CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 giugno 2013
45.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 107

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 26 giugno 2013. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN.

  La seduta comincia alle 9.10.

Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di professioni dei beni culturali.
C. 362 Madia.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 18 giugno 2013.

  Giancarlo GALAN, presidente, dichiara aperta la discussione generale sulla proposta di legge in esame.

  Chiara DI BENEDETTO (M5S) sottolinea come nel provvedimento in esame sussistano delle criticità, in parte già evidenziate dalla deputata Ghizzoni nella sua relazione introduttiva. In particolare, l'articolo 1, capoverso articolo 9-bis, del provvedimento, fa riferimento – tra l'altro – agli interventi di tutela, vigilanza, ispezione, protezione e conservazione dei beni culturali realizzati da qualunque soggetto, senza che sia chiaro a chi la norma si riferisca e quale sia la qualificazione richiesta ai soggetti. Chiede, inoltre, chiarimenti in merito a quali siano attualmente Pag. 108– nel settore – le professioni già regolamentate e quali no, e se sussista una normativa concernente tali professioni al di fuori del Codice dei beni culturali e del paesaggio che si intende integrare con la presente iniziativa legislativa. Rileva, infine, come l'articolo 2, capoverso articolo 182-bis, del provvedimento, introduca una riserva di attività che contraddice la natura ricognitiva dei registri ivi indicati, come invece affermato nella relazione illustrativa del progetto di legge in esame.

  Manuela GHIZZONI (PD), relatore, si riserva di rispondere ai quesiti posti, peraltro già evidenziati nella sua relazione, al termine dell'esame preliminare del provvedimento, anche tenendo conto di quanto emergerà dalle audizioni informali. Ritiene opportuno definire, in ogni caso, eventuali miglioramenti della proposta di legge in sede di Comitato ristretto, al termine del quale verificare la sussistenza dei presupposti per il trasferimento in sede legislativa, in riferimento alla quale si dichiara favorevole.

  Giancarlo GALAN, presidente, ritiene opportuno che, prima della conclusione dell'esame preliminare, il Governo intervenga in Commissione per esprimere la propria posizione sul provvedimento in esame. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.20.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 26 giugno 2013. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN.

  La seduta comincia alle 14.10.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati.
(COM(2012)629 final).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014.
(17426/12).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013.
(Doc. LXXXVII-bis, n. 1).

