CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 8 ottobre 2014
311.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 185

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 8 ottobre 2014. — Presidenza del presidente Ettore Guglielmo EPIFANI. – Interviene il viceministro dello sviluppo economico, Claudio De Vincenti.

  La seduta comincia alle 8.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, avverte che, ai sensi dell'articolo 135-ter, Pag. 186comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.

5-03729 Ricciatti: Attuazione del piano industriale di Indesit Company Spa.

  Lara RICCIATTI (SEL) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1). Aggiunge che Whirpool già prima di acquisire Indesit aveva riorganizzato i propri stabilimenti in Italia assumendo un forte impegno su quello di Cassinetta D'Adda e aveva manifestato al Ministero dello sviluppo economico l'intenzione di rafforzare il radicamento italiano delle sue produzioni. Segnala pertanto positivamente che nel complesso la strategia della Whirpool è di fare dell'Italia il perno del proprio sistema produttivo. Assicura comunque che il Governo seguirà con la massima attenzione le vicende relative agli stabilimenti Indesit.

  Lara RICCIATTI (SEL), replicando, ringrazia della risposta puntuale e delle prospettive positive illustrate dal viceministro De Vincenti. Ritiene tuttavia permangano elementi di preoccupazione connessi soprattutto a possibili processi di delocalizzazione. Chiede pertanto al Governo di continuare a monitorare, in particolare, la situazione degli stabilimenti in Campania e nelle Marche.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, ricorda che Vittorio Merloni quindici anni fa aveva cercato di costruire con Whirpool una grande società mista europea che fosse leader nel settore anche se per un serie di ragioni il progetto non fu portato a termine. Oggi la questione più rilevante è che Whirpool e Indesit hanno una serie di prodotti che si sovrappongono e bisogna vigilare affinché i lavoratori italiani siano tutelati. Non vi è dubbio comunque che si tratta del gruppo in Europa che ha in Italia la sua base operativa più consistente.

5-03730 Vallascas: Composizione del gruppo di coordinamento nazionale GNL presso il Ministero dello sviluppo economico.

  Andrea VALLASCAS (M5S) illustra l'interrogazione in titolo sottolineando in particolare la necessità del coinvolgimento del Consiglio nazionale degli ingegneri nel Gruppo di coordinamento nazionale GNL in Italia che dovrà svolgere le attività preliminari alla predisposizione del Piano Strategico Nazionale sull'utilizzo del GNL in Italia.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Andrea VALLASCAS (M5S), replicando, si dichiara solo parzialmente soddisfatto della risposta fornita dal Governo in quanto il Consiglio nazionale degli ingegneri non è stato coinvolto sin dalle operazioni iniziali e si è in ritardo sulle procedure di stoccaggio del GNL.

5-03731 Benamati: Delocalizzazioni di aziende beneficiarie di finanziamenti Simest.

  Emanuele FIANO (PD) illustra l'interrogazione in titolo sottolineando la necessità di verificare la rispondenza di ciascun finanziamento erogato dalla società Simest in favore di imprese coinvolte successivamente in azioni chiusura o di ridimensionamento di impianti presenti sul territorio nazionale società. Ritiene altresì opportuno che il Governo chiarisca se intende attivare clausole di salvaguardia contro le pratiche di delocalizzazione.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

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  Gianluca BENAMATI (PD) invita il Governo a vigilare attentamente a che i finanziamenti erogati da Simest siano finalizzati a processi di internazionalizzazione e non di delocalizzazione che impoveriscono la realtà produttiva italiana.

  Emanuele FIANO (PD), nel concordare con le osservazioni svolte dal collega Benamati, ribadisce la necessità che il Governo possa in concreto verificare la rispondenza di ciascun finanziamento erogato con episodi di chiusure o ridimensionamento di impianti sul territorio nazionale.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI, nel raccogliere le sollecitazioni dei deputati Benamati e Fiano, si impegna a nome del Governo ad effettuare tale verifica.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 9.30.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 8 ottobre 2014. — Presidenza del Presidente Ettore Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 14.15

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162, per chiudere la procedura d'infrazione 2011/4064 ai fini della corretta applicazione della direttiva 95/16/CE relativa agli ascensori e di semplificazione dei procedimenti per la concessione del nulla osta per ascensori e montacarichi, nonché della relativa licenza d'esercizio.
Atto n. 111.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello Schema di decreto all'ordine del giorno.

  Chiara SCUVERA (PD), relatore, fa presente che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162, per chiudere la procedura d'infrazione 2011/4064 ai fini della corretta applicazione della direttiva 95/16/CE relativa agli ascensori e di semplificazione dei procedimenti per la concessione del nulla osta per ascensori e montacarichi, nonché della relativa licenza d'esercizio.
  Lo schema di decreto del Presidente della Repubblica in esame contiene disposizioni che modificano ed integrano la normativa nazionale relativa agli ascensori e ai montacarichi. L'intervento normativo è finalizzato principalmente ad evitare una procedura di infrazione. Contestualmente a tale modifica, il Governo ha ritenuto opportuno apportare al quadro normativo alcuni ulteriori interventi, che intervengono in termini di aggiornamento e semplificazione su aspetti non vincolati dalle direttive europee o su aspetti di migliore attuazione procedimentale di prescrizioni delle direttive già recepite.
  Più nel dettaglio, nell'ordinamento italiano il Regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 162/1999 ha dato attuazione alla direttiva 95/16/CE per il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli ascensori. La direttiva è stata successivamente modificata dalla direttiva 2006/42/CE, recepita con il decreto del Presidente della Repubblica 214/2010.
  L'ordinamento italiano reca una distinzione tra ascensori in servizio pubblico e privato. Infatti, l'applicazione del Capo II del Regolamento n. 162/1999, contenente norme di semplificazione dei procedimenti per la concessione del nulla osta per ascensori e montacarichi, è limitata dall'articolo 11, comma 1, agli ascensori e ai montacarichi in servizio privato; per gli ascensori e montacarichi in servizio pubblico vige attualmente la disciplina del Regolamento n. 753/1980, contenente Pag. 188«Nuove norme in materia di polizia, sicurezza e regolarità dell'esercizio delle ferrovie e di altri servizi di trasporto». Nel gennaio del 2010 è stato emanato un decreto direttoriale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – in applicazione del citato decreto del Presidente della Repubblica n.753/1980, contenente norme relative all'esercizio degli ascensori in servizio pubblico destinati al trasporto di persone.
  Nel 2011 la Commissione UE ha emesso nei confronti dell'Italia una lettera di costituzione in mora di cui all'articolo 258 del TFUE, contestando il non corretto recepimento della direttiva n. 95/16/CE, con riferimento al citato decreto direttoriale del gennaio 2010. Secondo la Commissione, le disposizioni regolamentari che recepiscono le due direttive comunitarie si riferiscono ai soli ascensori in servizio privato, mentre nelle direttive stesse non si rinviene tale distinzione. Inoltre, la disciplina relativa alla messa in esercizio degli ascensori in servizio pubblico, di cui al citato decreto del Presidente della Repubblica 753/1980, contiene talune disposizioni a carico delle imprese costruttrici più restrittive rispetto a quanto previsto dalla direttive 95/16/CE e 2006/42/CE.
  Al fine di evitare la procedura d'infrazione, il Governo ha ritenuto di adottare un nuovo schema di regolamento che modifica il precedente decreto del Presidente della Repubblica n. 162/1999, per estenderne le disposizioni agli ascensori in servizio pubblico, in modo da eliminare la distinzione tra ascensori privati e ascensori in servizio pubblico, non contemplata dalla direttiva comunitaria.
  Il testo dello schema di decreto del Presidente della Repubblica si compone di tre articoli.
  Con l'articolo 1 si modificano gli articoli 11, 12 e 13 del Regolamento n. 162/1999. In particolare, con le modifiche agli articoli 11 e 12 (operate con le lettere a) e b)) si sopprime il riferimento dell'ambito di applicazione delle disposizioni attuative delle direttive in questione ai soli ascensori in servizio privato, estendendolo in tal modo anche agli ascensori e montacarichi in servizio pubblico. In tal modo, si elimina la differenza, prevista dalla normativa vigente, che prevede una disciplina maggiormente semplificata per la messa in esercizio degli ascensori in servizio privato. A causa della suddetta differenza, il Governo stima un aggravio a carico delle imprese di costruzione e vendita degli ascensori e montacarichi in servizio pubblico sia in termini di spesa economica (di circa duemila euro), che in termini procedurali (obbligo di presentare documentazione aggiuntiva), che di tempo (ritardo medio di circa un mese e mezzo rispetto all'immissione in esercizio degli ascensori privati).
  Con l'integrazione all'articolo 13 operata dalla lettera c) si individua nella direzione generale del trasporto pubblico locale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la competenza a svolgere le verifiche periodiche prescritte dalle norme regolamentari in questione, ai fini del mantenimento in esercizio degli ascensori destinati ai servizi di pubblico trasporto terrestre; si introduce la possibilità di effettuare le verifiche periodiche anche agli organismi di verifica ispettiva accreditati, ai sensi della normativa tecnica, e non più solo agli organismi di certificazione notificati. La lettera d) inserisce un articolo aggiuntivo (il 17-bis) all'interno del Regolamento n. 162/1999. Tale norma è finalizzata ad apportare semplificazioni nei casi di installazione di impianti di ascensori in deroga. La Direttiva 95/16/CE – come richiamata dall'allegato I al punto 2.2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 162 – consente di ricorrere a mezzi alternativi appropriati per evitare rischi di schiacciamento per gli operatori e manutentori nei casi eccezionali in cui nell'installazione di ascensori non sia possibile realizzare i prescritti spazi liberi o volumi di rifugio oltre le posizioni estreme della cabina. La norma dispone che l'accordo preventivo sia realizzato tramite comunicazione al Ministero dello sviluppo economico, corredato da apposita certificazione rilasciata da un organismo accreditato o notificato. La necessità di preventiva deroga espressa rilasciata dai competenti Pag. 189uffici del Ministero resterà limitata ai soli casi, del tutto eccezionali e marginali, in cui tale deroga si renda necessaria per edifici di nuova costruzione per motivi di carattere geologico.
  Con l'articolo 2 si rinvia ad un decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti l'individuazione delle procedure inerenti alle verifiche e prove periodiche per il funzionamento in sicurezza degli ascensori in servizio pubblico.
  Infine, l'articolo 3 contiene la clausola di invarianza della spesa.

