CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 27 dicembre 2021
720.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
Pag. 112

ALLEGATO 1

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. (C. 3424 Governo, approvato dal Senato).

Nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato).

PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

Articolo 1.

  Al comma 309, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «al fine di istituire un fondo perequativo per il progressivo allineamento degli stipendi del personale dell'alta formazione artistica musicale e coreutica con il personale universitario, nel limite massimo del 25 per cento dello stipendio tabellare annuo lordo secondo criteri stabiliti mediante la contrattazione collettiva.»

  Conseguentemente, dopo il comma 309 aggiungere i seguenti:

  309-bis. Ai fini del riconoscimento delle specifiche attività svolte nonché della valorizzazione delle competenze necessarie al raggiungimento, da parte delle istituzioni dell'alta formazione artistica musicale e coreutica di più elevati obiettivi nell'ambito della didattica, ricerca e terza missione, al personale docente di tali istituzioni, è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022.
  309-ter. Nelle more del completamento del processo di riforma di cui alla legge 21 dicembre 1999, n. 508, del riordino e della transizione del settore dell'Alta formazione artistica musicale e coreutica al sistema universitario, sono stanziati 33 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022 e 60 milioni di euro a decorrere dall'anno 2023, al fine di incrementare l'indennità integrativa speciale prevista dal CCNL AFAM ed adeguare progressivamente il profilo economico stipendiale del personale docente AFAM a quello del personale docente universitario.
1.34. Frassinetti, Mollicone.

  Dopo il comma 315, aggiungere i seguenti:

  315-bis. Alla legge 30 dicembre 2010, n. 240, all'articolo 24, comma 6, sono apportate le seguenti modifiche:

   a) sono abrogate le parole: «dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino al 31 dicembre del sesto anno successivo»;

   b) le parole: «fino alla metà» sono sostituite dalle seguenti: «fino ad un terzo»;

  315-ter. Alla legge 20 dicembre 2019, n. 159, all'articolo 5, comma 1, è abrogata la lettera b).
1.33. Frassinetti, Mollicone.

  Dopo il comma 344, inserire il seguente:

  344-bis. Sono definiti i parametri volti a diminuire gradualmente di un punto il rapporto alunni/docenti e personale ATA, in luogo di quelli definiti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81. Ai maggiori oneri derivanti dal presente comma si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio Pag. 1132019, n. 4, convertito con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
1.4. Mollicone, Frassinetti, Bucalo.

  Dopo il comma 344, inserire il seguente:

  344-bis. Sono definiti i parametri per la trasformazione, per due anni scolastici consecutivi, dei posti di sostegno attivati ai sensi dell'articolo 9, comma 15, della legge 30 luglio 2010, n. 122, in organico di diritto, in deroga ai contingenti autorizzati di cui all'articolo 1, comma 201 della legge 13 luglio 2015, n. 107. Ai maggiori oneri derivanti dal presente comma si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
1.5. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.

  Dopo il comma 344, inserire il seguente:

  344-bis. All'articolo 131, comma 1, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, le parole «ventiquattro ore settimanali di attività didattica, di cui ventidue ore di insegnamento e due ore dedicate alla programmazione didattica da attuarsi in incontri collegiali dei docenti di ciascun modulo, in tempi non coincidenti con l'orario delle lezioni» sono sostituite con le seguenti: «diciotto ore». All'articolo 131, comma 6, del medesimo decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, la parola «ventiquattro» è sostituita con la seguente: «diciotto». All'articolo 491, comma 3, del medesimo decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, le parole «materna» sono sostituite con le seguenti: «dell'infanzia, della scuola primaria e degli istituti e scuole di istruzione secondaria ed artistica» e le parole «25 ore settimanali per le attività educative» con le seguenti: «18 ore». I commi 4 e 5 dell'articolo 491 del citato decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sono abrogati.
1.6. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.

  Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:

  799-bis. All'articolo 1, comma 121, della legge 13 luglio 2015, n. 107, dopo la parola: «cinematografiche,» sono aggiunte le seguenti parole: «prodotti dell'editoria audiovisiva».
1.1. Mollicone, Frassinetti.

  Dopo il comma 799, aggiungere i seguenti:

  799-bis. Dopo il comma 2-quater dell'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è inserito il seguente:

   «2-quinquies. Al fine di garantire la completa e tempestiva applicazione delle disposizioni del presente articolo, gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado adottano libri di testo e strumenti didattici per tutte le discipline esclusivamente nella versione digitale, nel rispetto e in esecuzione del presente articolo e delle disposizioni del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82».

  799-ter. Al fine di sostenere il passaggio dell'industria editoriale dalle tecnologie della stampa su carta alle tecnologie di pubblicazione digitale e di diffusione per mezzo della rete internet, è istituito, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, un Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni digitali, con una dotazione di 20 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023.
  799-quater. Il Fondo di cui al comma 799-ter è destinato a finanziare progetti e interventi per lo sviluppo delle tecnologie e dei servizi digitali nel settore della cultura, nonché iniziative atte a favorire la ricerca e l'innovazione tecnologica nella digitalizzazione dei processi editoriali.
1.3. Mollicone, Frassinetti.

Pag. 114

  Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:

  799-bis. Al fine di consentire l'innovazione digitale dell'esercizio cinematografico, gravemente colpito dalle ricadute economiche negative a seguito delle misure di contenimento del COVID-19, al decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con la legge 17 luglio 2020, n. 77, sono apportate le seguenti modificazioni:

   a) al comma 3 dell'articolo 28, dopo le parole: «strutture agrituristiche» sono aggiunte le seguenti: «, alle sale cinematografiche e teatrali»;

   b) al comma 1 dell'articolo 177, dopo la lettera b-bis), è aggiunta la seguente: «b-ter) Immobili rientranti nella categoria catastale D/3, cinema e teatri, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate.»
1.13. Mollicone, Frassinetti.

  Dopo il comma 799, aggiungere i seguenti:

  799-bis. Al fine di sostenere gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione dell'epidemia di COVID-19, è riconosciuto un contributo a fondo perduto, nel limite massimo di 500 milioni per l'anno 2021 e 500 milioni per l'anno 2022, alle imprese del settore sportivo, le associazioni sportive dilettantistiche, le società sportive dilettantistiche, le società dell'impiantistica sportiva.
  799-ter. Con proprio decreto, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge il Ministro per le politiche giovanili e lo sport, sentite le associazioni professionali e gli operatori del settore, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, stabilisce i criteri di domanda e di accesso al contributo.
  799-quater. L'ammontare del contributo è calcolato sui termini di perdita di fatturato rispetto il periodo intercorrente fra la dichiarazione dello stato d'emergenza e il 31 dicembre 2020 e il medesimo periodo dell'anno 2019.
  799-quinquies. Agli oneri derivanti dai commi precedenti, pari a 500 milioni per l'anno 2021 e 500 milioni per l'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 255, della legge 30 dicembre 2018, n. 145.
1.17. Mollicone, Frassinetti.

  Dopo il comma 799, aggiungere i seguenti:

  799-bis. Al fine di sostenere gli operatori, anche del settore culturale e dello sport, dei settori economici interessati dalle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione dell'epidemia COVID-19 dal presente decreto, è riconosciuto un contributo per garantire l'installazione di strumenti di riconoscimento del «green pass», nel limite massimo di 1000 milioni per l'anno 2021 e 1000 milioni per l'anno 2022.
  799-ter. Con proprio decreto, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro dello sviluppo economico, sentite le associazioni professionali e gli operatori del settore, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, stabilisce i criteri di domanda e di accesso al contributo.
  799-quater. Agli oneri derivanti dai commi precedenti, pari a 1000 milioni per l'anno 2021 e 1000 milioni per l'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 255, della legge 30 dicembre 2018, n. 145.
1.18. Mollicone, Frassinetti.

  Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:

  799-bis. Al fine di sostenere gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione dell'epidemia di COVID-19, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico è istituito il fondo denominato Fondo per lo sport, con una dotazione iniziale di 800 milioni di euro per l'anno 2021, volto alla erogazione di contributi a fondo perduto agli enti di Pag. 115promozione sportiva, alle associazioni e società sportive che gestiscono impianti natatori o impianti sportivi al chiuso con superfici complessive superiori a 1.000 metri quadrati. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentiti gli operatori del settore e le associazioni professionali, sono definite le modalità di accesso delle risorse di cui al presente comma, da ripartire in proporzione alla perdita di fatturato registrata nell'anno 2020 rispetto all'anno 2019. Agli oneri derivanti, pari a 800 milioni di euro per l'anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 255, della legge 30 dicembre 2018, n. 145.
1.19. Mollicone, Frassinetti.

