CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 13 giugno 2013
37.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 62

SEDE REFERENTE

  Giovedì 13 giugno 2013. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI.

  La seduta comincia alle 9.40.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
C. 67 Realacci, C. 326 Bratti e C. 893 Pellegrino.

(Esame e rinvio).

  La Commissione avvia l'esame del provvedimento in titolo.

  Ermete REALACCI, presidente, comunica che le proposte di legge in titolo sono iscritte nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 24 giugno, ove concluse dalla Commissione, e che – come convenuto nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi – ha avanzato al Presidente della Camera la richiesta di spostamento dell'inizio dell'esame in Assemblea a lunedì 8 luglio.

Pag. 63

  Dorina BIANCHI (PdL), relatore, riferisce che la Commissione è chiamata a esaminare le analoghe proposte di legge C. 67 Realacci, C. 326 Bratti e C. 893 Pellegrino, recanti l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
  Al riguardo fa presente, anzitutto, che si tratterebbe di istituire nuovamente una Commissione bicamerale, operante inizialmente nella XIII legislatura e ricostituita in ciascuna delle legislature successive.
  Fa presente, inoltre, che la proposta di legge C. 326 prevede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta con un ambito di competenza più esteso rispetto a quello delle analoghe Commissioni istituite nelle precedenti legislature, facendosi riferimento anche agli altri illeciti in materia ambientale.
  Più in particolare, per quanto riguarda i compiti specificamente attribuiti alla Commissione di inchiesta, l'elencazione contenuta nell'articolo 1, comma 1, dell'A.C. 67 riproduce quella prevista dalla legge n. 6 del 2009 istitutiva della Commissione bicamerale nella XVI legislatura. Le funzioni previste riguardano: a) lo svolgimento di indagini sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, sulle organizzazioni coinvolte e sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata; b) l'individuazione delle connessioni tra le attività illecite nel settore dei rifiuti e altre attività economiche, con particolare riguardo al traffico dei rifiuti tra le diverse regioni del Paese e verso altre nazioni; c) la verifica dell'eventuale sussistenza di comportamenti illeciti da parte della Pubblica Amministrazione centrale e periferica e dei soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti, anche in riferimento alle modalità di gestione dei servizi di smaltimento da parte degli enti locali e ai relativi sistemi di affidamento; d) la verifica dell'eventuale sussistenza di attività illecite relative ai siti inquinati nel territorio nazionale; e) la verifica della corretta attuazione della normativa in materia di gestione dei rifiuti pericolosi e della loro puntuale e precisa caratterizzazione e classificazione e l'indagine sulle attività illecite connesse a tale gestione.
  Aggiunge che – come già evidenziato – ulteriori funzioni vengono previste dall'A.C. 326, che affida alla Commissione anche il compito di svolgere indagini nel settore dei rifiuti radioattivi, dell'uso del territorio, dell'abusivismo edilizio, della gestione degli impianti di depurazione delle acque e dello smaltimento dei reflui. Al riguardo, segnala che, relativamente alla gestione degli impianti di depurazione delle acque e dello smaltimento dei reflui, l'AC 326 fa riferimento allo svolgimento di indagini atte a far luce sugli illeciti connessi a tali aspetti, mentre analogo riferimento agli illeciti non si ritrova espressamente relativamente ai profili dell'uso del territorio e dell'abusivismo edilizio.
  Alla Commissione d'inchiesta sono affidate ulteriori competenze anche nell'A.C. 893 che prevede altresì, tra i compiti, la verifica dell'attuazione delle normative vigenti, nonché la proposizione di soluzioni legislative e amministrative ritenute necessarie per rendere più coordinata e incisiva l'iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali, nonché per rimuovere le disfunzioni accertate. Con riferimento a tali compiti aggiuntivi previsti dall'A.C. 893, segnala che si tratta di compiti analoghi previsti nelle proposte di legge presentate nel corso della XVI legislatura, non confluiti poi nella legge istitutiva, nonché nelle lettere c) ed f) dell'articolo 1 della legge n. 399 del 2001, che ha istituito la Commissione di inchiesta nella XIV legislatura.
  Tutte le proposte di legge in esame prevedono, riproducendo il testo della legge n.  6 del 2009, che la Commissione riferisce al Parlamento con cadenza annuale e ogniqualvolta ne ravvisi la necessità, e comunque al termine dei suoi lavori.
  Circa i poteri della Commissione, in linea con il disposto della richiamata legge n. 6 del 2009, le proposte di legge prevedono che la Commissione proceda alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le limitazioni dell'autorità giudiziaria, in linea con il contenuto dell'articolo 82, secondo comma, secondo periodo, della Pag. 64Costituzione, ripreso anche dall'articolo 141, comma 2, del regolamento della Camera. A tale proposito ricorda che i poteri coercitivi che la Commissione d'inchiesta può esercitare sono naturalmente limitati alla «fase istruttoria», dato che la Commissione è priva di poteri giudicanti e non può quindi accertare reati ed irrogare sanzioni. Rileva che su tale profilo incidono le proposte nn. 67 e 326 che specificano come la Commissione non possa adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale.
  Circa la composizione della Commissione di inchiesta, rileva che l'A.C. 67 e l'AC 326, identici all'articolo 2 della legge n. 6 del 2009, disciplinano la composizione della Commissione prevedendo, in particolare, che la Commissione sia composta da 12 senatori e 12 deputati (l'AC 893 prevede 10 deputati e 10 senatori), nominati dai Presidenti della Camera di appartenenza (anche tenendo conto della specificità dei compiti assegnati alla Commissione), in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento. La Commissione eleggerà, nella prima seduta, il proprio Ufficio di Presidenza (presidente, due vicepresidenti e due segretari), secondo modalità espressamente previste, e sarà rinnovata dopo il primo biennio (con possibilità di conferma dei componenti).
  Le proposte di legge nn. 67 e 326 prevedono, altresì, così come la legge n. 6 del 2009, che i componenti della Commissione dichiarino alla Presidenza della Camera di appartenenza se nei loro confronti sussista una delle condizioni indicate nella Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa sulla designazione dei candidati alle elezioni amministrative, approvata nella seduta del 3 aprile 2007. La corrispondente disposizione dell'AC 893 fa invece riferimento alle condizioni indicate nella Relazione della Commissione di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali in materia di formazione delle liste dei candidati per le elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, approvata il 18 febbraio 2010.
  Quanto al tema delle testimonianze davanti alla Commissione, le proposte di legge in esame, con norme di identico tenore, che riproducono le corrispondenti disposizioni della legge n. 6 del 2009, dispongono l'applicazione delle disposizioni previste dagli articoli da 366 (Rifiuto di uffici legalmente dovuti) a 372 (Falsa testimonianza) del codice penale. In particolare l'articolo 3 della proposta di legge n. 893 estende l'applicazione delle norme del codice penale fino all'articolo 384-bis (Punibilità dei fatti commessi in collegamento audiovisivo nel corso di una rogatoria dall'estero), come previsto nel testo iniziale delle proposte di legge presentate nella XVI legislatura, non confluito però nella legge definitivamente approvata, a differenza di quanto accaduto nella legge n. 271 del 2006 istitutiva della Commissione di inchiesta nella XV legislatura.
  Tutte le proposte di legge prevedono poi esplicitamente, riproponendo la legge n. 6 del 2009, la possibilità per la Commissione di acquisire copie di atti e di documenti relativi a procedimenti in corso presso l'autorità giudiziaria e altri organismi inquirenti ovvero di atti e documenti in merito a inchieste e indagini parlamentari (anche se coperti dal segreto), prevedendo contestualmente il mantenimento del regime di segretezza. Le proposte di legge 67 e 326 disciplinano inoltre l'ipotesi in cui viene emesso un decreto motivato di rigetto da parte dell'autorità giudiziaria qualora, per ragioni di natura istruttoria, ritenga di non poter derogare al segreto; le proposte prevedono che, al venir meno delle sopra indicate ragioni istruttorie, consegue l'obbligo della magistratura di trasmettere «senza ritardo» gli atti richiesti. La Commissione stabilisce quindi quali atti non dovranno essere divulgati, mentre Pag. 65il segreto funzionale riguardante atti e documenti acquisiti dalla Commissione in riferimento ai reati di cui agli articoli 416 e 416-bis del codice penale (associazione per delinquere ed associazione di tipo mafioso) non potrà essere opposto ad altre Commissioni parlamentari di inchiesta.
  Aggiunge che tutte le proposte di legge recano le medesime disposizioni (a loro volte identiche a quelle recate dalla legge n. 6 del 2009) in merito all'obbligo del segreto e all'applicazione, nei casi di violazione, dell'articolo 326 del codice penale (Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio).
  Con riferimento quindi all'organizzazione interna, le proposte di legge demandano ad apposito regolamento interno tale organizzazione, mentre per gli aspetti finanziari, posti a carico dei bilanci di Camera e Senato in parti uguali, le proposte di legge 67 e 893 ripropongono gli stessi importi della legge 6 del 2009, vale a dire un limite di spesa pari a 75.000 euro per il 2013 e di 150.000 euro per ciascuno degli anni successivi, a differenza della proposta di legge 326 che riduce tali tetti di spesa, rispettivamente, a 65.000 e 130.000 euro. Tale riduzione viene però compensata con la possibilità di incremento fino al 30 per cento dei limiti annuali citati, previa determinazione adottata d'intesa tra i Presidenti delle Camere, su richiesta della Commissione per motivate esigenze connesse allo svolgimento dell'inchiesta.
  Ciò premesso sulle proposte di legge in esame, si riserva di acquisire le osservazioni e i rilievi che emergeranno nel corso del dibattito prima di procedere alla proposta di adozione di un testo base.

