CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 18 marzo 2014
200.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 101

INTERROGAZIONI

  Martedì 18 marzo 2014. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo.

  La seduta comincia alle 9.

5-01541 Oliverio: Iniziative urgenti per la realizzazione degli interventi necessari a rimuovere le situazioni a più alto rischio idrogeologico nella provincia di Catanzaro.

  Il sottosegretario Silvia VELO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), replicando, nel dichiararsi soddisfatto della risposta del Governo, sottolinea con preoccupazione i ritardi e le lacune dell'operato della regione Calabria che tale risposta mette in evidenza. Conclude, quindi, auspicando che il Governo mantenga alta l'attenzione sulla grave situazione di rischio idrogeologico della provincia di Catanzaro e preannunciando nuove iniziative per indurre la regione Calabria ad adempiere con puntualità e con rigore ai compiti a essa assegnati per contribuire fattivamente alla realizzazione delle indispensabili opere di messa in sicurezza del territorio.

5-01854 Albanella: Iniziative urgenti per l'adozione di provvedimenti per la cessazione della qualifica di rifiuto della cenere vulcanica prodotta durante le eruzioni.

  Il sottosegretario Silvia VELO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

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  Luisella ALBANELLA (PD), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta fornita dal sottosegretario Velo, che ringrazia anche per la manifestata disponibilità personale a risolvere un problema, quello della classificazione come riferito della cenere vulcanica, che comporta ingenti oneri di gestione a carico dei comuni per le attività di spazzamento delle strade, e che, al contrario, potrebbe costituire una risorsa per quelle aziende che volessero utilizzare tale materiale nelle attività produttive del settore delle costruzioni.

5-01959 Mariastella Bianchi: Intendimenti circa l'individuazione del sito per la costruzione del Deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi e del connesso parco tecnologico.

  Il sottosegretario Silvia VELO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Raffaella MARIANI (PD), cofirmataria dell'interrogazione in titolo, ringrazia il sottosegretario Velo per la risposta fornita, di cui si dichiara soddisfatta. Nel ricordare, peraltro, i ritardi che in passato hanno accompagnato il percorso per la redazione dei criteri tecnici per la localizzazione del Deposito nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, formula l'auspicio che il Governo adempia in tempi rapidi, e con la massima trasparenza, ai compiti indicati nella puntuale risposta del sottosegretario Velo.

5-02142 Prodani: Intendimenti circa lo stato di attuazione dell'accordo di programma del 25 maggio 2012 per la riqualificazione ambientale e la reindustrializzazione delle aree comprese nel sito inquinato di interesse nazionale di Trieste.

  Il sottosegretario Silvia VELO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Mirko BUSTO (M5S), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, si dichiara soddisfatto della risposta del Governo, di cui si riserva di approfondire i contenuti.

5-00755 Zan: Iniziative urgenti per prevenire i rischi di inquinamento elettromagnetico in località Fontanafredda nel comune di Cinto Euganeo.

  Ermete REALACCI, presidente, avverte che, a seguito di accordi intercorsi fra l'interrogante e il Governo, lo svolgimento dell'interrogazione n. 5-00755, presentata dal deputato Zan, è rinviata ad altra seduta.

5-02366 Grimoldi: Iniziative urgenti per la realizzazione delle opere indispensabili a prevenire il ripetersi dello straripamento del fiume Livenza nel territorio del comune di Sacile.

  Ermete REALACCI, presidente, avverte che, a seguito di accordi intercorsi fra l'interrogante e il Governo, lo svolgimento dell'interrogazione n. 5-02366, presentata dal deputato Grimoldi, è rinviata ad altra seduta.

  Ermete REALACCI (PD), presidente, dichiara quindi chiusa la seduta.

  La seduta termina alle 9.35.

SEDE REFERENTE

  Martedì 18 marzo 2014. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo.

  La seduta comincia alle 9.35.

Istituzione del Sistema nazionale delle agenzie ambientali e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
C. 68 Realacci ed abb.

(Seguito dell'esame e rinvio – Adozione del testo base).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'11 febbraio 2014.

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  Filiberto ZARATTI (SEL), relatore, dà conto del proficuo lavoro svolto dal Comitato ristretto, con l'apporto dei deputati di tutti i gruppi parlamentari, che ha portato alla definizione di un testo unificato delle proposte di legge in titolo, che giudica in modo molto positivo (vedi allegato 5). Sottopone, quindi, all'attenzione della Commissione tale testo ai fini della sua adozione come testo base per il prosieguo dell'esame in sede referente.

  Il sottosegretario Silvia VELO si riserva di esprimere nel prosieguo dell’iter del provvedimento l'orientamento del Governo sul testo unificato del proposte di legge in esame elaborato dal Comitato ristretto.

  Samuele SEGONI (M5S) esprime, a nome del gruppo M5S, soddisfazione per il positivo lavoro svolto dal Comitato ristretto e un orientamento complessivamente favorevole sul testo elaborato dal Comitato medesimo, nel quale hanno trovato posto alcune istanze importanti del gruppo M5S, come quelle relative all'accesso dei cittadini ai dati e alle informazioni ambientali o quelle relative ai nuovi compiti dell'ISPRA in tema di sicurezza del territorio e lotta al rischio idrogeologico. Conclude, quindi, preannunciando il voto favorevole del suo gruppo alla proposta avanzata dal relatore di adottare il testo unificato come testo base, auspicando un rapido iter parlamentare del provvedimento.

  Enrico BORGHI (PD) esprime, a nome dei deputati del Partito democratico, piena soddisfazione per il proficuo lavoro svolto dal Comitato ristretto, preannunciando il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di adozione del testo base avanzata dal relatore.

