CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 7 dicembre 2021
709.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-07215 Foti: Eliminazione del riferimento all'end of waste nella valutazione dei «progetti faro» di economia circolare del PNRR nel settore della carta e del cartone.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante, si rappresenta quanto segue.
  Il decreto del Ministro della transizione ecologica n. 397 del 28 settembre 2021 dispone che, nell'ambito della Missione 2, componente 1, investimento 1.2 del PNRR, finalizzato a potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento e riciclo, vengano finanziati progetti «faro» di economia circolare che promuovano l'utilizzo di tecnologie e processi ad alto contenuto innovativo in alcuni settori produttivi individuati nel piano di azione europeo sull'economia circolare, quali quelli relativi a elettronica e ICT, carta e cartone, plastiche, tessili. A tal fine il citato decreto distingue quattro linee di intervento.
  In particolare, la linea di intervento B concerne l'ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e la realizzazione di nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti in carta e cartone. Ad essa è assegnato un finanziamento di 150 milioni di euro, da ripartire mediante procedure di evidenza pubblica con pubblicazione del relativo avviso sul sito del Ministero della transizione ecologica.
  Su queste basi, il Ministero ha emanato un primo avviso che, in relazione al criterio 4 «Livello di innovazione tecnologica», prevedeva una valutazione positiva per le proposte che dimostrassero l'adozione di tecnologie che consentano una elevata produzione di materiale con caratteristiche «End of waste» da destinare all'utilizzo industriale in cartiera, nonché comportino, altresì, il sensibile risparmio energetico nei consumi di esercizio e una riduzione degli scarti medi di produzione.
  Così come ricordato dagli interroganti, successivamente l'avviso è stato rettificato in relazione al richiamato criterio 4, che ora contempla una valutazione positiva delle proposte le quali dimostrino l'idoneità della tecnologia adottata a permettere almeno una delle seguenti attività: a) una elevata produzione di materiale riciclato o di materia prima seconda da destinare all'utilizzo industriale; b) l'incremento dell'utilizzo di materia riciclata o di materia prima seconda nel processo industriale, anche attraverso pratiche di simbiosi industriale.
  Alla luce di quanto detto, si specifica che la rettifica in oggetto non implica l'abbandono della categoria di «End of waste». Infatti, quest'ultima è da ritenere ricompresa nel più ampio insieme delle «materie prime seconde», cui fanno riferimento entrambe le lettere a) e b) sopra menzionate.
  D'altra parte, con riferimento alla lettera a), non era possibile utilizzare la nozione di «End of waste» perché attualmente solo la filiera della carta dispone di apposita disciplina in materia, dettata con decreto ministeriale, alla luce dell'articolo 184-ter, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
  Quanto poi in relazione all'attività di cui alla lettera b), essa scaturisce, d'intesa con l'Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (ISPRA), dall'intento di estendere il perimetro della valutazione anche agli utilizzatori (e non solo ai produttori), al fine di valorizzare processi di simbiosi industriale, come richiede il modello di economia circolare inteso nella sua completezza.
  Va, infatti, rilevato che la definizione di «riciclaggio» (articolo 183 del decreto Pag. 64legislativo 152 del 2006) ricomprende qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i rifiuti sono trattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini.
  Si ritiene, dunque, che la nuova formulazione, più ampia della precedente, abbia la finalità di includere tutti materiali sottoposti a recupero che riacquistano una funzione in successivi processi industriali.

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ALLEGATO 2

5-07216 Pezzopane: Sostegno dell'Italia all'iniziativa di altri Stati membri per un progetto legislativo europeo sulla protezione del suolo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante, si rappresenta quanto segue.
  Il contrasto al degrado del suolo e la protezione del suolo dalle minacce causate da cambiamenti climatici e dallo sfruttamento delle risorse naturali rappresentano un obiettivo centrale, che è stato ampiamente compreso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza recentemente adottato.
  Le azioni di tutela e ripristino del suolo degradato vanno integrate con le misure per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, nonché con quelle per la salvaguardia della biodiversità.
  Le misure di protezione del suolo sono derivate anche dall'attuazione di azioni individuate dalla normativa italiana finalizzate alla riduzione del rischio idrogeologico o al contrasto del dissesto idrogeologico. In particolare, sono stati definiti i cosiddetti interventi integrati a cui viene riconosciuta anche la funzione di tutela degli ecosistemi e della biodiversità.
