CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 novembre 2014
344.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 3 DICEMBRE 2014

Pag. 314

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 26 novembre 2014. — Presidenza del presidente Mario MARAZZITI.

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla missione svolta a Ginevra in occasione della 20ma Sessione del gruppo di lavoro del Consiglio Diritti umani delle Nazioni Unite (27 ottobre 2014).

  Mario MARAZZITI, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Ricorda che alla missione in titolo ha partecipato l'onorevole Eleonora Cimbro che, anche in qualità di componente del Comitato, è stata designata dalla Presidente della Camera a fare parte in qualità di osservatrice della delegazione italiana presso la 20ma Sessione del Working Group del Consiglio dell'ONU per i diritti umani (vedi allegato 1).
  Ritiene che la seduta odierna contribuisca a valorizzare il lavoro che il Pag. 315Comitato svolge per il monitoraggio sullo stato dei diritti umani nel resto del mondo e sull'impegno italiano nell'attuazione di tutti gli strumenti di diritto internazionale che l'Italia ha sottoscritto e ratificato. Sottolinea che si tratta di uno sforzo ineludibile e ancora più stringente nella attuale fase di presidenza di turno dell'Unione europea.
  Sottolinea, quindi, che gli spunti derivanti da questa seduta e dalla successiva audizione del presidente del CIDU potranno auspicabilmente contribuire ad un rilancio dell’iter di esame delle maggiori iniziative legislative in materia di diritti umani, soprattutto con riferimento all'istituzione di una autorità nazionale indipendente conforme ai Principi di Parigi, alla introduzione del reato di tortura, alla tutela della condizione dei minori stranieri non accompagnati, delle minoranze rom, sinti e camminanti, nonché dei migranti e richiedenti asilo. Fa presente che nella giornata odierna la Commissione affari esteri avvierà l'esame in sede referente del disegno di legge di ratifica della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2006, di cui la collega Cimbro è relatrice e su cui l'onorevole Tidei, anch'ella componente di questo Comitato, ha presentato una proposta di legge.

  Eleonora CIMBRO (PD), rinviando all'allegata descrizione sui contenuti e sugli esiti della missione in titolo, sottolinea che la missione svolta a Ginevra ha rappresentato un'occasione di particolare rilievo al fine di stimolare il lavoro del Parlamento, ma anche delle altre istituzioni ed amministrazioni interessate, sui temi afferenti la tutela dei diritti umani. Coglie l'occasione per auspicare che il Comitato svolga un'attività preparatoria in vista della seconda fase della Revisione Periodica Universale, contemplando anche la predisposizione di un documento di indirizzo. Evidenzia l'impegno di questo Comitato e della Commissione affari esteri nel suo complesso sul terreno dei diritti umani, che si sostanzia oggi nell'avvio dell'esame del disegno di legge di ratifica della Convenzione del 2006 sulle sparizioni forzate, di cui si onora di essere relatrice.
  Auspica, inoltre, che alla seconda fase della Revisione, prevista per marzo 2015, il nostro Paese possa portare risultati tangibili sul terreno delle riforme legislative, in ottemperanza con le più significative raccomandazioni formulate nella sede del Consiglio. Infine, alla luce della prospettiva di attuazione concreta da parte italiana delle maggiori convenzioni internazionali di diritto umanitario siglate dall'Italia, prospetta l'opportunità che il nostro Paese proceda alla redazione del cosiddetto implementation report, vale a dire di un rapporto intermedio predisposto su base volontaria tra una revisione e l'altra e che ad oggi solo 50 dei 193 Paesi membri dell'ONU hanno compilato.

  Mario MARAZZITI, presidente, ringrazia la collega Cimbro per il suo impegno ed intervento, con cui contribuisce a corroborare il ruolo di questo Comitato e ad evidenziare l'importanza della collaborazione con le organizzazioni internazionali.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara quindi concluse le comunicazioni in oggetto, preannunciando che il prossimo 3 dicembre 2014 avrà luogo l'audizione del Relatore Speciale dell'ONU sui diritti dei migranti, François Crepeau, in visita in Italia nell'ambito della Revisione Periodica Universale.

  La seduta termina alle 8.55.

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI

AUDIZIONI

  Mercoledì 26 novembre 2014. — Presidenza del presidente Mario MARAZZITI.

  La seduta comincia alle 8.45.

Pag. 316

Audizione del presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani, Ministro plenipotenziario Gian Ludovico de Martino, sugli esiti della prima fase della Revisione Periodica Universale dell'Italia presso il Consiglio Diritti umani delle Nazioni Unite.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione).