  Paolo GRIMOLDI (LNA) rileva, preliminarmente, come la Lega Nord abbia sempre espresso orientamento favorevole sulle proposte di istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti. Osserva, tuttavia, che l'esperienza delle passate legislature dimostra come dalla istituzione di questo ulteriore organo parlamentare non siano derivati risultati apprezzabili in termini di contrasto ai fenomeni criminali, mentre sono aumentate le spese a carico delle amministrazioni parlamentari per il funzionamento dell'organo. Anche per questo, ritiene che la Commissione più opportunamente dovrebbe porre alla base del proprio lavoro istruttorio la proposta di legge n. 326, che ad una prima lettura appare più innovativa e maggiormente in grado di dotare l'istituendo organo parlamentare di poteri e compiti efficaci e incisivi.

  Alessandro BRATTI (PD) fa presente che nella passata legislatura la Commissione parlamentare d'inchiesta, della quale ha avuto l'onore di far parte insieme con la relatrice, ha svolto un lavoro eccellente, producendo più di dieci relazioni, alcune delle quali particolarmente pregevoli, come quelle relative alla situazione della Sicilia (che ha fatto luce sugli illeciti nel settore degli appalti relativi alla gestione del ciclo dei rifiuti), della Calabria, della Lombardia (che ha contribuito a mettere in luce i fenomeni di infiltrazione criminale della ’ndrangheta), della Campania, oltre che quelle su situazioni particolari, come ad esempio l'Ilva di Taranto.

  Ermete REALACCI, presidente, invita a valutare l'opportunità di istituire un Comitato ristretto ai fini della definizione del testo da adottare come testo base.

  Tino IANNUZZI (PD) ritiene che l'assenza di rilevanti differenze tra le proposte di legge in esame indurrebbe, a suo avviso, a lasciare alla relatrice il compito di definire il testo da adottare come testo base, previa acquisizione, anche per le vie brevi, delle osservazioni da parte dei diversi membri della Commissione.

  Dorina BIANCHI (PdL) concorda con il metodo testé suggerito dal collega Iannuzzi, ritenendo di potere addivenire alla predisposizione di un testo condiviso sulla base delle indicazioni che i colleghi le faranno pervenire anche in via informale.

  Ermete REALACCI, presidente, alla luce del dibattito svolto, propone di rinviare il Pag. 66seguito dell'esame a una seduta della prossima settimana, al fine di verificare in quella sede lo stato e l'andamento dell'attività istruttoria sulle proposte di legge.

  La Commissione concorda.

  Ermete REALACCI, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 13 giugno 2013. — Presidenza del vicepresidente Tino IANNUZZI. — Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Rocco Girlanda.

  La seduta comincia alle 14.05.

  Tino IANNUZZI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-00333 Borghi: Iniziative urgenti per il completamento dei lavori di realizzazione del nuovo Ponte Silogno nel comune di Baceno.

  Enrico BORGHI illustra l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Rocco GIRLANDA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Enrico BORGHI, replicando, si dichiara soddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo che fa chiarezza sulla situazione che si è venuta a determinare. Sollecita quindi il Governo a far sì che vengano posti in essere al più presto gli atti necessari a risolvere il contratto d'appalto in essere, anche al fine di precostituire, senza ritardo, le condizioni per un nuovo, rapido affidamento dei lavori per la realizzazione di un'infrastruttura importante e molto attesa sul territorio.

5-00334 Latronico: Iniziative urgenti per il completamento dei lavori per la realizzazione dello schema idrico Basento-Bradano.

  Cosimo LATRONICO (PdL) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Rocco GIRLANDA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Cosimo LATRONICO (PdL), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta del Governo. Osserva, infatti, che mentre per quanto riguarda la realizzazione dei lavori affidati alla EIPLI la risposta conferma che la situazione è accettabile, anche sotto il profilo del rispetto dei tempi di completamento dei lavori, per quanto concerne i lavori nel cosiddetto «settore G» la risposta non offre altrettante rassicurazioni. Richiama pertanto il Ministero delle infrastrutture a fare tutto quanto in suo potere, a partire da una seria e puntuale azione di monitoraggio delle attività poste in essere da tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione delle opere, per garantire che un'infrastruttura fondamentale per il territorio, come quella in questione, possa essere completata rapidamente.

5-00335 De Rosa: Iniziative urgenti per la modifica del progetto di riqualificazione e potenziamento della strada provinciale n. 46 Rho-Monza.

  Massimo Felice DE ROSA (M5S) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Rocco GIRLANDA risponde all'interrogazione.

  Tino IANNUZZI, presidente, invita il rappresentante del Governo a verificare che la risposta si riferisca all'interrogazione in titolo, ritenendo che faccia riferimento ad altra interrogazione.

Pag. 67

  Il sottosegretario Rocco GIRLANDA, accertato quanto evidenziato dal presidente, chiede di poter procedere ad una verifica con i propri uffici.

  Tino IANNUZZI, presidente, propone quindi di sospendere brevemente la seduta in modo da consentire al sottosegretario la verifica richiesta.

  La Commissione consente.

  La seduta, sospesa alle 14.30, è ripresa alle 14.40.

