CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 luglio 2014
277.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 15

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 23 luglio 2014. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 14.15.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, comunica che ha cessato di far parte della Commissione, a seguito della sua elezione a presidente del gruppo parlamentare SEL, l'onorevole Arturo Scotto, che ringrazia per il contributo dato ai lavori della Commissione stessa, anche nella sua veste di Presidente del Comitato permanente per l'Africa e le questioni globali.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013.
C. 2541 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014.
C. 2542 Governo.

Tabella n. 6: Stato di previsione del Ministero degli Affari esteri per l'anno 2014.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che l'esame dei provvedimenti si concluderà con una relazione alla V Commissione su ciascuno di essi e con la nomina di un relatore per la III Commissione, restando fissato alle ore 16 di lunedì 28 luglio prossimo, in assenza di obiezioni, il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge C. 2542 sull'assestamento del bilancio.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), relatore, fa presente che il rendiconto generale sulle spese del Ministero degli Affari esteri nel 2013 e la correlata Relazione della Corte dei conti delineano un quadro significativo dei processi di razionalizzazione delle spese e delle funzioni in atto presso il Ministero, avviati con il decreto-legge n. 95 del 2012 e con il processo della spending review. Tali processi sono incentrati sull'ottimizzazione della rete diplomatico-consolare, su un riassetto del sistema delle scuole italiane e degli istituti di cultura all'estero, nonché sulla riduzione complessiva della spese per il personale.
  Rileva che la Relazione della Corte dei Conti dà atto degli sforzi compiuti dall'Amministrazione degli affari esteri su diversi fronti con l'intento, da un lato di mantenere efficiente la rete diplomatica e, dall'altro, di rispondere alle richieste di razionalizzazione della spesa che il Paese sta mettendo in atto, anche ai fini del Pag. 16rispetto degli accordi con l'Unione europea e del raggiungimento del pareggio di bilancio. La Relazione fa peraltro presente che gli sforzi sinora prodotti non hanno ancora realizzato i prefissati obiettivi di riduzione della spesa chiamando in causa le carenze implicite nel testo regolamentare di organizzazione del Ministero, risalente al 1967 ed i continui interventi di riduzione lineare delle risorse. Tali misure non hanno indubbiamente favorito l'adozione di quegli interventi che invece sarebbero stati necessari, non soltanto ai fini di una diminuzione delle spese in bilancio, ma anche e soprattutto ai fini di una razionalizzazione delle attività del Dicastero, dotando i suoi meccanismi di spesa di maggiore flessibilità.
  In relazione ai profili di competenza della Commissione, rileva che dal rendiconto per il 2013 risultano nel complesso per il bilancio del Ministero degli affari esteri 2.092 milioni di spese in conto competenza e 2.109,5 milioni di autorizzazioni di cassa. Le più importanti variazioni di competenza interessano la Missione più rilevante, ovvero la Missione n. 4 (L'Italia in Europa e nel mondo), che ha registrato un incremento di 232,4 milioni.
  Fa presente che tra gli undici Programmi in cui si ripartisce lo stanziamento della Missione n. 4 quello interessato dalla maggiore variazione è il Programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo), che ha registrato un significativo aumento di 122,4 milioni. Tra i capitoli del Programma 4.2 vengono in rilievo il capitolo 2182 (Finanziamenti gratuiti per studi e assistenza tecnica volti anche ad ostacolare la produzione della droga), che ha registrato un incremento di 50,1 milioni; il capitolo 2180 (Contributi volontari alle Organizzazioni internazionali, nonché alle Banche e Fondi di sviluppo) che ha registrato un incremento di 48,1 milioni; il capitolo 2183 (Finanziamenti a titolo gratuito per far fronte a calamità, per la lotta alla fame e alle carenze igienico-sanitarie) che ha registrato un incremento di 11,7 milioni; il capitolo 2181 (Contributi alle ONG idonee) che ha registrato un incremento di 4,3 milioni di euro; il capitolo 2303 (Contributi obbligatori ad organismi internazionali) che ha registrato un incremento di 4 milioni di euro; il capitolo 2210 (Fondo per lo sminamento umanitario) che ha registrato un incremento di 1,2 milioni.
  Sottolinea altresì che, per quanto attiene al Programma 4.12 (Presenza dello Stato all'estero tramite le strutture diplomatico-consolari), si registra un incremento di 45,6 milioni. Tra i capitoli del Programma 4.12 segnalo: il capitolo 1613 (Spese per le Ambasciate ed i Consolati di I categoria) che ha registrato un incremento di 42,4 milioni di euro ed il capitolo 7245 (Spese per immobili da destinare a sedi di uffici all'estero), originariamente primo di stanziamenti, sul quale sono ora iscritti 2,9 milioni di euro.
