CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 3 febbraio 2014
171.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Lunedì 3 febbraio 2014. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali Maria Cecilia Guerra.

  La seduta comincia alle 14.40.

Sui lavori della Commissione.

  Cesare DAMIANO, presidente, comunica che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 31 gennaio scorso, è stato previsto l'inserimento nel vigente calendario dei lavori dell'Assemblea delle proposte di legge C. 254 Vendola e C. 272 Bellanova, recanti disposizioni in materia di modalità per la risoluzione consensuale del contratto di lavoro per dimissioni volontarie, il cui inizio della discussione in Aula è previsto per il prossimo 21 febbraio.
  Avverte, pertanto, che la presidenza si riserva di integrare il calendario dei lavori della Commissione per la corrente settimana, in modo da completare i lavori del Comitato ristretto nominato per l'istruttoria dei predetti provvedimenti e procedere all'adozione di un testo base per il seguito dell'esame in sede referente, al fine di giungere alla conclusione dell’iter in tempi compatibili con il previsto inizio della discussione in Assemblea.

  La Commissione prende atto.

Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici di importo elevato.
C. 1253 Giorgia Meloni, C. 1547 Zanetti, C. 1778 Fedriga, C. 1785 Gnecchi, C. 1842 Airaudo, C. 1896 Tripiedi.

(Seguito dell'esame e conclusione – Revoca dell'abbinamento della proposta di legge C. 1253).

  La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 21 gennaio 2014.

  Cesare DAMIANO, presidente, avverte preliminarmente che, a seguito delle determinazioni assunte nella riunione del 31 gennaio scorso dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, la discussione generale Pag. 65in Assemblea dei provvedimenti in titolo è prevista per la seduta pomeridiana di mercoledì 5 febbraio, al termine dell'esame del disegno di legge n. 1921-A: per tale ragione, la Commissione dovrà concluderne l'esame in sede referente entro la seduta di domani, tenendo presente che le Commissioni competenti in sede consultiva avranno a disposizione soltanto la giornata di domani per l'eventuale espressione del proprio parere.
  Al riguardo comunica che, in esito ai lavori svolti nella scorse settimane dal Comitato ristretto, non si sono create le condizioni per l'adozione di un testo condiviso dai gruppi; pertanto, la Commissione dovrà oggi riprendere l'esame del testo già adottato come base, ossia la proposta di legge n. 1253 Giorgia Meloni, e degli emendamenti ad esso riferiti (vedi Bollettino delle Giunte e delle Commissioni di mercoledì 15 gennaio 2014, n. 157, pag. 128-134).
  In tal senso, prima di procedere nell'esame degli emendamenti, ricorda che, poiché l'iscrizione della proposta di legge nel calendario dei lavori dell'Assemblea è avvenuta su richiesta del gruppo Fratelli d'Italia nell'ambito della quota garantita alle opposizioni dal Regolamento, la presidenza della Commissione, alla luce della lettera del Presidente della Camera ai presidenti delle Commissioni permanenti del 10 febbraio 2000, avendo avuto cura di promuovere l'adozione quale testo base del progetto di legge indicato dal gruppo richiedente, è poi tenuta a verificare se la Commissione, con l'assenso di tale gruppo, decida l'adozione di un testo unificato; ove non si realizzino tali condizioni – e nella fattispecie in questione non si sono realizzate – il presidente della Commissione, ove ne sia fatta richiesta, è tenuto a revocare l'abbinamento della proposta iscritta in calendario su richiesta del gruppo di opposizione, affinché la Commissione possa proseguirne e concluderne l'esame, fermo restando il potere della Commissione stessa di emendare il testo secondo le ordinarie procedure in sede referente.

  Giorgia MELONI (FdI) chiede che sia disposta la revoca dell'abbinamento della proposta di legge n. 1253, a sua prima firma, al fine di proseguire esclusivamente nell'esame di tale provvedimento, iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea in «quota opposizione».

  Cesare DAMIANO, presidente, preso atto della richiesta formulata, al fine di assicurare il rispetto della quota garantita all'opposizione, dispone la revoca dell'abbinamento della proposta di legge n. 1253 Giorgia Meloni, avvertendo che la Commissione proseguirà ora nell'esame di tale unica proposta di legge e degli emendamenti a questa riferiti.

  Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, fa presente che, nonostante lo sforzo compiuto da tutti i gruppi, non è stato possibile individuare una soluzione condivisa in seno al Comitato ristretto, nel cui ambito si partiva da testi con impostazioni radicalmente tra loro diversificate: l'impossibilità di addivenire a un testo unificato dei provvedimenti abbinati, a suo avviso, è dipesa soprattutto dal mancato superamento, in tempi che l'opposizione ha preteso fossero estremamente ristretti, di un ostacolo fondamentale, ossia la totale mancanza di disponibilità di dati da parte dell'INPS, che non è stato in grado di fornire elementi certi in ordine all'impatto concreto che produrrebbe un ricalcolo di natura contributiva delle prestazioni previdenziali contemplate dal provvedimento. Fa notare, infatti, che solo l'acquisizione di informazioni puntuali circa le conseguenze pratiche di un simile meccanismo avrebbe consentito di dirimere le questioni più rilevanti emerse dal dibattito, che ha visto taluni gruppi muovere da presupposti antitetici rispetto alle reali modalità di incidenza della norma sul sistema previdenziale nel suo complesso. Osserva, ad esempio, che il suo gruppo, a differenza del gruppo Fratelli d'Italia, nutre forti dubbi circa la capacità del sistema di calcolo contributivo di produrre un ingente risparmio di spesa, ritenendo, piuttosto, che esso possa determinare, Pag. 66in concreto, ulteriori distorsioni, proprio a vantaggio di coloro che hanno beneficiato di progressioni carriera con elevati e costanti picchi di retribuzione. Al contempo, rileva come la proposta di legge n. 1253 presenti aspetti problematici, la cui soluzione non è individuabile in tempi di esame particolarmente ristretti, peraltro in assenza di elementi conoscitivi certi.
  Ritenuto, pertanto, che la Commissione non sia nelle condizioni di deliberare con piena consapevolezza sulla materia, a causa dell'oggettiva mancanza di dati, e preso atto, altresì, che i gruppi non sono riusciti a individuare una strada alternativa di compromesso tra le diverse ipotesi contemplate, ritiene che non si possa far altro che procedere all'esame degli emendamenti già presentati al testo della proposta di legge n. 1253, a fronte della necessità di rispettare la tempistica prevista per l'inizio dell'esame in Assemblea, fermo restando che la Commissione stessa potrà poi procedere con più pacatezza e meditazione sui restanti progetti di legge che sono stati appena disabbinati dalla predetta proposta. Per tali ragioni, ritiene che l'unico percorso ragionevole sia quello di prospettare l'approvazione degli identici emendamenti Pizzolante 1.1 e Airaudo 1.2, soppressivi dell'articolo unico di cui si compone la proposta di legge n. 1253: l'eventuale approvazione di tali emendamenti soppressivi, infatti, equivarrà a conferire al relatore il mandato a riferire in senso contrario all'Assemblea sulla citata proposta di legge, sulla quale, peraltro, auspica che possa essere richiesto un rinvio in Commissione, in vista di un completamento dell'istruttoria in abbinamento con le altre proposte di legge delle quali è stato interrotto, per il momento, il seguito dell'esame.

  Il viceministro Maria Cecilia GUERRA, ricordato che sulla materia il Governo è già intervenuto con disposizioni puntuali recate dalla legge di stabilità per il 2014 e rilevato che l'Esecutivo si è impegnato, sulla base di una mozione approvata dalla Camera, ad assumere ulteriori iniziative in chiave di equità intergenerazionale, ritiene che esso, nell'esprimere il proprio orientamento sugli emendamenti riferiti alla proposta di legge n. 1253, non possa che rimettersi alla Commissione, riservandosi eventualmente di assumere una posizione più definita e complessiva in sede di discussione del testo in Assemblea.

  Davide TRIPIEDI (M5S) ritiene che quanto riferito dal relatore, circa il presunto sforzo per giungere a una soluzione condivisa, non corrisponda al vero, considerato che, ad esempio, il gruppo Nuovo Centrodestra ha ostacolato in tutti i modi il percorso di definizione del provvedimento, rilevandone l'assoluta inutilità: ad avviso di quel gruppo, infatti, sarebbe da ritenersi sufficiente, in vista di un'azione futura del Governo, l'avvenuta approvazione in Assemblea di una mozione sulla materia. Rilevato, quindi, che l'acquisizione dei dati non appare così necessaria per giungere alla conclusione dell'iter e considerato che, a suo avviso, per una piena comprensione delle distorsioni dell'attuale sistema previdenziale, basterebbe recarsi in qualsiasi luogo pubblico e verificare lo stato di grave indigenza a cui sono costretti quotidianamente migliaia di cittadini, ritiene che si debba procedere speditamente lungo l'iter di esame, assicurando una risposta concreta e immediata alla collettività. In proposito, si domanda quali siano le ragioni per le quali l'esame della proposta di legge n. 1253, d'iniziativa del deputato Giorgia Meloni, non possa proseguire congiuntamente a quello della proposta di legge n. 1896, a sua prima firma.

