CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 5 agosto 2013
69.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e XI)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Lunedì 5 agosto 2013.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 14.15.

SEDE REFERENTE

  Lunedì 5 agosto 2013. — Presidenza del vicepresidente della XI Commissione Renata POLVERINI. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Carlo Dell'Aringa.

  La seduta comincia alle 14.15.

DL 76/2013: Primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti.
C. 1458 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 2 agosto scorso.

  Renata POLVERINI, presidente, avverte che sono state presentate circa 190 proposte emendative (vedi allegato), alcune delle quali presentano profili di criticità relativamente alla loro ammissibilità. In proposito, ricorda che, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera. Tale criterio risulta più restrittivo di quello dettato, con riferimento agli ordinari progetti di legge, dall'articolo 89 del medesimo Regolamento, il quale attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che siano estranei all'oggetto del provvedimento. Ricorda, inoltre, che la lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa che, ai fini del vaglio di ammissibilità Pag. 4delle proposte emendative, la materia deve essere valutata con riferimento «ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo».
  La necessità di rispettare rigorosamente tali criteri si impone ancor più a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 22 del 2012 e di alcuni richiami del Presidente della Repubblica nel corso della precedente Legislatura.
  In particolare, nella sentenza n. 22 del 2012 la Corte Costituzionale, nel dichiarare l'illegittimità costituzionale del comma 2-quater dell'articolo 2 del decreto-legge n. 225 del 2010, in materia di proroga dei termini, introdotto nel corso dell'esame parlamentare del disegno di legge di conversione, ha sottolineato come «l'innesto nell’iter di conversione dell'ordinaria funzione legislativa possa certamente essere effettuato, per ragioni di economia procedimentale, a patto di non spezzare il legame essenziale tra decretazione d'urgenza e potere di conversione». «Se tale legame viene interrotto, la violazione dell'articolo 77, secondo comma, della Costituzione, non deriva dalla mancanza dei presupposti di necessità e urgenza per le norme eterogenee aggiunte, che, proprio per essere estranee e inserite successivamente, non possono collegarsi a tali condizioni preliminari (sentenza n. 355 del 2010), ma per l'uso improprio, da parte del Parlamento, di un potere che la Costituzione gli attribuisce, con speciali modalità di procedura, allo scopo tipico di convertire, o no, in legge un decreto-legge».
  Il principio della sostanziale omogeneità delle norme contenute nella legge di conversione di un decreto-legge è stato altresì richiamato nel messaggio del 29 marzo 2002, con il quale il Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 74 della Costituzione, ha rinviato alle Camere il disegno di legge di conversione del decreto legge 25 gennaio 2002, n. 4, ed è stato ribadito nella lettera del 22 febbraio 2011, inviata dal Capo dello Stato ai Presidenti delle Camere ed al Presidente del Consiglio dei ministri nel corso del procedimento di conversione del decreto-legge. Il 23 febbraio 2012 il Presidente della Repubblica ha altresì inviato un'ulteriore lettera ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio dei Ministri, in cui ha sottolineato «la necessità di attenersi, nel valutare l'ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge, a criteri di stretta attinenza, al fine di non esporre disposizioni a rischio di annullamento da parte della Corte Costituzionale per ragioni esclusivamente procedimentali».
  Inoltre la Giunta per il regolamento della Camera, in un parere recentemente espresso nella Legislatura in corso, ha affermato che: «a) ad eccezione dei disegni di legge che compongono la manovra economica e che rechino disposizioni incidenti su una pluralità di materie, le norme di copertura che intervengono su materie non strettamente attinenti a quelle oggetto di un decreto-legge sono da ritenersi normalmente inammissibili. In particolare, gli emendamenti contenenti norme di copertura finanziaria, anche a carattere compensativo, sono considerati ammissibili ove la clausola di copertura abbia carattere accessorio, strumentale e proporzionato rispetto alla norma principale cui si accompagna e non ecceda la sua funzione compensativa; b) ove invece la parte di copertura rappresenti il contenuto prevalente dell'emendamento, essa sarà ritenuta ammissibile solo quando risulti strettamente attinente alle materie trattate dal decreto-legge».
  In tale contesto, le Presidenze sono pertanto chiamate ad applicare rigorosamente le suddette disposizioni regolamentari e quanto previsto dalla citata circolare del Presidente della Camera dei deputati del 1997.
  Con riferimento al contenuto proprio del provvedimento in esame, occorre innanzitutto rilevare come esso, per quanto riguarda gli aspetti tributari, recati principalmente dall'articolo 11, disponga la proroga dell'incremento dell'aliquota IVA dal 21 al 22 per cento, l'innalzamento delle percentuali dell'acconto ai fini delle imposte sui redditi e delle ritenute sugli Pag. 5interessi maturati su conti correnti e depositi al cui versamento sono tenuti gli istituti di credito, l'applicazione di un'imposta di consumo sui prodotti succedanei dei prodotti da fumo (cosiddette «sigarette elettroniche»), oltre ad intervenire su alcuni aspetti di previsioni agevolative in materia di crediti d'imposta per nuove assunzioni a tempo indeterminato nel Mezzogiorno e di detrazioni e deduzioni in favore delle start-up innovative, sulla disciplina concernente la non concorrenza alla formazione del reddito imponibile ai fini delle imposte sul reddito e dell'IRAP, dei contributi, indennizzi o risarcimenti, ricevuti in relazione a danni causati dal sisma del maggio 2012, sull'estensione a tutte le Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano della possibilità di maggiorare, a decorrere dall'anno 2014, l'aliquota base dell'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche per far fronte ai pagamenti dei debiti delle regioni e degli enti del servizio sanitario nazionale, nonché sulla riduzione degli stanziamenti relativi al Fondo volto ad escludere dall'applicazione dell'IRAP le persone fisiche esercenti le attività commerciali, arti e professioni, prive di autonoma organizzazione, e alla quota di pertinenza statale dell'otto per mille IRPEF.
  Per quanto concerne invece le parti del provvedimento di competenza della Commissione Lavoro, il decreto – legge introduce incentivi diretti a favorire l'assunzione di determinate categorie di lavoratori, misure normative in materia di apprendistato professionalizzante e tirocini formativi e di orientamento, volte a fronteggiare l'attuale situazione di crisi occupazionale, finanziamenti di interventi nei territori del Mezzogiorno, per l'autoimprenditorialità e l'autoimpiego, per la promozione di progetti relativi all'infrastrutturazione sociale e alla valorizzazione di beni pubblici, misure dirette ad accelerare le procedure per la riprogrammazione dei programmi nazionali cofinanziati dai Fondi strutturali europei e per l'attuazione del programma «Garanzia per i giovani», norme in materia di differenti tipologie di contratti di lavoro, norme per la stabilizzazione degli associati in partecipazione con apporto di lavoro, disposizioni in materia di responsabilità solidale nei contratti di appalto, in materia di igiene, salute e sicurezza sul lavoro e disposizioni a favore dei disabili, oltre che diverse misure in tema occupazionale e in materia di previdenza complementare e di organizzazione degli organi previdenziali.
  Alla luce dei predetti criteri, sono dunque da considerarsi inammissibili le seguenti proposte emendative, che non recano disposizioni strettamente connesse o consequenziali a quelle contenute nel testo del decreto-legge:
   Placido 3.01 e Di Salvo 3.02, che mirano ad introdurre un nuovo speciale regime fiscale e contributivo di favore, limitato a determinate categorie di giovani imprenditori;
   Micillo 5.01, che interviene sull'efficacia dei corsi e dei diplomi dei massaggiatori e massofisioterapisti ciechi;
   Fedriga 7.13, in quanto recante norma di delega, peraltro diretta ad introdurre norme tese a regolamentare il licenziamento individuale nel pubblico impiego;
   Fedriga 7.14, in quanto recante norma di delega;
   Tripiedi 7.15, che prevede una complessiva riscrittura dell'articolo 18 della legge n. 300 del 1970, in materia di reintegrazione nel posto di lavoro, nell'ambito dei licenziamenti individuali;
   Cominardi 8.01, in quanto diretto a sopprimere Italia lavoro Spa;
   Schullian 9.12, volto a disciplinare la durata massima degli orari di lavoro degli operai agricoli a tempo determinato;
   Schullian 9.13, volto a introdurre modifiche ordinamentali in relazione ai termini delle comunicazioni obbligatorie per il collocamento;Pag. 6
   Baldassarre 9.17, il quale esenta dalle spese di registrazione dei programmi per elaboratore le start up innovative;
   Rizzetto 9.18, il quale riserva una quota del 5 per cento del patrimonio immobiliare di regioni, province, comuni ed altri enti locali, nonché delle società partecipate dai predetti enti, con particolare riguardo agli immobili della difesa, per progetti di sviluppo di start up innovative e di incubatori di impresa;
   Schullian 9.19, che prevede l'applicazione di modalità di trasmissione telematica delle informazioni riguardanti le richieste di avviamento al lavoro dei lavoratori disabili;
   Schullian 9.26, che modifica il decreto legislativo n. 81 del 2008, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, introducendo modalità di computo dei lavoratori impiegati a tempo determinato ai fini della determinazione del numero di lavoratori dal quale il decreto legislativo fa discendere particolari obblighi, nonché prevedendo norme in materia di formazione;
   Micillo 9.29, che integra l'articolo 114 del decreto legislativo n. 267 del 2000, recante il Testo unico degli enti locali, prevedendo la continuazione del rapporto di lavoro dei lavoratori degli enti che si trasformano in aziende speciali;
   Busin 9.01, volto a sospendere l'applicazione dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 286 del 1998, sulla determinazione dei flussi d'ingresso di stranieri per motivi di lavoro subordinato, anche stagionale e di lavoro autonomo, prevedendo altresì l'istituzione di una Commissione tecnica di studio sui flussi migratori;
   Rizzetto 10.2, in quanto diretto ad affidare all'INPS il compito di fornire dati trimestrali in relazione alle deroghe nell'accesso al trattamento pensionistico;
   Barbanti 11.11, che autorizza la bonifica dell'ex area Pertusola nella provincia di Crotone;
   Busin 11.3, limitatamente alla lettera c), laddove si prevede che non si procede al versamento degli importi a debito, ovvero al rimborso dei crediti di imposta, relativamente alle imposte sui redditi, all'IRAP ed all'IVA, qualora l'importo relativo non superi il limite di 30 euro;
   Schullian 11.19, limitatamente al comma 23-ter, il quale destina, per il 2013, le maggiori entrate derivanti dal comma 22 dell'articolo 11 al finanziamento di interventi in tema di sclerosi laterale amiotrofica;
   Guidesi 11-bis.1, che introduce disposizioni modificative del meccanismo sanzionatorio e premiale per le regioni previsto dal decreto legislativo n. 149 del 2011, attuativo della legge delega sul federalismo fiscale: in particolare, l'emendamento interviene sui criteri il cui possesso è condizione per l'applicazione dei parametri di «virtuosità» in materia di riduzione dei costi degli apparati amministrativi previsti dall'articolo 9 del suddetto decreto legislativo.

