CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 ottobre 2014
325.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 121

RISOLUZIONI

  Giovedì 30 ottobre 2014. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Teresa Bellanova.

  La seduta comincia alle 14.45.

7-00439 Tripiedi: Benefici previdenziali a favore dei soggetti impegnati in attività lavorative usuranti.
7-00464 Prataviera: Benefici previdenziali a favore di soggetti impegnati in attività lavorative usuranti.
7-00469 Damiano: Benefici previdenziali a favore di soggetti impegnati in attività lavorative usuranti.
(Seguito della discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00086).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni Tripiedi n. 7-00439, Prataviera n. 7-00464 e Damiano n. 7-00469, rinviata nella seduta del 15 ottobre 2014.

  Cesare DAMIANO, presidente, fa presente che è stata presentata una nuova proposta di testo unificato delle risoluzioni in titolo (vedi allegato 1).

  Antonio BOCCUZZI (PD) illustra la nuova proposta di testo unificato delle risoluzioni in titolo, sottolineando come essa sia espressione di un orientamento condiviso dai presentatori degli atti di indirizzo.

  Il sottosegretario Teresa BELLANOVA esprime un parere favorevole sul nuovo testo unificato delle risoluzioni, subordinatamente Pag. 122a una sua riformulazione del suo quarto impegno, nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Cesare DAMIANO, presidente, prende atto che i presentatori delle risoluzioni in esame accettano la riformulazione proposta.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva il nuovo testo unificato delle risoluzioni in titolo, come riformulato a seguito dell'espressione del parere del rappresentante del Governo, che assume il numero 8-00086.

  La seduta termina alle 14.50.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 30 ottobre 2014. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Teresa Bellanova.

  La seduta comincia alle 14.50.

Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro.
C. 2660, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 16 ottobre 2014.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che, come convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi nella giornata del 29 ottobre scorso, oggi si svolgeranno interventi nell'ambito dell'esame preliminare. Avverte che le modalità di prosecuzione della discussione nelle prossime sedute saranno definite sulla base del calendario che verrà stabilito dall'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, anche in relazione ai tempi che sarà necessario dedicare all'esame in sede consultiva dei disegni di legge di stabilità e di bilancio.

  Simone BALDELLI (FI-PdL), intervenendo sui lavori della Commissione, ritiene che, prima di entrare nel merito delle questioni, sia opportuno affrontare una questione pregiudiziale di tipo politico, al fine di chiarire se vi siano reali possibilità di incidere sul testo attraverso puntuali proposte di modifica. Invita quindi il Governo a precisare quali siano i margini per un confronto sul merito delle questioni, tenuto conto che il provvedimento in esame non presenta le caratteristiche della necessità e dell'urgenza e richiede, pertanto, un iter esame meditato ed articolato. A fronte della complessità degli argomenti in discussione, sui quali, peraltro, gli orientamenti dei gruppi appaiono diversificati anche all'interno della stessa maggioranza e dei singoli schieramenti, ricorda che sul presente provvedimento è già stata compiuta una forzatura al Senato, con l'apposizione della questione di fiducia, auspicando che il dibattito alla Camera, al contrario, non venga compresso e si conceda ai gruppi la libertà di manifestare la propria posizione politica.

  Davide BARUFFI (PD) ritiene che la questione testé posta dal deputato Baldelli non sia irrilevante, considerato che essa riguarda il ruolo che la Commissione è chiamata a svolgere nel processo di miglioramento del provvedimento in esame. Fatto notare che l'impianto del testo è stato migliorato dal Senato e appare condivisibile, soprattutto laddove introduce norme di sistema in materia di universalizzazione degli interventi di sostegno al reddito, miglioramento delle politiche attive, contrasto alla precarietà e valorizzazione del contratto a tempo indeterminato, ritiene che sia possibile compiere ulteriori passi avanti, perfezionando Pag. 123gli interventi e mettendo anche la Camera nelle condizioni di dare il proprio contributo al conferimento di questa importante delega. Auspica, infine, che l’iter si svolga in tempi certi, ma senza alcuna forzatura procedurale.

