CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 maggio 2022
798.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-08105 Fregolent: Iniziative per far fronte alla cronica carenza di acqua nel bacino del fiume Po, in conseguenza della siccità e dei cambiamenti climatici.

TESTO DELLA RISPOSTA

   Con riferimento alla questione posta dall'Onorevole interrogante, con particolare riguardo alle iniziative urgenti da intraprendere al fine di contrastare la carenza di acqua del bacino del Po, si rappresenta quanto segue.
   Si evidenzia che la situazione idrometeorologica nazionale e il livello di soddisfacimento degli usi idrici sono costantemente monitorati, nel nostro Paese, dagli Osservatori permanenti sugli utilizzi idrici, istituiti nel 2016 presso le Autorità di bacino distrettuali mediante Protocolli d'intesa interistituzionali con questo Ministero, nonché con altre amministrazioni pubbliche ed enti competenti per materia.
   Detti Osservatori sono strutture operative collegiali deputate alla gestione e diffusione dei dati relativi alla disponibilità e all'uso della risorsa idrica dei distretti, e alla definizione di proposte tecnicamente basate, per la regolamentazione dei prelievi e degli usi, in funzione degli obiettivi fissati dai Piani di Gestione dei Distretti Idrografici ed in coerenza con gli indirizzi forniti della Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
   Gli stessi operano anche da Cabina di regia per la previsione e gestione degli eventi di carenza idrica e siccità, definendo le azioni più idonee alla gestione proattiva degli eventi determinati da scarsità idrica.
   Nello specifico, per quanto concerne il Distretto idrografico del fiume Po, l'Osservatorio si è riunito frequentemente sin dal febbraio scorso per effettuare un monitoraggio assiduo della situazione idrometeorologica attuale e prevista, tenendo conto delle riserve idriche disponibili nel distretto, sulla base dei dati e delle informazioni condivise dalle regioni. Nello specifico, attualmente l'Osservatorio ha individuato, sul distretto, uno «scenario di severità idrica media».
   In merito alle azioni che il Governo sta implementando si rappresenta innanzitutto le azioni volte al potenziamento degli strumenti conoscitivi e gestionali di bilancio idrico a supporto degli Osservatori e delle Autorità idrauliche distrettuali.
   In aggiunta, sono in programmazione investimenti in opere infrastrutturali, sia all'interno del PNRR, sia attraverso lo strumento del Piano nazionale degli interventi nel settore idrico – sezione invasi e acquedotti, di cui all'articolo 1, comma 518, della legge n. 205 del 2017.
   Per quanto riguarda il potenziamento degli strumenti conoscitivi, nell'ambito delle risorse a valere sui Fondo per lo Sviluppo della Coesione 2014-2020, all'interno del Piano Operativo Ambiente (POA), con la Linea di azione 2.3.1 denominata «Interventi per il miglioramento della qualità dei corpi idrici» viene finanziato un pacchetto di interventi, per rafforzare le misure individuate dei Piani di Gestione delle Acque e superare la frammentazione delle conoscenze di base tramite risoluzione sistemica.
   In particolare, sul distretto del Po, sono state destinate risorse economiche nell'ordine di oltre sette (7) milioni di euro, le quali sono destinate alla realizzazione di obiettivi quali il miglioramento e aggiornamento degli strumenti per il monitoraggio quali-quantitativo delle acque, il supporto modellistico all'attività degli Osservatori per la gestione delle risorse idriche a livello distrettuale, nonché l'aggiornamento del quadro conoscitivo in materia di derivazione a supporto degli strumenti di regolazione, con la predisposizione di un vero e Pag. 167proprio catasto delle concessioni, con dati dinamici di prelievo.
   Per quanto concerne il PNRR, si segnala, nell'ambito della Missione 2 Componente 4 Investimento 3.3 «Rinaturazione dell'area del Po» l'investimento programmato mirato a ridurre l'artificialità del corso d'acqua, al ripristino ambientale del corso fluviale e al contenimento delle specie vegetali alloctone invasive, in linea con la strategia europea di difesa della biodiversità.
   A tale riguardo, è stato formalizzato uno specifico accordo nel novembre 2021 fra il MiTE, le regioni interessate (Piemonte, Lombardia, Emilia e Veneto) per la costituzione di una cabina di regia deputata al coordinamento delle attività progettuali attraverso uno specifico programma d'azione.
   Sempre in ambito PNRR, si annovera l'investimento 1.1 della M2C4, volto ad azioni di monitoraggio e prevenzione dei rischi naturali ed indotti sul territorio italiano, sfruttando le conoscenze e le tecnologie esistenti ed all'avanguardia, al fine di garantire l'elaborazione e l'attuazione di piani di prevenzione e resilienza adeguati al territorio e le infrastrutture, a difesa e protezione delle risorse nazionali esistenti e future.
   L'azione collegiale del Governo in merito alle criticità evidenziate si sostanzia anche con il contributo e il coordinamento delle altre Amministrazioni competenti in materia, fra cui il Ministero delle infrastrutture e il Ministero delle politiche agricole, sia attraverso fondi PNRR che con strumenti specifici nelle proprie disponibilità.