  Dopo il comma 799, inserire il seguente:

  799-bis. Il Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione di cui all'articolo 1, comma 1, della legge 26 ottobre 2016, n. 198, è incrementato di 800 milioni per l'anno 2021 e di 500 milioni a decorrere dall'anno 2022. Agli oneri di cui al comma 1, valutati in 800 milioni di euro per l'anno 2021 e di 500 milioni a decorrere dall'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come rifinanziato dalla presente legge.
1.22. Mollicone, Frassinetti.

  Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:

  799-bis. Nello stato di previsione del Ministero della cultura è istituito un Fondo con una dotazione di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024 finalizzato a sostenere la realizzazione di progetti discografici con l'obbligo di stampare, fabbricare e commercializzare i relativi supporti fisici e digitali e la creazione di videoclip musicali e contenuti multimediali. Una percentuale di tali risorse non superiore al 30 per cento su base annua può essere destinata all'ammodernamento tecnologico degli studi di produzione musicale e multimediale. Con decreto del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite: le modalità di presentazione delle domande; i criteri per la selezione delle stesse, tenendo conto di capitalizzazione, fatturato e numero di dipendenti dei soggetti richiedenti; le spese ammissibili; le modalità di erogazione del contributo attraverso gli organismi di gestione collettiva e le entità di gestione indipendente di cui all'articolo 180 della legge 22 aprile 1941, n. 633 e all'articolo 8 del decreto legislativo 17 marzo 2017, n. 35; le modalità di verifica, controllo e rendicontazione delle spese; le cause di decadenza e revoca. Le eventuali somme residue giacenti nel Fondo e non assegnate sono destinate in misura proporzionale e al netto delle risorse utilizzate, ai soggetti che ne hanno già beneficiato nel triennio di vigenza del Fondo. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, pari a 6 milioni di euro per gli anni 2022, 2023 e 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito con modificazioni dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.
1.27. Mollicone, Frassinetti.

  Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:

  799-bis. A decorrere dall'anno 2022, nello stato di previsione del Ministero della cultura, è istituito un fondo da destinare al finanziamento di progetti finalizzati alla realizzazione di nuove produzioni di contenuti e format legati al mondo dell'intrattenimento. Agli oneri di cui al presente comma si provvede mediante accantonamento di una quota pari al 2 per cento dei proventi derivanti dal canone di abbonamentoPag. 116 alla televisione per uso privato di cui al regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880, e successive modifiche e integrazioni. Con decreto del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite: le modalità di presentazione delle domande; i criteri per la selezione delle stesse, tenendo conto di capitalizzazione, fatturato e numero di dipendenti dei soggetti richiedenti; le spese ammissibili; le modalità di erogazione del contributo attraverso gli organismi di gestione collettiva e le entità di gestione indipendente di cui all'articolo 180 della legge 22 aprile 1941, n. 633 e all'articolo 8 del decreto legislativo 17 marzo 2017, n. 35; le modalità di verifica, controllo e rendicontazione delle spese; le cause di decadenza e revoca.
1.28. Mollicone, Frassinetti.

  Dopo il comma 799, inserire i seguenti:

  799-bis. All'articolo 65-bis del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, sono apportate le seguenti modificazioni:

   a) al comma 1, le parole: «1 milione di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022» sono sostituite con le seguenti: «1 milione di euro per l'anno 2021 e 8 milioni di euro per ciascun anno a decorrere dal 2022»;

   b) al comma 3, le parole: «alle persone fisiche che detengono a qualsiasi titolo gli immobili di cui al comma 1» sono sostituite con le seguenti: «a chiunque detenga, a qualsiasi titolo, gli immobili di cui al comma 1»;

   c) al comma 4, le parole: «e non» sono sostituite con la seguente: «ed».

  799-ter. Agli oneri derivanti dal comma precedente, pari a euro 7 milioni per il 2022 e a euro 8 milioni per ciascuno degli anni a decorrere dal 2023, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come rifinanziato.
1.30. Mollicone, Frassinetti.

  Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:

  799-bis. Al fine di sostenere la filiera dell'editoria specializzata in arte e turismo, è autorizzata la spesa di 12 milioni di euro per l'anno 2021 a valere sul Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali di cui all'articolo 183, comma 2, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. Con decreto del Ministro della cultura, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti i criteri e le modalità per la concessione del contributo.
1.31. Mollicone, Frassinetti.

  Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:

  799-bis. Alla legge n. 208 del 2015, all'articolo 1, comma 339, sostituire le parole: «commi 4 e 4-bis» con le seguenti: «4-bis».
1.50. Mollicone, Frassinetti.

  Dopo il comma 957, inserire i seguenti:

  957-bis. All'articolo 135, comma 2, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, la parola: «elementare» è soppressa.
  957-ter. All'articolo 135, comma 4, primo periodo del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, la parola: «elementari» e le parole: «e possono chiedere il trasferimento ad altra provincia limitatamente ai posti disponibili nel medesimo ruolo» sono soppresse. Al secondo periodo è soppressa la parola: «elementari».
  957-quater. Il comma 5 dell'articolo 135 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, è abrogato.Pag. 117
  957-quinquies. All'articolo 135, comma 7, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, è soppressa la parola: «elementari».
  957-sexies. Dopo il comma 7 dell'articolo 135 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, è aggiunto il seguente: «7-bis Per l'organizzazione dei corsi di specializzazione di cui al comma 7 è autorizzata la spesa di euro 10 milioni annui a decorrere dall'anno 2022. Con decreto del Ministro dell'istruzione, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente comma, sono stabilite le modalità attuative per l'organizzazione dei corsi di specializzazione di cui al comma 7.»
  957-septies. Ai maggiori oneri derivanti dai commi precedenti, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
1.7. Mollicone, Frassinetti, Bucalo.

  Dopo il comma 957, inserire il seguente:

  957-bis. Il Ministero dell'istruzione è autorizzato a bandire un concorso per titoli e servizi per coprire i posti vacanti e disponibili dei direttori SGA nelle istituzioni scolastiche ed educative riservato al personale assistente amministrativo che ha svolto le funzioni di direttore SGA per almeno tre anni scolastici entro il 31 agosto 2020, anche in assenza del prescritto requisito culturale di cui alla tabella B allegata al contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del Comparto scuola sottoscritto in data 29 novembre 2007, e successive modificazioni.
1.10. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.

  Dopo il comma 957, inserire il seguente:

  957-bis. In ragione dell'emergenza epidemiologica, tutti i dirigenti scolastici, per le operazioni di mobilità relative all'anno scolastico 2022/2023 possono presentare domanda di trasferimento sul 100 per cento dei posti vacanti e disponibili, in via del tutto straordinaria e in deroga ai vincoli legislativi e contrattuali vigenti, senza il nulla osta da parte dell'ufficio scolastico regionale di provenienza.
1.11. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.

  Dopo il comma 957, inserire il seguente:

  957-bis. I dirigenti scolastici assunti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato che superano l'anno di prova sono tenuti a permanere nella regione di assegnazione per un periodo non superiore a 3 anni. A domanda, ogni anno, vengono conferiti incarichi dirigenziali a dirigenti scolastici provenienti da altre regioni per il 100 per cento complessivo dei posti vacanti e disponibili. Per la mobilità relativa all'anno scolastico 2022/2023, i dirigenti scolastici immessi in ruolo nell'anno scolastico 2020/2021 e nell'anno scolastico 2021/2022, a seguito del concorso bandito nel 2017, possono presentare domanda di trasferimento su tutti i posti vacanti e disponibili, in via del tutto straordinaria, nel rispetto della graduatoria di merito, tenuto conto anche dell'anzianità di servizio maturata nel ruolo di dirigente prima delle nuove immissioni in ruolo per l'anno scolastico 2022/2023.
1.12. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.

  Dopo il comma 958, inserire i seguenti:

  958-bis. Dopo l'articolo 136 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, è aggiunto il seguente:

«Art. 136-bis.

   1. Per l'insegnamento presso gli ospedali e le case di cura è istituito un ruolo speciale, al quale si accede mediante concorso per titoli ed esami riservato a coloro che, essendo in possesso dei requisiti prescritti per la partecipazione al concorso per posti di ruolo normale, abbiano conseguito il titolo di specializzazione di cui al comma 4.
   2. I programmi e le modalità delle prove di esame sono stabiliti con ordinanza del Ministro dell'istruzione di concerto con il Ministro della salute.Pag. 118
   3. I docenti iscritti nel ruolo speciale delle scuole presso gli ospedali e le case di cura vengono nominati nelle scuole aventi sede presso gli ospedali e le case di cura della provincia. Ad essi spetta il trattamento giuridico ed economico dei docenti di ruolo normale.
   4. I docenti del ruolo speciale di cui al comma 1 debbono essere forniti dei titoli di specializzazione stabiliti con decreto del Ministro dell'istruzione di concerto con il Ministro della salute. Per il rilascio dei predetti titoli il Ministero dell'istruzione d'intesa con il Ministero della salute istituisce ed autorizza appositi corsi di specializzazione.
   5. Per l'organizzazione dei corsi di specializzazione di cui al comma 4 è autorizzata la spesa di euro 10 milioni annui a decorrere dall'anno 2022. Con decreto del Ministro dell'istruzione, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente comma, sono stabilite le modalità attuative per l'organizzazione dei corsi di specializzazione di cui al comma 4.».

