CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 ottobre 2021
684.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-06935 Sut: Iniziative a sostegno della filiera automotive,
in particolare delle vetture ibride e full electric.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente, Grazie Onorevole interrogante.
  È indubbio che negli ultimi tempi sia emersa la vulnerabilità del nostro sistema produttivo in termini di approvvigionamento di materie prime, materiali e prodotti di base. In particolare, il settore dell'automotive ha dovuto affrontare la duplice difficoltà relativa all'incremento dei prezzi e alla penuria dei semiconduttori. Invero, la carenza dei semiconduttori colpisce tutta l'industria europea e richiede soluzioni a livello eurounitario; in questa direzione si è attivato il Governo, con l'obiettivo di promuovere una linea di intervento comune ed efficace.
  In proposito, si ricorda la Commissione europea ha aggiornato la strategia industriale unionale, mappando, tra l'altro, i prodotti per i quali ha una dipendenza da Paesi terzi. In questa lista figurano i semiconduttori, che rientrano tra i 34 prodotti critici per l'approvvigionamento. Per queste forniture, l'obiettivo è quello di creare una catena del valore europea e rendere le catene degli approvvigionamenti più sicure e resilienti alle variabili del commercio mondiale. Proprio in tale direzione, è stato annunciato il varo di un Microchips Act.
  Uno strumento per realizzare l'obiettivo di una catena del valore europea è rappresentato dall'importante progetto di interesse comune europeo (IPCEI) sui semiconduttori, finalizzato a sostenere attività di ricerca e innovazione anche nella prima applicazione industriale (IPCEI Microelettronica).
  L'IPCEI Microelettronica sostiene attività di ricerca, sviluppo e innovazione in diversi settori tecnologici con l'obiettivo di sviluppare tecnologie e componenti microelettroniche innovative che possano essere trasferite alle industrie a valle, tra le quali rileva l'industria dell'automotive. Grazie a questa iniziativa, la filiera nazionale della microelettronica ha beneficiato di uno stanziamento di oltre 700 Milioni di euro. I progetti sono stati autorizzati dalla Commissione Europea e sono in corso di realizzazione.
  Il Ministero dello sviluppo economico è attualmente impegnato in un secondo IPCEI sulla Microelettronica, volto a rafforzare lo sviluppo in Italia e in Europa di nuove tecnologie e prodotti altamente innovativi nella microelettronica, quali ad esempio i microchip di nuova generazione.
  Colgo l'occasione anche per ribadire il sostegno che il Governo ha dato e continua a dare agli investimenti di importanti imprese del settore dei semiconduttori per lo sviluppo del sistema industriale nazionale. Incentivi alle imprese del settore vengono erogati sia attraverso l'utilizzo dello strumento del contratto di sviluppo, sia con l'allocazione di importanti risorse nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNNR).
  Tra le altre cose, ricordo che lo scorso mese di aprile il Ministro dello sviluppo economico ha autorizzato un accordo per l'innovazione per un investimento di 18 milioni di euro, con le Regioni Lombardia e Sicilia e imprese del settore, per la realizzazione di un progetto innovativo nella produzione microelettronica. Inoltre, come ricordato dal Ministro Giorgetti in Aula Camera, nel catanese, la società STMicroelectronics ha annunciato un investimento dell'ordine di 400 milioni di euro, assistito da contribuzione statale.
  Infine, ricordo che a supporto del settore automotive, il Governo nell'anno in corso ha stanziato oltre un miliardo di euro per incentivare l'acquisto di veicoli a bassa emissione e, per far fronte ai ritardi nelle consegne dovute alla carenza di semiconduttori, Pag. 108 ha prorogato al 30 giugno 2022 i termini entro cui concludere le prenotazioni dei contributi effettuate nel semestre in corso.
  Concludo, dunque, ribadendo l'impegno del Governo a trovare soluzioni ai problemi sollevati, sia a livello nazionale, sia a livello eurounitario.

