CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 15 marzo 2022
760.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO
Pag. 108

ALLEGATO 1

Prima relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021 (Doc. CCLXIII, n. 1).

RISOLUZIONE PRESENTATA DAL RELATORE DE LUCA,
APPROVATA DALLA COMMISSIONE

   La XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea),

   premesso che:

    la legge europea 2019-2020 (Legge n. 238 del 23 dicembre 2021) ha previsto, all'articolo 43, un procedimento per il monitoraggio parlamentare sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), stabilendo che, su base semestrale, il Governo trasmetta al Parlamento relazioni periodiche sull'attuazione del programma di riforme e investimenti, al fine del relativo esame da parte delle Commissioni parlamentari le quali, previo lo svolgimento di ogni opportuna attività conoscitiva, possono adottare atti di indirizzo volti a indicare, con riferimento ai profili di competenza di ciascuna Commissione, eventuali criticità riscontrate nelle relazioni stesse e nello stato di avanzamento dei singoli progetti;

    i profili di interesse della XIV Commissione appaiono riferibili in tale ambito agli aspetti di carattere generale del PNRR, secondo le indicazioni dettate dalla normativa comunitaria con riferimento ai tre assi strategici attorno ai quali il Piano è costruito, nonché agli obiettivi generali, articolati attorno a tre priorità trasversali, che lo stesso programma si prefigge di raggiungere;

    la Commissione, nel corso delle diverse fasi dell'esame parlamentare del PNRR, a partire dall'esame delle linee guida per la sua definizione, ha costantemente richiamato l'esigenza di operare collegamento del Piano attuativo del Recovery and resilience facility (RRF) con gli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, recepiti dall'Unione europea quali obiettivi generali delle politiche europee e criteri di riferimento nell'ambito del semestre europeo;

    la Commissione esprime apprezzamento per i traguardi e gli obiettivi raggiunti nel corso del 2021 e per il conseguente annuncio da parte della Commissione europea dell'adozione di una valutazione preliminare positiva della richiesta dell'Italia di pagamento della prima tranche di risorse del RRF, per un importo pari, al netto dell'anticipo già erogato, a 21 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di euro di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti, previo conforme parere del Consiglio ECOFIN;

    la Commissione esprime altresì apprezzamento per la relazione di monitoraggio presentata in Parlamento, come integrata dalla documentazione presentata dai rappresentanti del Governo nel corso dell'attività conoscitiva svolta sull'attuazione del PNRR, pur ritenendo opportuno segnalare l'esigenza di approfondire ulteriormente, nel corso delle successive fasi di monitoraggio, il contenuto delle relazioni e in particolare i temi della coesione territoriale, della parità di genere e generazionale, dei riflessi dell'attuazione del Piano sugli andamenti di finanza pubblica e del collegamento degli obiettivi del PNRR con l'Agenda 2030,

impegna il Governo:

   1) per quanto riguarda la priorità trasversale della coesione territoriale, a trasmettere nelle prossime relazioni di monitoraggio, i criteri alla base della stima degli importi territorializzati e del relativo riparto, che andrà articolato con riferimento alle diverse linee di intervento. Andrebbe Pag. 109inoltre fatto ogni sforzo per innalzare anche la soglia dei «progetti in essere» al 40 per cento, vale a dire dei progetti già in itinere al momento dell'approvazione del PNRR, coerenti con le sue finalità e quindi inclusi nel Piano, sebbene già finanziati a valere su altre fonti nazionali. Andrebbe inoltre confermato ogni sforzo affinché gli importi territorializzati includano, non solo gli investimenti diretti della pubblica amministrazione, ma anche gli incentivi agli investimenti privati, laddove compatibili con il diritto unionale ed in particolare con la disciplina in materia di aiuti di Stato. Indipendentemente dal riparto complessivo degli importi territorializzati, per quanto riguarda la fase dei pagamenti a promuovere adeguati interventi dei confronti degli enti territoriali del Sud, per l'attivazione tempestiva delle anticipazioni previste dalla normativa vigente per gli interventi del PNRR stante l'aumento del divario territoriale che deriverebbe da eventuali ritardi nell'azione di stimolo all'economia del Sud;