  Il sottosegretario Teresa BELLANOVA (PD) ritiene che l’iter presso il Senato non abbia registrato alcuna forzatura, essendosi svolto nell'ambito di un confronto ampio e meditato tra i gruppi e il Governo, che ha condotto a un risultato apprezzabile. Ricorda, quindi, che la questione di fiducia è stata posta in quel ramo del Parlamento su un testo risultante, per larga parte, dall'esame degli emendamenti in Commissione, che è stato lungo e complesso e si è svolto nel pieno rispetto del ruolo svolto dai parlamentari e con il pieno coinvolgimento dell'opposizione. Ritenuto che vi siano tutte le condizioni affinché anche presso la Camera l’iter si svolga secondo modalità rispettose del confronto politico, assicura la disponibilità del Governo ad ascoltare con attenzione tutte le proposte di modifica che dovessero emergere dal dibattito, non avendo alcuna preclusione ad una loro accettazione laddove siano mirate ad un miglioramento del testo. Pur facendo notare che non è possibile prevedere con certezza quali saranno i risultati a cui condurrà la dialettica parlamentare, auspica che l’iter di esame si concluda comunque in tempi ragionevoli, considerato che si tratta di realizzare quanto prima un sistema di protezione sociale che fornisca risposte rapide ai tanti soggetti in difficoltà presenti nel mercato del lavoro.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA), nel ringraziare il Governo per la disponibilità mostrata a confrontarsi con i gruppi sul merito delle proposte, auspica che tale disponibilità si traduca in una reale possibilità per la Camera dei deputati di incidere sul testo e migliorarlo. Segnala, a titolo di esempio, che in materia di ammortizzatori sociali è auspicabile ampliare le coperture previste senza ridurre gli strumenti di sostegno attualmente vigenti. Paventa il rischio che la posizione della fiducia, per l'ennesima volta, impedisca ai deputati non componenti della Commissione di merito di fornire un contributo al miglioramento dei provvedimenti in sede di esame degli emendamenti in Assemblea.

  Cesare DAMIANO, presidente, ritenendo che il Governo abbia fornito risposte politiche importanti, si dichiara fiducioso circa la reale possibilità di instaurare una positiva interlocuzione tra i gruppi e il Governo.

  Davide TRIPIEDI (M5S), ritenuto che sia illusorio immaginare di creare nuova occupazione attraverso astratte modifiche alla disciplina contrattuale, fa notare che il provvedimento in esame appare gravemente lesivo dei diritti dei lavoratori, non rispondendo, peraltro, alle aspettative delle piccole e medie imprese, che rappresentano il nucleo fondante del tessuto produttivo italiano. Evidenzia, piuttosto, che le norme introdotte dal provvedimento, dal contenuto vago e generico, serviranno alle grandi multinazionali, alle quali si consentirà di licenziare liberamente, secondo una logica di monetizzazione dei diritti dei lavoratori. Ritiene, pertanto, che il provvedimento, non miri alla collaborazione tra datori di lavoro e lavoratori, ma rischi di aumentare la conflittualità sociale e di «militarizzare» le imprese, attraverso misure che ledono la dignità dei lavoratori, come quelle sul demansionamento e sulla sorveglianza a distanza, che, a suo avviso, risultano palesemente incostituzionali. Osserva poi che la parte del provvedimento sugli ammortizzatori sociali appare insufficiente a fronteggiare la grave crisi che affligge il sistema delle imprese, come quelle della sua zona di provenienza, la Brianza, senza affrontare le ragioni strutturali alla base della disoccupazione, che, a suo avviso, sono da riconnettere anche a ragioni tecnologiche. Osserva, quindi, che manca nel testo una visione di sistema sulle politiche attive, che sia fondata sul sistema di alternanza scuola-lavoro, e non vengono in alcun modo considerati interventi sul Pag. 124reddito di cittadinanza. Fa notare, infine, che, a differenza da quanto affermato dal rappresentante del Governo, l’iter al Senato si è svolto in spregio delle prerogative dei parlamentari, atteso che è stato presentato un maxiemendamento che ha stravolto il testo uscito dalla Commissione. Nel dichiarare la disponibilità del suo gruppo a confrontarsi sul merito delle questioni, si augura che il Governo intenda realmente collaborare con il Parlamento, a differenza di quanto avvenuto in passato, in occasione dell'esame di altri provvedimenti, in cui i testi normativi elaborati dalla Commissione sono stati spesso stravolti dagli interventi di modifica del Governo. A testimonianza del mancato rispetto del Parlamento da parte del Governo cita il caso recente dei lavoratori impiegati in lavoratori usuranti, facendo notare che l'Esecutivo ha proceduto con il disegno di legge di stabilità alla riduzione degli stanziamenti previsti a legislazione vigente proprio mentre nella Commissione lavoro si discutevano tre risoluzioni che chiedevano al Governo un ampliamento delle tutele alla luce del mancato impegno di una quota ragguardevole delle risorse stanziate annualmente.