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Elena CENTEMERO (PdL), relatore, ricorda, nel merito delle competenze della Commissione cultura, che la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2013 è stata trasmessa dal Governo al Parlamento il 5 giugno scorso nel medesimo testo che era già stato inviato il 18 gennaio 2013, nella XVI legislatura, e non esaminato in ragione dello scioglimento delle Camere. Nella lettera di trasmissione il Ministro per gli affari europei, Moavero Milanesi, motiva la scelta di non predisporre una nuova versione della relazione al fine di «non ritardare ulteriormente l'avvio da parte delle Camere dell'esame della stessa e la conseguente definizione degli indirizzi generali sull'azione europea dell'Italia per l'anno 2013». Ricorda, altresì, che la relazione è stata predisposta in applicazione dell'articolo 13, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, che riproduce in larga misura l'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, come sostituito dalla legge n. 96 del 2010. In base a tale disposizione, il Governo presenta ogni anno: entro il 31 dicembre, una relazione recante indicazione di obiettivi, priorità e orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo; entro il 31 gennaio, una relazione consuntiva, recante indicazione delle attività svolte dal Governo a livello europeo nell'anno precedente.
  Sottolinea che la relazione sarà esaminata congiuntamente con il Programma di lavoro della Commissione europea per il Pag. 1092013, presentato il 23 ottobre 2012, in conformità con il parere della Giunta per il regolamento della Camera del 14 luglio 2010. Sono altresì riportati gli orientamenti dell'azione europea del Governo enunciati nelle richiamate comunicazioni del Presidente del Consiglio Letta. Illustra, quindi, la relazione, la quale si articola in tre capitoli: il primo si concentra su questioni e settori considerati dal Governo di particolare rilevanza per il processo di integrazione nel suo complesso: la creazione di un nuovo sistema di governo europeo dell'economia, il negoziato sul Quadro finanziario pluriennale 2014-2020; il processo di attuazione delle modifiche istituzionali introdotte dal Trattato di Lisbona; il secondo capitolo concerne i principali sviluppi previsti nelle singole politiche dell'Unione europea e la posizione che il Governo ha assunto o intende assumere al riguardo, con particolare riferimento al completamento del mercato interno, alla dimensione esterna dell'Unione, allo spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia, alle varie politiche settoriali, ovvero agricoltura e pesca, coesione, occupazione e politiche sociali, istruzione e politiche giovanili, industria, energia, trasporti, ambiente, salute, tutela dei consumatori, cultura, turismo, fiscalità; il terzo capitolo concerne gli adempimenti dell'Italia nel quadro della partecipazione all'Unione europea, in particolare con riferimento alla prevenzione e alla risoluzione delle procedure di infrazione, alla tutela degli interessi finanziari e al contrasto delle frodi nonché alla comunicazione e all'informazione ai cittadini sulle attività dell'Unione stessa.
  Rileva che il Programma di lavoro per il 2013 della Commissione europea, trasmesso dalla stessa il 13 novembre 2012, è articolato intorno a sette linee di azione, tra cui la crescita per l'occupazione come inclusione ed eccellenza. La Commissione considera che tali linee di azione siano strategiche per garantire stabilità al contesto macroeconomico ed avviare, nel contempo, una trasformazione radicale dell'economia volta a sfruttare i numerosi punti di forza. A tale scopo, la Commissione ritiene necessario intervenire, tra l'altro, affinché sia modificato il clima imprenditoriale nel mercato unico, sfruttato il potenziale delle reti europee e della rivoluzione informatica, sviluppate nuove competenze, aiutate le persone attualmente escluse dal mercato del lavoro ad apportare il loro contributo, considerate le esigenze e le opportunità connesse all'uso efficiente delle risorse. Evidenzia, altresì, che nel capitolo I-1, «la riforma del governo dell'economia», il programma di lavoro della Commissione europea e la relazione programmatica del Governo attribuiscono rilievo prioritario al completamento del sistema di governance economica europea, con particolare riferimento alla costruzione di un'autentica Unione economica e monetaria e la definizione e l'attuazione di strategie volte a promuovere la crescita e l'occupazione. Mentre il programma della Commissione, essendo stato presentato nell'ottobre 2012, fa riferimento ad iniziative che sono state in gran parte già presentate, la relazione del Governo, oltre a sottolineare il contributo italiano alle misure già adottate, richiama le priorità che l'Italia intende perseguire nel 2013, anche ai fini dell'attuazione della tabella di marcia.
  Per quanto concerne la strategia per la crescita e l'occupazione nella relazione programmatica il Governo, ricordando di aver contribuito in misura decisiva all'adozione, in occasione del Consiglio europeo di giugno 2012, del «Patto per la crescita e l'occupazione», «Growth Compact», riafferma l'impegno a proseguire nel 2013 nella definizione delle strategie UE volte a promuovere la crescita e l'occupazione «mediante un costante e intenso raccordo con tutte le capitali europee». Evidenzia che il Presidente del Consiglio Letta, nel corso delle comunicazioni svolte alla Camera il 21 maggio scorso, già richiamate, ha sottolineato la necessità che l'Europa investa «tanta energia nel definire politiche per la crescita e la creazione di lavoro, quanta ne ha dedicata alla modulazione di un sistema di regole per mettere sotto controllo i conti pubblici e le politiche economiche dei suoi Stati membri» e che Pag. 110dia effettiva attuazione agli impegni già assunti. Osserva, inoltre, che la relazione programmatica pone l'accento sull'impegno del Governo per la conclusione del negoziato sul quadro finanziario e sul sistema di risorse proprie dell'Unione europea per il periodo 2014-2020 e richiama i punti essenziali della posizione negoziale seguita dall'Italia nei negoziati svolti in seno al Consiglio e al Consiglio europeo. Con la richiamata risoluzione del 13 marzo 2013, il Parlamento europeo aveva chiesto di incrementare in maniera sostanziale gli investimenti per il conseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020, ed in particolare per: innovazione, ricerca e sviluppo, infrastrutture e giovani, in materia di cambiamenti climatici ed energia, miglioramento dei livelli di istruzione e promozione dell'integrazione sociale. Ricorda peraltro che, nell'ambito del quadro finanziario pluriennale (QFP) 2007-2013, l'Italia è il terzo contribuente in termini assoluti al bilancio UE – dopo Germania e Francia – e il primo contribuente in termini relativi, con un saldo negativo pari, negli ultimi tre anni, in media a circa 4,2 miliardi, lo 0,31 per cento del Reddito nazionale lordo (RNL).
