CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 giugno 2023
123.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2023. Atto del Governo n. 46.

PARERE APPROVATO

  La VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione),

   esaminato lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2023 (Atto del Governo n. 46),

  premesso che:

   l'articolo 7 del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204, recante «Disposizioni per il coordinamento, la programmazione e la valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica, in applicazione dell'articolo 11, comma 1, lettera d), della legge 15 marzo 1997, n. 59», al comma 1 dispone che, a partire dal 1 ° gennaio 1999, gli stanziamenti da destinare, ai sensi della normativa vigente o di successivi provvedimenti legislativi, agli enti e alle istituzioni di ricerca (EPR), finanziati dal Ministero dell'università e della ricerca, sono determinati con un'unica autorizzazione di spesa ed affluiscono ad apposito «Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca finanziati dal Ministero» (FOE);

   tale fondo, ai sensi del comma 2 del citato articolo 7 è ripartito annualmente tra gli enti e le istituzioni finanziati dal MURST, oggi Ministero dell'università e della ricerca, con decreti del Ministro dell'università e della ricerca, comprensivi di indicazioni per i due anni successi;

  considerato che:

   l'articolo 1 dello schema di decreto in esame, reca la ripartizione del Fondo ordinario per il 2023, per un importo complessivo indicato pari a euro 1.435.883.600;

   gli importi complessivi da assegnare a ciascun ente, suddivisi per assegnazioni ordinarie, progettualità di carattere straordinario, attività di ricerca a valenza internazionale, progettualità di carattere continuativo, e totale, sono riportati nelle lettere da a) a k) del comma 2 dell'articolo 1;

   l'articolo 2 dello schema di decreto in esame, reca le indicazioni per gli anni 2024 e il 2025 stabilendo che gli enti, ai fini dell'elaborazione dei bilanci di previsione, potranno considerare come riferimento il 100 per cento dell'assegnazione complessiva stabilita per il 2023, fatte salve eventuali riduzioni derivanti da disposizioni di contenimento della spesa pubblica o per diversa assegnazione disposta con il decreto di riparto dell'anno di riferimento,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:

   valuti il Governo l'opportunità di intraprendere le opportune iniziative di competenza affinché l'Area Science Park di Trieste e l'Istituto nazionale di astrofisica (INAF) utilizzino, in maniera efficace e tempestiva, le quote stanziate nell'ambito delle progettualità di carattere straordinario relative alle annualità 2023-2024 – pari a 200.000 euro per ciascun ente – al fine di sostenere la candidatura italiana, espressa dalla Regione Friuli Venezia Giulia con il sostegno di Ministero dell'Università e della ricerca, il Ministero delle imprese e del made in Italy e il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, ad ospitare il Big Science Business Forum (BSBF) a Trieste nel 2024, contribuendo alla presentazione e ai contenuti del progetto in partenariato con gli industrial liaison officer italiani di CNR, ENEA, INAF e INFN, e con Area Science Park quale ente di riferimento sul territorio.

