CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 ottobre 2013
95.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 59

RISOLUZIONI

  Giovedì 3 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. – Interviene il Ministro per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Andrea Orlando.

  La seduta comincia alle 9.15.

7-00111 Realacci: Iniziative urgenti, nel 50o anniversario del disastro del Vajont, per la prevenzione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio.
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00016).

  Ermete REALACCI (PD), presidente, presenta una nuova formulazione della risoluzione a sua prima firma (vedi allegato 1), illustrandone i contenuti ed evidenziando, in particolare che la medesima recepisce i contributi forniti da tutti i gruppi della Commissione sul tema della prevenzione del rischio idrogeologico e della messa in sicurezza del territorio. Invita, pertanto, i capigruppo della Commissione a sottoscrivere l'atto di indirizzo in titolo a nome dei rispettivi gruppi, facendo altresì presente che ulteriori sottoscrizioni potranno essere segnalate agli uffici. Rileva, inoltre, che tra i contenuti della parte dispositiva della risoluzione sono stati accolti taluni profili di merito prospettati dal Ministro dell'ambiente, affinché si preveda che nel quadro dell'Accordo di partenariato relativo alla programmazione italiana dei fondi strutturali 2014-2020, uno specifico obiettivo tematico in materia di prevenzione e gestione dei rischi ambientali, con particolare riferimento alle azioni volte alla mitigazione del rischio idrogeologico e alla messa in sicurezza del territorio. Ritiene particolarmente utile l'approvazione della risoluzione in titolo affinché la commemorazione della tragedia del Vajont possa tradursi in una serie di concrete iniziative tese a risolvere le criticità del sistema di prevenzione e tutela del territorio.

  Il Ministro Andrea ORLANDO, nel dichiarare il proprio parere favorevole sulla risoluzione, come riformulata dal Presidente Realacci, illustra i contenuti della sua proposta di integrazione accolta dal Presidente stesso; segnala che il fabbisogno di risorse dei piani di stralcio per l'assetto idrogeologico ammonta a circa 40 miliardi di euro, di cui 11 miliardi di euro attengono alle misure più urgenti. Conferma di aver rappresentato al Ministro dell'economia Saccomanni l'esigenza di risolvere quanto prima sia il delicato problema della carenza di risorse che quello del superamento dei limiti del Patto di stabilità interno per gli interventi di messa in sicurezza del territorio, in quanto, diversamente, si verrebbe a delineare una inaccettabile insufficienza delle risorse effettivamente disponibili per tali indispensabili interventi. Precisa che, proprio per questo, a suo avviso, è indispensabile che in sede europea si riconosca la possibilità di utilizzare i fondi comunitari per la messa in campo di azioni di contrasto dei fenomeni di dissesto idrogeologico del territorio.
  Rammenta, inoltre, che nello scorso luglio è stato licenziato dal Consiglio dei ministri un disegno di legge per il contenimento del consumo del suolo, ma che, a tutt'oggi, si è ancora in attesa che sullo stesso si pronunci la Conferenza delle regioni. Nel ravvisare la necessità che si adottino tempestivamente efficaci provvedimenti di contrasto dell'uso dissennato del territorio, esorta, quindi, tutti i gruppi parlamentari in Commissione a sensibilizzare le regioni affinché una loro più incisiva assunzione di responsabilità possa fornire segnali concreti nella direzione auspicata dal Governo.
  Nel ricordare, infine, che in occasione della «Giornata del soccorritore» svoltasi a Longarone, ha presentato a nome del Governo le scuse alle popolazioni colpite dalla tragedia del Vajont, che non fu determinata da un caso fortuito, ma fu causata senza dubbio da gravi negligenze di enti o amministrazioni pubbliche, sostiene quindi la necessità che oggi si apprestino misure normative non solo allo scopo di fronteggiare efficacemente le Pag. 60emergenze provocate dal dissesto idrogeologico del territorio, ma anche per contrastare in modo risoluto le pratiche di utilizzo aggressivo e dissennato del suolo sia agricolo che urbano.

  Enrico BORGHI (PD), nel ringraziare il Ministro per la presenza in Commissione, ritiene opportuno che si adottino tutte le iniziative più incisive affinché la commemorazione della tragedia del Vajont non si risolva in un semplice esercizio di retorica, ma costituisca un momento di riflessione che porti ad efficaci politiche di tutela del territorio. Avanza, al Presidente, la richiesta di sollecitare la Presidenza della Camera affinché, nell'anniversario della tragedia del Vajont, si possa tributare in Aula un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del tragico evento. Nel merito dell'atto di indirizzo, esprime apprezzamento per la parte dispositiva della risoluzione in cui si impegna il Governo a stanziare risorse congrue nel quadro delle iniziative di contrasto al dissesto idrogeologico. Ricorda, altresì, che il suo gruppo ha chiesto che la Commissione possa ascoltare in audizione il Ministro per la coesione territoriale Trigilia, in relazione alla definizione degli strumenti per un efficace uso dei fondi comunitari, formulando l'auspicio che tale audizione possa svolgersi al più presto. Assicura, inoltre, che, in accoglimento della richiesta avanzata dal Ministro Orlando, il suo gruppo si farà parte attiva per sensibilizzare le regioni ad assumere iniziative e responsabilità sul tema della difesa del territorio, a partire dalla sollecita espressione del prescritto parere sul disegno di legge per il contenimento del consumo del suolo. Esprime, in conclusione, parere favorevole sull'atto di indirizzo in oggetto, come riformulato dal presentatore, e preannuncia la sottoscrizione della risoluzione da parte di tutti i componenti del gruppo del Partito Democratico.

