CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 24 gennaio 2014
164.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 3

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Venerdì 24 gennaio 2014.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.15 alle 15.05.

SEDE REFERENTE

  Venerdì 24 gennaio 2014. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO.

  La seduta comincia alle 15.05.

Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
C. 3 d'iniziativa popolare, C. 35 Cirielli, C. 182 Pisicchio, C. 358 Bersani, C. 551 Francesco Saverio Romano, C. 632 Migliore, C. 718 Lenzi, C. 746 Zampa, C. 747 Zampa, C. 749 Martella, C. 876 Francesco Sanna, C. 894 Bobba, C. 932 Giachetti, C. 998 Giorgia Meloni, C. 1025 Rigoni, C. 1026 Rigoni, C. 1116 Nicoletti, C. 1143 Martella, C. 1401 Vargiu, C. 1452 Burtone, C. 1453 Balduzzi, C. 1514 Vargiu, C. 1657 Toninelli, C. 1794 Zaccagnini, C. 1914 Valiante, C. 1946 Lauricella e petizioni nn. 42, 83, 99, 464 e 470.

(Seguito dell'esame e rinvio – Adozione del testo base).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 22 gennaio 2014.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Come preannunciato nell'ambito della riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, testè svolta, presenta una nuova versione della Pag. 4proposta di testo unificato (vedi allegato), che reca, rispetto alla precedente versione, il testo delle tabelle A e B, richiamate nel testo e di cui era stata da più parti lamentata l'assenza nella prima versione.

  Emanuele COZZOLINO (M5S) chiede alla presidenza di sospendere la seduta per poter prendere attentamente visione della nuova versione della proposta di testo unificato presentata, prima che il relatore proceda alla illustrazione dello stesso.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, fa presente che intende fornire alla Commissione solo alcune indicazioni riguardo ai criteri seguiti nella redazione delle tabelle A e B.
  Rileva che la tabella A reca l'indicazione delle circoscrizioni elettorali ed è un elenco delle regioni, mentre la tabella B definisce l'elenco dei collegi, sottolineando come si tratta di una proposta aperta, coerentemente con quanto già evidenziato nella precedente seduta, che sottopone all'esame ed alle valutazioni della Commissione.
  Intende soffermarsi brevemente sulle ragioni che lo hanno portato, in qualità di relatore, a scegliere la strada dell'individuazione dei collegi nel testo della legge anziché ricorrere ad una delega al Governo, come avvenuto in precedenti occasioni.
  In proposito, ritiene che la legge elettorale debba essere una materia definita, nella sua interezza, dal Parlamento e non dal Governo; fa presente di essersi attenuto a criteri oggettivi, che potrebbero apparire eccessivamente rigidi ma ciò è dovuto al fatto che ha ritenuto opportuno fondare gli accorpamenti sui collegi uninominali stabiliti sulle previsioni del decreto legislativo n. 536 del 1993, così da basarsi su criteri normativi già sperimentati.
  Non esclude che nel prosieguo dell’iter parlamentare si possa decidere di attribuire una delega al Governo, ma fa presente di aver ritenuto opportuno sottoporre direttamente ai parlamentari la definizione dei collegi.

  Gregorio GITTI (PI) rileva che, a suo avviso, il presidente resterà solo in questa scelta.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, evidenzia che, se non sarà possibile svolgere un sereno dibattito per la definizione dei collegi e non si potrà dunque procedere in tal senso per incapacità della Commissione, ci si rimetterà all'attività del Governo.

