CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 dicembre 2023
212.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-01695 Marianna Ricciardi: Informazioni sulla diffusione delle polmoniti da Mycoplasma pneumoniae.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli onorevoli interroganti, in quanto mi consentono una ampia relazione sulla diffusione delle polmoniti da Mycoplasma pneumoniae.
  Il Mycoplasma pneumoniae può causare sia infezioni di lieve entità, come la faringite e il raffreddore, sia forme più gravi, come la polmonite atipica, soprattutto nei soggetti giovani e in persone con complicanze respiratorie o alterazioni immunologiche.
  Di questi, solo i casi più gravi possono richiedere il ricovero in ospedale, soprattutto se sono presenti altri patogeni respiratori, che possono aggravare i sintomi dell'infezione.
  Generalmente si tratta di un batterio sensibile a molti antibiotici, pertanto i casi vengono curati senza particolari difficoltà.
  Recentemente, invece, alcuni ceppi di Mycoplasma pneumoniae isolati in Cina ed anche in Paesi europei, in bambini con polmonite, sono risultati resistenti ad alcuni antibiotici.
  Dalla metà di ottobre 2023, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) monitora i dati dei sistemi di sorveglianza cinesi, che mostrano un aumento delle malattie respiratorie in bambini nel nord della Cina. Nella conferenza stampa del 13 novembre 2023, la Commissione Sanitaria Nazionale cinese ha riferito di un aumento a livello nazionale dell'incidenza delle malattie respiratorie, che colpiscono soprattutto i bambini.
  Considerato che la polmonite da micoplasma colpisce più i bambini che gli adulti, il 22 novembre 2023, l'OMS ha «identificato» i resoconti dei media e di «ProMED» riguardanti focolai di polmonite non diagnosticata negli ospedali pediatrici di Pechino, Liaoning e in altri luoghi della Cina.
  Attraverso il Regolamento sanitario internazionale (RSI), l'OMS ha presentato una richiesta ufficiale alla Cina per ulteriori informazioni epidemiologiche e cliniche.
  La principale finalità è quella di identificare eventuali «cluster di polmonite non diagnosticata» a Pechino e Liaoning, come riportato nei resoconti dei media, e in caso affermativo, se si trattava di eventi correlati o non correlati all'aumento generale delle malattie respiratorie nella comunità. L'OMS ha inoltre contattato le reti cliniche per ulteriori informazioni.
  Il 23 novembre 2023, le Autorità sanitarie del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie e dell'Ospedale pediatrico di Pechino hanno fornito i dati richiesti, che indicano un aumento delle visite ambulatoriali e dei ricoveri ospedalieri di bambini a causa di polmonite da Mycoplasma pneumoniae da maggio.
  Alcuni di questi aumenti si sono verificati precocemente rispetto all'inizio della stagione in relazione a quanto già storicamente sperimentato, ma non in maniera inaspettata vista la revoca delle restrizioni da COVID-19, come sperimentato in modo simile in altri Paesi.
  Le Autorità sanitarie cinesi non hanno segnalato alcun cambiamento nella presentazione della malattia ed hanno precisato che non è stato rilevato alcun patogeno insolito o nuovo. Hanno inoltre affermato che l'aumento delle malattie respiratorie non ha comportato un carico di pazienti superiore alle capacità ospedaliere.
  A livello Europeo ed Extraeuropeo sono stati descritti numerosi focolai di polmoniti infantili dovuti a Mycoplasma pneumonie in Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Corea del Sud. A seguito della evoluzione epidemiologica a livello internazionale, il Ministero Pag. 186della salute ha realizzato un'informativa diramata alle regioni e province autonome e disponibile nel sito del Ministero della salute. A livello nazionale, in data 30 novembre, sono giunte due segnalazioni, riportate nel «rapporto virologico RespiVirNet».
  Il sistema di sorveglianza RespiVir Net, attivo in Italia, è il Sistema di Sorveglianza Integrata (epidemiologica e virologica) dei casi di sindromi simil-influenzali e dei virus respiratori. RespiVirNet si basa sulle segnalazioni da parte dei Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta e Laboratori di Riferimento Regionale per i virus respiratori ed è coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), con il sostegno del Ministero della salute. RespiVirNet si articola nella sorveglianza epidemiologica (che ha l'obiettivo di determinare l'inizio, la durata e intensità dell'epidemia stagionale), e nella sorveglianza virologica (che ha come obiettivo il monitoraggio della circolazione dei diversi virus respiratori). Inoltre, a livello nazionale continuano le consuete azioni di monitoraggio e di sorveglianza ordinarie da parte del Ministero della salute.