  958-bis. Ai maggiori oneri derivanti dal presente comma, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
1.9. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.

Pag. 119

ALLEGATO 2

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. (C. 3424 Governo, approvato dal Senato).

Nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato).

RELAZIONE APPROVATA

  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),

   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 3424 Governo, approvato dal Senato, recante il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e la relativa nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato),

DELIBERA DI RIFERIRE
FAVOREVOLMENTE.

Pag. 120

ALLEGATO 3

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. (C. 3424 Governo, approvato dal Senato).

Nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato).

RELAZIONE DI MINORANZA DEL GRUPPO DI FRATELLI D'ITALIA

  La VII Commissione,

   premesso che:

    da oramai dieci anni (legge di bilancio 2011/2013) risultano introdotte importanti innovazioni alla struttura dei documenti di bilancio in ragione della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), entrata in vigore l'1 gennaio 2010;

    gli obiettivi della legge n. 196 del 2009 sono molteplici e largamente condivisibili: restituire centralità al bilancio articolato in missioni e programmi, superando la frammentazione e l'eterogeneità delle «vecchie» leggi finanziarie omnibus; rendere più trasparenti e leggibili i conti pubblici e le procedure attraverso cui i bilanci vengono costruiti e modificati; armonizzare i bilanci della pubblica amministrazione; migliorare il controllo, la valutazione e il monitoraggio del Parlamento sul bilancio, esaltando il ruolo delle Commissioni di merito nell'analisi delle parti di loro competenza;

    se è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria – la gravissima vicenda della pandemia sanitaria continua a tenere banco non solo in Italia, ma in tutta Europa e nella maggiore parte degli Stati del Mondo – altrettanto vero è che sempre di più – ma mai come nel corso del 2021 – norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono state del tutto ignorate, quando non palesemente violate o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari, sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo;

    sintomatica al riguardo è la modalità con cui il Parlamento ha potuto esaminare la legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022;

    il Disegno di Legge di bilancio per il 2022 è stato presentato al Parlamento l'11 novembre 2021, due settimane dopo la sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, avvenuta il 28 ottobre 2021 e, soprattutto, con oltre venti giorni di ritardo rispetto al termine del 20 ottobre fissato dalla sopra richiamata Legge di contabilità e finanza pubblica. Detto ritardo ha comportato, sin da subito, una compressione dei tempi a disposizione del Parlamento per l'approvazione della Legge e si è ulteriormente aggravato nel corso dell'esame da parte del Senato a causa dei continui rinvii, dovuti a contrasti interni alla maggioranza, dei lavori della Commissione Bilancio. Lo attesta il fatto che solo il 20 dicembre 2021 detta Commissione ha potuto esaminare e votare un ristretto numero di emendamenti segnalati e ciò nonostante la vastissima maggioranza numerica che appoggia il Governo Draghi, inopinatamente definito dai media, ma non solo, come «il Governo dei migliori»;

    la conseguenza di un siffatto modo di procedere si è palesata quando nell'assemblea di Palazzo Madama il Governo ha posto la fiducia sul maxi emendamento dallo stesso presentato (unico articolo di oltre 1000 commi, in sostituzione dei 199 articoli che costituivano il testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione), senza quindi alcuna discussione e votazione degli emendamenti presentati per l'esame da parte dell'Aula;

Pag. 121

    detto modo di procedere – come già preannunciato nella conferenza dei capigruppo del 21 dicembre 2021 – porteranno il Governo a richiedere la fiducia sul provvedimento in esame anche alla Camera dei deputati;

    a tacere dell'impossibilità per i parlamentari di potere significativamente contribuire, almeno in sede di Commissioni, ad esaminare compiutamente il provvedimento attesi i tempi ristrettissimi imposti dalla conferenza dei capigruppo, al solo fine di evitare l'esercizio provvisorio. Sintomatico il limite di tempo imposto alla Commissione Bilancio della Camera che dovrà concludere – in sede referente – l'esame del disegno di legge Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022–2024, entro le ore 13 di martedì 28 dicembre 2021 e, conseguentemente, l'esame da parte delle Commissioni di settore è stato modulato in tempi compatibili con la fase di esame degli emendamenti presso la Commissione Bilancio. A tacere del fatto che l'esame in Assemblea avrà inizio alle ore 14 di martedì 28 dicembre, con votazioni non prima delle ore 18 (quando si prevede che il Governo richiederà la fiducia) e – quindi – con circa 4 ore a disposizione per l'effettuazione della discussione generale sul provvedimento;

    è qui il caso di richiamare, per doverosa comparazione, la modalità di esame della legge di bilancio da parte del parlamento nei precedenti anni della XVIII Legislatura;

    con il Governo giallo-verde (Conte I) il disegno di legge di bilancio venne presentato il 31 ottobre 2018 e approvato l'8 dicembre 2018 dalla Camera dei deputati. Approvato dal Senato con modifiche – bei tempi! – il 23 dicembre 2018, veniva e approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 30 dicembre 2018;

    la manovra di bilancio per il 2020 del Governo giallo-rosso (Governo Conte II) veniva presentata al Senato il 2 novembre 2019, approvata il 16 dicembre 2019, quindi approvata senza modifiche dalla Camera dei deputati il 24 dicembre 2019;

    la manovra per il 2021, varata dal Governo giallo-rosso con pandemia in corso, veniva presentata alla Camera dei deputati il 18 novembre 2020 e approvata il 27 dicembre 2020; quindi approvata dal Senato, senza modifiche, il 30 dicembre 2020;

    ebbene, il «Governo dei migliori» ha il record peggiore dei tempi di presentazione e di gestione di questa manovra. Com'è andata lo sappiamo bene, è sotto i nostri occhi e non lascia sbigottiti i soli deputati dell'opposizione ma anche diversi della maggioranza. Evidentemente non siamo noi di Fratelli d'Italia dei visionari negativi, morbosi e malati. Siamo infatti di fronte a cose mai viste. Ne abbiamo viste parecchie, specialmente negli ultimi anni, ma qui si è veramente superato ogni limite;

    come detto, lunedì 20 dicembre 2021 non erano ancora iniziate le votazioni degli emendamenti alla Commissione bilancio del Senato, la prima delle due Camere a esaminare questo provvedimento. Non si era mai visto nulla di simile, nemmeno con i Governi Conte, che pure avevano compresso i tempi e cambiato le carte in tavola all'ultimo momento, con una finta lettura, che era stata però decente e presentabile; nel Governo Conte 2 fu presentato all'ultimo momento un emendamento che cambiava tutto (il 2,4 diventava il 2,04), tutti coloro che erano all'opposizione si lamentarono di quel Governo e anche nell'ambito delle stesse maggioranze ci fu chi ammise che non era questo il sistema;

    è qui il caso di evidenziare che, fino a non molti anni fa, solo il fatto di porre la fiducia sulla legge finanziaria era visto come una forzatura, un atto fortemente criticabile atteso che viene compressa la possibilità del Parlamento di esprimersi. Ma qui altro che compressa! Siamo partiti malissimo, in ritardo di ventuno giorni rispetto a quanto previsto da una legge dello Stato. Quello stesso Stato che chiede ai cittadini di rispettare le proprie leggi, la cui violazione è sanzionata con multe e supermulte. Peccato che sia lo stesso Stato che, nel momento più importante dell'anno dal punto di vista finanziario ma anche dell'intera linea politica del Governo, assiste silenziosoPag. 122 alla violazione della Legge da parte del Governo;

    il Parlamento è stato proprio ignorato e ha avuto il privilegio di iniziare le votazioni come detto – anche se in realtà tutto era già stato stabilito prima – la sera di lunedì 21 dicembre 2021;

    nella sostanza, il disegno di legge di bilancio denuncia tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e diversa come linee di pensiero, come esigenze di interlocutori: si realizzano dunque compromessi che, nella migliore delle ipotesi, sono mezze misure, ma a volte sono mancate misure;

    i colleghi del Gruppo Fratelli d'Italia hanno al Senato presentato e illustrato una serie di proposte di modifica che non hanno trovato adeguata risposta, quando non sono state addirittura del tutto ignorate. Giova però evidenziare che quelle proposte non erano fatti personali di questo o di quel senatore di Fratelli d'Italia, ma rappresentavano i problemi dell'Italia. Per questo esiste un Parlamento, e non c'è solo nel nostro Paese, ma anche negli altri. Serve un Parlamento perché, davanti a tutti, ci siano dei voti, dei sì e dei no, e possibilmente, quando il Governo dice no, dovrebbe anche spiegarlo;

