CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 ottobre 2013
104.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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COMITATO DEI NOVE

  Mercoledì 16 ottobre 2013.

Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore.
Emendamenti C. 1154-15-186-199-255-664-681-733-961-1161-1325-A.

  Il Comitato dei nove si è riunito dalle 9.10 alle 9.30 e dalle 15 alle 15.20.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 16 ottobre 2013. — Presidenza del vicepresidente Roberta AGOSTINI. — Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie Walter Ferrazza.

  La seduta comincia alle 14.25.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.
Doc. XXII, n. 13 Fioroni.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 9 ottobre 2013.

  Roberta AGOSTINI, presidente, ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti è scaduto alle ore 12 di ieri, martedì 15 ottobre.
  Comunica che sono stati presentati emendamenti da parte del gruppo del Pag. 29Movimento 5 Stelle e del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà (vedi allegato). Comunica altresì che il relatore ha presentato gli emendamenti 1.50, 2.50, 3.50, 4.50, 5,50, 6.50, 8.50 e 9.50 (vedi allegato).
  Avverte che, ai sensi dell'articolo 89 del regolamento e del punto 5 della circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa nelle Commissioni, gli emendamenti Dadone 2.2 e Lombardi 3.3 – volti a prevedere l'istituzione di una Commissione bicamerale in luogo di una Commissione d'inchiesta monocamerale – sono da ritenersi inammissibili in quanto palesemente incongrui rispetto al contesto normativo. Ricorda, infatti, che per l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta bicamerale occorre una legge.

  Gianclaudio BRESSA (PD) relatore, chiarisce che i suoi emendamenti sono volti ad uniformare la disciplina della istituenda commissione di inchiesta alle discipline previste per le altre commissioni di inchiesta monocamerali istituite in passato.
  Ciò premesso, invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Cozzolino 1.1, in quanto nella locuzione «apparati, strutture e organizzazioni comunque denominate» usata nell'atto in esame sono già comprese anche le «istituzioni», per cui l'emendamento appare superfluo.
  Raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.50, che introduce una disposizione che limita i poteri della Commissione in termini già previsti per altre commissioni di inchiesta.
  Raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.50, che si limita ad apportare al testo una precisazione terminologica.
  Quanto all'emendamento Dieni 2.1, ricorda che la possibilità di presentare relazioni di minoranza è già prevista in via generale dai regolamenti interni, per cui la sua previsione potrebbe apparire superflua, mentre la presentazione di una relazione semestrale appare eccessiva atteso che la commissione istituenda ha durata di diciotto mesi. Manifesta peraltro la propria disponibilità ad esprimere parere favorevole sull'emendamento Dieni 2.1, a condizione che sia riformulato con la soppressione del secondo periodo.
  Esprime parere favorevole sull'emendamento Nuti 3.1, a condizione che sia riformulato facendo riferimento a «ciascun gruppo parlamentare».
  Raccomanda l'approvazione del suo emendamento 3.50, che introduce precisazioni procedurali in merito alla prima convocazione della commissione e disciplina le modalità di elezione dell'ufficio di presidenza mediante rinvio all'articolo 20, commi 2, 3 e 4 del regolamento della Camera, che disciplina la elezione dell'ufficio di presidenza delle commissioni permanenti.
  Invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Fraccaro 3.2, in quanto prevedere che i componenti dell'ufficio di presidenza della commissione istituendo non ricevano alcuna indennità di carica rappresenterebbe un'anomalia rispetto a quanto normalmente previsto. Si può certamente discutere della opportunità di prevedere indennità di carica per i componenti degli uffici di presidenza degli organi parlamentari, ma occorre farlo nell'ambito di un ragionamento complessivo, e non per una singola commissione.
  Raccomanda l'approvazione del suo emendamento 4.50, che disciplina la materia dei segreti d'ufficio, professionale, bancario e di Stato nei termini normalmente previsti per le commissioni di inchiesta. Invita conseguentemente al ritiro dell'emendamento Pilozzi 4.1.
  Raccomanda l'approvazione del suo emendamento 5.50, che ha la stessa ratio dei precedenti emendamenti, cioè quella di introdurre una uniformità con le altre discipline previste per commissioni di inchiesta.
  Raccomanda l'approvazione del suo emendamento 6.50, che sopprime il comma 3 dell'articolo 6, in quanto questo reca una previsione che non può essere introdotta con l'atto in esame, essendo per questo scopo necessaria una legge.
  Esprime parere contrario sull'emendamento D'Ambrosio 7.1, in quanto lo stesso Pag. 30introduce una disposizione superflua, non essendovi dubbi che non si possa superare il limite per le spese di funzionamento di cui all'articolo 8, comma 2.
  Raccomanda l'approvazione del suo emendamento 8.50, che, al pari degli altri suoi emendamenti, introduce una disposizione già prevista per altre commissioni di inchiesta.
  Esprime parere favorevole sull'emendamento Toninelli 8.1, che formula in termini più corretti il limite di spesa della commissione.
  Raccomanda infine l'approvazione del suo emendamento 9.50, che sopprime la disposizione di cui all'articolo 9, che non ha ragione di essere per un atto che non è legislativo, come quello in esame.