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ALLEGATO 2

5-08106 Pellicani: Tempi di conclusione dell'aggiornamento del cosiddetto «Protocollo fanghi» e del Piano morfologico e ambientale della laguna di Venezia.

TESTO DELLA RISPOSTA

   Con riferimento alla questione posta dagli Onorevole interroganti si rappresenta quanto segue.
   La definizione dello schema di decreto recante disposizioni per il rilascio delle autorizzazioni per la movimentazione, in aree ubicate all'interno del contermine lagunare di Venezia, dei sedimenti risultanti dall'escavo dei fondali ai sensi dell'articolo 95, comma 27-bis, del decreto-legge 14 agosto 2020 n. 104, convertito, con modificazioni, dalla Legge 13 ottobre 2020 n. 126, che aggiorna il Protocollo-fanghi del 1992, è stata oggetto di un tavolo tecnico finalizzato alla definizione delle nuove Linee Guida per la gestione dei sedimenti lagunari, che ha visto la partecipazione del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, di ISPRA e dell'Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali.
   I lavori di detto tavolo tecnico si sono conclusi con la definizione del documento preliminare condiviso.
   L'11 maggio u.s. è stato acquisito il concerto di tutti i Ministeri interessati e il successivo giorno 13, lo schema di decreto è stato inviato alla regione Veneto per la richiesta prescritta intesa.
   Una volta pervenuta la predetta intesa, si provvederà ad inviare lo schema di decreto al Consiglio di Stato per il prescritto parere.
   Circa il Piano morfologico e ambientale della laguna di Venezia (PMLV) si evidenzia quanto segue.
   L'aggiornamento del Piano PMLV è stato sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica, il cui esito è il Decreto di parere di VAS D.M. n. 101 del 21 marzo 2018, che evidenziava numerose criticità, fra cui la principale era che la gestione dei sedimenti all'interno della laguna fosse vincolata all'emanazione del nuovo Protocollo Fanghi, criticità da affrontare prima di procedere all'Aggiornamento del Piano Morfologico.
   Il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, con nota prot. MATTM/751/2021, ha trasmesso il documento «Aggiornamento del Piano Morfologico e ambientale della Laguna di Venezia (PMLV), Adeguamento al Parere del MATTM Dm 101 del 21/03/2018».
   In data 4 maggio 2022 la Commissione Tecnica di Verifica di impatto Ambientale VIA-VAS ha emesso il parere n. 341 (che dovrà essere notificato al Proponente) con cui si ribadisce quanto è stato indicato nel Decreto di parere VAS del 2018, ovvero che il Decreto Fanghi costituisce un atto presupposto per la verifica dell'aggiornamento del Piano stesso.

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ALLEGATO 3

5-08108 Federico e Barzotti: Compatibilità ambientale e rispondenza con i requisiti della transizione ecologica della centrale di teleriscaldamento in costruzione nelle aree «ex Macello» del comune di Lodi.