  Samuele SEGONI (M5S) ritiene che l'atto di indirizzo in oggetto costituisca un opportuno stimolo al Governo affinché ottemperi gli impegni recentemente assunti in Aula in occasione dell'esame delle mozioni vertenti su analoga materia e che sono richiamate nella risoluzione in oggetto.
  Sottolinea, in particolare, la necessità che si proceda alla modifica della disciplina in materia di patto di stabilità interno, in modo tale da liberare risorse ulteriori da destinare agli interventi di contrasto del dissesto idrogeologico ed alla prevenzione del rischio idrogeologico e sismico. Esprime, quindi, il parere favorevole del gruppo M5S sulla risoluzione in oggetto, che recepisce talune proposte avanzate dal suo gruppo, e preannuncia la sottoscrizione della risoluzione da parte di tutti i componenti del gruppo.

  Salvatore MATARRESE (SCpI), nel manifestare il proprio parere favorevole sulla risoluzione in titolo, chiede al Ministro Orlando di conoscere se vi sia continuità tra l'operato del Governo e gli impegni assunti dal precedente Governo nella materia delle misure di contrasto del dissesto idrogeologico e della salvaguardia del territorio. Preannuncia quindi la sottoscrizione della risoluzione in titolo da parte di tutti i componenti del suo gruppo.

  Alberto ZOLEZZI (M5S) esorta la Commissione ed il Governo ad approfondire le problematiche afferenti alla gestione ed allo smaltimento dei rifiuti in Campania. Ricorda che aveva avanzato richieste di chiarimento al Ministro competente in ordine al tema delle ecoballe di Giuliano e non ha ancora ricevuto adeguata risposta.

  Ermete REALACCI, presidente, reputa particolarmente importante il tema dei rifiuti della Campania, al quale, peraltro, considera opportuno dedicare un distinto e più specifico approfondimento.

  Il Ministro Andrea ORLANDO precisa che sono stati stimati in circa 40 miliardi di euro i fondi necessari per attuare tutti gli interventi contenuti nei piani predisposti dalle autorità di bacino e, in tale ambito, evidenzia che ben 11 miliardi di Pag. 61euro sono necessari soltanto per realizzare gli interventi prioritari e di particolare urgenza. Sottolinea, dunque, che di fronte all'entità delle risorse necessarie, si pongono enormi problemi di carattere finanziario, in quanto solo una limitata parte degli interventi previsti dispone di un'adeguata copertura. Sottolinea, altresì, che una ulteriore criticità attiene alla circostanza che le strutture commissariali a suo tempo nominate per attuare gli interventi contenuti negli accordi di programma sottoscritti fra il Ministero dell'ambiente e le singole regioni, non hanno affatto risolto il problema del celere utilizzo delle risorse già stanziate. In merito alla trattativa aperta con le regioni per l'attuazione dei predetti accordi di programma, auspica che entro fine ottobre si pervenga ad una soluzione condivisa; in caso contrario, avverte che è sua intenzione adottare un decreto ad hoc. Sottolinea, inoltre, che una specifica criticità su cui occorre intervenire tempestivamente attiene proprio al mancato utilizzo delle risorse derivanti dai fondi comunitari. Talvolta infatti le autonomie territoriali non riescono ad attivare strumenti efficaci per il pieno utilizzo delle risorse stanziate. Dichiara, quindi, di condividere la posizione espressa dal rappresentante del Movimento 5 Stelle relativamente alla necessità che si determini una rimodulazione della disciplina del patto di stabilità interno che consenta di utilizzare, al di fuori dei limiti del medesimo patto di stabilità, le risorse già a disposizione degli enti territoriali per la realizzazione di interventi di contrasto dei fenomeni di dissesto del territorio. Aggiunge che le criticità del territorio, in assenza di piani di messa in sicurezza, rischiano inevitabilmente di accentuare anche il deficit infrastrutturale del Paese. Evidenzia, infine, che gli interventi di tutela del territorio forniscono lavoro a numerose imprese attualmente in condizioni di difficoltà economica.

  Ermete REALACCI, presidente, coglie l'occasione della partecipazione ai lavori della Commissione del Ministro Orlando, che ringrazia nuovamente per la presenza, per sottolineare l'esigenza che l'annunciato disegno di legge collegato alla decisione di bilancio in materia di green economy e lotta agli sprechi ambientali sia strutturato, in sede di predisposizione dal parte del Governo, in modo tale da poter essere assegnato in via primaria alle Commissioni Ambiente del Parlamento. Ringrazia quindi tutti i componenti ed il rappresentante del Governo per il contributo fornito alla predisposizione della risoluzione in oggetto.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la nuova formulazione della risoluzione in discussione, che assume il numero 8-00016.

  La seduta termina alle 9.30.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 3 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. – Interviene il sottosegretario di Stato di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Marco Flavio Cirillo.

  La seduta comincia alle 14.05.

D.L. 102/2013 Recante disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici.
C. 1544 Governo.

(Parere alle Commissioni V e VI).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 25 settembre scorso.

  Cosimo LATRONICO (PdL) presenta una proposta di parere favorevole con condizione e osservazioni (vedi allegato 2), che illustra. Precisa che alla luce del Pag. 62dibattito svolto nella precedente seduta ha convenuto di recepire nella proposta di parere talune delle osservazioni fornite dalla collega Braga.