  Titti DI SALVO (Misto-LED) rileva preliminarmente come vi sia ormai una sostanziale convergenza nel dibattito, anche tra i componenti della Commissione, che non sono i mutamenti delle regole relative al mercato del lavoro a generare effetti positivi in termini di nuova occupazione, come testimonia anche la recente esperienza degli incentivi previsti dal decreto-legge n. 76 del 2013. Pur con questa consapevolezza, ritiene tuttavia che si debba verificare quali possano essere i contenuti di possibili interventi volti a rendere più efficiente il mercato del lavoro, ferma restando l'esigenza di inquadrare tali interventi in un contesto che preveda anche misure di più ampia portata in grado di promuovere una ripresa degli investimenti e delle attività produttive. A suo avviso, l'esame delle problematiche del mercato del lavoro italiano porta in primo luogo all'attenzione del legislatore il tema della precarietà, che a sua volta comporta l'assenza di reali investimenti sul capitale umano e contribuisce in modo significativo allo scarso grado di produttività che caratterizza il nostro sistema industriale. In secondo luogo, osserva come si riscontri una profonda frammentazione nei diritti riconosciuti ai lavoratori, dal momento che ad una stessa prestazione lavorativa spesso corrispondono non solo retribuzioni diverse, ma anche diritti non coincidenti. Nella stessa ottica, ritiene che si debbano valutare le problematiche concernenti la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Rileva, inoltre, che sono bene note le difficoltà esistenti nell'incrocio tra domanda e offerta di lavoro, in ragione della scarsa rilevanza dei canali di intermediazione formale e, in particolare, del limitato ruolo dei servizi pubblici per l'impiego. Alla luce di questa diagnosi, ritiene che gli interventi debbano concentrarsi sull'obiettivo di ridurre la precarietà e la frammentazione presenti nel mondo del lavoro promuovendo le politiche attive e l'incontro tra domanda ed offerta, osservando come il provvedimento approvato dal Senato in alcuni casi fornisca soluzioni soddisfacenti, in altri utilizzi formule troppo generiche, che andrebbero meglio precisate, e in altri ancora individui risposte passibili di miglioramento nel corso dell'esame presso la Camera. In primo luogo, sul fronte del contrasto al precaricato, ritiene che nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento si siano fatti importanti passi avanti, suscettibili di ulteriori miglioramenti nel corso dell'esame alla Camera. Per quanto attiene, poi, alla riduzione della frammentazione, osserva che l'introduzione di un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti si muove senz'altro nella giusta direzione, ma è essenziale specificare in modo più puntuale i contenuti di tale nuovo modello contrattuale, pur nella consapevolezza che una legge delega si limita a fissare principi e criteri direttivi per l'adozione di futuri decreti legislativi. Ritiene, invece, che per quanto attiene alle politiche attive, la delega prevista sia più stringente; osserva, tuttavia, Pag. 125che ci si deve necessariamente confrontare con il nodo del reperimento delle risorse per il finanziamento degli ammortizzatori sociali, anche valutando le interazioni esistenti tra l'esame del disegno di legge delega e quello della legge di stabilità. Venendo ad alcuni specifici criteri di delega, segnala l'esigenza di un maggiore approfondimento delle disposizioni relative ai controlli a distanza, mentre, per quanto attiene al demansionamento, reputa necessaria una migliore puntualizzazione dei contenuti della normativa che si intende introdurre, posto che esistono già fattispecie, come quelle contemplate dalla legge n. 223 del 1991, che consentono l'assegnazione a mansioni di livello inferiore. Per quanto attiene, poi, alle norme relative alle semplificazioni, invita a verificare con attenzione che attraverso la riduzione di adempimenti e procedure non si determini un indebolimento del quadro regolatorio. Da ultimo, con riferimento al tema delle dimissioni in bianco, ritiene che i criteri di delega contenuti nel testo approvato dal Senato rappresentino un sostanziale passo indietro rispetto al testo approvato in prima lettura dalla Camera nel corso di questa legislatura. Osserva, infatti, che le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 6, lettera g), appaiono sostanzialmente confermative della disciplina di cui alla legge n. 92 del 2012, rimettendo di fatto ad un decreto legislativo l'adozione di norme che allo stato dovrebbero essere adottate con un decreto ministeriale. A suo avviso, sarebbe invece opportuno approvare celermente una disposizione chiara, che disciplini direttamente la materia riprendendo i contenuti della proposta a suo tempo approvata dalla Camera ed evitando, in questo modo, di conferire una delega al Governo. Preannuncia, pertanto, la presentazione di proprie proposte emendative volte ad affrontare le questioni segnalate.