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ALLEGATO 2

5-01696 Zanella: Impatto sulla tutela della salute dell'inceneritore proposto sul territorio metropolitano e sulla laguna di Venezia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento al quesito posto dagli interroganti, ho provveduto ad acquisire i necessari elementi dalla regione Veneto.
  Dall'istruttoria è emerso che già dalla fine dell'anno scorso la regione ha avviato la fase di verifica – sulla realizzazione e sull'esercizio del progetto – dell'istanza proposta dalla società ENIREWIND SpA per l'attivazione del procedimento per il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) per un impianto di valorizzazione fanghi da depurazione civile da realizzarsi presso il sito di Porto Marghera (VE).
  Ad oggi è in corso di svolgimento il vaglio di competenza del Comitato Tecnico Regionale per la Valutazione di impatto ambientale (VIA), quale organo tecnico istruttorio indipendente e deputato all'espressione del parere regionale in ordine alla compatibilità ambientale dei progetti sottoposti a VIA in ambito regionale.
  Detto Comitato ha ritenuto di acquisire una serie di approfondimenti e ulteriori analisi rispetto allo studio di impatto ambientale presentato, con particolare riferimento alla stima degli impatti emissivi, allo studio del traffico indotto dall'impianto, agli aspetti sanitari che caratterizzano l'intervento e al relativo monitoraggio ambientale.
  Con riferimento al tema PFAS (perfluorinated alkylated substances – sostanze perfluoroalchiliche), è stata richiesta una disamina degli studi bibliografici e dei dati di letteratura, anche avvalendosi di dati ed esiti di sperimentazioni in corso.
  A livello generale, preme rilevare che, per quanto concerne i limiti di emissione dell'impianto, la normativa attualmente vigente sulle autorizzazioni degli impianti di trattamento dei rifiuti, ivi compresi gli impianti di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti, (di recepimento a livello nazionale delle normative comunitarie), stabilisce che le autorizzazioni, ed i conseguenti controlli sul funzionamento, si fondano sull'adozione delle migliori tecniche disponibili o (BAT – Best Available Technology) come disposto dall'articolo 29-bis del decreto legislativo 152 del 2006.
  Si tratta di soluzioni tecniche impiantistiche, gestionali e di controllo che interessano le fasi di progetto, costruzione, manutenzione, esercizio e chiusura di un impianto/installazione e sono finalizzate ad evitare, o qualora non sia possibile, a ridurre le emissioni nell'aria, nell'acqua, nel suolo, oltre alla produzione dei rifiuti.
  Le BAT vengono periodicamente aggiornate in funzione delle innovazioni e dei progressi tecnologici raggiunti. I documenti di riferimento, finalizzati a rendere diffusa la conoscenza sulle BAT disponibili, i cosiddetti BAT reference documents (BRefs), sono predisposti a livello europeo e sono specifici per le varie tipologie di attività produttive. Riportano, in particolare, i livelli di emissione e di consumo, le tecniche considerate per la determinazione delle migliori tecniche disponibili, nonché le conclusioni sulle BAT (BAT conclusion). Entro 4 anni dall'uscita delle BAT conclusion le autorizzazioni devono essere, se necessario, aggiornate dalle competenti autorità e le installazioni adeguate.
  Con il recepimento nell'ordinamento italiano della Direttiva 2010/75/UE, i valori limite di emissione e tutte le altre condizioni dell'autorizzazione vengono dunquePag. 188 stabilite sulla base delle citate conclusioni sulle BAT emanate ed in continuo aggiornamento attraverso lo strumento delle «Decisioni» dall'Unione Europea.
  Tanto premesso, concludo assicurando che il Ministero non distoglierà l'attenzione dal tema in esame, garantendo – in stretta collaborazione con la regione Veneto – che l'impianto, ad oggi in fase di valutazione, non abbia ricadute negative sulla salute dei cittadini della stessa regione.