  Con il DL Clima (n. 111 del 2019) è stata prevista la definizione delle modalità per il rimboschimento delle fasce ripariali e delle aree demaniali fluviali, al fine di mitigare il rischio idrogeologico e preservare la tutela del suolo.
  A tale proposito, è stato costituito un tavolo tecnico presso il Ministero della transizione ecologica insieme alle Autorità di Bacino Distrettuali e ISPRA, al fine di valutare le metodologie di rimboschimento applicabili e i possibili effetti sull'assetto idrogeologico del territorio.
  Il medesimo tavolo tecnico ha avuto anche il compito di valutare l'adozione, in via sperimentale, di metodologie per la tutela del suolo in ambito urbano e periurbano finalizzate anche alla mitigazione del rischio idrogeologico attraverso l'individuazione di aree su cui avviare interventi pilota per la rinaturalizzazione e recupero di suoli degradati o in via di degrado.
  Il degrado del suolo e la desertificazione sono stati inoltre inclusi tra i dodici settori considerati prioritari dalla Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici (SNAC), per la cui attuazione nel 2016 il Ministero ha avviato l'elaborazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) che è attualmente in fase di stesura definitiva.
  Sempre a livello nazionale, nell'ambito dell'aggiornamento della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), al fine di garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali, l'arresto del consumo del suolo e della desertificazione è stato individuato come uno degli obiettivi strategici che, quindi, potrebbe essere anticipato al 2030.
  Sul piano internazionale, il nostro Paese ha sempre sostenuto la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione [UNCCD] nonché unico tra i paesi industrializzati ad aderire sin dall'inizio ai programmi per la «Land Degradation Neutrality».
  Il tema del suolo e della desertificazione è stato anche un asse importante del programma della Presidenza italiana del G20, dove, nell'ambito della Ministeriale Ambiente è stata ripresa e rafforzata la «Global Initiative on Reducing Land Degradation and Enhancing Conservation of Terrestrial Habitats» lanciata dalla Presidenza saudita nel 2020.
  L'importanza della protezione del suolo è stata ulteriormente riconosciuta oggi con la pubblicazione da parte della Commissione Europea della nuova Strategia dell'UE per la protezione del suolo per il 2030, Pag. 66che rappresenta un importante risultato tangibile del Green Deal Europeo e della Strategia UE sulla biodiversità 2030.
  La strategia definisce un quadro con misure concrete per la protezione, il ripristino e l'uso sostenibile del suolo. L'obiettivo principale è garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi terrestri siano in buona salute, nonché che il suolo abbia lo stesso livello di protezione che già esiste per l'acqua, l'ambiente marino e l'aria.
  Questi obiettivi si concretizzeranno nell'impegno a presentare il testo di una Legge europea sulla salute del suolo per garantire condizioni di parità e un elevato livello di protezione dell'ambiente e della salute.
  Sebbene sia a livello europeo che a livello nazionale si annoverino politiche che indirettamente mirano alla difesa del suolo, come quelle ambientali e agricole, tuttavia le misure in vigore non riescono ancora a proteggere tutti i suoli né a individuare tutti gli elementi che possono rappresentare una minaccia per questa matrice.
  La proposta legislativa dell'Unione sulla salute del suolo appare pertanto necessaria per affrontare il degrado e il consumo dello stesso, tenuto conto anche l'urgenza di considerare tutti i livelli di gestione del suolo e di pianificazione dell'uso dello stesso nelle misure suggerite per raggiungere la neutralità climatica, un'economia pulita e circolare, nonché e fermare i processi di desertificazione e di degrado.
  In vista del Consiglio Ambiente del 20 dicembre 2021, nel quale saranno approfondite le diverse visioni dei Paesi membri a livello ministeriale, sarà valutato positivamente il supporto alle iniziative della Commissione come, appunto, la futura Legge europea sulla salute del suolo prevista in pubblicazione per il 2023.

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ALLEGATO 3

5-07217 Maraia: Esclusione dal finanziamento pubblico dei progetti basati sulla cattura e stoccaggio della CO2 (carbon capture and storage – CCS).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla questione posta dagli onorevoli interroganti, si rappresenta quanto segue.
  Si premette che il bilancio energetico nazionale sarà basato su una quota sempre crescente di energie rinnovabili, anche grazie alle misure del PNRR, pur se una quota di fonti fossili sarà necessaria nella transizione per garantire sicurezza e stabilità al sistema.
  Nel PNRR nell'ambito della missione 2 ed in particolare nella componente 2 «Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile» per quanto concerne il vettore idrogeno, sono previste linee di finanziamento volte a promuoverne la produzione, la distribuzione, gli usi finali e lo stoccaggio. Nel PNRR non sono previste misure con riferimento alla cattura e allo stoccaggio di CO2.
