CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 febbraio 2023
62.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-00378 Rizzetto: Iniziative per il mantenimento dei livelli occupazionali dello stabilimento di Lucca della società Koerber Tissue.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli onorevoli interroganti che con la loro interrogazione richiamano l'attenzione del Governo sulla situazione occupazionale della Koerber Tissue di Mugnano (Lucca).
  In particolare, consta agli onorevoli interroganti che la multinazionale della carta lo scorso gennaio abbia annunciato alle organizzazioni sindacali 80 esuberi, individuati tra i lavoratori a tempo determinato, su 460 dipendenti.
  Ciò premesso, atteso che i competenti uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, allo stato, non hanno ricevuto comunicazioni né richieste d'incontri tecnici sulla vicenda, faccio presente che la regione Toscana, espressamente interpellata sul tema, ha confermato che la società Koerber ha intrapreso un piano di riorganizzazione con la previsione di significative eccedenze di personale. In particolare, allo stato risulta ineludibile che l'azienda chiarisca, innanzitutto, come richiesto anche dalle organizzazioni sindacali, i propri piani industriali, ricercando, altresì, soluzioni alternative ai licenziamenti.
  Secondo quanto comunicato dalla regione Toscana, le parti si stanno attualmente confrontando, ma al momento non risultano esser state individuate specifiche soluzioni.
  La regione Toscana ha rappresentato, altresì, di riservarsi di interessare il Ministero delle imprese e del made in Italy, qualora il negoziato in atto non sfoci entro brevissimo termine in una soluzione che garantisca i posti di lavoro o comunque non si riesca a trovare un accordo condiviso con i lavoratori e le loro rappresentanze.
  Concludo assicurando che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel mantenere alta l'attenzione sulla vicenda, se richiesto offre sin da subito la disponibilità a mettere in campo ogni utile strumento di propria competenza per scongiurare che si concretizzino scelte aziendali che vadano nella direzione di compromettere il mantenimento dei livelli occupazionali, con ogni possibile grave ricaduta sul complessivo tessuto socio-economico del territorio toscano.

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ALLEGATO 2

5-00275 Mari: Definizione di un piano pluriennale per il lavoro finalizzato alla piena occupazione di qualità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole interrogante, partendo dai dati trimestrali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sulle comunicazioni obbligatorie relativamente a dimissioni e licenziamenti, mette in luce le preoccupazioni inerenti il mercato del lavoro.
  Per quanto concerne i dati riferiti, è bene chiarire che i dati statistici vanno sempre analizzati e valutati tenendo conto dell'andamento progressivo del mercato del lavoro che riflette il periodo e il contesto economico come quello attuale, particolarmente delicato, dopo la crisi pandemica e con le attuali tensioni internazionali.
  In questo scenario è preciso compito del Governo – anche grazie alle sollecitazioni provenienti dal Parlamento e dal confronto sociale – affrontare le criticità e agevolare la ripresa economica del Paese, mettendo in atto specifiche misure a sostegno delle imprese e attente politiche di welfare per i lavoratori.
  La priorità del Governo e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali è rafforzare e stimolare le politiche attive al fine di favorire l'occupazione, in particolare dei giovani e delle donne.
  L'impegno del Governo e del Ministero è quello di accompagnare i giovani nell'inserimento lavorativo e far sì che, se l'esperienza di lavoro dovesse terminare, il lavoratore deve poter essere in grado di accedere in tempi brevi ad un'altra offerta di lavoro. Solo così si potrà attuare una flessibilità positiva lontana dall'accezione negativa del cosiddetto precariato.
  Al fine di poter favorire esperienze multilivello di formazione professionale efficace per il ricollocamento nel mercato del lavoro e per un più efficiente servizio di inserimento lavorativo, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali favorirà il consolidamento di una rete virtuosa di collaborazione fra soggetti pubblici e privati in materia di formazione professionale, upskilling e reskilling: a partire dagli incentivi per la formazione interna in azienda e per la creazione di poli di eccellenza territoriali che vedano la collaborazione integrata della rete dei centri per l'impiego, delle aziende e delle imprese della filiera produttiva, commerciale e di servizio.
  Per quanto riguarda il problema del disequilibrio fra domanda e offerta di lavoro, dovuto, tra l'altro, ad un disallineamento fra prestazioni richieste dalle imprese e competenze offerte dai soggetti che si affacciano sul mercato del lavoro, è di fondamentale importanza compiere una serie di interventi, tra i quali implementare il sistema di certificazione delle competenze e valorizzare il contratto di apprendistato e rilanciare il sistema duale.
  Nell'interesse più generale dello Stato, l'azione politica che si intende realizzare è poter garantire ai giovani ogni possibilità di accesso al mercato del lavoro e di conseguenza una redditività adeguata.
  Al fine di garantire dei salari dignitosi, voglio sottolineare l'impegno che dovrà essere profuso per rafforzare la contrattazione collettiva aggiornando gli accordi qualora sia opportuno e necessario. Tale sistema, infatti, determina già in molti casi salari più alti di un'ipotetica soglia di salario minimo, comprensivi degli istituti accessori di welfare e tutele.
  Concludo pertanto assicurando la massima attenzione da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali – che attraverso specifici tavoli – in parte già avviati – è impegnato con tutte le parti sociali coinvolte – nella messa a punto di misure volte a migliorare il sistema delle politiche attive al fine di fornire soluzioni concrete alle problematiche inerenti il mercato del lavoro.