  Richiama sul punto la Relazione della Corte dei conti che ricostruisce assai opportunamente i passaggi del processo di riorganizzazione della rete, già avviato in maniera sistematica a partire dal 2007, su impulso della legge finanziaria, successivamente ripreso dalla legge n. 148 del 2011 in materia di stabilizzazione finanziaria e sviluppo e da ultimo ribadito dal richiamato decreto-legge n. 95 del 2012, convertito dalla legge n. 135 del 2012, concernente la spending review.
  Fa notare che in tale quadro la rete estera dal 2007 al 2011 ha subìto una riduzione complessiva di 18 strutture (passando dalle 246 del 2007 alle 228 del 2011). Nel 2013, in attuazione del nuovo ciclo di razionalizzazione, sono stati chiusi otto uffici consolari e sono stati istituiti i Consolati generali di Ho Chi Minh City (Vietnam) e Chonquing (Cina). Per la fine del 2014 è stata programmata la chiusura di altre 27 sedi inserite in un piano recentemente approvato dal Ministero.
  Condivide i rilievi svolti nella Relazione circa l'inderogabile necessità della riorganizzazione della rete diplomatica, consolare e culturale, tesa a salvaguardarne la futura funzionalità nell'attuale contesto interno ed internazionale. L'accorpamento delle strutture, con la conseguente creazione di Ambasciate e Consolati «hub» dotati di adeguate risorse finanziarie, umane e strumentali dovrebbe consentire Pag. 17di generare economie di scala sulla rete ed incrementare, ove possibile, i tassi di efficienza delle strutture stesse.
  Menziona inoltre gli aumenti più contenuti a carico di altri Programmi, come il Programma 4.6 (Promozione della pace e sicurezza internazionale, +28,6 milioni), il Programma 4.14 (Coordinamento dell'Amministrazione in ambito internazionale, +20 milioni), il Programma 4.4 (Cooperazione economica e relazioni internazionali, +5,9 milioni), il Programma 4.7 (Integrazione europea, +4,7 milioni) e il Programma 4.8 (Italiani nel mondo e politiche migratorie, +4,4 milioni).
  Evidenzia in chiave positiva, richiamando le risultanze della Magistratura contabile, le riduzioni delle spese di funzionamento attuate nel corso del 2013 dal Ministero degli Affari esteri, anche attraverso alcune best practices innovative dal punto di vista tecnologico, che hanno consentito di diminuire i consumi intermedi del Dicastero. Un altro intervento connesso con la razionalizzazione della spesa ha riguardato la riforma della disciplina in materia di viaggi di trasferimento del personale attraverso la semplificazione amministrativa del sistema di rimborso. Sempre nell'ottica di riduzione della spesa dei consumi intermedi è stato avviato un processo di dematerializzazione della documentazione e delle comunicazioni della Farnesina.
  Sul versante della gestione del personale, richiama le osservazioni svolte nella Relazione della Corte dei conti: l'esame dei redditi da lavoro dipendente mostra, in una analisi che ricomprende gli ultimi nove anni, un andamento crescente degli stanziamenti definitivi fino al 2011, anche se in modo discontinuo, ed una sensibile flessione invece nel 2012, anno in cui le previsioni definitive sono state di 800 milioni, con una riduzione pari a – 80 milioni rispetto all'esercizio precedente. Nel 2013 lo stanziamento è risalito leggermente attestandosi sugli 810,2 milioni.
  Illustra quindi i contenuti del disegno di legge di assestamento, facendo presente che lo stato di previsione del Ministero degli affari esteri per il 2014, approvato con la legge di bilancio 27 dicembre 2013, n. 248, reca spese in competenza per un totale di 1.815 milioni di euro, di cui 1.799,8 milioni di parte corrente e 15,1 milioni in conto capitale. Rispetto a tali previsioni iniziali, il disegno di legge di assestamento 2014 (A.C. 2542) reca talune modifiche dovute in parte all'adozione, nel periodo gennaio-maggio 2014, di atti amministrativi che hanno determinato un aumento di 116,1 milioni di euro delle dotazioni di competenza e cassa, dovuti a provvedimenti amministrativi intercorsi nel periodo gennaio-maggio 2014 in relazione a provvedimenti legislativi ed a norme di carattere generale nel frattempo adottate.
  Fa presente che la manovra proposta dal disegno di legge di assestamento prevede un aumento negli stanziamenti di competenza di 17,9 milioni di euro – tutto di parte corrente – accompagnato da un incremento di 19,2 milioni di euro delle autorizzazioni di cassa (anche questo di sola parte corrente). Pertanto, rispetto alle previsioni iniziali, le spese previste registrano un aumento complessivo di 134 milioni di euro per la competenza, e di 135,3 milioni delle autorizzazioni di cassa, con le previsioni per il 2014 che risultano assestate a 1.949,2 milioni per la competenza, 1.950,5 milioni per le autorizzazioni di cassa e 272 milioni di residui accertati.
  Sottolinea in termini critici come anche quest'anno il bilancio del Ministero continui a presentare un'incidenza percentuale ridotta sul complesso delle risorse poste a disposizione dei Ministeri: nel 2014 – come nel 2013 – tale incidenza è pari soltanto allo 0,3 per cento del totale delle spese totali, mentre nel 2007 ammontava ancora allo 0,6 per cento.
  Conclude osservando come resti molto da fare per chiudere definitivamente con la logica dannosa dei tagli lineari alle risorse per la politica estera e riallineare il budget della Farnesina a quello delle diplomazie di altri Paesi occidentali, che vanno dall'1,8 per cento del Ministero degli esteri francese all'1,1 per cento stanziato per la politica estera nel bilancio federale tedesco.

