CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 febbraio 2014
178.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 12 febbraio 2014. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU. – Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Paolo Fadda.

  La seduta comincia alle 11.40.

DL 150/2013: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative.
C. 2027 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

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  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta dell'11 febbraio 2014.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ricorda che la Commissione è oggi convocata per il seguito dell'esame in sede consultiva del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 150 del 2013, recante «Proroga di termini previsti da disposizioni legislative», per il parere alla I Commissione.
  Ricorda, altresì, che nella giornata di ieri, la relatrice, on. D'Incecco, ha svolto la relazione e si sono svolti alcuni interventi.
  Chiede, pertanto, ai colleghi se c’è qualcuno che desidera intervenire, altrimenti dà la parola al sottosegretario Fadda per la replica.

  Il sottosegretario Paolo FADDA fa presente che il Governo, come è noto, ogni anno si fa promotore di un decreto-legge finalizzato a prorogare i termini di procedure amministrative che non si sono potute perfezionare nei termini prescritti, per evidenti difficoltà spesso collegate a procedure ed istruttorie complesse.
  Oserebbe dire che si tratta di un appuntamento annuale, che comunque già da almeno due anni si è andato riducendo per impatto e numero delle proroghe e proprio per l'anno 2013, che si è appena concluso, sicuramente parte dei ritardi accumulati va anche ricondotta al cambio di legislatura.
  Si augura, come sottosegretario, che nel futuro si superi definitivamente la necessità di avviare decreti di proroga dei termini, ma ad oggi non può che segnalare la necessità e l'auspicio che in tempi ragionevoli possa essere convertito in legge il decreto in esame.
  Per le norme di interesse della Commissione, già ben illustrate dalla relatrice, precisa che per quanto attiene alla proroga del termine per la cessazione degli accreditamenti provvisori, come è noto si tratta di una proroga introdotta da un emendamento parlamentare al Senato, che ha prorogato il termine del 1 gennaio 2013, di cui alla legge finanziaria per il 2007, al 31 ottobre 2014. In estrema sintesi, la proroga consente alle regioni che non hanno ancora adottato i provvedimenti diretti a garantire la cessazione degli accreditamenti provvisori di adottare tali provvedimenti entro il 31 ottobre 2014. Pertanto la norma è finalizzata a porre rimedio a ritardi e criticità delle regioni Lazio e Campania.
  Per quanto attiene, invece, alla proroga del termine per adottare il Nomenclatore tariffario, comunica che trattasi di un emendamento del MoVimento 5 stelle, molto apprezzato, che ha correttamente spostato in avanti il termine, già previsto dalla normativa vigente, che non è stato ad oggi rispettato anche per evidenti e oggettive implicazioni di natura finanziaria.

  Vittoria D'INCECCO (PD), relatore, illustra la sua proposta di parere predisposta alla luce delle considerazioni emerse dal dibattito (vedi allegato 1).

  Giovanni MONCHIERO (SCpI) sottolinea l'opportunità di trasfondere in una osservazione l'ultima considerazione contenuta nelle premesse al parere favorevole del relatore, evidenziando alla Commissione di merito l'opportunità di inserire un termine per la conclusione della procedura di gara per l'individuazione del gestore del servizio integrato di gestione delle carte acquisti.

  Vittoria D'INCECCO (PD), relatore, concorda con i rilievi del deputato Monchiero e riformula conseguentemente la sua proposta di parere.

  Ferdinando AIELLO (SEL), pur condividendo l'osservazione introdotta, dichiara il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere per una ragione di fondo attinente all'impostazione generale del provvedimento di proroga termini, evidenziata anche dal sottosegretario Fadda, del quale riconosce l'onestà intellettuale, osservando che un provvedimento di proroga dei termini non consente di affrontare nel merito alcuna questione.

  Donata LENZI (PD) dichiara il voto favorevole sulla proposta di parere, evidenziando Pag. 250tuttavia che i provvedimenti di proroga termini rappresentano una cattiva abitudine che, se sono comprensibili con riferimento a disposizioni di recente introduzione, appare inaccettabile se applicata a questioni che si protraggono nel tempo come quella relativa all'aggiornamento del nomenclatore tariffario dei dispositivi medici.
  Inoltre, con riferimento al differimento del termine per l'adozione del nuovo sistema di remunerazione della filiera del farmaco previsto dalla spending review, osserva che sulla materia si procede apparentemente senza un disegno organico ma con singoli emendamenti come quelli introdotti nella legge di stabilità 2013. Pertanto, ritiene opportuno che, a prescindere dalla proroga in oggetto, la Commissione approfondisca tale problematica che vede coinvolti tutti i soggetti della filiera.