    fino a pochi anni fa i relatori non facevano solo i lettori dei pareri del Governo, favorevole o contrario – per fare quello non ci sarebbe bisogno di un relatore – ma spesso davano anche spiegazioni, specialmente dei pareri contrari perché se un emendamento viene accolto chi lo presenta lo sa da sé il motivo;

    dov'è allora il potere se non è nel Parlamento? In certi potentati che stanno fuori dal Parlamento: nella migliore delle ipotesi, di gran lunga la migliore, in trattative tra i partiti;

    in altri casi risiede in potentati che non hanno nulla a che fare con il consenso popolare, ma a volte godono di un forte potere di condizionamento che esercitano in vari modi;

    di fatto, abbiamo una Camera che si occupa del provvedimento in Commissione (non in Aula, diciamocelo francamente) e un'altra Camera che, a fasi alterne – di anno in anno – ne prende atto e, in ragione del voto di fiducia richiesta dal Governo, impedisce il ricorso all'esercizio provvisorio. È un atteggiamento inaccettabile che non può essere più tollerato, pena l'abdicazione del Parlamento dalla funzione legislativa, relegato a organo di mera ratifica della volontà del Governo;

    ora, è pur vero che vi erano tutti i presupposti perché la legge di bilancio avesse un epilogo deludente, verificandosi nei fatti quanto Fratelli d'Italia aveva da subito anticipato, tuttavia mai come in questa occasione il Governo ha scaricato il ritardo di presentazione del provvedimento sul Parlamento. Nell'ultima settimana si è assistito al Senato a un teatrino indegno per un Parlamento che ha già una configurazione anomala, con un Governo che ha una maggioranza del 95 per cento, e che, per i dissidi interni alla maggioranza, comprime lo spazio di confronto nel luogo a questo deputato. A tacere del fatto che oltre l'85 per cento degli emendamenti presentati proveniva dall'area di maggioranza;

    nei fatti, prima dell'esame da parte del Senato, la manovra di bilancio del Governo riguardava interventi abbastanza indefiniti, che avrebbero dovuto accentuare la sua presunta espansività;

    il Governo si è riempito la bocca di questa espansività della manovra, che va però attentamente declinata. La manovra è «espansiva» fondamentalmente per due ordini di motivi e non per meriti del Governo: abbiamo un Piano nazionale di ripresa e resilienza che vale 200 miliardi di euro, più 30 miliardi di un fondo complementare, ma la cosa più importante è la clausola di salvaguardia, ossia la sospensione del Patto di stabilità. Quanto ai numeri, la manovra vale 37 miliardi di euro, a fronte dei quali ci sono risorse coperte per 13,7 miliardi, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro;

    rispetto a quanto si diceva a proposito dell'espansività, va sottolineato che rispetto al 2020, quando l'Italia veniva pesantementePag. 123 impattata dalla pandemia e da disastrose misure restrittive, la situazione è certamente migliorata, ma per i fatti oggettivi prima ricordati: da una parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, dall'altra, il mantenimento della clausola di salvaguardia, con la conseguente sospensione del Patto di stabilità;

    questa manovra porta in dote pochi risparmi, che in parte sono stati voluti dall'unica forza di opposizione, cioè da Fratelli d'Italia. In primo luogo, infatti, grazie alla nostra battaglia storica contro il cashback che, sospeso per l'anno 2022, porterà in dote a questa maggioranza, a questo Governo e a questo Parlamento un miliardo e mezzo di euro. A cui aggiungiamo l'approvazione del nostro emendamento al Senato che fa risparmiare 130 milioni di euro nel settore del cross financing;

    quanto ai contenuti, non possiamo che condividere perfino l'opinione espressa dal relatore di maggioranza al Senato, senatore Vasco Errani, in merito alla riduzione della pressione fiscale, ossia che serviva più coraggio. È vero, serviva più coraggio per fare questa riforma fiscale. C'è stato un taglio di 8 miliardi di euro, un terzo dei fondi totali, rispetto alla manovra, ma è poco più dell'1 per cento delle entrate tributarie totali dello Stato, che ammontano a più di 500 miliardi di euro. Pertanto, sulla riforma fiscale, diciamo che va sempre bene quando si riducono le tasse, però questa riduzione varrà, come si leggeva su alcuni quotidiani nazionali, qualche caffè non al giorno, ma a settimana;

    oltre a questo, vogliamo qui affrontare un altro capitolo spinoso, quello del reddito di cittadinanza, contro cui Fratelli d'Italia ha sempre condotto una dura battaglia d'opposizione. Pensavamo che potesse essere in qualche modo non dico stravolto, ma almeno profondamente cambiato; purtroppo questo non è accaduto. Il reddito di cittadinanza, come sapete, secondo noi, avrebbe dovuto essere una misura di reintroduzione al lavoro, ma non ha funzionato, perché sappiamo che solo una esigua minoranza dei percettori del reddito di cittadinanza è occupabile. Questo non lo dice Fratelli d'Italia ma la Corte dei conti, che attesta che solo il 25 per cento dei percettori ha trovato lavoro, per lo più con contratti a tempo determinato, e solo il 15 per cento ancora oggi è occupato. Insomma, un provvedimento che ha clamorosamente fallito rispetto all'obiettivo previsto. Ovviamente siamo consapevoli e riconosciamo che vi sia una categoria di cittadini, di uomini e donne, che va aiutata, tutelata e inserita in modo graduale e controllato nel mondo del lavoro, ma non possiamo esimerci dal sottolineare come risulti del tutto sconfortante rilevare che nemmeno con un enorme esborso di soldi pubblici si sia trovato un lavoro a tutti i beneficiari. Al riguardo, evidenziamo che anche per i disabili – dati alla mano – il reddito di cittadinanza ha avuto un risultato fallimentare;

    ecco perché ribadiamo che il denaro pubblico deve essere investito sulle aziende, ossia su chi crea ricchezza, cosicché ne possano poi fruire i cittadini sotto forma di salari e stipendi. Invece, per l'evidente colpa di uno schieramento politico e della propria cecità, lo Stato non riesce a utilizzare al meglio i fondi che mette a disposizione;

    esaminando altri temi, presenti nella legge di bilancio, poniamo l'accento – ad esempio – sugli stanziamenti in favore delle Forze dell'ordine. Riteniamo del tutto insufficiente quanto stanziato dal Governo per i finanziamenti alle Forze dell'ordine. L'attenzione nei loro confronti deve infatti essere primaria nel nostro Paese, perché la sicurezza non può essere soltanto un argomento di cui parlare in campagna elettorale, quando tutti sono per la sicurezza, anche perché sarebbe controproducente per uno schieramento se qualche proprio adepto facesse il tifo per l'insicurezza o per la delinquenza. Di fatto però quando il Parlamento, attraverso la manovra di bilancio, non aiuta le Forze dell'ordine come dovrebbe, ci sentiamo di denunciarlo con forza. Per quanto riguarda le assunzioni nelle Forze dell'ordine, abbiamo visto l'atteggiamento incredibile del Partito Democratico che ha presentato al Senato un emendamento sul possibile trattenimento Pag. 124in servizio degli agenti per un periodo di due anni oltre i limiti ordinamentali. Invece di andare nella direzione di nuove assunzioni, si stabilizza chi c'è già, senza comprendere la situazione e rimanendo completamente distanti dalla realtà e dalle problematiche che attraversano le Forze dell'ordine. Ci riferiamo al fatto che il personale sta diventando sempre più anziano e non riesce a svolgere il proprio compito in strada. Se non si vuole ascoltare Fratelli d'Italia, almeno si ascoltino i sindacati delle Forze dell'ordine e della Polizia che dicono a maggioranza e Governo che stanno andando nella direzione opposta a quella della sicurezza per il cittadino. Diventa infatti difficile per chi è anziano fare ordine pubblico nelle strade. L'emendamento del PD è andato invece proprio in questa direzione, aumentando il numero di anni necessari al personale delle Forze dell'ordine per andare in pensione, non capendo che, invece, bisogna stanziare fondi – come è stato fatto in parte, ma a nostro avviso in maniera insufficiente – per avere un aumento del personale in servizio. Resta il fatto che, per quanto riguarda la Polizia di Stato, nei prossimi dieci anni avremo una riduzione di 10.000 unità. Per non parlare poi della Polizia penitenziaria, tema difficilissimo e importantissimo. Qualche mese fa, il ministro Marta Cartabia non si è potuto esimere dal riconoscere la carenza di personale e il progressivo invecchiamento di quello in servizio. Nei prossimi anni andranno in pensione 30.000 agenti della Polizia penitenziaria, personale che svolge un lavoro molto logorante ed usurante. Di fatto, chi svolge quel lavoro, molto spesso, è un detenuto come gli altri. Ne segue che sarebbe stato importante da parte del Governo stanziare più fondi possibili per favorire nuove assunzioni, tenuto anche conto che ci sono molti partecipanti ai concorsi ancora in attesa di assunzione;