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ALLEGATO 3

5-01697 Furfaro: Ritardo nell'inserimento nei LEA delle prestazioni sanitarie inerenti i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (DNA).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli Onorevoli interroganti per i quesiti posti e rappresento quanto segue.
  I disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (DNA) rappresentano un problema di sanità pubblica di crescente importanza, per la loro progressiva diffusione e per l'esordio sempre più precoce tra i giovani. Difatti il tema della corretta alimentazione costituisce, nelle politiche di promozione della salute curate dal Ministero della salute, un importante obiettivo strategico, il quale viene perseguito, in modo coordinato e sinergico, negli ambiti delle varie competenze istituzionali.
  Devo ricordare, al riguardo, che i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione rientrano a pieno titolo nei disturbi dell'area salute mentale, come rilevabile dall'analisi dei principali sistemi di classificazione utilizzati a livello mondiale.
  Con specifico riferimento alle azioni dirette all'attuazione di quanto previsto dall'articolo 1, comma 687, della legge n. 234 del 2021 ritengo doveroso ricordare che l'aggiornamento dei LEA è affidato dalla legge 208 del 2015 alle proposte formulate dalla apposita Commissione LEA.
  L'aggiornamento dei LEA, in particolare, consiste nell'inclusione di nuove prestazioni e/o servizi; nella modifica di prestazioni e/o servizi già inclusi nei LEA o nell'esclusione di prestazioni e/o servizi inclusi nei LEA.
  La modifica delle «aree», invece – in questo caso specifico relativa allo spostamento dei DNA dall'area della salute mentale in un'area specifica, – non rientra nelle competenze affidate alla Commissione LEA, bensì attiene al tema dello standard di classificazione delle malattie e dei problemi correlati, sa cura dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
  In particolare i DNA risultano inseriti nella classificazione International Classification of Diseases, 9th revision ICD9 – attualmente in uso, nel capitolo V «Disturbi mentali».
  Anche nella successiva versione ICD10, i DNA, comunque, risultano inseriti nel settore 5 «Disturbi psichici e comportamentali», tra le «Sindromi comportamentali associate a disfunzioni fisiologiche e a fattori fisici».
  Per quanto di precipua competenza della Commissione LEA, invece, ritengo opportuno evidenziare che nell'ambito della proposta di aggiornamento conclusiva dei lavori della Commissione medesima nella sua ultima composizione – cessata nel luglio 2023 –, è contenuta una proposta di aggiornamento delle prestazioni in esenzione per soggetti affetti da anoressia nervosa e da bulimia nervosa (Codice esenzione 005) in base alle più recenti evidenze scientifiche in materia di monitoraggio e prevenzione delle complicanze di tali patologie.
  Ciò consente alle persone con i disturbi in questione il diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo di alcune prestazioni di specialistica ambulatoriale e di laboratorio, volte al monitoraggio delle patologie e loro complicanze.
  La predetta proposta è attualmente all'attenzione del Ministro concertante (MEF) e, nel momento in cui verrà acquisito il previsto assenso tecnico, proseguirà l'iter disegnato dalla legge n. 208 del 2015.Pag. 190
  Fermo restando quanto sopra, nel confermare che la questione dell'adeguamento dei LEA è all'attenzione del Ministero, devo ricordare che la legge di bilancio n. 234 del 2021 prevede, comunque, nelle more dell'aggiornamento dei LEA, l'istituzione del Fondo per il contrasto ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, sulla base del quale le regioni adottano appositi piani regionali finalizzati all'implementazione della rete integrata regionale per la presa in carico delle persone con DNA.