  Le Presidenza si riservano inoltre un ulteriore approfondimento sugli emendamenti Fedriga 1.29, 3.3, 3.18, 3.23 e 3.24, i quali fanno riferimento ad una entità territoriale non contemplata nell'ordinamento, in quanto analoghe proposte emendative sono state dichiarate in precedenza inammissibili in Assemblea.
  Avverte infine che taluni gruppi hanno presentato proposte emendative che sono state successivamente ritirate, e che non sono state pertanto inserite nel fascicolo.
  Per quanto riguarda l'organizzazione dei lavori, ricorda che la discussione in Assemblea sul provvedimento inizierà nella seduta antimeridiana di domani e che, in tale contesto, gli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissione riunite, nell'odierna riunione congiunta, hanno convenuto che l'esame in sede referente si concluderà entro la giornata di oggi.

  Filippo BUSIN (LNA) chiede alle Presidenze di rivedere il giudizio di inammissibilità Pag. 7espresso sull'emendamento Guidesi 11-bis.1, il quale risponde ad una richiesta avanzata da tutte le regioni, al fine di correggere un errore contenuto nella disciplina del Patto di stabilità.

  Sebastiano BARBANTI (M5S) domanda di rivedere il giudizio di inammissibilità sul proprio emendamento 11.11, il quale, autorizzando la bonifica ambientale dell'ex area industriale di Pertusola, appare pienamente congruente con il contenuto dell'articolo 11, comma 11-ter, il quale prevede un programma di interventi per bonifiche ambientali connesse allo smaltimento dell'amianto e dell'eternit nella valle del Belice.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA), pur dichiarando la propria contrarietà rispetto al merito dell'emendamento 11.11, ritiene che esso debba essere considerato pienamente ammissibile, trattando di una materia, quella della bonifica dell'amianto, affrontata dal provvedimento.

  Sebastiano BARBANTI (M5S) sottolinea come nell'area di Pertusola si registri una situazione di grave inquinamento ambientale legato alla presenza di amianto, che rende necessario un urgente intervento di bonifica.

  Renata POLVERINI, presidente, segnala come le Presidenze debbano confermare il giudizio di inammissibilità sull'emendamento Guidesi 11-bis.1, in quanto affronta una tematica, quella della disciplina del Patto di stabilità, che non costituisce oggetto del provvedimento in esame; le Presidenze si riservano, invece, un ulteriore approfondimento sull'emendamento Barbanti 11.11.

  Claudio COMINARDI (M5S) chiede chiarimenti in merito alla dichiarazione di inammissibilità del proprio articolo aggiuntivo 8.01.

  Renata POLVERINI, presidente, rileva come l'articolo aggiuntivo 8.01 intenda sopprimere Italia lavoro Spa, mentre il provvedimento si limiti a prevedere la collaborazione, da parte della stessa società, rispetto ad attività di carattere generale previste dal decreto-legge: ritiene pertanto di confermare il giudizio di inammissibilità formulato sull'emendamento.