  Il sottosegretario Walter FERRAZZA esprime parere conforme a quello del relatore.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Cozzolino 1.1, approva gli emendamenti 1.50 e 2.50 del relatore.

  Federica DIENI (M5S), riformula il suo emendamento 2.1 nei termini indicati dal relatore. Riformula altresì nei termini indicati dal relatore l'emendamento Nuti 3.1, di cui è cofirmataria.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti Dieni 2.1 (nuova formulazione), Nuti 3.1 (nuova formulazione) e 3.50 del relatore.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI), intervenendo sull'emendamento Fraccaro 3.2, chiede se le spese per le indennità di carica dei componenti dell'ufficio di presidenza siano comprese nel limite di spesa di cui all'articolo 8.

  Gianclaudio BRESSA (PD), relatore, risponde che le spese per le indennità di carica dei componenti dell'ufficio di presidenza della commissione gravano sul bilancio generale della Camera al pari delle altre indennità di carica.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Fraccaro 3.2 e approva l'emendamento del relatore 4.50.

  Roberta AGOSTINI, presidente, avverte che a seguito dell'approvazione dell'emendamento 4.50 è preclusa la votazione dell'emendamento Pilozzi 4.1.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti 5.50 e 6.50 del relatore; respinge l'emendamento D'Ambrosio 7.1; approva gli emendamenti 8.50 del relatore, Toninelli 8.1 e 9.50 del relatore.

  Roberta AGOSTINI, presidente, avverte che il testo risultante dagli emendamenti approvati sarà trasmesso alle Commissioni competenti in sede consultiva. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni.
C. 1542 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge n. 1408).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 ottobre 2013.

  Roberta AGOSTINI, presidente, avverte che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Comunica che è stata assegnata alla I Commissione la proposta di legge n. 1408 del deputato Melilli, recante disposizioni concernenti la composizione dei consigli provinciali e disciplina dell'elezione del presidente della provincia e del consiglio provinciale.
  Poiché la suddetta proposta di legge verte sulla stessa materia delle proposte di legge già all'ordine del giorno, avverte che ne è stato disposto l'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del Regolamento.