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ALLEGATO 3

5-00379 Soumahoro: Interventi per il superamento degli insediamenti abusivi e il contrasto dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'onorevole interrogante che con l'atto di sindacato ispettivo pone all'attenzione del Governo un tema delicato, quale quello della tutela dei lavoratori in agricoltura.
  In questo piano d'azione si inserisce il superamento degli insediamenti abusivi dei braccianti agricoli che, come rammentato dall'onorevole interrogante, purtroppo sono stati anche teatro di tragedie frutto della precarietà e insicurezza dei siti.
  Con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 55 del 29 marzo 2022 sono state ripartite le risorse finanziare pari a 200.000.000 euro previste dal PNRR, per la realizzazione di interventi volti al superamento degli insediamenti abusivi di migranti e per il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura.
  In particolare, è previsto lo stanziamento di più del 50 per cento delle risorse finanziarie in parola in favore dei comuni della provincia di Foggia, dove il Ministero dell'interno – Prefettura di Foggia – ha attivato un tavolo di coordinamento per sostenere e accompagnare le Amministrazioni comunali nel lavoro di elaborazione delle strategie e di predisposizione dei documenti (a partire dai piani di azione locale) richiesti dalle procedure e linee guida per accedere ai finanziamenti sulla specifica missione in esame del PNRR.
  Tutti i comuni della provincia di Foggia beneficiari dei fondi sopra indicati hanno presentato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali i Piani d'azione locale, riepilogativi del set di interventi da realizzare per il superamento degli insediamenti abusivi ricadenti in ciascun territorio comunale, corredati dei piani finanziari e del cronoprogramma degli interventi medesimi.
  L'ultimo incontro del tavolo di coordinamento, finalizzato a un aggiornamento sullo stato di attuazione degli interventi in parola, si è tenuto il 9 febbraio 2023, presenti anche i Sindaci dei comuni di Manfredonia, San Severo e Cerignola, principali destinatari delle risorse in commento, e il Commissario straordinario del comune di Foggia che, benché non destinatario di fondi in argomento, è coinvolto nella realizzazione degli interventi relativi al superamento dell'insediamento di Borgo Mezzanone.
  Dai lavori del tavolo è emersa la primaria necessità di superare la condizione di emergenza riscontrata negli insediamenti in parola, e, quindi, di impostare processi di sviluppo di ampia portata, che attengono non solo all'abitare ma anche alla mobilità e all'integrazione sociale-economica. In tal senso i progetti mirano a superare la condizione di concentrazione dei migranti in un unico luogo – che favorisce i processi di illegalità incidendo negativamente sul piano della sicurezza pubblica – favorendo un modello «a rete», che poggia sulla costituzione di comunità più piccole, valorizzando ed utilizzando le strutture edilizie abitative esistenti.
  Le proposte sintetiche di progetto e i Piani di azione locale innanzi citati saranno sottoposti al vaglio dell'Unità dimissione per il PNRR costituita presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali in occasione dell'incontro in programma il prossimo 28 febbraio.
  Con particolare riguardo alle ulteriori iniziative in atto per il superamento dell'insediamento di Borgo Mezzanone, e precipuamente allo stato di avanzamento degli interventi previsti dal Protocollo d'intesa per la riconversione del CARA di Borgo Mezzanone in foresteria regionale per lavoratoriPag. 97 stranieri stagionali, il Ministero dell'interno ha comunicato che sono in corso di definizione da parte dei competenti Uffici regionali gli interventi propedeutici all'attivazione delle utenze per la fornitura idrica e di energia elettrica all'interno dei 100 moduli abitativi, installati nell'area posta in prossimità del CARA, ove saranno ricollocati 400 migranti.
  Concludo rammentando che complessivamente il piano d'intervento riguarda siti dislocati su 11 regioni italiane e che i competenti uffici ministeriali hanno rappresentato di procedere alla stipula delle convenzioni con i comuni entro giugno 2023 nel rispetto della tempistica di attuazione del PNRR.