  Davide CRIPPA (M5S) chiede alla presidenza l'opportunità che dalla prossima seduta possa essere presente un rappresentante del Governo al fine di poter svolgere un confronto su alcune criticità che ritiene di sollevare. In particolare come evidenziato in una interrogazione a sua firma segnala che l'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica n. 162 del 1999 ha previsto che la manutenzione degli ascensori e dei montacarichi sia affidata a persone munite di certificato di abilitazione. A seguito di un ulteriore intervento normativo il Consiglio di Stato ha espresso un parere contrario circa il mantenimento dell'operatività della prevista Commissione speciale per l'abilitazione alla manutenzione degli ascensori e montacarichi. Al riguardo riterrebbe opportuno che il Governo possa in sede di emanazione dello schema di decreto in esame possa risolversi tale vuoto normativo e che la soppressione di fatto della citata Commissione possa essere superata con una espressa previsione che il certificato di abilitazione non sia più necessario per lo svolgimento della professione, che coinvolge molti giovani ai quali in momento di crisi occupazionale andrebbe garantito la necessità di esercitare la propria professione.

  Ettore Guglielmo EPIFANI (PD), presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 8 ottobre 2014. — Presidenza del presidente Ettore Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 14.30.

DL 133/2014: Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive.
C. 2629 Governo.

(Parere alla VIII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 7 ottobre 2014.

  Luigi TARANTO (PD), relatore, illustra una nuova proposta di parere riformulata alla luce della discussione svolta nella giornata di ieri. Sottolinea in particolare che sono state modificate le lettere j), k), n), q) e t) delle osservazioni.

  Luciano CIMMINO (SCpI), con riferimento al punto 2) delle condizioni, in materia di liberalizzazioni del mercato delle grandi locazioni ad uso non abitativo, rileva che la liberalizzazione delle locazioni di immobili ad uso non abitativo possa danneggiare i conduttori di piccole attività e favorire il grande capitale destabilizzando ulteriormente il settore del commercio già gravato da una grave crisi. Chiede al relatore di innalzare la soglia per l'applicazione di condizioni contrattuali a libero mercato da 250 mila a 500 mila euro.

  Luigi TARANTO (PD), relatore, sottolinea che la soglia di 250 mila euro è stata segnalata dalle principali associazioni di categoria come utile a salvaguardare le piccole e medie imprese commerciali. Ritiene comunque si possa incrementare la soglia a 350 mila euro.

Pag. 190

  Gianluca BENAMATI (PD) concorda con la proposta di innalzare la soglia nella quantificazione definita dal relatore, o per valori superiori ai 250 mila euro che potranno essere definiti dalla Commissione di merito, sottolineando il principio che la definizione di regole aiuta la concorrenza.

  Marco DA VILLA (M5S) esprime perplessità sul criterio della quantificazione di una soglia oltre la quale applicare canoni di affitto a libero mercato.

  Luigi TARANTO (PD) riformula la proposta di parere modificando la soglia da 250 mila a 350 mila euro (vedi allegato 4). Osserva che la norma è costruita sull'identificazione di un parametro quantitativo che è completato da criteri qualitativi, quali l'esonero degli immobili dichiarati di interesse storico e l'esclusione dall'applicazione delle norme dei contratti attualmente in corso.

  Davide CRIPPA (M5S) concorda con l'osservazione del collega Da Villa in merito all'inopportunità del criterio della quantificazione che in pochi anni si rivela anacronistico e non può essere omogeneamente applicato alle diverse realtà del territorio nazionale.
  Dichiara il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere, pur prendendo positivamente atto che il relatore ha recepito nella proposta di parere alcune indicazioni formulate dal suo gruppo nella seduta di ieri. Sottolinea che l'articolo 38 appare in evidente contraddizione con le conclusioni della risoluzione Mariastella Bianchi 8-00074 approvata nello scorso mese di agosto dalle Commissioni congiunte Attività produttive e Ambiente, che sollecita particolare attenzione agli eventuali impatti negativi che le attività di ricerca ed esplorazione possono avere sull'economia dei territori coinvolti nei diversi settori produttivi. Ribadisce altresì la contraddittorietà intrinseca dei contenuti delle condizioni riferite all'articolo 38 che richiamano la prassi del debàt public, mentre il provvedimento sposta le competenze sulle procedure di VIA a livello statale. Ricorda che il proprio gruppo ha presentato emendamenti soppressivi e sostitutivi dell'articolo 38 che giudica particolarmente penalizzante per i territori a vocazione turistica e agroalimentare. Riguardo all'articolo 17, ritiene che non presenti una reale semplificazione delle procedure, ma rechi al contrario anche elementi di rischio per la sicurezza delle abitazioni. Osserva che si sarebbe dovuta porre una maggiore enfasi sugli incentivi per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici che hanno dimostrato di essere molto efficaci per il rilancio del settore edilizio.
  Esprime rilievi critici sul comma 4, lettera c), dell'articolo 20 in cui si prevede che, nelle operazioni di dismissione immobiliare menzionate nonché nelle operazioni di vendita anche in blocco di beni immobili ad uso non abitativo appartenenti al patrimonio pubblico, l'attestato di prestazione energetica (APE) possa essere acquisito successivamente agli atti di trasferimento e non deve essere necessariamente allegato al contratto di vendita. Stigmatizza infine le misure relative agli impianti di recupero di energia dai rifiuti urbani e speciali recate dall'articolo 35 del provvedimento.