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  Dalila NESCI (M5S) rileva come già da una prima lettura del testo si possa comprendere la particolare complessità del provvedimento in esame.
  Si sofferma quindi sul tema dei poteri sostitutivi; sottolinea poi come per il suo gruppo sia di preliminare importanza che il Governo faccia chiarezza sul riverbero che avrà il disegno di legge in titolo sull'intero assetto costituzionale. Si tratta, infatti, di una legge ordinaria e, soprattutto, transitoria cui si affiancherà una legge costituzionale, che sarebbe stato più opportuno esaminare parallelamente.
  Chiede quindi, a nome del suo gruppo, al Governo di rendere il lavoro, su questa materia così delicata e complessa, razionale e facilmente comprensibile ai cittadini.
  Richiama alcuni profili di maggiore criticità, riservandosi di intervenire su ulteriori aspetti nel prosieguo dell’iter parlamentare: in primo luogo, evidenzia la necessità di maggiori chiarimenti sull'articolo 13, dove vi sono una serie di disposizioni cadenzate tra loro che non consentono di comprendere appieno l'impatto effettivo sull'assetto istituzionale e sulle province, soprattutto non essendo chiaro cosa accade in quelle province in cui non sono previste nuove elezioni di sindaci.
  Rileva quindi la necessità di specificare, nella parte che disciplina la costituzione degli organi delle province e poi delle città metropolitane, che i componenti non hanno diritto al rimborso delle spese non essendo a suo avviso sufficiente prevedere che svolgano il loro incarico a titolo gratuito.
  Per quanto riguarda le disposizioni che attengono alle città metropolitane, di cui è prevista l'istituzione a partire dal 1o gennaio 2014, desta perplessità il fatto che venga deciso di diritto chi sarà il sindaco – individuato nel testo in quello del capoluogo di provincia – cui spetterà, di fatto, il compito di forgiare la vita di questo ente futuro, essendo incaricato della fase di approvazione dello Statuto: ritiene dunque necessario individuare altre soluzioni sul punto.
  Richiama quindi i diversi elementi problematici che riguardano le disposizioni sulla città metropolitana di Roma capitale, tra cui il fatto che continua a permanere la provincia di Roma rispetto agli altri comuni non confinanti nonché la parte in cui si consente il permanere della provincia se vi è contrarietà all'istituzione della città metropolitana.
  Rileva infatti come, pur trattandosi di un provvedimento che avrà carattere transitorio, è comunque necessario mantenere una certa razionalità degli interventi ed evitare elementi di confusione che potrebbero dare luogo ad un impatto devastante in sede attuativa. Invita quindi tutti con umiltà a valutare se mantenere o meno questo ente intermedio: non vorrebbe infatti che vi fosse, in realtà, un intento dilatorio che porterà ad una situazione di totale confusione. Sottolinea quindi la grande responsabilità di tutti nell'esaminare il provvedimento in titolo che reca allo stato molti aspetti critici.
  Auspica inoltre che nel corso della discussione in Assemblea non si debba assistere ad un ennesimo spot elettorale sulle province e sulla loro eliminazione.
  Formula quindi sin d'ora la proposta di sopprimere la richiamata disposizione recata dal testo che consente alle province in cui vi è una città metropolitana di sopravvivere comunque.
  Chiede infine al Governo di rassicurare la Commissione circa i tempi concreti di esame del provvedimento, che richiede un lavoro serio ed approfondito: è importante capire fino in fondo dove si vuole realmente arrivare con questo disegno di legge.
  Evidenzia infine l'importanza di programmare audizioni degli esperti della materia, vista la complessità tecnica del testo, che potranno essere di ausilio a prescindere dalla battaglia politica che ciascuno riterrà di fare.