  Ermete REALACCI, presidente, come richiesto dal relatore, propone quindi di adottare il testo unificato delle proposte di legge in titolo, elaborato dal Comitato ristretto, come testo base per il prosieguo dei lavori in sede referente.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera all'unanimità di adottare il testo unificato delle proposte di legge in titolo, elaborato dal Comitato ristretto, come testo base per il prosieguo dei lavori in sede referente.

  Ermete REALACCI, presidente, propone quindi di fissare alle ore 16 di lunedì 24 marzo 2014 il termine per la presentazione degli emendamenti.

  La Commissione concorda.

  Ermete REALACCI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

  Ermete REALACCI, presidente, in considerazione della temporanea assenza del collega Bratti, relatore sugli atti dell'Unione europea, propone di invertire i punti all'ordine del giorno, nel senso di procedere dapprima alla discussione delle risoluzioni e successivamente all'esame degli atti dell'Unione europea.

  La Commissione concorda.

  La seduta termina alle 9.50.

RISOLUZIONI

  Martedì 18 marzo 2014. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI.

  La seduta comincia alle 9.50.

7-00150 De Rosa: Sulle iniziative per limitare l'impatto ambientale dei diversi fattori antropici.
(Seguito discussione e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione, rinviata nella seduta del 5 marzo scorso.

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  Il sottosegretario Silvia VELO deposita una nota illustrativa dell'orientamento del Governo sulla risoluzione in titolo (vedi allegato 6).

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00117 Pellegrino: Sul rafforzamento delle politiche ambientali per favorire l'edilizia di qualità ed energeticamente efficiente.
(Seguito discussione e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione rinviata nella seduta del 5 marzo scorso.

  Il sottosegretario Silvia VELO deposita una nota illustrativa dell'orientamento del Governo sulla risoluzione in titolo (vedi allegato 7).

  Serena PELLEGRINO (SEL) manifesta stupore per le considerazioni svolte dal rappresentante del Governo che segnano un netto regresso rispetto agli indirizzi del precedente Governo e che sono in palese contrasto con gli atti di indirizzo approvati nel corso della legislatura, spesso all'unanimità, dall'VIII Commissione.
  Invita, pertanto, il rappresentante del Governo a verificare ulteriormente le posizioni dei singoli dicasteri e a formulare, in una prossima seduta, un orientamento unitario che, in ogni caso, tenga conto e rispetti i chiari indirizzi formulati in materia dall'VIII Commissione.

  Samuele SEGONI (M5S) si associa alle preoccupazioni e alle critiche rivolte dalla collega Pellegrino circa gli orientamenti espressi dal rappresentante del Governo sulla risoluzione in esame. Osserva che tali orientamenti rappresentano un pericoloso passo indietro rispetto alle pur criticabili politiche perseguite dal precedente Governo e appaiono clamorosamente smentiti dai risultati dello studio condotto dal Cresme e dal Servizio studi della Camera alcune settimane fa sui positivi effetti, ambientali, economici e occupazionali, delle agevolazioni fiscali per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici.

  Ermete REALACCI, presidente, ritiene che l'orientamento espresso dal Governo, più rispondente a logiche burocratiche che a una chiara visione politica, non possa che essere considerato come un primo contributo interlocutorio alla discussione sulla risoluzione in titolo. Invita, quindi, il Governo ad approfondire la questione in vista della ripresa della discussione in una prossima seduta.

  Il sottosegretario Silvia VELO precisa che il proprio intervento aveva proprio come intendimento quello di offrire alla Commissione un primo contributo di riflessione, nel quale si desse conto in modo puntuale delle diverse sensibilità e posizioni esistenti all'interno del Governo su una materia, come quella delle politiche per l'efficientamento energetico degli edifici, alla quale il Ministero dell'ambiente, nell'ambito delle sue competenze, attribuisce il massimo rilievo.

  Enrico BORGHI (PD) esprime, a nome dei deputati del Partito Democratico, apprezzamento per le ultime considerazioni svolte dal sottosegretario Velo, auspicando, inoltre, che nel prosieguo della discussione, il Governo possa rappresentare sulla materia specifica della risoluzione in titolo e, più in generale, sulla questione delle politiche per la riqualificazione e per l'efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e privato esistente, un chiaro orientamento più in linea con quello della Commissione. In tal senso, segnala la necessità di procedere, non solo alla stabilizzazione e all'implementazione delle agevolazioni vigenti, ma anche a una semplificazione delle procedure amministrative che, a fronte del gran numero di richieste provenienti dai cittadini, rischiano di tradursi in un collo di bottiglia che rischia di produrre gravi danni sia sul piano delle politiche ambientali che sul piano delle politiche necessarie ad affrontare la grave crisi economica in atto.

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  Filiberto ZARATTI (SEL), nel prendere atto delle precisazioni fornite dal rappresentante del Governo, manifesta la propria preoccupazione per quanto precedentemente detto sul futuro delle agevolazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio e, in particolare, sul futuro dell’ecobonus, che si è rivelato uno strumento essenziale, forse il solo strumento messo in campo negli ultimi anni, per il rafforzamento delle politiche ambientali e anche per contrastare la gravissima crisi economica e occupazionale che ha investito il settore dell'edilizia. Conclude, quindi, auspicando che il Governo pervenga nelle prossime sedute alla formulazione di un orientamento più coerente con le politiche messe in campo nel recente passato e più aderente agli indirizzi dell'VIII Commissione, nel quale trovi posto anche il richiamo giustamente posto dal collega Borghi alla semplificazione delle procedure amministrative.