  Per quanto riguarda l'istanza del 31 maggio 2021 presentata da ENI agli uffici competenti del Ministero della transizione ecologica, relativamente al programma sperimentale CCS, denominato «PCMW CCS» nell'ambito della concessione di coltivazione di idrocarburi a mare «A.C26.EA», si precisa innanzitutto che con la Direttiva 2009/31/CE, inserita nel «Pacchetto Clima-Energia», l'unione Europea ha inteso fornire gli strumenti necessari per avviare progetti sperimentali, attraverso tecnologie sicure ed economicamente sostenibili, favorendo la realizzazione di impianti termoelettrici dotati di tecnologie di cattura e stoccaggio geologico della CO2.
  La Direttiva è stata recepita in Italia con il decreto legislativo n. 162 del 2011.
  Con il decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, è stato rivisto e aggiornato il predetto decreto legislativo; segnatamente con la modifica dell'articolo 7 viene ribadita l'idoneità dei siti di giacimenti di idrocarburi esauriti per svolgere programmi sperimentali di stoccaggio geologico di CO2 da parte dei titolari delle relative concessioni di coltivazione.
  Atteso che l'istanza dell'ENI, così come presentata dalla società, va comunque processata secondo quanto previsto dalla normativa vigente, si rappresenta che il 14 settembre scorso è stato avviato il relativo procedimento con contestuale richiesta di parere da parte del Comitato ETS che risulta essere imprescindibile e preventivo ai fini del prosieguo in conferenza dei servizi.
  Nel rappresentare che negli ultimi anni sono in fase di sperimentazione sistemi di stoccaggio sotterraneo di CO2 da parte di diversi paesi, si specifica che eventuali progetti di stoccaggio di CO2 seguiranno ogni fase prevista, al fine di giungere all'autorizzazione.
  Inoltre, come evidenziato dagli onorevoli interroganti, l'articolo 153 della Legge di bilancio 2022 ha previsto l'istituzione di un Fondo per il sostegno alla transizione industriale, con una dotazione di 150 milioni di euro, per favorire l'adeguamento del sistema produttivo alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici.
  Detto Fondo è volto a sostenere le imprese, attraverso agevolazioni, con particolare riguardo a quelle che operano in settori ad alta intensità energetica, per investimenti per efficientamento energetico, per riutilizzo di materie prime e riciclate per impieghi produttivi e per la cattura, il sequestro e riutilizzo della CO2.
  Qualora questa disposizione fosse contenuta nella versione approvata della Legge di bilancio, il sostegno o meno di progetti di CCS sarà demandato ad una ulteriore disposizione attuativa il cui soggetto proponente è il Ministero dello sviluppo economico di concerto con il MEF e questo Ministero.

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ALLEGATO 4

5-07219 Dara: Realizzazione di impianti di trattamento e recupero rifiuti nel Centro-Sud, anche alla luce del trasferimento dei rifiuti nel Nord del Paese e del conseguente sovraccarico di alcuni suoi impianti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante, si rappresenta quanto segue.
  Per quanto concerne la questione circa il trasferimento dei rifiuti della Regione Lazio presso la discarica di Mariana Mantonava, occorre rappresentare il contesto in cui lo stesso si inserisce.
  Come noto, la gestione dei rifiuti nel territorio laziale è complessa e critica. La delibera del Consiglio regionale 5 agosto 2020, n. 4, ha approvato il Piano regionale di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, uno strumento di pianificazione aggiornato e adeguato al quadro normativo europeo e nazionale, ai mutamenti economici, sociali e tecnologici, tenuto conto dei dati aggiornati sulla produzione dei rifiuti e del fabbisogno impiantistico all'interno dei cinque ambiti provinciali.
  Nel corso del 2021, la Regione è stata interessata da una situazione emergenziale nella gestione dei rifiuti, tale da indurre il Presidente della Regione Lazio a emanare ordinanze contingibili e urgenti volte ad individuare le scelte tecniche da attuare per fronteggiare la situazione verificatesi e scongiurare gravi conseguenze anche sanitarie.
  Dall'analisi delle predette situazioni affiora un disallineamento tra le scelte programmatiche previste nel Piano di gestione dei rifiuti di recente adozione e le esigenze oggettive del territorio anche per quanto riguarda la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti.