   2) sempre con riferimento alla finalità trasversale della coesione territoriale, a sostenere che il PNRR sia ancorato a un'impostazione basata su tappe intermedie e obiettivi, valorizzando il carattere innovativo dell'impostazione del PNRR, rinvenibile, come ricordato, nella sua impostazione focalizzata sui risultati, e che si attivino apposite iniziative per la valutazione volte tra altro a verificare l'effettiva destinazione della quota di risorse attualmente prevista dal PNRR alla finalità in esame consenta il raggiungimento di obiettivi di azzeramento o riduzione dei divari di sviluppo. Questi ultimi andrebbero misurati mediante la definizione di parametri volti a quantificare le variazioni territoriali nella crescita economica e sociale, nella dotazione infrastrutturale e nel livello delle prestazioni erogate dalla pubblica amministrazione. Nel caso in cui le indicazioni derivanti dalle iniziative di valutazione non confermino un percorso verso la riduzione di tali divari, andrebbero conseguentemente adottate appropriate azioni di adeguamento e/o correttive;

   3) per quanto riguarda la priorità trasversale della parità di genere e generazionale, a formulare, nel corso delle prossime iniziative di valutazione, sulla base dei dati di monitoraggio, opportune valutazione di congruità e di efficacia delle azioni intraprese, anche avvalendosi delle iniziative adottate sulla certificazione di questa priorità. A titolo esemplificativo, ove nel corso del tempo si ravvisi la mancata inversione di tendenza dell'aumento del divario tra occupazione maschile e femminile, recentemente certificato dal Bilancio di genere per il 2020, nonché un mancato incremento dell'occupazione giovanile, potrà valutarsi se gli interventi finalizzati a tali due priorità trasversali siano adeguati, eventualmente valutando l'adozione di possibili azioni correttive mettendo in campo ogni sforzo affinché la previsione di una soglia del 30 per cento di occupazione femminile e giovanile nelle imprese aggiudicatrici degli appalti finanziati con il PNRR sia rispettata. Sempre a titolo esemplificativo, inoltre, il processo di selezione del personale da impiegare nell'attuazione del PNRR dovrebbe prevedere procedure di reclutamento nella PA, con riguardo in particolare al personale destinato agli enti locali, idonee ad attrarre risorse giovanili e in generale le professionalità più qualificate, eventualmente anche rivedendo il carattere precario delle posizioni proposte;

   4) per quanto attiene ai profili finanziari dell'attuazione del Piano, anche ai fini di valutarne la compatibilità con le regole comunitarie di governance economica, a dare conto, per quanto possibile, nelle future relazioni di monitoraggio degli specifici utilizzi delle risorse rinvenienti dalle sovvenzioni e dai prestiti europei, specificando la quota di tale utilizzi destinata al finanziamento di progetti in essere, al fine di evidenziare i riflessi dell'attuazione del Piano sull'evoluzione e sulla composizione delle grandezze di finanza pubblica, inclusi gli effetti prodotti dal disallineamento temporale tra gli incassi degli aiuti europei e le spese connesse agli interventi cui tali aiuti sono finalizzati; in tale prospettiva, a confermare l'impegno ad assicurare che i progetti vengano realizzati tempestivamente e che comunque le risorse siano utilizzate al Pag. 110meglio al servizio degli obiettivi di ripresa e resilienza del Paese;

   5) per quanto attiene il contributo dell'attuazione del PNRR ai fini del raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, a valorizzare il contributo di ciascuna delle misure a quelli di sviluppo sostenibile previsti nell'Agenda, in modo da evidenziare come l'attuazione del PNRR contribuisca ai progressi verso il raggiungimento delle sfide globali definite in sede ONU per il 2030.
(8-00152) «De Luca».

Pag. 111

ALLEGATO 2

Prima relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021 (Doc. CCLXIII, n. 1).