  Walter RIZZETTO (M5S) chiede di poter correggere il contenuto del proprio emendamento 9.18, dichiarato inammissibile, il quale prevede di riservare una quota di immobili statali in favore di progetti di sviluppo di start up, al fine di eliminare il riferimento agli immobili della difesa.
  Con riferimento al proprio emendamento 10.2, domanda inoltre alle Presidenze di chiarire le ragioni del giudizio di inammissibilità espresso sulla proposta emendativa, la quale prevede che il Ministro del lavoro trasmetta alle Camere una relazione, sulla base dei dati trasmessi dall'INPS, in relazione alle deroghe chieste dai lavoratori nell'accesso ai trattamenti pensionistici, ricordando come tutti i gruppi abbiano sollecitato da tempo l'esigenza che l'INPS ponga a disposizione del Parlamento tali dati.

  Renata POLVERINI, presidente, rileva come l'eventuale correzione al testo dell'emendamento 9.18 non sarebbe sufficiente a superare il giudizio di inammissibilità espresso sulla proposta emendativa, la quale interviene su profili relativi alla gestione del demanio pubblico, evidentemente estranei al contenuto proprio del provvedimento.
  Con riferimento all'emendamento 10.2, sottolinea come il giudizio di inammissibilità su di esso non sia legato certamente al merito della proposta emendativa, che considera, da parte sua condivisibile che invita a trasformare in ordine del giorno, ma alla circostanza che essa non appare riconducibile alla materia oggetto del provvedimento.

  Marco BALDASSARRE (M5S) chiede chiarimenti in ordine al giudizio di inammissibilità dichiarato sul proprio emendamento Pag. 89.17, il quale interviene su un tema, quello del sostegno alle start up, affrontato dal decreto-legge.

  Renata POLVERINI, presidente, rileva come l'emendamento 9.17 sia stato giudicato inammissibile in quanto esso prevede, in favore delle start up, un'esenzione dal pagamento delle spese di registrazione dei programmi per elaboratori, laddove il provvedimento reca misure di carattere esclusivamente tributario in favore delle predette start up.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA), nell'illustrare il complesso degli emendamenti presentati dal suo gruppo, rileva, anzitutto, come essi mirino a rivedere il sistema degli incentivi, attraverso una sostanziale riduzione del cuneo fiscale, soprattutto per quanto concerne la parte degli oneri contributivi: a tale riguarda, precisa che spetterà allo Stato intervenire per coprire lo sgravio, assicurando un versamento di contributi che sia funzionale alla maturazione di trattamenti previdenziali adeguati per i lavoratori. Rileva, inoltre, che gli emendamenti presentati mirano a porre rimedio a quei gravi aspetti di ingiustizia sociale che caratterizzano il provvedimento trasmesso dal Senato, il quale introduce, esclusivamente a vantaggio del Mezzogiorno, misure per agevolare le assunzioni di giovani – peraltro sottoposte a vincoli stringenti in ordine ai requisiti, che tendono a premiare i soggetti con un'istruzione inferiore a scapito di tutti gli altri – nonché destinate ad iniziative di autoimprenditorialità o ad interventi di inclusione sociale (come la carta contro la povertà). Osserva che il suo gruppo non intende porsi contro i disoccupati del Mezzogiorno, ma semplicemente rivendicare pari diritti per i lavoratori del Centro-Nord, nei cui confronti la crisi economica incide in misura addirittura superiore. Fa notare, piuttosto, che sono Governo e maggioranza a schierarsi contro i disoccupati centrosettentrionali, avendo contribuito a predisporre un provvedimento che appare iniquo e fortemente discriminante. Rilevato che il decreto-legge in esame prevede misure inaccettabili – come quella che interviene a sostegno dei territori del Belice colpiti da un evento sismico avvenuto oltre 40 anni fa – segnala, tra l'altro, l'esigenza di rivedere i parametri anagrafici ai quali sono subordinati gli incentivi, segnalando come il limite dei 29 anni appaia irrealistico, dal momento che ormai la disoccupazione coinvolge lavoratori ultratrentenni.

  Walter RIZZETTO (M5S) evidenzia come il suo gruppo, come egli ha già inequivocabilmente spiegato nella precedente seduta – nonostante alcuni esponenti della maggioranza abbiano inteso interpretare in maniera strumentale talune sue affermazioni – non intenda alimentare conflittualità tra lavoratori del Nord e del Sud, né evocare principi di stampo razzista, che giudica estranei alla propria parte politica, ma solo richiedere un'equa ripartizione delle risorse, tenendo conto di come la crisi coinvolga tutte le aree del territorio, senza alcuna differenziazione.
  Si augura, peraltro, che le modalità con le quali ha avuto avvio l'odierna seduta delle Commissioni riunite non prefigurino l'intenzione da parte della maggioranza di soffocare il dibattito parlamentare e impedire ogni miglioramento del testo.

  Titti DI SALVO (SEL) giudica sbagliato non modificare il testo del decreto – legge, che ritiene sia caratterizzato da forti criticità, citando, ad esempio, la profonda contraddizione tra l'articolo 1 e l'articolo 7, che, da un lato, incentivano le assunzioni, e dall'altro, finiscono per precarizzare i rapporti di lavoro. Fatto notare che le risorse stanziate a favore dell'assunzione dei giovani appaiono insufficienti, nutre inoltre dubbi circa la capacità degli incentivi alle assunzioni di creare posti di lavoro concreti, laddove essi non siano inseriti nell'ambito di adeguate politiche di sviluppo.
  Per tali ragioni, auspica che possano essere presi in considerazione le proposte emendative presentate dal suo gruppo che sono appunto rivolti a migliorare il testo in esame.

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  Filippo BUSIN (LNA) rileva come all'interno del provvedimento sussistano disparità di trattamento tra le diverse aree del Paese, sottolineando come, qualora si volesse fare riferimento, in modo improprio, al concetto di razzismo, questo, semmai, dovrebbe essere richiamato nel senso opposto, rilevando come il decreto – legge non rechi una giusta distribuzione delle risorse economiche sul piano territoriale tra il Nord e il Sud del Paese, a svantaggio delle zone del Settentrione.
  Sottolinea, inoltre, la propria contrarietà circa la scelta, compiuta con il decreto – legge, di compensare il rinvio dell'aumento dell'aliquota IVA dal 21 al 22 per cento attraverso un incremento della misura dell'acconto dell'IRPEF e dell'IRES. In tale contesto, si associa alle considerazioni svolte dalla deputata Di Salvo, la quale ha giustamente ricordato, nel suo intervento, che gli incentivi non creano posti di lavoro, sottolineando come, al contrario, gli unici a creare veramente posti di lavoro siano gli imprenditori, i quali vengono invece fortemente penalizzati dal provvedimento. A tale riguardo giudica, in particolare, del tutto incomprensibile l'aumento dell'acconto IRES, rilevando come una simile misura si ponga anche in evidente contraddizione con quanto recentemente votato dal Parlamento nel corso della discussione del Documento di economia e finanza 2013, il quale prevede la riduzione del prelievo a favore delle imprese, in particolare per quanto riguarda l'IRAP.