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  Il sottosegretario Mario GIRO ricorda che la spending review ed il decreto-legge n. 95 del 2012 hanno influito sull'ammontare del bilancio di previsione, per il triennio 2013-2015, prevedendo per il MAE una riduzione di 22 milioni di euro sulle spese di acquisto di beni e servizi (articolo 1, comma 21), a cui si è aggiunta un'ulteriore riduzione di 26,8 milioni di euro per il conseguimento degli obiettivi programmati di finanza pubblica. Gli effetti di tale provvedimento si sono aggiunti a quelli derivanti dalla legge di bilancio e dalla legge di stabilità dell'anno precedente, le quali, in attuazione degli obiettivi triennali di riduzione previsti dal decreto-legge n. 138 del 2011, già prevedevano un taglio per il 2013 pari a 71,8 milioni.
  Fa presente che il bilancio di previsione per l'anno 2013 si è quindi attestato su un importo complessivo pari ad euro 1,837 miliardi e che, rispetto a tale importo, nel corso dell'anno si sono registrati ulteriori interventi riduttivi, che, nel complesso hanno raggiunto una somma di euro 31,334 milioni. Per far fronte alle criticità causate da tali interventi si è dovuto, quindi, fare ricorso anche a strumenti straordinari di integrazione, quali il Fondo di riserva per le spese impreviste, nonché il piano di rientro per i debiti delle Pubbliche Amministrazioni, previsto dall'articolo 5 del decreto-legge n. 35 del 2013.
  Evidenzia come l'amministrazione degli affari esteri abbia raggiunto il significativo risultato della totale assenza di debiti fuori bilancio alla fine dell'anno: tale obiettivo è stato conseguito grazie alla maggiore flessibilità di bilancio concessa all'Amministrazione in funzione dell'obiettivo di ridurre, anzi, di eliminare, le situazioni debitorie nei confronti dei fornitori, consentendo più ampie rimodulazioni degli stanziamenti. Ciò dimostra che, qualora alle Amministrazioni sia conferita maggiore autonomia e flessibilità, è possibile conseguire anche risparmi aggiuntivi o comunque un migliore utilizzo delle risorse finanziarie.
  Segnala inoltre che con il decreto-legge di proroga delle missioni internazionali è stato possibile assicurare la realizzazione degli interventi di sicurezza necessari presso le sedi estere maggiormente esposte al rischio di attacchi o violazioni.
  Sottolinea che purtroppo i tagli lineari disposti nel corso del 2014 hanno dato luogo nuovamente ad un'insufficienza degli stanziamenti che potrebbe portare in futuro alla formazione di nuovi debiti. Ribadisce che il Ministero degli affari esteri non potrà più sopportare ulteriori riduzioni lineari dei propri stanziamenti rimodulabili, ormai ad un livello non più comprimibile. Il Ministero degli affari esteri contribuisce da diversi anni al miglioramento dei saldi, sia mediante la formulazione di proposte di riduzione, nell'ambito dell'attività condotta dal Commissario straordinario per la revisione della spesa, sia attraverso un forte incremento delle entrate riscosse dagli Uffici consolari, in particolare di quelle relative ai visti ovvero conseguenti all'alienazione di immobili non più in uso.
  In relazione al disegno di legge di assestamento di bilancio 2014, osserva che il Ministero degli affari esteri ha formulato alcune limitate richieste di integrazione di prioritario interesse, al fine di sopperire alle esigenze di funzionamento degli uffici all'estero. Tali integrazioni non comportano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, trattandosi di riassegnazioni di quote delle maggiori entrate riscosse dagli Uffici consolari, come previsto da vigenti disposizioni di legge, quali la riassegnazione dei proventi derivanti dall'incremento dei diritti consolari e la riassegnazione delle maggiori entrate provenienti dall'applicazione della tariffa consolare.
  Auspica in conclusione che in occasione di eventuali ulteriori manovre finanziarie siano indicati gli obiettivi complessivi di riduzione della spesa da conseguire sul bilancio dell'Amministrazione, (valutati anche alla luce del relativo peso sul bilancio dello Stato), permettendo tuttavia a quest'ultima di intervenire anche normativamente, al fine di individuare le voci di spesa da ridurre.

