CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 settembre 2013
90.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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COMITATO DEI NOVE

  Giovedì 26 settembre 2013.

Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore.
Emendamenti C. 1154-15-186-199-255-664-681-733-961-1161-1325-A.

  Il Comitato dei nove si è riunito dalle 11.45 alle 12.

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INTERROGAZIONI

  Giovedì 26 settembre 2013. — Presidenza del vicepresidente Danilo TONINELLI – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Gianpiero Bocci.

  La seduta comincia alle 14.20.

5-00198 Tino Iannuzzi: Sulla utilizzazione della graduatoria per la copertura di 184 posti nel Corpo Nazionale dei vigili del fuoco.

  Il sottosegretario Gianpiero BOCCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Tino IANNUZZI (PD) replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta fornita dal Governo. Ritiene infatti che, a fronte delle carenze di organico che permangono nel Corpo dei vigili del fuoco, la validità della graduatoria dei candidati risultati idonei al concorso del 1998 per 184 vigili del fuoco andrebbe prorogata.
  Auspica, in particolare, che questo intervento possa essere adottato nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge sulle pubbliche amministrazioni (S. 1015). Rileva, infatti, che oggi il ministero ha dato un'interpretazione che prevede la scadenza della validità della graduatoria in questione, interpretazione differente dall'opinione espressa dall'Esecutivo in sede di discussione di una serie di ordini del giorno accolti sul punto, quale – da ultimo – l'ordine del giorno accolto nella seduta del 22 dicembre 2012. In tale sede, era stato, infatti, espresso un parere favorevole all'utilizzo proprio della suddetta graduatoria.
  Fa presente che tale impostazione ha fatto maturare delle legittime aspettative da parte di molte persone, che è degna di considerazione in questa sede. Ci si trova quindi ora di fronte ad una situazione di profonda iniquità e di marcato squilibrio che crea danni a molti soggetti, che avevano maturato legittimi convincimenti, nonché alla funzionalità stessa del Corpo dei vigili del fuoco, di cui sono note le carenze di organico.

5-00164 Fiano: Sulla diffusione attraverso social network di un volantino che incita alla violenza nei confronti del sindaco di Milano Giuliano Pisapia.

  Il sottosegretario Gianpiero BOCCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Emanuele FIANO (PD), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta fornita dal Governo, anche se è consapevole che i quesiti posti riguardano soprattutto una possibile risposta giudiziaria.
  Ritiene, peraltro, che in questo modo sia stato possibile rendere note le iniziative assunte da esponenti politici che, con riferimento a due sindaci, hanno diffuso sui social network un volantino con la scritta «Non ti verrebbe voglia di prenderli a picconate ?». Rileva come sia molto importante tenere conto dell'aumento di forme di comunicazione violenta.

5-00411 Fiano: Sulle misure da assumere per impedire riunioni volte a propagandare l'ideologia fascista o neonazista.

  Il sottosegretario Gianpiero BOCCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Emanuele FIANO (PD), replicando, fa presente come sia in crescita lo svolgimento di raduni musicali che si rifanno ad ideologie neonaziste o neofasciste, come si evince in particolare dai testi delle canzoni. Si deve dunque dichiarare insoddisfatto della risposta fornita dal Governo poiché nell'interrogazione chiedeva, in particolare, se il ministro ritenesse sufficienti le attuali normative al fine di garantire che non avvengano questo tipo di riunioni.
  Rileva come si tratti di manifestazioni in cui le forze dell'ordine compiono un egregio lavoro nell'assicurare l'ordine pubblico all'esterno e nel segnalare i fatti che Pag. 31lo necessitano alle competenti autorità giudiziarie. Il punto tuttavia è chiedersi se il nostro Paese faccia bene ad ospitare – ricordando ad esempio la norma sulle persone indesiderate – soggetti la cui attività è all'esterno già nota e sanzionata.
  Occorre quindi fare di più per risolvere il problema e per evitare che in Italia entrino persone di questo genere ad esplicitare le loro folli ideologie.

5-00103 Genovese: Sulla esclusione della lista «Progetto per Salso» dalla prossima consultazione elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Salsomaggiore Terme.

