CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 4 novembre 2021
688.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-06990 Magi: Iniziative per limitare la circolazione di armi da fuoco.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli Deputati,

  l'Onorevole interrogante, muovendo da un recentissimo e tragico fatto di cronaca, pone il problema del vigente regime giuridico della legittima difesa e chiede iniziative normative per limitare la circolazione delle armi nel nostro Paese.
  Il quesito coinvolge due questioni, quella dell'assetto normativo della legittima difesa e quello della disciplina relativa alla detenzione e circolazione delle armi da fuoco.
  Circa il primo aspetto, la materia della legittima difesa è stata oggetto di vari interventi del legislatore, il più recente dei quali realizzato con la legge n. 36 del 26 aprile 2019. Le più recenti linee giurisprudenziali, ed in particolare quelle della Corte di cassazione, emerse all'indomani dell'entrata in vigore della norma, hanno chiarito che il nuovo tenore della legittima difesa rientra senza rotture di continuità nel solco della tradizionale configurazione dell'istituto restando sempre rimesso al prudente accertamento del giudice di merito la valutazione sia della sussistenza dei requisiti strutturali della legittima difesa sia dei dati situazionali e di contesto in cui il fatto concreto è stato realizzato.
  Per quanto concerne il profilo della legislazione sul controllo delle armi da fuoco, l'ordinamento italiano risulta da una successiva stratificazione di norme, alcune delle quali di derivazione internazionale o europea. Senza entrare nel dettaglio di una normativa complessa e irta di tecnicità, mi limito ad osservare che il sistema italiano di controllo sulla fabbricazione, commercializzazione e la detenzione di armi da fuoco è oggetto di una disciplina puntuale e ispirata a criteri di massima tracciabilità e sistematico controllo. Le verifiche sono rimesse alle autorità di pubblica sicurezza, attraverso norme stringenti sulla verifica periodica del possesso dei requisiti soggettivi, anche sanitari, per la concessione di atti permissivi del porto di armi da fuoco così come per il rinnovo, la sospensione e la revoca dei titoli relativi, senza dimenticare il baluardo costituito dalle sanzioni, anche penali, per la violazione della legislazione di settore.
  Su questa linea di indirizzo, il Ministero dell'interno ha avviato le iniziative per l'attivazione del nuovo sistema informativo di tracciamento delle armi, previsto dall'articolo 11 del decreto legislativo n. 104/2018. Ulteriori misure di controllo della circolazione delle armi saranno introdotte con l'approvazione della legge comunitaria, di cui è in corso l'iter parlamentare. Tale disegno di legge contiene, infatti, disposizioni che adegueranno il nostro ordinamento alle previsioni della direttiva di esecuzione (UE) 2019/68 che ha fissato gli standard comuni per l'apposizione sulle armi della marcatura unica delle armi.
  Sotto il profilo quantitativo del numero delle autorizzazioni concesse per il porto delle armi, si fa presente che, alla fine dello scorso anno, i permessi concessi per motivi di difesa personale sono stati 54.169. Tuttavia, il 72 per cento di tali licenze è stato rilasciato a guardie giurate che ne hanno bisogno per lo svolgimento dell'attività lavorativa. Più numerosi invece i titolari dei permessi di porto d'arma lunga per l'esercizio dell'attività venatoria (pari complessivamente a 649.841 soggetti) e di quelli concessi per la disciplina sportiva del tiro a volo (pari a 582.531). Quanto all'incremento, segnalato dall'Onorevole interrogante, del 9,6 per cento del numero delle licenze di porto d'armi tra il 2013 ed il 2020, esso riguarda solo le annualità 2017/2018 e, in modo particolare, le licenze di porto d'arma per attività venatoria e sportiva, nonché quelle per difesa personale Pag. 26delle guardie giurate, che riflettono l'andamento occupazionale del relativo settore.
  Circa i controlli delle Autorità provinciali di pubblica sicurezza, rappresento che nel corso del 2020, le Questure ed i Commissariati di pubblica sicurezza hanno effettuato circa 21.000 controlli nei confronti dei detentori di armi e materie esplodenti, culminati – oltreché in 360 denunce all'Autorità Giudiziaria – in 3.217 ritiri cautelari di armi e materiali esplosivi. Complessivamente, sulla base delle proposte formulate dalle Questure, dai Commissariati di pubblica sicurezza e dai Comandi dell'Arma dei Carabinieri, i Prefetti hanno adottato, durante il 2020, 6.729 divieti di detenzione delle armi, munizioni ed esplosivi.