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ALLEGATO 4

5-01698 Loizzo: Iniziative volte a promuovere una discussione sulle tecniche di sostituzione del DNA mitocondriale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero della Salute dedica da tempo particolare attenzione alla promozione, allo sviluppo ed al finanziamento della ricerca biomedica.
  In tale ambito non sono mai mancati finanziamenti per i progetti di ricerca anche nel settore delle malattie rare, incluse le malattie mitocondriali, attraverso dei rigidi protocolli di selezione e monitoraggio, disciplinati dai Bandi della ricerca finalizzata, che prevedono il finanziamento di progetti di ricerca libera, con esplicito orientamento applicativo e ricaduta sul Sistema sanitario nazionale.
  La validazione dei progetti di ricerca, nello specifico, prevede una fase valutazione scientifica di qualità, attraverso la procedura di revisione tra pari o «peer-review» da parte dei revisori internazionali e la successiva approvazione da parte del Comitato Etico.
  In tal modo, vengono finanziati progetti di ricerca con un'elevata qualità metodologica e con una importante prevalenza di tematiche biomediche e clinico-assistenziali, incentrati sui bisogni di cura ed assistenza del singolo paziente e della popolazione.
  A tal proposito, desidero rendere noto che, relativamente al bando della ricerca finalizzata nell'ultimo quinquennio, sono stati finanziati un totale di circa 18 milioni di euro per supportare economicamente n. 48 progetti in ambito pediatrico sulle malattie rare, che sviluppano studi su piattaforme di ricerca utilizzabili anche per la patologia in questione.
  Inoltre, la mission M6C2 2.1 del PNRR prevede, tra i propri obiettivi, il potenziamento delle attività di ricerca sulle malattie rare, per il quale, nel primo avviso pubblico di bando di ricerca PNRR, sono stati finanziati un totale di circa 40 milioni di euro per n. 50 progetti con tematica sulle malattie rare.
  Nel contempo, sempre con riferimento all'ultimo quinquennio, questo Ministero ha supportato economicamente, attraverso il finanziamento istituzionale di Ricerca Corrente, le attività scientifiche incluse nelle linee di ricerca degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) in materia di «genomica» e «medicina personalizzata», per un finanziamento complessivo pari a 72 milioni di euro.
  È fondamentale che la discussione venga sviluppata tenendo in considerazione tutte le possibili implicazioni che le tecniche di sostituzione del DNA mitocondriale comportano, sia dal punto di vista medico-scientifico e tecnico (trattandosi in effetti di tecniche complesse), sia dal punto di vista normativo, etico e psicologico.
  In conclusione e nel merito della presente questione, occorre ricordare che, ad oggi, non esistono elementi codificati per la gestione terapeutica delle malattie mitocondriali; tuttavia, questo Ministero ritiene opportuno, ed utile, stimolare e promuovere l'aggregazione delle Comunità scientifiche che operano in detto settore, per una migliore conoscenza ed azione sulle patologie in esame.

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ALLEGATO 5

5-01699 Morgante: Superamento delle barriere che ostacolano l'uso sistematico della telemedicina.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli onorevoli interroganti per i quesiti posti e rappresento quanto segue.
  Come è noto, la Telemedicina è una prestazione sanitaria sui generis, perché viene erogata a distanza mediante le tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
  Nell'ambito del PNRR, è stato emanato, in attuazione della Missione 6 – Salute, il decreto 21 settembre 2022, con il quale sono state approvate le nuove linee di indirizzo per i servizi di telemedicina che stabiliscono i requisiti tecnici indispensabili per garantire l'omogeneità e l'efficienza nell'attuazione dei servizi.
  Nell'ambito di detta Missione 6 del PNRR è stato individuato il subinvestimento «Telemedicina per un migliore supporto ai pazienti cronici» (M6C1I1.2.3), incentrato prioritariamente sull'innovazione tecnologica al servizio del paziente.
  Lo stanziamento assegnato alla linea d'investimento in fase di prima programmazione del PNRR era pari ad 1 miliardo di euro.
  Le risorse erano stanziate per 250 milioni allo scopo di realizzare la «Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT)», infrastruttura che assicuri un'erogazione dei servizi equa ed uniforme su tutto il territorio nazionale e per 750 milioni al fine di implementare i «Servizi di Telemedicina» a livello regionale/aziendale, mediante la realizzazione di infrastrutture regionali deputate all'erogazione dei servizi assistenziali ed allo sviluppo di modelli organizzativi integrati di sanità digitale.
  Agli esiti del technical meeting intercorso con la Commissione Europea nella giornata del 17 novembre 2023, nell'ambito del processo di rimodulazione complessivo del PNRR e in particolare della Missione 6, è stata definita una riallocazione delle risorse.
  Per quanto concerne specificatamente la Telemedicina per un migliore supporto ai pazienti cronici (M6C1I1.2.3), si è stabilito di rifinanziare il sub investimento, con un aumento di risorse pari a 500 milioni di euro, stabilendo un incremento del target finale di 100.000 persone, per un totale di 300.000 assistiti con servizi di Telemedicina entro il quarto trimestre 2025.
  Grazie agli investimenti del PNRR, si va affermando un corpus di regole dal quale può delinearsi uno «statuto sulla telemedicina» che consentirà un uso della telemedicina consolidato, sistematico e uniforme sul territorio nazionale, in linea con quanto sancito a livello europeo.
  Ricordo, inoltre, che il target comunitario M6C1-8, riferito all'adozione di almeno 20 progetti di telemedicina sul territorio nazionale, considerando sia singole regioni, sia consorzi di regioni, risulta, ad oggi, sostanzialmente conseguito. Sono in corso di perfezionamento la documentazione di rendicontazione e le relative evidenze, che saranno nel breve trasmesse alla Commissione Europea.
  In conclusione rappresento che la telemedicina, migliorando l'accesso alla sanità in condizioni di uguaglianza anche territoriale, rende il servizio sanitario efficiente e potenzia le condizioni di godimento del diritto alla salute, tutelato in Costituzione agli articoli 2, 3 e 32. A tal fine sarà implementata la rete infrastrutturale in grado di connettere le strutture mediche tra loro e le strutture mediche e i pazienti nelle loro unità remote.