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ALLEGATO 4

5-00380 Carotenuto: Avvio dei corsi di formazione o di riqualificazione professionale per i percettori del reddito di cittadinanza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'onorevole interrogante per aver richiesto aggiornamenti riguardanti i percorsi formativi per i percettori del reddito di cittadinanza.
  In via preliminare, si rappresenta che con la legge di bilancio per il 2023 il Governo è intervenuto sui percorsi formativi dei percettori del reddito secondo una logica ben precisa, che rappresenta una linea guida per l'azione dell'Esecutivo: rendere la popolazione attiva effettivamente occupabile e sostenerne l'inserimento al lavoro limitando, allo stesso tempo, la possibilità che intere fasce di popolazione siano sostenute esclusivamente attraverso misure di mera assistenza.
  Considero un obiettivo primario quello di garantire l'attuazione delle norme contenute nella legge di bilancio e la coerente evoluzione in senso riformatore dell'intervento.
  In primo luogo, per quanto riguarda l'obbligo di frequenza ai corsi di formazione, faccio presente che il programma Garanzia occupabilità dei lavoratori (GOL) già prevede tra i propri destinatari, i percettori del reddito di cittadinanza.
  Sulla base delle necessità rilevate in sede di valutazione dei bisogni, il percettore del reddito di cittadinanza è indirizzato in uno dei quattro percorsi previsti per il miglioramento dell'occupabilità dei lavoratori, vale a dire: reinserimento lavorativo; aggiornamento; riqualificazione; lavoro ed inclusione.
  L'ANPAL, interpellata su tale punto, in qualità di autorità di gestione del programma, ha precisato che per i percorsi di aggiornamento, riqualificazione, lavoro ed inclusione l'attività formativa è modulata in base alla distanza dal mercato del lavoro e al bisogno.
  In particolare, per l'avvio del programma GOL, è stata data priorità ai beneficiari di strumenti di sostegno al reddito sottoposti a condizionalità, vale a dire i beneficiari di reddito di cittadinanza, oltre che di NASPI: mi preme evidenziare che l'attività di formazione, ad ogni modo, resta una competenza esclusiva delle regioni e delle province autonome.
  Alla data del 5 febbraio 2023, i beneficiari di reddito presi in carico dal programma GOL sono circa 198.000, pari a poco meno di un quarto del totale dei lavoratori entrati nel programma (circa 844.000): sono oltre 161.000, cioè l'81 per cento dei beneficiari del reddito di cittadinanza, i soggetti per i quali l'attività è iniziata o potrà iniziare nelle prossime settimane essendo aggiudicati, o in via di prossima aggiudicazione, gli avvisi per l'attività di formazione che le Regioni hanno pubblicato a valere sulle risorse di GOL.
  I dati appena forniti, ad ogni modo, possono essere sottostimati a fronte dei ritardi nella trasmissione dei dati ad opera di alcune regioni: ad ogni modo, per oltre 47.000 beneficiari di GOL entrati nel Programma quali beneficiari del reddito è già presente nel Sistema informativo unitario (SIU) il dato sull'effettivo coinvolgimento, cioè l'individuazione di un'attività formativa da svolgere, anche se non necessariamente l'avvio di uno specifico corso e la relativa frequenza.
  In secondo luogo, in questa stessa direzione di inclusione, segnalo che a livello tecnico sono state avviate interlocuzioni con il Ministero dell'istruzione e del merito per l'individuazione di azioni finalizzate a facilitare le iscrizioni a percorsi di istruzione erogati dai singoli centri provinciali per l'istruzione degli adulti (CPA).Pag. 99
  Concludo, assicurando la massima attenzione sulla tematica segnalata. Il Ministero del lavoro, insieme all'ANPAL, monitorerà l'applicazione delle norme previste nella legge di bilancio, che rappresentano il primo tassello per la costruzione di un nuovo percorso riformatore di attivazione e inserimento nel mercato del lavoro.