  Luisella ALBANELLA (PD) considera irresponsabile che taluni esponenti dell'opposizione alimentino una guerra tra poveri, accusando addirittura di razzismo chi si schiera a favore del provvedimento in esame.
  Osserva inoltre come il testo trasmesso dal Senato, pur non essendo risolutivo delle problematiche del lavoro, costituisca un primo importante passo nella direzione della ripresa occupazionale, dal momento che individua le categorie di lavoratori svantaggiate, alle quali appare più urgente offrire il sostegno. Ritiene che sia quindi legittimo dare priorità agli interventi per il Mezzogiorno, considerata la forbice di oltre 13 punti percentuali che divide il Sud dal Nord per quanto riguarda il tasso di disoccupazione. Ritenuto che il Meridione sia stato abbandonato per troppo tempo, giudica opportuna, pertanto, una inversione di tendenza, che si concretizzi in provvedimenti capaci di affrontare la questione del Mezzogiorno come questione nazionale, dalla cui risoluzione ritiene possano derivare conseguenze positive per l'economia di tutto il Paese.

  Marco CAUSI (PD), relatore per la VI Commissione, anche a nome del relatore per l'XI Commissione, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate.

  Il sottosegretario Carlo DELL'ARINGA esprime parere conforme a quello dei relatori.
  Più in generale, fa notare come il provvedimento in esame preveda interventi a sostegno di aree svantaggiate – al pari di qualunque altro intervento incentivante – contemplando, soprattutto in favore di tali territori, misure di agevolazione che vengono introdotte sulla base di indicatori relativi di povertà e di disoccupazione (peraltro consolidati ormai anche a livello europeo), secondo i quali la situazione del Mezzogiorno richiederebbe un'attenzione particolare. Precisa, pertanto, che tali indicatori non fanno riferimento a dati numerici in valori assoluti, ma si basano sulla persistenza dei fenomeni, che appaiono particolarmente gravi nel Sud.
  Sottolinea inoltre come la presunta contraddizione tra l'articolo 1 e l'articolo 7 del testo, evocata da taluni deputati intervenuti, sia solo apparente, dal momento che il provvedimento, all'articolo 7, non fa altro che favorire la stipula di contratti a tempo determinato nel settore privato, così come nel pubblico impiego ne è stata prevista la proroga in prossimità della loro scadenza. Dopo aver rilevato che l'alternativa a tale scelta sarebbe stata la disoccupazione di tali lavoratori, rileva Pag. 10come l'incremento di elementi di flessibilità nell'ambito dei rapporti di lavoro sia comunque mitigata dagli incentivi previsti all'articolo 1, che mirano alla creazione di lavoro stabile. Pur ammettendo la possibilità che tali incentivi si rivelino non decisivi nel cambiare le attitudini dei datori di lavoro, ritiene, in ogni caso, che essi siano positivi, in quanto indicano una direzione di marcia corretta, sebbene non indichino con certezza la possibilità di risolvere il problema in maniera definitiva. A tale riguardo, evidenzia come tali interventi anticipino ulteriori misure strutturali – quali, ad esempio, gli interventi di riduzione del cuneo fiscale – che giudica necessario predisporre quanto prima.

  Sebastiano BARBANTI (M5S) ritiene che, al fine di evitare inutili allungamenti dei tempi, dato il contesto, il Governo debba assumersi la responsabilità di porre la questione di fiducia sul provvedimento.

  Renata POLVERINI, presidente, in considerazione dell'imminente ripresa delle votazioni in Assemblea, sospende la seduta, che riprenderà alla sospensione delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea.

  La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 17.05.

  Renata POLVERINI, presidente, comunica preliminarmente che le Presidenze, alla luce degli ulteriori approfondimenti svolti, hanno convenuto sull'opportunità di rivedere, per analogia con l'intervento normativo proposto dal comma 11-ter dell'articolo 11 del provvedimento in esame, il giudizio di ammissibilità sull'emendamento Barbanti 11.11; le Presidenze ritengono, invece, di confermare i profili di inammissibilità degli emendamenti Fedriga 1.29, 3.3, 3.18, 3.23 e 3.24, i quali, facendo riferimento a una entità territoriale non contemplata dall'ordinamento, dettano disposizioni analoghe a simili proposte emendative, riferite ad altri provvedimenti, già dichiarate inammissibili in Assemblea. Per tali ragioni, ove i presentatori non accedessero all'invito al ritiro di tali emendamenti, avverte che le Presidenze non potranno comunque porli in votazione.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) si dichiara sorpreso dalla peculiare interpretazione sull'ammissibilità dei suoi emendamenti 1.29, 3.3, 3.18, 3.23 e 3.24, considerato che, per un verso, la nozione di macroregione è già presente in atti ufficiali adottati dalla regione Lombardia, e che, per altro verso, analoghi emendamenti sono stati dichiarati ammissibili della Presidenza del Senato. Invita, pertanto, le Presidenze delle Commissioni a riflettere sull'opportunità di tale pronuncia o, quanto meno, a sottoporre la questione al Presidente della Camera, al fine di un confronto su tali argomenti con il Presidente dell'altro ramo del Parlamento.

  Renata POLVERINI, presidente, nel dichiarare che il giudizio di ammissibilità sulle proposte emendative del deputato Fedriga non può che essere confermato alla luce dei precedenti dell'Assemblea, si riserva di porre la questione alla Presidenza della Camera, ai fini di un'analisi dei criteri di ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge, che presentano significative differenze tra i due rami del Parlamento.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) illustra diffusamente il proprio emendamento 1.1, sottolineando come esso miri a rivedere il sistema degli incentivi attraverso una riduzione del cuneo fiscale, che vada a sostegno dei consumi dell'intero territorio nazionale. Giudica inaccettabile che il provvedimento intervenga a sostegno quasi esclusivamente del Sud, rilevando, peraltro, che nelle regioni del Meridione, oltre ad esservi una forte diffusione del lavoro nero (quasi inesistente al Nord), si registrano forti sprechi di risorse che non possono essere più accettate. Ritiene, dunque, che la proposta emendativa in esame sia particolarmente importante, in quanto mira a ridare competitività alle imprese italiane in un periodo di forte crisi, che le Pag. 11espone ad una significativa concorrenza con i Paesi cosiddetti «emergenti».

  Renata POLVERINI, presidente, considerati i tempi a disposizione delle Commissioni riunite per concludere l'esame in sede referente, ricorda che gli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione tenutasi oggi, hanno convenuto di prevedere che la deliberazione sul conferimento del mandato ai relatori, avvenga non oltre le 21,30 di oggi, al fine di rispettare i termini cui le Commissioni riunite sono tenute per riferire all'Assemblea: invita, pertanto, i gruppi ad adeguare la tempistica dei propri interventi alle determinazioni assunte in quella riunione.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) ritiene che l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione odierna, non abbia assunto alcuna determinazione circa l'orario di conclusione dei lavori in sede referente.

  Renata POLVERINI, presidente, ribadisce che, alla luce dell'orientamento maggioritario in tal senso, nella riunione odierna degli Uffici di presidenza si è deciso di porre in votazione il mandato ai relatori a riferire all'Assemblea entro le 21,30 di oggi.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA), nel precisare che il suo gruppo non ha mai assicurato il proprio assenso rispetto alla determinazione assunta dalla maggioranza nell'ambito dell'Ufficio di presidenza, dichiara l'intenzione di interessare la Presidenza della Camera di tale questione, che giudica particolarmente grave, preannunciando un proprio intervento al riguardo alla ripresa dei lavori in Assemblea.