  Paola BINETTI (PI) sottolinea l'opportunità di affrontare le questioni inerenti l'intera filiera della docenza universitaria e la struttura di coordinamento della ricerca, pur rilevando che tali questioni non sono oggetto degli aspetti del provvedimento sui quali la XII Commissione deve esprimersi, riguardando prevalentemente la VII Commissione.

  Ileana ARGENTIN (PD) preannuncia un voto favorevole, eccependo tuttavia che sussistono gravi difficoltà inerenti l'aggiornamento del nomenclatore tariffario degli ausili e delle protesi, profilo del quale invita il Governo a prendere atto. Al riguardo richiama la necessità di tenere conto delle nuove tecnologie e attrezzature disponibili che andrebbero inserite nel Nomenclatore, obiettivo di difficile realizzazione soprattutto se a sedersi al tavolo per l'aggiornamento del medesimo sono sempre gli stessi soggetti. Rilevato poi come non sia possibile attendere anni per disporre di ausili necessari quali una sedia a rotelle, auspica che la questione del nomenclatore, con particolare riferimento agli ausili, sia oggetto di approfondimento anche con riferimento alla questione della compartecipazione alla spesa.

  Ileana Cathia PIAZZONI (SEL) evidenzia l'assurdità che la Commissione affari sociali in occasione dell'esame del decreto di proroga termini non abbia affrontato la questione dell'emergenza abitativa e degli sfratti, particolarmente drammatica nel periodo invernale e nelle grandi città come Roma.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) osserva che quando il Governo, o meglio il Parlamento, procederanno ad un aggiornamento del Nomenclatore tariffario dei dispositivi medici, che non è stato più rivisto dopo la sua introduzione nel 1999, in quanto nessuno è riuscito a metterci mano dopo il Ministro Bindi, si verificherà un aumento incredibile dei costi derivanti dall'avanzamento tecnologico. Si evidenzieranno inoltre i problemi derivanti dalla scarsa determinazione delle voci di costo. A titolo di esempio, ricorda che per quanto riguarda gli ausili ai malati di sclerosi bilaterale amiotrofica il nomenclatore è rimasto fermo alla «lavagnetta». Quello dell'aggiornamento del nomenclatore è un tema scottante di cui il Parlamento dovrebbe farsi carico e sul quale sembra aleggiare un «incantesimo» del Ministro Bindi: infatti ad ogni legislatura si assiste al tentativo di procedere ad un aggiornamento che rimane senza alcun esito.
  Esprime in fine un voto contrario sulla proposta di parere.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato 2), come riformulata.

  La seduta termina alle 12.10.

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 12 febbraio 2014. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU. – Interviene il sottosegretario di Stato per la salute, Paolo Fadda.

  La seduta comincia alle 12.10.

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5-01284 Boccadutri: Riordino dei profili professionali di infermiere generico e pediatrico.

  Il sottosegretario Paolo FADDA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Sergio BOCCADUTRI (SEL), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta, ribadendo che la necessità di evitare il verificarsi di discriminazioni tra le figure dell'infermiere pediatrico e dell'infermiere generico, alla luce del decreto ministeriale n. 70 del 1997, richiede un'armonizzazione degli interventi di competenza dei ministeri della salute e della pubblica istruzione.

5-01795 Binetti: Problematiche inerenti all'applicazione dei costi standard e possibile utilizzo di altri indicatori per il relativo calcolo.

  Il sottosegretario Paolo FADDA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Paola BINETTI (PI), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della pur ampia ed articolata risposta, evidenziando che l'interrogazione di cui è firmataria sollecitava un salto di qualità con riferimento al modo di intendere i costi standard, non come costi degli oggetti ma dei servizi in rapporto alla qualità conseguita e quindi agli esiti della prestazione. In proposito, osserva che sembra stia maturando presso il Ministero della salute una visione qualitativa dei costi e una grande ricchezza di auspici, ai quali spera si dia concreto seguito, anche attraverso l'inserimento nei nuovi LEA delle malattie rare e del gioco d'azzardo patologico.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 12.25.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 12 febbraio 2014. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU. – Interviene il sottosegretario di Stato per la salute, Paolo Fadda.