  Al Capitolo I-3 si tratta degli sviluppi del quadro istituzionale in attuazione del trattato di Lisbona, e la relazione programmatica indica che nel corso del 2013 potrebbero giungere a conclusione alcuni dossier relativi a modifiche direttamente o indirettamente collegate alla attuazione del Trattato di Lisbona, in merito ai quali peraltro la medesima relazione non riporta la posizione che il Governo intende assumere né sono state fornite indicazioni in altra sede da rappresentanti del Governo: l'adesione dell'UE alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). Nel Capitolo II – 1, Mercato interno e competitività, per il rilancio del mercato il programma della Commissione ricorda che l'Atto per il mercato unico II Single Market Act II – SMA II (COM(2012)573) – adottato il 3 ottobre 2012 dalla Commissione, che ha fatto seguito all'Atto per il mercato unico I (COM(2011)206), presentato il 13 aprile 2011 – individua 12 nuove azioni prioritarie concrete per rilanciare il mercato unico, agendo su quattro fronti principali: reti, mobilità, economia digitale e coesione. Sottolinea che le proposte più importanti della Commissione riguarderanno, nell'ambito di Orizzonte 2020, nel 2013 la presentazione di proposte per istituire e sviluppare una serie di importanti partenariati pubblico-privato, volti a combinare gli investimenti privati e pubblici con il bilancio UE per promuovere un approccio comune in settori strategici chiave quali i prodotti farmaceutici, la gestione del traffico aereo e le nanotecnologie, mobilitando circa 9-10 miliardi di euro di nuovi investimenti ed iniziative riguardanti le tecnologie e l'innovazione nel campo dell'energia per rendere il sistema di approvvigionamento energetico sostenibile, sicuro e competitivo.
  Sul riconoscimento delle qualifiche professionali, osserva che il Governo ribadisce l'interesse per la proposta di modifica della direttiva 2005/36/CE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, presentata dalla Commissione il 19 dicembre 2011 (COM(2011)883). Nella relazione programmatica, sono sottolineati i numerosi e problematici profili connessi alla proposta. Evidenzia, in particolare, che il coordinamento delle amministrazioni nazionali ha evidenziato: contrarietà all'inserimento della professione di notaio in questa direttiva; contrarietà alla formazione del silenzio assenso in caso di non decisione nei termini delle Amministrazioni competenti per il rilascio della tessera professionale europea; contrarietà all'eliminazione della certificazione dei due anni di esperienza professionale, in caso di trasferimento di un professionista da uno Stato membro che non regolamenta la professione ad un altro Stato membro che, invece, la regolamenta; contrarietà all'ingresso in prestazione temporanea e occasionale senza la certificazione dei due anni di esperienza professionale in caso di professionista che accompagni destinatari del servizio residenti abitualmente nel proprio Stato membro; contrarietà all'abbassamento Pag. 111della formazione medica da sei a cinque anni; introduzione della possibilità di chiedere al professionista date e luoghi in caso di prestazione temporanea e occasionale con riferimento, in particolare, alle professioni a carattere stagionale.
  Rileva che la Relazione programmatica del Governo per il 2013 dedica una intera sezione al pacchetto di riforma della normativa in materia di protezione dei dati personali europea, presentato dalla Commissione europea il 25 gennaio 2012. Nel Capitolo II-2, la dimensione esterna dell'Unione Europea, come indicato nel programma di lavoro della Commissione, nel 2013 l'Unione Europea si impegnerà a promuovere relazioni di buon vicinato e una cooperazione regionale più stretta. Enuncia le priorità della Commissione per il 2013: le «zone di libero scambio globali e approfondite», i partenariati per la mobilità, che riguardano tutte le misure – legislative od operative – atte a garantire che la circolazione delle persone tra l'UE e il paese partner. Il programma di lavoro della Commissione ribadisce che la dimensione esterna, la collaborazione con Paesi terzi e gli accordi internazionali sono fondamentali per promuovere la crescita e la competitività nel 2013 e negli anni successivi ed in particolare la Commissione ricorda che la conclusione di accordi con Giappone e Stati Uniti potrebbe aumentare il PIL dell'UE dell'1-1,5 per cento e creare quasi un milione di posti di lavoro. Osserva che nei vertici annuali e negli accordi bilaterali si ricordano i dialoghi con Cina, Giappone, Russia e Stati Uniti allo scopo di creare uno spazio comune di cooperazione nei settori dell'istruzione, della scienza, delle tecnologie, dell'innovazione e della ricerca, comprensivo anche degli aspetti culturali.
  Si sofferma, quindi, sulle politiche in materia di migrazione ed asilo: la migrazione è da qualche anno una delle priorità strategiche delle relazione esterne dell'UE. Gestita con attenzione, può diventare, infatti, un fattore positivo per la crescita tanto dell'Unione quanto dei paesi coinvolti. Per quanto concerne l'innovazione per la difesa, la relazione programmatica evidenzia le possibilità connesse con i finanziamenti previsti dal programma della Commissione europea «Orizzonte 2020», in particolare per i prodotti a duplice uso e ricorda che l'Agenzia Europea per la Difesa (EDA) sta sviluppando l'Agenda Strategica per la Ricerca, «Strategic Research Agenda» – (SRA), che individuerà le «roadmap» tecnologiche nelle diverse aree scientifiche di pertinenza della difesa, sulle quali si articoleranno i futuri progetti e verranno orientate le prossime partecipazioni nazionali. Precisa, al riguardo, che il programma Orizzonte 2020 – per il quale la Commissione europea aveva presentato il 30 novembre 2011 un pacchetto di proposte – rientra nell'ambito delle azioni previste per i programmi di ricerca e sviluppo tecnologico nel prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020. La relazione programmatica, inoltre, ricorda che a livello nazionale italiano è stato creato un Gruppo di lavoro tecnico interministeriale, posto sotto la supervisione dell'Ufficio del consigliere militare della Presidenza del Consiglio dei ministri, sulle problematiche connesse alle politiche industriali e di mercato nel settore della difesa. Tra le priorità a livello nazionale vengono indicati: incentivare lo sviluppo di alta tecnologia in specifici settori strategici, regolamentare la «cessione di tecnologia» per evitare l'erosione della capacità tecnologica delle imprese italiane. Nel Capitolo II-3, spazio di libertà, sicurezza e giustizia, la sezione «Costruire un'Europa sicura» del Programma di lavoro della Commissione definisce obiettivi e iniziative che, in sostanza, sono riferibili al processo di realizzazione del programma di Stoccolma – adottato dal Consiglio europeo del 10-11 dicembre 2009 – e il programma di lavoro della Commissione per il 2013 pone l'accento sulla costruzione di un'Europa sicura, intendendo la sicurezza come difesa dalle minacce ai cittadini e ai loro diritti, che garantisca nel contempo il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali. In particolare, vengono evocate le politiche di contrasto alla criminalità e alla corruzione, di controllo delle Pag. 112frontiere esterne, ma anche le azioni volte all'eliminazione dei residui ostacoli alla circolazione e alla protezione dei diritti fondamentali dei cittadini in tutta l'UE. Segnala, altresì, che il 25 marzo 2013 la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva COM (2013)151 sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi per motivi di ricerca, studio, scambio scolastico, tirocinio remunerato e non, attività di volontariato e alla pari, ricordando che la proposta segue la procedura legislativa ordinaria. Precisa che si tratta di una rifusione delle direttive «studenti 2004/114/CE e «ricercatori» 2005/71/CE che pertanto, in caso di approvazione, risulteranno modificate e sostituite. La Commissione mira, in particolare, ad ottimizzare alcuni aspetti delle procedure burocratiche vigenti negli Stati membri per quanto riguarda le richieste di soggiorno inoltrate dalle categorie indicate, con l'obiettivo di attrarre talenti nello studio e nella ricerca da Paesi terzi. Evidenzia che la proposta citata è stata assegnata alla Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE) del Parlamento europeo, per l'esame di merito, in vista dell'approvazione in prima lettura da parte della seduta plenaria.