  Stefano ALLASIA (LNA) esprime un giudizio complessivamente sfavorevole sul provvedimento in esame che ritiene l'ennesimo intervento normativo del Governo del tutto disomogeneo nel contenuto e che si rivelerà inefficace. Non ritiene di dover entrare nel merito degli articoli, in questa sede, ma preannuncia il voto di astensione a nome del suo gruppo sulla proposta di parere elaborata dal relatore.

  Mara MUCCI (M5S) nel confermare il voto contrario del suo gruppo esprime perplessità sull'inserimento, nell'ambito del provvedimento in esame dell'articolo 31, dedicato alla regolamentazione dei condhotel. Anche l'osservazione in merito del relatore, che chiede di coordinare la disposizione con quanto già previsto nel decreto-legge cultura e turismo, recentemente Pag. 191approvato proprio dalla nostra Commissione, in congiunta con la Commissione cultura, appare inefficace: ritiene infatti che l'intera norma vada soppressa poiché il citato decreto-legge prevede l'emanazione di un decreto attuativo su identica materia.

  Gianluca BENAMATI (PD) esprime innanzitutto il rammarico per il fatto che il provvedimento in esame non sia stato assegnato, in sede referente, anche alla X Commissione, e ciò in considerazione delle numerose misure che investono gli ambiti di competenza della Commissione.
  Ritiene inoltre di esprimere un apprezzamento non formale per il lavoro di approfondimento svolto dal relatore che consente alla Commissione di potere esprimere un parere assai articolato che affronta molte questioni cruciali relative a settori strategici ed in particolare il settore edile e quello manufatturiero. Sottolinea in particolare l'analisi approfondita svolta con riferimento alle disposizioni relative all'articolo 38 che pone in risalto anche il lavoro parlamentare svolto in congiunta con la Commissione Ambiente sulla questione delle trivellazioni.
  Esprime quindi la convinzione che nel settore dell'energia vi sia assoluta necessità di una regia nazionale: il tema è centrale per lo sviluppo del Paese e la frammentazione normativa non ha certo aiutato; condivide quindi l'impostazione del provvedimento e non vede in tale filosofia alcuna contraddizione con il richiamo al débat public che il relatore ha inserito nelle sue osservazioni.
  Preannuncia, in conclusione, il voto favorevole, a nome del suo gruppo, sulla proposta di parere formulata dal relatore.
  La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore come da ultimo riformulata (vedi allegato 4).