    un altro ambito, non possiamo tacere sul vergognoso emendamento riguardante la magistratura onoraria che il Governo ha presentato, sostenendo di volere fare fronte alla procedura di infrazione annunciata dall'Europa nei confronti dell'Italia, atteso il modo in cui in tutti questi anni sono stati trattati e continuano a essere trattati i magistrati onorari. Magistrati considerati come veri e propri rider della giustizia, anzi peggio, poiché adesso i rider verranno regolarizzati e stabilizzati. I giudici onorari – come sappiamo tutti benissimo – risolvono quasi la metà di tutti gli affari della giustizia che, senza di essi, semplicemente si bloccherebbe. Senza i vice procuratori onorari non sarebbe possibile tenere udienza, e non diciamo davanti al giudice di pace, ma nemmeno davanti al tribunale; senza i circa 2.000 giudici onorari di tribunale sarebbe impossibile comporre una infinità di collegi;

    si tratta di magistrati che, per anni, hanno lavorato senza tutele e senza i minimi diritti elementari che dovrebbero spettare ad ogni lavoratore, come ha riconosciuto l'Europa e – finalmente – anche la magistratura italiana con alcune importanti sentenze;

    si tratta di un emendamento che parifica il magistrato onorario al personale amministrativo, mortificando non la figura del primo, ma la funzione giurisdizionale che esercita. Parificandola al personale amministrativo, non soltanto si offende la magistratura onoraria, ma anche l'alta funzione giurisdizionale assolta in nome del popolo italiano;

    è una vergogna che Fratelli d'Italia denuncia in modo forte e chiaro. Come denunciamo l'illogicità, l'incongruenza e la contraddizione di pretendere di sottoporre a una prova selettiva con tanto di esame, seppur orale, magistrati che hanno fatto il loro dovere per dieci, quindici o venti anni nelle aule di giustizia. Anche questa è un'ulteriore umiliazione che il Governo doveva e poteva risparmiare a questi fedeli funzionari dello Stato;

    la cosa però veramente vergognosa è che, con il predetto emendamento, il Governo impone per legge al magistrato, che dovesse accettare questa pur umiliante stabilizzazione, nel momento stesso in cui firma la domanda di adesione alla selezione, anche nel caso in cui non dovesse superarla, di rinunciare a tutti i diritti. Ai Pag. 125diritti che spettano, per il passato, a tutti i lavoratori: deve rinunciare, infatti, agli arretrati, ai diritti previdenziali e assistenziali. Deve rinunciare a tutto quanto. È un ricatto imposto per legge che grida vergogna nei confronti di chi ha un minimo senso di giustizia. Ma quale Stato di diritto si comporta in questo modo nei confronti dei suoi fedeli servitori, come hanno dimostrato di essere i giudici onorari, anche rischiando la vita durante la pandemia?;

    anche per quanto riguarda il comparto della Difesa, ben altre erano le aspettative di coloro che vi prestano il loro qualificato servizio. In particolare occorre integrare la legge di bilancio 2022, come approvata dal Senato, prevedendo::

     l'ulteriore proroga, almeno fino al 31 dicembre 2022, della durata della ferma dei medici e degli infermieri militari in servizio alla data del 31 dicembre 2021. Inoltre, va incluso, nel detto provvedimento di proroga della ferma anche il personale sanitario, non medico, impegnato nei laboratori nei vari centri del Ministero della Difesa quali ad esempio i biologi;

     di istituire, al fine di recepire l'esigenza di sicurezza nella Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia, nella Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet di Firenze, nella Scuola Militare Nunziatella di Napoli e nella Scuola Militare Teuliè di Milano, un apposito fondo per l'acquisto degli opportuni mezzi di aerazione, ventilazione e ricambio dell'aria meccanica;

    valutiamo di grande importanza che, grazie all'impegno di Fratelli d'Italia, dopo venti anni di battaglie delle associazioni sindacali, di categoria e delle casse di previdenza, ai liberi professionisti sia stato riconosciuto il diritto alla salute. Molti non lo sanno, ma purtroppo, fino a ieri, questo diritto non era riconosciuto: i liberi professionisti che si ammalavano o si infortunavano dovevano non solo pagare le conseguenze dell'infortunio, ma addirittura pagare le conseguenze sanzionatorie dell'impossibilità di potere svolgere la loro professione. Dovevano, quindi, risarcire i clienti per le sanzioni che lo Stato comminava loro in conseguenza della malattia del professionista. Una vicenda scandalosa che veniva da tutti additata e considerata come tale, ma che poi nessuno ha mai modificato. Il Gruppo Fratelli d'Italia al Senato ha condotto e vinto, una battaglia di civiltà che interessa 2 milioni di professionisti italiani;

    dobbiamo, invece, esprimere la ferma contrarietà di Fratelli d'Italia a fronte della decisione del Governo di non acconsentire al rinvio della riscossione delle cartelle per rottamazione-ter e saldo e stralcio: un impegno che il Governo aveva preso in Parlamento in precedenza (in occasione della conversione del decreto-legge in materia fiscale) e che è stato clamorosamente disatteso. Avete, come Governo ma anche come maggioranza che lo sostiene, disatteso un impegno con quei milioni di italiani che si trovano a dover pagare in pochi giorni quello che era stato sospeso per un anno e mezzo: è inaccettabile nel merito e nel metodo perché, quando prende impegni, un Governo li deve mantenere, Draghi o non Draghi; chiunque è obbligato a essere coerente con la parola data;

    tra i tanti, c'è un provvedimento che è stato corretto in maniera parziale dalla legge di bilancio 2022, lasciando per altro irrisolti i problemi che andrà a creare. Il riferimento è alla misura introdotta nel decreto fiscale, che andrà a modificare il campo di applicazione dell'IVA per quanto riguarda il mondo associazionistico. Un provvedimento pesantissimo, che – come detto – è stato corretto solo parzialmente e in modo piratesco. La Commissione bilancio del Senato, infatti, ha approvato un emendamento che ha differito il problema di un paio d'anni. Verrebbe da dire che, tutto sommato, il problema temporaneamente è stato risolto, se non fosse che ha aggravato la situazione di tutto il comparto. Sono valutazioni che non fa soltanto Fratelli d'Italia, ma che sono anche del forum del terzo settore – l'unica parte sociale riconosciuta dallo Stato italiano – che ha pesantemente criticato questa manovra. Il provvedimento di rinvio non ha prodotto e non produrrà risultati efficaci. Il mondo Pag. 126delle associazioni, infatti, deve ancora valutare se trasformare la propria natura giuridica da associazione semplice ad associazione di promozione sociale, andando a modificare il proprio statuto: con questa spada di Damocle rimasta sulla testa, all'evidenza non prenderà, nella sua gran parte, in considerazione l'ipotesi di trasformazione in associazione di promozione sociale. È un aspetto importante che non solo non è stato risolto, ma addirittura è stato appesantito; il rinvio non è assolutamente la panacea per la soluzione del problema e l'augurio è che – in futuro – si possa arrivare a una definizione, la più perentoria possibile, che risolva radicalmente la questione introdotta con l'approvazione del decreto fiscale;

    c'è poi un altro aspetto che deve essere affrontato, ancora nell'ambito dell'associazionismo. Questa volta siamo di fronte alle problematiche del mondo dello sport che da sempre, almeno in Italia, presenta un problema endemico relativo alla sua partenza dal basso. Ci riferiamo alla presenza dello sport all'interno delle scuole. Da sempre diciamo che non ci potrà essere una crescita omogenea dello sport nel nostro Paese senza una sua crescita equilibrata all'interno delle nostre scuole. Ebbene, avevamo salutato con attenzione, curiosità e anche con rispetto l'introduzione all'interno del disegno di legge di bilancio di una norma che prevedeva l'inserimento dell'attività motoria nella scuola primaria: un fatto epocale, veramente importante, rispetto al quale ci eravamo impegnati a seguire con attenzione l'iter di questa parte della manovra. Purtroppo, questo aspetto legato alla possibilità di poter fare finalmente crescere il mondo dello sport all'interno dell'istituzione scolastica è stato rivoluzionato, svuotato di significati e di investimenti, ed è stato ridotto a un mero provvedimento di facciata che andrà per l'ennesima volta a rinviare il problema;

    per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, lo sport è dunque clamorosamente assente;

    al riguardo, citiamo rapidamente gli emendamenti che Fratelli d'Italia ha presentato al Senato e che non sono stati minimamente degnati neanche di una discussione e che riguardavano la possibilità che le spese derivanti dalla crisi pandemica potessero essere affrontate con risorse dello Stato per attenuare le perdite, che assommano a circa il 50 per cento dei proventi medi abituali dell'attività sportiva; abbiamo chiesto l'inserimento di un bonus wellness, un intervento per il pagamento delle utenze, il differimento per il pagamento dei mutui e dei leasing, ma tutto questo non ci è stato riconosciuto e non ci è stato neppure permesso di illustrare;