TESTO DELLA RISPOSTA

   Con riferimento alle questioni poste relative al progetto Linea Green relativo alla costruzione di una centrale termoelettrica, si rappresenta quanto segue.
   L'impianto oggetto dell'interrogazione, avendo una potenza al di sotto dei 50 MW, non rientra tra le tipologie impiantistiche soggette a Verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale, ovvero dei procedimenti autorizzativi che afferiscono alle competenze dell'Amministrazione centrale.
   La tipologia impiantistica in questione rientra, pertanto, nei cosiddetti «medi impianti di combustione» soggetta alla disciplina dell'Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) che sostituisce gli atti di comunicazione, notifica ed autorizzazione in materia ambientale individuati dal D.P.R. n. 59 del 2013.
   Il comune di Lodi, ovvero l'Amministrazione su cui insiste il progetto, rappresenta che la società Linea Reti e Impianti, proprietaria di lotto di terreno urbano su cui era stato realizzato un primo impianto, nel giugno 2021 ha presentato allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) una Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) alternativa al permesso di costruire relativa all'installazione di due generatori di calore e relativi impianti accessori, a cui era preceduta la valutazione di impatto paesistico che aveva ottenuto parere neutro dalla competente Commissione.
   L'Amministrazione rappresenta, altresì, che dal giugno 2013 è in vigore l'AUA del primigenio impianto e che, nel mese di luglio 2021, è stata presentata la nuova domanda di AUA, prontamente trasmessa alla provincia di Lodi quale «Autorità competente».
   La provincia stessa, con determina n. 1172 del 16 novembre 2021, ha autorizzato, mediante AUA per le emissioni, l'impianto in questione, che prevede l'installazione di due caldaie di riserva a servizio della rete di teleriscaldamento della città di Lodi, idonei a coprire i picchi di richiesta di calore.
   Si rappresenta che a livello regionale i criteri di installazione ed esercizio degli impianti di teleriscaldamento sono disciplinati dalla DGR n. 3934 del 2012 e dalla DDS n. 17332 del 2019, che definiscono per tutti gli impianti di produzione di energia collocati sul territorio criteri localizzativi e soluzioni tecnico-impiantistiche che prevedono in molti casi limiti alle emissioni più stringenti rispetto a quelli previsti a livello nazionale, considerando altresì che suddetti impianti sono contemplati negli strumenti di pianificazione regionale in materia di qualità dell'aria.
   Parimenti, il comune di Lodi rappresenta che non vi sono elementi tali da far supporre che nella costruzione dell'impianto non saranno adottate le migliori tecnologie disponibili, attese inoltre le costanti interlocuzioni dello stesso Ente con le Amministrazioni locali deputate al monitoraggio dei livelli di emissioni.
   Infine, nel rappresentare che non sussiste competenza dell'Amministrazione centrale nel rilascio delle autorizzazioni e nei diversi procedimenti connessi, questo Ministero persevererà nel dialogo con gli Enti locali al fine di assicurare che nell'installazione dell'impianto di cogenerazione siano effettivamente adottate le tecnologie disponibili più avanzate.

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ALLEGATO 4

5-08109 Plangger e Villarosa: Tempi, modalità e risorse per la bonifica della discarica sita nel comune di Milazzo (ME).