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014.
Doc. LVII, n. 2-bis.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Luigi TARANTO (PD), relatore, illustra i contenuti della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (DEF) 2014 presentata dal Governo.
  In base alla legge di contabilità e finanza pubblica (n. 196/2009), il Governo è tenuto a presentare una nota di aggiornamento al DEF per dare conto dell'aggiornamento degli obiettivi di finanza pubblica e delle eventuali integrazioni al piano nazionale delle riforme contenuto nel DEF presentato nel mese di aprile, in risposta alle raccomandazioni sulla politica economica italiana formulate dal Consiglio europeo al termine della procedura del cd. «semestre europeo». La nota di aggiornamento è oggetto di approvazione da parte delle Assemblee di Camera e Senato con apposite risoluzioni, dopo l'esame da parte delle Commissioni bilancio con il parere di tutte le altre commissioni permanenti.
  La nota evidenzia in primo luogo un peggioramento della congiuntura economica. In particolare, se il DEF di aprile prevedeva una crescita dello 0,8 per cento del PIL nel 2014, la nota di aggiornamento prevede ora, per l'anno in corso, un calo del PIL dello 0,3 per cento. Per il 2015 si prevede una timida crescita del PIL dello 0,6 per cento (era dell'1,3 per cento nel DEF); la crescita dovrebbe rafforzarsi nel 2016 (+ 1 per cento) e nel 2017 (+ 1,3 per cento).
  Conseguentemente, la nota modifica gli obiettivi di finanza pubblica, rinviando di un anno, al 2017, il conseguimento del pareggio di bilancio strutturale (cioè al netto delle una tantum e dell'andamento del ciclo) che costituisce, per l'Italia, l'obiettivo di medio termine di finanza pubblica fissato dalle istituzioni dell'Unione europea; ciò tuttavia senza superare il tetto del 3 per cento nel rapporto deficit-PIL stabilito dai Trattati. La nota prevede infatti un rapporto deficit-PIL del 3 per cento nel 2014 (era il 2,6 per cento nel DEF), del 2,9 per cento nel 2015 (era l'1,8 nel DEF), dell'1,8 per cento nel 2016 Pag. 192(era lo 0,9 per cento nel DEF, valore che, in termini strutturali, corrispondeva al pareggio di bilancio) e dello 0,8 per cento, che in termini strutturali corrisponde al pareggio nel 2017 (era lo 0,3 per cento nel DEF, che, in termini strutturali, confermava il raggiungimento del pareggio di bilancio). Merita rilevare che l'obiettivo del rapporto deficit-PIL per il 2015 (2,9 per cento) risulta più elevato del dato tendenziale 2,2 per cento: ciò significa che per il prossimo anno il Governo attuerà una manovra espansiva pari a 0,7 punti percentuali di PIL: sul punto la nota segnala la «volontà di finanziare impegni di spesa nei settori ritenuti più rilevanti per la crescita economica e ridurre la pressione fiscale per le famiglie e le imprese, con l'obiettivo duplice di supportare la domanda aggregata e la competitività del Paese». La nota precisa anche che «ulteriori interventi di riduzione della spesa pubblica assicureranno il parziale finanziamento delle misure descritte e il miglioramento qualitativo della spesa».
  Il rinvio dal 2016 al 2017 del pareggio strutturale di bilancio dovrà essere autorizzato, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 81 della Costituzione, dalle Assemblee di Camera e Senato a maggioranza assoluta, come già avvenuto lo scorso aprile per l'analogo rinvio dal 2015 al 2016.
  Le previsioni in ordine al rapporto debito-PIL si confermano preoccupanti: si prevede infatti, al netto dei sostegni a Grecia, Portogallo, Irlanda, un rapporto del 124,4 per cento nel 2013, del 127,8 per cento nel 2014, del 129,7 per cento nel 2015, del 128,2 per cento nel 2016 e del 125 per cento nel 2016.
  L'andamento congiunturale dell'economia italiana nella prima metà dell'anno mostra comunque segnali moderatamente confortanti, quali la sostanziale tenuta dei consumi privati (+0,1 per cento per due trimestri consecutivi) e l'andamento delle esportazioni.
  Le esportazioni si confermano quale voce positiva, continuando a crescere, anche se a ritmi contenuti. La Nota di aggiornamento rileva comunque che a livello complessivo, nel secondo trimestre dell'anno si è verificato anche un rimbalzo delle importazioni che ha eroso il contributo positivo alla crescita fornito nel corso degli ultimi anni dal settore estero.
  In particolare, nei primi sette mesi del 2014, rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, le esportazioni complessive in valore sono cresciute dell’ 1,3 per cento, mentre le importazioni sono diminuite dell’ 1,7 per cento per la debole domanda interna. L'andamento delle esportazioni è guidato dall'incremento verso l'UE (3,9 per cento), mentre verso i paesi extraeuropei vi è stata una flessione (-1,9 per cento).
  Come rileva la Nota di aggiornamento al DEF, le tensioni geopolitiche in corso, ed in particolare la crisi russo-ucraina, dato il volume degli scambi con questi due paesi, influenzano la performance commerciale dell'Italia in misura maggiore rispetto ad altri paesi europei.
  La Nota mette in rilievo che le esportazioni verso la Russia sono diminuite dell'8,5 per cento nei primi sette mesi del 2014.
  Il Centro studi Confindustria richiamato nella Nota di aggiornamento, evidenzia che la crisi tra Russia e Ucraina, oltre a propagare incertezza nei paesi partner, mette a rischio l'accesso a due mercati di destinazione che assorbono complessivamente il 3,3 per cento dell'export italiano (2,8 per cento verso la sola Russia). Tra i principali paesi dell'Eurozona, infatti, solo la Germania ha avuto nel 2013 una quota delle vendite verso i due paesi più elevata di quella italiana, pari al 3,8 per cento (di cui il 3,3 per cento verso la Russia), mentre per l'Eurozona tale quota era del 3,1 per cento (2,6 per cento verso la Russia).
  Segnala che la Nota di aggiornamento al DEF 2014 presenta per la prima volta due scenari di previsioni macroeconomiche, uno tendenziale e l'altro programmatico che, fermo restando le assunzioni relative al quadro internazionale, differiscono per le assunzioni relative alle riforme economiche che il Governo si propone di fare.
  Il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2015 e successivi, Pag. 193presentato nella Nota, include l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di stabilità per il 2015, incluse le clausole di salvaguardia (in particolare, si tratta di una ipotesi di clausola di salvaguardia sulle aliquote IVA ed altre imposte indirette per un ammontare di 12,4 miliardi nel 2016, 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018), nonché gli impegni presi da parte del Governo in termini di implementazione delle riforme strutturali che non hanno ancora trovato completa attuazione, sebbene, in tale caso, gli effetti sarebbero scontati in termini molto prudenziali.
  Lo scenario programmatico mostra, peraltro, scostamenti molto limitati rispetto al quadro tendenziale, indicando una crescita del PIL superiore di 0,1 punti percentuali nel 2015 e di 0,2 punti percentuali nel triennio successivo.
  Rispetto allo scenario tendenziale, gli effetti delle misure adottate dal Governo per il rilancio dell'economia, volte ad accrescere la competitività e a sostenere la domanda interna, si tradurrebbero in un aumento del prodotto interno lordo pari allo 0,2 per cento nel 2015 e nel 2016, e allo 0,1 per cento nel 2017.
  I provvedimenti di riforma, volti a migliorare l'efficienza del sistema giustizia e della PA, nonché a favorire il lavoro, determinerebbero un impatto sull'economia valutato nell'ordine di un aumento complessivo del PIL, a partire dal 2016, dello 0,2 per cento nel 2016 e dello 0,4 per cento negli anni 2017-2018.
  L'avanzo commerciale è pari a circa 24, 2 miliardi (in miglioramento di 6, 5 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2013. C’è da rilevare che ad eccezione dell'energia tutte le componenti del saldo commerciale risultano in avanzo.
  Nella Nota, vi è una specifica parte dedicata alle Raccomandazioni del Consiglio europeo, che sono state elaborate sulla base delle valutazioni della Commissione UE sulla situazione macroeconomica e di bilancio del nostro Paese delineata nel Programma di Stabilità e nel Programma nazionale di riforma italiano e alle azioni messe in campo dall'Italia per dar seguito a tali Raccomandazioni.
  Le recenti misure d'urgenza adottate recentemente dal Governo, vengono dunque esaminate e inquadrate nella Nota come risposte alle raccomandazioni formulate a livello europeo nei confronti dell'Italia, per un riavvio strutturale del percorso di crescita del Paese.
  Il cronoprogramma di riforme del Governo, sulla base di quanto indicato nella Nota ha 10 obiettivi principali: da un lato, interviene sul profilo istituzionale, dall'altro su quello amministrativo. Sotto il profilo istituzionale, i cinque obiettivi sono: i) la riforma costituzionale, con la fine del bicameralismo perfetto, il riequilibrio del ruolo delle Regioni, l'abolizione degli Enti non più utili; ii) la riforma elettorale, con la garanzia di un vincitore e la stabilità di governo; iii) la politica estera, con attenzione particolare alla sicurezza del Mediterraneo; iv) la sfida educativa, con interventi su cultura, informazione pubblica e soprattutto scuola, con particolare attenzione alla scuola media, all'autonomia e al rapporto formazione/lavoro; v) la spending review.
  Sotto il profilo amministrativo, l'azione di Governo include: i) la riforma del lavoro, portando a termine il percorso del disegno di legge delega; ii) la riforma della pubblica amministrazione, con l'approvazione del disegno di legge delega, al fine di reimpostare il rapporto cittadino e pubblica amministrazione; iii) la riforma del fisco, con la piena attuazione della delega fiscale e con una riduzione strutturale della pressione fiscale su cittadini (IRPEF) e imprese (IRAP); iv) la riforma della giustizia, al fine di raggiungere una giustizia civile in linea con gli standard europei; v) il decreto ’Sblocca Italia’, per rendere operativi gli interventi infrastrutturali, con misure sull'efficientamento energetico, le reti digitali, le semplificazioni burocratiche.
  Per quanto concerne gli aspetti di più diretto interesse della X Commissione, si richiama in primo luogo la tabella relativa al cronoprogramma delle riforme. Gli interventi Pag. 194di sostegno alle imprese – con particolare riguardo agli incentivi per gli investimenti privati in R&S, al rafforzamento del Fondo centrale di garanzia per le PMI, alla riduzione del costo dell'energia per le imprese, all'attuazione delle misure della strategia «Destinazione Italia» – esplicitamente inclusi nel cronoprogramma delle riforme del Governo, sono considerati nella Nota di aggiornamento come avviati e non conclusi.
  Con specifico riguardo ai profili di interesse della X Commissione si segnalano i seguenti elementi della parte relativa alle Raccomandazioni.
   Nell'ambito della Raccomandazione 1, l'Italia viene invitata all'adozione di varie misure per garantire la Sostenibilità delle finanze pubbliche.
  La prima Raccomandazione, è incentrata sul rafforzamento delle misure di bilancio per gli anni 2014 e 2015, nel corso dei quali vanno garantiti progressi sia nel percorso di raggiungimento dell'Obiettivo di Medio Termine (OMT) – costituito dal pareggio di bilancio strutturale, vale a dire al netto degli effetti, al momento sfavorevoli, ciclo economico – che nel percorso di riduzione del debito: a tal fine, ferma restando la operatività dell'Ufficio Parlamentare di bilancio entro settembre 2014, occorre tra l'altro operare sul versante delle privatizzazioni nonché sul piano del contenimento e del miglioramento della efficienza e qualità della spesa.
  Per quanto riguarda il raggiungimento dell'OMT, nella Nota di aggiornamento, nel prendere atto del consistente deterioramento del quadro macroeconomico e dei conseguenti riflessi negativi che ciò determina sul percorso programmatico di risanamento delle finanze pubbliche previsto nel Documento di economia e Finanza dello scorso aprile, si posticipa di un anno (dal 2016 al 2017), rispetto a quanto esposto del DEF medesimo, il raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale e, nel contempo, si prevede che il debito pubblico inizi a diminuire dal 2016, anziché dal 2015 come prima ipotizzato. Viene peraltro evidenziato, sia nella Nota che nella annessa Relazione al Parlamento presentata ai sensi dell'articolo 6 della legge di attuazione del pareggio di bilancio n.243/2012, come il percorso di raggiungimento dell'OMT riprenda già nel 2016, con una correzione del deficit strutturale di 0,5 punti di PIL e poi di ulteriori 0,4 nell'anno successivo, con il raggiungimento in tale anno dell'Obiettivo. Tale percorso di consolidamento è basato anche su un avanzo primario previsto in crescita in tutto il periodo, da un livello dell'1,7 per cento del Pil nell'anno in corso fino a quello del 3,9 nel 2018, nonché accompagnato da una clausola, che sarà inserita nella legge di stabilità 2015 con funzione di garanzia del raggiungimento dell'Obiettivo in questione, di intervento sulle aliquote Iva e sulle altre imposte indirette per il conseguimento di maggiori entrate per complessivi 51, 6 miliardi nel triennio 2016-2018. Si tratta di una clausola che ha evidenti effetti negativi sul Pil degli anni di riferimento, effetti che vengono peraltro espressamente stimati nella Nota in circa 0,7 punti percentuali alla fine del quinquennio di previsione, e sulla quale potrebbe risultare opportuno un approfondimento. Ciò anche alla luce della considerazione che gli effetti suddetti sono inclusi nello scenario macroeconomico programmatico riportato nella Nota.
  In ordine alle indicazioni in tema di privatizzazioni e spesa recate dalla Raccomandazione il Documento evidenzia quanto segue. Tra le azioni adottate dal Governo, di interesse di questa Commissione appaiono le misure adottate per il pagamento dei debiti commerciali dell'intero comparto della PA. Le risorse complessivamente stanziate nel biennio 2013-2014 per smaltire i debiti commerciali arretrati delle pubbliche amministrazioni – è indicato in 56,8 miliardi di euro (di cui 38,4 miliardi materialmente messi a disposizione delle pubbliche amministrazioni e 31,3 effettivamente pagati ai creditori). Viene inoltre citata la misura (contenuta nel decreto-legge n. 66) che agevola la cessione a banche e a intermediari finanziari dei crediti commerciali di parte corrente, maturati al 31 dicembre 2013 nei confronti della PA.Pag. 195
  Con la Raccomandazione n. 2, concernente il sistema fiscale, l'Italia è invitata a trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all'ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio. Viene inoltre raccomandata una valutazione di efficacia sulle misure di riduzione del cuneo fiscale, assicurandone il finanziamento per il 2015.
  In merito, la Nota di aggiornamento al DEF ha rammentato le misure volte ad incrementare il reddito disponibile dei cittadini, anticipandone la loro ulteriore implementazione.
  In particolare, per quanto di interesse della X Commissione:

