CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 gennaio 2014
162.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

  Mercoledì 22 gennaio 2014. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. — Interviene il viceministro degli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 14.

5-01810 Scotto: Sul monitoraggio del programma «Seenet – Una rete translocale per la cooperazione tra Italia e Sud Est Europa».

  Andrea MANCIULLI, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  Il viceministro Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), sottolineando come il programma Seenet costituisca il più importante intervento in essere di cooperazione decentrata.

  Arturo SCOTTO (SEL), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta e richiama l'attenzione sul valore strategico dei Balcani in termini politici, economici, Pag. 51culturali. Ritiene che ciò debba farci guardare con fiducia ed interesse a progetti di cooperazione decentrata che vedono già coinvolte importanti regioni come la Toscana, l'Emilia, il Piemonte e le Marche. A tale riguardo auspica una accelerazione delle procedure amministrative ed una semplificazione normativa nel quadro della rapida conclusione del processo di riforma della legge sulla cooperazione e del necessario incremento dei livelli di spesa dedicati alla cooperazione stessa.

5-01890 Spadoni: Sugli obblighi di relazione al Parlamento in materia di cooperazione allo sviluppo.

  Il viceministro Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Maria Edera SPADONI (M5S), replicando osserva come il dato oggettivo sia che, mediante la consultazione del sito ufficiale, l'ultima relazione reperibile è quella relativa all'anno 2011. A questo dato si contrappone il fatto che i parlamentari sono poi chiamati ad approvare il decreto-legge sulle missioni internazionali, senza adeguate informazioni di contesto. Nel premettere che il Movimento 5 Stelle è favorevole ad un incremento della spesa destinata alla cooperazione, ritiene però necessario, per una doverosa trasparenza e per la credibilità nazionale, che i cittadini siano messi nelle condizioni di conoscere puntualmente e tempestivamente quali siano i progetti avviati, la loro efficacia, il loro stato di avanzamento.

5-01902 Di Battista: Sul rapimento di un cooperante italiano in Pakistan.

  Il viceministro Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3), sottolineando che quello in oggetto è un caso di particolare difficoltà e delicatezza e precisando di avere, nella giornata odierna, fatto nuovamente il punto con l'Unità di crisi della Farnesina.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S), replicando, seppur in assenza di intento polemico, osserva che il viceministro ha fornito un quadro informativo ampiamente dettagliato ed apprezzabile, ma tuttavia privo di elementi di novità. Sollecita, pertanto, le autorità nazionali a svolgere tutto quanto possibile al fine di risolvere al più presto questa vicenda. Intende, inoltre, sottolineare il ruolo del Movimento 5 Stelle che ha promosso iniziative su questioni internazionali molto delicate favorendone una positiva evoluzione. Si riferisce al caso Shalabayeva ed alla prossima partenza di una delegazione parlamentare che si recherà in India per il caso dei marò. A suo avviso, potrebbe risultare utile accrescere il risalto mediatico della vicenda anche per richiamare il Pakistan alle sue responsabilità, coinvolgendo anche le ONG. Conferma, al riguardo, che il suo gruppo è pronto a qualsiasi forma di supporto mobilitando altresì l'opinione pubblica.

  Andrea MANCIULLI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.30.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 22 gennaio 2014. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. — Interviene il viceministro degli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 14.30.

DL 146/13: Misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria.
C. 1921 Governo.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con un'osservazione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