  La seduta comincia alle 12.25.

Disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico.
Testo unificato C. 101 Binetti, C. 102 Binetti, C. 267 Fucci, C. 433 Mongiello, C. 1596 Baroni, C. 1718 Iori, C. 1633 Formisano e C. 1812 Giorgia Meloni.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 dicembre 2013.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che sul testo unificato delle proposte di legge C. 101 e abb., recanti «Disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico», sono stati presentati circa 160 emendamenti e articoli aggiuntivi (vedi allegato 5).
  Dà, quindi, la parola alla relatrice, on. Binetti, e al Governo per l'espressione dei rispettivi pareri sulle suddette proposte emendative.

  Paola BINETTI (PI), relatore, esprime parere contrario sugli emendamenti 1.2 e 1.3. Il primo perché il reinserimento sociale e lavorativo esulano dalle finalità del provvedimento, mentre il secondo, pur condivisibile nella sostanza è in realtà pleonastico.

  Il sottosegretario Paolo FADDA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Donata LENZI (PD) ritiene che non sia facile distinguere, in particolare per la ludopatia e in generale per tutte le dipendenze, tra intervento sanitario e misure di natura sociale. A suo avviso pertanto la filosofia sottesa all'emendamento Beni 1.3 deve essere presente nel testo del provvedimento. Chiede quindi al relatore e al Governo di rivedere il parere espresso.

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  Massimo Enrico BARONI (M5S) esprime la sua contrarietà su entrambi gli emendamenti 1.2 e 1.3.

  Anna Margherita MIOTTO (PD) condivide le finalità dell'emendamento 1.3, su cui voterà a favore.

  Matteo MANTERO (M5S) dichiara il suo voto contrario sull'emendamento 1.3.

  Marisa NICCHI (SEL), premesso che concorda con quanto osservato dalla collega Lenzi circa la difficoltà di scindere l'aspetto sanitario da quello sociale, in riferimento all'emendamento 1.3, di cui pure condivide il senso, ritiene che l'aggettivo «misurato» possa creare dubbi interpretativi.

  Andrea CECCONI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, invita i deputati della Commissione ad intervenire con ordine su ciascun emendamento, senza dilungarsi su ciascun termine.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ringrazia il deputato Cecconi ed invita la Commissione ad esprimersi sull'emendamento Taglialatela 1.2, cogliendo l'occasione per avvertire che gli emendamenti presentati dal gruppo Fratelli d'Italia non rappresentato in Commissione sono fatti propri dalla Presidenza, al solo fine di consentirne la votazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Taglialatela 1.2.

  Paolo BENI (PD) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.3, volto ad evidenziare l'importanza dell'educazione ad un approccio consapevole al gioco come strumento per prevenire l'abuso del gioco d'azzardo. Tuttavia per venire incontro ad alcune perplessità emerse nel dibattito è disponibile a riformularlo nel senso di espungere le parole «e misurato».

  Paola BINETTI (PI), relatore, modificando il suo precedente avviso, esprime parere favorevole sull'emendamento Beni 1.3 come riformulato.

  Il sottosegretario Paolo FADDA esprime parere conforme a quello del relatore.

  La Commissione approva l'emendamento Beni 1.3 (nuova formulazione) (vedi allegato 6).

  Paola BINETTI (PI), relatore, esprime parere contrario sugli emendamenti 2.1, 2.4 e 2.5 e parere favorevole sugli identici emendamenti Gigli 2.2 e Miotto 2.3, purché riformulati nel senso di sopprimere le sole parole «quali la tossicodipendenza e l'alcolismo». Esprime infine parere contrario sull'articolo aggiuntivo 2.01.

  Il sottosegretario Paolo FADDA esprime parere conforme a quello del relatore.