  In tale contesto, quindi, l'articolo 182, comma 3, del D.Lgs. n. 152 del 2006 consente lo smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, previa sottoscrizione di accordi regionali o internazionali, qualora gli aspetti territoriali e l'opportunità tecnico economica di raggiungere livelli ottimali di utenza servita lo richiedano.
  Alla luce della predetta previsione normativa e delle condizioni impiantistiche, la Regione Lazio può valutare di sottoscrivere accordi con la Regione Lombardia per smaltire i rifiuti laziali.
  Per quanto concerne le previsioni del PNRR, si rappresenta come questo sia uno strumento che consente l'attuazione di riforme e investimenti il cui scopo è quello di riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo, rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni.
  In tale contesto, è stata inserita la Missione «Rivoluzione verde e transizione ecologica» Componente «Economia circolare e agricoltura sostenibile» che si prefigge di perseguire un percorso verso una piena sostenibilità ambientale.
  Nello specifico, detta Componente mira a migliorare la gestione dei rifiuti e dell'economia circolare, rafforzando le infrastrutture per la raccolta differenziata, ammodernando o sviluppando nuovi impianti di trattamento rifiuti, colmando il divario tra regioni del Nord e quelle del Centro-Sud; si specifica che attualmente circa 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti vengono trattate fuori dalle regioni di origine.
  Difatti, con decreto ministeriale n. 396 del 28 settembre 2021, sono stati approvati i criteri di selezione dei progetti che prevedono ben un miliardo e mezzo di euro per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l'ammodernamento degli impianti esistenti.
  Successivamente, il 15 ottobre scorso sono stati pubblicati gli Avvisi per la presentazione Pag. 69 delle relative proposte, rettificati con decreto ministeriale n. 117 del 24 novembre 2021.
  Nello specifico, l'avviso relativo alla Missione 2 – Componente 1 – Investimento 1.1. – Linea d'Intervento B prevede l'ammodernamento, anche con ampliamento di impianti esistenti, e la realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata.
  In detto Avviso, all'articolo 6, comma 1, lettera b), è previsto che il completamento dell'Intervento, o dell'Intervento Integrato Complesso, oggetto della Proposta eventualmente accolta, dovrà avvenire entro e non oltre il 30 giugno 2026.

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ALLEGATO 5

5-07220 Plangger: Recepimento delle prescrizioni sanitarie evidenziate dai sindaci del territorio già nelle more della conclusione della procedura di riesame dell'autorizzazione integrata ambientale per l'esercizio della raffineria di Milazzo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante, si rappresenta quanto segue.
  Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (ora della Transizione ecologica) dell'11 maggio 2018, n. 172, è stata rilasciata l'AIA per l'esercizio della raffineria della società Raffineria di Milazzo S.C.p.A. sita nei comuni di Milazzo e di San Filippo del Mela (ME). Il provvedimento è stato emanato a conclusione del procedimento di riesame complessivo dell'AIA ai fini dell'adeguamento del provvedimento alle «Conclusioni sulle BAT» relative alle raffinerie di petrolio e di gas, pubblicate con Decisione di esecuzione della Commissione Europea del 9 ottobre 2014.
  Nel corso della seduta conclusiva della Conferenza di Servizi, tenutasi il 28 marzo 2018, per il rilascio del citato provvedimento di riesame il gestore, il Sindaco del Comune di Milazzo, il Commissario straordinario del Comune di San Filippo del Mela ed il Sindaco della Città metropolitana di Messina hanno sottoscritto un accordo denominato «Intesa sul procedimento di riesame dell'AIA della Raffineria di Milazzo» avente ad oggetto la progettazione di studi di epidemiologia ambientale, destinati alla valutazione dello stato di salute delle popolazioni residenti nell'area, con l'istituzione di un dedicato comitato tecnico scientifico e con l'impegno da parte della Società ad erogare i necessari finanziamenti.
  Con tale Accordo è stato ritenuto superato ogni parere in materia sanitaria precedentemente trasmesso dai Comuni di San Filippo del Mela e di Milazzo.
  A seguito dell'adozione del nuovo Piano Regionale di Tutela della Qualità dell'Aria in Sicilia nel 2018, gli uffici competenti del MITE hanno provveduto ad avviare il procedimento di riesame parziale dell'AIA rilasciata alla raffineria di Milazzo con il citato decreto ministeriale n. 172 per procedere sia all'adeguamento del quadro prescrittivo che alla verifica della adeguatezza delle prescrizioni inerenti alla gestione dell'invecchiamento dei serbatoi di stoccaggio e dell'inquinamento del suolo.