  Rosy BINDI (PD) considerato che la Commissione si appresta a svolgere un lavoro molto importante ma anche alquanto faticoso ed impegnativo intende formulare, in via preliminare, alcune precisazioni. In particolare, non ritiene corretto richiamarsi al valore del Parlamento con riferimento alle tabelle inserite nella proposta di testo unificato. Fa presente che, se il Parlamento è sovrano rispetto al testo in esame, bisognerà ricordarlo ed agire di conseguenza anche nel prosieguo dei lavori e, in particolare, nell'esame degli emendamenti.
  Ricorda che le tabelle con i collegi non sono mai state approvate dal Parlamento, essendo sempre stata prevista una delega al Governo proprio per evitare, nel caso in cui tutti i parlamentari dovessero decidere sui confini dei collegi, di assistere ad una sorta di «guerriglia» per spostare un comune in uno o in un altro collegio.
  Rileva come a suo avviso sia molto più importante che il Parlamento decida su tutti gli altri aspetti della legge elettorale, lasciando al Governo la definizione delle tabelle. Se si comincia con il «suk dei collegi» probabilmente in Commissione l'esame non si concluderà mai.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) rileva che, di norma, il relatore ha il compito di ascoltare tutti gli interventi dei gruppi e, sulla base anche delle proposte di legge presentate, elaborare un testo base che rappresenti la maggioranza delle posizioni espresse in Commissione. Coerentemente con tale premessa, fa presente che se il relatore ascoltasse la maggioranza della Commissione proporrebbe di approvare Pag. 5una delega al Governo per la redazione della tabella B con criteri e principi direttivi chiari per il suo esercizio.

  Federica DIENI (M5S) premesso che il suo movimento è quello che per primo ha chiesto l'approvazione in tempi rapidi di una nuova legge elettorale e che quindi vuole fortemente procedere in tal senso, ritiene, tuttavia, che l'urgenza ora da più parti sollecitata non appare coerente con l'esigenza di giungere alla definizione di un testo oggetto di attente valutazioni sotto il profilo della costituzionalità e del rispetto della sentenza della Corte Costituzionale.
  Nel fare presente che a nessun componente del suo gruppo è mai stata assegnata la funzione di relatore, se non per provvedimenti di scarso contenuto, fa presente di non credere a quanto è stato finora detto, essendo consapevole che il testo è stato scritto fuori dal Parlamento e che il suo gruppo ha una sua dignità che di certo non si fa calpestare dalla promessa di poltrone.

  Renato BALDUZZI (SCpI) fa presente che nella passata legislatura ha avuto modo di lavorare e conoscere personalmente il presidente Sisto, il quale ben sa che egli non è solito all'utilizzo di toni forti. Tuttavia, a seguito di quanto ascoltato, non può non esprimere una sensazione di amarezza.
  Ricorda, infatti, come sia stato da più parti chiesto al relatore di giungere ad una elaborazione completa del testo, delegando il Governo per la definizione dei collegi, come da prassi costante. Si è invece assistito ad una irragionevole chiusura rispetto a quanto è stato chiesto che porta a dubitare molto di quanto proposto; in tale modo, inoltre, il clima che si crea non è il migliore per l'approvazione di una legge elettorale. Ribadisce che, a fronte di una richiesta chiara dei maggiori gruppi, il relatore non possa poi dare una risposta diversa: ritiene, dunque, che tale richiesta debba essere presa sul serio da parte del relatore e chiede di sospendere i lavori per poter inserire nel testo una delega al Governo, elaborata sulla base delle precedenti disposizioni, che mantenga le prerogative del Parlamento con l'indicazione di criteri di delega ben determinati e con la previsione del parere parlamentare.
  Ricorda che, da sempre, vi sono due impostazioni per la definizione dei collegi: una è la cosiddetta «Gerrymandering», fatta da oscuri governatori di Stati americani, che mai è stata seguita nella storia parlamentare italiana, mentre l'altra è la definizione da parte del Governo dei collegi, che non si comprende per quali ragioni si voglia abbandonare proprio con questa legge elettorale.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) rileva che se i collegi plurinominali definiti nella tabella B sono quelli del cosiddetto Mattarellum manca, in base all'ultimo censimento, l'indicazione del numero di abitanti ad essi riferiti nonché l'indicazione del numero dei parlamentari che formano le liste.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, rileva come sia ultroneo parlare di «inemendabilità» considerato che ogni voto è sempre lasciato alla libera volontà di ciascun parlamentare. Auspica quindi che vi possa essere un dibattito sereno e costruttivo evitando un clima antagonistico che non aiuta i lavori della Commissione.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA) interviene per esprimere la propria solidarietà ed il proprio plauso poiché il suo stesso gruppo aveva contestato nell'ambito della Conferenza dei presidenti dei gruppi, l'ammissibilità stessa della prima proposta di testo unificato in quanto non era completo di parti essenziali. Prende atto con favore che tale rilievo è stato superato ed esprime il plauso anche alla volontà di rimettere al Parlamento la definizione dei collegi e non ad una oscura commissione ministeriale, così da evitare anche tempi troppo lunghi per la redazione degli stessi ed avere la possibilità anche di andare a votare in tempi brevi.