  Mario MARAZZITI, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce quindi l'audizione.

  Gian Ludovico DE MARTINO, presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni Eleonora CIMBRO (PD), Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) e Mario MARAZZITI, presidente.

  Gian Ludovico DE MARTINO, presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani, risponde ai quesiti posti e fornisce ulteriori precisazioni.

  Eleonora CIMBRO (PD) interviene sui lavori del Comitato permanente sui diritti umani.

  Mario MARAZZITI, presidente, dichiara quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.45.
  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 26 novembre 2014. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.05.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2006.
C. 2674 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che al disegno di legge in esame sarà abbinata la proposta di legge n. 1374, d'iniziativa dei colleghi Tidei e Porta e avente identico contenuto rispetto al disegno di legge in titolo.

  La Commissione prende atto.

  Eleonora CIMBRO (PD), relatore, nell'illustrare i provvedimenti in titolo, osserva che la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2006 è stata originariamente predisposta da un gruppo di lavoro ad hoc creato nel 1980 dall'allora Commissione delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo sulla scorta di una risoluzione presentata dalla Francia, con lo scopo di elaborare sul piano internazionale uno strumento normativo vincolante per la protezione delle persone dal fenomeno delle sparizioni forzate.
  In origine, l'elaborazione e l'adozione di una convenzionale internazionale contro le sparizioni forzate era stata fortemente richiesta dalle associazioni latino-americane di famiglie di desaparecidos e poi sostenute da ong operanti in tutti i continenti, che furono largamente coinvolte nel lungo iter di elaborazione del testo.
  Ricorda che la sparizione forzata è una pratica criminale generalmente associata alle dittature latinoamericane, ma che ha origini marcatamente europee: basti pensare Pag. 317alle migliaia di persone scomparse durante la dittatura nazista e, più di recente, a tutte le vicende legate alle «extraordinary renditions», pratica fortemente condannata dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani che l'ha definita «una patente e gravissima violazione degli articoli 3 e 5 della Convenzione di Roma».
  In America Latina il metodo è stato però utilizzato come strumento politico e repressivo all'interno della cosiddetta «guerra contro-insurrezionale» volta all'eliminazione fisica degli oppositori militanti e delle persone critiche dei regimi dittatoriali e prosegue oggi – come ricordato il 30 agosto nella giornata dedicata dalle Nazioni Unite alle vittime – anche in numerosi altri contesti, a partire da quello siriano: solo nel 2013 il Working Group on Enforced or Involuntary Disappearances ha ricevuto 208 denunce di nuovi casi provenienti da 21 Paesi.
  Le sparizioni forzate rientrano tra le violazioni più gravi dei diritti umani poiché ledono il diritto della persona alla sicurezza e alla tutela da parte della legge, il diritto a non essere arbitrariamente privata della libertà personale e il diritto a non essere oggetto di tortura e di altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti. In alcune circostanze, le sparizioni forzate possono portare anche a violazioni del diritto alla vita, della libertà di espressione, religione e associazione e del divieto di non discriminazione.
  Tra gli elementi di maggiore preoccupazione emergono la responsabilità delle forze armate in molti episodi di sparizioni, il numero di indagini archiviate o sospese e l'adozione, da parte di alcuni Stati, di leggi di amnistia o di altre misure che favoriscono l'impunità degli autori del reato.
  Per lungo tempo l'assenza di un meccanismo specifico a livello internazionale, volto a proteggere le vittime e a punire i colpevoli di sparizioni ha rappresentato una lacuna nel diritto internazionale. Le norme internazionali, infatti, prendevano in considerazione il fenomeno sotto un'ottica parziale.
  Solo nel 1992 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una Dichiarazione sulle sparizioni forzate che, pur non avendo carattere vincolante, ha rappresentato il primo documento internazionale specificamente rivolto a questo fenomeno. In tale contesto, la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate si presenta come lo strumento giuridico più efficace per affrontare in maniera complessiva il fenomeno delle sparizioni, saldando così gli aspetti di diritto internazionale dei diritti umani con quelli di diritto umanitario e di diritto penale internazionale.