RISOLUZIONE PRESENTATA DAI DEPUTATI
MANTOVANI, LOLLOBRIGIDA, DONZELLI

  La XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea),

   premesso che:

    il 30 aprile 2021, le Autorità italiane hanno presentato alla Commissione europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con la finalità di rilanciare il Paese dopo la crisi pandemica, mediante interventi a favore della transizione ecologica e digitale, di una riforma strutturale del sistema economico e di una riduzione della sperequazione economico-sociale tra differenti aree del Paese;

    il PNRR prevede 134 investimenti e 63 riforme, impiegando risorse totali pari 191,5 miliardi di euro provenienti dal Dispositivo di Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Facility, RRF), inquadrato nell'iniziativa Next Generation EU della Commissione europea;

    a fronte di 191,5 miliardi di euro, 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi sono erogati nella forma di prestito, a cui si aggiungono 30,6 miliardi di euro tramite il cd. Fondo complementare o Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC) e 13 miliardi di euro tramite l'iniziativa React-EU (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe), che non costituisce un maggior flusso di risorse economiche, ma costituisce un'integrazione delle dotazioni del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE) per la programmazione 2014-2020, permettendone un utilizzo più flessibile, fino al 2023, in modo da poter rispondere alle esigenze sopravvenute in conseguenza della pandemia da COVID-19;

    il Piano si compone di sei Missioni e sedici Componenti, che si articolano intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Vi sono poi tre priorità trasversali: parità di genere; miglioramento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani; riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno. Il Piano deve inoltre rispettare il principio di «Non Causare Danni Significativi» (Do No Significant Harm- DNSH), ovvero contribuire in modo sostanziale alla tutela dell'ecosistema senza arrecare danno agli obiettivi ambientali;

    l'erogazione delle rate del PNRR, cioè dei contributi a fondo perduto e dei prestiti, è subordinata al conseguimento di un certo numero di milestone e target relativi alle varie misure. La prima rata, che era prevista per il 31 dicembre 2021, è composta da 51 traguardi e obiettivi, a cui corrisponde un contributo finanziario di 11,5 miliardi di euro e un prestito di 12,6 miliardi, per un totale di 24,1 miliardi; questa cifra va detratta, in proporzione, la quota di prefinanziamento (13 per cento) già ricevuta dall'Italia;

    sono 45 obiettivi del PNRR da realizzare – per ottenere la seconda rata di risorse – entro il 30 giugno 2022;

    con il decreto-legge n. 59 del 2021 il Governo ha istituito il cosiddetto Fondo complementare al PNRR, il quale mira da un lato, a mettere a disposizione ulteriori risorse per alcune delle misure contenute nel piano, dall'altro a finanziare nuovi interventi inizialmente non previsti; tra le voci di investimento che saranno finanziate da queste risorse vi sono il progetto «Transizione 4.0» (5,1 miliardi di euro), Ecobonus e Sismabonus (4,6 miliardi), la riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblicaPag. 112 (2 miliardi) e gli interventi a favore delle aree terremotate (1,8 miliardi);

    così come il PNRR, anche il Fondo complementare struttura le aree di intervento in missioni, componenti e misure; gli interventi complessivi sono 30, sei di questi fanno riferimento a misure già previste dal PNRR e rappresentano quindi un'integrazione delle risorse stanziate;

    come evidenziato da alcuni centri studi, emergono degli elementi di criticità negli open data sul Fondo complementare, in quanto si segnala l'assenza di opportune indicazioni sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati, così come non sono presenti le informazioni minime necessarie per svolgere un'attività di monitoraggio indipendente; a questo si somma la mancanza dei codici identificativi delle organizzazioni responsabili dei diversi provvedimenti;

    la crisi geopolitica in atto sta impattando pesantemente sul costo delle materie prime e questo comporterà un probabile scostamento degli importi inerenti ai bandi relativi a progetti che riguarderanno il potenziamento delle reti di trasporto ferroviario, nonché a quelli relativi alle infrastrutture digitali;