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  Andrea MANCIULLI, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  Michele NICOLETTI (PD), relatore, rileva che la Commissione è chiamata ad esprimere il proprio parere alla Commissione Giustizia su un provvedimento legislativo d'urgenza motivato dall'esigenza di restituire ai soggetti reclusi la possibilità di un pieno esercizio dei diritti fondamentali e di affrontare risolutivamente il fenomeno dell'ormai endemico sovraffollamento carcerario. Fa presente che è d'obbligo ricordare in proposito il messaggio che il Presidente della Repubblica ha recentemente inviato alle Camere per richiamare l'attenzione su tale drammatico problema.
  Osserva che, per quanto concerne la sfera delle competenze della Commissione Affari esteri, assume particolare rilievo l'articolo 7 che prevede l'istituzione, presso il Ministero della giustizia, del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Segnala che tale organo sarà costituito da un collegio di tre membri, nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentite le competenti Commissioni parlamentari. È richiesto il requisito dell'indipendenza e della competenza nelle discipline afferenti la tutela dei diritti umani. Rileva che compiti del Garante saranno quelli di favorire i rapporti di collaborazione con i garanti territoriali e con altre figure istituzionali, aventi ad oggetto l'esatto ed ordinato svolgimento dell'esecuzione della custodia dei detenuti, degli internati nonché dei soggetti sottoposti ad altre forme di limitazione della libertà personale in attuazione dei principi ispiratori della Carta costituzionale.
  Evidenzia che l'istituzione del Garante dei detenuti adempie ad un impegno internazionale assunto dall'Italia in occasione della sottoscrizione, il 18 dicembre 2002, del Protocollo opzionale alla Convenzione ONU contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Osserva che, a seguito della pur tardiva ratifica del Protocollo, intervenuta con la legge n. 195 del 2012, appare necessario ed urgente procedere all'istituzione di tale organismo indipendente, previsto dall'articolo del Protocollo stesso. Ricorda che tale adempimento è stato più volte sollecitato nel corso dell'ultima revisione periodica ricevuta dal nostro Paese da parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nonché delle ispezioni del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, istituito in seno al Consiglio d'Europa. Rileva che il carattere di urgenza è rafforzato dalla necessità di adempiere a quanto stabilito dalla Corte europea dei diritti dell'uomo che, con la sentenza Torreggiani, ha invitato l'Italia ad introdurre, entro il maggio del 2014, incisive riforme in materia. Ritiene, pertanto, apprezzabile l'iniziativa del Governo tramite questo decreto-legge, ma lamenta il fatto che in materia di tutela dei diritti delle persone si proceda troppo spesso, non sulla base di una autonoma iniziativa, bensì sulla spinta dell'evoluzione del diritto europeo o, ancor peggio, in seguito a condanne di organismi internazionali. Per questo ritiene opportuno richiamare la Commissione in questa sede ad alcuni obblighi internazionali ancora non assolti nella medesima materia, quali l'introduzione del reato di tortura nell'ordinamento e l'istituzione della Commissione nazionale per i diritti umani. Auspica in proposito che sia possibile riprendere al più presto l’iter delle proposte di legge che nelle precedenti legislature sono state esaminate senza tuttavia essere approvate.

  Il viceministro Marta DASSÙ ringrazia il relatore per il suo intervento, che ha messo a fuoco gli obiettivi del decreto-legge di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di attenuazione del sovraffollamento carcerario. Nel ricordare come l'Italia abbia depositato lo scorso anno lo strumento di ratifica del Protocollo opzionale già menzionato dal relatore, considera le nuove disposizioni di legge particolarmente Pag. 53importanti ai fini delle prossima revisione periodica universale che avrà luogo nell'ottobre 2014. Condividendo l'auspicio del relatore circa l'esigenza di non aspettare condanne internazionali prima di adempiere agli obblighi assunti, sottolinea come la mancata previsione del Garante dei detenuti costituisca una carenza nel nostro ordinamento, alla luce del fatto che tutti i Paesi dell'Unione europea ne sono dotati.

  Manlio DI STEFANO (M5S) dichiara che il suo gruppo condivide la necessità di risolvere la questione carceraria, anche in considerazione delle preoccupazioni derivanti dall'alta percentuale dei detenuti immigrati. Manifesta tuttavia viva disapprovazione per il provvedimento in titolo che ancora una volta non incide strutturalmente sul problema. Allo stesso modo, ritiene che sarebbero inutili le pur ventilate iniziative in materia di amnistia e indulto. Ribadisce quindi che il Movimento 5 Stelle voterà contro il decreto-legge in esame.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) esprime il giudizio favorevole del suo gruppo sull'istituzione del Garante dei detenuti che anticipa una parte delle competenze dell'istituenda Commissione nazionale per i diritti umani, il cui esame legislativo dovrebbe riprendere al più presto. Sottolinea poi l'esigenza di garantire condizioni non solo di competenza, ma anche di corrispettivo ai componenti dell'organo affinché possano compiere il loro mandato.