  Gian Luigi GIGLI (PI) raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti, volti ad espungere dal testo i riferimenti espliciti alle singole tipologie di dipendenze e al contempo a considerare unitariamente tutte le dipendenze patologiche. Accoglie quindi la riformulazione proposta dal relatore del suo emendamento 2.2.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) osservato che l'emendamento Gigli 2.1 deve essere valutato insieme agli identici emendamenti Gigli 2.2 e Miotto 2.3, evidenzia come non si possa prescindere dalle esperienze maturate sul territorio per l'uscita dall'alcolismo e dalla tossicodipendenza da parte degli operatori del settore della salute mentale, che hanno consentito l'elaborazione di vere e proprie linee guida, che ben possono rappresentare un importante punto di riferimento anche per la cura della dipendenza da gioco d'azzardo. In proposito, evidenzia infatti come l'approccio terapeutico a tutte queste diverse forme di dipendenza si fondi sulla doppia diagnosi, di dipendenza, da un lato, e di disturbo della personalità, dall'altro.
  Ciò premesso, pur ritenendo opportuno considerare unitariamente tutte le forme di dipendenza patologica, dichiara l'astensione del suo gruppo sugli emendamenti in Pag. 253oggetto, in quanto non affrontano la problematica nei suoi aspetti sostanziali, come si evince dal tenore delle proposte emendative in esame.
  Il tema delle dipendenze deve essere affrontato con estrema serietà e tenendo presente che allontanarsi dall'esperienza degli operatori del settore può aprire le porte all'interferenza di portatori di interessi non sempre trasparenti.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, senza voler comprimere in alcun modo il dibattito, invita i colleghi a non dilungarsi inutilmente e ad evitare interventi polemici. Considerato l'elevato numero di emendamenti presentati, ritiene opportuno che il confronto si concentri sugli aspetti ai quali i gruppi conferiscono maggiore rilevanza, anche tenuto conto che il testo elaborato in seno al Comitato ristretto contiene molte disposizioni condivise e già ampiamente dibattute.

  Vanna IORI (PD) condivide la riformulazione proposta dal relatore e dal Governo degli identici emendamenti 2.2 e 2.3.

  Maria AMATO (PD) sottolinea che la cura delle dipendenze patologiche presuppone l'integrazione fra gli aspetti sanitari e quelli sociali.

  Gian Luigi GIGLI (PI) ritira il suo emendamento 2.1.

  Anna Margherita MIOTTO (PD) ritira il suo emendamento 2.4 e accoglie la riformulazione del suo emendamento 2.3 proposta dal relatore Binetti.

  La Commissione respinge l'emendamento Taglialatela 2.5. Approva quindi gli identici emendamenti Gigli 2.2 (nuova formulazione) e Miotto 2.3 (nuova formulazione) (vedi allegato 6).

  Matteo MANTERO (M5S) raccomanda l'approvazione dell'articolo aggiuntivo 2.01, di cui è cofirmatario.

  Matteo DALL'OSSO (M5S) non comprende le ragioni per le quali il provvedimento definisce il gioco d'azzardo patologico e non il gioco d'azzardo in quanto tale. Il suo articolo aggiuntivo pertanto è volto proprio a colmare tale lacuna e pertanto ne raccomanda l'approvazione.

  Chiara SCUVERA (PD) ritiene che l'articolo aggiuntivo 2.01 rischi di complicare il quadro giuridico, in quanto la definizione di gioco d'azzardo è già contenuta nel codice penale agli articoli 718 e seguenti, nonché in altre disposizioni del nostro ordinamento giuridico che disciplinano altre tipologie di gioco o lotterie.

  Giovanni MONCHIERO (SCpI) ritiene che l'osservazione del collega Dall'Osso meriti un approfondimento.

  Andrea CECCONI (M5S) propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Dall'Osso 2.01.

  La Commissione delibera di accantonare l'articolo aggiuntivo Dall'Osso 2.01.

  Paola BINETTI (PI), relatore, esprime parere contrario sugli emendamenti 3.2, 3.3, 3.7, 3.8, 3.5, 3.4, 3.10, 3.11, 3.12 e 3.13. Esprime parere favorevole sugli emendamenti 3.6, 3.15 e 3.14. Esprime parere favorevole sugli emendamenti 3.1 e 3.9. In relazione all'emendamento 3.1 propone di aggiungere dopo le parole «nei servizi per le dipendenze» solo la parola «patologiche» espungendo le parole «e di salute mentale».

  Il sottosegretario Paolo FADDA esprime parere conforme al relatore ad eccezione degli emendamenti 3.7 su cui il parere è favorevole e 3.15 e 3.14 su cui il parere è contrario. Sull'emendamento 3.4 è favorevole ove riformulato nel senso di estendere da novanta giorni a sei mesi i tempi per la predisposizione delle linee guida da parte del Ministero della salute.