  Cesare DAMIANO, presidente, fa notare che la presidenza della Commissione, essendone stata fatta esplicita richiesta, è tenuta a revocare l'abbinamento dell'unica proposta di legge il cui inserimento in calendario è stato chiesto dal gruppo Fratelli d'Italia in «quota opposizione», affinché la Commissione possa proseguirne e concluderne l'esame per riferire per tempo all'Assemblea.

  Giorgia MELONI (FdI), rinviando alle considerazioni già espresse dal suo gruppo Pag. 67nel corso dell'esame, ringrazia l'intera Commissione per il lavoro svolto, pur non comprendendo il reale motivo per il quale non si sia riusciti a individuare una soluzione condivisa su tale delicata materia. Si rammarica, in particolare, per l'orientamento manifestato dal relatore, appartenente al gruppo del Partito Democratico, che denota, nella sostanza, l'effettiva assenza di volontà nell'intervenire sulla questione, considerato che il probabile rigetto, per presunte imperfezioni e imprecisioni, del testo della proposta di legge n. 1253 – a suo avviso, quello più efficace tra tutti – equivale, nei fatti, a un suo vero e proprio «affossamento».

  Titti DI SALVO (SEL), pur rilevando che la proposta di legge del suo gruppo, che introduce il principio di un'imposizione fiscale progressiva sui redditi, avrebbe consentito di superare le questioni problematiche più importanti, concorda con l'esigenza di svolgere ulteriori accertamenti istruttori, in vista di una positiva conclusione dell’iter: per tali ragioni, auspica che al termine dell'esame della proposta di legge testé disabbinata si possa riprendere con maggiore pacatezza la riflessione complessiva sull'argomento. Si augura, peraltro, che la collaborazione con il Parlamento da parte dell'INPS su tale tematica e, in generale, su tutte le questioni della previdenza (cita, in particolare, il caso degli esodati), possa essere rilanciata in vista del rinnovo dei suoi vertici, attesa l'esigenza di comprendere fino in fondo l'impatto concreto della legislazione sull'intero tessuto sociale.

  Sergio PIZZOLANTE (NCD) dichiara di condividere la proposta di metodo avanzata dal relatore, ritenendo sbagliato legiferare «al buio», ovvero in assenza di dati oggettivi circa l'effettivo impatto delle norme sull'ordinamento. Fa notare, in particolare, che la proposta di calcolare nuovamente le pensioni di importo elevato con il sistema contributivo, oltre a incorrere in possibili rilievi da parte della Corte costituzionale, rischia di determinare forti disuguaglianze, a seconda dei settori presi a riferimento – per alcuni dei quali (ad esempio, il comparto pubblico) ciò sarebbe addirittura materialmente impossibile – finendo per produrre addirittura maggiori oneri, proprio a vantaggio dei soggetti più avvantaggiati. Giudica, peraltro, pericoloso introdurre un simile principio, che viola il patto stipulato dallo Stato con i cittadini in materia previdenziale, anche se subordinato al superamento di una soglia più o meno elevata, paventando il rischio che così facendo si possa aprire comunque un varco per ulteriori interventi futuri di ricalcolo pensionistico, suscettibili di incidere anche sui trattamenti più bassi.