  Alberto ZOLEZZI (M5S) preannuncia la presentazione di una risoluzione dei deputati del gruppo M5S sulla stessa materia oggetto della risoluzione in titolo.

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00185 Daga e 7-00195 Mariastella Bianchi: Sull'uso dei fondi strutturali per il rafforzamento di politiche ambientali.
(Seguito discussione e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione rinviata nella seduta del 5 marzo scorso.

  Il sottosegretario Silvia VELO deposita due note illustrative dell'orientamento del Governo sulle risoluzioni in titolo (vedi allegato 8 e 9).

  Federica DAGA (M5S), nel prendere atto dell'orientamento sostanzialmente favorevole del Governo sulla propria risoluzione, si riserva la possibilità di riformulare il primo impegno, tenuto conto dell'orientamento testè formulato dal rappresentante del Governo.

   Ermete REALACCI, presidente, constatata l'assenza della deputata Stella Bianchi, ritiene che sia opportuno rinviare ad altra seduta il seguito della discussione delle risoluzioni in titolo, anche per consentire ai presentatori di verificare la possibilità di procedere alla predisposizione di un test unificato delle due risoluzioni in titolo.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.20.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 18 marzo 2014. — Presidenza del Presidente Ermete REALACCI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo.

  La seduta comincia alle 10.20.

Proposta di decisione del Consiglio relativa all'accettazione della modifica del protocollo del 1999 della convenzione sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza, del 1979, per la riduzione dell'acidificazione, dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico.
COM(2013)917 final e relativo allegato.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Un programma «Aria pulita» per l'Europa.
COM(2013)918 final.

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla limitazione delle emissioni nell'atmosfera di taluni inquinanti originati da impianti di combustione medi.
(COM(2013)919 final e relativi allegati.

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Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici e che modifica la direttiva 2003/35/CE.
COM(2013)920 final e allegati.

(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti in titolo.

  Ermete REALACCI, presidente, propone di procedere all'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, che insieme costituiscono il pacchetto di misure sulla qualità dell'aria presentato nel dicembre scorso dalla Commissione europea.

  La Commissione concorda.