  Tino IANNUZZI, presidente, comunica che la sospensione ha consentito al sottosegretario di rimediare al disguido determinatosi in ordine alla risposta all'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Rocco GIRLANDA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Massimo Felice DE ROSA (M5S), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta del Governo. Nel contestare la bontà delle argomentazioni fornite dal sottosegretario Girlanda a difesa di un'opera sulla cui realizzazione si registra una vasta contrarietà delle popolazioni e degli enti locali interessati, denuncia il fatto che la suddivisione in tre lotti dei relativi lavori comporterà, con quasi assoluta certezza, l'impossibilità della realizzazione nei tempi prefissati. Fa quindi presente che l'opera in questione presenta un notevolissimo impatto ambientale, fonte di ulteriore degrado della qualità della vita dei cittadini in un'area che già oggi risulta fra le più inquinate della Lombardia.

5-00336 Zaratti: Iniziative urgenti per la revisione dell'intero procedimento relativo alla realizzazione del Corridoio intermodale Roma-Latina.

  Filiberto ZARATTI (SEL) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Rocco GIRLANDA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Filiberto ZARATTI (SEL), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta fornita dal sottosegretario Girlanda. Ritiene, infatti, che essa sia apertamente in contrasto con le due questioni più importanti poste all'attenzione del Governo, quali l'assoluta necessità di ripetere il procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA) a fronte delle sostanziali modifiche apportate al progetto preliminare dell'opera e l'altrettanto stringente necessità di prendere atto che la mancanza di copertura finanziaria dell'opera, ampiamente denunciata dalla stessa Corte dei Conti, imporrebbe al Governo una drastica revisione del progetto dell'opera, anche per scongiurare il rischio che venga meno ogni possibilità di realizzare gli indispensabili lavori di ammodernamento e, soprattutto, di messa in sicurezza della strada statale Pontina.

5-00337 Grimoldi: Iniziative urgenti per la piena attuazione dell'accordo di programma relativo alla realizzazione della tangenziale est esterna di Milano e delle opere ad essa connesse.

  Marco RONDINI (LNA), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, ne illustra i contenuti.

  Il sottosegretario Rocco GIRLANDA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Marco RONDINI (LNA), replicando, nel prendere atto della risposta del Governo, formula un vivo auspicio affinché tutte le opere in questione vengano realizzate nei tempi prefissati. Aggiunge, inoltre, che, soprattutto in un momento di crisi come quello che il Paese sta attraversando, il Governo è chiamato a farsi carico di scelte importanti che riorientino verso i sistemi e le infrastrutture di trasporto collettivo (come le linee M2 e M3 della metropolitana), anziché sulle tradizionali infrastrutture Pag. 68stradali e autostradali (come la TEM) le poche risorse finanziarie disponibili. Conclude, poi, denunciando, anche con riferimento alla risposta data dal sottosegretario Girlanda all'interrogazione del collega De Rosa, che riguarda una questione di cui egli stesso si è occupato più volte anche in sede parlamentare, l'inaccettabilità del fatto che, troppo spesso, le decisioni sulla realizzazione delle infrastrutture vengono prese in ambito governativo senza il dovuto rispetto per gli orientamenti dei cittadini e per le vere esigenze del territorio.

  Tino IANNUZZI, presidente, dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni in titolo.

  La seduta termina alle 14.55.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 13 giugno 2013. — Presidenza del vicepresidente Tino IANNUZZI, indi del presidente Ermete REALACCI. — Intervengono il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Rocco Girlanda e il viceministro per lo sviluppo economico Claudio De Vincenti.

  La seduta comincia alle 15.15.

DL 43/2013: Disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015.
C. 1197 Governo, approvato al Senato.

(Esame e rinvio).

  La Commissione avvia l'esame del provvedimento in titolo.

  Tino IANNUZZI, presidente, ricorda che il provvedimento in esame è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da martedì 18 giugno, al termine delle votazioni pomeridiane. Aggiunge che, al fine di rispettare tale termine, l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto sull'opportunità che nella seduta odierna sia avviato l'esame e si svolga, concludendosi, la discussione generale, in modo da procedere all'esame degli emendamenti – da presentare entro la giornata di domani 14 giugno, alle ore 15 – nella seduta di lunedì 17 giugno. Ricorda infine che la deliberazione del mandato al relatore a riferire in Assemblea è prevista per martedì 18 giugno, alle ore 14.