  Michele PELILLO (PD) fa presente di non essere ancora intervenuto nel dibattito, poiché il tema relativo alla presunta iniqua distribuzione delle risorse tra nord e sud sembrava superato, ma ora rischia di assumere caratteri paradossali. Con particolare riferimento all'intervento del deputato Fedriga, che ha riaperto l'argomento, intende fare alcune precisazioni, chiarendo come il decreto – legge in esame non preveda affatto lo stanziamento di nuovi fondi a favore del Mezzogiorno, bensì destini ad alcune regioni svantaggiate del Meridione risorse già presenti nel bilancio dello Stato, o come co-finanziamenti europei, o come ex Fondi FAS (ora Fondi per lo sviluppo e la coesione).
  In tale contesto evidenzia come il decreto-legge rechi una mera rimodulazione di una parte di tali risorse, rilevando inoltre come si debba escludere, nel modo più assoluto, che esso operi una discriminazione tra regioni del Nord e regioni del Sud. Sottolinea inoltre come, a ben considerare, i Fondi per lo sviluppo e la coesione, che per legge devono essere destinati per l'80 in favore delle regioni del Sud, sono stati utilizzati, in passato, per fare fronte, ad esempio, alle pesanti multe comminate agli allevatori del Nord da parte dell'Unione europea per la violazione delle norme comunitarie previste in materia di quote latte.

  Il sottosegretario Carlo DELL'ARINGA fa notare che le uniche risorse aggiuntive previste dal provvedimento siano quelle stanziate proprio a favore del Nord. Ritiene pertanto che l'emendamento Fedriga 1.1, proponendo la revisione complessiva dell'impostazione dell'intero articolo, non possa essere condiviso.

  Filippo BUSIN (LNA) sottolinea il livello intollerabile raggiunto dalla pressione fiscale in Italia, evidenziando come il cuneo fiscale risulti, nel nostro Paese, maggiore di 11 punti rispetto alla media europea con riferimento ai single, mentre di più di dodici punti con riferimento alle famiglie monoreddito. Ritiene quindi fondamentale adottare interventi particolarmente incisivi per colmare la distanza.

  Francesco RIBAUDO (PD) stigmatizza la polemica suscitata da alcuni esponenti della Lega e del Movimento 5 Stelle, i quali hanno sostenuto che le regioni del Sud non meritano di ricevere risorse economiche, Pag. 12poiché in passato vi sono stati casi di cattivo utilizzo delle stesse. A tale proposito, nel sottolineare la falsità, dimostrata anche dal dibattito presso le Commissioni riunite, di tale affermazione, ricorda come negli ultimi anni ingenti finanziamenti siano stati destinati ad esclusivo vantaggio delle regioni del Nord, citando il caso dell'utilizzo dei Fondi FAS per il pagamento da parte dello Stato delle multe comminate agli allevatori del Nord per la violazione delle norme in materia di quote latte, nonché gli stanziamenti per ammortizzatori sociali, che sono andati per lo più a favore delle regioni settentrionali.
  Invita quindi i colleghi a rimanere nei termini della discussione, senza operare digressioni strumentali, sottolineando come lo stato di arretratezza delle regioni del Sud rispetto a quelle del Nord sia probabilmente dovuto al fatto che esse hanno beneficato di scarse risorse, nonché agli effetti di politiche sbagliate.

  Sebastiano BARBANTI (M5S) ritiene che l'obiettivo principale dell'attività parlamentare debba essere quello di lavorare per l'unità del Paese.
  Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, segnala come il proprio gruppo non abbia mai espresso il proprio assenso rispetto alla possibilità di concludere comunque l'esame in sede referente entro le 21,30 di oggi.

  Renata POLVERINI, presidente, ribadisce come, in seno agli Uffici di presidenza delle Commissioni riunite, sia emerso un orientamento prevalente a concludere l'esame entro le 21,30 di oggi.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fedriga 1.1.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA), intervenendo sull'ordine dei lavori, ribadisce che nessun accordo era stato assunto circa l'orario di conclusione dell'esame in sede referente del provvedimento da parte delle Commissioni riunite, precisando che il suo gruppo si è sempre espresso contro la previsione di tale orario di conclusione.

  Renata POLVERINI, presidente, ricorda che, nell'ambito degli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, le modalità di organizzazione dei lavori delle Commissioni riunite, come peraltro di norma accade, sono state oggi definite senza che vi fosse l'esigenza di porre in votazione le proposte organizzative delle Presidenze. Ritiene, pertanto, che definire un orario per la deliberazione del mandato ai relatori rappresenti un atto dovuto, al fine di consentire il rispetto dei termini previsti dal calendario dei lavori dell'Assemblea.

  Walter RIZZETTO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, stigmatizza le dichiarazioni rilasciate alla stampa da un deputato del gruppo del PD, il quale ha sostenuto che i rappresentanti del Movimento 5 Stelle avrebbero qualificato come inutili le risorse stanziate dal provvedimento in favore delle regioni del Mezzogiorno. Rigetta con forza tale affermazione, rilevando come il resoconto sommario della precedente seduta indichi con chiarezza come nessun componente del gruppo M5S abbia sostenuto tale tesi. Considera pertanto inaccettabile tale attacco nei confronti del gruppo stesso.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) chiede chiarimenti alla Presidenza rispetto alla notizia secondo la quale la Ragioneria generale dello Stato, nella relazione tecnica sul provvedimento trasmessa alla Commissione Bilancio, avrebbe evidenziato come alcune norme del provvedimento siano prive di copertura finanziaria, determinando in tal caso la necessità di modificare ulteriormente il decreto-legge e rinviarlo al Senato.

  Renata POLVERINI, presidente, si riserva di verificare la circostanza segnalata dal deputato Fedriga, rilevando, peraltro, come la Commissione Bilancio abbia fatto sapere che esprimerà il proprio parere direttamente all'Assemblea.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), con riferimento all'organizzazione dei lavori Pag. 13delle Commissioni, non ritiene che il proprio gruppo, in seno agli Uffici di presidenza delle Commissioni riunite, abbia espresso alcun assenso all'ipotesi di concludere i lavori entro le 21,30 di oggi.

  Renata POLVERINI, presidente, ribadisce come, in occasione dell'odierna riunione congiunta degli Uffici di presidenza, le Presidenze abbiano avanzato una proposta in merito all'organizzazione dei lavori, sulla quale si è registrato l'orientamento favorevole della maggioranza dei gruppi. Ricorda, peraltro, che tale organizzazione dei lavori è resa indispensabile dall'esigenza di riferire sul provvedimento all'Assemblea entro la mattina di domani.

  Giorgio AIRAUDO (SEL) illustra l'emendamento Di Salvo 1.2, osservando che esso mira ad estendere i requisiti anagrafici per l'ammissione agli incentivi, stanziando ulteriore risorse a copertura di tale intervento.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Di Salvo 1.2.