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ALLEGATO 2

5-06936 Benamati: Per un quadro aggiornato delle crisi aziendali
in atto e delle procedure di amministrazione straordinaria in corso.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come ricordato dall'Onorevole interrogante, uno degli strumenti previsti per far fronte alle numerose crisi di impresa nel nostro Paese, è la Struttura per le crisi di impresa che opera presso il Ministero dello sviluppo economico, per garantire – in forma di cooperazione organica con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le regioni, gli enti locali, le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali – l'individuazione tempestiva delle situazioni di crisi e l'attuazione dei rimedi idonei a farvi fronte.
  La Struttura procede all'elaborazione di proposte operative e di intervento per il superamento delle crisi aziendali, in coerenza con gli indirizzi del Governo in materia di politica industriale e nel quadro delle politiche di sostegno al sistema produttivo, di reindustrializzazione e di riconversione delle aree e dei settori industriali colpiti da crisi. L'obiettivo è quello di contrastare il declino dell'apparato produttivo nazionale, anche mediante la salvaguardia e il consolidamento di attività e livelli occupazionali delle imprese di rilevanti dimensioni.
  La Struttura si rivolge alle imprese interessate ad una fase di rilancio aziendale, con lavoratori in esubero e da ricollocare nel mercato del lavoro, indirizzando le strategie aziendali ed individuando gli strumenti innovativi per favorire azioni di reindustrializzazione e di ricollocazione possibile dei soggetti coinvolti.
  La Struttura, inoltre, in sinergia con il Comitato per l'attrazione di investimenti supporta gli organi politici nella gestione dei tavoli di crisi per i quali sia richiesto l'intervento del Ministero dello sviluppo economico, anche favorendo l'attrazione di investimenti di operatori nazionali ed esteri, quale strumento di risoluzione delle situazioni di crisi.
  Viene altresì promossa l'attività di analisi, ricerca, studio e monitoraggio in raccordo con il sistema camerale e con gli osservatori dedicati alle crisi aziendali ed ai processi di risanamento.
  Un rafforzamento alla citata struttura per le crisi di impresa si è avuto con il Decreto adottato in data 8 aprile 2021 (che reca disposizioni in materia di riorganizzazione, semplificazione e potenziamento della «Struttura per le crisi di impresa») che ha portato alla nomina, con successivo decreto del 18 giugno del dott. Luca Annibaletti quale «Coordinatore Struttura per le crisi di impresa».
  Pertanto, si rende noto che da marzo 2021 ad oggi, l'organo politico del Ministero dello sviluppo economico, cui compete per delega la gestione dei tavoli di crisi ed individuato nella mia persona, ha svolto numero 63 (sessantatre) incontri relativi ai tavoli di crisi che coinvolgono 32 (trentadue) aziende.
  In data 25 ottobre 2021 i tavoli di crisi aperti al Ministero dello Sviluppo economico sono 88 (ottantotto), di cui 57 (cinquantasette) per i quali si è ancora alla ricerca di una risoluzione. Per quanto riguarda i rimanenti 31 (trentuno) tavoli si tratta di vertenze in via di conclusione e in stato di monitoraggio.
  Tali dati verranno confermati, aggiornati e analizzati in dettaglio nel report che verrà emesso, come previsto, a chiusura anno dalla «Struttura per le crisi di impresa».
  Inoltre, si fa presente che presso il Ministero dello sviluppo economico è stato istituito il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione delPattività d'impresa (articolo 43 del decreto- Pag. 110legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, come modificato dall'articolo 60, comma 3, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104). Il citato Fondo opera attraverso interventi nel capitale di rischio delle imprese in difficoltà economico-finanziaria, nonché attraverso misure di sostegno al mantenimento dei livelli occupazionali, in coordinamento con gli strumenti vigenti sulle politiche attive e passive del lavoro perseguendo l'obiettivo di sostenere la continuità e lo sviluppo dell'attività d'impresa, ridurre gli impatti occupazionali connessi alla situazione di crisi economico-finanziaria, attivare capitali privati/pubblici a sostegno dell'attuazione dei piani di ristrutturazione delle imprese in difficoltà, instaurare una partnership tra la proprietà/management ed INVITALIA finalizzata alla creazione di valore per tutti gli azionisti, con un piano di ristrutturazione condiviso.
  Il Ministero dello sviluppo economico, dunque, continuerà a seguire, con il massimo impegno tutte le vertenze per garantire la continuità aziendale e la salvaguardia dei lavoratori, al fine di trovare soluzioni idonee nel più breve tempo possibile.