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ALLEGATO 6

5-01700 Benigni: Iniziative per contrastare l'obesità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero della salute rivolge da tempo particolare attenzione alle problematiche legate all'obesità, in quanto essa incide profondamente sullo stato di salute, accompagnandosi a malattie quali il diabete mellito di tipo 2, l'ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica, ed altre condizioni morbose che, in varia misura, peggiorano la qualità di vita e ne riducono la durata.
  La strategia nazionale di prevenzione si è sviluppata in linea con gli obiettivi dei piani d'azione promossi dall'OMS e dall'UE: il programma «Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari» (approvato dal Governo con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 maggio 2007 in accordo con regioni e province autonome), coordinato dal Ministero della salute, è la prima strategia nazionale globale per contrastare i quattro principali fattori di rischio di malattie croniche nel nostro Paese: scorretta alimentazione, inattività fisica, abuso/uso scorretto di alcol e tabagismo.
  Il Piano Nazionale Prevenzione 2020-2025 prevede una serie di interventi con un approccio intersettoriale, agendo a partire dai primi 1000 giorni (nonché in fase pre-concezionale) e lungo tutto il corso della vita per ridurre i fattori di rischio individuali e rimuovere le cause che impediscono ai cittadini scelte di vita salutari.
  Ricordo, inoltre, che nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri LEA, all'allegato 1 «Prevenzione collettiva e sanità pubblica», lettera F («Sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, inclusi la promozione di stili di vita sani ed i programmi organizzati di screening; sorveglianza e prevenzione nutrizionale»), area prevenzione e sanità pubblica, è prevista l'offerta di counseling individuale, quale prestazione individuale da erogare per la promozione dell'attività fisica, della sana alimentazione, nonché per la promozione, la protezione e il sostegno dell'allattamento al seno e di una corretta alimentazione complementare.
  Inoltre, ritengo importante ricordare l'Accordo sancito in Conferenza Stato-regioni il 27 luglio 2022, recante le «Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell'obesità» al fine di garantire una maggiore omogeneità di azioni a livello nazionale e regionale.
  Queste linee d'indirizzo forniscono elementi di policy di sistema sulle azioni necessarie per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell'obesità, in particolare quella infantile, con l'obiettivo, tra gli altri, di promuovere uno stile vita sano e attivo, per prevenire sovrappeso/obesità nel contesto urbano, a scuola e nei luoghi di lavoro, nonché di individuare un percorso integrato e condiviso tra l'area preventiva e quella clinica, per un precoce, sinergico e simultaneo inquadramento preventivo e clinico-nutrizionale, che rappresenti anche un anello di raccordo tra la medicina di base, i Servizi igiene alimenti e nutrizione (SIAN) dei Dipartimenti di Prevenzione e i diversi setting di cura specialistici ambulatoriali/ospedalieri.
  Il documento in questione fornisce gli indirizzi per garantire una gestione integrata tra i diversi ambiti di competenza, preventiva e clinico-nutrizionale, delle persone in sovrappeso/obese attraverso la definizione di percorsi preventivi diagnostico-terapeutici dedicati (PPDTA) per bambini e adolescenti, adulti e anziani, e la realizzazione di una rete nutrizionale Territorio-Ospedale per la prevenzione e la cura, come previsto dal precedente Accordo in Conferenza Stato-regioni del 24 novembre 2016.Pag. 194
  Il percorso di presa in carico PPDTA, in particolare, si articola in tre livelli:

   1) Assistenza territoriale convenzionata (pediatra di libera scelta o medico di medicina generale);

   2) Dipartimento di Prevenzione e centri Spoke della Rete clinico-nutrizionale;

   3) Centri ospedalieri, ad alta specializzazione, per la cura dell'obesità grave o con complicanze in età pediatrica/adulta/geriatrica (centri Hub).