  Alessandro BRATTI (PD), relatore, ricorda che la Commissione avvia oggi l'esame in sede referente del decreto legge n. 43 del 2013, un provvedimento importante che reca una serie di disposizioni destinate a fronteggiare situazioni di criticità e di emergenza in alcune aree del territorio nazionale legate al verificarsi di eventi sismici, ma anche alla gestione dei rifiuti e a problematiche di carattere ambientale. Si tratta, pertanto, in molti casi di norme che i territori attendono per fronteggiare le difficoltà. Il decreto reca inoltre una disciplina ad hoc per agevolare lo svolgimento di EXPO 2015 e il rispetto dei tempi per la realizzazione delle opere in considerazione dell'importanza strategica di tale evento.
  Prima di illustrare sinteticamente il contenuto del provvedimento, desidera richiamare alcune considerazioni introduttive di carattere generale.
  In primo luogo, consapevole dell'importanza del provvedimento, sottolinea e lamenta la ristrettezza dei tempi nei quali si svolgerà l'esame del provvedimento in questo ramo del Parlamento. L'esame del decreto, infatti, che è stato adottato dal precedente Governo alla fine del suo mandato, non è stato tempestivamente iniziato dal Senato a motivo dell'avvio della legislatura e dell'insediamento delle Commissioni permanenti, ma si è eccessivamente protratto tanto da comprimere i tempi per l'esame alla Camera. Si augura che sia l'ultima volta che questo accada in quanto tale situazione non consentirà di svolgere Pag. 69un'istruttoria approfondita in Commissione, tanto più se si considera l'imminente scadenza del decreto e la calendarizzazione in Assemblea la prossima settimana.
  Tali considerazioni sono tanto più valide in presenza di un provvedimento che giunge all'esame della Commissione sostanzialmente modificato rispetto al testo originario e pertanto di una certa complessità. Più specificamente, le modifiche inserite nel corso dell'esame al Senato si traducono in diciassette articoli aggiuntivi e quarantacinque commi aggiuntivi. In proposito, segnala che nel corso dell'esame parlamentare al Senato sono state inserite numerose disposizioni, alcune non strettamente attinenti all'oggetto del decreto in quanto di carattere ordinamentale e incidenti su ulteriori ambiti di intervento non contemplati dal provvedimento originario.
  Un terzo profilo di considerazioni attiene in generale al merito del provvedimento complessivamente inteso: si tratta, infatti, in molteplici casi di proroghe di gestioni commissariali, situazioni emergenziali la cui validità continua a protrarsi a motivo di comprensibili ragioni legate alla gravità delle situazioni medesime. Nella scorsa legislatura è stata adottata una normativa di riordino della protezione civile discussa da questa Commissione in prima lettura il cui obiettivo era quello di restringere la durata delle emergenze, favorire il rientro nel regime ordinario, limitare la durata delle gestioni commissariali in corso. È evidente che le continue deroghe dimostrano forse l'esigenza una volta per tutte di un intervento organico sulla disciplina di gestione delle calamità naturali e più generale delle emergenze di protezione civile. D'altronde, sul fronte degli importanti eventi sismici che hanno colpito negli anni alcuni territori, è riscontrabile anche una differenza nella gestione delle emergenze conseguente a tali eventi.
  Passa quindi a fornire alla Commissione sintetici elementi di informazione sugli articoli del decreto e sulle principali modifiche adottate al Senato rinviando per i dettagli alla documentazione predisposta dagli uffici.
  In primo luogo segnala le modifiche che sono state introdotte al disegno di legge di conversione, ai commi da 2 a 8, che provvedono al trasferimento di funzioni in materia di turismo dalla Presidenza del Consiglio al Ministro per i beni e le attività culturali. Il comma 9, inoltre, sostituendo il secondo comma dell'articolo 16 della legge n. 48 del 1967, riformula la composizione del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), in conseguenza degli accorpamenti tra i dicasteri che sono stati decisi negli ultimi anni. Si prevede, altresì, che il segretario del CIPE (che partecipa alle riunioni del Comitato) possa essere anche un Ministro o un Sottosegretario di Stato, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
  Passando al contenuto del decreto legge, segnala che l'articolo 1 reca disposizioni riguardanti il riconoscimento dell'area industriale di Piombino come area in situazione di crisi industriale complessa, ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 27 del decreto-legge 83/2012. L'articolo 1, comma 2, in relazione alla dichiarazione di Piombino quale area di crisi industriale complessa operata dal comma 1, prevede la nomina, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Presidente della Regione Toscana come Commissario straordinario che si avvarrà di una serie di soggetti indicati dalla norma al fine di assicurare la realizzazione degli interventi necessari al raggiungimento delle finalità previste dal nuovo Piano regolatore portuale (comma 3). Al fine di individuare le risorse da destinare a tali interventi è prevista la stipula di un accordo di programma quadro tra i ministeri interessati e gli enti locali (comma 6). Il comma 7, come sostituito durante l'esame al Senato, reca una deroga al Patto di stabilità interno per la regione Toscana e per il comune di Piombino con riferimento ai pagamenti effettuati da tali enti per l'attuazione degli interventi infrastrutturali, portuali ed ambientali e per l'area industriale di Piombino, (comma 7). Il comma 5, invece, stabilisce che il CIPE, entro sessanta Pag. 70giorni, decorrenti dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, al fine di consentire la realizzazione degli interventi infrastrutturali destinati all'area portuale di Piombino, delibera l'approvazione del progetto definitivo del lotto n. 7 compreso nella bretella di collegamento al porto di Piombino, parte integrante dell'asse autostradale Cecina – Civitavecchia.
  Fa presente, inoltre, che il comma 7-bis, introdotto nel corso dell'esame al Senato, prevede che anche l'area industriale di Trieste, in analogia a quanto previsto per l'area industriale di Piombino dal comma 1 del medesimo articolo, sia riconosciuta come area di crisi industriale complessa ai sensi dell'articolo 27 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83.
  Un secondo gruppo di norme riguarda le emergenze di carattere ambientale. In particolare, l'articolo 2 detta disposizioni volte a prorogare, fino al 31 dicembre 2013, in deroga alle norme del decreto-legge 59/2012, la disciplina emergenziale e la gestione commissariale in atto nel territorio di Palermo nel settore dei rifiuti urbani. In particolare, si prevede, che fino alla predetta data continuino a produrre effetti le disposizioni di cui all'O.P.C.M. n. 3887 del 9 luglio 2010 limitatamente agli interventi citati nella norma (comma 1) e che agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 2 si provveda con le risorse già previste per la copertura finanziaria della predetta ordinanza.
  L'articolo 3 – in relazione all'emergenza nella gestione degli impianti di collettamento e depurazione di Acerra, Marcianise, Napoli Nord, Foce Regi Lagni, Cuma e dell'impianto di grigliatura e derivazione di Succivo, nella Regione Campania – dispone che fino al 31 marzo 2014 continuino a produrre effetti le disposizioni cui all'O.P.C.M. n. 4022 del 9 maggio 2012, nonché i provvedimenti rispettivamente presupposti, conseguenti e connessi alla citata ordinanza. Il comma 3 prolunga da 24 a 36 mesi il mandato dei Commissari straordinari incaricati (ai sensi della dell'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 196/2010) delle funzioni di amministrazione aggiudicatrice al fine di garantire la realizzazione urgente dei siti da destinare ad impianti di trattamento o smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. Il comma 3-ter, introdotto nel corso dell'esame al Senato, è volto a prorogare dal 30 giugno al 31 dicembre 2013 il termine della fase transitoria prevista dall'articolo 11, comma 2-ter, del decreto-legge 195/2009, durante le quale, nel territorio della Regione Campania, le sole attività di raccolta, di spazzamento e di trasporto dei rifiuti e di smaltimento o recupero inerenti alla raccolta differenziata continuano ad essere gestite dai comuni. Il comma 3-quater, introdotto nel corso dell'esame al Senato, è volto a ricomprendere, per la regione Campania, la somma corrispondente al contributo dovuto ai sensi dell'articolo 28 della legge regionale n. 4 del 2007 tra i costi di gestione degli impianti che concorrono alla determinazione della TARES che, in base a quanto previsto dalla norma istitutiva del tributo (articolo 14 del decreto-legge 201/2011), deve recare la copertura integrale dei costi sostenuti.
  L'articolo 3-bis, introdotto durante l'esame al Senato, prevede al comma 1 la proroga, fino al 31 dicembre 2013, in deroga alle norme del decreto-legge 59/2012, della disciplina emergenziale nel settore della tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione in atto nel territorio della Regione Puglia.
  L'articolo 4 reca disposizioni volte ad assicurare la continuità operativa della gestione commissariale istituita per fronteggiare le condizioni di emergenza connesse alla vulnerabilità sismica della «Galleria Pavoncelli».
  Fa quindi presente che un terzo gruppo di norme riguarda l'Expo 2015. In particolare, il comma 1 dell'articolo 5 contiene una serie di disposizioni concernenti l'evento Expo 2015, al fine di garantire il rispetto dei tempi stabiliti per il suo svolgimento e l'adempimento degli obblighi internazionali assunti dal Governo italiano nei confronti del Bureau International des Expositions (BIE) tenuto conto dei tempi di realizzazione dell'evento e delle opere essenziali e connesse, nonché degli interventi Pag. 71strettamente funzionali nelle programmazioni degli enti territoriali. Si prevede, in particolare, l'istituzione di un Commissario unico, di cui vengono disciplinate le funzioni e che è stato nominato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 maggio 2013 a cui vengono attribuiti poteri sostitutivi per risolvere situazioni o eventi ostativi alla realizzazione delle opere, nonché la facoltà di provvedere in deroga alla legislazione vigente a mezzo di ordinanza. Si prevede, altresì, l'utilizzazione delle risorse derivanti dalle economie di gara, anche per lo svolgimento delle attività strettamente necessarie per la gestione dell'evento (comma 1, lettera b) alle condizioni indicate nella norma. La lettera c) consente alla società Expo 2015 S.p.A. e alle stazioni appaltanti di operare secondo specifiche deroghe alla normativa vigente, nel rispetto dei principi generali e della normativa comunitaria. La lettera d) qualifica come edifici temporanei determinate opere di Expo 2015, da realizzarsi senza titolo abilitativo ed, in particolare, esonerati dal rispetto dei valori limite del fabbisogno di energia primaria, dell'obbligo di certificazione energetica e del soddisfacimento dei requisiti minimi di trasmittanza. La lettera e) prevede che, entro il 30 aprile 2013, un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per lo Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, individui misure volte alla tutela dei segni distintivi di Expo 2015 SpA in relazione all'Esposizione Universale «Expo Milano 2015». La lettera f) prevede l'applicazione delle disposizioni processuali di cui all'articolo 125 del Codice del processo amministrativo (decreto legislativo 104/2010) nei giudizi che riguardano i provvedimenti e gli atti del Commissario Unico e le procedure di affidamento dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture di Expo 2015 S.p.A.. La lettera g) assegna al Comitato Interministeriale Programmazione Economica (CIPE) funzioni decisionali e di coordinamento amministrativo per l'Expo Milano 2015.
  I commi 1-bis, 1-ter e 1-quater dell'articolo 5 recano ulteriori disposizioni a sostegno dell'EXPO in materia di: stipula di un Protocollo con l'Onu per disciplinare la partecipazione di tale Organizzazione a supporto dell'Expo 2015, anche attraverso la costituzione di un Fondo fiduciario ad hoc; facoltà concesse al Commissario generale di sezione per il Padiglione Italia; applicazione dell'articolo 10 dell'Accordo con il Bureau International des Expositions alla Società Expo 2015 S.p.A. per quanto riguarda le attività di realizzazione e gestione dell'Expo 2015. Ulteriori interventi sono stati inseriti agli articoli aggiuntivi. In particolare, l'articolo 5-bis, introdotto nel corso dell'esame al Senato, autorizza al comma 1 la spesa di 3 milioni di euro per l'anno 2013 per la prosecuzione degli interventi di cui all'articolo 1, comma 1031, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, relativi al trasporto marittimo veloce di passeggeri tra le città di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni. Si tratta dell'acquisto di unità navali destinate al trasporto pubblico locale effettuato per via marittima. L'articolo 5-ter modifica il termine previsto dall'articolo 23, comma 5, del decreto legge n. 201/2011 a decorrere dal quale i comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti devono obbligatoriamente affidare ad un'unica centrale di committenza l'acquisizione di lavori, servizi e forniture. Il termine, inizialmente fissato il 31 marzo 2012 e successivamente prorogato al 31 marzo 2013, è ulteriormente differito al 31 dicembre 2013.
  L'articolo 5-quater, introdotto durante l'esame al Senato, autorizza al comma 1 la spesa di 3,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014 per ripristinare l'efficienza e l'operatività della Sala operativa e del Centro VTS (Vessel Traffic System e cioè sistema di controllo del traffico marittimo) della Capitaneria di porto – Guardia costiera di Genova e dei mezzi navali addetti al servizio di pilotaggio portuale danneggiati in occasione del sinistro marittimo occorso nel porto di Genova in data 7 maggio 2013.Pag. 72