    altro grande problema del tutto trascurato in questa legge di bilancio è quello legato alla situazione demografica in Italia. Come abbiamo visto dagli ultimi dati Istat, l'Italia registra, da gennaio 2021 a settembre 2021, 1,17 figli per donna. Eravamo a circa 1,59 l'anno precedente. Il crollo è stato repentino, tenendo conto del fatto che a livello europeo la media è di 2,1 per donna, soglia che permette appunto un ricambio generazionale. Ecco, quindi, che, tra le tante proposte che riteniamo essere importanti, vi è quella del congedo parentale o, meglio, dell'astensione facoltativa dal lavoro. È una misura da proporre per uomo e donna, ma noi sappiamo benissimo che, tra il compenso mensile di uomo e donna, c'è un differenziale di circa il 30 per cento, chiaramente a discapito del sesso femminile. Quindi, è chiaro, a fronte delle opportunità, quale quella attualmente in vigore, del congedo parentale fino a sei mesi dell'età del bambino con una decurtazione dello stipendio del 70 per cento, quale dei due sessi vi farà maggiormente ricorso;

    comunque, non è solo questo il punto. Il punto è anche legato a una esigenza di tipo pedagogico, alla crescita armonica, anche serena, del bambino e, soprattutto, a dare l'opportunità alle famiglie e alle giovani coppie di scegliere la soluzione più consona alla propria situazione di vita. Un ulteriore significativo aiuto sarebbe potuto derivare, come da noi richiesto, dall'applicazione dell'aliquota agevolata al 5 per cento per i prodotti legati alla prima infanzia, che sono tantissimi e costosissimi. Quando sentiamo parlare di invernoPag. 127 demografico, in realtà siamo consci del fatto che la situazione è molto più grave: siamo in completa emergenza demografica poiché figli non li fa più nessuno. Una mano a quelli che vogliono fare i figli, abbassando l'aliquota IVA al 5 per cento sui prodotti per la prima infanzia, la vogliamo dare o vogliamo soltanto predicare quando non ci costa niente? Per quanto riguarda poi la cosiddetta tampon-tax apprezziamo che l'aliquota sia stata ridotta dal 22 al 10 per cento, ma appare insufficiente;

    ebbene non si vede perché l'aliquota IVA non sia stata ridotta al 5 per cento, aliquota per altro in linea con quella in vigore in molti Paesi europei: la Francia è già scesa al 5,5 per cento, la Germania al 7 per cento, il Belgio al 6 per cento, il Portogallo al 6 per cento, l'Irlanda naturalmente è intervenuta prima della direttiva del 2006 e ha addirittura annullato l'IVA. Johnson, nel Regno Unito, prima l'aveva abbassata al 5 per cento e adesso l'ha annullata e se l'è venduta come un effetto della Brexit. Quindi, stiamo parlando non di cose irrilevanti, ma di un riconoscimento, un sostegno, un aiuto e un segnale alle donne, in quanto anche in questo caso si tratta di un bene necessario e non voluttuario;

    esprimiamo piena soddisfazione, invece, sulla decisione del Governo di ascoltare le proposte formulate al riguardo da Fratelli d'Italia, finanziando anche la ventilazione meccanica controllata nelle scuole. Si tratta di un modello messo immediatamente in campo dal governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, che da mesi proponevamo al Governo, affinché fosse portato in tutte le scuole italiane. Resta invece l'amarezza, sempre con riferimento alla scuola, per la mancanza della capacità e anche della volontà di intervenire in alcuni ambiti, che ormai da troppo tempo aspettano risposta. C'è grande delusione per la parziale proroga dell'organico COVID del personale ATA: con gli stanziamenti di bilancio previsti, non sappiamo come si pensi di fronteggiarne le necessità. C'è poi tutta la questione riguardante la mobilità, sia degli insegnanti, sia dei dirigenti scolastici. Non viene data risposta ai direttori generali dei servizi amministrativi, con un aumento della loro indennità amministrativa. C'è la questione dei percorsi abilitanti: nella scuola abbiamo tanti precari, che sarebbero pronti ad essere immessi in ruolo e a riempire gli spazi disponibili – che ci sono – per fare in modo che la scuola italiana abbia personale adeguato, visto soprattutto quanto ha subito negli ultimi tempi. C'è infine la questione, che veramente non capiamo, degli idonei STEM (science, technology, engineering and mathematics), che hanno sostenuto un concorso e che aspettano da tempo di essere stabilizzati. Non si capisce la ragione per la quale tutte le forze politiche diano loro solidarietà a chiacchiere e poi invece non si assuma una decisione sacrosanta, che non ha un costo rilevante;

    che dire poi di quello psicodramma in cui la maggioranza ha trasformato, nel tempo, il superbonus? Avete tribolato tanto a raggiungere un accordo, ma ci voleva tanto a capire che su questo tema servono certezza dei tempi, semplificazione delle procedure e, ovviamente, riconoscimento del valore della cessione del credito d'imposta? Fratelli d'Italia vi chiedeva solo questo – a dire il vero ve lo chiedevamo in tanti – ma, purtroppo, avete fatto troppo poco anche in questa direzione;

    del tutto positivo è lo stanziamento, disposto in ragione dell'approvazione al Senato di un emendamento di Fratelli d'Italia, di 10 milioni di euro da destinare al fondo per gli immobili occupati: altro che 10 milioni per qualche marchetta in giro! Se a un proprietario di immobile residenziale occupano la casa fino ad oggi – prima dell'approvazione di questo disegno di legge di bilancio – egli continua a essere tenuto a pagare tutte le tasse su quell'immobile: la quota Irpef, la quota IMU, se non è prima casa, e la quota Tari. Grazie a Fratelli d'Italia, da quando viene fatta la denuncia di occupazione dell'immobile a quando quell'immobile non viene liberato, le tasse sull'immobile occupato non saranno più dovute;

    abbiamo ribadito più volte, anche in quest'Aula, che non ci sembra normale che una patente per guidare i camion in Italia costi 2.500 euro e nel Regno Unito 250. Al Pag. 128danno si aggiunge la beffa, perché gli stipendi per gli autisti professionisti in Italia sono tra i più bassi. Non si arriva nemmeno a 30.000 euro lordi, a fronte di quanto si guadagna in altre nazioni europee. Il costo della formazione chiaramente penalizza oltremodo i lavoratori italiani. Andava garantito, quindi, un supporto economico proprio per avviarli al mondo del lavoro. Si parla tanto dell'introduzione dei giovani al mondo del lavoro, della grande questione lavorativa e poi lo Stato si gira dall'altra parte. Continueremo a ripeterlo: secondo noi, in Italia costa troppo prendere una patente di guida per diventare autista. Ci vuole troppo tempo. In Italia il corso di studi arriva a sette mesi, mentre nel Regno Unito è di due mesi. Nell'Est europeo con un paio di mesi si consegue il titolo che consente di introdurre i giovani al mondo del lavoro in questo comparto. Il Governo pensa di aver risolto la questione con il bonus patente. Abbiamo, come Fratelli d'Italia, chiesto al Senato di allargare la platea di coloro che potevano usufruire di questa possibilità anche ad altre categorie di autisti e ad altre tipologie di autotrasportatori, ma l'emendamento è stato clamorosamente rigettato;

    quanto all'agricoltura nella legge di bilancio è riservato poco rispetto a un settore non solo primario per definizione, ma fondamentale per la nostra economia, atteso che l'agricoltura e l'agroalimentare rappresentano un quarto del nostro PIL. Non basta all'evidenza sostenere che in questo disegno di legge di bilancio le risorse per l'agricoltura sono raddoppiate rispetto alla precedente legge quando, in termini assoluti, su una manovra come questa si arriva a stanziare poche centinaia di milioni come risorse dirette per il settore. Questi numeri attestano quanto poco centrale sia l'agricoltura nell'agenda politica di questo Governo, che di fatto dimostra di non credere, perché non investe e non dedica risorse – non diciamo importanti, ma almeno accettabili – a un settore che, in questo periodo di crisi dovuta alla pandemia, ha dimostrato di non arrendersi mai e di garantire il cibo per tutti;

    ma ci sono altri elementi che ci preoccupano: il primo è fondamentale e determinante per la tenuta del settore. Abbiamo l'impressione – e sinceramente ce ne dispiace – che non ci siano una visione, un piano strategico per la nostra agricoltura, ma che si cerchi di mettere sempre una toppa alle troppe emergenze; tante toppe e nessuna visione. Una mancanza di visione – a nostro avviso, ad esempio – si registra appieno nella mancanza, ad oggi, di un piano strategico nazionale, da presentare fra pochi giorni alla Commissione europea, per l'attuazione della prossima politica agricola comune (PAC);