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ALLEGATO 2

5-06991 Ceccanti: Iniziative per escludere dall'applicazione della sperimentazione del voto elettronico nelle prossime elezioni amministrative i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli deputati,

  l'interrogante chiede di conoscere quali iniziative si intendano adottare per garantire che l'applicazione della sperimentazione del voto elettronico nelle prossime elezioni amministrative avvenga in condizioni di sicurezza e non riguardi, per la fase sperimentale, il rinnovo degli organi dei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Al riguardo rammento che la legge di bilancio per il 2020 ha istituito un Fondo per la sperimentazione del voto elettronico in occasione delle elezioni politiche, europee e dei referendum di cui agli articoli 75 e 138 della Costituzione, prevedendo l'emanazione di un apposito decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. Il predetto provvedimento, adottato il 9 luglio 2021, reca norme per la simulazione e sperimentazione di modalità di espressione del voto in via digitale, limitata a modelli che garantiscano il concreto esercizio del diritto di voto degli italiani all'estero e degli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovino in un comune di una regione diversa da quella del comune nelle cui liste elettorali risultano iscritti.
  Successivamente, l'articolo 38-bis, comma 10, lettere a) e b), del decreto-legge n. 77/2021 ha integrato l'articolo 1 della citata legge di bilancio, disponendo sia che il Fondo ha lo scopo di introdurre in via sperimentale modalità di espressione del voto in via digitale anche per le elezioni regionali ed amministrative, sia che le norme del citato decreto «si applicano anche alle elezioni regionali e amministrative, previo il necessario adeguamento da realizzare entro il 31 ottobre 2021 al fine di consentire la sperimentazione per il turno elettorale dell'anno 2022». In attuazione di tale normativa, in data 21 ottobre 2021, è stato emanato un nuovo decreto ministeriale integrativo del precedente, firmato dal Ministro dell'interno e dal Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale.
  In merito ai profili di sicurezza della procedura, evidenzio che, ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del decreto ministeriale del 9 luglio 2021, «Lo studio di fattibilità e i requisiti tecnici del sistema di voto elettronico sono predisposti dal Ministero dell'interno, d'intesa con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, con l'AgID e con le Autorità preposte alla sicurezza cibernetica nazionale». Pertanto, lo studio di fattibilità ed i requisiti tecnici del sistema di voto elettronico saranno adottati sentita l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Inoltre, in considerazione anche della presumibile complessità delle operazioni in una prima fase di sperimentazione – conseguente alla novità del sistema – si avrà cura, trattandosi spesso di comuni piccoli, di non coinvolgere nella fase di simulazione del voto elettronico i comuni interessati dal rinnovo degli organi elettivi a seguito di scioglimento conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare, ex articolo 143, comma 10, del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
  Preciso infine che non essendo stato adottato lo studio di fattibilità, tale fase di sperimentazione non potrebbe comunque ricomprendere i comuni interessati dalla prossima tornata elettorale, prevista per il prossimo 7 novembre.

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ALLEGATO 3

5-06992 Montaruli e altri: Sulle iniziative assunte per impedire lo svolgimento del rave party di sabato 30 ottobre scorso alle porte della città di Torino.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli deputati,