  Gessica ROSTELLATO (M5S) illustra il proprio emendamento 1.3, osservando come esso tenda, in coordinamento con il proprio emendamento 1.18, a fare rientrare nelle agevolazioni anche i lavoratori meno giovani, al fine di evitare inutili sovrapposizioni con le agevolazioni già vigenti in caso di ricorso al contratto di apprendistato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Rostellato 1.3.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) illustra il proprio emendamento 1.4.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Fedriga 1.4, 1,6, 1.5, nonché Airaudo 1.7.

  Gessica ROSTELLATO (M5S) illustra il proprio emendamento 1.8.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Rostellato 1.8, Fedriga 1.10, 1.9 e 1.12, Rostellato 1.11, nonché gli identici emendamenti Busin 1.13 e Fedriga 1.14.

  Silvia CHIMIENTI (M5S) illustra l'emendamento Brescia 1.15, di cui è cofirmataria, il quale intende eliminare l'incentivo, implicito nel provvedimento all'abbandono scolastico.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Brescia 1.15.

  Gessica ROSTELLATO (M5S) illustra il proprio emendamento 1.16, rilevando come esso miri a introdurre una data certa in relazione alla decorrenza degli interventi, rendendo inoltre permanenti le agevolazioni.

  Le Commissioni respingono gli emendamenti Rostellato 1.16 e 1.17.

  Gessica ROSTELLATO (M5S) ritira il proprio emendamento 1.18.

  Claudio COMINARDI (M5S) illustra il proprio emendamento 1.19.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Cominardi 1.19.

  Davide TRIPIEDI (M5S) lamenta le modalità di voto seguite dalle Commissioni, che non consentono di verificare l'effettivo esito delle votazioni stesse. In tale contesto chiede di verificare l'effettiva reiezione dell'emendamento Cominardi 1.19.

  Renata POLVERINI, presidente, chiede ai deputati segretari di prestare la massima attenzione all'esito delle votazioni successive.

  Davide TRIPIEDI (M5S) chiede di poter ripetere la votazione dell'emendamento Cominardi 1.19.

Pag. 14

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) si associa alla richiesta del deputato Tripiedi, che ritiene fondata.

  Davide BARUFFI (PD) ritiene che debbano essere i deputati segretari a verificare l'andamento delle votazioni.

  Gessica ROSTELLATO (M5S) si associa alla richiesta di ripetere la votazione dell'emendamento Cominardi 1.19.

  Renata POLVERINI, presidente, dispone l'annullamento della precedente votazione sull'emendamento Cominardi 1.19, avvertendo che si procederà alla ripetizione della stessa.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Cominardi 1.19.

  Claudio COMINARDI (M5S) chiede di poter conoscere, per ragioni di trasparenza, il conteggio dei voti in relazione alla votazione appena conclusasi.

  Renata POLVERINI, presidente, con riferimento alla richiesta del deputato Cominardi, ricorda che, ai sensi delle norme del Regolamento, le votazioni in sede referente sono effettuate con modalità che non prevedono la registrazione dei voti.

  Walter RIZZETTO (M5S) illustra il proprio emendamento 1.20, osservando come esso rechi disposizioni di puro buon senso, tese a prevedere agevolazioni a favore delle imprese.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Rizzetto 1.20.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) illustra il proprio emendamento 1.23, facendo notare che esso mira a eliminare l'obbligo, per l'impresa, di incrementare l'occupazione, a cui è condizionata la concessione del beneficio. Ritiene opportuno, quindi, rimuovere una norma «di bandiera» che giudica inutile, in quanto rischia di rendere inefficaci le agevolazioni recate dal provvedimento.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fedriga 1.23.

  Gessica ROSTELLATO (M5S) illustra il proprio emendamento 1.22, facendo notare come esso miri a definire in modo certo i riferimenti temporali, evitando interpretazioni che potrebbero rivelarsi inesatte.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Rostellato 1.22, Barbanti 1.24 e Cominardi 1.25.

  Gessica ROSTELLATO (M5S) illustra il proprio emendamento 1.26.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Rostellato 1.26 e 1.27.

  Walter RIZZETTO (M5S) evidenzia come i timori da lui stesso espressi prima della sospensione della seduta si stiano realizzando, in quanto è evidente l'assoluta indisponibilità di Governo e maggioranza a prestare effettiva attenzione alle proposte emendative delle opposizioni. Ritenendo, pertanto, inutile proseguire nei lavori delle Commissioni, i quali si stanno riducendo ad una vera e propria perdita di tempo, preannuncia che i deputati del suo gruppo abbandoneranno l'aula in segno di protesta.

  (I deputati del gruppo del Movimento 5 Stelle abbandonano l'aula delle Commissioni riunite).

  Massimiliano FEDRIGA (LNA), alla luce degli approfondimenti svolti per le vie brevi, segnala come la Ragioneria generale dello Stato abbia evidenziato alla Commissione Bilancio, nella relazione tecnica trasmessa sul provvedimento, la carenza di copertura finanziaria di una norma recata dall'articolo 9. Chiede quindi di sapere se tale circostanza modifichi la posizione di chiusura del Governo e della maggioranza rispetto alla possibilità di modificare il testo e di rinviarlo al Senato per un'ulteriore lettura.

Pag. 15

  Il sottosegretario Carlo DELL'ARINGA ritiene che il parere della Commissione Bilancio, che sarà espresso direttamente all'Assemblea, non pregiudichi i lavori delle Commissioni riunite. Al riguardo, peraltro, considera opportuno tenere conto di qualsiasi tipo di rilievo formulato dalla Ragioneria generale dello Stato, che tuttavia andrà valutato solo nell'ambito del parere che renderà la stessa Commissione Bilancio. In ogni caso, fa presente che l'interesse prioritario del Governo è quello di accelerare la conversione in legge del decreto-legge in esame.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fedriga 1.42, 1.28, 1.31, 1.40, 1.30, 1.32, 1.36, 1.38 e 1.39.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) ritira i propri emendamenti 1.37, 1.33, 1.34, 1.35 e 1.41.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fedriga 1.43.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) illustra il proprio emendamento 1.44.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fedriga 1.44, Prataviera 1.46 e 1.45, Fedriga 1.47, 1.48, 1.50, 1.49, nonché l'articolo aggiuntivo Fedriga 1.01 e l'emendamento Placido 2.3.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Rostellato 2.4, Ciprini 2.5 e Rostellato 2.6: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fedriga 2.7, 2.8 e 2.9.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Vacca 2.10, Chimienti 2.11, Marzana 2.12 e 2.14: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fedriga 2.13 e Busin 2.15.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Vacca 2.16: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fedriga 3.1, 3.2, 3.8, 3.9 e 3.4.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) ritira i propri emendamenti 3.5, 3.6 e 3.7.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fedriga 3.10, 3.12, 3.11, 3.13 e 3.14.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) ritira i propri emendamenti 3.16, 3.17 e 3.15.

  Titti DI SALVO (SEL) illustra l'emendamento Airaudo 3.19, segnalando l'incomprensibilità lessicale del comma di cui l'emendamento propone la soppressione.

  Il sottosegretario Carlo DELL'ARINGA ritiene che non sia necessario sopprimere il comma 1-bis dell'articolo 3, il cui significato sarà di certo specificato con successivi atti di tipo amministrativo.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Airaudo 3.19.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Baldassarre 3.20: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fedriga 3.21, 3.22, 3.26, 3.25, 3.27, 3.28, 3.29, 3.30, 3.31 e 4.1.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Ciprini 5.3: si intende vi abbiano rinunciato.