  Successivamente, come noto, con alcune sentenze emesse a luglio 2020, il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, accogliendo i ricorsi presentati contro la Regione Siciliana dai gestori delle istallazioni AIA, ha censurato le suddette misure di Piano.
  Pertanto, il Ministero, con specifica nota, ha invitato la Commissione AIA-IPPC a procedere alla conclusione delle attività istruttorie per il procedimento limitatamente alla parte relativa alle prescrizioni sui serbatoi di stoccaggio e all'inquinamento del suolo. Con la seduta della Conferenza di Servizi tenutasi il 18 dicembre 2020 è stato concluso il procedimento, con successiva emanazione del decreto di riesame del Ministro della Transizione Ecologica decreto ministeriale n. 78 del 3 marzo 2021.
  Con nota del 2 dicembre 2020, questo Ministero, ravvisando la necessità riesaminare comunque il quadro prescrittivo inerente alle emissioni in atmosfera, ha disposto l'avvio del procedimento di riesame parziale dell'AIA per la verifica dell'adeguatezza del quadro prescrittivo inerente alle emissioni in atmosfera di taluni inquinanti derivanti in particolare dai camini Pag. 71E7, E10, E13, E30 e dallo sfiato E17 e per l'eventuale modifica o integrazione dei relativi valori limite di emissione.
  Acquisiti, a luglio 2021, il Parere istruttorio conclusivo (PIC) reso dalla competente Commissione AIA-IPPC e il relativo di Piano di monitoraggio e controllo (PMC) reso da Ispra, è stato disposto l'avvio della conferenza di servizi semplificata asincrona per la conclusione del procedimento. Tali documenti sono stati aggiornati a seguito delle pervenute osservazioni del gestore e ritrasmessi a tutti i partecipanti a ottobre 2021.
  Successivamente, nell'ambito dei lavori della Conferenza, con nota del novembre scorso, i Sindaci di San Filippo del Mela e di Milazzo hanno trasmesso un documento firmato congiuntamente, con il quale hanno espresso le proprie prescrizioni di cui agli articoli 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265. Tra le motivazioni poste a base delle prescrizioni (che coincidono in gran parte con quelle proposte nell'ambito del precedente procedimento di riesame complessivo), i Sindaci hanno citato anche l'ultimo rapporto Sentieri del 2019.
  Il Ministero, ravvisata la necessità di acquisire l'avviso delle amministrazioni coinvolte, ed in particolare del Ministero della Salute, in merito alle motivazioni espresse dai sindaci da un punto di vista sanitario, e rilevato che le prescrizioni richieste modificano in maniera sostanziale la proposta di decisione di cui al PIC e al PMC e comportano una rivalutazione complessiva del quadro prescrittivo, con nota del 23 novembre 2021 ha convocato, per il giorno 13 dicembre 2021, una riunione della Conferenza di Servizi in modalità sincrona.
  In merito a quanto richiesto dagli interroganti, si rappresenta che, dagli atti inerenti al procedimento di riesame complessivo conclusosi con l'emanazione del D.M. n. 172, la regolarità formale e sostanziale del procedimento medesimo è stata garantita durante tutte le fasi previste dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale.
  Pertanto, l'attuale citato decreto di AIA n. 172 risulta pienamente legittimo. Alla data attuale non risultano impugnative presso i competenti Tribunali amministrativi del citato DM da parte dei Comuni competenti di Milazzo e di San Filippo del Mela, né da parte delle altre Amministrazioni coinvolte nel procedimento.
  Inoltre, si rappresenta che il MITE ha ritenuto necessario sottoporre alla valutazione della Conferenza le prescrizioni espresse dai Sindaci ai sensi degli articoli 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265 nell'ambito del procedimento in corso. Si rammenta che tali prescrizioni possono essere espresse unicamente dai Sindaci dei Comuni in cui ricade l'installazione AIA. La Conferenza si esprimerà a riguardo nell'ambito della seduta convocata in modalità sincrona per il giorno 13 dicembre 2021.
  Si evidenzia che le suddette prescrizioni coincidono sostanzialmente con quelle proposte nell'ambito del precedente procedimento di riesame complessivo conclusosi con il D.M. n. 172 dell'11 maggio 2018. Si rileva altresì che il Parere istruttorio reso dalla Commissione AIA-IPPC nell'ambito del citato procedimento in corso tiene anche conto delle osservazioni del pubblico, comprese quelle presentate da alcuni dei Comuni limitrofi agli impianti.