  gli interroganti chiedono di conoscere le iniziative che, in relazione allo svolgimento di un rave party iniziato nella notte tra il 30 e il 31 ottobre alle porte di Torino, siano state messe in atto dalle Forze di polizia nelle fasi iniziali e in quelle successive dell'evento.
  Occorre premettere che, con riferimento in generale alla tipologia di raduni denominata «rave parties», la più recente esperienza investigativa ha consentito di evidenziare come i promotori diffondano i messaggi di invito alla partecipazione ai rave tramite canali Telegram privati, fruibili esclusivamente da quei soggetti cui gli amministratori della piattaforma abbiano fornito le chiavi di accesso.
  Peraltro, i messaggi con i quali viene fatto conoscere il luogo esatto del raduno sono diffusi solo nell'imminenza dell'inizio del rave party, con ulteriore difficoltà per le forze di polizia di predisporre una risposta preventiva.
  Nonostante siffatte modalità siano state seguite anche in occasione del rave party di Nichelino, le forze di polizia, attingendo a fonti fiduciarie che preavvisavano del possibile svolgimento di un rave in una non meglio precisata località del Piemontese, hanno avuto la possibilità di intervenire dalle 22.00 di sabato 30 ottobre nei pressi dell'area industriale dismessa dell'ex FIAT ALLIS.
  In quel luogo, infatti, era stata riscontrata la presenza di numerosi veicoli, anche con targa straniera, prevalentemente francese, provenienti dallo svincolo di Stupinigi della tangenziale di Torino.
  Questo primo intervento delle forze dell'ordine, come è stato poi precisato anche dal Prefetto di Torino, è servito a impedire, in virtù delle attività di intercettamento effettuate, che l'area in questione venisse raggiunta da un numero ben superiore di partecipanti, rispetto ai 4.000 che erano già sul luogo.
  All'attività di sbarramento effettuata dalle Forze di polizia i partecipanti hanno reagito anche con lanci di sassi, bottiglie e artifizi esplodenti, tanto che nelle fasi più concitate si è reso necessario ricorrere a brevi cariche di alleggerimento per disperdere i più facinorosi, Durante gli scontri due operatori del locale Reparto mobile hanno riportato contusioni e lesioni.
  La situazione è stata attentamente seguita nella sua evoluzione dalle Autorità di pubblica sicurezza, Prefetto e Questore, presenti entrambi sul posto insieme al Sindaco di Nichelino. Anche in conseguenza di un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, prontamente convocato dal Prefetto, è stato valutato, date le circostanze, di proseguire l'attività di contenimento e allontanamento posta in essere fino a quel momento, evitando un intervento di forza che sarebbe stato considerato altamente a rischio dal punto di vista dell'ordine pubblico.
  L'attività di costante presidio della zona consentiva non solo di impedire altri accessi, ma anche di identificare le persone in uscita dall'area e di effettuare una consistente attività di alleggerimento, mediante la rimozione forzata di alcuni veicoli parcheggiati, procedendo altresì alle contestazioni delle violazioni per l'irrogazione delle sanzioni previste dal Codice della Strada.
  Questa linea di azione ha prodotto un evidente effetto dissuasivo, facendo sì che i partecipanti, fin dalla mattina del 1° novembre, lasciassero gradualmente il luogo Pag. 29dell'evento, completamente liberato dall'abusiva occupazione il giorno seguente.
  Complessivamente, dalla serata di sabato 30 ottobre sino alla mattina del 2 novembre scorsi, nell'ambito del dispositivo di ordine e sicurezza pubblica attuato dalla Questura, sono stati impiegati 975 operatori delle Forze di Polizia.
  Grazie alle misure di contenimento adottate, oltre all'abbreviamento del raduno e al suo costante monitoraggio, è stato possibile identificare circa 3.000 persone, anche provenienti da altri Paesi europei, e controllare oltre 1.600 mezzi, procedendo, come detto, in alcuni casi, alla loro rimozione forzata.
  Sono stati sottoposti a sequestro due furgoni, 20 casse di amplificazione e 2 mixer e denunciate 6 persone (quattro italiani, subito muniti di foglio di via obbligatorio, e due francesi) in qualità di sospetti organizzatori del raduno illegale. Sono stati emessi finora 40 fogli di via obbligatorio nei confronti di soggetti identificati sul posto.