  Michele NICOLETTI (PD), relatore, replicando al collega Di Stefano, ne condivide l'aspirazione alla soluzione strutturale della questione carceraria, ma lo invita a riflettere sul fatto che l'introduzione del Garante contribuirebbe a migliorare significativamente le condizioni dei detenuti. Nel fare poi presente alla collega Quartapelle di non aver sollevato la questione della retribuzione dei componenti dell'organo di garanzia perché non di primaria competenza della Commissione, concorda tuttavia sull'inopportunità che l'incarico assuma carattere meramente volontaristico.

  Il viceministro Marta DASSÙ invita a valutare l'eventualità di fare ricorso al successivo regolamento previsto dall'articolo 7 del provvedimento per risolvere la questione del corrispettivo.

  Michele NICOLETTI (PD), relatore, formula quindi una proposta di parere favorevole con un'osservazione (vedi allegato 4).

  La Commissione approva la proposta di parere come formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.45.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 22 gennaio 2014. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI.

  La seduta comincia alle 14.45.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America sul rafforzamento della cooperazione nella prevenzione e lotta alle forme gravi di criminalità, fatto a Roma il 28 maggio 2009.
C. 1927 approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Andrea MANCIULLI, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso. Segnala che il rappresentante del Governo interverrà in una successiva seduta, in quanto ha dovuto recarsi presso l'altro ramo del Parlamento.