  Aggiunge che nel capitolo II-5, politica di coesione, la relazione programmatica richiama l'azione negoziale svolta dal Governo in relazione alle proposte sulla politica di coesione connesse alla definizione del nuovo quadro finanziario dell'UE per il 2014-2020 (cfr. l'apposita scheda sul tema del presente dossier) nonché le misure di riprogrammazione dei fondi strutturali avviate a livello nazionale. Facendo seguito alle proposte legislative sul nuovo Quadro finanziario dell'Unione europea (QFP) 2014-2020, presentate nel giugno 2011 – che hanno prospettato una nuova architettura della politica di coesione – il 6 ottobre 2011, la Commissione ha presentato un pacchetto di proposte legislative relative alla disciplina generale dei fondi strutturali e a quella specifica dei fondi della politica di coesione per il periodo 2014-2020. Aggiunge che, nel prossimo periodo di programmazione, rientrerebbero nell'obiettivo convergenza Campania, Calabria, Sicilia e Puglia; rientrerebbero nell'obiettivo competitività, in particolare, le regioni del centro nord non incluse nel nuovo obiettivo regioni in transizione. Evidenzia che l'introduzione di un nuovo obiettivo dei fondi strutturali includerebbe le cosiddette «regioni in transizione»: per l'Italia rientrerebbero in tale categoria di regioni Abruzzo, Molise, Basilicata e Sardegna. Segnala, inoltre, la concentrazione dell'intervento dei fondi strutturali su un ristretto numero di obiettivi tematici comuni, connessi con gli obiettivi della strategia Europa 2020, e la previsione a favore del Fondo sociale europeo (FSE) – che sostiene interventi per il mercato del lavoro, l'istruzione, la formazione, l'inclusione sociale, l'adattabilità dei lavoratori, le imprese e gli imprenditori e la capacità amministrativa – di quote minime per ciascuna categoria di regioni – 25 per cento per le regioni dell'obiettivo convergenza, 40 per cento per quelle in transizione, 52 per cento per le regioni dell'obiettivo competitività. Rileva come il Governo italiano sottolinei l'obiettivo di procedere ad una redistribuzione interna dei fondi che rafforzi la concentrazione delle risorse sulle regioni in ritardo di sviluppo, in particolare tenendo conto del peso maggiore che è opportuno attribuire alla disoccupazione nel meccanismo di calcolo delle risorse per le regioni meno sviluppate. Nel Capitolo II-6, Occupazione e politiche sociali, la politica dell'Unione europea è attualmente concentrata sull'obiettivo di aumentare i tassi di occupazione e di combattere la disoccupazione, specialmente quella giovanile e delle donne, innescando la ripresa della crescita economica. Con riferimento, in particolare, all'aspetto della disoccupazione giovanile, afferma che le azioni a livello europeo sono condotte nella cornice della Strategia dell'Unione per la crescita e l'occupazione Europa 2020, che si attua essenzialmente attraverso la procedura di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri dell'Unione Europea, attraverso il cosiddetto «semestre europeo». Sottolinea che il forte impatto Pag. 113della crisi economica sull'occupazione ha, tuttavia, posto l'esigenza di definire strumenti di intervento a livello, legislativo e finanziario, volti a sostenere specificamente l'occupazione giovanile. Una prima serie di iniziative sono state avviate con la presentazione, nel dicembre 2012, di un pacchetto di proposte sulla disoccupazione giovanile, composto da una comunicazione sulla promozione dell'occupazione dei giovani (COM(2012)727); una proposta di raccomandazione sull'introduzione di una «Garanzia per i giovani» che assicuri che tutti i giovani di età fino a 25 anni ricevano – entro 4 mesi dal termine di un ciclo d'istruzione formale o dall'inizio di un periodo di disoccupazione – un'offerta di lavoro, di prosecuzione dell'istruzione scolastica, di apprendistato o di tirocinio di qualità elevata (COM(2012)729). La raccomandazione è stata adottata formalmente dal Consiglio il 22 aprile 2013 (2013/C 120/01); una comunicazione relativa all'avvio di una consultazione su un quadro di qualità per tirocini (COM(2012) 728).
  Aggiunge che il 19 giugno 2013, la Commissione, in vista del Consiglio europeo del 27 e del 28 giugno, ha presentato una comunicazione «Lavorare insieme per i giovani d'Europa – Invito ad agire contro la disoccupazione giovanile» (COM(2013)447), in cui sono elencate le azioni concretamente proposte dalla Commissione per combattere la disoccupazione giovanile. Ritiene che la priorità sia accelerare l'attuazione della Garanzia per i giovani. Ricorda, inoltre, che la Commissione propone di concentrare i 6 miliardi di EUR destinati all'Iniziativa per l'occupazione giovanile nel periodo iniziale, perché possano essere impegnati nel 2014 e nel 2015, anziché nell'arco dei sette anni del quadro finanziario pluriennale. Osserva che la Commissione svilupperà in parallelo una serie di strumenti dell'Unione europea, come l'Alleanza europea per l'apprendistato, la coalizione per l'occupazione digitale, EURES e l'iniziativa «Il tuo primo posto di lavoro EURES», fornendo inoltre sostegno alle imprese perché assumano i giovani. Sottolinea che tutte queste misure devono essere attuate in stretta collaborazione con le parti sociali e con i soggetti interessati. Rileva come un ulteriore filone seguito dalla politica europea sia quello di valorizzare il percorso di istruzione, allo scopo di facilitare la transizione dalla scuola al lavoro. In questo quadro si situano le iniziative per la valorizzazione dell'apprendistato e dei tirocini. Ricorda, ancora, che, in occasione dell'audizione del 15 maggio 2013 presso la XI Commissione Lavoro sulle linee programmatiche del suo dicastero, il Ministro del lavoro ha ribadito la centralità dell'Europa nell'affrontare i problemi della disoccupazione e del mercato del lavoro e ha elencato i punti su cui intende concentrare la sua azione: riduzione delle tasse sul lavoro, in particolare su quello stabile e sui neo-assunti; defiscalizzazione per assunzioni di giovani e persone a basso reddito; semplificazione e rafforzamento dell'apprendistato; modifiche alla legge n. 92 del 2012 di riforma del mercato del lavoro; stimolo all'imprenditoria giovanile; promozione dell'occupazione femminile; rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga e tutela dei lavoratori salvaguardati; superamento del precariato nella pubblica amministrazione; riduzione della burocrazia e fisco amico. Evidenzia che l'Italia si impegna a proseguire nella politica di modernizzazione del mercato del lavoro, al fine di aumentare i tassi di occupabilità, attraverso la programmazione e la gestione delle attività di programmazione e gestione delle politiche della formazione e del lavoro, con particolare riferimento agli interventi previsti nei Programmi nazionali cofinanziati dal Fondo sociale europeo; le azioni in materia di apprendimento permanente, anche attraverso la partecipazione al Programma d'azione comunitaria nel campo dell'apprendimento permanente – lifelong learning programme (LLP) – che riunisce tutte le azioni europee attive nei settori dell'istruzione e della formazione; il coordinamento della rete nazionale dei consulenti EURES, il portale europeo della mobilità professionale, operanti presso i servizi pubblici per l'impiego. Rileva, infine, Pag. 114che la relazione prevede l'adozione da parte dell'Italia di azioni specifiche per rilanciare il contratto di apprendistato e i tirocini formativi nonché l'adozione di interventi specifici per l'inserimento dei cosiddetti NEET, ossia di quei soggetti che non stanno ricevendo istruzione, non hanno un'occupazione e non la stanno cercando. Segnala che il 20 giugno 2013, la Camera dei deputati ha approvato a larga maggioranza la mozione n. 1/00070 nuova formulazione, firmata da tutti i gruppi parlamentari, che, in vista del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno, impegna il Governo ad intervenire per verificare la possibilità di stanziare ulteriori risorse nell'ambito del fondo sociale europeo per il finanziamento di progetti volti a contrastare la disoccupazione giovanile, verificando anche l'adeguata implementazione dei programmi per la mobilità, con particolare riferimento a EURES e al programma Erasmus for all, volto a supportare le opportunità di studio, formazione e volontariato all'estero per 4 milioni di europei dal 2014 al 2020, con un budget complessivo di 14,5 miliardi di euro – il doppio dei programmi attuali; a manifestare l'esigenza di un più stretto collegamento tra le politiche attive del lavoro e il circuito scuola-università-lavoro; a impegnarsi a promuovere l'entrata in vigore entro l'estate 2013 dell'alleanza europea per l'apprendistato.