TESTO DELLA RISPOSTA

   Con riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante, relativamente alla discarica presente sulle coste demaniali nel comune di Milazzo si rappresenta innanzitutto che la stessa non rientra nel sito di bonifica di interesse nazionale SIN «Area Industriale di Milazzo».
   Come menzionato nell'interrogazione, con decreto del 29 dicembre 2020, a valere sulla Legge di bilancio per il 2019, l'allora Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha destinato circa centocinque (105) milioni di euro per la bonifica dei «siti orfani», presenti sul territorio nazionale.
   I fondi stanziati per le bonifiche dei «siti orfani» sono stati ripartiti tra le Regioni e le Province Autonome, secondo le quote individuate dal suddetto decreto sulla base di specifici criteri di assegnazione.
   In particolare, ciascuna regione provvede, secondo propri criteri e in coerenza con le pianificazioni già adottate in materia di bonifica, all'individuazione dei «siti orfani» per i quali gli interventi oggetto del decreto stesso risultano prioritari in riferimento al rischio ambientale e sanitario connesso.
   Pertanto, la regione Sicilia, sulla base dei criteri procedurali indicati dalla norma, ha individuato quale «sito orfano» la «Discarica dismessa per rifiuti speciali, in località Contrada Marabusca – comune di Gela (CL)», per la cui bonifica è stato sottoscritto un accordo nell'agosto 2021 tra questo Ministero e la Regione per complessivi 13 milioni di euro.
   Successivamente, con il PNRR sono stati stanziati 500 milioni di euro per la bonifica dei «siti orfani», con l'obiettivo della loro riqualificazione, in particolare attraverso la misura M2C4 Investimento 3.4, e prevedendo l'adozione di un Piano d'Azione che individui i siti di tutte le Regioni e identifichi gli interventi specifici da intraprendere.
   Pertanto, al fine di dare tempestiva attuazione alla misura del PNRR, il Ministero della transizione ecologica ha individuato, in ragione del quadro normativo vigente che attribuisce alle regioni la competenza di operare il censimento delle aree inquinate ed il relativo piano regionale per la loro bonifica, le stesse quali interlocutori per l'acquisizione dei dati necessari alla stesura del Piano.
   Dietro richiesta di questo Ministero, e sulla base degli elenchi forniti dalle Amministrazioni locali, con due successivi decreti ministeriali sono stati individuati gli elenchi dei «siti orfani» da riqualificare sul territorio nazionale.
   Riguardo la situazione della regione Sicilia, si specifica che con nota del novembre 2021 la stessa ha individuato trentasei siti da candidare al finanziamento comunitario, tra i quali non è presente la discarica sita nel comune di Milazzo attenzionata dall'onorevole interrogante.
   Si rappresenta che tutte le Amministrazioni, hanno fornito gli elenchi dei «siti orfani» secondo propri criteri e in coerenza sia con la pianificazione già adottata in materia di bonifiche che con l'obiettivo finale della misura M2C4, ovvero la riqualificazione di almeno il 70 per cento della superficie del suolo dei «siti orfani», entro il primo trimestre del 2026, al fine di ridurre l'occupazione del terreno e migliorare il risanamento urbano.
   Sulla base dei criteri di ripartizione delle risorse da utilizzare per la realizzazione degli interventi di cui alla misura M2C4, previsti dal decreto del 29 dicembre 2020, alla Regione Siciliana sono assegnatiPag. 171 oltre 64 milioni di euro nell'ambito del PNRR; I singoli siti e i correlati interventi da realizzare saranno definiti nel suddetto Piano d'azione di cui all'articolo 17 del decreto-legge n. 152 del 2021, attualmente in fase di predisposizione.

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ALLEGATO 5

5-08110 Lucchini: Misure contingenti e straordinarie per affrontare le difficoltà generate dalla siccità, anche attraverso la creazione di una rete di bacini di accumulo della risorsa idrica.