  Alessandro BRATTI (PD), relatore, ricorda che la Commissione è oggi convocata per avviare l'esame di un pacchetto presentato nel dicembre del 2013 dalla Commissione europea. Il pacchetto è costituito da: una proposta di decisione (COM(2013)917) sull'emendamento al protocollo del 1999 in materia di acidificazione; una comunicazione recante il programma europeo per la qualità dell'aria (COM(2013)918); una proposta di direttiva per la limitazione delle emissioni originate da impianti di combustione medi (COM(2013)919) e una proposta di direttiva (COM(2013)920) per la riduzione delle emissioni nazionali di alcune sostanze inquinanti.
  L'iniziativa della Commissione è motivata in ragione dei risultati non pienamente soddisfacenti determinati dalla normativa vigente e dalla necessità di rafforzare gli strumenti a disposizione per migliorare la qualità dell'aria. In particolare, appaiono assai preoccupanti i dati riportati dal documento di lavoro che accompagna il pacchetto, per cui risultano quantificabili in oltre 400 mila unità all'anno il numero dei decessi attribuiti all'inquinamento atmosferico e nel 62 per cento la superficie dei Paesi dell'UE è stata esposta all'eutrofizzazione.
  I costi esterni in termini di impatto sulla salute vengono stimati, in verità con uno scarto molto ampio, tra 330 e, addirittura, 940 miliardi di euro. I danni economici diretti comprendono 15 miliardi di euro per le giornate lavorative perse, 4 miliardi di euro di spese sanitarie, 3 miliardi di euro di perdite di resa delle colture e 1 miliardo di euro di danni agli edifici.
  Quanto alla qualità dell'aria in Italia, nel recente Annuario dei dati ambientali 2012 dell'ISPRA (diffuso nel luglio 2013) viene sottolineato che la «qualità dell'aria, seppur migliorata (il biossido di zolfo, l'ossido di carbonio, il benzene e il piombo non costituiscono attualmente un problema, se non a livello locale e in specifiche circostanze) resta un'emergenza per gli elevati livelli di alcuni inquinanti. L'analisi in dettaglio evidenzia che «nel 2011, in Italia, lo stato della qualità dell'aria presenta una situazione piuttosto stazionaria, che continua a essere soddisfacente per il biossido di zolfo e per il benzene e insoddisfacente per il PM10 (il valore limite giornaliero non è rispettato nel 48 per cento delle stazioni oggetto di analisi), per l'ozono (l'obiettivo a lungo termine non è stato rispettato nel 92 per cento delle stazioni) e per il biossido di azoto (il valore limite annuale non è stato rispettato nel 20 per cento delle stazioni di monitoraggio). Per quanto riguarda il particolato PM2,5, le cui informazioni continuano a essere scarse, risulta che nel 27 per cento delle stazioni è stata registrata una media annua superiore al valore limite annuale per la protezione della salute umana (decreto legislativo n. 155/2010), che entrerà in vigore il 1o gennaio 2015. Per arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene, rispetto ai valori obiettivo si registra un solo superamento per il nichel e 14 superamenti su 69 stazioni per il benzo(a)pirene».
  Con riferimento agli «sforamenti» relativi al PM10 l'ISPRA evidenzia in particolare «la criticità delle grandi città soprattutto dell'area padana dove i livelli raggiungono più frequentemente valori più alti».
  Un dato particolarmente preoccupante è l'esposizione della popolazione urbana Pag. 107all'inquinamento atmosferico. Secondo l'ISPRA, infatti, «nel 2011, la stima della percentuale di popolazione urbana esposta a livelli superiori al valore limite annuale per il PM10 (40 μg/m3) è del 25 per cento. Considerando il livello di riferimento dell'OMS, pari a 20 μg/m3 come media annuale, la popolazione esposta a valori superiori a questa soglia è pari al 96 per cento». Analoghe considerazioni vengono effettuate per il PM2,5.
  La normativa europea vigente è peraltro assai recente ed è contenuta in alcune direttive adottate tra il 2001 e il 2008.
  La Commissione europea non manca di richiamare alcuni progressi registrati tra il 1990 e il 2010, con particolare riguardo alla riduzione del fenomeno delle piogge acide nell'UE (acidificazione). I progressi vengono attribuiti in particolare alle disposizioni dell'UE sulle emissioni di zolfo dai grandi impianti di combustione (LCP), e al combustibile a basso tenore di zolfo per il trasporto su strada, che ha consentito l'uso di convertitori catalitici, dall'euro 4 in poi, riducendo le emissioni di https://portale. intra.camera.it/ods/customWorkspace.html ?idArchive=18 – _ftn1 particolato.
  Tuttavia, continuano a registrarsi ritardi e inadempimenti nell'applicazione della normativa, per cui un terzo della «zone di gestione della qualità dell'aria» dell'UE supera i limiti fissati per il particolato (PM10) e un quarto quelli per il biossido di azoto (NO2).
  Peraltro, a conferma della parziale inadeguatezza della disciplina esistente, la Commissione europea precisa che dalle proiezioni a medio termine si evince che nel 2020 si registrerebbero ancora 340.000 morti premature dovute al PM2,5 e all'ozono troposferico.
  I fattori di maggiore criticità sono individuati ne: i veicoli diesel; la combustione di carburanti solidi domestici, specie nelle zone in cui non si verifica una efficace dispersione; è il caso, ad esempio, di città come Milano, Madrid, Barcellona e Londra; lo scarso coordinamento tra l'azione nazionale e locale e alla carenza di capacità a livello regionale e locale; il settore agricolo, responsabile del 90 per cento delle emissioni di ammoniaca e principale fattore di eutrofizzazione.
  Sulla base di questi dati e stime, la Commissione europea pone anzi tutto l'accento sulla necessità di dare piena attuazione alla legislazione dell'UE in vigore e, in secondo luogo, sull'esigenza di recepire la modifica del protocollo di Göteborg concordata nel 2012. Si tratta di un protocollo alla Convenzione della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite – UNECE – sull'inquinamento atmosferico a grande distanza per diminuire l'acidificazione, l'eutrofizzazione e l'ozono a livello del suolo del 1999) per allineare il quadro normativo dell'UE agli impegni internazionali assunti dall'UE.
  L'obiettivo strategico di lungo termine è raggiungere livelli di qualità dell'aria che non comportino impatti negativi significativi, né rischi per la salute umana e l'ambiente. Sono stati stabiliti due obiettivi di carattere generale: garantire la conformità alle vigenti politiche in materia di qualità dell'aria e la coerenza rispetto agli impegni internazionali entro il 2020; conseguire un'ulteriore riduzione sostanziale dell'impatto sulla salute e sull'ambiente entro il 2030.
  Più in dettaglio, gli obiettivi che si intende raggiungere nel 2030 rispetto al 2005 sono: –52 per cento della mortalità prematura dovuta al particolato e all'ozono e –35 per cento della superficie di ecosistemi che supera i limiti di eutrofizzazione. L'effetto indotto di tali riduzioni è stato quantificato dalla Commissione in circa 40 miliardi di euro annui, a cui si aggiungono i notevoli benefici ambientali legati alla riduzione dei danni agli ecosistemi, difficili da monetizzare.
  Venendo più in particolare, ai contenuti del pacchetto, nel rinviare alla documentazione predisposta dagli uffici, segnala che il programma «Aria pulita per l'Europa» (COM(2013)918) fissa gli obiettivi da conseguire, a breve, a medio termine e oltre il 2030, e, contestualmente, indica le misure necessarie a raggiungerli. Come già ricordato, se alcuni di questi obiettivi sarebbero conseguibili mediante la Pag. 108revisione delle disposizioni già vigenti, per altri la Commissione ha proposto nuovi strumenti, che fanno parte del pacchetto. I nuovi obiettivi sono inquadrati nella cornice delle modifiche al protocollo di Göteborg, assunte nel 2012, e di cui la Commissione propone l'acquisizione con un'apposita proposta di decisione (COM(2013)917).
  In particolare, la proposta di decisione stabilisce nuovi impegni nazionali di riduzione delle emissioni, da realizzare entro il 2020 e successivamente, per i quattro inquinanti atmosferici nonché per il particolato sottile (PM2,5). Essa promuove inoltre la riduzione delle emissioni per il particolato carbonioso (una componente del particolato, inquinante atmosferico di breve durata), aggiorna i valori limite di emissione fissati negli allegati del protocollo, introduce nuove norme sul contenuto di composti organici volatili non metanici nei prodotti, e completa l'obbligo di comunicazione in carico alle parti per quanto concerne le emissioni di inquinanti atmosferici nonché i progressi compiuti nei settori della tecnologia e della ricerca.
  La proposta di direttiva sui limiti nazionali di emissione (COM(2013)920) detta una nuova disciplina relativamente alle emissioni nazionali (comprendendo anche due nuovi fattori inquinanti, il particolato fine – PM2,5 – e il metano – CH4); in particolare, essa amplia l'orizzonte politico al 2030 con due tappe intermedie: nel 2020, è previsto il recepimento dei nuovi obblighi internazionali concordati nell'ambito del protocollo di Göteborg modificato; per il 2025, sono previsti obblighi di riduzione intermedi per mantenere la traiettoria verso il 2030. Inoltre, la proposta rafforza la coerenza con le norme in materia di qualità dell'aria contenute nella direttiva sulla qualità dell'aria ambiente e con quelle sulla mitigazione dei cambiamenti climatici e reca disposizioni rafforzate sugli inventari, le proiezioni e il monitoraggio degli ecosistemi.
  La riduzione delle emissioni delle sostanze inquinanti (la cui lista è rinviata ad apposito allegato) è rimessa ad apposita disciplina dei singoli Stati membri che dovranno provvedervi con l'adozione di un programma nazionale di controllo da aggiornare periodicamente. Si stabilisce, inoltre, che gli Stati membri sono tenuti a monitorare le emissioni di inquinanti atmosferici e a preparare e aggiornare, in linea con gli obblighi e gli orientamenti istituiti dalla Convenzione sull'inquinamento atmosferico a grande distanza, inventari e proiezioni nazionali delle emissioni, accompagnati da una relazione d'inventario. Tali inventari sono verificati periodicamente dalla Commissione, assistita dall'Agenzia europea per l'ambiente e dagli Stati membri.
  Occorre in proposito chiarire, in primo luogo con il Governo, in che misura agli adempimenti previsti possa farsi fronte con le dotazioni umane, strumentali e finanziarie già disponibili o se esse possano comportare effetti onerosi per gli Stati membri.
  Sulla proposta di direttiva il Governo ha comunque trasmesso una prima valutazione che evidenzia taluni profili problematici che non sembrerebbero coerenti con le finalità della direttiva o che potrebbero portare ad aggravi nella sua applicazione. Si tratta, in particolare, della lista degli inquinanti (allegato I), molto più ampia di quella del protocollo di Göteborg; della tempistica della predisposizione e dell'aggiornamento con cadenza biennale del programma nazionale di controllo, che potrebbero comportare l'impossibilità di giungere alla redazione di un programma definitivo e che denotano una scarsa coerenza con le scansioni periodiche delineate dalla direttiva medesima; dei poteri troppo ampi concessi alla Commissione con il ricorso, ad avviso del Governo eccessivo, ai poteri delegati, per esempio con riferimento ai programmi nazionali di controllo, eccessivamente dettagliati (allegato III); del valore di riduzione delle emissioni fissato per il 2030; della disciplina in materia di reporting, che sembra sovrapporsi, con conseguenti possibili aggravi, a quella già vigente e disciplinata dalla convenzione UN/ECE.
  L'impatto finanziario della proposta, connesso alla necessità di predisporre un programma di controllo, non è, ad avviso Pag. 109del Governo, quantificabile a questo stadio, essendo necessaria la preventiva individuazione degli obiettivi e dei livelli di responsabilità (Stato, regioni ed enti locali). Analogamente, e per le stesse ragioni, non sarebbe possibile stabilire a priori l'effetto dell'applicazione della direttiva sull'ordinamento nazionale, sui diversi enti di Governo, sulla Pubblica amministrazione. È verosimile, comunque, che i nuovi limiti abbiano un impatto sui cittadini e le imprese di entità da verificare.
  La proposta di direttiva stabilisce anche l'obiettivo di una riduzione del 27 per cento dell'ammoniaca tra il 2020 e il 2030; gli Stati membri possono anche garantire un sostegno tramite l'assegnazione di risorse adeguate nell'ambito dei Fondi di sviluppo rurale.
  La proposta di direttiva è volta anche ad incentivare la riduzione delle emissioni di zolfo del trasporto marittimo nell'Unione europea, prevedendo la possibilità di detrarre le riduzione delle emissioni del trasporto marittimo dagli obblighi di riduzione delle emissioni provenienti dalle fonti terrestri per il 2025 e il 2030.
  La proposta di direttiva concernente gli impianti di combustione medi (COM(2013)919) è volta a colmare la principale lacuna della legislazione UE sulle emissioni prodotte dagli impianti di combustione con una capacità termica compresa tra 1 e 50 MW (impianti di combustione medi utilizzati per un'ampia gamma di applicazioni: produzione di energia elettrica, riscaldamento e raffreddamento domestico/residenziale, produzione di calore/vapore per i processi industriali).
  Gli impianti di combustione medi costituiscono un'importante fonte di emissioni di anidride solforosa, ossidi di azoto e particolato. Gli impianti di combustione medi nell'UE sono circa 142.986. Le emissioni di inquinanti atmosferici originate da tali impianti non sono attualmente disciplinate a livello europeo.
  Ad avviso della Commissione, la proposta consente di ottenere il rapporto costi/benefici più elevato con costi amministrativi ridotti.
  Anche in questo caso occorre chiarire se il sistema di ispezioni a cura dell'autorità competente delineato dalla proposta di direttiva corrisponda a quello previsto dall'articolo 288 del decreto legislativo n. 152/2006 (che reca la disciplina italiana sugli impianti civili di combustione piccoli e medi) che precisa il limite delle risorse a legislazione vigente.
  Su tale proposta è già disponibile una prima valutazione del Governo che appare sostanzialmente positiva dal momento che la proposta costituirebbe un ulteriore supporto per l'adeguamento dell'Italia, nei confronti della quale sono state avviate in passato numerose procedure di infrazione, ai parametri europei, ed appare in linea con l'interesse nazionale.
  Le risorse per l'effettiva applicazione della nuova normativa, ad avviso del Governo, potrebbero provenire dal programma LIFE e dai fondi strutturali.
  In conclusione, fa presente che si è in presenza di un pacchetto estremamente importante che di propone obiettivi ambiziosi, che per essere realizzati richiedono politiche coerenti da parte delle autorità competenti dei vari livelli di governo dei diversi Paesi membri e che potranno risultare tanto più realistici se saranno condivisi a livello internazionale con i maggiori paesi inquinanti.
  Proprio l'importanza del pacchetto e la necessità di valutare appieno la sua praticabilità concreta giustifica, a suo avviso, lo svolgimento di un breve ciclo di audizioni di soggetti qualificati, in modo da acquisire dati e elementi di valutazione accurati.