  Antonio LEONE (NCD), ribadisce la posizione già espressa in sede di Conferenza Pag. 6dei presidenti di gruppo dal presidente del suo gruppo parlamentare, l'onorevole Costa e condivisa, sia in quella sede che in sede referente, da molti colleghi appartenenti alla maggioranza delle forze politiche rappresentate in Commissione, ad eccezione di Forza Italia. È la proposta di inserire già nel testo base, in sostituzione delle tabelle, una delega al Governo a disegnare le circoscrizioni elettorali e i collegi plurinominali per Camera e Senato. Si tratta, a suo avviso, di una richiesta di buon senso.
  Affidare tale compito al Governo equivale alla scelta di un arbitro neutro ed estraneo alla logica partitica; è questa la ragione per cui in passato è stata sempre prevista l'ipotesi di una delega al Governo e più esattamente al Ministero dell'interno.
  Non comprende quindi la necessità di invertire tale prassi e far derivare tali tabelle dal Parlamento. Si chiede inoltre se poi il compilatore delle tabelle presentate dal relatore sia di fonte parlamentare o extraparlamentare.
  Ma se la scelta deve essere affidata al Parlamento, non comprende perché non si debba prendere atto della volontà della maggioranza dei parlamentari della Commissione di sostituire le tabelle con una delega al Governo. Sottolinea che i principi di tale delega si possono già evincere dal testo proposto dal relatore.
  Osserva inoltre che nessuna delle proposte di legge all'esame della Commissione contiene delle tabelle e questo elemento lo porta in parte a comprendere le perplessità avanzate dal gruppo Movimento 5 Stelle sul carattere di testo unificato del testo proposto dal relatore.
  In merito al contenuto delle tabelle, rileva che sembrano compilate da qualcuno che non ha conoscenza dei territori e che non appare chiara quale sia la grandezza dei collegi. Sembrano fatte ad casum, tanto per non dire altro.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, invita il collega Antonio Leone ad usare un linguaggio più consono a un'aula parlamentare.

  Antonio LEONE (NCD) si scusa con il Presidente, ma ribadisce che le tabelle sono a suo avviso indecorose. Ribadisce la richiesta di sostituirle da subito con la previsione di una delega al Governo, al fine dell'avvio di un lavoro celere, dato il carattere di urgenza del provvedimento, ma improntato alla massima serietà.

  Alessandro NACCARATO (PD) si associa a quanto detto dalla collega Bindi. Trova le tabelle presentate sorprendenti e chiede, quindi, al presidente e relatore a quali criteri si sia attenuto per la loro compilazione, proprio perché apprezza la sua abituale meticolosità che qui, invece, non traspare.
  Crede di capire che la ragione risiede nel fatto che le tabelle sono state suggerite da fonti al di fuori del Parlamento. Il risultato, a suo avviso, è scadente e non risponde a criteri di omogeneità territoriale.
  Si associa a quanto preannunciato dal rappresentante del suo gruppo in sede di ufficio di presidenza sulla presentazione di un emendamento teso a stralciare le tabelle dal testo e a tornare alle procedure sempre usate in materia di disegno di circoscrizione e collegi elettorali.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) ribadisce la richiesta di conoscere la grandezza delle circoscrizioni, che sembrerebbero passare dai 120.000 – 125.000 abitanti della legge Mattarella a 375.000 – 500.000 abitanti.
  Non comprende poi la ripartizione dei collegi. Fa l'esempio della città di Verona che con 260.000 abitanti è divisa in due collegi e della provincia di Verona che con 900.000 abitanti al Senato è divisa in quattro collegi ripartiti, tra l'altro, in diverse province. Ritiene che il buon senso avrebbe dovuto indurre a tenere insieme comuni limitrofi e ad evitare una situazione caotica.
  Condivide le ragioni addotte dal relatore per giustificare l'adozione delle tabelle, ma ritiene che avrebbero potuto essere compilate in modo migliore.
  Chiede la votazione per parti separate sull'adozione del testo base, ponendo in votazione separatamente il testo e le tabelle. Pag. 7Preannuncia, se la sua richiesta sarà accolta, che il suo gruppo esprimerà voto contrario sul testo e si asterrà sulle tabelle.