  L'Italia ha partecipato attivamente al Gruppo di lavoro dedicato, fornendo un contributo di rilievo, riconosciuto e apprezzato dalle altre delegazioni, grazie anche a un efficace concerto con le altre amministrazioni interessate, in particolare, i Ministeri della giustizia, della difesa e dell'interno. Coerentemente con il percorso delineato, ha co-sponsorizzato la risoluzione dell'Assemblea Generale, che ha adottato il testo, e ha firmato la Convenzione il 3 luglio 2007.
  In occasione della 67a Sessione dell'Assemblea Generale l'Italia ha inoltre co-sponsorizzato la risoluzione sulle sparizioni forzate proposta da Francia, Marocco e Argentina, adottata per consensus, e si accinge a fare altrettanto nel corso della 68a Sessione attualmente in corso.
  La Convenzione è stata aperta alla firma il 6 febbraio 2007 a Parigi ed è entrata in vigore il 23 dicembre 2010, trenta giorni dopo il deposito del ventesimo atto di ratifica o adesione. Attualmente è stata ratificata – o vi hanno aderito – oltre quaranta Stati, di cui sette sono membri dell'Unione europea (Austria, Belgio, Francia, Germania, Lituania, Paesi Bassi e Spagna).
  La Convenzione configura quale reato l'arresto, la detenzione, il rapimento od ogni altra forma di privazione della libertà posta in essere da agenti dello Stato o da persone o gruppi di persone che agiscono con l'autorizzazione, il sostegno o l'acquiescenza dello Stato, seguiti dal rifiuto di riconoscere la privazione della libertà o Pag. 318dall'occultamento della sorte riservata alla persona scomparsa e del luogo in cui questa si trova, ponendola al di fuori della protezione della legge (articoli 2 e 4).
  Il principale obbligo per gli Stati parte della Convenzione è dunque quello di prevedere, all'interno della legislazione nazionale, una norma che condanni come reato la pratica delle sparizioni forzate (articolo 4).
  Inoltre, l'articolo 5 del nuovo strumento internazionale definisce il ricorso generalizzato e sistematico alle sparizioni forzate come «crimine contro l'umanità».
  Al fine di combattere questa prassi criminale, ogni Stato parte (articolo 6) deve prendere tutte le misure necessarie affinché venga accertata la responsabilità penale di ogni persona sospettata di aver eseguito, ordinato, sollecitato o indotto una sparizione forzata.
  Le disposizioni della Convenzione impongono inoltre agli Stati parte: di assicurare che il proprio sistema legale preveda pene severe in caso di condanna ed il diritto alla riparazione per le vittime di sparizione forzata (intendendo per «vittime» la persona scomparsa e tutte le persone fisiche che hanno subìto un danno quale risultato diretto della sparizione forzata); di vietare in modo assoluto qualsiasi tipo di detenzione segreta e vengono istituite garanzie rigorose a tutela delle persone private della libertà, comprese la scrupolosa registrazione delle persone detenute nelle carceri e la possibilità per i detenuti di accedere a un tribunale (articolo 17); di evitare qualsiasi atto (ed esempio, estradizione o espulsione) che comporti il trasferimento di una persona in uno Stato dove potrebbe essere sottoposta a sparizione forzata (articolo 16); di prevedere una protezione speciale a tutela dei minori che siano stati sottoposti a sparizione forzata e dei minori figli di persone vittime di sparizione forzata, allo scopo di preservarne l'identità e di evitare adozioni illegali (articolo 25); di garantire infine un vero e proprio «diritto alla memoria» per le vittime, di conoscere cioè la verità sulle circostanze della sparizione forzata, lo svolgimento e i risultati dell'inchiesta nonché la sorte della persona scomparsa (articolo 24) e di attuare l'obbligo di continuare le ricerche fino a che divenga nota la sorte della persona scomparsa (articolo 24, paragrafo 6).
  Ai legali delle persone che denunciano la scomparsa, in caso di comprovato pericolo a causa dello svolgimento dei loro compiti di difensori, potranno essere accordate misure di vigilanza o di scorta. Costoro, infatti, per l'esposizione pubblica connaturata all'esercizio della loro professione, non potranno essere sottoposti al programma di protezione previsto dalla normativa vigente, basato sul trasferimento in una località segreta e sulla mimetizzazione, né alle speciali misure a cura del prefetto che, essendo attuate nella località di origine, confliggono con i presumibili spostamenti di chi esercita l'attività forense.