   per quanto concerne l'alleggerimento del carico fiscale sui fattori produttivi, si ricorda il tax credit previsto dall'articolo 1 del decreto-legge n. 66 del 2014 per l'anno in corso, disposto in favore dei percettori di redditi da lavoro dipendente e assimilati. Esso è pari a 640 euro ove il reddito complessivo non superi i 24.000 euro, per decrescere oltre tale soglia ed ad azzerarsi al raggiungimento di un livello di reddito pari a 26.000 euro. Tale misura è stata finanziata con le risorse reperite nel medesimo D. L. n. 66 del 2014, tra cui gli interventi di riduzione e riqualificazione della spesa pubblica. Il Governo renderà la misura strutturale nel disegno di legge di Stabilità 2015;

   sempre in relazione agli interventi di tax design volti allo spostamento del baricentro dell'imposizione fiscale, si ricorda l'incremento, a decorrere dal 1o luglio 2014, dell'aliquota di tassazione dei redditi di natura finanziaria che è passata dal 20 al 26 per cento (articolo 3 del decreto-legge n. 66 del 2014), con affrancamento delle plusvalenze e minusvalenze maturate entro il 30 giugno 2014.
  Possono inquadrarsi nel solco della riduzione delle tasse sui fattori produttivi i seguenti interventi:

   la diminuzione del 10 per cento delle aliquote ordinarie IRAP (articolo 2 del richiamato decreto-legge n. 66 del 2014) per tutti i settori produttivi, dal periodo d'imposta 2014. Si prevede una ulteriore riduzione con la legge di stabilità 2015;

   le misure concernenti le società cooperative e i loro consorzi, con l'esenzione del 23 per cento degli utili dalle imposte dirette, entro i limiti dei regolamenti UE in materia;

   le misure specifiche, che hanno riguardato diversi settori:
   il patrimonio culturale, l'articolo 1 del decreto-legge 83/2014 (L. 106/2014) ha introdotto un regime fiscale agevolato di natura temporanea, sotto forma di credito d'imposta, in favore delle persone fisiche e giuridiche che effettuano erogazioni liberali in denaro per interventi a favore della cultura e dello spettacolo (c.d. Art –bonus)
   il turismo: con gli artt. 9 e 10 del decreto-legge 83/2014, sono stati previsti crediti d'imposta a favore degli esercizi ricettivi che investono nella digitalizzazione e nella riqualificazione edilizia delle strutture; le modalità attuative sono rimesse a decreti ministeriali che devono essere emanati entro il 31 ottobre 2014;
   l'agricoltura: con il decreto-legge n. 91/2014, un credito di imposta, per il 2014, 2015 e 2016, nella misura del 40 per cento dell'investimento e non superiore a 50.000 euro per le imprese agricole, agroalimentari e della pesca e dell'acquacoltura per investimenti in infrastrutturazione elettronica per l'implementazione dell’e-commerce; e un ulteriore credito di imposta per il periodo 2014, 2015 e 2016, nella misura del 40 per cento delle spese e non superiore a 400.000 euro per lo sviluppo di nuovi prodotti e la cooperazione di filiera tra imprese che producono prodotti agricoli e agroalimentari, della pesca e dell'acquacoltura.
   il settore edilizio: le misure contenute nel decreto-legge n. 47 del 2014 riguardano in particolare la riduzione dal 15 al 10 per cento, per il quadriennio 2014-2017, dell'aliquota della cosiddetta ’cedolare Pag. 196secca’, ovvero dell'imposta sostitutiva sui proventi delle locazioni, purché a canone concordato e stipulate in specifiche aree geografiche; lo stesso provvedimento consente di dedurre dall'imponibile delle persone fisiche non esercenti attività commerciali il 20 per cento della spesa sostenuta per la costruzione su terreno proprio o l'acquisto di immobili, se effettuati direttamente dall'impresa costruttrice o esecutrice dei lavori;
   l'applicazione a regime delle deduzioni IRAP per l'incremento di base occupazionale, con particolare attenzione per le imprese agricole, le lavoratrici, per gli under 35 e per i lavoratori delle Regioni dell'Obiettivo convergenza.

  Per quanto riguarda le misure di sostegno fiscale alle imprese, la Nota di Aggiornamento del DEF rammenta le seguenti iniziative:

   il credito di imposta per l'acquisto di nuovi beni strumentali (articolo 2 del decreto-legge n. 69 del 2013, attuata con DM 27 novembre 2013) pari al 15 per cento del valore degli investimenti realizzati fino al 30 giugno 2015, in eccedenza rispetto agli investimenti medi realizzati nei 5 periodi di imposta precedenti, per un importo minimo agevolabile pari a 10.000 euro;

   il credito di imposta IRES e IRAP fino a un massimo del 50 per cento per tutte le opere pubbliche costruite in project financing (non più solo per gli interventi strategici nazionali previsti dalla Legge Obiettivo, ai sensi dell'articolo 11 del decreto-legge n. 133 del 2014, attualmente all'esame della Camera per la conversione in legge) che comportano un investimento superiore ai 50 milioni (prima erano 200 milioni) ma entro il limite massimo di 2 miliardi;

   l'emanazione di un bando per la concessione di agevolazioni (per un totale di 5 milioni) a favore di micro, piccole e medie imprese per la valorizzazione di disegni e modelli industriali al fine di accrescere la loro competitività sui mercati nazionali ed internazionali.