  Il sottosegretario Gianpiero BOCCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Lorenzo BASSO (PD), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, rinuncia ad intervenire in sede di replica.

5-00235 Garavini: Sulla diffusione attraverso i social network di frasi e immagini inneggianti al fascismo, alla violenza e alla discriminazione razziale e sessuale.

  Il sottosegretario Gianpiero BOCCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Laura GARAVINI (PD), replicando, esprime apprezzamento per le informazioni fornite dal Governo. Prende atto che è stata presa visione dei profili Facebook segnalati nell'interrogazione – che ora sembrano non più attivi – e che è stata evidenziata la necessità di un intervento legislativo, oltre che di una maggiore sensibilizzazione culturale per affrontare il problema.
  Rileva che, a prescindere dal fatto che i profili Facebook segnalati nell'interrogazione sono stati chiusi il problema chiaramente non si esaurisce qui, essendone già stati creati di nuovi inneggianti al razzismo ed al fascismo. Ci si trova di fronte ad un fenomeno sempre più preoccupante e ricorda come in altri Paesi, con la ricerca di parole chiave analoghe, è stata riscontrata una presenza modesta di questi profili. Anche in Italia deve essere quindi modificato il testo legislativo di riferimento, i controlli ed un approccio culturale che deve vedere messi in atto provvedimenti più efficaci.
  Sulla sensibilizzazione culturale, fa riferimento ad una serie di programmi finalizzati a mobilitare le nuove generazioni, rendendole protagoniste di un'azione di monitoraggio e contrasto di questi profili Facebook. Ciò insieme a maggiore attenzione alla prevenzione e ad una legislazione più incisiva.

5-00364 Chaouki: Sulle azioni compiute nel giugno 2013 da militanti di Forza Nuova contro le sedi del Partito democratico in Calabria.

  Il sottosegretario Gianpiero BOCCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

  Khalid CHAOUKI (PD), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta fornita dal Governo e auspica che i responsabili possano essere quanto prima individuati. Fa presente che quello segnalato nell'interrogazione è solo uno dei moltissimi episodi verificatisi soprattutto verso il Ministro Kyenge.
  Rileva che da parte del movimento politico di Forza Nuova queste azioni non vengono smentite ma anzi spesso firmate: chiede quindi di intervenire di conseguenza avviando una riflessione seria e un confronto per capire fino a che punto si possono tollerare questi fatti gravi da parte di movimenti politici. Occorre inoltre più prevenzione.

5-00421 Maestri: Sulle condizioni di operatività del comando del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco di Parma.

  Il sottosegretario Gianpiero BOCCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 7).

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  Patrizia MAESTRI (PD), replicando, ringrazia per la risposta fornita. Sottolinea l'importanza dell'operato dei Vigili del fuoco sul territorio e del ruolo che essi svolgono.
  Rileva come permanga un problema aperto sui mezzi ricordando come anche di recente a Parma vi siano state delle difficoltà rilevanti legate a ciò. Auspica dunque che il problema possa essere risolto.

  La seduta termina alle 15.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 26 settembre 2013. — Presidenza del vicepresidente Danilo TONINELLI, indi del presidente Francesco Paolo SISTO.