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ALLEGATO 5

5-00381 Gribaudo: Stipula della Convenzione bilaterale in materia
di sicurezza sociale tra Italia e Albania.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'onorevole interrogante per aver richiesto aggiornamenti sullo stato dei lavori parlamentari finalizzati alla conclusione dell'accordo in materia di sicurezza sociale tra lo Stato italiano e la Repubblica d'Albania.
  In via preliminare, rappresento che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si è impegnato, con le altre Amministrazioni competenti, per concludere positivamente il citato accordo e riconoscere il reciproco diritto alle prestazioni sociali ai lavoratori dei due Paesi firmatari.
  Di recente, infatti, Italia ed Albania hanno raggiunto a Tirana un'intesa in materia previdenziale e sociale che rappresenta un passo in avanti sulla strada dell'integrazione e del riconoscimento dei diritti sociali ed economici dei migranti.
  Il presente accordo si applica a tutti coloro che esercitano o hanno esercitato un'attività subordinata o autonoma in uno dei due Stati contraenti, con particolare riferimento alle prestazioni pensionistiche, indennità di disoccupazione e indennità di malattia.
  Rispetto ai modelli di accordi in materia di sicurezza sociale, questo è un classico accordo di coordinamento che ha la funzione di individuare regole e creare un pacchetto di normative utili a coordinare le legislazioni di entrambi i paesi.
  Per tali ragioni, la parte essenziale dell'Accordo è riferita alle prestazioni di lungo periodo, in ragione della scarsa mobilità della comunità albanese.
  Inoltre, di questa intesa beneficeranno anche i cittadini italiani che lavorano o hanno lavorato in Albania.
  Si rappresenta che in data 13 febbraio 2023 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha comunicato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale il proprio assenso tecnico sulla firma dell'accordo in oggetto e sul relativo disegno di legge di ratifica, subordinato alla verifica degli oneri effettivi derivanti da tale sottoscrizione.
  In parallelo, comunico che la Direzione generale per le Politiche previdenziali di questo Ministero, in collaborazione con gli uffici tecnici dell'INPS, sta predisponendo la bozza di Intesa amministrativa per l'attuazione dell'Accordo, così come previsto dall'articolo 19 dell'intesa.
  Concludo pertanto assicurando l'Onorevole interrogante che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per quanto di competenza, si adopererà per concludere in tempi brevi l'iter parlamentare finalizzato all'entrata in vigore della convenzione Italia-Albania in materia di sicurezza sociale.