   la possibilità (prevista dai commi 140-147 della legge n. 147 del 2013, legge di Stabilità 2014) per le società di capitali e per gli enti residenti sottoposti a IRES di effettuare la rivalutazione dei beni d'impresa e delle partecipazioni risultanti dal bilancio dell'esercizio in corso al 31 dicembre 2012, attraverso il pagamento di un'imposta sostitutiva, con aliquota del 16 per cento per i beni ammortizzabili, e del 12 per cento per i beni non ammortizzabili. Per l'affrancamento del saldo attivo della rivalutazione è invece applicata un'imposta sostitutiva del 10 per cento;

   il credito di imposta a favore delle imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo (articolo 3 del decreto-legge n. 145 del 2013) entrato in vigore nel 2014 nel limite complessivo di 600 milioni per il triennio 2014-2016, a valere sulla programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali. In sintesi, la misura prevede un credito d'imposta pari al 50 per cento delle spese incrementali sostenute dalle imprese rispetto all'anno precedente, con un'agevolazione massima di 2,5 milioni per impresa ed una spesa minima di 50.000 euro in ricerca e sviluppo per poter accedere all'agevolazione. Inoltre, la norma definisce le attività di ricerca e sviluppo soggette all'agevolazione e le spese ammissibili. Tale disposizione è in attesa del relativo decreto attuativo;

   il credito d'imposta per investimenti nella Banda Ultralarga: l'articolo 6, comma 1, del decreto-legge n. 133 del 2014 ha concesso, fino al 31 dicembre 2015, un credito d'imposta IRES e IRAP, entro il limite massimo del 50 per cento dell'investimento, per la realizzazione di interventi infrastrutturali di realizzazione di reti di comunicazione elettronica a Banda Ultralarga. Possono accedere al credito d'imposta gli interventi infrastrutturali, per i quali non siano previsti contributi pubblici a fondo perduto, destinati Pag. 197alla realizzazione di servizi a banda ultralarga all'utente realizzati sia su rete fissa e mobile sia su impianti wireless e via satellite, compresi gli interventi di backhaul, cioè quelli la parte centrale delle reti di comunicazione.

  Nell'ambito della Raccomandazione 3 – Efficienza della pubblica amministrazione e giustizia, in cui è evidenziata la necessità di «un potenziamento degli sforzi intesi a far progredire l'efficienza della pubblica amministrazione», la Nota richiama, in particolare: la nuova disciplina introdotta dal decreto-legge n. 90/2014 di riforma della P.A. ed uno specifico focus è dedicato al disegno di legge delega in materia di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni (S. 1577).
  Altro richiamo del Governo è fatto alla migliore gestione dei fondi europei e alle misure adottate per implementare l'azione di utilizzo dei medesimi fondi. In particolare, da un lato viene evidenziato che l'accordo di partenariato si configura come strumento idoneo a rafforzare le regole europee sulla concentrazione dei fondi sulle priorità della strategia 2020, e dall'altro si richiama la misura contenuta nell'articolo 12 del decreto-legge n. 113/2014, in corso di conversione, il quale interviene in tema di utilizzo delle risorse dei fondi strutturali dell'Unione europea e del Fondo per lo sviluppo e la coesione, prevedendo che il Presidente del Consiglio dei ministri, sentita la Conferenza unificata, possa proporre al CIPE il definanziamento e la riprogrammazione delle risorse non impegnate qualora le amministrazioni pubbliche responsabili si siano rese responsabili di inerzia, ritardo o inadempimento e che attribuisce al Presidente del Consiglio l'esercizio dei poteri ispettivi e di monitoraggio sullo stato di attuazione degli interventi a valere su tali risorse – anche con l'ausilio di amministrazioni statali e non statali dotate di specifica competenza tecnica, e gli attribuisce poteri sostitutivi già previsti dalla normativa vigente in caso di accertato inadempimento, inerzia o ritardo nell'attuazione di tali interventi.
  Con la Raccomandazione 4-Settore bancario e mercato dei capitali la Commissione UE ha in particolar modo raccomandato all'Italia l'adozione di misure volte a promuovere l'accesso delle imprese, soprattutto di quelle di piccole e medie dimensioni, ai finanziamenti non bancari.
  Tra le misure non legislative il Governo ha ricordato:

   l'operatività del Fondo Centrale di Garanzia, sottolineando che circa il 60 per cento del totale delle imprese assistite sono micro imprese, mentre le operazioni di finanziamento a favore delle medie imprese pesano per poco meno del 10 per cento; il governo fornisce i dati delle operazioni accolte (52.537 operazioni accolte per 7,6 miliardi di controvalore nei primi 7 mesi del 2014);

   le iniziative avviate dall'accordo tra la BEI, il MEF e il MiSE: l'impiego di 100 milioni del Fondo di garanzia per le PMI per coprire i rischi di prima perdita in progetti d'innovazione industriale di imprese di qualunque dimensione;

   la creazione della task force ’Finanza per la crescita’, presso le segreterie tecniche del Ministero dell'economia e delle finanze, del Ministero dello Sviluppo economico e della Banca d'Italia, volte a individuare soluzioni concrete in grado di facilitare la disponibilità di risorse finanziarie per le imprese. Questo obiettivo è stato perseguito favorendo lo sviluppo delle emissioni obbligazionarie e dei fondi di credito – anche attraverso l'estensione dell'intervento del Fondo Centrale di Garanzia a questi strumenti – e un maggior coinvolgimento degli investitori istituzionali che veicolano il risparmio di lungo termine, anche nell'erogazione diretta del credito.

  Il Governo ha sottolineato come le proposte elaborate dalla suddetta task force siano anche confluite in misure legislative intese a favorire l'accesso al credito non bancario e a invitare le imprese alla quotazione nei mercati regolamentati. Pag. 198
  Le misure più rilevanti in materia sono contenute sia nel decreto «Competitività» (decreto-legge n. 91 del 2014) e in parte nel decreto «Sblocca Italia» (decreto-legge n. 133 del 2014, attualmente all'esame del Parlamento per la conversione in legge). In particolare, si ricordano i seguenti interventi:

   è stata concessa anche alle imprese di assicurazione e alle società di cartolarizzazione italiane la possibilità di concedere finanziamenti diretti alle imprese (articolo 22 del decreto-legge n. 91 del 2014);

   è stato progressivamente potenziato l'Aiuto alla Crescita Economica (ACE), sia sotto il profilo dell'operatività soggettiva che per quanto riguarda l'ampiezza dell'agevolazione per le imprese quotate (articolo 19 del decreto-legge n. 91 del 2014);

   è stata ridotta la misura del capitale sociale minimo per le società per azioni (Spa) da 120 a 50 mila euro (articolo 20 del decreto-legge n. 91 del 2014);

   un altro gruppo di norme ha specificamente riguardato le agevolazioni per la quotazione delle PMI e delle imprese familiari (articolo 20 del decreto-legge n. 91 del 2014).

   ulteriori misure riguardano poi il mercato obbligazionario e l'incentivazione delle imprese all'emissione di strumenti finanziari e, in particolare la rimozione dei rimossi i vincoli fiscali gravanti sulle operazioni di private placement: gli interessi e gli altri proventi su tali strumenti non saranno più gravati dalla ritenuta alla fonte (pari al 26 per cento dal 1o luglio), per effetto dell'articolo 21 del decreto-legge n. 91 del 2014.