  Alberto ZOLEZZI (M5S) condivide il giudizio del relatore sull'importanza e sulla complessità degli atti all'esame della Commissione e sull'opportunità di svolgere un ciclo di audizioni per acquisire dati di conoscenza ed elementi di giudizio, anche ai fini della predisposizione dei prescritti pareri della Commissione. Rileva, tuttavia, che sul tema della qualità dell'aria si sconta, come del resto accade in molti settori della tutela ambientale, un'inesattezza e una discordanza dei dati – in Pag. 110questo caso i dati delle ARPA, soprattutto nell'area della Pianura padana, si discostano regolarmente «in melius» da quelli rilevati da soggetti e organismi indipendenti – che, tuttavia, rimanda ad una più grave imprecisione o ambiguità della normativa che va corretta e rafforzata.
  Sottolinea, quindi, che se è vero che anche le attività agricole sono ormai da considerarsi una concausa dei fenomeni di inquinamento atmosferico, è altresì indubbio che tale effetto negativo è il risultato di attività agricole sempre più intensive e sempre meno rispettose della integrità del territorio, della qualità degli alimenti e della qualità dell'aria. Evidenzia, infine, che tutto il sistema industriale è chiamato a dare un contributo al miglioramento della qualità dell'aria, soprattutto nell'area della Pianura padana, e che tale contributo non può non passare anche attraverso una revisione del sistema degli incentivi vigenti e una compiuta valutazione, anche sul piano normativo, del bilancio energetico delle aziende e del costo di estrazione dell'energia ad esse necessaria.