  Marco MICCOLI (PD) ritiene che la Commissione si sia imbattuta in ostacoli oggettivi che, a prescindere dalla più o meno effettiva volontà dei gruppi di risolvere definitivamente la problematica in oggetto, hanno impedito un'esauriente e completa trattazione dei provvedimenti. Si riferisce, in particolare, alla tempistica accelerata imposta alla programmazione dei lavori in Assemblea, che ha impedito un completo svolgimento dell'istruttoria, nonché all'impossibilità di acquisire dall'INPS dati certi circa gli effetti potenziali delle norme. Rilevato, peraltro, che l'atteggiamento eccessivamente sbrigativo di taluni ha impedito anche di sciogliere i dubbi di natura costituzionale e di completare l'acquisizione di elementi indispensabili per assumere decisioni meditate, evidenzia che il suo gruppo non può certo dichiararsi contrario a un intervento mirato a ridurre le pensioni di importo più elevato, in una chiave di maggiore equità tra le generazioni, come testimoniato, peraltro, dalla proposta, avanzata proprio dal gruppo del Partito Democratico, di prendere in considerazione nel testo anche i vitalizi. Giudicando pretestuoso che taluni gruppi evochino immagini di ingiustizia sociale, scandalizzandosi per una mancata conclusione positiva dell'iter, prende atto che esistono ancora troppe questioni in sospeso da chiarire – che coinvolgono, ad esempio, il divieto di cumulo, i vitalizi già in erogazione e la definizione delle relative soglie – che impediscono, allo Pag. 68stato, di assumere una decisione ponderata e consapevole: su questi temi, dunque, il suo gruppo si impegnerà a lavorare in chiave migliorativa sin dalla conclusione del dibattito in Assemblea, al fine di giungere quanto prima a un provvedimento equo e davvero completo.

  Irene TINAGLI (SCpI) manifesta rammarico per l'impossibilità di giungere a una soluzione condivisa sull'argomento, nonostante anche il suo gruppo, nel corso dell'iter, abbia manifestato piena disponibilità a confrontarsi sulle questioni più spinose. Pur condividendo l'esigenza di procedere a ulteriori accertamenti sul merito delle questioni, dichiara, quindi, che si asterrà sulle proposte emendative tese a sopprimere l'articolo unico della proposta di legge n. 1253, tenuto conto che ciò condurrà ad una conclusione non positiva dell’iter.

  Giovanni Carlo Francesco MOTTOLA (FI-PdL), pur ritenendo giusto un intervento teso a rimuovere le distorsioni presenti nel sistema previdenziale, ad esempio attraverso misure che impediscano di cumulare più prestazioni e ostacolino l'erogazione di trattamenti dall'importo esagerato, non giudica equo un intervento normativo mirato a penalizzare quei lavoratori che hanno lavorato tutta la vita, confidando in una pensione dignitosa e adeguata ai propri sforzi. Si dichiara, in conclusione, a favore di un ulteriore approfondimento della materia, confidando in un clima di maggiore collaborazione tra l'INPS ed il Parlamento, che potrà essere favorito, a suo avviso, dai recenti sviluppi riguardanti i vertici di tale istituto previdenziale.

  Davide TRIPIEDI (M5S), intervenendo per una precisazione, sottolinea come l'intervento del rappresentante del gruppo del Partito Democratico strida fortemente con la posizione espressa dal deputato del gruppo Nuovo Centrodestra, dimostrando come non vi sia alcuna condivisione sulle scelte di fondo da assumere in seno alla maggioranza, neanche nei futuri lavori della Commissione sui restanti provvedimenti al suo esame.

  Cesare DAMIANO, presidente, nel ribadire, anche alla luce dell'ulteriore intervento svolto dal deputato Tripiedi, che la presidenza della Commissione, essendone stata fatta esplicita richiesta, è tenuta ad assicurare il seguito dell'esame dell'unica proposta di legge il cui inserimento in calendario è stato chiesto dal gruppo Fratelli d'Italia in «quota opposizione», avverte che, essendo tale proposta di legge composta di un unico articolo, l'eventuale approvazione degli emendamenti soppressivi di detto articolo implica la contrarietà della Commissione al testo della proposta nel suo insieme: per tale ragione, l'eventuale soppressione dell'articolo 1 non può che essere intesa come conferimento al relatore del mandato a riferire all'Assemblea in senso contrario sulla proposta di legge C. 1253 Giorgia Meloni.

  La Commissione approva, quindi, gli identici emendamenti Pizzolante 1.1 e Airaudo 1.2 (vedi allegato).

  Cesare DAMIANO, presidente, prende atto che con l'approvazione degli identici emendamenti Pizzolante 1.1 e Airaudo 1.2 deve intendersi conferito al relatore Gnecchi il mandato a riferire all'Assemblea in senso contrario sulla proposta di legge C. 1253 Giorgia Meloni, avvertendo che sarà conseguentemente richiesta l'autorizzazione a riferire oralmente e riservandosi di designare i componenti del Comitato dei nove per la discussione in Assemblea, sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 15.05.

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