  Tra le misure regolamentari promosse dal Governo si segnala l'attuazione delle disposizioni dell'articolo 12 del decreto-legge n. 145 del 2013 (DM 5 giugno 2014) che consente di fatto l'accesso al Fondo Centrale di Garanzia anche a favore delle società di gestione del risparmio che sottoscrivano obbligazioni o titoli similari emessi da piccole e medie imprese («mini bond»).
  Il Governo rammenta in proposito come lo strumento dei ’mini bond’ sia sempre più diffuso tra le piccole e medie imprese che intendono accedere al mercato per reperire risorse di finanziamento alternative al credito bancario, con un valore complessivo dei bond emessi da compagnie non quotate che ammonta a 7,5 miliardi.
  Tra gli strumenti pubblici a sostegno delle imprese e per l'accesso al credito il Governo cita prima di tutto lo strumento agevolativo (istituito dal decreto-legge c.d. «Del Fare» n. 69/2013) della c.d. «Nuova Sabatini» rivolto alle PMI, operanti in tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, che realizzano investimenti (anche mediante operazioni di leasing finanziario) in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in hardware, software e tecnologie digitali.
  Inoltre, tra i suddetti strumenti pubblici, il Governo ha rammentato, tra l'altro, le misure pattizie di sospensione delle rate dei finanziamenti delle PMI concluse e, in particolare, l'Accordo per il credito 2013 (prorogato al 31 dicembre 2014).
  Tra le misure legislative di sostegno all'economia reale si rammenta l'insieme di disposizioni volte ad ampliare l'operatività della Cassa Depositi e Prestiti, sia della gestione separata (finanziata con risparmio postale e titoli assistiti da garanzia statale) sia della gestione ordinaria (finanziata con risorse tratte sul mercato), per effetto di quanto disposto dall'articolo 10 del decreto-legge n. 133 del 2014, attualmente all'esame del Parlamento per la conversione in legge.
  Per quanto riguarda la gestione separata, la norma mira a consentire l'utilizzo delle risorse di tale gestione per operazioni con finalità di interesse economico generale (nell'ambito, tra l'altro, dei settori ricerca, sviluppo e innovazione, educazione, protezione civile, immobiliare, energia, ambiente). Con riguardo alla gestione ordinaria, la norma consente a CDP di Pag. 199intervenire anche a supporto delle politiche pubbliche nazionali, per progetti di investimento che contribuiscano allo sviluppo di tecnologie innovative e alla ricerca applicata in campo industriale, nel settore energetico e in quello ambientale.
  L'incentivazione al ricorso del mercato dei capitali è stata attuata anche attraverso incentivi fiscali e semplificazioni finanziarie all'emissione di titoli obbligazionari; in tale filone si inseriscono le disposizioni che hanno equiparato il trattamento fiscale dei project bond a quello dei titoli di Stato. Accanto alle misure fiscali si collocano alcune, che prevedono la possibilità di utilizzo di titoli al portatore, per favorirne la migliore trasferibilità sul mercato dei capitali e lo snellimento delle garanzie (articolo 13 del decreto-legge n. 133 del 2014).
  Il supporto all'internazionalizzazione delle imprese è stato garantito attraverso la disposizione (articolo 32 del decreto-legge n. 91 del 2014) che estende la garanzia dello Stato per rischi non di mercato anche a favore delle operazioni effettuate dalla SACE, in caso di operazioni riguardanti settori strategici oppure società di rilevante interesse nazionale, in termini di livelli occupazionali, di fatturato o di ricaduta per il sistema economico.
  Con riguardo ai criteri e alle procedure per accedere ai finanziamenti per l'internazionalizzazione il Governo rinvia alle Circolari adottate dalla SIMEST sulla base di precedenti disposizioni normative.
  Il Governo ricorda inoltre i dati relativi ai programmi di sviluppo nel settore industriale riguardanti territori regionali privi di risorse per la concessione delle agevolazioni, con l'obiettivo di favorire la realizzazione di investimenti di grandi dimensioni, anche esteri, e di incentivare i progetti di sviluppo d'impresa in grado di contribuire allo sviluppo economico e al rafforzamento della competitività del territorio nazionale. Dal 21 luglio 2014 sono stati approvati 36 programmi di investimento strategici localizzati per l'80 per cento nelle Regioni dell'obiettivo convergenza. Gli investimenti previsti sono circa 1, 44 miliardi; le risorse finanziarie pubbliche concesse sono circa 700 milioni.
  Il Governo ha inoltre ricordato che, ai sensi dell'articolo 15 del richiamato decreto-legge n. 133 del 2014, è stata prevista l'istituzione di un Fondo di servizio, avente durata di dieci anni prorogabili, avente lo scopo di rilanciare le imprese industriali italiane caratterizzate da «equilibrio economico positivo» e che necessitino di adeguata patrimonializzazione. Scopo del Fondo (comma 2) è il sostegno finanziario e patrimoniale attraverso nuove risorse che favoriscano, tra l'altro, processi di consolidamento industriale rivolgendosi alle imprese con un numero di addetti non inferiore a 150 e con prospettive di mercato. L'intervento del Fondo sarà costituito da operazioni di patrimonializzazione al servizio dello sviluppo operativo e dei piani di medio-termine.
  Inoltre, per ciò che riguarda le azioni di sostegno al comparto agricolo, il Governo ricorda le misure contenute nel decreto-legge n. 91/2014, il quale ha disposto la riforma della disciplina degli incentivi alla giovane imprenditoria agricola, di cui al Capo III del Titolo I del decreto legislativo n. 185/2000.
  Il Governo ricorda infine il Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy previsto dal DL 133/2014 in corso di conversione. Tra gli obiettivi del Piano il Governo ricorda le azioni volte all'attrazione degli investimenti esteri e la lotta all’italian sounding.
  Un riferimento ai progetti di ricerca industriale è contenuto nella raccomandazione n. 6, relativa a Istruzione e formazione, ove si fa riferimento tra l'altro all'assicurazione che i finanziamenti pubblici premino in modo più congruo la qualità di istruzione superiore e ricerca. In tal senso si segnala la previsione di utilizzo del Fondo per la crescita sostenibile per agevolare i progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale di piccola e media dimensione negli ambiti tecnologici individuati dal programma «Horizon 2020» (progetti di importo compreso fra 800 mila e 3 milioni di euro).Pag. 200
  La raccomandazione n. 7 fa riferimento alla necessità di approvare la normativa in itinere volta a semplificare il contesto normativo a vantaggio delle imprese e dei cittadini e colmare le lacune attuative delle leggi in vigore. In particolare il Governo segnala gli interventi nell'edilizia previsti dal decreto-legge «Sblocca Italia», in corso di conversione. Attenzione particolare è riservata alla materia ambientale, con riferimento alle procedure contro il dissesto idrogeologico; agli iter semplificati per le bonifiche; alla semplificazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti; al procedimento di rilascio dell'autorizzazione paesaggistica.
  Sono inoltre citate le disposizioni adottate per l'avvio e l'esercizio delle attività per le strutture turistiche ricettive e per le agenzie di viaggi e turismo, assoggettate alla SCIA (secondo le previsioni del DL 83/2014).
  Il Governo cita altresì diverse innovazioni per il rilancio del settore immobiliare.
  Nel settore della concorrenza, si richiama la segnalazione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato concernente proposte di riforma ai fini della Legge annuale sulla concorrenza, in cui rileva che ulteriori e più incisivi interventi sono ancora necessari nei settori dell'energia elettrica e del gas, della distribuzione dei carburanti, delle comunicazioni, nei settori bancario e assicurativo, della sanità, dei servizi postali e professionali. Il Governo specifica che a tali raccomandazioni verrà dato seguito nella Legge annuale sulla concorrenza che verrà presentata a ottobre 2014.
  Infine, la raccomandazione 8 richiama altresì le infrastrutture strategiche in campo energetico. In particolare, per quanto concerne l'individuazione degli impianti, la nota ricorda che il decreto-legge n. 133/2014 (cd. Sblocca Italia) identifica le categorie di opere da considerare strategiche. Tali opere saranno assoggettate ad un iter semplificato.
  La Nota rileva inoltre che la procedura per l'individuazione delle infrastrutture energetiche si concluderà entro l'anno con l'adozione di un provvedimento che individuerà i criteri per selezionare le infrastrutture energetiche strategiche, in particolare i nuovi terminali GNL, coerenti con le previsioni contenute nella Strategia Energetica Nazionale, a cui applicare il meccanismo incentivante.
  La nota richiama inoltre una serie di misure in materia di appalti ed infrastrutture contenute nel decreto-legge 133/2014 (c.d. Sblocca Italia) che però non sono strettamente attinenti alle richieste formulate dalla Commissione UE nella raccomandazione n. 8.