  Pino PISICCHIO (Misto-CD) ricorda che in sede di ufficio di presidenza aveva chiesto non a caso di posporre la definizione dell'agenda dei lavori alla presentazione delle tabelle da parte del relatore.
  La sua richiesta è infatti confermata dalla fragilità che ispira e sottende alla compilazione delle tabelle. Esprime comunque la sua gratitudine al relatore per aver formalmente completato il testo base di un elemento mancante. Ritiene però la proposta del relatore non sostenibile anche alla luce della posizione espressa da uno dei due azionisti di riferimento della proposta di testo, il Partito Democratico, i cui esponenti, ad iniziare dal rappresentante di gruppo in ufficio di presidenza, hanno preannunciato la presentazione di un emendamento per l'inserimento di una delega al Governo in sostituzione delle tabelle.
  A suo avviso sarebbe meglio invece chiudere subito la partita e includere già nel testo base la previsione di una delega al Governo per la compilazione delle circoscrizioni e dei collegi elettorali.

  Alfredo D'ATTORRE (PD) dichiara la sua sorpresa e il suo stupore per le tabelle presentate che definirebbe null'altro che un «simpatico schemino» e non comprende l'insistenza del relatore a difenderle. Condivide l'ipotesi, espressa da molti componenti del suo gruppo, del ritorno a una procedura più ortodossa, quale è la delega al Governo.
  Osserva, inoltre, che il carattere di lavoro preparatorio delle tabelle crea una contraddizione tra l'urgenza di approvare il provvedimento e il lavoro emendativo che richiederanno, invece, le medesime tabelle. Invita, quindi, il relatore e la Commissione a riconsiderare l'opzione scelta.

  Giuseppe LAURICELLA (PD) interviene al fine di lasciare traccia della sua posizione stupefatta e critica sulle tabelle. Se queste, come probabilmente sarà già avvenuto, saranno riprese dagli organi di stampa, ne andrà, a suo avviso, della dignità del Parlamento. Mancano, infatti, criteri geografici per la delimitazione dei collegi e si procede quasi a salti mortali.
  In conclusione ritiene quella della delega al Governo un'opzione più adeguata.
  Se la scelta delle tabelle è poi una finzione per motivi procedurali, meglio affermarlo subito e dire che siamo su «scherzi a parte».

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, invita il collega Lauricella ad adoperare espressioni più adeguate a un'aula parlamentare.

  Fabiana DADONE (M5S) non condivide che sia il relatore a compilare le tabelle delle circoscrizioni e dei collegi elettorali. Affidare, infatti, questo compito a un singolo parlamentare significherebbe che ognuno può disegnare circoscrizioni e collegi, determinanti in chiave elettorale, a proprio piacimento. Non condivide neanche l'affidamento di questo compito al Governo, dato che questo è espressione di una maggioranza politica. A suo avviso l'opzione migliore sarebbe quella della creazione di una specifica Commissione eletta dal Parlamento.
  Proprio per la rilevanza del tema, ribadisce la richiesta, avanzata in sede di ufficio di presidenza, dell'audizione del presidente dell'ISTAT e di demografi e di geografi.