Pag. 16

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) illustra il proprio emendamento 5.7.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fedriga 5.7.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Baldassarre 5.2, nonché Ciprini 5.6 e 5.5: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fedriga 5.4.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Baldassarre 5.1: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fedriga 5.8 e 5.9.

  Titti DI SALVO (SEL) illustra l'emendamento Airaudo 7.5, osservando come l'obiettivo della proposta emendativa sia quello di impedire un abbassamento delle tutele nelle fattispecie contrattuali flessibili,

  Le Commissioni respingono l'emendamento Airaudo 7.5.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Tripiedi 7.6 e Ciprini 7.7: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fedriga 7.12.

  Manfred SCHULLIAN (Misto-Min.Ling.) ritira i propri emendamenti 7.8 e 7.9.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Rostellato 7.10, Ciprini 7.11, 7.1 e 7.3, Tripiedi 7.4, Baldassarre 7.17 e 7.16, nonché Rostellato 7.2: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Di Salvo 7-bis.1.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Rostellato 8.1 e 9.4: si intende vi abbiano rinunciato.

  Titti DI SALVO (SEL) illustra il proprio emendamento 9.2, osservando come non sia corretto escludere la pubblica amministrazione dall'applicazione di una norma sui contratti di appalto che appare ampiamente condivisibile.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Di Salvo 9.2.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Ciprini 9.5: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Di Salvo 9.3.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Baldassarre 9.6: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Di Salvo 9.7, Fedriga 9.21 e Nicchi 9.8.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Bechis 9.9: si intende vi abbiano rinunciato.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) illustra il proprio emendamento 9.22, facendo notare come esso miri ad impedire la concentrazione nel Ministro del lavoro e delle politiche sociali di un potere eccessivamente esteso in materia.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fedriga 9.22.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) illustra il proprio emendamento 9.23.

Pag. 17

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fedriga 9.23 e 9.24, Schullian 9.10, nonché Fedriga 9.25.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Bechis 9.11, Baldassarre 9.14 e Rizzetto 9.15: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fedriga 9.1, Fratoianni 9.27 e 9.28.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) illustra il proprio emendamento 10.1, rilevando come esso intenda destinare le risorse stanziate ai disoccupati delle regioni del Nord, giudicando prioritario, piuttosto che prevedere un aiuto in favore dei detenuti, sostenere i cittadini che non hanno commesso reati.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Fedriga 10.1, Guidesi 11.7 e Marcon 11.8.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Zolezzi 11.9 e 11.10: si intende vi abbiano rinunciato.

  Filippo BUSIN (LNA) illustra l'emendamento Fedriga 11.20, di cui è cofirmatario.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 11.20, giudicando umiliante per gli stessi territori della Valle del Belice interessati lo stanziamento, previsto dal provvedimento, di risorse per un evento sismico avvenuto oltre 40 anni fa. Fa notare, inoltre, come le risorse stanziate per il FAS siano in gran parte finanziate dal Nord e siano impiegate per il Meridione esclusivamente sulla base di decisione politiche sbagliate. Auspica, quindi, la soppressione di tale norma, che ritiene sia stata introdotta solo per motivi di propaganda elettorale in quei territori.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fedriga 11.20.

  Filippo BUSIN (LNA) illustra il proprio emendamento 11.4, riferendosi anche alle finalità del proprio emendamento 11.5.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Busin 11.4.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Barbanti 11.11 e 11.12: si intende vi abbiano rinunciato.

  Giovanni PAGLIA (SEL) illustra l'emendamento Boccadutri 11.13, di cui è cofirmatario, che consente ai creditori delle pubbliche amministrazioni di cedere il proprio credito, assistito dalla garanzia dello Stato ai sensi del comma 11-bis dell'articolo 11, alla Cassa depositi e prestiti, la quale istituisce a tal fine un Fondo.

  Marco CAUSI (PD), relatore per la VI Commissione, chiede ai presentatori di ritirare l'emendamento 11.13, il quale pone un tema interessante, ma che non può essere affrontato nei termini indicati dall'emendamento. Rileva, infatti, come, anche alla luce degli approfondimenti svolti in merito a partire dall'esame del decreto-legge n. 35 del 2013, non sia opportuno vincolare la Cassa depositi e prestiti ad acquisire i crediti vantati nei confronti della PA, in quanto ciò comporterebbe la sua inclusione nel perimetro della PA, ai fini del calcolo dell'indebitamento. Pertanto considera preferibile prevedere che tale cessione avvenga mediante convenzioni che il sistema bancario stipulerà volontariamente con la medesima Cassa depositi e prestiti, la quale ha, del resto già pubblicamente espresso la sua disponibilità in tal senso.

  Giovanni PAGLIA (SEL) comprende le argomentazioni svolte dal deputato Causi, ma non ritiene che l'istituzione del Fondo, prevista dall'emendamento 11.13, comporti automaticamente l'inclusione della Cassa depositi e prestiti nel perimetro Pag. 18della PA. Dichiara quindi la disponibilità del proprio gruppo ad approfondire tale tematica, qualora sussista la volontà della maggioranza a presentare un ordine del giorno che impegni in termini chiari il Governo su questo punto.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Boccadutri 11.13.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) chiede alle Presidenze di sospendere la seduta, in considerazione dell'imminente avvio delle votazioni in Assemblea.

  Renata POLVERINI, presidente, assicura che la seduta sarà sospesa non appena riprenderanno i lavori dell'Assemblea.

  Giovanni PAGLIA (SEL) illustra il proprio emendamento 11.14.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Paglia 11.14.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) illustra l'emendamento Busin 11.5, giudicando inaccettabile permettere alla Campania, con una norma ad hoc, di utilizzare le risorse stanziate per scopi di bilancio interno, in relazione all'erogazione di determinati servizi locali di trasporto ferroviario. Manifesta rammarico per il silenzio con il quale simili disposizioni discriminatorie vengano accettate dai gruppi di maggioranza.

  Marco CAUSI (PD), relatore per la VI Commissione, con riferimento alle considerazioni espresse dal deputato Fedriga, invita ad approfondire maggiormente il contenuto del provvedimento, il quale, al comma 13 dell'articolo 11, si limita a disciplinare l'utilizzo dell'anticipazione già concessa in precedenza alla regione Campania, non utilizzata, alla copertura di parte del piano di rientro del deficit relativo al trasporto pubblico locale della medesima Regione. Rileva pertanto come la disposizione non stanzi ulteriori risorse, ricordando come il predetto piano di rientro dal disavanzo nel settore del trasporto pubblico locale fosse già previsto dal 2012, ai sensi del decreto-legge n. 83 del 2012.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Busin 11.5.

  Renata POLVERINI, presidente, anche in relazione alla richiesta in precedenza formulata dal deputato Fedriga, sospende la seduta fino al termine delle votazioni in Assemblea.

  La seduta, sospesa alle 18.30, è ripresa alle 19.55.

  Le Commissione respingono l'emendamento Lavagno 11.15.