  La Commissione respinge l'emendamento Taglialatela 3.2.

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  Salvatore CAPONE (PD) esprime perplessità sulla proposta di riformulazione del suo emendamento 3.1 avanzata dal relatore.

  Paola BINETTI (PI), relatore, precisa che la richiesta di riformulazione è dovuta al fatto che nella maggior parte delle regioni i servizi per le dipendenze sono denominati servizi per le dipendenze patologiche.

  Salvatore CAPONE (PD) ritira il proprio emendamento 3.1.

  Anna Margherita MIOTTO (PD) fa presente che il suo emendamento 3.3 ha valore decisivo, in quanto se non si introduce un termine entro il quale i servizi per le dipendenze delle regioni devono essere in grado di prendere in carico i soggetti affetti da GAP tutto il provvedimento rischia di rimanere una normativa «manifesto». Se si ritiene poi che il termine di 90 giorni sia troppo ristretto si potrebbe eventualmente valutare di prevedere un termine più ampio.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) condivide le considerazioni del deputato Miotto.

  Il sottosegretario Paolo FADDA propone di accantonare l'emendamento Miotto 3.3.

  La Commissione delibera di accantonare l'emendamento Miotto 3.3.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, poiché il sottosegretario Fadda deve allontanarsi per essere presente al Senato, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.30.

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Mercoledì 12 febbraio 2014 — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU.

  La seduta comincia alle 13.30.

Relazione sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978, concernente norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza, contenente i dati preliminari dell'anno 2012 e i dati definitivi dell'anno 2011.
Doc. XXXVII, n. 1.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame della relazione in oggetto, rinviato nella seduta dell'11 febbraio 2014.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ricorda che la Commissione è oggi convocata per il seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del regolamento, della relazione del Ministro della salute sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978, concernente norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza, contenente i dati preliminari dell'anno 2012 e i dati definitivi dell'anno 2011 (Doc. XXXVII, n. 1).
  Ricorda, altresì, che nella seduta di ieri, la relatrice, on. Carnevali, ha svolto la relazione ed è iniziato il dibattito che proseguirà nella giornata odierna.

  Delia MURER (PD) esprime preliminarmente rincrescimento per l'assenza del rappresentante del Governo ad un dibattito che riguarda il tema dell'applicazione della legge n. 194 del 1978, anche in considerazione del fatto che nel corso dell'esame in Assemblea di una serie di mozioni sul diritto all'obiezione di coscienza in ambito medico-sanitario, il Governo aveva assunto l'impegno di approfondire la questione in occasione della presentazione della relazione annuale sullo stato di attuazione della legge n. 194: auspica pertanto una replica puntuale alle osservazioni che verranno formulate da parte del rappresentante dell'esecutivo.
  Espresso un ringraziamento alla relatrice per il lavoro svolto, sottolinea preliminarmente l'esigenza di soffermarsi sulla valutazione dello stato di applicazione della normativa. Ricorda che la legge Pag. 255n. 194, finalizzata ad assicurare l'esercizio di una maternità libera e consapevole, è frutto di molte lotte e di un serio compromesso tra tutte le componenti culturali presenti nel Parlamento italiano e manifesta apprezzamento per la presenza nell'ordinamento nazionale di una normativa che manca in altre nazioni. Ricorda inoltre che i dati disponibili confermano che, dopo un forte ricorso all'interruzione di gravidanza nei primi anni di applicazione della legge, quest'ultima ha promosso una maternità libera e responsabile e fatto emergere il fenomeno dell'aborto clandestino, ed è pertanto una normativa da difendere e da applicare. Rileva quindi che l'aspetto sul quale attende una risposta dal ministro della salute, anche in considerazione del fatto che i dati contenuti nella relazione non sono recentissimi, essendo riferiti agli anni 2011-2012, riguarda appunto l'aspetto dell'attuazione della legge e i profili di criticità, anche con riferimento alla questione degli obiettori di coscienza e della loro percentuale nelle diverse regioni. Ricorda che in proposito il ministro Lorenzin si era impegnata a fornire dati sulle modalità con le quali all'interno di ogni regione le strutture sanitarie garantivano l'applicazione della legge, mentre nella relazione in esame ci si limita a rimandare alla prossima. Il Ministro si era anche impegnata ad attivarsi per l'istituzione di un tavolo tecnico degli assessori regionali per verificare lo stato di attuazione con riferimento alla situazione dei medici non obiettori di coscienza e a possibili profili di discriminazione nei loro confronti: in proposito sarebbe necessario conoscere i risultati di tale lavoro. Osserva quindi che la legge rappresenta uno strumento importante ma che non fornisce risposte adeguate se non applicata in tutti i suoi aspetti, anche con riferimento all'articolo 9 di cui le regioni devono garantirne l'applicazione su tutto il territorio. Rileva invece che non esiste una fotografia precisa del Paese e che sono numerose le situazioni in cui tutti i medici sono obiettori.
  Un altro profilo di criticità è rappresentato dalle modalità di intervento ai fini dell'interruzione volontaria di gravidanza: vi è infatti un accentuato ricorso all'anestesia generale e per la somministrazione del RU486 vi è l'indicazione di ricovero di 3 giorni, anche se la relazione evidenzia che in oltre il 70 per cento dei casi le donne hanno richiesto la dimissione volontaria dopo la somministrazione. Considerato che la legge n. 194 è in vigore ormai da anni, le strutture sanitarie dovrebbero attuare un approccio più consono: se le modalità ricordate non sono necessarie, configurano un intervento non appropriato che produce effetti diseconomici e disincentivanti.
  Altro profilo di criticità è rappresentato dal tema dei consultori. Ricordato che la legge promuove una maternità libera e responsabile e non solo l'interruzione della gravidanza, appare necessario chiarire il ruolo dei consultori familiari pubblici, che si trovano in una sorta di abbandono che ne limita la «mission». Sollecita pertanto una riflessione sulla questione dei consultori ritenendo altresì che debbano essere destinatari di adeguate risorse, anche in considerazione del fatto che ad essi si rivolgono prevalentemente le giovani e le donne straniere.