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  Daniele DEL GROSSO (M5S), nell'esprimere l'orientamento contrario del MoVimento 5 Stelle sui provvedimenti in esame, richiama l'esigenza di individuare con maggiore incisività gli sprechi gestionali e finanziari dell'amministrazione degli affari esteri, così come evidenziato nella stessa Relazione della Corte dei conti. Sottolinea altresì in chiave critica il forte iato tra le previsioni recate nella legge di bilancio e quelle contenute nel disegno di legge di assestamento, che denota la carenza di una corretta programmazione finanziaria e, più in generale, di una visione strategica delle risorse del Ministero.

  Guglielmo PICCHI (FI-PdL) rileva come, ancora una volta, le previsioni recate dai provvedimenti in esame appaiano poco realistiche e come, allo stesso tempo, la relazione della magistratura contabile denunci una non corretta utilizzazione delle risorse finanziare a disposizione del Ministero degli affari esteri. Valuta con preoccupazione l'assenza di un disegno strategico di riforma della rete diplomatico-consolare, da porre al servizio delle imprese e delle comunità italiane operanti all'estero.

  Fabio PORTA (PD), nel condividere le considerazioni svolte dal collega Amendola, richiama l'apporto della Commissione alla definizione di una serie di interventi di razionalizzazione delle spese per la politica estera italiana. Sottolinea l'importanza di porre a disposizione delle sedi consolari gli introiti derivanti dagli incrementi della tariffa consolare per la trattazione delle pratiche di riconoscimento della cittadinanza italiana, così come proposto in una iniziativa legislativa a sua firma.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, rinvia il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta, avvertendo altresì che il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge C. 2542 sull'assestamento del bilancio è stato fissato alle ore 16 di lunedì 28 luglio prossimo.

  La seduta termina alle 14.40.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 23 luglio 2014. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 14.40.

Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica federativa del Brasile, fatto a Brasilia il 27 marzo 2008.
C. 2080 Governo e C. 996 Bueno.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta dello scorso 28 maggio.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia, mentre la Commissione Bilancio ha espresso un parere favorevole con una condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Conseguentemente, l'onorevole Porta, in qualità di relatore, ha predisposto l'emendamento 3.1 volto a recepire tale condizione (vedi allegato 1).

  Fabio PORTA (PD), relatore, illustra l'emendamento 3.1 a sua firma.

  Il sottosegretario Mario GIRO esprime parere favorevole sull'emendamento 3.1 del relatore.

   Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva l'emendamento 3.1 del relatore e delibera di conferire il mandato al relatore stesso, onorevole Fabio Porta, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato Pag. 20dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione nel campo della cultura e dell'istruzione e dello sport fra il Governo della Repubblica italiana ed il Consiglio dei Ministri della Bosnia Erzegovina, fatto a Mostar il 19 luglio 2004.
C. 2125 Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, iniziato nella seduta dell'11 giugno scorso.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Bilancio, Cultura e Ambiente, assegnatarie del provvedimento in sede consultiva.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Locatelli, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Congresso di Stato della Repubblica di San Marino sulla cooperazione per la prevenzione e la repressione della criminalità, fatto a Roma il 29 febbraio 2012.
C. 2271 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, iniziato nella seduta del 3 giugno scorso.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia e Bilancio, assegnatarie del provvedimento in sede consultiva.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato all'onorevole Arlotti, relatore ai sensi dell'articolo 19, comma 3, del Regolamento, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di San Marino in materia di collaborazione finanziaria, fatto a San Marino il 26 novembre 2009.
C. 2278 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, iniziato nella seduta del 3 giugno scorso.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Bilancio, Finanze e Politiche dell'Unione europea, assegnatarie del provvedimento in sede consultiva. Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Pini, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese per evitare le doppie imposizioni Pag. 21in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, fatto a Hong Kong il 14 gennaio 2013.
C. 2515 Governo.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Mariano RABINO (SCpI), relatore, nell'illustrare l'accordo in esame, rileva come lo stesso sia diretto alla creazione di un quadro giuridico-economico di riferimento che consenta alle imprese italiane di operare nella Regione amministrativa speciale di Hong Kong in condizioni pienamente concorrenziali rispetto agli operatori economici di altri Paesi ad economia avanzata. Richiama a questo proposito alcuni dati sull'interscambio bilaterale, ricordando che l'Italia si posiziona al sedicesimo posto in assoluto tra i fornitori di Hong Kong e al terzo tra i Paesi europei (dopo Regno Unito e Germania, superando la Francia). L'interscambio commerciale tra Italia e Hong Kong nel 2013 ha raggiunto i 10,8 miliardi di dollari ed il saldo attivo a favore del nostro Paese ammonta a 4,6 miliardi di dollari, con un incremento del 18 per cento rispetto all'anno precedente. Il numero di aziende italiane stabilmente presenti a Hong Kong è di circa 400, attive principalmente nei settori della finanza, della logistica e della moda.
  Segnala che l'intesa, nel suo impianto generale, ricalca il più recente modello di convenzione fiscale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), e trova applicazione nei riguardi delle persone fisiche e giuridiche residenti di uno o di entrambi gli Stati contraenti.
  L'ambito oggettivo dell'Accordo (articolo 2) è invece rappresentato, per il nostro Paese, dall'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), dall'imposta sul reddito delle società (IRES) e dall'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). L'accordo definisce il concetto di residenza e di stabile organizzazione (articolo 5), secondo gli standard aggiornati dell'OCSE e talune previsioni mutuate dal modello di convenzione per evitare le doppie imposizioni predisposto dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).
  Fa presente che la tassazione dei redditi immobiliari (articolo 6), secondo il modello dell'OCSE, è prevista a favore del Paese in cui sono situati gli immobili mentre, per quanto concerne il trattamento degli utili di impresa (articolo 7), viene accolto il principio generale secondo il quale gli stessi sono imponibili esclusivamente nella Parte contraente di residenza dell'impresa, ad eccezione dei redditi prodotti per il tramite di una stabile organizzazione. In quest'ultima ipotesi, la Parte contraente in cui è localizzata la stabile organizzazione ha la potestà di tassare gli utili realizzati nel suo territorio mediante tale stabile organizzazione.
  Con riferimento poi alla disciplina dei dividendi (articolo 10), posto il principio generale della loro definitiva tassazione nella Parte contraente di residenza del percipiente (paragrafo 1), gli stessi sono imponibili anche alla fonte, ma limitatamente a un'aliquota che non può eccedere il 10 per cento dell'ammontare lordo dei dividendi. In materia di interessi (articolo 11), fermo restando il principio generale della loro definitiva tassazione nella Parte contraente di residenza del percipiente (paragrafo 1), è stata concordata un'aliquota di ritenuta del 12,5 per cento nella Parte contraente della fonte (paragrafo 2). Inoltre, al fine di agevolare l'acquisto di titoli del debito pubblico italiano, è stata tra l'altro inserita nel paragrafo 3 una disposizione finalizzata a esentare nella Parte contraente della fonte i redditi da interessi quando il debitore sia il Governo o un ente pubblico di una Parte contraente. Anche in materia di canoni o royalties (articolo 12), posto il principio generale della loro definitiva tassazione nella Parte contraente di residenza del percipiente, è prevista un'aliquota massima di ritenuta del 15 per cento nella Parte contraente della fonte.
  Sottolinea come l'accordo opportunamente preveda agli articoli da 10 a 12, una disposizione antielusiva volta alla disapplicazione Pag. 22del trattamento convenzionale favorevole qualora lo scopo del beneficiario dei redditi sia stato quello di ottenere i benefìci del trattato per mezzo di operazioni artificiose.
  Per ciò che riguarda la tassazione degli utili di capitale (articolo 13) ricorda che, ove si tratti di plusvalenze relative a beni mobili appartenenti alla stabile organizzazione o alla base fissa, essa è effettuata nella Parte contraente in cui è situata la stabile organizzazione o la base fissa mentre nel caso di plusvalenze relative ad azioni di un'impresa derivanti più del 50 per cento del loro valore da beni immobili, nella Parte contraente in cui questi sono situati. In tutti gli altri casi, esclusivamente nella Parte contraente di residenza dell'alienante. Nel rispetto della prassi negoziale italiana è stato mantenuto l'articolo 14 sulle professioni indipendenti che prevede, quale principio generale, l'imposizione esclusiva nella Parte di residenza.
  Sottolinea altresì che il trattamento fiscale delle remunerazioni per lavoro subordinato è regolato dall'articolo 15, che prevede la tassazione esclusiva nella Parte contraente di residenza del lavoratore, a meno che l'attività non sia svolta nell'altra Parte contraente. Per quanto attiene ai meccanismi intesi ad evitare le doppie imposizione, l'Accordo prevede, per la parte italiana, il ricorso al metodo di imputazione ordinaria, che limita l'ammontare del credito relativo all'imposta estera alla quota di imposta italiana attribuibile agli elementi di reddito imponibili in Hong Kong nella proporzione in cui gli stessi concorrono alla formazione del reddito complessivo.
  Pone in rilievo le disposizioni di cui all'articolo 25 in materia di scambio di informazioni, che fissano i presupposti – in coerenza con i più recenti standard dell'OCSE – per consentire un effettivo scambio di informazioni finalizzato al superamento del segreto bancario ed alla lotta contro l'evasione e l'elusione fiscali, anche in considerazione del fatto che Hong Kong ha sostanzialmente aderito agli standard dell'OCSE sulla tassazione internazionale.
  Fa presente, a tale proposito, che Hong Kong risulta iscritta tra i Paesi inseriti nella black list, evidenziando che la ratifica dell'Accordo in oggetto andrebbe senz'altro nella direzione di avvicinare Hong Kong all'iscrizione nella speculare white list di cui all'articolo 168-bis del testo unico delle imposte sui redditi (TUIR), relativa ai Paesi e ai territori che consentono un adeguato scambio di informazioni.
  In relazione agli oneri di attuazione del provvedimento, fa presente che essi sono quantificati in 2.236.000 euro, a decorrere dall'anno 2015, gli oneri di attuazione dell'Accordo, riconducibili a perdite di gettito nella tassazione dei dividendi, delle royalties e degli utili di capitale: richiama sul punto la relazione tecnica allegata al provvedimento, che precisa che l'entrata in vigore dell'accordo contribuirà all'emersione di base imponibile ed alla riduzione di comportamenti fraudolenti.
  Conclude raccomandando una rapida approvazione del provvedimento all'esame.