  Andrea CAUSIN (SCpI), esprime un orientamento favorevole sulla proposta di parere presentata dal relatore. Ritiene opportuno, in particolare, che le Commissioni di merito approfondiscano la questione delle risorse destinate alla morosità, osservando in particolare che l'importo destinato alle regioni, pur venendo ampliato dal provvedimento in esame rispetto agli anni scorsi, rimane tuttavia esiguo rispetto alle dimensioni critiche che sta assumendo il fenomeno degli sfratti per morosità. Sottolinea, quindi, che il sistema della cedolare secca rappresenta, attraverso il meccanismo degli incentivi previsti, un beneficio soprattutto per i proprietari più facoltosi e non anche invece per i piccoli proprietari, reputando utile che il Governo fornisca un'esatta quantificazione della entità del minor gettito connesso all'applicazione della cedolare secca, e sollecitando le Commissioni di merito a modificare l'attuale disciplina per renderla più equa e più attenta alle ragioni dei ceti meno facoltosi.

  Ermete REALACCI, presidente, osserva che la proposta di parere del relatore, in relazione alla condizione ad esso apposta, va proprio nella direzione indicata dal deputato causin, giacché risponde alla esigenza di contemperare gli effetti della cedolare secca tendenzialmente favorevoli ai grandi proprietari di immobili.

  Angelo TOFALO (M5S), nel valutare negativamente i contenuti del provvedimento in esame presenta, a nome del sugo gruppo, una proposta di parere alternativo (vedi allegato 3), rilevando che anche il Commissario europeo per gli affari economici e monetari Olli Rehn ha avanzato rilievi critici sull'abolizione dell'IMU e sugli effetti che potrebbe determinare sui conti pubblici. Evidenzia che il provvedimento rappresenta un passo indietro sul piano dell'equità in quanto le modalità attraverso cui opera l'esenzione dall'imposta tende a ridurre la progressività del sistema fiscale. Sottolinea che a trarre vantaggio dall'abolizione dell'IMU saranno i ceti più facoltosi. Fa notare che in base alle elaborazioni del Ministero dell'economia l'esenzione dall'IMU dell'abitazione principale determina un effetto fortemente regressivo in quanto il beneficio aumenterebbe al crescere del reddito complessivo. In merito alla tassa dei rifiuti si delineano evidenti criticità; desta poi perplessità l'eccessiva discrezionalità per i comuni di stabilire i criteri di riduzione della tariffa e la validità della norma per il solo 2013.

  Enrico BORGHI (PD), nel ringraziare il relatore per il proficuo lavoro svolto, ravvisa l'opportunità di trasformare la osservazione di cui alla lettera b) della proposta di parere in condizione, al fine di rafforzarne l'efficacia. Ritiene quindi opportuno precisare che il minor gettito derivante dall'eventuale estensione dell'esenzione dell'IMU per gli alloggi ex IACP, non debba pesare sui bilanci dei comuni e pertanto reputa necessario che lo Stato garantisca la copertura integrale del minor gettito.
  Infine, in merito alla osservazione di cui alla lettera d) della proposta di parere ritiene opportuno prevedere esplicitamente più estesi margini di autonomia delle amministrazioni locali. Fa notare, infatti, che l'applicazione degli studi di settore predisposti a livello nazionale hanno registrato una forte sperequazione sul territorio tra diversi comuni in ordine alla gestione della TARES ed ai criteri di calcolo dell'imposta.

  Paolo GRIMOLDI (LNA) ricorda che in origine l'IMU doveva consentire agli enti locali di acquisire entrate proprie da destinare alla gestione dei servizi locali alla cittadinanza. Fa notare che il precedente Governo ha di fatto stravolto tale filosofia stabilendo che i proventi dell'imposta venissero in parte trasferiti allo Stato centrale e ciò ha inopinatamente depauperato i bilanci delle amministrazioni locali. Evidenzia che una ulteriore criticità si riscontra Pag. 63nella mancanza di equità in quanto la tassa colpisce in prevalenza le regioni del Nord penalizzando le autonomie locali di quei territori. Reputa necessario pervenire ad una riforma organica della imposizione locale affinché si definisca chiaramente quali imposte debbano rimanere nella piena disponibilità degli enti locali. Nel ribadire l'esigenza che i comuni siano dotati di adeguate risorse, preannuncia il proprio voto di astensione sulla proposta di parere del relatore.

  Alessandro BRATTI (PD), nel concordare con le osservazioni espresse dal collega Borghi, fa notare che la TARES è destinata a venir meno entro la fine dell'anno. Evidenzia che occorre tener fermo il principio «chi inquina paga» senza tuttavia irrigidire le modalità attraverso cui i comuni possano gestire l'imposta, soprattutto in ordine ai sistemi di calcolo. Ritiene preferibile in particolare una ipotesi di tariffe puntuali che forniscano ai singoli comuni una maggiore autonomia, pur con una particolar riflessione in ordine alla previsione di nuovi bacini regionali rispetto a cui possono insorgere divergenze tra comuni ubicati in regioni diverse.

  Cosimo LATRONICO (PdL), relatore, aderisce alle proposte di riformulazione del parere avanzate dal collega Borghi e riformula pertanto la propria proposta di parere (vedi allegato 4).