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.30.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 18 marzo 2014. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. — Interviene il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo.

  La seduta comincia alle 13.35.

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre.
C. 1836 Governo.

(Seguito esame emendamenti e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame degli emendamenti al disegno di legge in titolo, rinviato nella seduta del 18 febbraio 2014.

  Chiara BRAGA, relatore, presenta una proposta di parere sugli emendamenti presentati presso la XIVCommissione al provvedimento in titolo (vedi allegato 10).

  Il sottosegretario Silvia VELO esprime parere conforme a quello del relatore.

  Alberto ZOLEZZI (M5S) esprime, a nome del gruppo M5S, parere contrario sulla proposta di parere formulata dal relatore.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013 bis.
C. 1864 Governo.

(Seguito esame emendamenti e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame degli emendamenti al disegno di legge in titolo, rinviato nella seduta del 12 febbraio 2014.

  Chiara BRAGA, relatore, presenta una proposta di parere sugli emendamenti presentati presso la XIV Commissione al provvedimento in titolo (vedi allegato 11).

  Il sottosegretario Silvia VELO esprime parere conforme a quello del relatore. Peraltro, con riferimento all'articolo 17 del disegno di legge in esame, e alle connesse proposte emendative, sottolinea che dopo la presentazione al Parlamento del provvedimento in titolo, la procedura d'infrazione europea che era stata all'origine della predisposizione del citato articolo 17 e, prima di esso, dell'articolo 25 della disegno di legge europea 2013, è stata definitivamente conclusa. In tal Pag. 111senso, preannuncia che il Governo sta valutando l'opportunità di chiedere presso la Commissione di merito lo stralcio dell'articolo 17.

  Alberto ZOLEZZI (M5S) preannuncia l'intenzione di accogliere presso la Commissione di merito la proposta di riformulazione dell'emendamento 14.1 avanzata dal relatore. Preannuncia, inoltre, il voto contrario del gruppo M5S sulla proposta di parere formulata dal relatore.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

Decreto-legge 16/2014 Disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche.
C. 2162 Governo.