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ALLEGATO 2

5-00951 Manzi: Sull'applicazione di canoni e corrispettivi di concessione per la riproduzione dei beni culturali in consegna ad istituti e luoghi della cultura dello Stato.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'Onorevole interrogante per il quesito posto che consente di chiarire alcuni punti importanti in tema di riproduzione delle immagini.
  In primo luogo, occorre sottolineare che il decreto ministeriale n. 161 dell'11 aprile 2023 consente a tutti gli studenti, studiosi e ricercatori di continuare a svolgere le proprie ricerche liberamente, senza nulla pagare all'Amministrazione. L'attività di studio e ricerca così come l'uso individuale senza scopo di lucro restano sempre libere; solo ove vi siano spese sostenute dall'amministrazione occorre pagare (riproduzione di fotocopie, ad esempio). Diversamente, è soggetta al pagamento solo l'attività finalizzata a scopo lucrativo. Il tariffario ministeriale si limita ad applicare la legge che già distingue tra scopo non lucrativo (sempre consentito e gratuito) e attività lucrativa (che è invece soggetta a pagamento).
  L'adozione del provvedimento dell'11 aprile 2023, n. 161 rappresenta un preciso obbligo normativo previsto dall'articolo 108, comma 6, Codice dei beni culturali e del paesaggio secondo cui «gli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per l'uso e la riproduzione dei beni sono fissati con provvedimento dell'amministrazione concedente».
  Il decreto mette ordine nella moltitudine di tariffari elaborati dalle decine di istituti culturali del Ministero, superando anche le lacune contenute nel tariffario adottato nel 1994 dall'allora Ministro Ronchey (decreto ministeriale 8 aprile 1994).
  Trattandosi di beni culturali pubblici, occorre, ancor prima del pagamento di un canone, che sia valutata dall'Amministrazione la compatibilità dell'uso rispetto alla dignità e al decoro del bene culturale, in quanto espressione identitaria della comunità.
  Peraltro, anche la recente sentenza del Tribunale di Firenze dell'aprile 2023, in riferimento alla causa promossa dalla Galleria dell'Accademia di Firenze per l'illecita riproduzione del David di Michelangelo, conferma «l'esistenza in via generale nell'ordinamento di un diritto all'immagine dei beni culturali, che è garantito attraverso il divieto di riprodurre il bene culturale in assenza di autorizzazione».
  Il provvedimento ministeriale costituisce, perciò, anche sotto tale profilo fedele attuazione di quanto previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e della più recente giurisprudenza.
  Quanto ai rapporti tra il provvedimento ministeriale dell'aprile scorso e il Piano nazionale per la digitalizzazione, citato dall'interrogante, occorre precisare che quest'ultimo non costituisce una fonte del diritto e non è stato adottato in attuazione del citato art. 108, comma 6, decreto legislativo n. 42 del 2004; rappresenta solo l'orientamento di un ufficio ministeriale: a diritto vigente non è possibile mettere a disposizione, gratuitamente e senza alcuna forma di controllo rispetto al concreto utilizzo, le immagini del patrimonio culturale. Operare diversamente significherebbe violare il Codice dei beni culturali e del paesaggio.
  Conforta tale conclusione anche la disciplina attuativa della direttiva europea sull'informazione nel settore pubblico che, espressamente, esclude proprio musei, archivi e biblioteche dall'obbligo di fornire gratuitamente la riproduzione dei propri dati e prevede il rimborso dei costi. Infatti, l'articolo 7 del decreto legislativo 24 gennaio 2006, n. 36, come modificato dal decretoPag. 126 legislativo n. 200 del 2021, attuativo della direttiva n. 1024/2019, esclude la gratuità del riuso dei dati per «le biblioteche, comprese quelle universitarie, i musei e gli archivi».
  L'Italia, peraltro, si muove in conformità a quanto accade nel resto del mondo: bastino gli esempi del British Museum, dove l'importo varia dalle 45 alle 60 sterline per un file digitale in alta risoluzione, della Tate Gallery, dove il costo di stampa digitale di un'immagine, come quella dell'opera «Il Duetto» di William Etty, per uso editoriale può ammontare a 229 sterline, e dei Musei Vaticani, secondo museo più visitato al mondo nel 2022, dove si pagano fino a 126 euro per una stampa digitale a colori su carta fotografica.
  Quanto alle amministrazioni pubbliche italiane diverse dal MiC, per la riproduzione di una immagine a colori, il tariffario del Fondo Edifici di Culto (F.E.C.) del Ministero dell'Interno prevede un pagamento fino a 160 euro, e quello della Fondazione Musei Civici Venezia fino a 40 euro più IVA.
  Quanto esposto non esclude, naturalmente, che dopo un periodo di osservazione, il tariffario possa essere rivisto e migliorato, anche valorizzando ulteriormente le esigenze dell'editoria strettamente scientifica e universitaria.