    il contesto bellico comporterà un forte stress per le catene di approvvigionamento di numerose materie prime, tra cui il metallo e i prodotti cerealicoli, sui quali il Governo ucraino può fermare l'esportazione al fine di garantire il sostentamento alimentare della popolazione andando quindi a favorire ulteriori rincari sul mercato;

    l'impatto del caro-energia sull'attività economica italiana ha causato un forte rallentamento produttivo dell'industria a cui ora si sommano gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina; il combinato disposto di questi avvenimenti ha messo in allarme anche Confindustria che in data 7 marzo 2022 – tramite il presidente Carlo Bonomi – ha espresso la necessità di rivedere il PNRR sia nei contenuti che nella sua proiezione temporale, la quale risulta difficilmente compatibile rispetto allo scenario attuale;

    la crisi umanitaria in atto in Ucraina coinvolge ormai oltre 1 milione di profughi in fuga dalla guerra e dalla distruzione di aree urbane densamente abitate e necessita dello stanziamento di risorse ingenti al fine di garantire una vita dignitosa ai civili in fuga;

    l'auspicio di una rapida cessazione delle ostilità avviate dalla Federazione Russa deve essere accompagnato dalla consapevolezza che l'Europa dovrà avere un ruolo cardine nel processo di ricostruzione materiale e sociale dell'Ucraina;

    la dipendenza energetica dalla Russia espone l'Italia e l'Europa ai ricatti della Federazione Russa e questo impone – così come sta già avvenendo – una rimodulazione delle forniture di gas al fine di non dover più fare affidamento su Gazprom;

    il PNRR, nell'ambito della «Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica», prevede la componente (M2C2), «Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile» con risorse pari a 23,78 miliardi di euro, che rappresenta un imponente intervento su settori cardine del modello di sviluppo che ha caratterizzato la nostra economia;

    nel mese di luglio 2021 la Commissione europea ha presentato il piano «fit for 55»: un cospicuo pacchetto di misure pratiche, legislative e normative volte ad accelerare la transizione ecologica e che impatta con forza sul settore della produzione e commercializzazione di automobili stanti i due passaggi fondamentali che lo costituiscono: la riduzione – entro il 2030 – del 55 per cento delle emissioni dei gas serra delle automobili e del 50 per cento di quelle dei veicoli commerciali rispetto ai valori riscontrati nel 1990, e l'abbandono — entro il 2035 — della produzione e vendita di automobili e veicoli commerciali con motore a benzina, gasolio e ibrido;

    il cosiddetto pacchetto «fit for 55» rappresenta una sfida enorme per il settore dell'automotive, che necessiterà di investimenti cospicui e di un efficace ammodernamento tecnologico; in tale ambito, occorre non dimenticare che al fine di poter Pag. 113accompagnare adeguatamente i processi di transizione, occorrono strumenti formativi e di aggiornamento delle competenze, non solo per istruire i giovani, ma anche per poter garantire un adeguamento delle competenze dei lavoratori più anziani;

    la transizione elettrica della mobilità si sta rivelando un processo ben più complicato di quanto già si pensava che fosse; la pandemia di Coronavirus, la crisi causata dalla carenza di semiconduttori e di microchip, la guerra tra Russia e Ucraina stanno costringendo sempre più case automobilistiche in tutta Europa a fermare la produzione;

    l'assenza di una neutralità tecnologica ai fini del raggiungimento degli obiettivi relativi alle emissioni suona come una vera condanna per l'industria dell'automobile e per l'enorme indotto che la circonda, soprattutto adesso che i segnali sul futuro energetico sono tutt'altro che chiari;

    non bisogna mettere in dubbio la necessità di abbattere e poi azzerare le emissioni, ma è fondamentale evitare una crisi sistemica di natura socio-economica che metterebbe in crisi tutta l'Europa offrendo un vantaggio competitivo globale alla Cina;