(Parere alle Commissioni V e VI).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Roberto MORASSUT (PD), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata a esaminare il decreto legge recante disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche, attualmente all'esame in sede referente delle Commissioni riunite VI e VIII.
  Al riguardo vorrebbe premettere che l'articolo 1, comma 2, del disegno di legge di conversione dispone la salvezza degli atti e dei provvedimenti adottati e degli effetti e dei rapporti giuridici sorti in base alle norme del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante «Misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio», e del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 151, recante «Disposizioni di carattere finanziario indifferibili finalizzate a garantire la funzionalità di enti locali, la realizzazione di misure in tema di infrastrutture, trasporti ed opere pubbliche nonché a consentire interventi in favore di popolazioni colpite da calamità naturali», entrambi non convertiti in legge per decorrenza dei termini di conversione.
  Nel decreto legge in esame risultano quindi riproposte solo talune delle disposizioni recate dai decreti legge sopra citati, mentre le restanti disposizioni (Expo 2015, risorse per Patto per Roma raccolta differenziata, disposizioni finanziarie in materia di Province, ANAS, contratto di programma RFI, trasporto pubblico locale Campania, Trenitalia Sicilia, disposizioni sulla regione Sardegna) dovrebbero essere ricomprese nel disegno di legge recante «Disposizioni di carattere finanziario finalizzate a garantire la funzionalità di enti locali, la realizzazione di misure in tema di infrastrutture, trasporti ed opere pubbliche, nonché a consentire interventi in favore di popolazioni colpite da calamità naturali» approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 febbraio 2014, contestualmente all'approvazione del decreto-legge in esame, il cui testo non è però ancora disponibile.
  Passando all'esame delle disposizioni di stretto interesse della VIII Commissione, segnala in particolare le disposizioni di cui agli articolo 18 e 20.
  L'articolo 18 reca disposizioni volte a limitare, nell'anno 2014, l'applicazione di talune sanzioni previste dalla normativa vigente per il mancato rispetto del patto di stabilità interno nei confronti dei comuni di Venezia e Chioggia. In particolare, l'articolo dispone in favore dei suddetti comuni di Venezia e Chioggia – individuati dalla norma come quelli assegnatari dei contributi pluriennali stanziati per la salvaguardia di Venezia, ai sensi dell'articolo 6 della legge 29 novembre 1984, n. 798 – che non hanno raggiunto l'obiettivo del patto di stabilità interno ad essi assegnato relativo all'anno 2013, una applicazione limitata nell'anno 2014 delle misure sanzionatorie previste dalla normativa vigente (riduzione delle risorse del fondo sperimentale Pag. 112di riequilibrio o del fondo perequativo, in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l'obiettivo programmatico predeterminato; divieto di impegnare spese di parte corrente in misura superiore all'importo annuale medio degli impegni effettuati nell'ultimo triennio; divieto di ricorrere all'indebitamento per finanziare gli investimenti; divieto di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo; riduzione del 30 per cento delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza degli amministratori).
  Nello specifico, la norma in esame intende, in favore dei predetti comuni: ridurre l'applicazione della sanzione relativa alla riduzione delle risorse del Fondo di solidarietà comunale, di cui alla lettera a) del citato comma 26, limitandola ad un importo massimo corrispondente al 3 per cento delle entrate correnti registrate nell'ultimo consuntivo (anziché commisurarla all'effettivo scostamento tra risultato ed obiettivo); in caso di incapienza dei fondi, i comuni sono comunque tenuti a versare all'entrata del bilancio dello Stato le somme residue; disapplicare la sanzione che prevede il divieto di assunzioni di personale a qualsiasi titolo, di cui alla lettera d) del medesimo comma 26.
  L'articolo 20 reca invece alcune disposizioni finalizzate ad introdurre agevolazioni finanziarie in favore della provincia e del comune de L'Aquila nonché degli altri comuni del cratere, colpiti dal sisma dell'aprile 2009, al fine di garantire a tali enti la stabilità dell'equilibrio finanziario. In particolare, il comma 1 è volto ad escludere l'applicazione delle sanzioni previste dalla normativa vigente per il mancato rispetto del patto di stabilità interno nei confronti del comune de L'Aquila, per l'esercizio 2013. Il comma 2 dispone poi la mancata applicazione, per l'anno 2014, dei tagli derivanti dalla spending review, di cui all'articolo 16, commi 6 e 7, del decreto legge n. 95 del 2012, nei confronti della provincia e del comune de L'Aquila nonché degli altri comuni del «cratere» interessati dal sisma dell'aprile 2009, come individuati dai decreti del Commissario delegato n. 3 del 16 aprile 2009 e n. 11 del 17 luglio 2009.
  Fa altresì presente che possono risultare in qualche modo di interesse della Commissione le disposizioni di cui al comma 2 dell'articolo 19 che differisce (dal 28 febbraio 2014) al 30 aprile 2014 il termine generale per la revoca dei finanziamenti agli enti locali per i lavori di messa in sicurezza, ristrutturazione e manutenzione straordinaria degli edifici scolastici – previsto dall'articolo 18, comma 8-quinquies, del decreto-legge n. 69/2013 (legge n. 98/2013) –, nel caso di mancato affidamento dei medesimi lavori entro la medesima data.
  In base alla relazione illustrativa, l'intervento si è reso necessario in quanto, su 692 interventi finanziabili, alla data del 27 febbraio 2014 sono pervenute al MIUR solo 210 comunicazioni di avvenuto affidamento dei lavori, pari a circa 28 milioni di euro, su un finanziamento complessivo di 150 milioni di euro.

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova nei confronti degli irreperibili.
C. 331-927-B, approvata dalla Camera e modificata dal Senato.