  Vincenzo AMENDOLA (PD) esprime una valutazione favorevole sul provvedimento in esame, che si inserisce in una tendenza normativa volta ad accrescere la trasparenza della fiscalità internazionale, che potrà ulteriormente consolidarsi alla luce delle risultanze del prossimo Vertice ASEM (Asia – Europe Meeting), che si terrà ad ottobre a Milano. Rileva infine come Hong Kong rappresenti oggi una realtà molto rilevante sotto il profilo produttivo, con la quale è opportuno rafforzare un quadro di cooperazione economica e commerciale.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti, Pag. 23altrimenti, il termine resta fissato alle ore 15 di lunedì 28 luglio prossimo.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, fatta alla Valletta il 16 gennaio 1992.
C. 2127 Governo.

  (Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Khalid CHAOUKI (PD), relatore, sottolinea che la Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, risalente al 1992, è stata sottoscritta da 46 Paesi, dei quali 42 hanno proceduto alla ratifica, mentre il nostro Paese – insieme ad Austria, San Marino e Lussemburgo – non l'ha ancora ratificata, malgrado essa abbia condotto ad importanti progressi nella tutela del patrimonio archeologico in molti Paesi europei. La nuova convenzione nasceva sia dal convincimento che fossero stati raggiunti in gran parte gli obiettivi delle disposizioni della precedente Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, fatta a Londra il 6 maggio 1969, (ratificata dall'Italia con la legge n. 202 del 1973), sia dalla necessità di completare tali disposizioni, adattandole alle nuove realtà storiche e sociali.
  Ricorda che la Convenzione ha come obiettivo primario la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico nelle politiche urbane e di pianificazione, fissando le modalità di collaborazione tra archeologi, urbanisti e pianificatori. Essa formula degli orientamenti sul finanziamento dei lavori di scavo, di ricerca e di pubblicazione di risultati ottenuti ed introduce alcuni principi generali in materia di accesso del pubblico ai siti archeologici e di attività educative in materia.
  Rileva inoltre che la Convenzione delinea un quadro istituzionale per una cooperazione paneuropea in materia di patrimonio archeologico, configurando uno scambio sistematico di esperienze e di esperti tra i diversi Paesi che potrà essere condiviso con paesi caratterizzati da grandi patrimoni archeologici, come quelli della sponda meridionale del Mediterraneo.
  Preambolo, nel quale viene sancita l'essenzialità del patrimonio archeologico per la conoscenza del passato delle civiltà, l'esigenza che esso sia preservato dal degrado, dai grandi lavori di pianificazione del territorio e dalle azioni distruttive quali gli scavi illegali o le azioni derivanti da insufficiente informazione.
  In relazione all'articolo 2, sottolinea l'impegno delle Parti ad adottare un regime giuridico per la protezione del patrimonio archeologico e detta le caratteristiche di tale cornice: gestione dell'inventario, costituzione di riserve archeologiche, obbligo dello scopritore di denunciare alle autorità la scoperta di elementi facenti parte di tale patrimonio. Con l'articolo 3 si stabilisce che ogni Stato istituisca procedure di autorizzazione e di controllo degli scavi e delle attività archeologiche, impedendo scavi illegali e garantendo che gli scavi e le ricerche vengano svolti in modo scientifico.
  Pone inoltre in rilievo l'impegno delle Parti, previsto dall'articolo 4, ad adottare misure di protezione fisica del patrimonio mediante: l'acquisto, la conservazione e la manutenzione o la creazione di depositi per i reperti allontanati dal luogo del ritrovamento.
  L'articolo 5 reca indirizzi sulla conservazione integrata del patrimonio archeologico, impegnando ogni Parte a conciliare e articolare i bisogni dell'archeologia con quelli dello sviluppo del territorio, mediante una partecipazione degli archeologi alle politiche di pianificazione e allo svolgimento dei programmi di sviluppo del territorio nelle loro diverse fasi. Ciò al fine di garantire, tramite una consultazione sistematica con urbanisti e responsabili del riassetto del territorio, la modifica dei progetti che rischiano di alterare il patrimonio archeologico e la concessione di tempo e mezzi per realizzare uno studio scientifico adeguato delle aree interessate. Sempre in forza dello stesso articolo le Parti si impegnano a fare sì che gli studi Pag. 24d'impatto ambientale e le decisioni che ne risultano tengano conto dei siti archeologici e del loro contesto ed a prevedere, per quanto possibile, la conservazione in situ degli elementi del patrimonio archeologico trovati in occasione di lavori di pianificazione, nonché a fare in modo che l'apertura al pubblico dei siti archeologici non incida sul carattere archeologico e scientifico di tali siti.
  Richiama poi i contenuti dell'articolo 6, che impegna le parti a finanziare la ricerca archeologica attraverso le varie autorità pubbliche nazionali e territoriali e ad accrescere i mezzi destinati all'archeologia preventiva. Quest'ultimo obiettivo è perseguito: attraverso l'adozione di disposizioni utili affinché, nell'ambito di lavori pubblici o privati di sistemazione, siano previsti fondi pubblici e privati per sostenere la totalità dei costi delle operazioni archeologiche legate a questi lavori; a tale scopo devono essere indicati, nella stima dei costi di tali lavori, tutti gli studi e i documenti scientifici relativi alle ricerche archeologiche preliminari.
  L'articolo 8 prevede un impegno da parte degli Stati, a livello nazionale e internazionale, a facilitare lo scambio di materiale archeologico a fini scientifici, nel rispetto delle rispettive normative nazionali, a promuovere lo scambio di informazioni sulla ricerca archeologica e a promuovere l'organizzazione di programmi di ricerca internazionali. L'articolo 9 impegna gli Stati a sensibilizzare l'opinione pubblica attraverso un'azione educativa per la conoscenza del patrimonio archeologico e del suo valore, nonché a promuovere l'accesso del pubblico al patrimonio archeologico.
  Segnala altresì gli obblighi posti dall'articolo 10: a) scambio di informazioni tra poteri pubblici e istituzioni scientifiche sugli scavi illegali; b) informazione alle autorità competenti dello Stato d'origine di ogni tentativo di offerta di materiali sospettati di provenire da scavi illegali o sottratta a scavi ufficiali; c) adozione di misure necessarie ad impedire che musei o istituzioni analoghe controllate dallo Stato possano acquistare materiali archeologici illegali o che i musei non controllati dallo Stato siano informati di quanto previsto dalla Convenzione; d) limitazione del movimento del patrimonio archeologico illegale.
  In relazione agli oneri di attuazione del provvedimento, fa presente che essi ammontano a 2.580 euro a decorrere dal 2014: la loro copertura è reperita a valere sullo stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell'ambito del Programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli Affari Esteri.
  Conclude auspicando una rapida approvazione del provvedimento, che consentirà al nostro Paese di aderire ad un testo convenzionale che, dalla sua entrata in vigore, ha favorito importanti opportunità di lavoro e di crescita professionale per gli archeologi, i quali – attraverso la loro associazione professionale – si sono fatti promotori nel 2011 di una raccolta di firme a sostegno della richiesta di ratifica.

  Emanuele SCAGLIUSI (M5S) richiama l'esigenza di colmare il ritardo, cumulatosi in ventidue anni, giungendo ad una rapida approvazione del provvedimento.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti, altrimenti, il termine resta fissato alle ore 15 di lunedì 28 luglio prossimo.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di navigazione satellitare tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e il Regno di Norvegia, fatto a Bruxelles il 22 settembre 2010.
C. 2277 Governo, approvato dal Senato.
  