  Precisa quindi che un quarto gruppo di norme riguarda le disposizioni volte a fronteggiare l'emergenza conseguente agli eventi sismici del maggio 2012. Il comma 1 dell'articolo 6 proroga dal 31 maggio 2013 al 31 dicembre 2014 il termine di cessazione dello stato di emergenza fissato dall'articolo 1, comma 3, del decreto-legge 74/2012, e dichiarato in conseguenza degli eventi sismici dei giorni 20 e 29 maggio 2012, verificatisi nelle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. I commi da 2 a 5 prorogano dal 30 novembre 2012 al 31 ottobre 2013 il termine per la presentazione delle domande di accesso ai finanziamenti agevolati per il pagamento dei tributi, contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Il nuovo termine del 31 ottobre vale anche per l'accesso ai finanziamenti per il pagamento, senza applicazione delle sanzioni, dei tributi, contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi per l'assicurazione dovuti dal 1o luglio 2013 al 30 settembre 2013, anche da parte di chi ha già presentato la documentazione entro il precedente termine del 30 novembre. Segnalo che la data del 31 ottobre 2013 è stata rideterminata nel corso dell'esame al Senato. Il testo originario del decreto-legge n. 43 prevedeva il termine del 15 giugno 2013. Il comma 5-bis, inserito nel corso dell'esame al Senato, consente il versamento sulle contabilità speciali intestate ai Presidenti delle regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto – operanti in qualità di Commissari delegati per fronteggiare l'emergenza nei territori colpiti dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 – di tutte le risorse a qualsiasi titolo destinate o da destinare per la ricostruzione dei territori. Il comma 5-ter, inserito nel corso dell'esame al Senato, proroga di ulteriori sei mesi (dall'8 giugno 2013 all'8 dicembre 2013) il termine, già prorogato per un anno (dall'8 giugno 2012 all'8 giugno 2013) dall'articolo 11, comma 1-ter del decreto-legge 174/2012, per effettuare la verifica di sicurezza, come prevede l'articolo 3, comma 9, del decreto-legge 74/2012.
  L'articolo 6-ter, introdotto durante l'esame al Senato, novella il comma 13-bis dell'articolo 3 del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74, che prevede, nel testo vigente, che in sede di ricostruzione degli immobili adibiti ad attività industriale o artigianale, anche a seguito di delocalizzazione, i comuni possono prevedere un incremento massimo del 20 per cento della superficie utile, nel rispetto delle norme di tutela ambientale, culturale e paesaggistica. La disposizione estende l'ambito di applicazione della norma citata anche agli immobili adibiti ad attività agricole e zootecniche.
  L'articolo 6-quater, aggiunto nel corso dell'esame al Senato, prevede l'applicazione della disciplina che fissa le condizioni per stabilire la necessità o meno della verifica di sicurezza sugli edifici di attività produttive nelle aree delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto colpite dagli eventi sismici del maggio 2012, alle aree che abbiano risentito di un'intensità macrosismica, così come rilevata dal Dipartimento della Protezione Civile, che abbia raggiunto intensità MCS (acronimo per le scale di misurazione dell'intensità dei fenomeni sismici, Mercalli-Cancani-Sieberg) pari o superiore a 6.
  L'articolo 6-quinquies reca un allentamento dei vincoli del patto di stabilità interno per l'anno 2013 in favore dei comuni e delle province, individuati dalla norma, e che riguardano i territori colpiti dagli eventi sismici del maggio 2012 e del mese di aprile 2009.
  L'articolo 6-sexies, introdotto nel corso dell'esame del provvedimento al Senato, apporta, al comma 1, alcune modifiche all'articolo 3-bis, commi 8 e 9 del decreto-legge 95/2012, che ha disposto una specifica deroga per l'assunzione di personale per le strette finalità connesse alla situazione emergenziale prodottasi nei territori interessati dal sisma del 20 e 29 maggio 2012.
  L'articolo 6-septies inserito nel corso dell'esame al Senato, reca modifiche alla Pag. 73disciplina introdotta dalla legge di stabilità 2013 la quale prevede il finanziamento garantito dallo Stato a favore dei titolari di imprese industriali, commerciali, agricole ovvero per i lavoratori autonomi, che abbiano subito un danno economico alle loro attività a seguito del sisma del maggio 2012, al fine di poter fare fronte al pagamento dei tributi e dei contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi per l'assicurazione obbligatoria dovuti fino al 30 giugno 2013.
  L'articolo 6-octies, aggiunto nel corso dell'esame al Senato, prevede una disciplina di favore per le imprese che abbiano subito perdite di capitale in conseguenza del terremoto che ha colpito l'Emilia nel maggio del 2012.
  L'articolo 6-novies, introdotto durante l'esame al Senato, prevede la detassazione dei contributi (di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74), destinati ad interventi di riparazione, ripristino o ricostruzione di immobili di edilizia abitativa e ad uso produttivo, nei limiti stabiliti dai Presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, alternativamente concessi, su apposita domanda del soggetto interessato, con le modalità del finanziamento agevolato. La norma prevede che i predetti contributi sono esclusi dalla formazione del reddito imponibile ai fini IRPEF e IRAP.
  Ulteriori interventi sono contenuti nell'articolo 6-bis, introdotto durante l'esame al Senato, che reca un allentamento dei vincoli del patto di stabilità interno per l'anno 2013, al fine di agevolare la definitiva ripresa delle attività e consentire la completa attuazione dei piani per la ricostruzione per il ripristino dei danni causati dagli eventi sismici dell'ottobre e novembre 2002 del Molise.
  L'articolo 6-decies, introdotto durante l'esame al Senato, interviene sulla normativa riguardante le Camere di commercio italo-estere o estere in Italia. Tali enti vengono qualificati come associazioni di diritto privato dotate di autonomia funzionale e patrimoniale (comma 1); viene limitata la permanenza dei soggetti titolari di incarichi negli organi statutari (comma 2); viene infine subordinata l'entrata in vigore degli statuti (o di loro variazioni) all'approvazione congiunta del MISE e del MAE (comma 3).
  Rileva poi che un altro gruppo di disposizioni riguarda i territori colpiti dagli eventi sismici in Abruzzo. L'articolo 7 prevede, infatti, una serie di interventi in favore dei territori della regione Abruzzo colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, che sono volti ad assicurare la prosecuzione delle misure economiche di assistenza abitativa e delle funzioni istituzionali territoriali in favore della popolazione, utilizzando a tal fine le risorse programmate con la delibera CIPE 135 del 2012. In particolare, i commi 1 e 2 prevedono interventi diretti ad assicurare assistenza abitativa alla popolazione colpita dal sisma; i commi 3 e 3-bis (aggiunti al Senato) riconoscono, rispettivamente, un contributo al comune e alla provincia dell'Aquila per gli affitti degli uffici comunali; il comma 4 destina risorse per il ripristino della funzionalità della Prefettura dell'Aquila; infine, i commi 5 e 6 individuano le competenze degli Uffici speciali per la ricostruzione e il comma 6-bis prevede i criteri per l'assegnazione di alloggi. I commi 6-ter e 6-quater, introdotti nel corso dell'esame al Senato, prevedono la proroga e/o il rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato e i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, fino e non oltre il 31 dicembre 2013 – per le ultimative emergenziali esigenze di personale – al fine di assicurare la continuità delle attività di ricostruzione. L'articolo 7-bis autorizza la spesa di 197,2 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2014 al 2019, da destinare alla concessione di contributi a privati, per la ricostruzione di immobili nei territori della regione Abruzzo, colpiti dagli eventi sismici del 6 aprile 2009.
  Quanto all'articolo 7-ter, comma 1, introdotto durante l'esame al Senato, fa presente che esso consente l'utilizzo delle risorse stanziate in bilancio per gli anni 2012 e 2013 per il contratto di programma tra Ministero delle infrastrutture e dei Pag. 74trasporti e Rete ferroviaria italiana S.p.A. – parte servizi, che siano eccedenti cioè residuali rispetto all'effettivo fabbisogno come indicato nel contratto stesso, per il finanziamento degli interventi di manutenzione straordinaria previsti dal contratto di programma – parte investimenti, da sostenere dalla stessa società negli anni 2012 e 2013, inclusi nel medesimo contratto. Il comma 2 dell'articolo reca uno stanziamento decennale, di 120 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2024, per il finanziamento degli investimenti relativi alla rete infrastrutturale ferroviaria nazionale. Lo stanziamento sarà attribuito con delibere del CIPE, con priorità agli interventi per la realizzazione del terzo valico dei Giovi e per il quadruplicamento della linea Fortezza-Verona di accesso sud alla galleria di base del Brennero.
  L'articolo 7-quater, introdotto nel corso dell'esame al Senato, reca una esclusione dai vincoli del patto di stabilità interno dei pagamenti relativi all'attuazione degli interventi di riqualificazione del territorio finalizzati all'esecuzione del progetto relativo al collegamento internazionale Torino-Lione, approvato dal CIPE con delibera n. 57 del 3 agosto 2011, o che in tal senso saranno individuati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dai rappresentanti degli enti locali interessati all'opera.
  Il comma 1 dell'articolo 8, al fine di garantire la prosecuzione delle attività volte alla rimozione delle macerie nei territori della regione Abruzzo colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, consente l'impiego di personale e mezzi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e delle Forze Armate (sulla base di specifici accordi previsti al comma 2) per lo svolgimento delle operazioni di movimentazione e trasporto ai siti di stoccaggio autorizzati dai comuni dei materiali. Al fine di disciplinare l'impiego del personale delle Forze Armate e dei Vigili del fuoco, il comma 2 prevede che l'Ufficio Speciale per la città dell'Aquila e l'Ufficio speciale per i comuni del cratere provvedano alla stipula di specifici accordi con il Ministero dell'interno (Dipartimento dei Vigili del Fuoco) e con il Ministero della Difesa. Il comma 3 affida la cura delle attività di demolizione e abbattimento di immobili appartenenti al demanio o patrimonio pubblico danneggiati a seguito del sisma agli uffici speciali per la ricostruzione. Il comma 4 dell'articolo stabilisce che, limitatamente alle fasi di raccolta e trasporto, i materiali di cui al comma 1 (macerie) sono considerati rifiuti urbani con codice CER 20.03.99 (rifiuti urbani non specificati altrimenti). Ai sensi del comma 5, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e le Forze Armate possono altresì curare il trasporto dei rifiuti raggruppati per categorie omogenee, caratterizzati ed identificati con il corrispondente codice CER, verso gli impianti di recupero e smaltimento autorizzati. Il comma 7 stabilisce le modalità attraverso le quali le Forze Armate continuano a concorrere ai servizi di vigilanza e protezione del territorio dei comuni terremotati in funzione anticrimine, in concorso con le Forze di polizia, autorizzando per il 2013 l'impiego di un contingente di 135 unità di personale.
  Il comma 5-bis dell'articolo 8, inserito durante l'esame al Senato, è volto a ripristinare lo stanziamento di 1 milione di euro previsto, per il 2013, dall'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 195/2009, al fine di rafforzare il monitoraggio del rischio sismico attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie.
  L'articolo 8-bis, introdotto durante l'esame al Senato, al fine di rendere più celere e agevolare la realizzazione degli interventi urgenti previsti dal presente decreto-legge che comportano la gestione di terre e rocce da scavo – adottando nel contempo una disciplina semplificata di tale gestione, proporzionata all'entità degli interventi da eseguire e uniforme per tutto il territorio nazionale – limita l'applicazione del decreto ministeriale 10 agosto 2012, n. 161 alle sole terre e rocce da scavo prodotte nell'esecuzione di opere soggette ad AIA (autorizzazione integrata ambientale) o a VIA (valutazione di impatto ambientale) (comma 1). Il comma 2 conferma quanto stabilito al comma 1, e, Pag. 75in attesa dell'emanazione di una semplificazione della normativa per la gestione dei materiali da scavo (in quantità inferiore a seimila metri cubi di materiale) dei cantieri di piccole dimensioni, in deroga a quanto stabilito dal 49 del decreto-legge 1/2012, e dal decreto ministeriale 161/2012, fa sostanzialmente rivivere l'applicazione sul territorio nazionale dell'articolo 186 del decreto legislativo 152/2006 recante la disciplina sull'utilizzo delle rocce da scavo.
  Conclude, quindi, esprimendo un giudizio fortemente critico sulla ristrettezza dei tempi a disposizione della Camera, e in particolare della Commissione, per esaminare con la dovuta attenzione e il dovuto approfondimento il provvedimento d'urgenza in titolo, nonché esprimendo forti perplessità sul contenuto di alcuni degli articoli introdotti dal Senato che appaiono del tutto ultronei rispetto all'oggetto originario del decreto-legge emanato dal Governo. Invita, quindi, tutti i rappresentanti dei gruppi e il Viceministro De Vincenti ad esprimersi fin d'ora con chiarezza sulle reali intenzioni in ordine alla possibilità di apportare modifiche migliorative del provvedimento all'esame della Commissione, ma che, in ogni caso, non compromettano l'obiettivo della conversione in legge del provvedimento d'urgenza entro il termine costituzionalmente previsto.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI si riserva di intervenire in sede di replica.