    durante il Consiglio europeo straordinario di Versailles avviato il 10 marzo scorso sono stati trattati una pluralità di temi connessi alle conseguenze della crisi scatenata dall'invasione russa dell'Ucraina; il citato Consiglio – come riportato dai media – ha trattato anche la proposta avanzata da alcuni partner europei in merito alla necessità di un nuovo Recovery plan per fronteggiare gli effetti della guerra e delle sanzioni sull'economia europea, mentre altri Stati hanno invece ritenuto che gli strumenti varati per il Covid siano sufficienti ed efficienti anche per le sfide attuali;

    la complessità dei bandi e il ritmo incalzante con cui è necessario procedere nella «messa a terra» del PNRR sta presentando non poche criticità in capo agli enti locali che dovrebbero usufruire delle risorse;

    il Governo ha deciso di prorogare al prorogare al 31 marzo il «bando asili» (Missione 4, Componente 1, Investimento 1.1), la cui scadenza era prevista il 28 febbraio, a causa dell'esiguo numero di domande giunte dai territori;

    le risorse contenute nel Pnrr necessitano di essere allocate e massimizzate al meglio al fine di garantire impatti positivi sul nostro tessuto economico e sociale,

impegna il Governo:

   1) a promuovere un dibattito europeo sulla possibilità di rimodulare le scadenze del PNRR sulla base del mutato contesto geopolitico e delle esigenze espresse dalle associazioni di categoria maggiormente coinvolte dalla transizione ecologica;

   2) a proseguire l'implementazione degli open data relativi allo stato di attuazione del PNRR al fine di garantire il monitoraggio civico in un'ottica di simmetria informativa;

   3) a promuovere campagne informative capillari per sensibilizzare i Comuni, e gli enti locali in generale, sulle opportunità provenienti dai bandi PNRR;

   4) a potenziare le strutture a supporto degli enti territoriali al fine di garantire un aiuto concreto ai fini della buona riuscita delle procedure utili al soddisfacimento dei criteri fissati dai bandi al fine di poter usufruire delle risorse.

Mantovani, Lollobrigida, Donzelli.

Pag. 114

ALLEGATO 3

Prima relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021 (Doc. CCLXIII, n. 1).

RISOLUZIONE PRESENTATA DAI DEPUTATI MANTOVANI, LOLLOBRIGIDA, DONZELLI, NUOVA FORMULAZIONE, APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea),

   premesso che:

    il 30 aprile 2021, le Autorità italiane hanno presentato alla Commissione europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con la finalità di rilanciare il Paese dopo la crisi pandemica, mediante interventi a favore della transizione ecologica e digitale, di una riforma strutturale del sistema economico e di una riduzione della sperequazione economico-sociale tra differenti aree del Paese;

    il PNRR prevede 134 investimenti e 63 riforme, impiegando risorse totali pari 191,5 miliardi di euro provenienti dal Dispositivo di Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Facility, RRF), inquadrato nell'iniziativa Next Generation EU della Commissione europea;

    a fronte di 191,5 miliardi di euro, 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi sono erogati nella forma di prestito, a cui si aggiungono 30,6 miliardi di euro tramite il cd. Fondo complementare o Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC) e 13 miliardi di euro tramite l'iniziativa React-EU (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe), che non costituisce un maggior flusso di risorse economiche, ma costituisce un'integrazione delle dotazioni del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE) per la programmazione 2014-2020, permettendone un utilizzo più flessibile, fino al 2023, in modo da poter rispondere alle esigenze sopravvenute in conseguenza della pandemia da COVID-19;

    il Piano si compone di sei Missioni e sedici Componenti, che si articolano intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Vi sono poi tre priorità trasversali: parità di genere; miglioramento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani; riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno. Il Piano deve inoltre rispettare il principio di «Non Causare Danni Significativi» (Do No Significant Harm- DNSH), ovvero contribuire in modo sostanziale alla tutela dell'ecosistema senza arrecare danno agli obiettivi ambientali;