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ALLEGATO 3

5-00952 Amato: Sulla mancata emanazione dei decreti attuativi della legge delega di riforma dello spettacolo in materia di indennità di discontinuità, contratti di lavoro e registro nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'Onorevole interrogante per il quesito posto.
  Vorrei anzitutto soffermarmi sull'importante risultato già ottenuto con il decreto Milleproroghe (legge n. 14/2023, articolo 1, comma 6).
  Mi riferisco alla proroga del termine di attuazione delle deleghe in materia di spettacolo di cui all'articolo 2, legge 15 luglio 2022, n. 106 e, fra queste, di quella concernente l'adozione dei decreti delegati volti all'introduzione dell'indennità di discontinuità; alla disciplina dei contratti di lavoro nel settore dello spettacolo nonché all'istituzione del registro nazionale dei professionisti operanti nel medesimo settore.
  In particolare, grazie a un emendamento presentato da questo Governo, il termine di adozione dei decreti delegati, che sarebbe scaduto a maggio scorso, è stato prorogato di quindici mesi, con termine di adozione, quindi, fissato ad agosto 2024.
  Ciò ci consente di avere più tempo a disposizione per far sì che questo importante progetto – su cui vi è la massima attenzione e sensibilità politica – possa realizzarsi.
  È intenzione di questo Ministero procedere spediti sulla via tracciata dalla legge delega. A dimostrazione di ciò, evidenzio che questo Ministero ha già dato avvio ai relativi lavori, fra l'altro mediante l'individuazione di esperti in materia da coinvolgere nell'iter di adozione dei decreti delegati.
  È delle scorse settimane il decreto con il quale si è provveduto a formalizzare l'istituzione di un gruppo di lavoro, formato da esponenti, oltre che di questo Ministero, anche del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nonché dell'INPS: lo scopo è elaborare un decreto legislativo per l'introduzione di un'indennità di discontinuità in favore dei lavoratori che prestino a tempo determinato, attività artistica o tecnica, direttamente connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli, nonché dei lavoratori discontinui del settore dello spettacolo che prestino a tempo determinato attività al di fuori delle predette ipotesi.
  All'esito dell'ultima riunione del gruppo di lavoro, è stata già predisposta una prima bozza dello schema di decreto legislativo, che sarà oggetto di ulteriore confronto nella prossima riunione già calendarizzata. Naturalmente, è propedeutico rispetto all'adozione del decreto legislativo la individuazione dei «lavori discontinui» che deve avvenire con decreto del Ministro del lavoro.
  Particolare attenzione è rivolta, poi, al reperimento di ulteriori risorse da destinare al finanziamento della misura. Infatti, la dotazione del «Fondo per il sostegno economico temporaneo – SET», inizialmente pari a 40 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, è stata rideterminata da questo Governo con la scorsa legge di bilancio, con un incremento pari a 60 milioni di euro per l'anno 2023, 6 milioni di euro per l'anno 2024 e 8 milioni di euro per l'anno 2025. È intenzione di questo Dicastero reperire ulteriori risorse da destinare a tali scopi.
  Si è infatti consapevoli dell'importanza che l'introduzione di questa misura riveste per tutti i lavoratori dello spettacolo e di quanto questa misura sia fortemente attesa dal settore.
  L'indennità in questione si configura, invero, come un importante strumento per far fronte alla discontinuità riguardante i rapporti di lavoro nel settore dello spettacolo, che si presenta quale caratteristica propria Pag. 128del sistema, essendo «naturale» lo svolgimento del lavoro e delle diverse professioni nell'ambito di produzioni che prevedono tempi e modalità di realizzazione e rappresentazione specifici, limitati, stagionali.
  Sull'attuazione delle altre misure previste dalla legge n. 106 del 2022, l'amministrazione si è già attivata al fine di elaborare proposte normative e dare corso ai rispettivi tavoli di competenza.