TESTO DELLA RISPOSTA

   Con riferimento alla questione posta dall'Onorevole interrogante, con particolare riguardo alle iniziative da intraprendere al fine di contrastare i problemi afferenti alle risorse idriche del paese, si rappresenta quanto segue.
   La problematica evidenziata è all'attenzione di tutti i soggetti istituzionali interessati dalla tematica nell'ambito delle proprie competenze.
   Nello specifico, per quanto riguarda le misure a ristoro delle attività economiche agricole, il Ministero delle politiche agricole rappresenta la disponibilità di interventi compensativi «ex-post» a valere sul Fondo di Solidarietà Nazionale per il sostegno alle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali, qualora le stesse non siano comprese nel piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi con polizze assicurative agevolate (ai sensi del decreto legislativo n. 102 del 2004), che prevede un contributo statale fino al 70% della spesa premi sostenuta.
   Inoltre, con il Piano strategico nazionale della politica agricola comunitaria 2023 – 2027 è stato disposto un nuovo strumento di intervento «ex ante» sotto forma di fondo di mutualizzazione nazionale. In caso di eventi catastrofali, come quello rappresentato, tutte le imprese agricole potranno accedere a suddetto fondo, il quale è in grado di fornire pronto ristoro per la ripresa economica e produttiva.
   Lo stesso Ministero evidenzia che con i recenti piani di finanziamento nazionali ha destinato cospicue risorse agli interventi afferenti alle infrastrutture irrigue collettive, intercettando il fabbisogno nella fase del trasporto dell'acqua irrigua.
   Va evidenziata, nell'ambito delle azioni a contrasto del fenomeno della siccità, l'importanza delle attività condotte nell'ambito degli Osservatori permanenti delle autorità di bacino, i quali hanno compiti prettamente operativi, nonché sono dotati degli strumenti di monitoraggio atti a predisporre le misure necessarie per far fronte alle situazioni di emergenza a seconda dei vari scenari di severità idrica.
   In particolare, l'Osservatorio dell'autorità di bacino distrettuale del fiume Po, si è riunito in numerose occasioni a partire dal mese di febbraio, ritenendo opportuno, oltre ad aumentare la frequenza delle azioni di monitoraggio, a valutare l'introduzione di eventuali deroghe al deflusso minimo vitale (DMV) del corso d'acqua e la riduzione delle erogazioni dagli invasi in ottica di risparmio.
   Inoltre, nella riunione del 14 aprile scorso sono stati previsti anche eventuali contributi del Lago di Garda al fiume Po per contrastare la risalita del cuneo salino, nonché l'erogazione dai grandi laghi regolati, laddove le opere strutturali lo consentano.
   A livello locale, in coerenza con le analisi effettuate dall'Osservatorio e con gli strumenti di pianificazione distrettuale della risorsa idrica, la regione Lombardia recentemente (Aprile 2022), con determinazione di giunta, ha disposto la deroga temporanea al rilascio del deflusso minimo vitale in riferimento al Piano di tutela delle acque su istanza presentata dal Consorzio dell'Oglio e Consorzio dell'Adda.
   A livello nazionale l'azione di Governo a contrasto dei fenomeni di siccità e scarsità idrica, si sostanzia, oltre al supporto alle attività degli Osservatori e delle Autorità Distrettuali, anche negli investimenti previsti nella programmazione ed attuazione del PNRR.Pag. 173
   In particolare, per quanto concerne la Missione 2 Componente 4 «Tutela del Territorio e della Risorsa Idrica» è previsto un intervento volto alla realizzazione di un sistema avanzato integrato di monitoraggio e previsione degli effetti del cambiamento climatico.
   Nell'ambito della stessa Componente 4 è altresì previsto l'investimento 4.1 relativo a interventi in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico, ovvero il cosiddetto «Piano Invasi» di competenza del Ministero delle infrastrutture.
   Per quanto riguarda il distretto del fiume Po sono stati individuati 21 progetti per un totale di oltre 480 milioni di euro, per cui ci si avvarrà anche di risorse aggiuntive da programmare sul PNRR.
   Infine, l'attenzione del Governo si sta concentrando anche nella programmazione del potenziamento del Comitato di Coordinamento Nazionale degli Osservatori. Inoltre, recentemente, è stato istituito presso il MiTE un Tavolo politico-istituzionale alla presenza di tutte le Autorità di bacino nazionali al fine di raccogliere proposte di intervento a livello nazionale.
   Si rappresenta in ultimo che, il Dipartimento della Protezione Civile segue costantemente le attività degli osservatori e le attività di monitoraggio delle disponibilità idriche, specificando che la situazione allo stato attuale non è tale da determinare il ricorso alla adozione di misure emergenziali ai sensi dell'articolo 7, lettera c) del decreto legislativo n. 1 del 2018.

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ALLEGATO 6

5-06316 Foti: Tempi e modalità di realizzazione della quarta corsia nel tratto autostradale Modena Nord-Piacenza Sud sulla A1 Milano-Napoli.