  Il «PPDTA Obesità», mediante l'innovativa integrazione tra prevenzione e cura, pur nel rispetto delle specifiche competenze, mira, in modo condiviso e sinergico, alla stabile adozione da parte del paziente di uno stile di vita consapevole, sostenibile e salutare.
  Le linee di indirizzo definiscono alcuni indicatori di processo e di esito, da monitorare attraverso i sistemi di sorveglianza nazionale o presenti nelle regioni e province autonome per seguire l'andamento dello stato ponderale in varie fasce di popolazione italiana, a livello nazionale e regionale.
  Segnalo, da ultimo, che nel programma 2022 del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM), è prevista una linea di intervento specifica dedicata alla sperimentazione di percorsi preventivi cliagnostico-terapeutici dedicati (PPDTA) per una gestione integrata – preventiva e clinico-nutrizionale – delle persone in sovrappeso/obese: in tale ambito sono stati finanziati due progetti, che coinvolgono in totale 11 regioni.

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ALLEGATO 7

5-01701 Faraone: Iniziative volte a contrastare la carenza di personale nell'ambito del Servizio sanitario nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito posto e rappresento quanto segue.
  È noto che il reiterarsi nel tempo delle diverse misure di contenimento della spesa, ed in particolare dei vincoli assunzionali, ha determinato negli ultimi anni una significativa riduzione del personale del Servizio sanitario nazionale, con conseguenti gravi difficoltà nell'organizzazione e nella gestione dei servizi sanitari.
  La situazione emergenziale ha ulteriormente acuito le difficoltà del sistema e, pertanto, sin dal manifestarsi della pandemia, si è reso necessario adottare misure del tutto straordinarie per consentire alle regioni e province autonome di poter reclutare, in tempi rapidissimi, professionisti con rapporti di lavoro flessibile stanziando le necessarie risorse.
  Le predette misure sono state poi prorogate anche dopo la cessazione dello stato di emergenza per fronteggiare il persistere delle difficoltà registrate su tutto il territorio nazionale ed in particolare in alcuni settori maggiormente critici.
  Per quanto riguarda, poi, la situazione anagrafica dei professionisti sanitari ricordo che i medici iscritti all'albo di età inferiore a 75 anni sono circa 380.000 (fonte ENPAM). Di questi oltre il 40 per cento ha un'età maggiore o uguale a 60 anni. La «gobba pensionistica» pertanto per i medici appare in via di prossimo esaurimento.
  Per quel che riguarda invece gli infermieri iscritti all'albo (con esclusione degli infermieri pediatrici) quelli con età inferiore a 75 anni sono 445.0000 (fonte FNOPI). Di questi circa un terzo ha un'età compresa tra i 50 ed i 59 anni. Si tratta pertanto di professionisti per i quali nei prossimi anni si assisterà ad una imponente uscita dal mercato del lavoro.
  Il Ministero della salute, con l'obiettivo di assicurare al sistema un numero adeguato di professionisti, in questi anni è stato fortemente impegnato nella definizione di una specifica metodologia e di un modello previsionale ai fini della programmazione degli accessi ai corsi di laurea delle professioni sanitarie, sviluppati nel corso dell'iniziativa comunitaria «Joint Action on Health Workforce Planning and Forecasting» divenuta oggetto degli Accordi Stato Regioni del 9 giugno 2016 e del 25 maggio 2017.
  In tale contesto il fabbisogno formativo di professionisti sanitari negli ultimi anni è aumentato significativamente per la quasi totalità delle figure professionali a livello nazionale.
  Ciò non solo a causa dell'entità prevista dei futuri pensionamenti, ma soprattutto alla luce del trend evolutivo in atto, accelerato ulteriormente dalla situazione emergenziale legata alla pandemia da COVID-19, che vede alcune prestazioni e servizi sanitari in forte crescita in risposta alle aumentate necessità della popolazione attuale e futura.
  L'incremento più evidente del fabbisogno formativo di professionisti sanitari espresso dalle regioni e dalle Federazioni concerne la professione di medico chirurgo, il cui fabbisogno formativo è più che raddoppiato negli ultimi anni accademici, passando da 8.700 unità dell'anno accademico 2017/2018 a 18.133 unità riferite all'anno accademico 2023/2024.
  Parallelamente anche il numero di posti disponibili per l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia è cresciuto.