  Cosimo LATRONICO (PdL), intervenendo a nome del suo gruppo, denuncia l'esiguità dei tempi a disposizione della Commissione per l'esame del provvedimento che non consente assolutamente di svolgere un adeguato approfondimento delle complesse questioni su cui lo stesso provvedimento d'urgenza interviene. Chiede, quindi, al rappresentante del Governo, in un'ottica di chiarezza di rapporti tra Parlamento e Governo, di esprimere con chiarezza l'orientamento dell'Esecutivo sulla possibilità o meno di apportare modifiche al testo approvato dal Senato.

  Filiberto ZARATTI (SEL), nell'associarsi a quanto detto dal collega Latronico, denuncia il sostanziale esproprio del ruolo e delle prerogative della Commissione derivante dalla sostanziale impossibilità di intervenire sul contenuto del provvedimento d'urgenza a causa della ristrettezza dei tempi a disposizione della Commissione. A nome del suo gruppo, quindi, chiede alla presidenza di assumere un'iniziativa formale presso il Presidente della Camera per rappresentare in modo chiaro il disagio della Commissione che – a causa del comportamento dell'altro ramo del Parlamento – ha a disposizione limitati spazi di intervento. Al tempo stesso, giudica inaccettabile il fatto che nel corso dell'esame al Senato l'impianto originario del decreto-legge sia stato profondamente alterato con l'inserimento di molteplici modifiche estranee all'originario oggetto del provvedimento. Sul merito, manifesta una netta contrarietà sulle norme, quasi tutte introdotte dal Senato, che consentono di modificare il codice CER delle macerie nei territori della regione Abruzzo colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, su quelle relative alla realizzazione della bretella di collegamento al porto di Piombino, opera che è parte integrante dell'asse autostradale Cecina-Civitavecchia, nonché sulle disposizioni in materia di realizzazione delle opere di compensazione ambientale finalizzate alla realizzazione della TAV Torino-Lione, nonché su quelle dirette ad accelerare la realizzazione del Terzo valico dei Giovi. Conclude, quindi, annunciando specifici emendamenti soppressivi di tali norme, auspicando che su di essi possa registrarsi una larga convergenza da parte dei gruppi presenti in Commissione.