  Riccardo NUTI (M5S) nel condividere quanto detto dalla rappresentante del suo gruppo in Commissione, la collega Dadone, osserva, però, che in realtà le tabelle non ci sono, in quanto sono del tutto incomplete.
  Mancano infatti interi pezzi di territorio come quello da cui proviene, forse perché egli non rientra nelle simpatie del senatore Denis Verdini. Non rientra nei collegi metà della città di Palermo e ci sono più di cento chilometri tra un comune e l'altro del medesimo collegio.Pag. 8
  Quindi le tabelle, in realtà, non ci sono e se non ci sono le tabelle non c’è neanche un testo base a cui presentare emendamenti ed è inutile quindi fissare un termine per la loro presentazione.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, fa presente che ha avuto modo di ascoltare molti interventi di indubbia qualità svolti dai colleghi che lo hanno preceduto. Replicando, in particolare, ai colleghi Giorgetti e Bragantini, ricorda che le tabelle allegate al provvedimento in discussione recano una valutazione numerica dei collegi che si riferisce a porzioni di circa 500 mila abitanti. Osserva, inoltre, che tali tabelle costituiscono solo un punto di partenza che sottopone oggi alla Commissione, fermo restando il potere in capo a ciascun collega di emendare una proposta che, prendendo le mosse dalla definizione dei collegi operata dal cosiddetto «mattarellum», non ha la pretesa di essere esaustiva. Ricorda che, per adempiere ad un obbligo istituzionale e di cortesia, ha ritenuto di dover dare seguito alla richiesta formulata, non soltanto in Commissione, ma anche in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, di completare il testo oggetto della sua proposta con i relativi allegati.
  Replicando al collega Bragantini, fa presente che la richiesta di procedere all'adozione del testo base con votazione per parti separate non può essere accolta. Tale deliberazione, infatti, consentendo il passaggio alla successiva fase di presentazione degli emendamenti, ha un valore procedurale e presuppone una votazione unitaria e complessiva. Rileva, inoltre, che la richiesta formulata da alcuni colleghi di svolgere un ciclo di audizioni per approfondire il contenuto delle tabelle non è compatibile con i tempi di esame del provvedimento stabiliti dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.

  Renato BRUNETTA (FI-PdL) dà atto al presidente Sisto di aver avuto la determinazione e il coraggio di proporre, attraverso la presentazione delle tabelle allegate al provvedimento in esame, la «circoscrizionalizzazione» del territorio italiano da sempre sottratta alla competenza del Parlamento per via della sua complessità. Pur considerando condivisibili i dubbi su questioni micro territoriali sollevati dai colleghi nonché di corrispondenza dei collegi elettorali, così come individuati dalla tabella B, rispetto alla scala dimensionale contenuta nella proposta di testo unificato, non ritiene si debba perdere l'opportunità e il carattere innovativo della proposta del presidente Sisto di attribuire un ruolo nuovamente centrale al Parlamento. Osserva, pertanto, che, dopo l'adozione del testo unificato nella seduta odierna, si potrebbe attribuire al Servizio Studi della Camera il compito di svolgere tutte le verifiche che saranno ritenute necessarie dai commissari formando, eventualmente, un'apposita sottocommissione che valuti la fondatezza di tutte le considerazioni sollevate dai colleghi in questa sede. Ciò, a suo avviso, potrebbe consentire alla Commissione di avere un testo di legge elettorale del quale sia garantito il perfetto funzionamento. In caso contrario, la Commissione potrebbe valutare l'ipotesi di conferire una delega legislativa al Governo che contenga criteri definiti e sia esercitata in tempi certi per risolvere i problemi di «clustering» legati alla definizione dei collegi elettorali.

  Gregorio GITTI (PI), nel sottolineare di aver ascoltato con attenzione la proposta del collega Brunetta mirata, con senso pratico e determinazione, a raggiungere il suo obiettivo politico, rileva, tuttavia, che, anche in considerazione dei condivisibili interventi dei colleghi che lo hanno preceduto, sarebbe opportuno rivedere la tempistica imposta dalla Conferenza dei presidenti di gruppo per l'esame del provvedimento in discussione. Evidenzia che, pur essendo tutti d'accordo sulla necessità di approvare in tempi brevi una nuova legge elettorale, ragioni di prudenza suggeriscono di conferire una delega legislativa al Governo per configurare i collegi elettorali coinvolgendo, in tal modo, gli esperti che da sempre lavorano su questa materia. Credendo, inoltre, di rappresentare Pag. 9il punto di vista della maggioranza di coloro che sono intervenuti in questo dibattito e nel precedente ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi della Commissione, riterrebbe opportuno avviare un ciclo di audizioni sul tema o forse costituire una commissione di garanzia che valuti tali problematiche. Per esemplificare la complessità delle questioni sottese al provvedimento in discussione, ricorda, inoltre, che la proposta di testo unificato del relatore fissa al livello regionale il controllo di legittimità formale dei processi elettorali modificando, in tal modo una prassi costante che attribuiva tale competenza alle Corti d'appello. Chiede, infine, di riflettere sulla proposta avanzata dal collega Fiano in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi della Commissione, volta a inserire nella proposta del testo in discussione una delega al Governo in ordine alla definizione concreta dei collegi elettorali.