  Chiara BRAGA (PD) valuta favorevolmente la proposta di parere, come riformulata dal relatore. Fa, inoltre, presente che presso le Commissioni di merito sono stati presentati diversi emendamenti che vanno esattamente nella direzione auspicata dalle condizioni e osservazioni contenute nella proposta di parere. Formula, quindi, un vivo auspicio che tali emendamenti possano essere sostenuti convintamente da tutti i gruppi presso le Commissioni di merito.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore, come riformulata. Risulta pertanto preclusa la proposta di parere alternativo del gruppo M5S.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanzia 2013 e Allegati.
Doc. LVII, n. 1-bis.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Ermete REALACCI, presidente, fa presente che alla Nota di aggiornamento è allegata una versione aggiornata del cosiddetto «Allegato Infrastrutture», vale a dire del Programma delle infrastrutture strategiche predisposto ai sensi dall'articolo 1 della legge n. 443 del 2001 (Doc. LVII, n. 1-bis – Allegato III). Ricorda, quindi, che la Nota di aggiornamento e l'allegata documentazione sono state assegnate alla V Commissione (Bilancio) e, per il parere, a tutte le altre Commissioni.
  Avverte, altresì, che, in considerazione del fatto che la V Commissione dovrebbe concludere l'esame della Nota di aggiornamento entro martedì 8 ottobre prossimo, l'Ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione di ieri, ha convenuto di concludere l'esame di tale provvedimento, con l'espressione del prescritto parere, nella seduta di martedì, 8 ottobre 2013.