  Tino IANNUZZI, presidente, nell'esprimere la sua personale condivisione delle osservazioni critiche svolte dal deputato Zaratti in ordine al comportamento tenuto dell'altro ramo del Parlamento, fa presente che sarà sua cura informare il presidente della Commissione circa la richiesta formalmente avanzata dallo stesso deputato Zaratti di rappresentare al Presidente Pag. 76della Camera il disagio della Commissione a seguito del comportamento del Senato.

  Serena PELLEGRINO (SEL), nell'associarsi a quanto detto dal collega Zaratti, ribadisce il proprio giudizio fortemente negativo sul merito delle disposizioni introdotte al Senato in materia di compensazioni ambientali finalizzate alla realizzazione della TAV Torino-Lione. Al tempo stesso stigmatizza il comportamento del Governo che, di fatto, ha avallato l'inserimento nel decreto-legge, nel corso dell'esame al Senato, di norme, come quelle relative all'area industriale di Trieste, che sono in aperta contraddizione con pubbliche prese di posizione del Ministro dell'ambiente.

  Claudia MANNINO (M5S) dichiara di concordare pienamente con quanto detto dai colleghi fin qui intervenuti e, in modo particolare, con la richiesta avanzata dal collega Zaratti di assumere un'iniziativa formale per denunciare il sostanziale svuotamento delle prerogative della Commissione in ordine all'esame del decreto-legge. Al riguardo, osserva anche che l'inserimento da parte del Senato di numerose norme aventi un oggetto diverso rispetto al contenuto originario del provvedimento d'urgenza appare in contrasto con quanto statuito dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 22 del 2012. Esprime, inoltre, piena condivisione su detto dal collega Zaratti in ordine alla predisposizione di emendamenti soppressivi di molte delle norme contenute nel decreto-legge in esame. Conclude, quindi, sollecitando la presidenza della Commissione a sottoporre all'Ufficio di presidenza la formazione di un programma di lavoro che consenta alla Commissione di svolgere adeguatamente l'istruttoria legislativa sulle materie dalla stessa giudicata prioritarie, a partire dai temi relativi al ciclo dei rifiuti e alla fiscalità ambientale, evitando che il Governo operi su tali tematiche con provvedimenti d'urgenza.

  Luigi DALLAI (PD), pur concordando con molte delle osservazioni svolte dai colleghi fin qui intervenuti, ritiene importante che il Governo esprima un orientamento chiaro circa la possibilità di ampliare il contenuto del provvedimento, inserendo alcune norme che, senza comportare oneri aggiuntivi, affrontino emergenze ambientali non prese in considerazione nel testo in esame.

  Salvatore MATARRESE (SCpI) a nome del suo gruppo dichiara che l'obiettivo prioritario della Commissione deve comunque essere quello della conversione in legge del decreto nel termine costituzionalmente previsto. In questo quadro, peraltro, ritiene senz'altro possibile introdurre alcune modifiche dirette a rendere il testo nuovamente coerente con l'impostazione originaria. In tal senso, propone di espungere gli articoli 5-bis, 6-decies, 7 e 7-quater, che giudica estranei alle materie disciplinate dal provvedimento nel testo originario. Quanto, infine, al contenuto dell'articolo 8-bis, giudica condivisibili le perplessità manifestate dal relatore, ricordando, tuttavia, che la materia da esso disciplinata riveste carattere di particolare importanza per gli operatori del settore.

  Piergiorgio CARRESCIA (PD) esprime perplessità sul contenuto dell'articolo 8 relativo alla rimozione e allo smaltimento delle macerie nei territori della regione Abruzzo colpiti dal sisma del 6 aprile 2009. Ritiene, inoltre, che l'esame del provvedimento d'urgenza in titolo costituisca una occasione per eliminare le disposizioni contenute nel decreto-legge n. 83 del 2012 che ostacolano la ricostruzione post-terremoto delle abitazioni che non sono prima casa e degli immobili adibiti ad attività imprenditoriali. Conclude, quindi, chiedendo al rappresentante del Governo di esprimersi con chiarezza in ordine alla portata e all'ambito di applicazione dell'articolo 8-bis in materia di utilizzo di rocce e terre da scavo.