  La seduta comincia alle 15.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.
Doc. XXII, n. 13 Fioroni.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Gianclaudio BRESSA (PD), relatore, premesso che il tema è particolarmente complesso e che la sua relazione introduttiva si limiterà ad alcune considerazioni preliminari, ricorda che Aldo Moro, nel suo ultimo discorso ai gruppi parlamentari della DC, il 28 febbraio 1978, ebbe a dire che: «qualche cosa da anni è guasto, è arrugginito nel normale meccanismo della vita politica italiana». Il guasto, pensava Moro, consisteva nella «impossibilità di riproporre lo schema classico del rapporto maggioranza-minoranza»: «immaginate – diceva Moro – cosa avverrebbe in Italia ... se questo Paese dalla passionalità intensa e dalle strutture fragili fosse messo ogni giorno alla prova di una opposizione condotta fino in fondo». Per uscire da questa situazione, Moro elabora la strategia del «confronto», con l'apertura al PCI.
  Si schiudeva in questo modo una nuova fase politica: 10 giorni dopo, nasceva il Governo Andreotti, con la non sfiducia del PCI; 15 giorni dopo, Moro veniva rapito; seguirono i 55 giorni del sequestro, che si sono trasformati in un «luogo paradossale» della memoria italiana. Il sequestro ha assunto un significato simbolico, scatenando divergenze interpretative e polemiche laceranti.
  Da allora si sono celebrati cinque processi, sono state istituite due commissioni parlamentari di inchiesta, si è accumulata una sterminata produzione di testi, studi, ricerche, libri. Ricorda, in particolare, i due principali lavori del collega senatore Gotor. Ricorda inoltre i due libri più recenti usciti su questo tema: quello di Ferdinando Imposimato, che fu giudice istruttore sul caso Moro, intitolato I 55 giorni che hanno cambiato l'Italia, e che intende fornire le prove della intenzionalità delle «clamorose inadempienze e delle scandalose omissioni da parte degli apparati dello Stato»; e quello di Sassoli e Garofani, Il potere fragile, che esamina i verbali degli otto Consigli dei ministri svoltisi in quei cinquantacinque giorni, dai quali emerge la fotografia di un Governo e di ministri che si mostrano spaventati, impreparati, sorpresi. Da questi verbali, lo Stato appare debole; il suo potere, fragile.
  Perché una Commissione di inchiesta, oggi ? Con le parole della relazione introduttiva all'atto in esame, ricorda che «Sembrano emergere rilevanti elementi di novità, che riguardano azioni e omissioni e che ruotano sul sospetto, sempre più connotato da certezza, che la morte di Moro poteva essere evitata». È tempo di definire una verità storica credibile sulla vicenda, di inquadrare quest'ultima nel tempo, nella cultura, nella società e – si può dire – nella crisi dell'epoca, evitando le scorciatoie di chiamare in causa la degenerazione del partito armato o il ruolo deviato dei servizi di sicurezza nazionali e stranieri. È giunto il momento di contestualizzare quei cinquantacinque Pag. 33giorni all'interno di un arco di tempo più lungo: dal 1969, anno delle bombe di piazza Fontana, al 1984, anno dell'attentato sul treno rapido 904.
  Soprattutto, ritiene necessario ripartire dai documenti, dalle lettere di Moro. Ricorda in particolare la lettera del 24 aprile 1978, nella quale Moro si chiedeva: «Con quale senso di giustizia, con quale pauroso arretramento sulla stessa legge del taglione, lo Stato, con la sua inerzia, con il suo cinismo, con la sua mancanza di senso storico consente che per una libertà che s'intenda negare si accetti e si dia come scontata la più grave ed irreparabile pena di morte ? .... In questo modo si reintroduce la pena di morte che un Paese civile come il nostro ha escluso sin dal Beccaria ed espunto nel dopoguerra dal codice come primo segno di autentica democratizzazione». E più oltre profetizzava: «Io ci sarò ancora come un punto irriducibile di contestazione e di alternativa». Forse è giunto il tempo di consentire di sciogliere il nodo dell'irriducibilità di contestazione e di alternativa di ciò che Moro, il suo sequestro, la sua tragica morte significano nella vita della repubblica.
  Nel rinviare, per la dettagliata descrizione del contenuto dell'atto, al dossier predisposto dagli uffici, in particolare per la disciplina del segreto funzionale cui sarebbe soggetta la Commissione, ricorda che l'articolo 1 della proposta in esame attribuisce alla Commissione il compito di accertare sia nuovi elementi che possono integrare le conoscenze acquisite dalle precedenti Commissioni parlamentari di inchiesta sulla strage di Via Fani, sul sequestro e sull'assassinio di Aldo Moro, sia eventuali responsabilità su tali fatti riconducibili ad apparati, strutture e organizzazioni comunque denominati ovvero a persone a essi appartenenti o appartenute.