  Marco MICCOLI (PD) ritiene che l’iter di esame si stia incanalando in un binario di positiva collaborazione istituzionale, nella prospettiva del miglioramento di un provvedimento, che, a suo avviso, va collocato nel quadro più ampio degli interventi che il Governo ha realizzato – ad esempio in materia di contratto a termine e apprendistato – o si accinge a realizzare, ad esempio nell'ambito del disegno di legge di stabilità. Invita, quindi, a non dare una lettura del provvedimento esclusivamente in chiave di politicizzazione del dibattito, ma a concentrarsi sul merito degli interventi contemplati dal testo, che, a suo avviso, nel suo nucleo fondante, appare condivisibile. Osserva, infatti, che non si possono non sostenere interventi che si propongono di universalizzare gli strumenti di sostegno al reddito, attualmente modellati su un sistema produttivo ormai desueto e superato, o di contrastare la precarietà, rendendo più appetibili le fattispecie contrattuali più stabili, come il contratto a tempo indeterminato, quello a tempo determinato o l'apprendistato. Fa poi presente che non si può non concordare con l'intenzione di ridisegnare le politiche attive, rendendole finalmente capaci di far incontrare domanda e offerta di lavoro attraverso un sistema integrato con le politiche passive. Soffermandosi su taluni altri aspetti del testo, che possono chiamare in causa il sistema di tutele del lavoratore, ad esempio in materia di sorveglianza a distanza, di demansionamento o di flessibilità in uscita, ritiene che sia necessario che il Parlamento svolga fino in fondo il suo ruolo indirizzando la delega al Governo con criteri certi ed assicurando che le legittime richieste di cambiamento del sistema di organizzazione del lavoro provenienti dalle imprese si coniughino con le altrettanto importanti esigenze di tutela della dignità dei lavoratori.