    si parla tanto di transizione ecologica, i leader europei lanciano slogan che sicuramente colpiscono l'immaginario collettivo: 3 miliardi di alberi da piantare da oggi al 2030. Siamo già in ritardo, perché ad oggi non se ne è piantato, di fatto, nemmeno uno. Ma, se proviamo a fare un conto veloce, significa piantare 300 milioni di alberi l'anno, un milione di alberi al giorno. Ma ci rendiamo conto? Ma ammesso che sia anche possibile, ci chiediamo se esista un piano di piantumazione nel nostro Paese. Ma soprattutto, chi produce questi alberi e quanti se ne possono produrre? Non lo sappiamo, perché non c'è alcuna strategia. Oltre a non investire sul verde, il problema è che non si fa niente sul piano legislativo per aiutare il settore. Nello specifico del disegno di legge di bilancio, come Fratelli d'Italia abbiamo proposto la riformulazione del bonus verde, ma siamo rimasti inascoltati. Non solo: la legge sul florovivaismo, approvata alla Camera è bloccata da mesi al Senato: insomma, abbiamo bisogno di piante e blocchiamo una legge per dare certezze a chi le produce;

    rimaniamo sempre sul tema ambientale: stiamo attraversando una vera e propria emergenza relativa alla fauna selvatica, che sta mettendo a serio rischio l'equilibrio faunistico e ambientale. È soprattutto un fenomeno che sta mettendo in ginocchio molti agricoltori e allevatori: l'eclatante sovraffollamento di cinghiali che, ormai, arrivano a passeggiare tranquillamente nelle strade delle città. I cinghiali sono un pericolo per l'ambiente, ma soprattutto un pericolo sanitario: detti animali trasmettono la peste suina Pag. 129africana la cui eventuale propagazione nel Paese equivarrebbe alla fine della suinicoltura e della produzione di insaccati, una delle nostre produzioni di eccellenza. Cosa si fa con questa manovra finanziaria? Si stanziano risorse per la sterilizzazione, invece di predisporre risorse per un serio piano nazionale straordinario di abbattimenti, al fine di portare quegli animali a un numero sostenibile, per poi mettere in campo tutte le azioni necessarie per il contenimento, compresa la modifica della legge 11 febbraio 1992, n. 157, ormai vecchia di quasi trent'anni e non più idonea ad affrontare le situazioni odierne. Nonostante quanto evidenziato, non si mettono risorse per compensare gli agricoltori da questi danni. Così come abbiamo trovato un muro anche sulla proposta di Fratelli d'Italia di agevolare le cessioni agricole all'interno dei contratti di rete. Siamo stati inascoltati. Poche, infine, le risorse stanziate per interventi finalizzati al contrasto della xylella che, a causa di una pessima gestione della crisi da parte dell'amministrazione regionale della Puglia, sta distruggendo un intero comparto e territorio;

    purtroppo non c'è stato spazio per molte altre battaglie che Fratelli d'Italia aveva provato a portare all'attenzione del Senato. Gli italiani hanno bisogno di lavoro e noi – da sempre – abbiamo avanzato proposte, anche per il disegno di legge di bilancio. Abbiamo proposto di ragionare su un modello che dica alle imprese: più assumi, meno tasse paghi. È una cosa di buon senso. Con un meccanismo composito, abbiamo proposto una super deduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta intensità di lavoro; come abbiamo il superbonus per gli ammortamenti, abbiamo proposto di introdurre il superbonus per chi assume persone in Italia: si agevola in tal modo l'economia reale e si penalizzano le grandi concentrazioni economiche, che fanno utili in Italia senza assumere. Una proposta di mero buon senso, ma l'emendamento è stato bocciato;

    purtroppo Gualtieri si era sbagliato quando aveva detto che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro a causa del COVID-19; il posto di lavoro l'hanno perso in moltissimi: lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, partite IVA. Sono in molti ad aver perso il posto di lavoro. Abbiamo proposto allora la creazione di un fondo per la ricollocazione di chi ha perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia, attraverso sistemi collaudati, ossia ponendo a carico dello Stato il 50 per cento dei contributi previdenziali che sono a carico del datore di lavoro. È un meccanismo che, per esempio, già funziona per l'occupazione femminile o l'occupazione giovanile. Anche questa ci sembrava una misura semplice, immediata e di buon senso, ma è stata bocciata;

    abbiamo anche sollecitato un intervento contro la concorrenza sleale che subiscono prevalentemente i nostri commercianti. Esiste il meccanismo delle imprese «apri e chiudi»: chiunque sa che il fisco prende contezza di un'attività non prima di due anni. Legalmente, se io apro un'attività, posso tranquillamente non versare un euro allo Stato prima di ventiquattro mesi, non facendo qualcosa di illegale, ma semplicemente applicando la legge. Però, se io alla fine dei due anni sparisco, il fisco non mi rintraccia più. E allora ci sono delle piccole accortezze che si possono adottare: per i soggetti a rischio, prevalentemente chi è extracomunitario (non perché si voglia fare discriminazione, ma perché è più facilmente non più reperibile), istituire un fondo cauzionale o una fideiussione sulle tasse che saranno dovute;

    in conclusione, analizzando il testo della legge di bilancio 2022 a nostre mani, più che una legge volta al futuro dell'Italia ci sembra di avere a che fare con la vecchia «legge mancia», allora contestata dalla sinistra, pur costituendo un'appendice della legge finanziaria, e oggi elevata della sinistra a legge di sistema. Ciò a dimostrazione di come, per tenere in piedi una maggioranza così eterogenea e frastagliata, ci sia bisogno di una mediazione al ribasso e di cercare di accontentare tutti, il che non fa certo bene alla Nazione;

    appare inusuale e lesivo delle prerogative parlamentari il metodo con cui le commissioni e l'Aula hanno contribuito alla formazione dell'atto, nella cosiddetta «legge delle due notti», fra commissione Bilancio del Senato e Aula;

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    il metodo, superficiale, con cui è stato condotto l'esame ci preoccupa: per il ritardo con il quale è approdato in Parlamento, cosa che, inevitabilmente, ha contingentato i tempi del dibattito, con il ricorso all'ormai tradizionale maxi-emendamento e alla questione di fiducia, e per i contenuti stessi del disegno di legge che, in diversi casi, non si limitano ad indicare le coperture finanziarie, ma arrivano a modificare, anche in maniera profonda, aspetti centrali della vita quotidiana di milioni di nostri concittadini;

    il momento del confronto è fondamentale, in quanto si è davanti a dei provvedimenti destinati ad incidere in maniera molto significativa sul rapporto fra cittadini e amministrazione, fra le amministrazioni e le imprese e fra le imprese e i loro dipendenti. Ciò che non è avvenuto nel momento della predisposizione del testo;

    la necessità di un sostegno a settori cruciali della vita nazionale è urgente e necessaria;

    il riferimento è al trasporto aereo, con la necessità di assicurare il sostegno al reddito al personale Alitalia e Air Italy, al siderurgico, all'automotive, al comparto del bianco con Whirlpool e non solo, alle telecomunicazioni, ai call center, alla grande distribuzione organizzata, al credito, con, fra l'altro, la vicenda Monte dei Paschi di Siena, ai distretti maggiormente esposti alla concorrenza sleale, all'agroalimentare e alla pesca, con quest'ultima interessata da una parziale riforma degli ammortizzatori sociali, senza dimenticare la grave incertezza che pesa sui comparti soggetti alla direttiva europea sulle concessioni, principalmente commercio ambulante, balneari e taxi;

    appare evidente e necessario adeguare la normativa che prevede la relazione sugli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile) nell'ambito del ciclo di bilancio, così come sugli obiettivi di digitalizzazione, come già il Parlamento indicò al governo in specifiche mozioni;

    il provvedimento in esame non reca disposizioni volte a garantire l'accesso a tutta la popolazione mondiale a vaccini ed eventuali cure, a prezzi accessibili e sostenibili, per debellare in tutto il mondo la pandemia;

    il provvedimento non reca norme volte allo sviluppo delle competenze (miglioramento delle competenze esistenti) e la riqualificazione (formazione volta all'acquisizione di nuove competenze), definiti a livello europeo come una partecipazione di almeno il 60 per cento degli adulti a corsi di formazione ogni anno, con l'obiettivo di: guidare i giovani nel mondo del lavoro favorendo programmi di apprendimento durante e dopo la scuola dell'obbligo, migliorando la formazione offerta dalle Università e operando in stretto contatto con il settore privato, per garantire che i percorsi formativi rispondano alle esigenze del mercato del lavoro e che siano indirizzati alle transizioni ecologica e digitale; introdurre servizi di formazione permanente, per garantire a tutte le fasce di età la possibilità di ricevere gli strumenti necessari per il re-inserimento nel mercato del lavoro, riducendo la platea dei cosiddetti sfiduciati, ovvero persone senza lavoro, e che non lo cercano; formare e informare i cittadini sui temi dello sviluppo sostenibile e sulle competenze digitali di base;

    il sostegno e la tutela dello spettacolo dal vivo – quale strumento fondamentale di espressione artistica, di crescita culturale, pedagogica, sociale, economica e formativa della collettività, riconosciute ai sensi degli articoli 9, 21 e 33 della Costituzione – deve garantire il consolidamento e lo sviluppo del settore artistico della nostra Nazione;

    pertanto, in questa penultima legge di bilancio di questo Parlamento, è necessario tra le altre cose porre l'accento sulla difesa della cultura italiana, devastata dalla crisi economica derivante dall'emergenza sanitaria e dalle restrizioni anti COVID-19;

    lo stravolgimento di prospettiva di vita artistica e di fruizione culturale portato dalla pandemia ha direzionato le battaglie di Fratelli d'Italia: perché se le medicine sono la cura del corpo, la cultura è la cura dell'arte e tutti i cittadini devono beneficiarne;