  Rileva che, oltre alla Comunicazione della Commissione «Lavorare insieme per i giovani d'Europa» (COM(2013)447), ricordata al paragrafo 6.1), la Commissione ha presentato nel corso del 2013 della proposta di direttiva relativa alle misure volte ad agevolare l'esercizio dei diritti conferiti ai lavoratori nel quadro della libera circolazione dei lavoratori (COM(2013)236) presentata il 26 aprile 2013. Tra le iniziative che la Commissione europea intende formalizzare nel corso del 2013, segnala una proposta di raccomandazione del Consiglio su un quadro di qualità per i tirocini. Gli obiettivi dell'iniziativa dovrebbero essere: la promozione del ricorso ai contratti di tirocinio, attraverso la fissazione di alcuni standard – obiettivi chiari, tutoraggio, retribuzione, sicurezza sociale, copertura assicurativa – e l'aumento della quantità di tirocini di alta qualità, tra cui quelli transfrontalieri, con particolare riferimento a quelli dedicati ai giovani nel corso del ciclo di studi. L'azione dell'Italia si inserisce nel quadro tracciato dal «Patto per la crescita e l'occupazione», con il quale gli Stati membri dell'UE si sono impegnati a sviluppare ed attuare politiche per combattere la povertà e fornire assistenza alle categorie vulnerabili. Evidenzia che nella relazione, tra gli aspetti considerati prioritari, vi è il potenziamento dei servizi socio-educativi per l'infanzia. Gli interventi sono volti a proseguire le azioni messe in atto nel quadro del Piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia (2007-2010) e dei successivi stanziamenti annuali. Precisa che gli interventi saranno volti principalmente a favorire l'inclusione sociale dei giovani, in particolare con il sostegno del ruolo dell'animazione socio-educativa di qualità; interventi sulle problematiche relativi ai giovani che si trovano al di fuori del mondo del lavoro e dei percorsi di istruzione e formazione, i cosiddetti NEET, promozione dello sviluppo dello spirito imprenditoriale dei giovani, partecipazione alla cultura e la valorizzazione della funzione sociale dello sport e della pratica sportiva. Ricorda, infine, che con specifico riferimento alle politiche dell'Unione europea, la relazione afferma che le attività saranno indirizzate alla definizione della Comunicazione che istituisce il programma «Erasmus per tutti», per il periodo 2014-2020 (COM(2011)787). Il programma individua tre filoni di intervento: la mobilità degli individui finalizzata all'apprendimento; la cooperazione per l'innovazione e le buone prassi; il supporto al miglioramento delle politiche. Osserva, quindi, per quanto concerne le competenze della Commissione cultura, scienza e istruzione, che i documenti oggetto dell'esame odierno toccano, il settore della cultura in generale – al capitolo 12.1 della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea e ai paragrafi 315-320 Pag. 115del programma di 18 mesi del Consiglio –, con particolare riferimento all'Agenda europea per la cultura e all'Agenda digitale per l'Europa e alla politica audiovisiva descritta quest'ultima ai paragrafi 321-325 del programma di 18 mesi; quello della tutela dei diritti di proprietà intellettuale – al capitolo 1.5.1 della medesima relazione, ai paragrafi 221-224 del programma di 18 mesi, e a pagina 5 del programma di lavoro della Commissione per il 2013; quello dell'istruzione e formazione universitaria – rispettivamente ai capitoli 7.1 e 7.2 della relazione, ai paragrafi 309-314 del programma del Consiglio e a pagina 7 e 8 del programma di lavoro della Commissione; il settore della ricerca e dell'innovazione – al capitolo 10 della relazione e ai paragrafi 215-220 del programma di 18 mesi – e infine, ma non ultimo, il settore dello sport – al capitolo 7.3.3 della relazione e ai paragrafi 333-338 del programma di 18 mesi del Consiglio.
  Sottolinea quindi che al capitolo II-7, Istruzione e Formazione, la relazione programmatica indica che nel 2013 gli obiettivi prioritari dell'Italia in relazione alle politiche dell'UE per l'istruzione e la formazione sono: promuovere la mobilità internazionale degli studenti e degli insegnanti; superare gli ostacoli normativi e organizzativi della mobilità professionale europea e internazionale degli insegnanti. La relazione ricorda, inoltre, che nel corso del 2013 proseguiranno i lavori connessi alla definizione degli indicatori e benchmark nell'ambito delle indicazioni previste dal quadro strategico per la cooperazione europea nei settori dell'istruzione e formazione (ET2020); il quadro strategico per la cooperazione europea nei settori dell'istruzione e formazione (ET2020), adottato dal Consiglio nel 2009, prevede quattro obiettivi strategici: fare in modo che l'apprendimento permanente e la mobilità divengano una realtà; migliorare la qualità e l'efficacia dell'istruzione e della formazione; promuovere l'equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva; incoraggiare la creatività e l'innovazione, inclusa l'imprenditorialità, a tutti i livelli dell'istruzione e della formazione; le azioni nel quadro degli obiettivi della Strategia Europa 2020, volte a contrastare alcuni fattori di criticità, come il contrasto della dispersione scolastica, l'innalzamento delle competenze chiave, lo sviluppo professionale degli insegnanti. Ricorda che, per quanto riguarda in particolare l'istruzione, la Strategia Europa 2020 fissa come obiettivi la riduzione dei tassi di abbandono precoce dei percorsi di istruzione – della popolazione tra 18 e 24 anni – al di sotto del 10 per cento – l'obiettivo nazionale per l'Italia è pari al 15-16 per cento – e l'aumento al 40 per cento della popolazione tra 30 e 34 anni con un'istruzione universitaria, ricordando che l'obiettivo nazionale per l'Italia è pari al 26-27 per cento. Sottolinea che, secondo gli ultimi dati resi disponibili da Eurostat, l'Italia ha fatto registrare nel 2012 un tasso di abbandono scolastico del 17,6 per cento (18,2 per cento nel 2011) contro una media europea del 12,8 per cento e un tasso dei 30-34enni con un'istruzione universitaria pari al 21,7 per cento (20,3 per cento nel 2011) contro una media europea del 35,8 per cento. Secondo la relazione programmatica, il Governo intende riservare particolare attenzione alle iniziative dell'UE relative alla mobilità dei giovani, al raccordo scuola-lavoro, all'innovazione della didattica, alla diffusione generalizzata delle tecnologie delle informazione e comunicazione ICT. Ricorda, altresì, che la Commissione europea ha presentato il 20 novembre 2012 una comunicazione intitolata «Ripensare l'istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici», con la quale ha proposto una strategia volta ad incoraggiare gli Stati membri ad adottare misure per assicurare che i giovani sviluppino le abilità e le competenze necessarie al mercato del lavoro. Precisa che la Commissione indica le seguenti priorità: porre un accento sullo sviluppo delle abilità fondamentali – alfabetizzazione di base e all'alfabetizzazione numerica, matematica e scientifica – e delle abilità trasversali, con particolare riferimento a quelle collegate all'imprenditorialità ed alle tecnologie dell'informazione; promuovere investimenti per definire Pag. 116sistemi d'istruzione e formazione professionali maggiormente influenzati dalla domanda e che prevedano