    l'erogazione delle rate del PNRR, cioè dei contributi a fondo perduto e dei prestiti, è subordinata al conseguimento di un certo numero di milestone e target relativi alle varie misure. La prima rata, che era prevista per il 31 dicembre 2021, è composta da 51 traguardi e obiettivi, a cui corrisponde un contributo finanziario di 11,5 miliardi di euro e un prestito di 12,6 miliardi, per un totale di 24,1 miliardi; questa cifra va detratta, in proporzione, la quota di prefinanziamento (13 per cento) già ricevuta dall'Italia;

    sono 45 obiettivi del PNRR da realizzare – per ottenere la seconda rata di risorse – entro il 30 giugno 2022;

    con il decreto-legge n. 59 del 2021 il Governo ha istituito il cosiddetto Fondo complementare al PNRR, il quale mira da un lato, a mettere a disposizione ulteriori risorse per alcune delle misure contenute nel piano, dall'altro a finanziare nuovi interventi inizialmente non previsti; tra le voci di investimento che saranno finanziate da queste risorse vi sono il progetto «TransizionePag. 115 4.0» (5,1 miliardi di euro), Ecobonus e Sismabonus (4,6 miliardi), la riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica (2 miliardi) e gli interventi a favore delle aree terremotate (1,8 miliardi);

    così come il PNRR, anche il Fondo complementare struttura le aree di intervento in missioni, componenti e misure; gli interventi complessivi sono 30, sei di questi fanno riferimento a misure già previste dal PNRR e rappresentano quindi un'integrazione delle risorse stanziate;

    come evidenziato da alcuni centri studi, emergono degli elementi di criticità negli open data sul Fondo complementare, in quanto si segnala l'assenza di opportune indicazioni sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati, così come non sono presenti le informazioni minime necessarie per svolgere un'attività di monitoraggio indipendente; a questo si somma la mancanza dei codici identificativi delle organizzazioni responsabili dei diversi provvedimenti;

    la crisi geopolitica in atto sta impattando pesantemente sul costo delle materie prime e questo comporterà un probabile scostamento degli importi inerenti ai bandi relativi a progetti che riguarderanno il potenziamento delle reti di trasporto ferroviario, nonché a quelli relativi alle infrastrutture digitali;

    il contesto bellico comporterà un forte stress per le catene di approvvigionamento di numerose materie prime, tra cui il metallo e i prodotti cerealicoli, sui quali il Governo ucraino può fermare l'esportazione al fine di garantire il sostentamento alimentare della popolazione andando quindi a favorire ulteriori rincari sul mercato;

    l'impatto del caro-energia sull'attività economica italiana ha causato un forte rallentamento produttivo dell'industria a cui ora si sommano gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina; il combinato disposto di questi avvenimenti ha messo in allarme anche Confindustria che in data 7 marzo 2022 – tramite il presidente Carlo Bonomi – ha espresso la necessità di rivedere il PNRR sia nei contenuti che nella sua proiezione temporale, la quale risulta difficilmente compatibile rispetto allo scenario attuale;

    la crisi umanitaria in atto in Ucraina coinvolge ormai oltre 1 milione di profughi in fuga dalla guerra e dalla distruzione di aree urbane densamente abitate e necessita dello stanziamento di risorse ingenti al fine di garantire una vita dignitosa ai civili in fuga;

    l'auspicio di una rapida cessazione delle ostilità avviate dalla Federazione Russa deve essere accompagnato dalla consapevolezza che l'Europa dovrà avere un ruolo cardine nel processo di ricostruzione materiale e sociale dell'Ucraina;

    la dipendenza energetica dalla Russia espone l'Italia e l'Europa ai ricatti della Federazione Russa e questo impone – così come sta già avvenendo – una rimodulazione delle forniture di gas al fine di non dover più fare affidamento su Gazprom;

    il PNRR, nell'ambito della «Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica», prevede la componente (M2C2), «Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile» con risorse pari a 23,78 miliardi di euro, che rappresenta un imponente intervento su settori cardine del modello di sviluppo che ha caratterizzato la nostra economia;