  Mariastella BIANCHI (PD), relatore, riferisce che la Commissione avvia oggi l'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013, che reca l'aggiornamento delle previsioni macroeconomiche e degli obiettivi programmatici di finanza pubblica. Fa, quindi, presente che nella relazione si soffermerà solo sulle parti di competenza dell'VIII Commissione, che riguardano sia la parte sulle politiche settoriali della Nota di aggiornamento sia l'Allegato recante l'aggiornamento del Programma delle infrastrutture Pag. 64strategiche, rinviando per un'analisi più dettagliata alla documentazione predisposta dagli uffici.
  In tal senso, sottolinea, anzitutto, che la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza reca una specifica sezione dedicata alle politiche pubbliche in considerazione del fatto che il precedente Documento di economia e finanza era stato varato dal precedente Governo alla fine della legislatura. Per le differenti politiche il documento evidenzia gli interventi adottati nei primi mesi della legislatura in risposta alle raccomandazioni del Consiglio europeo e le finalità e gli interventi programmatici.
  In questo quadro, con riferimento esclusivo alle parti di competenza della VIII Commissione, segnala che, relativamente alle politiche ambientali, il documento riconosce il carattere strategico delle politiche per migliorare la qualità dell'ambiente e incentivare lo sviluppo sostenibile. In risposta alle raccomandazioni europee, si fa riferimento alle misure contenute nel decreto-legge n. 69 del 2013 e a quelle contenute nel disegno di legge in materia di semplificazioni all'esame del Senato, che contiene numerose disposizioni in materia ambientale, oltre a contenere una norma di delega al Governo per la codificazione di tutte le disposizioni in materia di ambiente. Ritiene, inoltre, opportuno segnalare che fra i disegni di legge ai quali il Governo attribuisce la qualifica di disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica, rientra non solo il predetto disegno di legge in materia di semplificazioni, ma anche il disegno di legge in materia di green economy e di lotta agli sprechi ambientali, che non è stato ancora adottato dal Consiglio dei ministri.
  Fa altresì presente che il documento enuclea alcune finalità e interventi di carattere programmatico e strutturale tra i quali si segnalano: la riforma della fiscalità ambientale allo scopo di assicurare, a parità di gettito, il trasferimento di oneri dal lavoro alla produzione di beni e servizi inquinanti; gli interventi redistribuzione della spesa destinata alle misure di incentivazione destinate alle energie rinnovabili; la definizione di un Piano nazionale di tutela e gestione del patrimonio idrico; la definizione di limiti al consumo del suolo la riconversione produttiva delle aree industriali inquinate attraverso la definizione di un piano di bonifiche indirizzato al riuso a fini produttivi del territorio; la riduzione del rischio idrogeologico attraverso la definizione di un programma di interventi per la messa in sicurezza del territorio.
  Segnala, dunque, che si tratta di tematiche tutte condivisibili che rispondono, peraltro, a una sollecitazione che da tempo l'VIII Commissione ha espresso in molti atti di indirizzo, come ad esempio quelli in materia di difesa del suolo, come dimostrato ancora una volta questa mattina con l'approvazione all'unanimità della risoluzione che, nel 50o anniversario del disastro del Vajont, chiede al Governo di assumere iniziative urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio.
  A suo avviso, poi, è da considerare positivamente anche l'accenno che il documento fa alla stabilizzazione delle detrazioni fiscali in materia di ristrutturazione edilizia sulla quale è stata approvata la scorsa settimana dalla VIII Commissione una risoluzione condivisa dai gruppi di maggioranza e opposizione.
  Osserva, quindi, che la Nota di aggiornamento del DEF 2013 dedica specifica attenzione agli interventi in materia di infrastrutture ed edilizia quali interventi suscettibili di generare un impatto positivo per la crescita economica e di inversione del ciclo recessivo in atto. Anche in questo caso la Nota di aggiornamento provvede a una ricognizione degli interventi adottati nei primi mesi della legislatura e contenuti prevalentemente nel decreto-legge n. 69 del 2013 e nel decreto legge n. 101 del 2013.
  In particolare, dal punto di vista programmatico, in materia di edilizia, il documento fa riferimento alla necessità di misure per il rilancio dell'housing sociale e per il sostegno all'acquisto dell'abitazione principale, in linea con gli interventi già Pag. 65adottati nel citato decreto-legge n. 102 del 2013, e per l'incremento dell'offerta nel settore immobiliare e di nuovi investimenti; in proposito, il documento fa genericamente riferimento all'eliminazione di alcuni elementi di rigidità che riguardano le locazioni a uso non abitativo
  In materia di infrastrutture, invece, nella Nota di aggiornamento si fa riferimento, tra gli interventi programmatici, alla necessità di rendere pienamente operative e di implementare alcune misure già adottate relativamente all'avvio dei cantieri e alla defiscalizzazione degli investimenti infrastrutturali.
  In aggiunta a tali interventi, il documento enuclea alcune finalità e interventi di carattere programmatico che vengono maggiormente esplicitati nell'aggiornamento del Programma delle infrastrutture strategiche, ossia nell'aggiornamento dell'11o Allegato infrastrutture su cui ritiene di volersi soffermare alquanto. In tal senso, segnala preliminarmente che il documento è stato trasmesso al Parlamento il 30 settembre 2013, e pertanto con qualche giorno di ritardo rispetto ai termini per la trasmissione della Nota di aggiornamento alle Camere; auspica, per questo, che in futuro vengano rispettati i tempi procedurali per la presentazione dei documenti al Parlamento, al fine di consentire agli organi parlamentari di svolgere un'istruttoria adeguata e completa.