meccanismi di adeguamento agli attuali e futuri bisogni di abilità; indirizzare i sistemi di istruzione e formazione verso settori con potenzialità di crescita come le tecnologia dell'informazione e della comunicazione, la sanità e l'assistenza, le tecnologie a basse emissioni di CO2, i servizi personalizzati, i servizi alle imprese, l'economia marittima e i settori «verdi»; introduzione di un nuovo parametro di riferimento per l'apprendimento delle lingue straniere: entro il 2020 almeno il 50 per cento dei quindicenni dovrebbe conoscere una prima lingua straniera – rispetto al 42 per cento di oggi – e almeno il 75 per cento dovrebbe studiare una seconda lingua (rispetto al 61 per cento di oggi); migliorare il riconoscimento delle qualifiche e delle abilità, comprese quelle ottenute al di fuori del sistema formale d'istruzione e formazione; sfruttare appieno le tecnologie, in particolare internet, nel settore dell'istruzione, con un ammodernamento delle infrastrutture di tecnologia dell'informazione a disposizione delle scuole ed un maggior ricorso alle cosiddette «risorse educative aperte»; le riforme devono essere supportate da insegnanti adeguatamente formati, motivati e dotati di maggiore apertura al mondo imprenditoriale. La Commissione europea ha istituito un gruppo di alto livello per la modernizzazione dell'istruzione superiore; promuovere un dibattito sia a livello nazionale sia europeo sul finanziamento dell'istruzione. La Commissione ritiene necessario, inoltre, approfondire il dibattito sul tema della partecipazione diretta degli studenti o di altri soggetti al costo del percorso di studi; attivare finanziamenti sia pubblici che privati, attraverso partenariati tra istituzioni pubbliche e private.
  Precisa, inoltre, che il 23 novembre 2011 la Commissione europea – nell'ambito delle proposte per il prossimo periodo di programmazione finanziaria dell'Unione Europea 2014-2020 – ha presentato la proposta di regolamento relativa al programma «Erasmus per tutti» che riunisce in un unico strumento i programmi e gli strumenti operanti nei settori dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport. La Commissione europea ha proposto uno stanziamento di 19 miliardi di euro periodo 2014-2020, ricordando che tale stanziamento dovrà essere confermato nell'ambito dei negoziati ancora in corso tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione sul quadro finanziario pluriennale 2014 – 2020 (QFP). Il nuovo programma «Erasmus per tutti» si concentrerà su tre obiettivi: sostegno alla mobilità per l'apprendimento; cooperazione tra gli istituti di istruzione e mondo del lavoro; sostegno alle riforme di settore negli Stati membri. Il Consiglio dell'Unione Europea del 10 e 11 maggio 2012 ha adottato un orientamento generale parziale sulla proposta, raggiungendo cioè un accordo preliminare sull'intero testo, ad esclusione delle disposizioni aventi implicazioni di bilancio in attesa dei risultati dei negoziati sul prossimo QFP. Aggiunge che il Capitolo I – 1.5.1 riguarda l'Agenda Digitale. Nel programma di lavoro per il 2013 la Commissione afferma di voler proseguire l'opera di modernizzazione dell'approccio ai diritti di proprietà intellettuale (DPI) per renderlo adeguato al consumo digitale. Nella prospettiva della costruzione di un mercato unico digitale entro il 2015 e nel quadro più ampio della strategia per i DPI, in sede europea sono previsti alcuni interventi strategici fondamentali per il settore del diritto d'autore, nel breve e nel lungo termine, volti a elaborare una disciplina armonizzata.
  Passa, quindi, ad esaminare il profilo della gestione collettiva dei diritti d'autore e dei diritti connessi: uno degli interventi di grande interesse per il Governo è contenuto nella proposta di direttiva sulla gestione collettiva dei diritti d'autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l'uso in rete nel mercato interno (COM(2012)372), presentata l'11 luglio 2012, che intende superare il carattere territoriale e individuale delle licenze. Ricorda che la proposta verrà esaminata Pag. 117in sessione plenaria dall'Assemblea del PE il 19 novembre 2013. Per quanto riguarda, poi, la creazione di un «Codice europeo del diritto d'autore», da tempo allo studio delle istituzioni europee, il Governo ha sempre sostenuto l'esigenza di un efficace approccio legislativo di armonizzazione ed auspica, in particolare, una verifica dell'adeguatezza del regime delle eccezioni e limitazioni di cui alla direttiva 2001/29/CE relativa al diritto d'autore. In merito alla revisione della direttiva 2004/48/CE sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, osserva che il Governo segnala anche il dossier relativo alla proposta di revisione della direttiva 2004/48/CE sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, finalizzata a potenziare le misure volte a prevenire e contrastare la pirateria e la contraffazione, facilitare l'accesso e abbreviare tempi e costi delle controversie in sede giudiziaria, promuovere azioni di comunicazione e sensibilizzazione, al fine di diffondere conoscenza dei diritti di proprietà intellettuale, sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalla rete, limitando al massimo i rischi di distribuzione illegale. Nel programma per il 2013 la Commissione preannuncia una proposta volta alla modernizzazione dell'approccio ai diritti di proprietà intellettuale per renderlo efficace e favorevole ai consumatori nel mondo digitale. Rileva che al punto 1.5.2 nella sua relazione programmatica il Governo sottolinea l'attenzione da sempre riservata al nuovo sistema di brevettazione europeo e ricorda come l'adozione di una legislazione sulla protezione unitaria del brevetto nell'Unione europea fosse già indicata, nel rapporto Monti del 2010 e nel conseguente Atto per il mercato unico I del 2011, tra le misure prioritarie da intraprendere al fine di migliorare la competitività delle imprese europee ed incentivare la loro propensione verso la ricerca e l'innovazione tecnologica. Ricorda che l'Italia insieme alla Spagna non ha aderito al primo pilastro che è stato pertanto costituito mediante il ricorso alla cooperazione rafforzata tra gli altri 25 Stati membri dell'Unione Europea. Osserva, al riguardo, che l'Italia e la Spagna hanno posto il veto all'adozione della proposta di regolamento originaria della Commissione, la cui adozione avrebbe richiesto il voto all'unanimità in seno al Consiglio, ritenendo lesiva del principio di parità linguistica l'utilizzo per la registrazione del brevetto unico europeo esclusivamente inglese, francese o tedesco. Il Governo italiano aveva chiesto che il brevetto unico potesse essere registrato anche in italiano o, in alternativa, di prevedere l'utilizzo della sola lingua inglese. In seguito all'avvio della cooperazione rafforzata il 10 giugno 2011, il Governo italiano ha presentato un ricorso alla Corte di giustizia dell'UE per chiedere l'annullamento della decisione che autorizzava la cooperazione rafforzata, ricordando che analogo ricorso è stato presentato dalla Spagna. Avendo la Corte di giustizia respinto i ricorsi di Italia e Spagna con sentenza del 16 aprile 2013, il Governo ha prospettato l'opportunità dell'adesione al sistema di brevettazione unitario, opportunità ribadita dal Ministro per gli Affari europei, Moavero Milanesi, nel corso dell'audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero alla XIV Commissione Politiche dell'Unione europea, svoltasi il 28 maggio 2013.