(Parere alla II Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Oreste PASTORELLI (Misto-PSI-PLI), relatore, ricorda che la Commissione è oggi chiamata ad esaminare il testo unificato delle proposte di legge C. 331 Ferranti e C. 927 Costa, recanti delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio, nonché Pag. 113disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili, come risultante dall'approvazione da parte della Camera e dalle successive modifiche apportate dal Senato della Repubblica.
  Al riguardo, segnala anzitutto che la Commissione non si era potuta esprimere sul provvedimento, nel giugno 2013, in sede consultiva, durante la prima lettura da parte della Camera, perché nel giorno fissato per la sua trattazione tutta l'attività della Commissione era stata assorbita dalla trattazione in Assemblea del decreto-legge n. 43 del 2013 (cosiddetto «decreto emergenze ambientali» o «decreto Ilva»).
  Ricorda, inoltre, che il provvedimento in esame trae origine dal testo licenziato dalla Camera nella precedente legislatura, il 4 dicembre 2012, il quale non aveva potuto avere la definitiva approvazione da parte del Senato per l'anticipato scioglimento delle Camere.
  Con riferimento al contenuto del provvedimento, fa presente anzitutto che sia il testo unificato predisposto in prima lettura dalla Commissione Giustizia della Camera sia il testo risultante dalle modifiche a esso apportate dal Senato della Repubblica, interessano solo marginalmente le materie di competenza dell'VIII Commissione, trattandosi di un provvedimento incentrato, sostanzialmente, sull'attribuzione al Governo di deleghe per l'introduzione di pene detentive non carcerarie e per la depenalizzazione (Capo I, articoli 1-2), sulla introduzione di una specifica disciplina per la sospensione del procedimento penale con messa alla prova dell'imputato (Capo II, articoli 3-8), sulla nuova disciplina del processo nei confronti degli irreperibili (Capo III, articoli 9-15).
  In questo quadro, peraltro, ritiene opportuno sottoporre all'attenzione della Commissione tre brevi considerazioni, anche al fine di giungere alla predisposizione di una proposta di parere il più largamente condivisa.
  La prima considerazione riguarda il fatto che nel testo attuale trasmesso dal Senato non compare più una disposizione che invece era presente nel primo testo unificato adottato dalla Commissione Giustizia della Camera il 6 giugno 2013 e che costituiva l'unica disposizione che toccava ambiti di competenza dell'VIII Commissione.
  In particolare, il testo unificato adottato il 6 giugno 2013 dalla Commissione Giustizia della Camera prevedeva all'articolo 3 (ora articolo 4 del testo approvato dal Senato) che nei procedimenti relativi ai reati previsti dal Codice ambientale (decreto legislativo n. 152 del 2006) l'istanza con cui viene richiesta l'applicazione della messa alla prova dell'imputato dovesse essere corredata, a pena di inammissibilità, dell'indicazione degli impegni specifici che l'imputato assume anche al fine di elidere o di attenuare le conseguenze del reato, considerandosi a tale fine il risarcimento del danno, le condotte riparatorie e le restituzioni.
  Si trattava di una prescrizione che, a suo avviso, era da considerare positivamente, in ragione della particolare rilevanza di alcuni reati sanzionati dal Codice ambientale, sia in termini di allarme sociale e di impatto ambientale, sia in termini di conseguenze finanziarie derivanti dalla condotta sanzionata (si pensi ad esempio al disastro ambientale causato dal naufragio di una petroliera o all'inquinamento di un sito industriale).
  Tale clausola speciale di inammissibilità era stata poi espunta dal testo approvato dalla Camera, né compare oggi nel testo risultante dalle modifiche introdotte dal Senato, prescrivendosi peraltro, in via generale, che, ai fini della concessione della messa alla prova, l'imputato debba assumere quegli specifici impegni diretti a elidere o attenuare le conseguenze del reato, considerandosi a tal fine «il risarcimento del danno, le condotte riparatorie e le restituzioni, nonché le prescrizioni attinenti al lavoro di pubblica utilità ovvero all'attività di volontariato di rilievo sociale».
  La seconda considerazione che intende sottoporre all'attenzione della Commissione riguarda il fatto che, per effetto dell'approvazione da parte della Camera del testo unificato delle proposte di legge Pag. 114C. 352 Realacci, 857 Micillo e 1814 Pellegrino recante Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente (che introduce nel Codice penale i nuovi reati di inquinamento ambientale, di disastro ambientale e di traffico o abbandono di materiale radioattivo), e a condizione che il Senato provveda alla sua approvazione definitiva, le disposizioni del provvedimento in esame – sia quelle sulla sospensione del processo penale con messa alla prova dell'imputato che quelle recanti delega al Governo per l'introduzione di pene detentive non carcerarie – non troverebbero applicazione in materia di reati ambientali, per i quali il citato testo unificato recentemente approvato dalla Camera e attualmente in corso di esame presso la Commissione Giustizia del Senato prevede pene edittali nel massimo più elevate di quelle per le quali è possibile procedere alla messa alla prova dell'imputato o alla fissazione di pene detentive non carcerarie.
  Quanto, infine, alla delega al Governo per la depenalizzazione introdotta dal Senato, fa presente – ed è questa la terza considerazione che sottopongo all'attenzione della Commissione – che, opportunamente, dall'elenco dei reati da depenalizzare, attraverso la loro trasformazione in illeciti amministrativi, restano esclusi sia i reati in materia di edilizia e di urbanistica che quelli in materia di ambiente, territorio e paesaggio.

  Ermete REALACCI, presidente, ringrazia il relatore per l'esauriente relazione che ha messo bene in luce le questioni poste dal provvedimento in esame. Al riguardo, anche in considerazione dei margini ristretti a disposizione della Commissione, che interviene solo in sede consultiva e su un provvedimento già approvato in prima lettura dalla Camera e successivamente modificato dal Senato, ritiene che le opportune osservazioni del relatore potrebbero essere anche informalmente sottoposte ai colleghi parlamentari del Senato che stanno esaminando il provvedimento per l'introduzione dei reati ambientali che la Camera ha approvato nelle scorse settimane.

  Alberto ZOLEZZI (M5S), nel condividere le osservazioni appena svolte dal presidente della Commissione, richiama l'attenzione del relatore sull'opportunità che nel parere della Commissione sia sottolineata la necessità che il testo dell'articolo 2 del provvedimento in esame, il quale esclude dall'elenco dei reati da depenalizzare sia i reati in materia di edilizia e di urbanistica che quelli in materia di ambiente, territorio e paesaggio, non venga in alcun modo modificato nel corso dell'esame presso la Commissione di merito.

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.

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