  Ettore Guglielmo EPIFANI (PD), presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta, ricordando che la Commissione dovrà procedere nella seduta di domani all'espressione del parere alla V Commissione.

Riforma della disciplina delle tasse automobilistiche e altre disposizioni concernenti l'imposizione tributaria sui veicoli C. 2397.
C. 2397 Capezzone.

(Parere alla VI Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Guido GALPERTI (PD) relatore, illustra la proposta di legge Capezzone C. 2397, concernente riforma della disciplina delle tasse automobilistiche e altre disposizioni concernenti l'imposizione tributaria sui veicoli, nel testo risultante dagli emendamenti approvati dalla VI Commissione Finanze.
  La proposta di legge in esame interviene sulla tassazione sui veicoli, prevedendo in sostanza: l'esonero dal pagamento del bollo auto per i veicoli di nuova immatricolazione per i primi tre anni. Per i veicoli ecologici (alimentati, anche o esclusivamente, a metano, a GPL oppure ibridi) l'agevolazione è valida per i primi cinque anni (articolo 1, comma 1) e l'elevazione per gli automezzi aziendali della Pag. 201percentuale di deducibilità ai fini dell'imposta sui redditi dal 20 al 40 per cento per quattro anni a decorrere dalla immatricolazione (articolo 2). Si prevede inoltre una modifica dei criteri di determinazione delle tasse automobilistiche (bollo auto) in base al livello di emissione del veicolo (articolo 1, comma 2).
  L'intervento legislativo è orientato a tre obiettivi fondamentali: ridurre l'impatto ambientale dei veicoli a motore attraverso incentivi alla sostituzione del parco auto; sostenere il mercato dell'auto nell'attuale fase congiunturale e ridurre la pressione tributaria complessiva.
  In particolare, l'articolo 1, al comma 1, della proposta di legge prevede l'esenzione per tre anni dalle tasse automobilistiche per i veicoli a motore immatricolati nuovi. L'esenzione decorre dal 1o gennaio dell'anno successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge.
  Per i veicoli alimentati, anche o esclusivamente, a metano, a GPL ovvero ibridi l'esenzione dalle tasse automobilistiche è estesa a cinque anni, in modo da incentivare l'acquisto di veicoli a basso tasso di inquinamento. Il comma 2 prevede una modifica dei criteri di determinazione delle tasse automobilistiche, che dovrà essere basata sul livello di emissioni del veicolo (specificate sul libretto di circolazione di ogni veicolo). La disposizione specifica altresì che rimangono ferme l'esenzione prevista per i veicoli elettrici dalla normativa vigente e l'esenzione prevista in favore dei soggetti portatori di handicap, nonché la riduzione prevista per i veicoli alimentati a GPL o a gas metano di cui all'articolo 17, comma 5, della legge n. 449 del 1997. Il comma 3 affida ad un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze) da emanare entro novanta giorni, la determinazione delle nuove tariffe delle tasse automobilistiche in applicazione dei criteri, nonché le relative disposizioni di attuazione necessarie per la definizione di tutti gli aspetti tecnici di dettaglio.
  L'articolo 2 eleva dall'attuale 20 al 40 per cento la misura della deducibilità ai fini delle imposte sui redditi dei costi per i veicoli aziendali, limitatamente a quattro anni dall'immatricolazione. Tale misura si applica alle autovetture, agli autocaravan, ai motocicli e ai ciclomotori non strumentali utilizzati nell'esercizio d'impresa, di arti e professioni, purché si tratti di veicoli a basse emissioni complessive ai sensi della legislazione vigente. Nel caso di esercizio di arti e professioni in forma individuale, la deducibilità è ammessa limitatamente ad un solo veicolo. Si ricorda che la percentuale di deducibilità per le auto aziendali era stata portata dal 50 al 40 per cento a seguito delle modifiche apportate dal decreto-legge n. 81 del 2007, è stata ridotta al 27,5 per cento dalla legge n. 92 del 2012 e ulteriormente ridimensionata al 20 per cento dalla legge n. 228 del 2012.
  L'articolo 3 provvede infine ad indicare la quantificazione degli oneri derivanti dalla perdita di gettito di cui al presente provvedimento (300 milioni) e le modalità della relativa copertura (revisione dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale che risultino superati, ovvero duplicazioni, fino a concorrenza delle minori entrate). Al riguardo pur non rientrando nelle competenze della X Commissione esprimere valutazioni di questa natura ritiene auspicabile una riflessione ulteriore sia sulla quantificazione degli oneri indicati che sulla copertura finanziaria utilizzata.
  Si riserva quindi di presentare una proposta di parere nella prossima seduta anche sulla base dell'andamento del dibattito.

  Marco DA VILLA (M5S) sulla base dell'intervento svolto dal relatore ritiene di dover svolgere alcune osservazioni con particolare riguardo all'estensione della imposizione tributaria agevolata anche a favore dei motoveicoli che, a quanto gli risulta, non sono attualmente dotati delle tecnologie GPL o metano e che, quindi, non potrebbero godere dell'esenzione quinquennale di cui all'articolo 1, comma 1; inoltre ritiene che l'esonero dal pagamento del bollo auto non dovrebbe essere previsto per i veicoli di nuova immatricolazione Pag. 202a propulsione convenzionale poiché non è condivisibile incentivare, in nome di un benefico rinnovo del parco auto, questo tipo di produzione.

  Alberto BOMBASSEI (SCpI) dichiara di non condividere l'intervento del collega Da Villa; al contrario ritiene opportuno richiamare l'attenzione della Commissione sul brusco calo delle nuove immatricolazioni che c’è stato negli ultimi anni e che certamente comporta una cospicua perdita di posti di lavoro. Sostenere alcune tecnologie a discapito di altre potrebbe in questo senso svantaggiare la produzione interna. Rileva inoltre che anche nel settore dei motocicli sono stati fatti molti passi avanti nella direzione di una riduzione degli effetti inquinanti e anche in questo settore ritiene in generale sia necessario salvaguardare il sistema industriale nazionale. In conclusione nel valutare il contenuto complessivo del provvedimento in esame è auspicabile tener conto di tutti i fattori e comunque tenere presente che la priorità, in questa fase congiunturale sfavorevole, deve essere il mantenimento dei posti di lavoro.

  Gianluca BENAMATI (PD) condivide l'impostazione offerta dal relatore alla Commissione sul provvedimento in esame; esprime condivisione anche in relazione all'analisi del collega Bombassei sulla crisi del settore automobilistico nel nostro Paese, crisi che non ha avuto alcun apparente beneficio dai vari provvedimenti di «rottamazione» pur varati negli ultimi anni. Ritiene quindi opportuno l'interrogativo – sollevato anche dal collega Da Villa – se una incentivazione del settore come quella proposta nel provvedimento in esame sia effettivamente opportuna, o se sarebbe preferibile indirizzarla verso le tecnologie più avanzate. Si riserva di intervenire successivamente per ulteriori approfondimenti nel merito sottolineando che la proposta di legge in esame comporta oneri finanziari di rilievo (300 milioni di euro).

   Ettore Guglielmo EPIFANI (PD), presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 8 ottobre 2014.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.35 alle 15.45.

COMITATO RISTRETTO

  Mercoledì 8 ottobre 2014.

Sistemi anticontraffazione per consentire al consumatore l'identificazione dei prodotti di origine italiana.
C. 1454 Senaldi.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 15.45 alle 16.15.

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