  La protezione speciale prevista dalla legislazione italiana si applicherà solo ai familiari della persona privata della libertà e solo nel caso in cui essi rendano dichiarazioni all'autorità giudiziaria sulla sparizione del proprio congiunto. Gli altri soggetti indicati dalla Convenzione, esposti a pericolo, saranno tutelati attraverso le misure di vigilanza o di scorta.
  Il capitolo II della Convenzione (articoli 26 e seguenti) è dedicato all'istituzione di un Comitato di esperti, incaricato di controllare l'applicazione della Convenzione ed eventualmente di esaminare casi individuali. Il Comitato è composto da dieci membri, esperti nel settore dei diritti umani, eletti dagli Stati parte secondo un criterio di equa ripartizione geografica. Lo Stato parte dovrà redigere e presentare al Comitato un primo rapporto sulle misure adottate per fare fronte agli obblighi previsti dalla Convenzione entro due anni dalla sua ratifica (articolo 29).
  Il Comitato esaminerà il rapporto e formulerà, se del caso, commenti, osservazioni o raccomandazioni. Spetta agli Stati parte, invece, dichiarare, all'atto della ratifica o successivamente ad essa, di accettare la competenza del Comitato a Pag. 319ricevere ed esaminare comunicazioni da parte di individui o di chi li rappresenti, che lamentino violazioni della Convenzione (articolo 31); analogamente gli Stati parte possono dichiarare di riconoscere la competenza del Comitato a ricevere ed esaminare comunicazioni attraverso le quali uno Stato dichiari che un altro Stato parte non adempie gli obblighi previsti dalla Convenzione (articolo 32).
  Infine, secondo quanto stabilito dall'articolo 33, il Comitato, qualora riceva informazioni attendibili che indichino che uno Stato stia seriamente violando la Convenzione, può, d'intesa con lo Stato interessato, effettuare una missione nel Paese. Nell'ipotesi di sospetti casi di sparizioni forzate diffuse e sistematiche, l'organo di controllo della Convenzione è autorizzato, dopo aver comunque cercato di ottenere da parte dello Stato in causa tutte le informazioni rilevanti sulla situazione in corso, a portare il caso all'attenzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tramite il Segretario Generale dell'ONU (articolo 34).
  Per quanto attiene al nostro ordinamento ricorda che, benché il reato di sparizione forzata non sia codificato con tale nomen iuris nella legislazione italiana, esiste una serie di disposizioni normative sanzionatorie delle condotte integranti gli estremi della suddetta fattispecie criminosa, come accade, d'altronde, per molti dei crimini contro l'umanità previsti dall'articolo 7 dello Statuto di Roma: si pensi agli articoli 605 (sequestro di persona), 606 (arresto illegale), 607 (indebita limitazione di libertà personale) e 608 (abuso di autorità contro arrestati o detenuti) del codice penale.
  Ovviamente con tali reati possono concorrerne altri, quali le percosse ex articolo 581 c.p. e le lesioni personali, di cui agli articoli 582 e 590 c.p., a seconda che la condotta posta in essere dal soggetto agente sia connotata da dolo o da colpa.
  Come richiamato nella relazione tecnica allegata al provvedimento, sottolineo che le spese relative all'attuazione della Convenzione sono poste a carico del bilancio delle Nazioni Unite, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica dello Stato. Le risorse per farvi fronte sono, infatti, già contenute nel bilancio ordinario biennale dell'ONU 2014-2015.
  Conclude raccomandando una rapida approvazione del disegno di legge e manifestando soddisfazione per l'abbinamento della proposta di legge a prima firma della collega Tidei, che ha contribuito alla presentazione del disegno di legge sollecitando nei mesi scorsi un impegno diretto dell'Esecutivo in questo senso attraverso un'apposita interrogazione a risposta immediata presso questa Commissione.
  La ratifica della Convenzione, oltre a porci in linea con i principali partner europei, confermerebbe pienamente l'impegno del Governo e del Parlamento in questa materia, particolarmente importante anche alla luce dell'attuale procedura di Revisione Periodica Universale alla quale l'Italia è attualmente sottoposta: segnala infatti – sulla scorta delle informazioni fornite stamane dal ministro plenipotenziario De Martino nell'audizione presso il Comitato permanente per i diritti umani – che anche in occasione dell'attuale Revisione, come già nel 2010, sono state rivolte numerose raccomandazioni al nostro Paese per stimolare da parte italiana la ratifica di tale importante Convenzione delle Nazioni Unite.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alle considerazioni svolte dalla relatrice.