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Pag. 25

  Maria Chiara CARROZZA (PD), relatore, sottolinea come l'Accordo in esame sia stato negoziato sulla base delle direttive adottate dal Consiglio l'8 luglio 2005, ed appartenga alla categoria degli accordi «misti», cioè conclusi nei settori di competenze concorrenti dall'Unione europea, e sottoposti successivamente per la ratifica anche agli Stati membri.
  Ricorda che la politica europea di navigazione satellitare è finalizzata a mettere a disposizione dell'Unione europea due sistemi di navigazione satellitare (GNSS). Tali sistemi sono realizzati rispettivamente dai programmi EGNOS e GALILEO. Ciascuna delle due infrastrutture comprende satelliti e stazioni terrestri: il programma Galileo, avviato ufficialmente nel 2033 dall'Unione europea e dall'Agenzia spaziale europea (di cui fanno parte anche Stati che non aderiscono all'UE) è un sistema di posizionamento e navigazione satellitare civile (GNSS – Global Navigation Satellite System), sviluppato come alternativa al GPS statunitense.
  Rileva che il programma mira a realizzare la prima infrastruttura mondiale di navigazione e posizionamento via satellite concepita espressamente per scopi civili ed è completamente indipendente dagli altri sistemi già realizzati o che potrebbero essere sviluppati nel resto del mondo. Il sistema, strutturato su 30 satelliti – alcuni dei quali sono già in fase di lancio, mentre altri lo saranno entro la fine dell'anno –, non è soggetto alle limitazioni o interruzioni tipiche di altri sistemi pensati per scopi militari ed ha potenzialità di impiego straordinarie, in quasi tutti i settori: energia, trasporti terrestri marittimi e navali, sicurezza, agricoltura e finanza.
  Fa presente che nell'agosto dell'anno scorso è iniziata la fase di sperimentazione del PRS (Public Regulated Service), un servizio di alta precisione pensato per fornire dati posizionamento per lo sviluppo di applicazioni sensibili, destinato ad utenti espressamente autorizzati dai governi nazionali. Belgio, Francia, Italia e Regno Unito hanno recentemente eseguito i test di acquisizione indipendente: l'Italia è l'unico paese ad avere sviluppato un proprio ricevitore, che ha confermato la fruibilità del segnale, sulla base delle specifiche fornite dall'Agenzia spaziale europea durante i test ai quali ha potuto assistere precedentemente nella sua veste di Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca scientifica.
  Sottolinea che il sistema EGNOS (European Geostationary Navigation Overlay System) controlla e migliora la qualità dei segnali emessi dai sistemi globali di navigazione satellitare (GNSS) esistenti. La fase operativa del sistema EGNOS comprende principalmente la gestione dell'infrastruttura, la manutenzione, il perfezionamento e l'aggiornamento del sistema, la commercializzazione e le operazioni di certificazione e normalizzazione connesse al programma. L'UE contribuisce al finanziamento della fase operativa del sistema EGNOS.
  Ricorda che la materia è disciplinata dal regolamento comunitario n. 683/2008 del 9 luglio 2008, concernente il proseguimento dell'attuazione dei programmi europei di navigazione satellitare EGNOS e Galileo.
  Richiama la relazione illustrativa, facendo presente che la Norvegia è il più stretto partner non comunitario nella cooperazione sul programma GALILEO. Fin dai suoi inizi, Oslo ha fornito un contributo politico, tecnico e finanziario a tutte le fasi di GALILEO in quanto membro dell'Agenzia spaziale europea (ESA) nonché, nel corso degli anni, attraverso la sua partecipazione informale alle strutture comunitarie di governance specifiche di GALILEO. Ricordo che la Norvegia è inoltre legata dall'Unione europea dall'Accordo sullo Spazio economico europeo (SEE).
  Quanto ai contenuti dell'Accordo che consta di 12 articoli, pone in rilievo l'articolo 3, che elenca i principi che le Parti applicheranno, tra i quali: la centralità dell'Accordo SEE per la collaborazione; la libertà di prestazione dei servizi di navigazione satellitare, la libertà di utilizzo dei sistemi, la stretta cooperazione nelle questioni Pag. 26attinenti la sicurezza del GNSS, e l'articolo 4, che impegna le Parti a cooperare, nell'ambito dell'UIT (Unione internazionale delle telecomunicazioni) nel campo dello spettro-radio, tutelando adeguate assegnazioni di frequenze per i sistemi di navigazione satellitare e con particolare riguardo alla ricerca e all'eliminazione delle interferenze. Secondo il comma 4, la cooperazione bilaterale non dovrà in nessun caso derogare alle pertinenti disposizioni e ai regolamenti della UIT.
  Evidenzia altresì che, con l'articolo 6, le Parti si impegnano a proteggere i sistemi globali di navigazione satellitare contro ogni abuso, interferenza, interruzione ed atto ostile e prendono tutte le iniziative praticabili per garantire la qualità, continuità e sicurezza dei servizi di navigazione satellitare e delle relative infrastrutture sul loro territorio. La Commissione europea e la Norvegia si impegnano ad adottare misure finalizzate alla protezione e al controllo dei programmi del GNSS rispetto alle minacce alla loro sicurezza. L'articolo 7 rinvia, per quanto riguarda lo scambio e la protezione di informazioni classificate, all'Accordo UE-Norvegia del 22 novembre 2004 sulle procedure di sicurezza dello scambio di informazioni, auspicando l'istituzione di un quadro giuridico specifico su quelle relative al programma Galileo. L'articolo 8 disciplina la politica di controllo delle esportazioni e di non proliferazione di dati e tecnologie di GALILEO, rinviando alla consultazione tra le parti la soluzione di problemi derivanti da eventi non previsti dalle misure adottate in base all'Accordo.
  Richiama infine la relazione illustrativa al disegno di legge, nella quale si precisa che dalla ratifica dell'Accordo non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato in quanto gli stessi risultano a carico del Programma GALILEO, finanziato da parte italiana attraverso il contributo che l'Agenzia spaziale italiana versa all'Agenzia spaziale europea.
  Conclude auspicando una celere conclusione dell’iter del disegno di legge di autorizzazione in esame, già approvato dal Senato il 2 aprile scorso.