  Si richiama quanto già previsto dall'articolo 82 della Costituzione in merito alla possibilità per la Commissione di procedere alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. Ai sensi dell'articolo 2, i lavori della Commissione devono essere conclusi entro diciotto mesi dal suo insediamento con la presentazione di una relazione sulle risultanze delle indagini.
  L'articolo 3 prevede che la Commissione sia composta da trenta deputati, scelti dal Presidente della Camera dei deputati in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascuna componente politica costituita in gruppo. Il presidente della Commissione è eletto a maggioranza dei presenti tra i componenti della Commissione che elegge altre sì due vicepresidenti e due segretari.
  Il comma 2 dell'articolo 3 dispone in tema di sostituzioni dei componenti per le fattispecie di dimissioni dalla Commissione o di cessazione del mandato parlamentare. In tal caso la sostituzione è effettuata dal Presidente «con gli stessi criteri e con la stessa procedura» previsti per la costituzione della Commissione.
  L'articolo 4 prevede l'applicazione degli articoli da 366 a 384-bis del codice penale per le audizioni a testimonianza che si svolgono avanti la Commissione, ferme restando le competenze dell'autorità giudiziaria. Si prevede l'inopponibilità del segreto di Stato di cui alla legge 3 agosto 2007, n. 124 per i fatti eversivi dell'ordine costituzionale, specificando che non possono essere oggetto di segreto fatti eversivi dell'ordine costituzionale di cui si è venuti a conoscenza per ragioni della propria professione, salvo per quanto riguarda il rapporto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato perché in tal caso vi è opponibilità. Il segreto d'ufficio e bancario sono assolutamente inopponibili per i fatti rientranti nei compiti della Commissione.
  L'articolo 5 prevede che la Commissione può ottenere, anche in deroga al divieto stabilito, per il pubblico ministero e la polizia giudiziaria in relazione agli atti di indagine, dall'articolo 329 del codice di procedura penale, copie degli atti e documenti relativi ad altre istruttorie o inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organi inquirenti. L'autorità giudiziaria può trasmettere copie di atti e documenti Pag. 34anche di propria iniziativa. La Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati anche in relazione ad esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. I documenti acquisiti e prodotti nel corso dell'attività dell'organo sono informatizzati a cura della stessa Commissione.
  L'articolo 6 conferisce alla Commissione la facoltà di riunirsi in seduta segreta in tutti i casi ritenuti opportuni e vincola al segreto, per tutto quanto riguarda le deposizioni, le notizie, gli atti e i documenti acquisiti al procedimento di inchiesta, i componenti la Commissione, i funzionari e il personale di qualsiasi ordine e grado addetti alla Commissione stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti d'inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ragioni d'ufficio o di servizio sono obbligati.
  La violazione del segreto è punita ai sensi dell'articolo 326 del codice penale, che punisce la rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, a meno che il fatto costituisca più grave reato. Le stesse pene previste dal citato articolo si applicano, se il fatto non costituisce più grave reato, a chiunque diffonde in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, notizie, deposizioni, atti o documenti del procedimento d'inchiesta dei quali è stata vietata la divulgazione.
  L'articolo 7 consente alla Commissione di avvalersi dell'opera di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e delle collaborazioni che ritiene necessarie.
  L'articolo 8 demanda ad un regolamento interno della stessa Commissione la disciplina della propria attività e del proprio funzionamento, stabilendo che tale atto deve essere approvato dalla Commissione stessa prima dell'inizio dei propri lavori. Il medesimo articolo quantifica le spese per il funzionamento della Commissione in 30.000 euro l'anno, ponendole a carico del bilancio interno della Camera dei deputati.
  In conclusione, osserva che qualcuno potrebbe ritenere che cinque processi e due commissioni di inchiesta siano sufficienti. A costoro si potrebbe rispondere con le parole che usò Moro in quella che fu forse la sua ultima lettera alla famiglia: «Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo». Ecco, la responsabilità di oggi è quella di fare luce su questa pagina cruciale della nostra storia repubblicana.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, esprime apprezzamento per la relazione introduttiva e per il modo in cui il relatore ha saputo chiarire a partire dal profilo anche umano di Moro e dalla sua tragica vicenda le ragioni per le quali c’è ancora bisogno, oggi, di una Commissione di inchiesta su quella vicenda.

  La seduta termina alle 15.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 26 settembre 2013.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.15.

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