TESTO DELLA RISPOSTA

   Come evidenziato dall'onorevole interrogante, la Società Autostrade per l'Italia S.p.A., a seguito della Convenzione sottoscritta nel 2007, ha sviluppato la progettazione preliminare di interventi di potenziamento per una serie di tratte autostradali su tutto il territorio nazionale, inclusa la realizzazione della IV corsia tra il casello di Modena Nord e quello di Piacenza Sud, fissando un ordine di priorità realizzativa sulla base di valutazioni sull'efficienza trasportistica e sulla fattibilità tecnica.
   Considerato che il predetto tratto autostradale della A1 presentava fenomeni di traffico intenso limitati a poche giornate l'anno, fu deciso di riconoscere carattere prioritario ad altri interventi.
   Attualmente, anche all'esito di specifiche interlocuzioni con la regione Emilia Romagna e con la società Autostrade per l'Italia, si sta procedendo all'elaborazione di un'analisi di fattibilità tecnico economica per la realizzazione della citata IV corsia, conformemente alle Linee guida per la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica da porre a base dell'affidamento di contratti pubblici di lavori del PNRR e del PNC, definite nel 2021 dal Consiglio Superiore dei lavori pubblici del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.
   In merito poi all'introduzione del sistema di frenata assistita (brake assist system – BAS) per i grandi mezzi di trasporto, ricordo che ad oggi tale sistema è obbligatorio per i veicoli delle categorie M1 (autovetture) ed N1 (veicoli commerciali leggeri di massa sino a 3500 kg) quale misura ausiliaria ad accrescere il livello di sicurezza dei pedoni in caso di urto con il veicolo.
   Per quanto attiene ai mezzi pesanti, il Regolamento (UE) 2012/347, recante i requisiti per l'omologazione di talune categorie di veicoli a motore, prevede l'installazione su tutti i veicoli delle categorie M2, M3, N2 e N3, immatricolati nei territori dell'Unione europea a far data dal 1° novembre 2018, del sistema avanzato di frenata d'emergenza AEBS.
   Detto sistema è in grado di individuare automaticamente una possibile collisione e di attivare la frenata automatizzata del veicolo per farlo rallentare e quindi evitare il pericolo o attenuare gli effetti di un incidente.
   Il nuovo Regolamento (UE) 2019/2144, nel confermare l'obbligo di installazione del sopra menzionato sistema, ha previsto ulteriori requisiti per innalzare il livello di sicurezza attiva e passiva dei veicoli pesanti, tra i quali si evidenzia l'obbligatorietà – a far data dal 6 luglio 2022 per le nuove omologazioni e dal 7 luglio 2024 per l'immatricolazione dei veicoli – della presenza a bordo dei mezzi pesanti di un sistema di avviso dell'attenzione e della stanchezza del conducente.

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ALLEGATO 7

5-07242 D'Ettore: Inclusione di tutti i tratti della strada statale 106 Jonica nella rete transeuropea dei trasporti e utilizzo delle risorse del PNRR per migliorarne la sicurezza.

TESTO DELLA RISPOSTA

   In merito all'eventuale inclusione nella rete Comprehensive della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) dei restanti tratti della strada statale 106 Jonica, rappresento che il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, nell'ambito degli incontri bilaterali promossi dalla Commissione europea, a partire dal mese di marzo 2021, per la revisione della rete sulla base di consultazioni con le parti interessate, ha avanzato la proposta di inserimento della tratta mancante della SS 106 Jonica da Catanzaro Lido all'autostrada A2 di Reggio Calabria all'interno della rete globale TEN-T (Comprehensive).
   Tale proposta è coerente con gli obiettivi europei in quanto contribuisce al miglioramento dell'accessibilità per i collegamenti intra regionali, interregionali e internazionali, e perché persegue gli obiettivi di innalzamento dei livelli di sicurezza stradale, rafforzando così il ruolo di coesione sociale, economica e territoriale.
   E infatti la proposta italiana è stata inclusa nella revisione della rete pubblicata dalla Commissione europea il 14 dicembre 2021 e l'intera sezione è stata inserita nella proposta legislativa di Regolamento TEN-T, nella rete di rango Comprehensive (rete Globale).
   L'orizzonte temporale per l'ufficiale inclusione nella rete e la conseguente ammissibilità ai finanziamenti è quindi soggetto all'adozione di detto Regolamento.
   L'appartenenza alla Rete TEN-T consentirà l'accesso alle opportunità di finanziamento europeo di cui al Programma Connecting Europe Facility, che per il periodo 2021-2027 finanzia progetti chiave nei settori dei trasporti, del digitale e dell'energia, con un budget complessivo di 33,71 miliardi di euro di cui 25,81 miliardi destinati al settore trasporti.