  Osserva, inoltre, che l'aggiornamento del Programma delle infrastrutture strategiche rappresenta l'aggiornamento dell'11o Allegato trasmesso ad aprile al Parlamento, che la Commissione non ha esaminato in quanto non era ancora stata costituita. Il documento in esame presenta alcuni elementi di continuità con i precedenti allegati in quanto la programmazione infrastrutturale strategica nazionale è ormai strettamente saldata a quella europea; per tale ragione il documento riporta gli stanziamenti delle tipologie di opere comprese nei quattro corridoi europei, risorse già stanziate e quelle da reperire da ora al 2024. Su tali investimenti, peraltro, ritiene che occorrerà ragionare ai fini di un ricorso alla golden rule al fine di escludere le spese dai vincoli di bilancio europei.
  Riferisce, poi, che l’Allegato Infrastrutture, suddiviso in dieci capitoli, è sostanzialmente articolato in due parti: una parte programmatoria e una parte ricognitiva dello stato di avanzamento del Programma delle infrastrutture strategiche.
  Per quanto riguarda la programmazione, nel documento si elenca una serie di interventi e finalità che abbracciano tutto il settore delle infrastrutture, e non solo quelle strategiche, come, ad esempio, per quanto di competenza della Commissione: la revisione della disciplina delle concessioni autostradali sotto il profilo dei piani finanziari e dell'integrazione delle tratte in esercizio; una seconda fase di predisposizione degli schemi idrici per fronteggiare le emergenze in tutto il territorio nazionale; la riqualificazione urbana, per un verso, attraverso la semplificazione delle procedure urbanistiche e, per l'altro, gli interventi di rigenerazione attraverso anche l'attribuzione di specifiche premialità; la revisione delle procedure per la predisposizione e l'approvazione dei contratti di programma RFI e ANAS; il contenimento dei consumi energetici nel settore dei trasporti; la riforma del trasporto pubblico locale; la manutenzione del territorio. In proposito, segnala che, per la prima volta, nel documento si fa riferimento all'opportunità di integrare gli interventi di manutenzione del territorio con quelli predisposti dal Ministero dell'ambiente in materia di rischio idrogeologico.
  Tra gli interventi programmatici l’Allegato Infrastrutture segnala, invece, la necessità di una rivisitazione della «legge obiettivo» a distanza di più di undici anni dalla sua approvazione. Al riguardo, il documento delinea i passaggi in cui si è articolata l'operatività della «legge obiettivo» elencando una serie di opere avviate e completate e altre per le quali si registrano dei problemi. In tale ambito andrà sviluppata la riflessione per una modifica della legge che dovrà vedere il Parlamento in prima linea nell'individuazione delle Pag. 66criticità che hanno caratterizzato la legge e salvaguardando comunque la necessità di garantire la velocizzazione delle procedure, un'interlocuzione con i territori locali e il coinvolgimento dei capitali privati, che diventa necessario in un contesto di risorse esigue, ma che troppo spesso registra dei problemi di closing finanziario. Il documento comunque già anticipa alcune direttrici di fondo su cui sarà opportuno avviare una riflessione; si tratta di direttrici che investono il profilo finanziario, procedurale e della programmazione. A parte le modifiche normative è inoltre opportuno, secondo il documento, che si svolga una riflessione sulla selezione delle opere prioritarie.
  Da ultimo, l'aggiornamento dell’Allegato Infrastrutture reca lo stato di avanzamento complessivo del Programma elencando le macro opere, le opere in esse contenute, con il dettaglio relativo allo stato di attuazione e ai costi e alle relative disponibilità. In proposito, segnala che l'aggiornamento dello stato di avanzamento del Programma espone un costo complessivo di quasi 232 miliardi di euro di cui disponibili 110. Come già rilevato nei precedenti allegati, si registra una stabilizzazione del costo complessivo del Programma rispetto ai precedenti allegati anche se alcune variazioni significative si registrano in aumento e in diminuzione nell'ambito di alcune opere: in particolare, il Corridoio trasversale dorsale appenninica passa da 45.551 milioni di euro a 50.635 milioni e il Corridoio plurimodale tirrenico Nord Europa registra una diminuzione da 55.371 a 51.376. Da rilevare, inoltre, che nell'elenco delle opere sono stati inseriti come nuovi interventi il Piano degli aeroporti (con costo di circa 15 milioni), una voce complessivamente denominata «Decreto Fare», pari a 958 milioni, che reca una serie di interventi attribuiti ad ANAS e a RFI per i quali sarà opportuno, a suo avviso, acquisire informazioni di dettaglio. Anche il Programma «6.000 Campanili» è inserito nella programmazione delle infrastrutture strategiche, ma è ricompreso nella voce «Sistemi urbani».
  Per quanto riguarda, infine, le opere deliberate dal CIPE, l'importo complessivo delle opere deliberate è di circa 124 miliardi. Le tabelle allegate 1A e 1B, però, recano solo un novero più circoscritto di opere deliberate in quanto le opere deliberate in realizzazione sono riportate per un valore pari a circa 62 miliardi, mentre le opere in istruttoria ammontano a circa 13 miliardi.
  Conclude, quindi, riservandosi di presentare una proposta di parere anche alla luce degli elementi che emergeranno nel corso del dibattito e di integrare la relazione odierna con ulteriori considerazioni nel corso della prossima seduta.