  Evidenzia, in particolare, che il ministro Moavero, il 19 giugno 2013, durante l'audizione presso la XIV Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato, ha prospettato la possibilità di pronunciarsi nuovamente – in sede di esame in Aula delle risoluzioni connesse alle suddette relazioni governative, programmatica e consuntiva – sul punto di aderire al procedimento di cooperazione rafforzata in materia di brevetto europeo. Per quanto concerne il mercato unico digitale, l'Agenda digitale europea (AGE) è una delle sette cosiddette iniziative faro della strategia Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva – lanciata a marzo 2010 dalla Commissione europea, con l'intento di uscire dalla crisi e di preparare l'economia dell'UE alle sfide del prossimo decennio. L'iniziativa Agenda digitale (COM (2010) 245) mira a stabilire il ruolo chiave delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione Pag. 118(TIC) per raggiungere gli obiettivi che l'Europa si è prefissata per il 2020 e prevede sette grandi linee d'azione, per ognuna delle quali sono indicate misure specifiche, per un totale di 101, di cui 78 a carico della Commissione e 23 a carico degli Stati membri. Aggiunge che l'importanza del mercato unico digitale è naturalmente segnalata anche nel programma di lavoro della Commissione che lo ritiene una condizione indispensabile per promuovere la competitività, l'occupazione e la crescita. Per favorire la realizzazione del mercato unico digitale – come preannunciato nel programma legislativo – la Commissione ha presentato una proposta di regolamento (COM(2013)147), che ha lo scopo di ridurre sensibilmente i costi e accrescere l'efficienza dell'installazione delle reti a banda larga ad alta velocità in tutta l'UE. Essendo riconosciuto che, indipendentemente dalle tecnologie utilizzate, la parte preponderante dei costi complessivi dell'installazione delle reti è imputabile alle opere di ingegneria civile – che rappresenta ben l'80 per cento dei costi per determinate tecnologie – la Commissione propone un uso più intenso delle infrastrutture fisiche esistenti, una cooperazione rafforzata nella realizzazione di opere civili programmate, procedure semplificate per il rilascio delle autorizzazioni e la rimozione degli ostacoli a un'infrastruttura interna agli edifici predisposta per l'alta velocità. In tal modo sarebbe possibile ridurre le barriere agli investimenti e all'accesso al mercato, in linea con gli obiettivi dell'internet ad alta velocità iscritti nell'Agenda digitale. Ricorda, in proposito, che la proposta è tuttora in attesa di esame da parte del Consiglio e del Parlamento europeo. Sono ancora da presentare le altre due iniziative prioritarie indicate nel programma della Commissione: il seguito del Libro verde: Verso un mercato europeo integrato dei pagamenti tramite carte, internet e telefono mobile, presentato nel gennaio 2012 e oggetto di consultazione pubblica, e il Piano d'azione sulle comunicazioni senza fili per collegare l'Europa. La presentazione di tali proposte è prevista per luglio 2013. Si sofferma ancora sul tema del mercato unico digitale e dell'attuazione dell'Agenda digitale europea, per sottolineare che la relazione del Governo preannuncia la presentazione da parte della Commissione di una strategia globale per la sicurezza delle reti, che non figura tra le priorità contenute nel programma della Commissione. Per quanto riguarda gli aiuti di Stato alle imprese e gli aiuti a banda larga, evidenzia che il Governo sostiene la possibilità da parte degli Stati membri di sovvenzionare l'implementazione di infrastrutture abilitanti le reti di comunicazione elettronica al fine di accelerare la diffusione dei servizi a banda larga e ultralarga e, in quest'ottica, ritiene sia più efficiente mantenere la proprietà pubblica dell'infrastruttura, offrendone l'accesso a condizioni eque e non discriminatorie a tutti gli operatori che ne fanno richiesta.
  Osserva, quindi, con riferimento al settore della cultura, che il programma di lavoro della Commissione europea non definisce espressamente le linee dell'azione europea nel settore della cultura nel corso del 2013, pur preannunciando, negli allegati, la presentazione di proposte legislative ed altre iniziative in materia. La relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea enuncia invece le priorità e gli obiettivi che il Governo intende perseguire nel settore della cultura nel corso del 2013. In particolare, l'azione del Governo si fonderà sul proseguimento degli obiettivi previsti dall'Agenda europea per la cultura, presentata dalla Commissione europea nel maggio 2007: diversità culturale e dialogo interculturale; creatività nel quadro della strategia per la crescita e l'occupazione; cultura quale elemento essenziale delle relazioni internazionali. Aggiunge che il Governo considera la cultura una politica trasversale nell'ambito delle politiche per l'attuazione della strategia Europa 2020 e, a tal fine, nell'ambito della futura programmazione finanziaria dell'UE per il periodo 2014-2020, in corso di definizione nelle sedi europee, intende perseguire i seguenti obiettivi strategici: costruire nuove centralità culturali, organizzando e Pag. 119rafforzando il sistema delle infrastrutture culturali nel loro ruolo di servizi collettivi, integrandolo con gli obiettivi di incremento della competitività territoriale e della coesione sociale; definire una strategia nazionale di specializzazione intelligente fondata sulla dimensione culturale e creativa, rafforzando i rapporti tra il sistema della ricerca nel settore culturale e il sistema produttivo; rafforzare il sistema di gestione nel settore dei beni e delle attività culturali, in particolare rafforzando i processi di innovazione interni all'Amministrazione e la cooperazione tra i diversi livelli istituzionali e con i soggetti pubblici e privati. Alla luce di questi obiettivi, la relazione programmatica indica le iniziative, presentate o in corso di presentazione a livello europeo, che considera di particolare rilevanza: la revisione della direttiva 93/7/CEE in materia di restituzione di beni culturali usciti illecitamente da uno Stato membro, questione particolarmente sensibile per l'Italia. Il Governo ritiene auspicabili modifiche finalizzate a rendere maggiormente efficaci le previsioni della direttiva, ad esempio in materia di prova; a favorire il potenziamento della cooperazione amministrativa tra gli Stati; a facilitare il recupero delle opere esportate illecitamente, intervenendo su una maggiore rintracciabilità delle opere e sui termini di proposizione dell'azione di restituzione. Ricorda che la Commissione europea ha presentato la proposta di revisione della direttiva 93/7/CEE il 30 maggio 2013. Illustra la proposta che prevede, in particolare: un ampliamento dell'ambito della definizione di «beni culturali»; un allungamento dei termini entro i quali gli Stati membri che hanno subito la perdita di un bene possono proporre un'azione di restituzione; il ricorso al sistema di informazione del mercato interno per facilitare la cooperazione amministrativa e lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali; l'onere della prova della dovuta diligenza e attenzione a carico del possessore, qualora un tribunale nazionale ordini la restituzione di un bene e il possessore che chieda un indennizzo per tale restituzione.