  Marta GRANDE (M5S) manifesta il sostegno del suo gruppo al provvedimento in titolo, di cui auspica un sollecito iter di esame anche in considerazione del continuo reiterarsi di episodi di sparizioni forzate in diversi Stati ed aree di crisi.

  Edmondo CIRIELLI (FdI-AN) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in titolo, pur manifestando il rammarico per la ritardata presentazione del disegno di legge di ratifica da parte dei diversi governi succedutisi dal 2006 ad oggi. Ricorda, quindi, le migliaia Pag. 320di soldati scomparsi alla fine del secondo conflitto mondiale e trattenuti contro la propria volontà anche all'interno di campi di prigionia americani. Richiama, infine, i casi di sparizioni forzate sistematicamente disposte i passato da dittature africane ed asiatiche, spesso di ispirazione filo-sovietica, oltre che da quelle sudamericane e auspica per il futuro maggiore sollecitudine rispetto alla ratifica di strumenti così rilevanti per l'immagine internazionale del nostro Paese.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) sottopone alla valutazione del rappresentante del Governo i frequenti casi di sottrazione di minori tra genitori appartenenti a diverse nazionalità, al fine di sapere se tali fattispecie possano rientrare nell'ambito di applicazione della Convenzione in oggetto. Rappresenta che talvolta, in simili circostanze, vi è una forma di sostegno se non di complicità da parte dello Stato di appartenenza del genitore che ha sottratto il minore.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA, in riferimento al quesito testé posto dall'onorevole Locatelli, precisa che la Convenzione in titolo non disciplina il tema della sottrazione di minori tra genitori.

  Fabio PORTA (PD) esprime, anche a nome della collega Tidei, di cui ha sottoscritto l'abbinata proposta di legge n. 1374, soddisfazione per l'avvio dell'esame dell'importante provvedimento in oggetto, di cui auspica un iter sollecito anche alla luce della recrudescenza del fenomeno in molte aree del mondo. Ricorda infine gli incontri svolti nella precedente legislatura con le madri e le abuelas de Plaza de Majo e ribadisce che la ratifica della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate è un passo che fa onore al nostro Paese.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, propone che la Commissione adotti il disegno di legge n. 2674 come testo base per il prosieguo dell'esame in sede referente.

  La Commissione conviene.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare dei provvedimenti, che saranno trasmessi alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Turchia sulla previdenza sociale, fatto a Roma l'8 maggio 2012.
C. 2270 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 9 ottobre scorso.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Bilancio, Trasporti, Lavoro e Affari sociali.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Mario Marazziti, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 14.30.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 26 novembre 2014. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.30.

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7-00518 Quartapelle Procopio: Sulla partecipazione dell'Italia alla GAVI Alliance.
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00087).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) illustra la risoluzione in titolo sottolineando che il caso Ebola dimostra il carattere globale del tema delle vaccinazioni ed immunizzazioni, su cui la GAVI Alliance ha destinato tra il 2000 e il 2007 ben otto miliardi di dollari. Ricorda che l'Italia si colloca al quinto posto tra i Paesi donatori ed è auspicabile che prosegua nel proprio impegno in vista del prossimo replenishment per gli anni 2016-2020 in occasione della II Conferenza dei Donatori del GAVI, prevista a Berlino nel gennaio 2015. Sottolinea infine che il secondo capoverso del dispositivo della risoluzione corrisponde a quanto indicato nella legge di riforma della cooperazione allo sviluppo, recentemente approvata dal Parlamento italiano.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA esprime una valutazione favorevole sulla risoluzione in titolo, a condizione che essa sia riformulata al fine di sostituire, con riferimento al quattordicesimo punto della parte motiva, il richiamo al vertice del G7 con quello alla II Conferenza dei Donatori del GAVI, in programma a Berlino il 27 gennaio 2015, i cui lavori saranno aperti dalla Cancelliera della Repubblica Federale di Germania, Angela Merkel. Segnala quindi un'ulteriore proposta di riformulazione riferita al primo punto del dispositivo e finalizzata, oltre che ad operare un analogo richiamo alla II Conferenza dei Donatori del GAVI, ad impegnare il Governo ad operarsi per un rafforzamento della contribuzione finanziaria, anche nell'ambito del documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, che verrà approvato secondo l'articolo 12 della legge 11 agosto 2014, n. 125, a conferma del ruolo di guida del nostro Paese nei programmi d'immunizzazione. Infine, propone la soppressione del secondo punto della parte dispositiva ed l'inserimento del suo contenuto al termine del successivo ed ultimo punto del testo.
  Tutto ciò premesso, esprime l'auspicio affinché gli altri rami dell'Amministrazione dello Stato, coinvolti dalla risoluzione in oggetto, con particolare riferimento al Ministero dell'economia e delle finanze, assicurino il proprio contributo nei rispettivi ambiti di competenza.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) accoglie le proposte di riformulazione testé avanzate dal sottosegretario Della Vedova e sottolinea che la risoluzione è destinata ad impegnare l'intero Esecutivo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi all'unanimità la risoluzione in titolo come riformulata, che assume il numero 8-00087 (vedi allegato 2).

  La seduta termina alle 14.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.40 alle 14.50.

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