  Ermete REALACCI, presidente, segnala al relatore l'opportunità di verificare presso il Governo che il disegno di legge collegato alla legge di stabilità, che affronta temi inerenti alle questioni ambientali, sia predisposto in modo da essere assegnato, una volta presentato in Parlamento, in via primaria, alla Commissione ambiente.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.50.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 3 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. – Interviene il sottosegretario di Stato di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Marco Flavio Cirillo.

  La seduta comincia alle 14.50.

Disposizioni per il recupero e la valorizzazione dei centri storici.
C. 344 Tino Iannuzzi, C. 345 Tino Iannuzzi e C. 602 Bocci.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Pag. 67

  Enrico BORGHI (PD), relatore, riferisce preliminarmente che le proposte di legge in titolo, sulle quali oggi la Commissione avvia la discussione, sono finalizzate a consentire l'avvio di interventi volti al recupero, alla tutela e alla riqualificazione dei centri storici, da realizzare nelle zone che spetta ai comuni e alle unioni di comuni individuare con propria deliberazione. Gli interventi hanno carattere integrato, in quanto possono prevedere il coinvolgimento sia di soggetti privati che pubblici.
  In particolare, osserva che il testo della proposta di legge n. 345 è pressoché identico al testo unificato delle proposte di legge nn. 169-582-583-1129, approvato dalla Camera dei deputati nella XVI legislatura, che a sua volta riproduceva, nella sostanza, un analogo provvedimento approvato all'unanimità dalla Camera nella XV legislatura.
  Per tale ragione, ritiene opportuno dare conto anzitutto del contenuto di tale proposta di legge, che all'articolo 1, comma 1, prevede che lo Stato favorisca, al fine di promuovere lo sviluppo e rimuovere gli squilibri economici e sociali di determinati territori ai sensi dell'articolo 119, quinto comma, della Costituzione – interventi volti al recupero, alla tutela e alla riqualificazione dei centri storici, circoscrivendo l'ambito di applicazione di tali interventi ai soli comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e alle unioni di comuni costituite esclusivamente da comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti.
  Precisa, quindi, che tali interventi hanno, altresì, l'obiettivo di attivare i finanziamenti per gli interventi nelle aree urbane eventualmente previsti dai Programmi operativi nazionali (PON) e dai Programmi operativi regionali (POR) adottati nell'ambito dei fondi strutturali europei.
  Riferisce, poi, che il comma 2 dell'articolo 1 della proposta di legge in commento pone in capo ai comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e alle unioni di comuni costituite esclusivamente dai citati comuni, la facoltà di individuare zone di particolare pregio, dal punto di vista della tutela dei beni architettonici e culturali, in cui realizzare interventi integrati pubblici e privati finalizzati alla riqualificazione urbana. Le zone di particolare pregio architettonico e culturale potranno essere individuate sia all'interno del perimetro dei centri storici, sia negli insediamenti urbani individuati sulla base di parametri qualitativi di natura storica, architettonica e urbanistica definiti dal decreto interministeriale di cui al successivo comma 6 dello stesso articolo.
  In proposito, osserva che il detto comma 6 dell'articolo 1 prevede l'emanazione, entro 3 mesi dall'entrata in vigore della legge, di un decreto interministeriale (previa intesa in sede di Conferenza unificata) volto a definire i citati parametri qualitativi di natura storica, architettonica e urbanistica sulla base dei quali individuare centri storici e insediamenti urbani in comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti, ai quali attribuire il marchio di «borghi antichi d'Italia». Lo stesso comma 6 precisa, peraltro, che l'attribuzione del citato marchio non comporta il riconoscimento dell'interesse culturale o paesaggistico dei beni o delle aree compresi negli insediamenti urbani interessati, che rimane disciplinato dalle disposizioni del decreto legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).
  Relativamente alla tipologia degli interventi integrati, osserva che questi sono definiti al comma 3 dell'articolo in commento. Si tratta, in particolare, del risanamento, della conservazione e del recupero del patrimonio edilizio, della realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, compresa la manutenzione straordinaria dei beni pubblici già esistenti, nel rispetto dei caratteri identificativi delle zone di particolare pregio individuate dai comuni e dalle unioni di comuni, nonché del miglioramento e dell'adeguamento dei servizi urbani, degli interventi finalizzati al consolidamento statico e antisismico degli edifici storici.Pag. 68
  Il successivo comma 4 prevede, quindi, che le regioni possano prevedere forme di indirizzo e coordinamento delle attività volte al recupero e alla rivitalizzazione dei centri storici, anche in relazione agli interventi integrati approvati dai comuni.
  Tornando alle disposizioni del comma 2, segnala che esso prevede altresì che i comuni e le unioni di comuni di cui al comma 1 possano promuovere interventi di valorizzazione dei «centri commerciali naturali» e di rivitalizzazione economica degli «aggregati commerciali urbani», con le modalità di cui al comma 5. Tale comma 5, dispone, poi, che gli interventi per la valorizzazione dei «centri commerciali naturali» e per la rivitalizzazione degli «aggregati commerciali urbani» consistono nel favorire, anche mediante gli interventi integrati di cui al comma 2, «la costituzione di uno o più insiemi organizzati, anche in forme societarie, di esercizi commerciali, di strutture ricettive, di attività artigianali e di servizio, che insistono all'interno dei centri storici di cui al comma 1, in cui si concentra un'offerta di prodotti, di servizi e di attività da parte di una pluralità di soggetti, con particolare riferimento o collegamento alla valorizzazione, alla distribuzione e alla commercializzazione delle produzioni tipiche locali, nonché allo svolgimento di funzioni informative per la promozione turistica e culturale del territorio».
  Inoltre, ai sensi dei commi 1 e 4 del successivo articolo 2 della proposta di legge n. 345 è istituito, al fine di contribuire alla realizzazione degli interventi integrati di cui all'articolo 1, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Fondo nazionale per il recupero, la tutela e la valorizzazione dei centri storici e dei borghi antichi d'Italia, con una dotazione di 50 milioni di euro per l'anno 2013.
  Il comma 2 dello stesso articolo prevede, invece, che con apposito decreto interministeriale, previa intesa in sede di Conferenza unificata, sia emanato annualmente un bando di gara destinato ai comuni e alle unioni di comuni che intendano realizzare gli interventi integrati, ai fini del riparto delle risorse del Fondo e con il vincolo dell'attribuzione di una parte delle medesime, ossia di una quota pari ad almeno il 25 per cento del totale complessivo, agli interventi per i «borghi antichi d'Italia». Tale decreto, come disposto dal comma 3, stabilisce procedure per il controllo degli interventi e per l'eventuale revoca dei contributi nonché le modalità di riparto per dare priorità agli interventi per i quali gli enti locali hanno messo a disposizione una quota minima di risorse come indicato nel bando di gara.
  Osserva, quindi, che il comma 5 reca la clausola di copertura finanziaria del Fondo per il 2013, mentre il comma 7 dispone circa la copertura finanziaria per le annualità successive al 2013, stabilendo che al finanziamento del Fondo si provveda ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera e), della legge n. 196 del 2009. L'articolo 3, infine, fa salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, che provvedono alle finalità della presente legge ai sensi di quanto previsto dai rispettivi statuti e dalle relative norme di attuazione.
  Quanto alle altre due proposte di legge in esame, la n. 344 e la n. 602, osserva che la prima ripropone molte delle norme contenute nella proposta di legge n. 345. Fra quelle di contenuto diverso, segnala la disposizione di cui all'articolo 1, comma 3, che prevede misure di agevolazione fiscale a favore dei privati che effettuano interventi di recupero del patrimonio edilizio nelle zone oggetto di interventi integrati (maggiorazione, fino al 31 dicembre 2015, delle detrazioni vigenti previste dall'articolo 16-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986). Segnala, altresì, le seguenti norme: i commi 4 e 5, che circoscrivono le tipologie di opere oggetto di finanziamento pubblico nonché le finalità cui devono tendere gli interventi integrati; il comma 6 che disciplina la procedura per la definizione delle opere pubbliche da realizzare a cura dell'ente e degli interventi di recupero degli edifici privati; il comma 7 che prevede un ulteriore finanziamento dello Stato (fino al 30 per Pag. 69cento del costo totale, secondo modalità e condizioni fissate con decreto del Ministro delle infrastrutture) in favore degli interventi di recupero e risanamento, purché conformi ai vigenti strumenti urbanistici locali riguardanti i centri storici; i commi 8 e 9, che prevedono rispettivamente il rilascio, da parte dei comuni, di apposita certificazione attestante la presenza dell'immobile all'interno delle aree urbane interessate dall'intervento integrato e la facoltà per le regioni, previa intesa con lo Stato, di integrare con proprie risorse il finanziamento statale nonché di prevedere ulteriori misure di incentivazione in favore dei centri storici di particolare pregio e richiamo turistico.
  Quanto alla proposta di legge n. 602, segnala le seguenti norme peculiari. Innanzitutto, l'ambito di applicazione di questa proposta di legge non viene ristretto ai soli piccoli comuni, ma riguarda (ai sensi dell'articolo 1, comma 1) tutti i comuni con popolazione fino a 200.000 abitanti, vale a dire tutti i comuni italiani ad eccezione dei 15 comuni aventi una popolazione maggiore alla soglia indicata. Tale allargamento del campo di applicazione viene compensato dall'articolo 2 che, nel dettare i criteri di riparto del «Fondo per il recupero, la tutela e la rivitalizzazione dei centri storici e dei borghi antichi d'Italia», prevede che una quota almeno pari al 50 per cento sia destinata ai comuni con popolazione pari o inferiore ai 15.000 abitanti.
  In secondo luogo, con riferimento alle finalità degli interventi integrati, l'articolo 1, comma 3, pone l'accento sul ruolo dei «centri commerciali naturali», disponendo che gli interventi citati prevedano la realizzazione di infrastrutture e di servizi adeguati alle funzioni distributive dei centri commerciali naturali e l'eventuale affidamento agli stessi, in coerenza con il principio costituzionale di sussidiarietà, della gestione dei servizi urbani quali l'illuminazione, l'arredo urbano, la pulizia delle strade, i parcheggi, l'apertura e la gestione di siti di rilevanza storica, artistica e culturale».
  Concludo, quindi, facendo presente che è sua intenzione verificare, anche sulla base delle indicazioni che verranno dal dibattito, la possibilità di arricchire il testo delle proposte di legge per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni e dei territori montani e rurali, attualmente all'esame delle Commissioni riunite V e VIII, riportando in quella sede anche il contenuto delle proposte di legge in titolo.