  Anche il fabbisogno formativo di infermieri è aumentato di oltre 90 punti percentuali dall'anno accademico 2017/2018 all'anno accademico 2023/2024. Analogamente anche il numero di posti per le immatricolazioni ai rispettivi corsi di laurea delle professioniPag. 196 sanitarie, nei limiti della capacità formativa degli atenei, è cresciuto in misura importante. Tuttavia le domande di iscrizione ai corsi di laurea in infermieristica risultano in flessione rispetto al crescente numero di posti disponibili a causa della poca attrattività verso la professione.
  Anche sul fronte della formazione dei medici specialisti il Ministero della salute, già in tempi antecedenti all'emergenza COVID-19, nell'ottica di garantire un potenziamento strutturale nel medio-lungo periodo delle risorse umane del SSN, nonché il necessario prosieguo del percorso formativo dei neo-laureati in medicina e chirurgia – e nella consapevolezza delle carenze legate all'approssimarsi della «gobba pensionistica» dei medici nell'ambito delle strutture del SSN – ha posto in essere una serie di azioni considerate di valore strategico, tra le quali numerosi interventi volti all'incremento delle risorse finanziarie destinate ai contratti statali per l'accesso alle scuole di formazione medico specialistica che hanno consentito nel tempo di soddisfare l'intero fabbisogno formativo definito dalle regioni e di riassorbire il cosiddetto imbuto formativo che rappresenta ormai una criticità superata.
  In merito ai crescenti fabbisogni espressi dalle regioni ai fini della definizione degli accessi ai corsi di laurea dei professionisti sanitari, ai quali è corrisposto nel tempo un incremento dell'offerta formativa, occorre evidenziare che non esistono dati a livello regionale sulla «carenza di personale». La distribuzione del personale e le figure necessarie, infatti, a ciascun sistema regionale, dipendono dai diversi modelli organizzativi delle regioni stesse, pertanto non esistono dei benchmark univoci.
  Ritengo, invece opportuno sottolineare che la pandemia ha probabilmente contribuito, con il suo carico di stress e sgretolamento di certezze, a determinare l'accentuazione del fenomeno delle dimissioni per cause diverse dai pensionamenti e uno scarso appeal nei confronti del SSN. Inoltre sempre meno professionisti sono disposti a legarsi ad un'organizzazione con il classico contratto di lavoro a tempo indeterminato, preferendo forme di ingaggio atipiche o scegliendo di operare nel settore privato. Tutto ciò determina che sempre più frequentemente, per garantire la funzionalità minima dei servizi, le aziende del SSN ricorrono a forme diverse di esternalizzazione.
  Vi è pertanto la consapevolezza della necessità di agire in maniera strutturale, sia assicurando le opportune risorse al sistema, sia migliorando l'organizzazione dei servizi per far sì che il SSN torni ad essere maggiormente attrattivo per i giovani.
  Fin dall'insediamento di questo Governo sono stati avviati confronti con tutti gli attori del sistema al fine di individuare misure quanto più possibili condivise, in particolare nei servizi più critici.
  Nello specifico con il decreto-legge n. 34 del 2023, convertito con legge n. 56 del 2023, sono state adottate le misure volte a facilitare il reclutamento strutturale di medici nel SSN. In tal senso è stata riconosciuta la possibilità a coloro che hanno maturato un congruo periodo di esperienza presso i servizi di emergenza urgenza di partecipare ai concorsi per l'accesso alla dirigenza medica del SSN, pur se privi di specializzazione.
  E ancora, con il medesimo decreto-legge in un'ottica di maggiore attrattività del SSN, è stato consentito ai professionisti sanitari del comparto sanità di svolgere, al di fuori dell'orario di servizio, attività libero – professionale, rendendo meno rigido il vincolo di esclusività che lega gli operatori delle professioni sanitarie alle strutture. Al contempo sono state adottate misure volte a ridurre il ricorso ai cosiddetti medici gettonisti che nel tempo ha determinato un effetto distorsivo del sistema.
  Concludo rappresentando che, sempre con l'intento di perseguire il superamento della carenza di personale del SSN, nell'ambito della manovra finanziaria 2024, specifiche risorse sono destinate ai professionisti impegnati nella riduzione dei tempi delle liste di attesa, al rinnovo dei contratti del comparto sanità, nonché al potenziamento dell'assistenza territoriale, anche con riferimento a nuove assunzioni di personale sanitario.