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    la pandemia ha modificato nettamente i nostri consumi di cultura e pertanto, la nostra proposta di poter detrarre il consumo culturale diviene di stretta attualità;

    la realizzazione di un sistema fiscale che preveda la detrazione delle spese per l'acquisto di beni e servizi culturali si declina come basilare in una Nazione ricca di arte e cultura come l'Italia. La detrazione fiscale per l'acquisto di biglietti di ingresso e di abbonamenti a musei, cinema, concerti, spettacoli teatrali e dal vivo, e le spese sostenute per l'acquisto di libri e di materiale audiovisivo – protetti da diritti d'autore – segnerebbe una prima svolta a cui si affiancherebbe poi, l'abbassamento dell'IVA al 4 per cento sui prodotti culturali;

    l'industria dell'arte e della cultura in Italia mettono in moto una filiera produttiva e un numero di addetti ai lavori molto importante e, pertanto, necessitano di attenzione massima non solo per il riflesso in ambito strettamente artistico–culturale, ma anche in ambito economico e sociale. Attenzione mancata in questa penultima legge di bilancio della XVIII legislatura;

    nell'ambito dell'attività istruttoria del provvedimento, i soggetti auditi hanno evidenziato necessità poi non esaminate nel corso della conversione dell'atto;

    le mancanze del testo approdato alla Camera dei deputati sono ampie e diverse;

    non sono presenti interventi volti a sbloccare la grave situazione di disagio a cui sono soggetti numerosi Dirigenti Scolastici collocati fuori regione e di evitare l'ulteriore stallo della mobilità interregionale a cui sarebbero soggetti molti dei Dirigenti Scolastici vincitori del concorso 2017 e collocati fuori regione nonché i dirigenti scolastici in ruolo da anni e assegnati fuori della propria regione, a seguito dei divieti di spostamento dettati dalla pandemia;

    non sono presenti interventi volti a porre chiarezza sulle responsabilità dirigenziale in termini di sicurezza delle istituzioni scolastiche, in un momento in cui anche nelle cosiddette zone rosse si prescrive la riapertura dell'attività didattica in presenza per la scuola dell'infanzia, elementare e per la prima media;

    non sono presenti interventi per la stabilizzazione dei precari di INDIRE, che ora sono stati licenziati;

    non sono presenti interventi, richiesti dalla maggioranza dei gruppi parlamentari in prima lettura, per rifinanziare il Fondo per l'Intrattenimento digitale;

    il Fondo, istituito con una prima dotazione di 4 milioni, è destinato al finanziamento diretto di prototipi di videogiochi commerciali Made in Italy fino al 50 per cento dei costi eleggibili complessivi per ciascun prototipo. Lo stanziamento previsto per il 2020, pari, appunto, a 4 milioni di euro, è andato esaurito dopo sole tre ore dall'apertura ufficiale da parte del MiSE, il 30 giugno 2021, per le richieste di accesso al finanziamento;

    lo sviluppo e la preproduzione di un prototipo di videogioco costituisce un processo particolarmente dispendioso in termini di risorse, e lo stanziamento iniziale del Fondo si è rivelato insufficiente – a fronte di una fortissima richiesta da parte delle aziende – per supportare il settore;

    non sono presenti interventi per la rete di vendita delle edicole;

    l'emergenza COVID-19, nella sua drammaticità, ha evidenziato come la rete di vendita delle edicole costituisca un servizio di interesse generale per il Paese, essenziale per garantire l'esercizio dei diritti di libertà riconosciuti dall'articolo 21 della Costituzione, nonché dall'articolo 10 della CEDU e dall'articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione europea;

    la rete di vendita delle edicole è infatti essenziale per garantire in concreto il diritto all'informazione: in termini percentuali oltre il 73 per cento della popolazione adulta legge su carta (l'Italia infatti è il quarto più grande mercato nel campo Pag. 132delle pubblicazioni di notizie in Europa ma è al penultimo posto in merito al numero di persone che usano il Web per leggere le notizie);

    l'informazione cartacea è quindi ancora fondamentale per garantire l'accesso all'informazione degli italiani senza considerare poi che quasi il 90 per cento del fatturato diffusionale delle imprese editoriali deriva dalle vendite dei prodotti cartacei che sono veicolati quasi integralmente dalle edicole (secondo il report PWC Italy 2020–2025 nel 2020 i ricavi diffusionali dei quotidiani italiani derivanti dalla vendita del prodotto cartaceo hanno rappresentato l'87,9 per cento del totale e nel 2025 rappresenteranno ancora 87,4 per cento del totale);

    in relazione al quadro sopra delineato, è necessario accrescere e rafforzare gli strumenti a tutela della rete di vendita della stampa, estendendo alle edicole alcune misure già previste dalla Legge di Bilancio 2022 e introducendone di nuove per cogliere le opportunità di sviluppo e liberare il potenziale delle edicole in termini commerciali e di servizi di prossimità al cittadino;

    similmente a quanto fatto con il tax credit per le librerie nell'ambito della Legge di Bilancio 2022, considerato il ruolo e la funzione delle edicole di servizio essenziale per l'accesso all'informazione a mezzo stampa e tenuto conto dell'impatto positivo che il tax credit edicole ha dimostrato sul settore come concreta misura di sostegno, sarebbe stato necessario prorogare il credito di imposta introdotto dall'articolo 1, c. 806 e seguenti, della Legge 30 dicembre 2018, n. 145, anche per il 2023, relativamente alle spese sostenute dagli edicolanti nel corso del 2022. Tale misura andrebbe infatti a sostenere gli investimenti e il livello di spesa produttiva delle imprese del settore nel 2022;

    non sono presenti interventi volti a istituire un incentivo allo sport, che possa essere utilizzato nella capillare rete associativa sportiva di base, affinché i cittadini beneficino di ingressi calmierati laddove non del tutto gratuiti per riportarli a praticare sport in maniera costante e continuativa. Non sono presenti interventi volti a prevedere nuovi incentivi per il sistema sportivo dal punto di vista fiscale, quali ad esempio strumenti per la detrazione delle spese sostenute per l'attività sportiva;

    il comma 350 del presente provvedimento reca interventi per l'editoria libraria pari a 30 milioni, insufficienti per sostenere il settore;

    il comma 375 reca interventi per l'editoria, con la costituzione di un «Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria», con una dotazione pari a 90 milioni di euro per l'anno 2022 e a 140 milioni di euro per l'anno 2023;

    il comma 779 reca lo stanziamento di 1 milione di euro per Brescia e Bergamo capitali italiane della cultura;

    dal comma 783 e seguenti si recano una serie di interventi che, seppur condivisibili per il ricordo e il sostegno a manifestazioni culturali come per gli anniversari di Puccini o di Pier Paolo Pasolini, appaiono di natura «settoriale» e «micro» rispetto le esigenze complessive della politica economica nazionale;

    il comma 797 reca lo stanziamento di 1 milione per i carnevali storici;

    il provvedimento non reca, però, misure per la rievocazione storica, nello specifico per la maggiorazione dei fondi a disposizione già introdotti grazie a Fratelli d'Italia;

    quanto al cosiddetto «Governo dei migliori» ci auguriamo che il presidente Draghi, con il rispetto che Fratelli d'Italia gli riconosce come persona, voglia anche lui calarsi un po' nell'umiltà che ogni cittadino deve avere, magari convenendo con noi che gli organi parlamentari non sono un optional a sua disposizione;

    questa legge di bilancio è nei fatti solo l'effetto di un compromesso al ribasso di forze contrapposte, con idee diverse, che vogliono forzatamente stare insieme e che, però, insieme non riescono a stare se non perché così impone loro il ricorso al voto di Pag. 133fiducia di cui il Governo abusa a piene mani. Il compromesso al ribasso, tuttavia, produce l'assenza di una visione: non c'è visione politica in questa manovra; non c'è rilancio per la Nazione perché non c'è amore per la Nazione italiana e per quella che noi chiamiamo Patria,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.