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ALLEGATO 6

5-00382 Giaccone: Iniziative per l'incremento dei limiti reddituali
per il diritto alle pensioni di invalidità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'atto in esame, gli onorevoli interroganti chiedono se sia possibile procedere ad un aumento del limite di reddito al fine di colmare la differenza tra la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni e l'aumento del limite reddituale.
  Al riguardo, a seguito degli incrementi pensionistici previsti dal legislatore, viene segnalato dagli onorevoli interroganti la circostanza per cui i trattamenti pensionistici pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS sono stati rivalutati nella misura del 100 per cento dell'aumento dell'inflazione, cioè del 7,3 per cento, considerato che questo è l'incremento inflazionistico calcolato.
  Al contempo la soglia massima di reddito pensionistico per poter percepire la pensione di invalidità in cumulo con quella da lavoro ha avuto un incremento pari al 5,1 per cento e non del 7,3 per cento.
  Ciò posto, si segnala che la problematica individuata dipende dalla diversità delle normative cui fanno riferimento i due sistemi di rivalutazione.
  Le pensioni di invalidità civile sono rivalutate ogni anno con gli stessi indici utilizzati per la rivalutazione delle pensioni, cioè rapportando il valore medio dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati, relativo all'anno precedente il mese di decorrenza dell'aumento, all'analogo valore medio relativo all'anno precedente (ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 503 del 1992).
  I limiti di reddito annuo per poter percepire la pensione di invalidità civile degli invalidi civili totali, ciechi civili, sordi, invece, pur essendo rivalutati ogni anno con lo stesso indice utilizzato per la rivalutazione delle relative pensioni (articolo 54, comma 12, della legge n. 449 del 1997), sono rideterminati confrontando il valore medio dell'indice relativo al periodo compreso dal diciassettesimo al sesto mese anteriore a quello da cui ha effetto l'aumento delle pensioni con il valore medio dell'indice in base al quale è stato effettuato il precedente aumento, ai sensi dell'articolo 19 della legge n. 153 del 1969.
  Come si evince dalla normativa da ultimo citata, per i suddetti limiti di reddito, il periodo di riferimento per il calcolo della variazione degli indici è anticipato di sei mesi. La ratio di tale disallineamento di sei mesi del numero indice per il calcolo della rivalutazione consegue alla necessità di effettuare il rinnovo delle pensioni con indici definitivi. Tuttavia, in fasi di inflazione crescente, come quella attualmente in corso, si può determinare un disallineamento tra entità della rivalutazione e aggiornamento dei limiti di reddito.
  Può però accadere anche il contrario, laddove l'inflazione sia in fase decrescente. Al riguardo, l'INPS, opportunamente interpellato, ha reso noto che ci sono stati anni nei quali i limiti di reddito sono stati rivalutati in misura superiore alle pensioni.
  Considerata l'importanza del tema sollevato, potrebbe rivelarsi determinante una revisione della normativa, che porti a una omogeneizzazione dei due sistemi di rivalutazione che interessano la materia.
  Assicuro, pertanto, la disponibilità del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ad affrontare la questione per cercare una soluzione alle criticità esposte.

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ALLEGATO 7

5-00383 Tenerini: Iniziative in ordine alla dotazione di personale
della sede di Prato dell'Istituto nazionale della previdenza sociale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'onorevole interrogante per aver portato all'attenzione del Governo le criticità determinate dalle carenze d'organico della sede INPS di Prato.
  Al riguardo rappresento quanto riportato dall'Istituto previdenziale, espressamente interrogato sul tema.
  La problematica della carenza di personale è da tempo all'attenzione degli organi dell'Istituto, che, per sopperire ai fabbisogni del personale su tutto il territorio nazionale, in linea con le disposizioni vigenti in materia di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, ha proceduto a bandire ed espletare più concorsi.
  In particolare, il concorso per consulenti di protezione sociale, funzionari ex area C, bandito per 1.858 posti, si è concluso da pochi giorni e l'Istituto sta procedendo all'assunzione di complessive 4.124 unità che verranno immesse in servizio, presumibilmente a decorrere dal 1° aprile 2023, proprio per garantire la necessaria dotazione di personale alle varie sedi.
  L'assegnazione, finalizzata a garantire la necessaria dotazione di personale alle varie sedi, ivi inclusa quella di Prato, avverrà secondo criteri di distribuzione tra le diverse strutture che sono in corso di definizione ma nei quali, in ogni caso, si terrà conto degli spostamenti di risorse conseguiti all'espletamento della mobilità territoriale.
  L'INPS ha assicurato che sta intanto svolgendo tutte le attività necessarie alla gestione delle carenze di organico in atto nei diversi territori regionali, mediante l'utilizzo delle leve gestionali a propria disposizione, tenendo conto delle criticità specificamente segnalate in relazione alla sede di Prato all'atto delle assunzioni dei vincitori di concorso.