  Il sottosegretario Mario GIRO evidenzia l'importanza di pervenire ad una pronta ratifica dell'Accordo, ai fini di una rapida attuazione dei programma di navigazione satellitare definiti a livello europeo.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), nell'esprimere una piena condivisione delle ragioni che ispirano l'Accordo, ricorda come quest'ultimo rappresenti un approfondimento ed un ulteriore sviluppo dell'originario progetto comunitario, sorto attorno all'idea della condivisione non soltanto delle risorse economiche e dei mercati, ma anche delle innovazioni tecnologiche.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti, altrimenti, il termine resta fissato alle ore 15 di lunedì 28 luglio prossimo.

  La seduta termina alle 15.15.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 23 luglio 2014. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 15.15.

5-03289 Di Stefano: Sulla demolizione del centro per l'infanzia «La Terra dei bambini» presso il villaggio di Um Al Nasser nella Striscia di Gaza.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito Pag. 27chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S), nell'illustrare l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmatario, annuncia la presentazione di una mozione sulla crisi in atto a Gaza, auspicando che si possa registrare un'ampia convergenza parlamentare su questa gravissima emergenza.

  Il sottosegretario Mario GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Manlio DI STEFANO (M5S), primo firmatario dell'interrogazione in titolo, replica sottolineando come sia in atto, nella Striscia di Gaza, un vero e proprio genocidio, che si attua anche attraverso la distruzione sistematica delle fonti di sopravvivenza di un popolo. La demolizione del centro per l'infanzia «La Terra dei bambini» costituisce un esempio emblematico di tale genocidio, poiché non è un'operazione di tipo bellico, ma un intervento, scientificamente pianificato, contro vittime innocenti. Ritiene che le distruzioni operate dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza renderanno necessaria una vasta opera di ricostruzione che dovrà contare anche sul sostegno dell'Italia.

5-03290 Amendola: Sulle iniziative multilaterali in corso per la cessazione delle ostilità armate nella Striscia di Gaza.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), nell'illustrare l'interrogazione in titolo a sua prima firma, ricorda che le considerazioni in essa svolte sono anche alla base di una mozione presentata in Aula dal suo gruppo, che intende fare ricorso a tutti gli strumenti del lavoro parlamentare per assicurare un attento monitoraggio della crisi di Gaza. Dichiara di essere ben consapevole delle difficoltà implicite in questa azione, ma ritiene che il ruolo del Parlamento non possa essere circoscritto ad una mera testimonianza, come ha avuto modo di ricordare lo stesso presidente Cicchitto nel corso della missione al Cairo. Di fronte ad una vicenda storicamente tragica come quella di questi giorni, giudica necessaria un'azione forte e determinata dei governi europei, in linea con gli orientamenti espressi nel Consiglio europeo di ieri. Richiama l'esigenza di considerare l'inopportunità di un'operazione militare del tutto sproporzionata che aggredisce la popolazione civile e rileva la necessità di rilanciare il processo di pace con una forte azione politica dell'Unione europea in Medio Oriente, che passi anche attraverso una valorizzazione della missione EUBAM.

  Il sottosegretario Mario GIRO, nel rispondere all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3), sottolinea come la crisi attuale sia il frutto di una stasi durata troppi anni, ora aggravata dalla crisi siriana. Nota come gli attori della questione mediorientale ripetano vecchie strategie senza la possibilità di portarle fino in fondo. Concorda con l'onorevole Amendola circa l'esigenza di utilizzare tutti i canali utili a raggiungere una soluzione del conflitto.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), nel dichiararsi soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo, pone in rilievo come l'Italia assuma la presidenza di turno dell'Unione europea in un contesto segnato da quattro gravissime crisi geo-politiche, in Iraq, in Siria, in Libia e nella Striscia di Gaza. Con riferimento alla crisi in atto a Gaza, ritiene necessario che l'Unione europea proponga una demilitarizzazione di quell'area per scongiurare un'ulteriore escalation del conflitto.

5-03291 Palazzotto: Sull'esportazione di armi e sistemi militari verso le parti coinvolte nel conflitto israelo-palestinese.

  Erasmo PALAZZOTTO (SEL) illustra l'interrogazione in titolo di cui è primo firmatario, rilevando come questo confronto in Commissione testimoni una specifica attenzione del Parlamento ad una Pag. 28crisi grave e drammatica, per la quale non bastano appelli e dichiarazioni di principio, ma sono necessari interventi diretti. A tale proposito, sollecita il Governo a farsi promotore presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di un'iniziativa di pace che fermi l'intervento armato israeliano nella Striscia di Gaza.

  Il sottosegretario Mario GIRO, rispondendo all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4), precisa che è definitivamente venuta meno – dai Balcani al Medio Oriente – la sistemazione dei confini delineata all'indomani del primo conflitto mondiale. Di fronte ad un quadro geopolitico radicalmente mutato appaiono possibili, a suo avviso, soltanto soluzioni politiche.

  Erasmo PALAZZOTTO (SEL), nel replicare, sottolinea l'esigenza che il Governo intervenga per garantire la pace anche attraverso azioni concrete, come la sospensione delle forniture alle forze armate israeliane dei velivoli M346.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 15.50.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

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