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ALLEGATO 4

5-00953 Grippo: Iniziative urgenti per garantire ai lavoratori esternalizzati dei musei l'applicazione del CCNL Federculture.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'on. Interrogante perché il quesito consente di ribadire che, tra le strategie principali adottate da questo Ministero per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano, vi è quella relativa al miglioramento dell'offerta dei servizi al pubblico nei luoghi della cultura. L'importanza di questo momento nella fruizione del sito è un fatto ormai acclarato e suffragato dai dati: la qualità dei servizi contribuisce a migliorare l'esperienza del visitatore e dunque ad incrementare le presenze.
  Quanto alla lamentata applicazione ai lavoratori del settore del contratto collettivo Multiservizi, occorre evidenziare che il Codice dei contratti pubblici, all'articolo 30, espressamente stabilisce che al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto di appalti pubblici e concessioni si applica il contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro e quelli il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l'attività oggetto dell'appalto o della concessione svolta dall'impresa anche in maniera prevalente.
  Conseguentemente, non rientra nella discrezionalità dell'amministrazione appaltante imporre o esigere dai partecipanti alla gara un determinato Contratto collettivo nazionale di lavoro, tanto più qualora una o più tipologie di contratti possano anche solo astrattamente adattarsi alle prestazioni oggetto del servizio da affidare.
  Tanto premesso, considerato che questo Governo condivide le sollecitazioni degli onorevoli colleghi circa la necessità di garantire ai lavoratori esternalizzati dei musei maggiori tutele e stabilità contrattuali, al fine di evitare che possano in futuro verificarsi situazioni che pregiudicano la posizione economica e lavorativa dei lavoratori del settore, sarà cura del Ministero richiamare tutti gli istituti e luoghi della cultura al rigoroso rispetto dei principi su richiamati, mostrando una maggiore attenzione, nella fase della valutazione delle offerte economiche, all'applicazione dei contratti collettivi nazionali che prevedano condizioni più favorevoli per tali categorie di lavoratori.

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ALLEGATO 5

5-00954 Piccolotti: Sulle prospettive occupazionali dei lavoratori dei servizi di biglietteria dei musei a seguito dell'entrata a regime della nuova piattaforma pubblica «Ad Arte».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si ringrazia l'On. Interrogante per il quesito posto.
  Al riguardo, occorre premettere che l'evoluzione tecnologica è un processo inarrestabile; se correttamente governate, le nuove tecnologie possono aiutare i cittadini a vivere meglio. Ed infatti la realizzazione della piattaforma «Ad Arte» rientra nel più ampio progetto di miglioramento dell'accessibilità fisica, senso-percettiva e cognitiva, promosso dal Ministero della cultura.
  Oltre al sistema di gestione della biglietteria elettronica, la piattaforma Ad Arte metterà a disposizione diversi servizi online, fruibili mediante applicazioni mobili da parte dei visitatori e gestibili direttamente da ciascun museo tramite una consolle dedicata. L'app è progettata inoltre per permettere la fruizione di contenuti accessibili di vario genere come audio e video nella lingua dei segni.
  Con specifico riferimento al sistema di gestione della biglietteria on line, occorre precisare che la piattaforma «Ad Arte» non è nata per «far fuori» nessun operatore; essa è «neutra», potendo essere utilizzata sia dall'Amministrazione che da terzi gestori, a seconda dei contesti. La piattaforma non è concepita come esclusivo canale di biglietteria elettronica ma è predisposta in modo da potersi interfacciare anche con altri sistemi di bigliettazione elettronica così da consentire ai luoghi della cultura che hanno già un concessionario e sistemi di biglietteria di continuare a utilizzarli. Collegata alla piattaforma sarà una applicazione mobile che rappresenterà il mezzo con cui i visitatori potranno interagire con il museo prima, durante e dopo la visita.
  La messa in funzione della piattaforma non comprometterà in alcun modo i rapporti in essere con concessionari già individuati grazie alle gare Consip o tramite gare autonomamente concluse da parte dei singoli Istituti; viceversa, ove questi abbiano concessioni in proroga e non abbiano ancora avviato nuove gare o non siano in procinto di avviarle si potranno giovare – anche solo temporaneamente, e comunque fino a quando non avranno individuato un nuovo concessionario – della Piattaforma AD Arte. Ricordiamo che sono solo 75 luoghi della cultura statali ad essere dotati di un concessionario a fronte di 498 musei statali e di circa 4000 musei pubblici non statali: anche quest'ultimi potranno giovarsi della piattaforma, se lo vorranno.
  Riguardo ai lavoratori e alle lavoratrici, desidero fugare le preoccupazioni emerse anche dagli organi di stampa: è infatti preminente interesse di questa amministrazione realizzare un bilanciamento tra la necessità di tutela dei livelli occupazionali del personale impiegato nei diversi istituti e luoghi della cultura e l'esigenza di garantire elevati livelli qualitativi nell'erogazione dei servizi di valorizzazione di tutti gli istituti e luoghi della cultura. In tale direzione è sempre possibile applicare la cosiddetta clausola sociale per promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato. Infatti, la normativa attualmente vigente consente a coloro che volessero, eventualmente, internalizzare il servizio tramite la società in house del Ministero della cultura, Ales s.p.a., il ricorso alla clausola sociale, che permetterà anche a quest'ultima di mantenere tutti gli operatori in servizio presso l'attuale concessionario.

