenza come il Centro Europeo per l'ambiente e la salute nel 2011, trasferito a Bonn, consolidando – a sessant'anni dall'adesione italiana all'ONU – la storica presenza delle Nazioni Unite a Venezia, caratterizzata oltre che dall'Ufficio dell'OMS dalla sede regionale dell'UNESCO a Palazzo Zorzi.

  Il viceministro Lapo PISTELLI, in linea con i contenuti descritti dal relatore, ricorda che l'Italia e l'Organizzazione mondiale della sanità hanno siglato l'accordo in titolo, istitutivo dell'Ufficio, nel 2001 e che l'Ufficio OMS, avente sede a Venezia, svolge due funzioni principali: la somministrazione di servizi il monitoraggio sulla salute dei cittadini e la collaborazione fra Stati. Il trattato è scaduto nel 2013 ed una rapida approvazione del provvedimento porterebbe al conseguimento di due obiettivi: mantenere a Venezia un elemento significativo del sistema onusiano in Italia ed una revisione dell'accordo economico di sede, con la riduzione di circa il 10 per cento del contributo italiano. Richiama poi tutte le componenti della presenza dell'ONU in territorio italiano, concentrata nelle sedi di Torino, Roma e Brindisi ma anche in altri centri e fa presente che il rilancio di questo patrimonio contribuisce a dare sostanza alla candidatura dell'Italia al seggio non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il biennio 2017-2018. Occorre pertanto che il Parlamento, con un celere iter di esame, contribuisca a questo sforzo nell'interesse di un'immagine positiva e affidabile del nostro Paese.

  Maria Edera SPADONI (M5S) avanza dei dubbi sulla trasparenza e sull'effettività dell'azione svolta dall'Ufficio OMS, ricordando che il suo costo effettivo è per noi pari a quasi 1 milione di euro, e sottolinea i rischi connessi ai privilegi e all'immunità di cui gode l'ente, facendo l'esempio di quanto avvenuto con l'Istituto agronomico mediterraneo e il recente caso del danneggiamento di ulivi in Puglia.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) sottolinea il parere convintamente favorevole del Partito Democratico sul provvedimento in esame, al tempo stesso ricordando l'importanza di mantenere il più possibile elementi del sistema onusiano in Italia. Fa presente come la proiezione internazionale dell'Italia sia comunque un obiettivo da perseguire, anche se comporta dei costi economici e che si debbano scongiurare il più possibile contraddizioni che danneggiano il ruolo internazionale dell'Italia.

  Il viceministro Lapo PISTELLI, in risposta ai rilievi critici sollevati dalla deputata Edera Spadoni sul provvedimento in discussione, li riconduce a due aspetti fondamentali, connessi alla valutazione di efficacia e di efficienza dell'Ufficio. Quanto al primo punto, ricorda come i compiti di tale ufficio siano stati fortemente implementati dall'adozione del documento «Salute 2020». Quanto al secondo, sottolinea che rimanere nel sistema internazionale comporta comunque un impegno economico. D'altro canto, tale impegno è certamente – come confermato da una recente indagine del Cespi – più che controbilanciato dal ritorno conseguente alla presenza sul nostro territorio delle istituzioni internazionali.

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  Andrea MANCIULLI, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri.

  La seduta termina alle 15.55.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica Ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l'8 febbraio 2011.
C. 2004 Di Stefano.

Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla riduzione dei casi di apolidia, fatta a New York il 30 agosto 1961.
C. 2802 Governo.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 405 del 12 marzo 2015, a pagina 19, prima colonna, alla prima riga, inserire le seguenti parole:

Variazione nella composizione del Comitato permanente per la politica estera e le relazioni esterne dell'Unione europea.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, comunica che a far data da oggi, giovedì 12 marzo 2015, l'onorevole Guglielmo Picchi (FI-PdL) assume la presidenza del Comitato permanente per la politica estera e le relazioni esterne dell'Unione europea.

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