  Riguardo al negoziato sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Programma «Europa creativa» per il periodo 2014-2020, ricorda che avrà come obiettivi generali la protezione e la promozione della diversità culturale e linguistica e il rafforzamento della competitività dei settori culturali e creativi. La proposta relativa al programma «Europa creativa» si colloca nell'ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020, in corso di definizione a livello europeo. La Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento, che riunisce le azioni attualmente condotte sotto il programma cultura e il programma media, nel novembre del 2011, prevedendo un finanziamento pari a 1801 milioni di euro per il periodo 2014 – 2020. Il Consiglio dell'UE, in attesa dell'accordo sulla dotazione finanziaria complessiva del quadro finanziario pluriennale, ha raggiunto un accordo parziale sul programma nella riunione del 26 novembre 2012. In merito alla preparazione della procedura per valutare le candidature per le distinte iniziative europee «Capitale europea della cultura» per l'anno 2019 e «Marchio del patrimonio europeo», osserva che, ai sensi della decisione 1622/2006/CE del 2006, relativa alla manifestazione «Capitale europea della cultura», nel 2019 spetta all'Italia ed alla Bulgaria presentare e designare una città quale capitale europea della cultura. In base alla decisione 1194/2011/UE del 2011, ogni Stato membro può presentare ogni due anni – sulla base di una preselezione nazionale – la candidatura fino ad un massimo di due siti, quali monumenti, siti naturali subacquei archeologici, industria o urbani, paesaggi culturali e luoghi della memoria, designabili come marchi del patrimonio europeo. Spetta, poi, ad un panel europeo di esperti indipendenti scegliere un sito per ogni Stato membro. Con riferimento al settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico, segnala che la ricerca e l'innovazione sono tra le priorità dell'agenda dell'Unione europea per la crescita e l'occupazione. È per tale ragione che l'innovazione figura – con l'Unione dell'innovazione – tra le Pag. 120iniziative di punta della strategia Europa 2020, sulla base della quale i Paesi membri dovranno investire, entro il 2020, il 3 per cento del PIL in ricerca e sviluppo – 1 per cento di finanziamenti pubblici, 2 per cento di investimenti privati –, con l'obiettivo di creare 3,7 milioni di posti di lavoro e di realizzare un aumento annuo del PIL di circa 800 miliardi di euro. Nella comunicazione «Stato dell'Unione dell'Innovazione 2012 – Accelerare il cambiamento (COM(2013)149), presentata il 21 marzo del 2013, la Commissione rileva come gli investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo siano aumentati fino al 2011. A partire dal 2011, con l'aggravarsi della crisi economica, la Commissione rileva come la spesa pubblica destinata alla ricerca e allo sviluppo abbia subito un calo. Segnala che, nella classifica realizzata dalla Commissione sulla base delle iniziative assunte dagli Stati membri in materia di innovazione, l'Italia figura tra gli innovatori moderati. L'Unione europea sta lavorando alla realizzazione, entro il 2014, di un unico Spazio europeo della ricerca, nel quale i ricercatori potranno lavorare in qualsiasi paese dell'Unione e beneficiare di un'accresciuta cooperazione internazionale.
  Secondo quanto riportato dal programma di lavoro della Commissione, precisa che l'Europa è tuttora in ritardo sul fronte dell'innovazione, a causa di fattori che ostacolano la creazione di nuovi mercati e gli investimenti in tecnologie. Nell'ambito delle azioni previste nel prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020, la Commissione europea ha presentato il 30 novembre 2011 un pacchetto di proposte relative all'istituzione di un nuovo strumento di finanziamento per la ricerca e l'innovazione nell'Unione, programma Orizzonte 2020 – Horizon 2020. Evidenzia che il nuovo strumento è destinato a riunire in un unico programma i finanziamenti erogati dall'UE – nell'attuale periodo di programmazione finanziaria 2007-2013 – a sostegno dell'intera catena dell'innovazione nell'ambito del settimo quadro del Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico (7PQ), del Programma per la Competitività e l'Innovazione (CIP) e dei finanziamenti per l'Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT). Il totale dei finanziamenti previsti dalla Commissione europea è pari a 80 miliardi di euro per il periodo dal 2014 al 2020, 26 miliardi in più rispetto al periodo di programmazione finanziaria 2007-2013. La proposta della Commissione individua tre priorità o settori di intervento: eccellenza scientifica: l'obiettivo è quello di rafforzare e consolidare lo spazio europeo della ricerca al fine di consentire al sistema di ricerca e innovazione dell'UE di essere più competitivo su scala mondiale; leadership industriale: si intende accelerare lo sviluppo delle tecnologie e delle innovazioni a sostegno delle imprese, in particolare le piccole e medie imprese, rafforzando l'innovazione attraverso investimenti strategici nelle tecnologie chiave sia nei settori maturi sia in quelli emergenti; sfide per la società: attraverso la promozione di una serie di azioni di natura trasversale, quali salute, cambiamento demografico, sicurezza alimentare, trasporti intelligenti, clima e risorse energetiche alternative, inclusione sociale. Rileva, quindi, che ciascuna delle suddette priorità è articolata in una serie di obiettivi specifici. La relazione sottolinea l'impegno del Governo nella definizione di un quadro strategico pluriennale a sostegno di ricerca e innovazione, in linea con gli indirizzi europei, assumendo le iniziative necessarie per rendere il programma nazionale sulla ricerca e sull'innovazione coerente con quello europeo, Horizon 2020.
  Con riferimento al settore dello sport, infine, la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea promuove la valorizzazione della funzione sociale dello sport e della pratica sportiva. La relazione programmatica afferma che si intende proseguire nel 2013 lungo le medesime direttrici e con le medesime metodologie del 2012. L'impegno sarà volto a sviluppare la maggiore diffusione possibile, sull'intero territorio nazionale, del fenomeno sportivo che sempre più sarà articolato nell'offerta in modo da potere rispondere alle esigenze dei Pag. 121diversi segmenti sociali e ad esaltarne i valori pedagogici e culturali. Fermo il riconoscimento dello sport professionistico, ritiene, infatti, essenziale valorizzare la funzione sociale che compete allo sport e alla pratica sportiva, nonché la dimensione volontaristica e associativa di un fenomeno che contribuisce in maniera determinante a una corretta educazione dei giovani, a un invecchiamento attivo della popolazione, a una generale protezione della salute e, per queste vie, può rappresentare il risparmio di una quota importante di spesa pubblica in ambito sanitario. Osserva, pertanto, che i temi che – secondo la relazione programmatica – devono ritenersi prioritari, nel quadro dell'agenda del prossimo anno, riguardano l'integrità dello sport, in particolare, la lotta al doping professionale ed amatoriale e alle frodi sportive e la promozione della buona governance); i valori sociali dello sport, in particolare, salute, inclusione sociale, istruzione e volontariato, e il sostegno alla cosiddetta dual career degli atleti; l'impatto economico dello sport, in particolare, il finanziamento sostenibile degli sport di base.
  Si riserva quindi di presentare una proposta di parere sugli atti in esame, tenendo conto delle osservazioni che emergeranno nel corso della discussione.

  Giancarlo GALAN, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.

AUDIZIONI

  Mercoledì 26 giugno 2013. — Presidenza del vicepresidente Manuela GHIZZONI. — Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega all'editoria e all'attuazione del programma, Giovanni Legnini.

  La seduta comincia alle 14.35.

Seguito dell'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega all'editoria e all'attuazione del programma, Giovanni Legnini, su questioni inerenti il settore dell'editoria.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione).

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce quindi l'audizione.

  Intervengono, per formulare quesiti ed osservazioni, i deputati Giorgio LAINATI (PdL), Luigi GALLO (M5S), Tamara BLAZINA (PD) e Milena SANTERINI (SCpI).

  Il sottosegretario Giovanni LEGNINI risponde ai quesiti posti, fornendo ulteriori elementi di valutazione e osservazione.

  Manuela GHIZZONI, presidente, ringrazia quindi il sottosegretario e i colleghi intervenuti, e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.30 alle 15.50.