    nel mese di luglio 2021 la Commissione europea ha presentato il piano «fit for 55»: un cospicuo pacchetto di misure pratiche, legislative e normative volte ad accelerare la transizione ecologica e che impatta con forza sul settore della produzione e commercializzazione di automobili stanti i due passaggi fondamentali che lo costituiscono: la riduzione – entro il 2030 – del 55 per cento delle emissioni dei gas serra delle automobili e del 50 per cento di quelle dei veicoli commerciali rispetto ai valori riscontrati nel 1990, e l'abbandono — entro il 2035 — della produzione e vendita di automobili e veicoli commerciali con motore a benzina, gasolio e ibrido;

    il cosiddetto pacchetto «fit for 55» rappresenta una sfida enorme per il settore Pag. 116dell'automotive, che necessiterà di investimenti cospicui e di un efficace ammodernamento tecnologico; in tale ambito, occorre non dimenticare che al fine di poter accompagnare adeguatamente i processi di transizione, occorrono strumenti formativi e di aggiornamento delle competenze, non solo per istruire i giovani, ma anche per poter garantire un adeguamento delle competenze dei lavoratori più anziani;

    la transizione elettrica della mobilità si sta rivelando un processo ben più complicato di quanto già si pensava che fosse; la pandemia di Coronavirus, la crisi causata dalla carenza di semiconduttori e di microchip, la guerra tra Russia e Ucraina stanno costringendo sempre più case automobilistiche in tutta Europa a fermare la produzione;

    l'assenza di una neutralità tecnologica ai fini del raggiungimento degli obiettivi relativi alle emissioni suona come una vera condanna per l'industria dell'automobile e per l'enorme indotto che la circonda, soprattutto adesso che i segnali sul futuro energetico sono tutt'altro che chiari;

    non bisogna mettere in dubbio la necessità di abbattere e poi azzerare le emissioni, ma è fondamentale evitare una crisi sistemica di natura socio-economica che metterebbe in crisi tutta l'Europa offrendo un vantaggio competitivo globale alla Cina;

    durante il Consiglio europeo straordinario di Versailles avviato il 10 marzo scorso sono stati trattati una pluralità di temi connessi alle conseguenze della crisi scatenata dall'invasione russa dell'Ucraina; il citato Consiglio – come riportato dai media – ha trattato anche la proposta avanzata da alcuni partner europei in merito alla necessità di un nuovo Recovery plan per fronteggiare gli effetti della guerra e delle sanzioni sull'economia europea, mentre altri Stati hanno invece ritenuto che gli strumenti varati per il Covid siano sufficienti ed efficienti anche per le sfide attuali;

    la complessità dei bandi e il ritmo incalzante con cui è necessario procedere nella «messa a terra» del PNRR sta presentando non poche criticità in capo agli enti locali che dovrebbero usufruire delle risorse;

    il Governo ha deciso di prorogare al prorogare al 31 marzo il «bando asili» (Missione 4, Componente 1, Investimento 1.1), la cui scadenza era prevista il 28 febbraio, a causa dell'esiguo numero di domande giunte dai territori;

    le risorse contenute nel Pnrr necessitano di essere allocate e massimizzate al meglio al fine di garantire impatti positivi sul nostro tessuto economico e sociale,

impegna il Governo:

   1) a promuovere un dibattito europeo sulla possibilità di rimodulare la politica fiscale europea sulla base del mutato contesto geopolitico e delle esigenze espresse dalle associazioni di categoria maggiormente coinvolte dalla transizione ecologica;

   2) a proseguire l'implementazione degli open data relativi allo stato di attuazione del PNRR al fine di garantire il monitoraggio civico;

   3) a promuovere campagne informative capillari per sensibilizzare i Comuni, e gli enti locali in generale, sulle opportunità provenienti dai bandi PNRR;

   4) a potenziare le strutture a supporto degli enti territoriali al fine di garantire un aiuto concreto ai fini della buona riuscita delle procedure utili al soddisfacimento dei criteri fissati dai bandi al fine di poter usufruire delle risorse.

(8-00153) «Mantovani, Lollobrigida, Donzelli».