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ALLEGATO 6

5-00955 Amorese: Iniziative per la valorizzazione delle aperture gratuite dei musei e per l'innovazione dell'esperienza museale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli Onorevoli interroganti per il quesito posto.
  Al riguardo, vorrei anzitutto richiamare, come giustamente già evidenziato dagli Onorevoli colleghi, il successo di visitatori e la grande rilevanza mediatica registratisi in occasione delle recenti aperture gratuite degli Istituti e dei luoghi della cultura. Mi riferisco all'accesso gratuito previsto, per la prima volta nella storia repubblicana, in occasione della Festa della Liberazione del 25 aprile e della Festa della Repubblica Italiana del 2 giugno.
  In tali giornate, come dimostrano i dati relativi all'affluenza dei turisti, si è registrato un forte ritorno di interesse verso gallerie, pinacoteche, parchi archeologici e, più in generale, verso i siti della cultura italiana, espressione di una rinnovata consapevolezza civile sull'importanza di conoscere il nostro patrimonio culturale.
  Ed è significativo osservare come tale momento di arricchimento culturale sia coinciso con ricorrenze altamente simboliche per la Nazione, che viene ad essere celebrata, così, attraverso uno dei fattori identitari, quale è, appunto, il patrimonio culturale.
  A titolo esemplificativo, vorrei riportare i primi dati relativi ad alcuni dei siti statali più visitati nel corso del weekend dal 2 al 4 giugno. Ad esempio, l'Area archeologica di Pompei ha registrato un totale di circa 65000 visitatori, il Parco archeologico del Colosseo un numero di circa 58500 visitatori, le Gallerie degli Uffizi sono state interessate da circa 30990 visite, i Musei Reali di Torino hanno ospitato intorno a 13.000 visitatori.
  L'ottimo risultato finora raggiunto induce questo Governo a pensare all'adozione di ulteriori occasioni di valorizzazione della fruizione del patrimonio culturale italiano.
  In particolare, oltre a confermare l'ingresso gratuito nei musei e nei parchi archeologici statali la prima domenica del mese, attraverso l'iniziativa «domenica al museo», si intende estendere la gratuità ad altre ricorrenze. È il caso, ad esempio dell'appuntamento già annunciato per il 4 novembre, Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate. O ancora, della recente data del 8 marzo, nella quale, il Ministero ha invitato le donne a celebrare l'importanza culturale della Giornata internazionale della donna con visite ad ingresso gratuito nei musei statali. Anche questa giornata si è dimostrata un'importante occasione di divulgazione del patrimonio culturale.
  Tali iniziative hanno lo scopo di ampliare il calendario delle aperture gratuite in coincidenza di date fondamentali per la nostra Nazione.