  Giuseppe DE MITA (SCpI) ritiene che la Commissione abbia il dovere di utilizzare il poco tempo a sua disposizione per recuperare alla razionalità un testo che nell'attuale stesura appare eccessivamente concentrato sulle aspettative dell'opinione pubblica e troppo disattento rispetto ai problemi veri, a cominciare da quello di Pag. 32una razionale allocazione delle funzioni. Rileva infatti che il quadro di funzioni che si verrebbe a delineare per effetto del provvedimento si caratterizza per una ipertrofia funzionale in capo ad enti, quali le regioni, che fanno riferimento a territori molto ampi. Il problema della allocazione delle funzioni sui diversi livelli di governo va invece affrontato tenendo conto dei perimetri circoscrizionali dei versi enti territoriali. A suo avviso, occorre innanzitutto allocare le funzioni sui diversi livelli di governo alla luce di ambiti territoriali ottimali e solo dopo ragionare delle modalità di elezione degli organi e della trasformazione dei consigli provinciali in organi di secondo grado. Diversamente, si rischia di generare confusione, quanto al riparto delle funzioni, e di creare organi inutili.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) sottolinea l'importanza del tema degli enti di area vasta, sul quale vi sono sensibilità molto differenti: da parte sua, anche alla luce della propria esperienza diretta di assessore provinciale, ha avuto modo di riconoscere l'importanza delle province ma anche i loro limiti, in termini di competenze e di risorse. Ritiene quindi che disciplinare le province solo come enti di secondo livello, il cui presidente viene scelto dai sindaci dell'area territoriale di riferimento, dia luogo a forti rischi a partire da quello per cui il presidente nominato, non avendo un mandato diretto dei cittadini, tenderà immancabilmente a porre più attenzione ai problemi del comune di provenienza.
  Sottolinea dunque come si tratti di una problematica da affrontare tenendo conto che in alcune regioni vi sono necessità e problematiche diverse.
  Condivide dunque quanto emerso nel dibattito rispetto alla crescente moltiplicazione di enti intermedi cui si è assistito negli anni: sarebbe, a suo avviso, quindi più opportuno razionalizzare tutto in un unico ente lasciando alle regioni la determinazione delle funzioni e dell'ambito territoriale, nell'ambito delle loro disponibilità di bilancio, essendo esse le uniche entità in grado di conoscere realmente il territorio. La regione, infatti, è il soggetto che può definire nel modo migliore la costruzione di questi enti di area vasta, indubbiamente necessari perché creano un collegamento diretto tra regioni e singoli comuni, la cui mancanza è a suo avviso improponibile, soprattutto se si pensa ai piccoli comuni.
  Non ritiene, infatti, condivisibile approvare una norma uguale per tutto lo Stato italiano, essendovi esigenze diverse in ciascun territorio.

  Il sottosegretario Walter FERRAZZA intende in questa fase evidenziare la volontà del Governo di procedere di concerto con il Parlamento in un rapporto di costante interlocuzione su un provvedimento sicuramente non facile.
  Si sofferma sulle questioni che attengono ai due livelli territoriali di regione e comune evidenziando, in particolare, come la configurazione di unioni di comuni a geometria variabile permette di realizzare forme più modulabili con l'obiettivo di raggiungere un rapporto tra cittadini e istituzioni più diretto ed efficace.

  Roberta AGOSTINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Mercoledì 16 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Alessandro NACCARATO.

  La seduta comincia alle 15.45.

Disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali.
Emendamenti C. 750-A Dell'Orco.
(Parere all'Assemblea).
(Seguito esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato prosegue l'esame degli emendamenti iniziato nella seduta del 15 ottobre 2013.

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  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI), relatore, ricorda che nella seduta di ieri aveva illustrato il contenuto degli emendamenti presentati in Assemblea sul provvedimento in titolo, evidenziando alcuni profili problematici riguardo alle previsioni delle proposte emendative Lacquaniti 1.10 e 1.010, che attribuiscono al sindaco il compito di coordinare e riorganizzare, sulla base degli indirizzi espressi dal consiglio comunale e nell'ambito dei criteri eventualmente indicati dalla regione, gli orari dei servizi pubblici, nonché, d'intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio. Al contempo, sentiti i soggetti competenti, al sindaco viene attribuita la funzione di coordinamento e riorganizzazione degli orari di apertura dei pubblici esercizi e delle attività commerciali ed artigianali in determinate condizioni.
  Dopo aver svolto ulteriori approfondimenti in merito, rileva che con tali proposte emendative si attribuiscono dunque ai comuni ampi poteri, soprattutto rispetto alle competenze legislative proprie dello Stato sulla materia della «tutela della concorrenza», ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, della Costituzione e della giurisprudenza costituzionale sul punto. Potrebbero, infatti, sorgere delle criticità in sede applicativa ricorribili comunque in sede di giustizia amministrativa.
  Peraltro, tenuto conto degli ambiti di competenza del Comitato e del contenuto complessivo delle proposte emendative ritiene si possa esprimere una valutazione di nulla osta.
  In conclusione, alla luce anche del contenuto degli altri emendamenti contenuti nel fascicolo n. 2, propone di esprimere nulla osta su tutti gli emendamenti contenuti nel suddetto fascicolo n. 2.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 15.55.

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