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  Paolo ALLI (NCD), relatore, rileva che il provvedimento all'esame della Commissione, già approvato in prima lettura dalla Camera nella scorsa legislatura, reca l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo italo-statunitense del 28 maggio 2009, con il quale i due Paesi si sono impegnati a collaborare nell'azione di prevenzione ed attività investigativa di contrasto alle forme gravi di criminalità, attraverso la facoltà di interrogazioni automatizzate dei dati dattiloscopici e dei profili del DNA. Osserva che l'intesa, nel suo articolato, concentra la propria portata applicativa sulla prevenzione e sulla lotta contro le forme gravi di criminalità transfrontaliera ed il terrorismo, ispirandosi al Trattato fatto a Prüm il 27 maggio 2005, fra diversi Paesi europei, tra cui il nostro. Segnala che, ai fini dell'attuazione dell'intesa, le Parti garantiscono la disponibilità dei dati di riferimento (profili del DNA e dati identificativi). Osserva che l'Accordo si presenta, almeno sul piano pattizio bilaterale, con connotati piuttosto innovativi poiché, più che individuare nuovi settori di collaborazione, si incentra sulle nuove metodologie di contrasto al crimine, quale ad esempio quella basata sui grandi progressi recenti nella rilevazione delle tracce di DNA e delle impronte digitali.
  Passando sinteticamente ai contenuti dell'Accordo, fa notare che particolare rilievo assume l'articolo 3 che tratta dei dati dattiloscopici, rispetto ai quali le Parti garantiscono la disponibilità di quelli contenuti nei sistemi nazionali automatizzati di identificazione delle impronte digitali. Ai sensi del successivo articolo 4, comma 1, le Parti autorizzano i punti di contatto nazionali individuati in base al successivo articolo 5 all'accesso ai dati contenuti nei rispettivi sistemi automatizzati di identificazione delle impronte digitali, con facoltà di effettuare interrogazioni automatizzate per mezzo del raffronto dei dati dattiloscopici. Fa presente che tali attività trovano un limite nel rispetto della legislazione nazionale delle Parti, e vige indirettamente un divieto di raffronti collettivi, poiché le interrogazioni possono essere effettuate solo caso per caso. Rileva che, in base all'articolo 5, comma 1, ciascuna delle due Parti dell'Accordo designa uno o più punti di contatto nazionali per l'accesso alle banche dati, stabilendone altresì secondo la legislazione nazionale le competenze e le modalità per l'accesso. Il comma 2 prevede successive intese di attuazione concernenti le modalità delle interrogazioni alle banche dati, inclusi eventuali limiti quantitativi ad esse. In dette intese verrà anche enumerato un gruppo esaustivo di reati punibili con una pena edittale massima superiore a un anno, i quali formeranno oggetto di cooperazione sempre in base alle rispettive legislazioni. Osserva che l'articolo 6 disciplina la trasmissione di ulteriori dati personali e informazioni conseguente all'eventuale concordanza dei dati dattiloscopici: tale trasmissione avverrà in base alle procedure e nel rispetto della legge nazionale della Parte richiesta. Fa presente che gli articoli 7-9 ribadiscono il contenuto dei precedenti articoli 4-6, ma in riferimento all'interrogazione di dati concernenti i profili del DNA contenuti nelle rispettive banche dati. Rileva che una disciplina particolare, relativa allo scambio di informazioni per fini preventivi in materia di criminalità organizzata e terrorismo, è prevista dall'articolo 10, la cui attuazione comporta l'individuazione di ulteriori punti di contatto nazionali. Segnala che un elevato livello di sicurezza viene riservato alla trattazione delle informazioni e dei dati personali e sensibili (articolo 11). Osserva che nel corpo dell'Accordo vengono indicati i limiti al trattamento dei dati e delle informazioni (articolo 12), le procedure per la rettifica, il blocco o la cancellazione dei dati (articolo 13), le modalità di documentazione e le misure tecniche e organizzative tese alla sicurezza (articoli 14 e 15). Segnala che è sancita la trasparenza delle procedure (articoli 16 e 17), nonché la non incidenza dell'Accordo su diritti e obblighi derivanti da altri Accordi internazionali, bilaterali o multilaterali, sottoscritti dall'Italia e dagli Pag. 55Stati Uniti d'America (articolo 18). Circa le spese derivanti dalla sua attuazione, rileva che nell'Accordo viene sancito che ciascuna parte onora quelle sostenute dalle proprie autorità (articolo 20). Evidenzia che l'Accordo ha durata illimitata e sono previste procedure per la sua modifica (articoli 21 e 22). Osserva che l'articolo 23 individua gli organi preposti all'applicazione dell'Accordo, che sono per l'Italia il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno, e per il governo americano il Dipartimento di giustizia e il Dipartimento per la sicurezza interna. Infine segnala che l'articolo 24 disciplina l'entrata in vigore dell'Accordo, precisando altresì che le disposizioni degli articoli da 7 a 9 (dati sui profili del DNA) non si applicano fino alla conclusione delle intese di attuazione previste dal successivo articolo 8.
  Rileva che il disegno di legge in esame, approvato dal Senato il 7 gennaio scorso, si compone di quattro articoli. I primi due recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo italo-statunitense per la prevenzione e la lotta alle forme gravi di criminalità, fatto a Roma il 28 maggio 2009. Segnala tuttavia che l'articolo 2 riporta un secondo comma in cui, come rileva la relazione introduttiva al disegno di legge, si mira a rispondere ad una preoccupazione del Garante per i dati personali in ordine alla compatibilità dell'Accordo italo-statunitense con le norme europee e internazionali. Evidenzia che, a tale fine, il comma 2 stabilisce un termine di 150 giorni dall'entrata in vigore della legge di autorizzazione alla ratifica per l'adozione dei decreti previsti dagli articoli 46, 49, 53 e 57 del Codice sulla protezione dei dati personali (Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196). Fa pertanto presente che l'unico elemento di obiezione che era stato sollevato dal Garante per la protezione dei dati personali è stato superato, avuto riguardo all'articolo 2, comma 2, dell'Accordo di esecuzione, che tiene conto della legislazione italiana in materia di privacy. Precisa che l'articolo 3 è dedicato alla copertura finanziaria degli oneri previsti per il solo anno iniziale dell'applicazione dell'Accordo, quantificati, a seguito di un emendamento approvato dall'altro ramo del Parlamento, in 10.248.000 euro: tale riformulazione si è resa necessaria, come segnalato nel corso dell'esame presso la 5a Commissione del Senato, per adeguare la valutazione degli oneri alle nuove aliquote IVA, vigenti dallo scorso 1o ottobre.
  Conclude auspicando una rapida conclusione dell’iter di autorizzazione dell'accordo i cui negoziati hanno avuto inizio nel 2009, anche perché l'intesa è già entrata in vigore nell'ordinamento statunitense nel quadro del Visa Waiver Program. Rileva quindi che si tratta di adempiere, con cinque anni di ritardo, ad un accordo che riveste un'importanza strategica fondamentale nell'azione di prevenzione e nell'attività investigativa di contrasto delle forme gravi di criminalità, considerato soprattutto il fatto che esso si fonda sulla condivisione di informazioni delicate, componente essenziale di una cooperazione bilaterale efficiente ed efficace.