  Emanuele FIANO (PD), replicando al collega Gitti e nel sottolineare la rilevante apertura politica contenuta nell'intervento del collega Brunetta, preannuncia che il suo gruppo voterà a favore dell'adozione del testo unificato proposto quale testo base dal relatore.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, raccogliendo la proposta del collega Brunetta e rilevando che il modello elettorale contenuto nel provvedimento in discussione ha una sua meccanica della quale sarebbe opportuno verificare il concreto funzionamento, ritiene che ove vi fosse il consenso unanime dei gruppi, si potrebbe, dopo l'adozione del testo base, conferire al Servizio Studi della Camera dei Deputati il compito di effettuare le necessarie verifiche finalizzate ad accertare la funzionalità del sistema elettorale delineato nell'ipotesi di riforma all'esame della Commissione.

  Renato BRUNETTA (FI-PdL) ribadisce la necessità di verificare la coerenza delle tabelle allegate al provvedimento con il contenuto del testo unificato, anche in considerazione di alcune osservazioni svolte dai colleghi intervenuti nel corso del dibattito. Sarebbe, a suo avviso, opportuno dopo l'approvazione del testo base, costituire un gruppo di lavoro che, con l'ausilio del Servizio Studi della Camera, proceda a tale approfondimento. Ritiene che, ove all'esito di tale istruttoria non fosse verificata la perfetta rispondenza fra il contenuto del testo unificato e le predette tabelle, si dovrebbe conferire una delega legislativa con criteri certi e tempi definiti al Governo.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, dopo aver verificato l'assenza dei rappresentanti del gruppo di SEL, in ragione del concomitante congresso nazionale del partito, rileva che non è allo stato possibile dare seguito alla proposta formulata in precedenza dal presidente Brunetta.

  Enrico COSTA (NCD) fa presente al presidente Sisto che ritiene anomala la decisione di adottare il testo unificato delle proposte di legge verificandone, solo in un momento successivo, la relativa coerenza. Chiede, inoltre, che il presidente, nella sua qualità di relatore, chiarisca quanti sono i seggi assegnati a ciascun collegio indicato nella tabella B.

  Renato BALDUZZI (SCpI), nel prendere atto che irragionevolmente non si è voluto prevedere una delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali, rileva che le tabelle consegnate assicurano soltanto formalmente quel che era stato chiesto, vale a dire che il testo proposto fosse completo e coerente, mentre nella sostanza la richiesta non è stata soddisfatta, dato che le tabelle stesse sono, anche solo a prima vista, inadeguate.
  Ciò premesso, preannuncia che il suo gruppo voterà comunque a favore dell'adozione del testo del relatore come testo base, precisando che con tale voto il suo gruppo vuole soltanto manifestare la volontà di far proseguire l’iter del provvedimento con il passaggio alla fase emendativa, Pag. 10ma mantiene ferme le riserve che, insieme ad altri gruppi, nutre sul testo attuale. Si riserva quindi di presentare emendamenti sui punti critici evidenziati nei precedenti interventi, e innanzitutto per delegare al Governo la definizione dei collegi elettorali, con gli stessi principi e criteri direttivi già previsti in passato, e con le stesse procedure, vale a con dire il coinvolgimento di un'apposita commissione tecnica di esperti e con il parere delle Commissioni parlamentari competenti.
  Ritiene inoltre fondamentale procedere a una simulazione del funzionamento della legge, anche perché l'estensione al nuovo sistema elettorale dei collegi uninominali a suo tempo concepiti per la legge Mattarella potrebbe determinare difficoltà in sede applicativa, essendo il nuovo sistema elettorale sostanzialmente nuovo nell'impianto complessivo, anche se costruito a partire da elementi non nuovi nell'ordinamento italiano.