  Carlo DELL'ARINGA (PD), nell'osservare che nel corso del dibattito sarà possibile entrare nel merito delle diverse questioni di merito, fa presente che nel proprio intervento intende attirare l'attenzione della Commissione sul contesto nel quale, a suo avviso, deve inquadrarsi la discussione del provvedimento.
  In primo luogo, ritiene che si debba sfatare il mito secondo cui con le leggi non si contribuisce a creare posti di lavoro, che Pag. 126si produrrebbero solo con lo sviluppo dell'economia e con nuovi investimenti. Al riguardo, non può, a suo avviso, trascurarsi la circostanza, a tutti nota, che da circa vent'anni il nostro sistema produttivo si caratterizza per un calo di competitività, che senza dubbio è ascrivibile alla mancanza di adeguati investimenti privati e alla scarsa considerazione della spesa per innovazione e ricerca, ma è addebitabile anche a fattori di carattere istituzionale, tra i quali assume un particolare rilievo la regolazione del mercato del lavoro. Osserva, del resto, che i nostri partner continentali, nel momento in cui esprimono giudizi problematici sulla situazione economica del nostro Paese, non fanno riferimento solo alle condizioni della finanza pubblica, ma sottolineano anche la perdita di competitività del nostro sistema economico, che non può fronteggiarsi esclusivamente con interventi volti a sostenere la domanda aggregata. Alla luce di tale considerazione, ritiene pertanto che debba valorizzarsi il ruolo che la riforma oggi in discussione può svolgere nella promozione della competitività e nella creazione di buona occupazione, anche a fronte di possibili sacrifici per alcuni lavoratori, che sarebbero in ogni caso compensati dal complessivo ampliamento delle tutele prefigurato dal provvedimento. Ricorda, in proposito, come i lavoratori della Volkswagen si siano sobbarcati anni addietro sacrifici non indifferenti, ora ricompensati dal successo della casa automobilistica, che consente di erogare bonus per migliaia di euro ai lavoratori, che, in molti casi, non sono neppure gli stessi che sono stati disposti al sacrificio, a testimonianza del valore dei principi di solidarietà intergenerazionale.
  Per quanto attiene alle problematiche del nostro mercato del lavoro, segnala l'esigenza di un intervento tempestivo, pur osservando come nelle analisi che si svolgono non si tengano nella dovuta considerazione i dati riguardanti gli stock delle diverse categorie contrattuali, che, per quanto attiene ai contratti a tempo determinato, sono sostanzialmente in linea con quelli dei principali Paesi europei, e ci si concentri solo sui flussi, perdendo quindi l'opportunità di una valutazione d'insieme seria ed esaustiva. Osserva come, a fronte dell'attuale condizione del mercato del lavoro, l'intervento abbia messo in campo una serie di misure anche di carattere finanziario, come quella riguardante l'abbassamento del costo del lavoro a tempo indeterminato contenuta nel disegno di legge di stabilità, destinate ad entrare in vigore il 1o gennaio 2015. Ritiene, pertanto, che nell'esame del disegno di legge oggi in discussione non si possa non considerare la necessità di consentire alle disposizioni contenute nella legge di stabilità 2015 di dispiegare appieno i propri effetti, pur salvaguardando l'esigenza di garantire che la discussione avvenga in tempi adeguati.
  Da ultimo, richiama l'attenzione sulla circostanza che il testo all'esame della Commissione è stato approvato dal Senato dopo una lunga discussione, alla quale tutte le forze che compongono la maggioranza hanno dato un proprio contributo. Alla luce di questa circostanza, ritiene che non si possa prefigurare l'individuazione alla Camera di soluzioni radicalmente diverse da quelle maturate presso l'altro ramo del Parlamento con riferimento ai punti qualificanti della riforma, sui quali si è raggiunta, non senza difficoltà, una sintesi politica. A suo avviso, pertanto, la sintesi raggiunta nel corso dell'esame presso il Senato costituisce un vincolo che va rispettato nei suoi punti nodali, anche in considerazione dell'esigenza di pervenire ad una celere conclusione dell'esame del provvedimento, che pure potrà giovarsi della possibilità di un maggiore approfondimento dell'esame dei suoi contenuti.

  Antonio PLACIDO (SEL) paventa il rischio che la discussione alla Camera si svolga entro limiti ristretti di contenuto imposti dal Governo, senza che la Commissione abbia alcuna reale capacità di modificare il provvedimento. Ritiene, pertanto, che non sia esagerato parlare di forzatura procedurale ai danni del Parlamento, laddove si seguono modalità di esame che comprimono in modo eccessivo Pag. 127i margini del confronto politico. Fa notare che le misure recate dal provvedimento in materia di demansionamento, di sorveglianza a distanza, di flessibilità in uscita non recano alcun segno riformatore, ponendosi in antitesi agli stessi indirizzi europei. Giudica poi grave la mancata previsione di un reddito minimo garantito, nonché l'assenza di una reale universalizzazione degli ammortizzatori sociali, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale. Sottolinea, del resto, come la vera politicizzazione delle questioni oggetto del provvedimento per finalità estranee al miglioramento del mercato del lavoro non sia imputabile tanto ai gruppi politici, quanto piuttosto ad una precisa volontà del Presidente del Consiglio. Preannunciando la presentazione da parte del suo gruppo di emendamenti tesi al miglioramento del provvedimento, si augura, in conclusione, che i suoi timori circa gli atteggiamenti dell'Esecutivo siano smentiti dai fatti e che sia possibile avviare una proficua collaborazione tra Governo e Parlamento sulle delicate tematiche affrontate dal provvedimento.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 30 ottobre 2014.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.05 alle 16.15.

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