  Marta GRANDE (M5S), nel dichiarare la condivisione da parte del suo gruppo degli obiettivi dell'Accordo in esame, ribadisce tuttavia talune osservazioni critiche già sottolineate presso l'altro ramo del Parlamento con particolare riferimento al controverso articolo 10, circa l'invio dei dati personali, sottolineando la genericità dell'indicazione di reato. Anche alla luce delle polemiche suscitate dal Datagate, ritiene che sarebbe utile una revisione o comunque una maggiore attenzione su taluni aspetti problematici dal momento che nei cinque anni trascorsi dalla firma dell'Accordo le relative tecnologie si sono notevolmente evolute. Preannuncia conclusivamente l'astensione del suo gruppo.

  Francesca LA MARCA (PD) ritiene che la nuova formulazione del disegno di legge in oggetto riequilibri i delicati aspetti di tutela della privacy che in un primo tempo erano stati oggetto di minore attenzione. Manifesta la viva soddisfazione di deputata Pag. 56eletta nella circoscrizione dell'America Centro-Settentrionale per il fatto che si contemperino esigenze egualmente care ai cittadini sia statunitensi che italiani, quali la sicurezza ed il rispetto dei dati personali. A suo avviso, peraltro, la ratifica in oggetto contribuirà a smentire il radicato stereotipo che contrassegna l'Italia sotto il profilo della criminalità organizzata. Concorda quindi sulla necessità di contrastare a livello internazionale le minacce criminali e terroristiche rafforzando gli strumenti operativi ed utilizzando le più efficaci tecnologie, ma sempre all'interno dei confini della legalità.

  Guglielmo PICCHI (FI-PdL) si augura che il Governo sia presente in futuro all'inizio dell'esame di ciascun provvedimento. Nel dichiararsi sicuramente favorevole al rafforzamento della cooperazione italo-statunitense nella lotta al terrorismo ed alla criminalità, ritiene tuttavia che le note preoccupazioni circa il trattamento dei dati negli USA suggeriscano un approfondito esame del provvedimento, anche alla luce degli argomenti che saranno addotti da parte del Governo.

  Andrea MANCIULLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.10.

COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI NEL MONDO E PROMOZIONE DEL SISTEMA PAESE

  Mercoledì 22 gennaio 2014. — Presidenza del presidente Fabio PORTA.

  La seduta comincia alle 15.10.

Comunicazioni del Presidente.

  Fabio PORTA, presidente, rileva che la riunione odierna è convocata per avviare i lavori del Comitato nel nuovo anno, dopo la pausa natalizia. Esprime soddisfazione, anche nel metodo, per il lavoro svolto fin ora, richiamando l'attività emendativa condivisa svolta dai deputati eletti all'estero su alcuni provvedimenti recentemente approvati.
  Rispetto alle iniziative già programmate, comunica che giovedì della prossima settimana sarà audito il Direttore generale per la promozione del sistema Paese, Ambasciatore Andrea Meloni. Fa presente poi che sono in corso contatti con l'ANCI per l'audizione relativa al tema delle detrazioni riguardanti la tassazione degli immobili degli italiani all'estero e con l'INPS per le questioni relative ai pensionati italiani all'estero.
  Quanto al delicato problema della ristrutturazione della rete estera, premette che si è in attesa della ridefinizione delle deleghe da parte del Governo dopo le dimissioni del viceministro Archi e fa presente che, in attesa della riassegnazione, il viceministro Dassù tornerà al più presto davanti alle Commissioni parlamentari per ufficializzare il documento di lavoro da lei stessa preannunciato nell'ultima audizione svoltasi presso il Senato.

  La seduta termina alle 15.15.

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