  Federica DIENI (M5S) ribadisce la richiesta – già formulata dal suo gruppo in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi – che la Commissione non proceda all'adozione del testo base prima di aver svolto sul testo l'audizione di esperti di comprovata imparzialità. A suo avviso, l'audizione è essenziale anche per verificare la ragionevolezza della ripartizione del territorio in collegi contenuta nella tabella B.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) ritiene che la tabella B depositata dal presidente sia incompleta e, in quanto tale, irricevibile. Non vi viene infatti specificato né il numero complessivo di abitanti per ciascun collegio, né il numero di seggi assegnati a ciascun collegio, senza contare che i collegi della legge Mattarella non sono aggiornati all'ultimo censimento della popolazione.

  Gianclaudio BRESSA (PD) ritiene che non sia in questo momento importante sapere quanti seggi sono assegnati a ciascun collegio, né quanti siano gli elettori di ciascun collegio. L'importante, ai fini della verifica della capacità di funzionamento della legge elettorale, è sapere – e questo dato è noto – quanti sono in tutto i collegi. In particolare, per quanto riguarda il numero dei seggi attribuito a ciascun collegio, ricorda che l'articolo 3, comma 3, della proposta di testo del presidente prevede che ad ogni collegio plurinominale è assegnato «un numero di seggi non inferiore a 3 e non superiore a 6, fatti salvi gli eventuali aggiustamenti in base ad esigenze derivanti dal rispetto di criteri demografici e di continuità territoriale». A titolo di esempio, fa presente che il collegio 39 (Este-Legnago-Rovigo), che chiaramente delimita un territorio che non ha alcuna omogeneità propria, è definito sulla base del predetto criterio della continuità territoriale.

  Enrico COSTA (NCD), dopo aver sottolineato di non aver avuto chiarimenti sulle questioni da lui poste, dichiara che il suo gruppo è favorevole alla proposta di articolato presentata dal relatore nella precedente seduta, condividendo l'impianto complessivo del sistema elettorale in essa delineato e ritenendo importante la prosecuzione dell’iter del provvedimento, per la quale l'adozione del testo è adempimento necessario.
  Ritiene poi che, a parte le riserve già evidenziate rispetto alle tabelle, alcuni aspetti del sistema proposto debbano essere corretti in quanto rischiano di contrastare con la sentenza della Corte costituzionale. In particolare, ritiene importante l'introduzione delle preferenze come mezzo per creare una sintonia tra i cittadini e i parlamentari. Parimenti, ritiene importante modificare il testo per eliminare quegli esiti paradossali che sono stati evidenziati anche da alcuni esperti, ad esempio la possibilità che il premio di maggioranza risulti sostanzialmente doppio, in termini percentuali, per la forza politica che si è presentata all'interno di una coalizione e per correggere il rapporto di forza tra la forza politica preminente e le forze minori all'interno della coalizione che non raggiungono la soglia di sbarramento. Ritiene inoltre importante correggere Pag. 11la parte della legge elettorale che riguarda il Senato per evitare che al ballottaggio possano accedere liste o coalizioni di liste diverse per il Senato e per la Camera. Ritiene inoltre che l'introduzione della clausola di salvaguardia relativa al Senato costituisca un segno di debolezza, considerato che la volontà del Governo è quella di arrivare ad una riforma del Senato stesso. A suo avviso, servirebbe il coraggio di prevedere per il Senato una specifica legge di riforma. Quanto alla determinazione dei collegi, ritiene che il Governo possegga molto più del Parlamento l'esperienza e le competenze occorrenti per questo compito e che lo stesso compito debba perciò essere delegato al Governo, previa determinazione di puntuali criteri e principi direttivi.
  Preannuncia la presentazione di emendamenti finalizzati a correggere i difetti anzidetti del testo unificato, ribadendo il voto favorevole del suo gruppo sull'adozione del testo base ai soli fini dell'avvio della discussione.