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ALLEGATO 4

5-06993 Iezzi ed altri: Sulla procedura per dotare le Forze dell'ordine della pistola a impulsi elettrici.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli Deputati,

  l'interrogante chiede notizie in merito allo stato della procedura finalizzata a dotare le Forze di polizia dell'arma a impulsi elettrici detta «taser» Come noto l'acquisizione della predetta tipologia di arma è stata preceduta da una fase sperimentale.
  Ricordo anche che il 16 giugno 2020, con provvedimento del Ministro dell'interno, il personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di polizia è stato autorizzato a impiegare il taser per i compiti istituzionali, a condizione che esso non ecceda le potenzialità offensive delle Forze di polizia.
  Quanto alle fasi della procedura in questione, informo che la gara si è conclusa e che lo scorso 7 luglio è stato stipulato il contratto relativo alla fornitura. Sono inoltre decorsi i previsti 120 giorni per l'approntamento del collaudo delle armi e dei relativi accessori da parte dell'operatore economico aggiudicatario. Quest'ultimo – trascorso il periodo di cui sopra – ha consegnato la fornitura complessiva, consistente in 4.482 pezzi con relativi accessori, per le esigenze delle tre Forze di polizia (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza) agli stabilimenti della Polizia di Stato di Senigallia, presso i quali sarà posta nella disponibilità della Commissione di verifica della conformità, affinché ne sia accertata la corrispondenza ai requisiti pattuiti con l'Amministrazione.
  In merito ai tempi per la distribuzione dell'arma indicata in oggetto sul territorio nazionale, si specifica che ha avuto inizio la procedura di collaudo da parte della Commissione all'uopo costituita presso gli Stabilimenti della Polizia di Stato di Senigallia.
  La procedura dovrà concludersi non più tardi del 20 novembre p.v.. Qualora il collaudo dovesse avere esito negativo, la fornitura sarà inviata all'azienda con le eventuali modifiche da apportare al fine di rendere sicura l'arma.
  Nel caso in cui il collaudo andasse a buon fine, si procederà, ambito Polizia di Stato, alla distribuzione delle armi agli 11 Centri Regionali V.E.C.A. (Vestiario, Equipaggiamento, Casermaggio, Armamento) sul territorio nazionale, che dovrebbe terminare approssimativamente entro la fine di novembre. I Centri V.E.C.A. inviteranno, poi, le Questure per il ritiro delle armi ad impulsi elettrici.
  Quanto alla Polizia di Stato, 20 master instructors sono già stati addestrati. A loro volta dovranno istruire circa 300 «formatori» i quali avranno il compito di formare 1.500 operatori distribuiti sul territorio nazionale, che avranno in dotazione l'arma di cui trattasi solo ed esclusivamente a formazione avvenuta.
  Soggiungo infine che è in via di definizione l'iter di adozione del decreto di modifica del decreto del Presidente della Repubblica n. 359/1991, recante il regolamento che stabilisce i criteri per la determinazione dell'armamento in dotazione all'Amministrazione della pubblica sicurezza e al personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di polizia. Il provvedimento è stato da ultimo posto all'ordine del giorno della seduta di «pre-consiglio dei Ministri» lo scorso 27 ottobre ed è stato esaminato.
  Il Ministero dell'interno, nei giorni scorsi, ne ha chiesto pertanto l'inserimento all'ordine del giorno del primo Consiglio dei ministri utile.
  Relativamente alle modalità di impiego, che fino a quando non sarà concluso l'iter Pag. 31di approvazione del decreto del Presidente della Repubblica di modifica del regolamento n. 359, che come appena detto è in dirittura di arrivo, rimangono efficaci le indicazioni contenute nel decreto del Ministro dell'interno del 4 luglio 2018.
  Inoltre, al fine di recepire le indicazioni formulate dal Consiglio Superiore di Sanità, con decreto del Capo della polizia del 16 giugno 2020, è stato approvato un nuovo Manuale Tecnico Operativo per l'addestramento e la sperimentazione operativa della pistola ad impulsi elettrici «Taser mod. X». Tale manuale, che è destinato a tutte le Forze di polizia, disciplina le modalità dettagliate di impiego dell'arma, con l'indicazione degli effetti sulla persona, le informazioni sanitarie e le precauzioni di utilizzo, e contiene le integrazioni relative alle precauzioni da adottare in caso di TSO (trattamento sanitario obbligatorio) e la previsione dei tempi di attesa di qualche secondo per la riattivazione dell'impulso elettrico, qualora il primo colpo risultasse inefficace, in conformità al parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità, sopra richiamato.
  Infine, comunico che per l'utilizzo dell'arma ad impulsi elettrici gli operatori sono obbligati non solo ad uniformarsi a tutte le raccomandazioni contenute nel citato nuovo Manuale tecnico-operativo, ma anche ad osservare tutte le raccomandazioni apprese nel preventivo corso di formazione per l'uso dell'arma stessa.