  Marisa NICCHI (SEL), nel sottolineare l'importanza dell'argomento in discussione, ritiene di dover svolgere alcune considerazioni preliminari di carattere generale prima di entrare nel merito dei dati forniti dal Governo. In primo luogo, intende ribadire il principio cardine della legge n. 194 secondo cui la scelta procreativa appartiene alla responsabilità della donna e che l'aborto sicuro e legale è fondamentale per la tutela della salute femminile.
  Ricorda poi le diseguaglianze tra le normative dei diversi paesi europei, a cui si era tentato di far fronte attraverso una determinazione del Parlamento europeo che però non ha trovato accoglimento e pertanto non è stato possibile porre fine alle diseguaglianze esistenti, basti pensare agli antitetici orientamenti di Spagna e Francia.Pag. 256
  Entrando nel merito dei dati forniti nella Relazione in esame, osserva come l'Italia registri un tasso di abortività tra i più bassi rispetto ai valori registrati negli altri paesi europei, che riguarda anche le giovani, risultato ascrivibile agli effetti della normativa vigente. Evidenzia invece una carenza di dati riguardo al numero di aborti clandestini.
  Ritiene altresì che i dati forniti nella Relazione – che rappresentano valori medi – non consentano di fotografare le diversità esistenti a livello locale, non solo tra i diversi ambiti regionali ma anche tra le varie strutture sanitarie della medesima regione.
  Inoltre, è a suo avviso discutibile la valutazione contenuta nella Relazione sulla congruità del numero dei ginecologi non obiettori di coscienza, in quanto trattandosi di un dato globale non fa emergere le diversità esistenti nelle varie realtà territoriali.
  Con riferimento al tavolo tecnico attivato presso il Ministero della salute per analizzare la situazione dei ginecologi obiettori, osserva che l'obiezione di coscienza è un diritto della singola persona e non della struttura, che anzi ha l'obbligo di garantire l'erogazione della prestazione sanitaria.
  Infine, ritiene che nella risoluzione che la Commissione si appresta a votare a conclusione dell'esame della Relazione debbano figurare almeno quattro precisi impegni: a riferire in merito alle iniziative assunte dal tavolo tecnico; a garantire il pieno rispetto della legge n. 194 da parte di ogni struttura sanitaria pubblica o privata accreditata; a favorire il ricorso all'aborto farmacologico, anche praticato in day hospital; ad assumere iniziative per valorizzare e ridare centralità ai consultori familiari, precisando che non possono essere luoghi in cui esercitare interferenze sulle scelte delle donne.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.05.

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