  Tino IANNUZZI (PD) sottolinea che la proposta di legge n. 345 riprende i contenuti di un testo approvato dalla Camera nella precedente legislatura e su cui si era delineato un ampio consenso da parte di tutti i gruppi parlamentari. Segnala che la ratio che inspira tale proposta di legge è peculiare, giacché consiste non nella erogazione di risorse «a pioggia», ma nel promuovere interventi coordinati e continuativi di soggetti pubblici e privati al fine del recupero e della valorizzazione dei centri storici. Avanza, inoltre, la richiesta che sia quanto prima definito un testo base il cui contenuto possa essere poi riportato, secondo gli intendimenti espressi dal relatore, all'interno della discussione in svolgimento, insieme alla V Commissione, sulle proposte di legge sui piccoli comuni.

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.

INTERROGAZIONI

  Giovedì 3 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Marco Flavio Cirillo.

  La seduta comincia alle 15.

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5-00581 Rigoni: Sull'istituzione del parco archeologico delle Alpi Apuane.

  Ermete REALACCI, presidente, comunica che, d'intesa fra il presentatore e il rappresentante del Governo, lo svolgimento dell'interrogazione in titolo è rinviato ad altra seduta.

5-00916 Manfredi: Sulla bonifica e messa in sicurezza di una discarica abusiva nel territorio di Roccarainola.

  Il sottosegretario Marco Flavio CIRILLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Massimiliano MANFREDI (PD), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo. Ritiene opportuno che il Governo possa sollecitare tempestivamente l'utilizzo dei poteri sostitutivi della regione Campania affinché il sito di interesse nazionale del litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano venga messo in sicurezza e si proceda successivamente alla relativa bonifica.

5-01030 Dorina Bianchi: Sull'incorporazione da parte della Società Syndial delle società Pertusola Sud e Fosfotec.

  Il sottosegretario Marco Flavio CIRILLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

  Dorina BIANCHI (PdL), replicando, si dichiara soddisfatta in merito alla piena disponibilità della Società Syndial di erogare 56 milioni di euro a titolo di danno ambientale a favore delle popolazioni crotonesi. Evidenzia tuttavia che non appare completa la risposta in relazione alla questione della caratterizzazione effettuata dalla medesima società il 2 ottobre in relazione alla discarica a mare. Fa notare che la procedura di bonifica appare particolarmente complessa anche a causa delle difficoltà di individuazione di apposite discariche cui destinare il materiale di risulta. Osserva altresì che non appaiono definiti i tempi necessari per realizzare la completa bonifica dell'area.

  Ermete REALACCI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 15.10.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 3 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territori e del mare, Marco Flavio Cirillo.

  La seduta comincia alle 15.10.

  Ermete REALACCI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-01112 Grimoldi: Iniziative urgenti per verificare il corretto impiego e la corretta detenzione di sostanze radioattive in uno stabilimento industriale nel comune di Bregnano, in provincia di Como.

  Nicola MOLTENI (LNA), illustra l'interrogazione in titolo di cui è cofirmatario.

  Il sottosegretario Marco Flavio CIRILLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 7).

  Nicola MOLTENI (LNA), replicando, prende atto della risposta del rappresentante del Governo e sottolinea che un favorevole effetto dell'interrogazione consiste nella disponibilità del prefetto che ha Pag. 71autorizzato l'insediamento dell'azienda a fornire elementi informativi utili in merito alla vicenda esposta. Ravvisa l'esigenza che l'attività dell'azienda sia sottoposta a controlli accurati affinché non sia in alcun modo pregiudicato il principio alla tutela della salute della cittadinanza.

5-01113 De Rosa: Iniziative urgenti per verificare la consistenza dei fenomeni di inquinamento provocati da alcune discariche abusive nel comune di Milano.

  Mirko BUSTO (M5S), illustra l'interrogazione in titolo di cui è cofirmatario.

  Il sottosegretario Marco Flavio CIRILLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 8).

  Mirko BUSTO (M5S), prende atto della risposta del rappresentante del Governo.

  Ermete REALACCI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 15.25.

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