  Filippo BUSIN (LNA) illustra il proprio emendamento 11.6, il quale intende sostituire le modalità di copertura indicate dal provvedimento a fronte della proroga dell'aumento dell'aliquota IVA del 21 per cento.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Busin 11.6, rilevando come il provvedimento realizzi una sorta di presa in giro nei confronti dei contribuenti, da un lato rinviando l'aumento dell'aliquota IVA del 21 per cento e, dall'altro, incrementando la percentuale degli acconti relativi all'IRPEF ed all'IRES. Evidenzia, a tale riguardo, come le misure tributarie contenute nel provvedimento non risolvono in alcun modo i problemi strutturali dell'economia italiana, proponendo misure di carattere meramente provvisorio che non assicurano alcuna certezza alle imprese e che testimoniano della labilità dell'azione del Governo.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Busin 11.6.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Cancelleri 11.16: si intende vi abbiano rinunciato.

Pag. 19

  Le Commissioni respingono l'emendamento Busin 11.3, limitatamente alla parte ammissibile.

  Fabio LAVAGNO (SEL) illustra il proprio emendamento 11.18 e l'emendamento Pilozzi 11.17, di cui è cofirmatario, i quali intendono eliminare le disposizioni che prevedono l'introduzione di un'imposta di consumo molto rilevante sulle cosiddette «sigarette elettroniche», in assenza di una normativa generale in materia, sostituendo tale fonte di copertura con un incremento del prelievo erariale unico sui giochi, nonché mediante una revisione delle cosiddette «tax expenditures».

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Lavagno 11.18 e Pilozzi 11.17.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) illustra il proprio emendamento 11.1, che intende eliminare l'incremento di imposizione sulle cosiddette «sigarette elettroniche», rilevando come tale settore costituisca uno dei pochi comparti economici che hanno mostrato, in questi anni, una dinamica positiva, consentendo a molte persone che hanno perso la loro occupazione uno sbocco lavorativo. In tale contesto considera fortemente contraddittorio che il Governo e la maggioranza intendano colpire proprio un ambito produttivo che ha consentito di creare nuovi posti di lavoro.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fedriga 11.1.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Schullian 11.19, parzialmente ammissibile: si intende vi abbiano rinunciato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fedriga 11.2.

  Filippo BUSIN (LNA) illustra i propri emendamenti 11-bis.2 e 11-bis.3.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni gli emendamenti Busin 11-bis.2, 11-bis.3 e 12.4.

  Renata POLVERINI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Luigi Gallo 12.1: si intende vi abbiano rinunciato

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni gli emendamenti Lavagno 12.2 e Marcon 12.3.

  Renata POLVERINI, presidente, nel ricordare che era già stato acquisito, nella scorsa settimana, il parere del Comitato per la legislazione, avverte che sono nel frattempo pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni II, III, X e XIV, nonché i pareri favorevoli con osservazioni delle Commissioni I, VIII, XII e XIII e il parere favorevole con condizioni e osservazioni della VII Commissione. Comunica, infine, che la V Commissione esprimerà il parere direttamente all'Assemblea.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) constata anzitutto con rammarico come la maggioranza non abbia inteso neanche recepire i pareri espressi dalle Commissioni competenti in sede consultiva, rendendo vano il loro lavoro e confermando un atteggiamento di assoluta contrarietà a qualsiasi proposta di modifica del testo. Rilevato che su talune parti del decreto sembrerebbero esservi perplessità da parte della Ragioneria generale dello Stato, paventa il rischio che la V Commissione, chiamata domani ad esprimere il parere per l'Assemblea, ignori di rilevare tali elementi di criticità pur di non intralciare il cammino del provvedimento imposto dalla maggioranza: ciò sarebbe grave, a suo avviso, perché significherebbe introdurre nell'ordinamento norme prive di copertura, con effetti lesivi degli equilibri finanziari.
  Evidenzia quindi come il suo gruppo abbia comunque tentato di modificare un testo ampiamente migliorabile, ma si sia scontrato con la chiusura totale da parte della maggioranza e del Governo, che ritiene debbano assumersi la responsabilità di quanto sta avvenendo.Pag. 20
  Rileva comunque taluni elementi di positività in alcune parti del testo volte ad incidere sulla cosiddetta «riforma Fornero», relativa al mercato del lavoro, laddove si tenta di reintrodurre elementi di flessibilità nell'ambito delle fattispecie contrattuali atipiche, anche se si sarebbe aspettato un maggiore coraggio da parte del Governo, visti i significativi danni prodotti sull'occupazione dalla legge n. 92 del 2012. Ritiene, infatti, demagogico opporsi a qualsiasi forma di flessibilità, battendosi solo per il lavoro stabile, dal momento che l'unica alternativa al lavoro atipico in molti casi sarebbe la disoccupazione.
  Si dichiara tuttavia contrario alle altre previsioni del decreto – legge, facendo notare come esso rechi disposizioni discriminatorie che mirano a premiare, con uno stanziamento immeritato di risorse, le regioni che si sono già rese protagoniste di ingenti sprechi, citando al riguardo il caso delle assunzioni sproporzionate di personale nell'ambito delle Guardie forestali in Sicilia e Calabria. Rileva, peraltro, come i fondi FAS siano attribuiti alle regioni del Sud per una mera convenzione politica e normativa, penalizzando le regioni del Nord, che considera invece come le naturali destinatarie di quelle risorse. Ritiene che simili scelte, volte a premiare il Mezzogiorno al di là dei suoi meriti, colpiscano gli stessi cittadini onesti del Sud, che desidererebbero un Meridione efficiente, finalmente liberato da un assistenzialismo gestito da pochi gruppi di potere e fondato su giusti principi di meritocrazia.
  Giudica altresì grave che il provvedimento tenda ad escludere dai benefici i giovani in possesso di un'istruzione superiore, esprimendo altresì la propria contrarietà per quelle misure volte a sostenere il lavoro dei soggetti detenuti.
  In conclusione ritiene che la maggioranza, con il suo colpevole silenzio, debba ritenersi corresponsabile della ormai probabile approvazione di misure che contribuiranno a rendere meno sicura la vita dei giovani lavoratori.

  Giorgio AIRAUDO (SEL) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di conferire mandato ai relatori di riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame, rilevando come esso presenti alcuni rilevanti profili critici, relativi al problema della disoccupazione, non soltanto giovanile, che meritava un più incisivo intervento già in questa sede, alla precarizzazione dei contratti di lavoro, che viene addirittura rafforzata, al contratto di apprendistato, che, pur essendosi rivelato uno strumento utile per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, viene fortemente indebolito.
  Sottolinea, quindi, come approvare il decreto-legge nel testo licenziato dal Senato non consenta di creare stabile occupazione, non si aiutino le «buone» imprese, né si prevedano risorse sufficienti ad incentivare l'occupazione, preannunciando che incalzerà il Governo, affinché fornisca risposte, sui temi evidenziati nel corso dell'esame, già a partire dalla discussione in Assemblea prevista per domani.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni deliberano di conferire il mandato ai relatori, Causi e Pizzolante, a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Deliberano altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Renata POLVERINI, presidente, avverte che le Presidenze si riservano di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 20.25.

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