  Giulia GRILLO (M5S), riepilogando quanto emerso dal dibattito, prende atto che il relatore ha consegnato le tabelle alla Commissione unicamente perché ne è stato richiesto; che il deputato Balduzzi ritiene che le tabelle presentate facciano salva la forma, ma non la sostanza; e che il deputato Bressa ritiene che i collegi possano anche essere ritagliati a caso, purché soddisfino i requisiti della continuità territoriale e del numero di seggi assegnato, che tuttavia non è fisso.
  In definitiva, è emerso che i collegi sono senza importanza per i gruppi di maggioranza e che possono essere anche determinati in modo del tutto casuale o arbitrario, purché l'esame possa andare avanti.

  Alfredo D'ATTORRE (PD) dichiara che il suo voto sarà a favore dell'adozione del testo unificato del presidente come testo base per il seguito dell'esame in quanto il rappresentante del suo gruppo ha annunciato la presentazione di un emendamento per deferire al Governo la determinazione dei collegi elettorali.
  Rileva che l'assenza dell'indicazione, nella tabella B, del numero di elettori di ciascun collegio e quindi del numero dei seggi attribuito, potrebbe rendere problematico lo svolgimento di un'attività emendativa approfondita e ragionata.
  Sottolinea inoltre l'importanza di svolgere un ristretto numero di audizioni sul testo proposto dal relatore per verificarne la compatibilità con la sentenza della Corte costituzionale.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) fa presente che un testo base, una volta adottato, non sempre viene modificato nella fase emendativa, potendo accadere che gli emendamenti siano tutti respinti. Il testo adottato deve pertanto essere un testo completo e coerente fin dall'inizio.
  Ribadisce pertanto la necessità di integrare la tabella B con l'indicazione del numero di elettori per ciascun collegio e del numero dei seggi attribuiti a ciascun collegio. Fa presente che occorrono per questo al massimo uno o due giorni e che basterebbe quindi rinviare al 30 o al 31 gennaio l'inizio della discussione del provvedimento in Aula.
  Osserva poi che la riforma della legge elettorale per il Senato rappresenta una perdita di tempo se è vero quello che il segretario del Partito democratico afferma, ossia che il Senato sarà soppresso.
  Preannuncia infine che il suo gruppo presenterà un considerevole numero di emendamenti.

  Riccardo NUTI (M5S) ritiene che questo modo di precedere sia vergognoso. La Commissione discute di una forma senza sostanza, o con una sostanza indegna, mentre i cittadini vogliono la sostanza, anche senza forma.
  Ricorda che la presidenza – senza fornire al riguardo alcuna spiegazione – ha violato l'articolo 77, comma 3, del regolamento, che prevede che «dopo l'esame preliminare dei progetti abbinati la Commissione procede alla scelta di un testo base ovvero alla redazione di un testo unificato», mentre il testo unificato di cui si parla non è stato redatto dalla Pag. 12Commissione; e ha violato inoltre l'articolo 25, comma 2, in materia di programmazione dei lavori della Commissione.
  Ribadisce poi che il testo proposto è lacunoso, per le ragioni che sono state abbondantemente evidenziate nel corso del dibattito, e che non può pertanto essere adottato come testo base in quanto non è possibile escludere che diventi poi legge senza essere cambiato. Se diventasse legge nel testo attuale, il provvedimento sarebbe però inapplicabile e il Paese resterebbe senza una legge elettorale, con la conseguenza che il Presidente della Repubblica non potrebbe sciogliere le Camere neanche ove ce ne fossero le condizioni.
  Rimarca infine come la deputata Boschi si sia in un paio di occasioni avvicinata a deputati di altri gruppi per confabulare con loro, inducendoli in qualche modo a cambiare posizione, e auspica che gli stessi convincenti argomenti siano esposti anche al suo gruppo.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, per quanto riguarda i rilievi posti dal deputato Nuti con riferimento alle modalità di adozione del testo, richiama le considerazioni da lui svolte nella seduta del 22 gennaio.

  La Commissione delibera di adottare come testo base per il seguito dell'esame la nuova proposta di testo unificato del relatore.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, ricorda che il termine per la presentazione degli emendamenti al testo unificato, testé adottato come testo base, è fissato alle ore 13 di lunedì prossimo, 27 gennaio 2014. Quindi, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta che sarà convocata il 27 gennaio 2014, quindici minuti dopo il termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea.

  La seduta termina alle 17.05.

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