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ALLEGATO 5

5-06994 Baldino ed altri: Iniziative per contrastare i crimini, con particolare riferimento ai femminicidi e ai crimini informatici.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli deputati,

  l'Onorevole interrogante, nel riferirsi all'andamento della delittuosità con particolare riguardo ad alcune fattispecie, chiede quali siano le iniziative per contrastarne l'aumento.
  Va evidenziato come nel 2020 sia proseguita in maniera ancor più accentuata rispetto al 2019 la diminuzione del numero dei delitti denunciati, scesi del 17,5 per cento in parte anche in ragione delle limitazioni legate alla pandemia.
  Per alcune tipologie di reati contro il patrimonio i dati del primo semestre del 2021, non ancora consolidati, hanno fatto registrare un incremento rispetto all'analogo periodo del 2020: i furti nel complesso sono aumentati dell'8,42 per cento, con variazioni di segno opposto a seconda della tipologia di furto, e le rapine del 6,29 per cento, pur con significative diminuzioni di alcune categorie quali quelle ai danni di istituti di credito (-50 per cento) e uffici postali (-21 per cento). L'aspetto principale è, tuttavia, che i medesimi dati, proiettati su scala annuale, fanno registrare, rispetto al 2019, una diminuzione del 36,2 per cento dei furti e del 22,8 per cento delle rapine.
  Per quanto riguarda invece il numero di omicidi commessi ai danni di donne, il dato di 57 casi è purtroppo rimasto, nel primo semestre del 2021, su livelli analoghi a quelli registrati nello stesso periodo del 2020 (pari a 62 casi).
  Al di là di questi dati sull'andamento della delittuosità, va sottolineato come l'Amministrazione della pubblica sicurezza abbia avviato, ormai da alcuni anni, una serie di progetti, con il preciso obiettivo di «intercettare» i cambiamenti della «minaccia criminale» e rendere più incisiva l'azione di prevenzione e contrasto, anche tramite l'introduzione di nuovi strumenti e sistemi informatici, anche di analisi, che dovranno assicurare il supporto all'azione investigativa e di prevenzione sviluppata dalle Forze di polizia; per lo sviluppo di questi progetti rivestono, tra l'altro, un'importanza fondamentale i programmi a co-finanziamento europeo, tra cui quelli nell'ambito del P.O.N. Regalità e del Programma Nazionale Fondo Sicurezza Interna a carico dei quali Bono in corso di realizzazione iniziative per un valore di circa 65 milioni di euro.
  Su un altro versante, stanno giungendo oggi a completamento una serie di iniziative che porteranno al complessivo rinnovamento dell'Amministrazione della pubblica sicurezza e, con specifico riferimento agli illeciti online, una particolare attenzione è stata riservata alla Polizia Postale e delle Comunicazioni che è attualmente l'unico polo tra le Forze di Polizia specificamente dedicato al contrasto del cybercrime.
  Il Ministero dell'interno sta investendo su questa Specialità al fine di renderne ancora più performante l'azione, la quale comprende sia il coinvolgimento operativo nei fori di cooperazione transnazionale di settore – essenziali in ragione delle specifiche caratteristiche di delocalizzazione e assenza di limiti spaziali del crimine informatico – sia le forme investigative più evolute per la prevenzione e la repressione dei crimini informatici sia modalità di maggior prossimità al cittadino, tra cui il Commissariato di pubblica sicurezza online, nonché veicolando al pubblico indicazioni pratiche (cosiddetto «alert») per difendersi dalle minacce presenti in Rete.
  In questo ambito mi preme sottolineare che, a fronte della crescente rilevanza e complessità dei compiti istituzionali, l'elevazione dell'attuale Servizio al rango di Direzione Centrale – come dettagliato nel Pag. 33previsto regolamento, definitivamente approvato dal Consiglio dei ministri nella riunione del 27 ottobre scorso – consentirà un'articolazione più strutturata ed una proiezione esterna della Specialità più coerente alla sua esposizione operativa.
  L'Amministrazione è, tra l'altro, impegnata nella realizzazione di un Centro Anticrimine per i Minori Online (C.A.M.On.), operativo h24 e dedicato alla tutela dei minori on-line, e nell'implementazione del progetto, finanziato con fondi europei, per la creazione del Sistema Informativo Nazionale per il Contrasto al Cyber Crime – progetto SINC3, in grado di supportare le attività di prevenzione, gestione degli incidenti di sicurezza e diffusione automatizzata di alert di sicurezza al circuito delle infrastrutture critiche nazionali.
  Ricordo, altresì, che, grazie alla versatilità della piattaforma OF2CEN (On line Fraud Cyber Centre and Expert Network) – frutto di specifiche convenzioni intercorse mediante ABI con gran parte del mondo bancario ed operativa per l'analisi ed il contrasto avanzato delle frodi on line – la Specialità ha potuto bloccare e recuperare alla fonte ingenti somme di denaro.
  Credo che questa breve illustrazione di alcune delle iniziative di prevenzione e contrasto delle forme di delittuosità che destano maggiore allarme sociale dimostri l'impegno del Ministero dell'interno e l'esistenza di una strategia di lungo periodo in grado di adeguare la risposta securitaria al mutamento della società e al rapido progresso tecnologico.