  Enrico BORGHI (PD), a nome del gruppo del Partito democratico, dichiara di concordare con la richiesta formulata dal collega Zaratti di assumere un'iniziativa Pag. 77formale presso la presidenza della Camera. Al tempo stesso richiama il Governo alla necessità di operare, nell'ambito delle proprie competenze, affinché l'esame istruttorio dei provvedimenti d'urgenza presso i due rami del Parlamento si svolga in modo da rispettare le prerogative di ciascuna Camera. Ritiene, infatti, che, al di là dei noti problemi connessi alla diversità delle procedure che presiedono all'attività degli organi parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, anche il Governo possa e debba adoperarsi affinché il rapporto Governo-Parlamento sia improntato a un rigoroso e proficuo rispetto del principio di leale collaborazione fra gli organi costituzionali. Sottolinea quindi che, proprio perché il decreto-legge in esame è il primo importante provvedimento d'urgenza in materia ambientale sottoposto all'esame del Parlamento, è indispensabile che si chiariscano le regole per consentire ad entrambe le Camere di svolgere pienamente il proprio ruolo e i propri compiti. Conclude, quindi, esprimendo condivisione per quanto dichiarato dal collega Matarrese circa la necessità di operare, da un lato, affinché il decreto-legge sia convertito nei termini stabiliti e, dall'altro, per restituire al testo del provvedimento in esame omogeneità e coerenza di contenuto.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI, preliminarmente, ricorda che il decreto-legge in esame è stato emanato dal precedente Governo, anche se l'attuale Governo ne ha condiviso subito sia il contenuto che le finalità. Con riferimento alle chiare sollecitazioni emerse dal dibattito dichiara che per il Governo è prioritario conseguire l'obiettivo della conversione in legge del decreto-legge all'attenzione della Commissione entro il termine costituzionalmente previsto. In tal senso, esprime apprezzamento per quanto detto dai deputati Matarrese e Borghi. Quanto ai contenuti del decreto-legge, osserva che essi sono imperniati intorno a quattro temi fondamentali. Il primo tema è quello dello sviluppo dell'area industriale di Piombino, alla quale opportunamente al Senato è stata aggiunta quella di Trieste, in ragione del fatto che ambedue sono coinvolte nella delicata situazione delle aziende del gruppo Lucchini le quali costituiscono un segmento fondamentale, sia dal punto di vista industriale che da quello occupazionale, del comparto siderurgico italiano. Il secondo tema è quello delle misure necessarie a superare le gravi emergenze in materia di rifiuti nella città di Palermo e nella regione Campania. Il terzo tema riguarda il superamento delle emergenze post-sisma in Abruzzo e in Emilia per consentire la piena ricostruzione, non solo delle abitazioni per i cittadini, ma anche delle strutture industriali che, soprattutto nel secondo caso, rappresentano una parte importante dell'intero sistema produttivo nazionale. Infine, il quarto punto riguarda l'accelerazione delle misure necessarie al completamento delle opere relative a Expo 2015, che il Governo considera un appuntamento fondamentale per il rafforzamento e il consolidamento della presenza del sistema produttivo italiano nel mondo. In sintesi, ritiene che il provvedimento persegua fondamentali obiettivi di carattere sociale ed economico, tali da richiedere ogni sforzo per garantire la sua conversione in legge. Pur ritenendo che non competano in alcun modo al Governo giudizi sul comportamento delle Camere, aggiunge che, a suo avviso, nel corso dell'esame del decreto-legge al Senato è stato svolto un lavoro istruttorio approfondito che ha consentito di migliorare il testo originario del provvedimento sui quattro temi fondamentali prima enunciati. Nell'esprimere, inoltre, comprensione per le ragioni che sono alla base delle critiche mosse dai deputati in ordine all'esiguità dei tempi a disposizione della Commissione per l'esame del decreto-legge, ritiene che almeno in parte essi siano stati provocati, come ricordato all'inizio, dal fatto che il decreto-legge è stato emanato dal precedente Governo e che il suo iter parlamentare ha inevitabilmente risentito di tale elemento.
  Evidenzia quindi il carattere prioritario della conversione in legge del provvedimento di urgenza in esame, fermo restando Pag. 78che il Governo si rimetterà alle decisioni che la Camera vorrà assumere in ordine alle modalità e alle procedure per giungere a tale conversione. Precisa quindi che, ove la Camera decidesse di apportare al testo approvato dal Senato alcune modifiche, il Governo non potrebbe che supportare questo ramo del Parlamento nella sua attività emendativa, chiarendo comunque fin d'ora che eventuali interventi onerosi sarebbero da ritenere problematici, anche in ragione dell'intensa attività di verifica finanziaria già svolta in sede di esame del provvedimento presso il Senato della Repubblica. Qualora invece la Camera decidesse di procedere alla conversione in legge del provvedimento d'urgenza nel testo approvato dal Senato, il Governo potrebbe sicuramente prendere in considerazione eventuali ordini del giorno che indicassero temi e questioni meritevoli di essere inseriti in un prossimo provvedimento del Governo.
  Conclude, quindi, fornendo chiarimenti in ordine al carattere, a suo avviso, solo apparentemente ultroneo di quasi tutte le nuove norme inserite nel decreto-legge nel corso dell'esame al Senato.

  Ermete REALACCI, presidente, fa presente che, come da più parti richiesto e a lui riferito procederà a inviare una lettera alla presidente della Camera per rappresentare il disagio della Commissione a seguito del comportamento adottato dall'altro ramo del Parlamento, che di fatto ha finito per limitare le pur identiche prerogative istruttorie ed emendative della Camera. Alla luce del dibattito svolto e sulla base dei chiarimenti forniti dal Vice ministro De Vincenti, al quale rinnova il sentimento di stima e di apprezzamento per il lavoro che svolge, rileva che l'andamento dei lavori al Senato pone oggi la Camera di fronte a due questioni importanti, quali il pieno esercizio delle proprie prerogative da parte di ciascun ramo del Parlamento e l'inammissibilità di modifiche che introducono plateali casi di eterogeneità nel contenuto dei decreti legge. Aggiunge che, premessa la priorità della conversione del decreto-legge in esame entro il termine costituzionalmente previsto, occorre addivenire a un chiarimento, per evitare che in futuro possano riproporsi situazioni analoghe. Richiama infine l'attenzione sulla necessità di evitare in futuro l'adozione di decreti legge omnibus che, pur contenendo molto spesso significative modifiche alla normativa ambientale o dei lavori pubblici, proprio per la loro natura eterogenea, finiscono per essere assegnati in sede referente a Commissioni parlamentari diverse dalla VIII. Invita quindi il Governo a tenere conto di tale esigenza già in occasione del preannunciato provvedimento del Governo in materia di semplificazione delle procedure amministrative.

  Alessandro BRATTI (PD), relatore, in ragione di quanto affermato dal Vice ministro De Vincenti e dagli altri colleghi intervenuti, ritiene che la Commissione debba esperire un tentativo responsabile di apportare al testo solo alcune modifiche dirette a espungere quelle norme che più platealmente appaiono eterogenee rispetto all'impianto e alle finalità originarie del decreto-legge in esame, ferma restando l'esigenza di addivenire alla conversione in legge entro il termine prestabilito. Conclude quindi invitando tutti i gruppi presenti in Commissione a cooperare con senso di responsabilità per conseguire, pur nella delicatezza della situazione, il miglior risultato possibile.

  Alessandro ZAN (SEL), nell'esprimere condivisione per quanto appena detto dal relatore, ribadisce la necessità che la Camera sia messa in condizione di svolgere adeguatamente i propri compiti e che anche il Governo si faccia carico di tale esigenza nell'ambito delle sue competenze.

  Filiberto ZARATTI (SEL) esprime apprezzamento per la proposta avanzata dal relatore di lavorare per apportare al provvedimento almeno quelle modifiche in senso soppressivo che consentano di espungere dal testo in esame le disposizioni più estranee e problematiche.

Pag. 79

  Paolo ALLI (PdL), pur condividendo l'impostazione proposta dal relatore, segnala l'esigenza, a suo avviso non rinviabile, di apportare alle norme dirette ad accelerare le opere necessarie alla realizzazione di Expo 2015 una modifica tesa a consentire la separazione delle funzioni di controllore e di controllato attualmente poste in capo al Commissario unico, anche per evitare contenziosi che in futuro potrebbero compromettere irrimediabilmente il conseguimento degli obiettivi prefissati.

  Ermete REALACCI, presidente, nel ringraziare tutti i deputati intervenuti e lo stesso Viceministro De Vincenti, ritiene che la Commissione debba procedere secondo le linee indicate dal relatore nel suo ultimo intervento. Ricorda quindi che – come convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi – il termine per la presentazione degli emendamenti e articoli aggiuntivi è fissato per domani, venerdì 14 giugno, alle ore 15. Nessun altro, chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di lunedì 17 giugno, alle ore 15.

  La seduta termina alle 17.

Pag. 80