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ALLEGATO 6

DL 132/2021: Misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP (C. 3298 Governo).

PROPOSTE EMENDATIVE APPROVATE

ART. 1.

  Al comma 1:

   alla lettera a), capoverso 3, sostituire le parole: «ai fini della prosecuzione delle indagini», con le seguenti: «per l'accertamento dei fatti» e le parole: «presso il fornitore con decreto motivato del giudice» con le seguenti: «previa autorizzazione rilasciata dal giudice con decreto motivato,»;

   alla lettera b), capoverso 3-bis, sopprimere il terzo periodo;

   alla lettera b), dopo il capoverso 3-ter, aggiungere il seguente: «3-quater. I dati acquisiti in violazione delle disposizioni dei commi 3 e 3-bis non possono essere utilizzati»

  Conseguentemente, dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

  1-bis. I dati relativi al traffico telefonico, al traffico telematico e alle chiamate senza risposta, acquisiti nei procedimenti penali in data precedente alla data di entrata in vigore del presente decreto possono essere utilizzati a carico dell'imputato solo unitamente ad altri elementi di prova ed esclusivamente per l'accertamento dei reati per i quali la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel massimo a tre anni, determinata a norma dell'articolo 4 del codice di procedura penale, e dei reati di minaccia e di molestia o disturbo alle persone con il mezzo del telefono, quando la minaccia, la molestia o il disturbo sono gravi.
1.16. (Nuova formulazione) Zanettin, Siracusano, Calabria, Cassinelli, Cristina, Giannone, Pittalis, Rossello, Tartaglione.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

  1-bis. Al terzo periodo del comma 1 dell'articolo 267 del codice di procedura penale, le parole: «indica le ragioni» sono sostituite dalle seguenti: «indica le specifiche ragioni».
1.22. (Ulteriore nuova formulazione) Siracusano, Calabria, Zanettin, Cassinelli, Cristina, Giannone, Pittalis, Rossello, Tartaglione.

ART. 6.

  All'articolo 6 sostituire i commi 1 e 2 con il seguente:

  1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Ai relativi adempimenti si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
6.1. Il Relatore.