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ALLEGATO 3

5-06937 Squeri: Aumento dei costi produttivi e delle materie prime: connessi rischi di crisi industriali e conseguenze sui consumatori.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente. Grazie Onorevoli interroganti.
  La tematica dell'andamento dei prezzi è attentamente monitorata dal Governo che sta valutando specifiche iniziative per arginare il forte impatto che i riscontrati aumenti del costo di varie tipologie di materie prime hanno sui diversi settori interessati.
  L'obiettivo è quello di rendere le catene degli approvvigionamenti più sicure e resilienti alle variabili del commercio mondiale, nonché prevenire ed evitare qualunque fenomeno speculativo che determini ingiustificati aumenti dei prezzi.
  A livello unionale, come già ricordato in precedenti Question Time, si richiama il «Piano d'azione sulle Materie Prime Critiche», che la Commissione Europea ha presentato lo scorso 3 settembre, assieme alla nuova lista di «materie prime critiche» – richiamata in risposta anche al Question Time Sut – e ad un rapporto prospettico. Tale lista, infatti, rappresenta uno strumento per promuovere la consapevolezza, la ricerca e l'innovazione, volte a migliorare le dinamiche del commercio internazionale, per contrastare misure di distorsione degli scambi, al fine di raggiungere una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti.
  Si richiama, inoltre, l'Alleanza per le materie prime (Raw Material Alliance) lanciata lo scorso settembre dalla Commissione allo scopo di identificare progettualità strategiche di rilevanza europea. L'obiettivo è quello di stimolare gli Stati membri ad elaborare strategie ed incoraggiare l'economia circolare, per aumentare il pool di fornitori, rafforzare gli investimenti in ricerca e sviluppo finalizzati alla individuazione di nuovi giacimenti, materiali sostitutivi e garantire così una fornitura geograficamente diversificata e sostenibile.
  Con la comunicazione COM (2021) 660 final adottata il 19 ottobre 2021 dalla Commissione europea, inoltre, sono state fornite linee guida per aiutare gli Stati membri a fronteggiare l'aumento dei prezzi dei prodotti energetici, nel rispetto del quadro normativo europeo di riferimento.
  Il Governo italiano, invero, si è già mosso in tale direzione adottando – con il decreto-legge n. 130 del 2021 – misure specifiche di contenimento dei prezzi, nel settore elettrico e del gas naturale.
  Il monitoraggio dell'andamento dei prezzi è aspetto che va valorizzato anche nell'ottica di prevenire e reprimere fenomeni distorsivi e speculativi, attività composita, che vede la ripartizione di competenze tra diversi organi, fra cui l'Osservatorio Prezzi e Tariffe del Ministero dello sviluppo economico e l'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato (AGCM – Antitrust), per la repressione delle pratiche commerciali scorrette a danno dei consumatori.
  In conclusione, per quanto di competenza, ribadisco che è massima l'attenzione del Governo per evitare fenomeni speculativi e proteggere sia gli operatori del settore che i consumatori, soprattutto nell'ottica di tutelare il nostro tessuto produttivo. A tal fine, si ritiene strategico delineare un quadro europeo, finalizzato ad addivenire a soluzioni, possibilmente armonizzate, per garantire l'approvvigionamento delle materie prime e sostenere lo sviluppo competitivo delle imprese italiane.

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ALLEGATO 4

5-06337 Nardi: Sul futuro della Sanac s.p.a. e sulle iniziative di competenza volte ad assicurare la continuità occupazionale e produttiva dei suoi stabilimenti.

5-06777 Nardi: Sul futuro della Sanac s.p.a. e sulle iniziative di competenza volte ad assicurare la continuità occupazionale e produttiva dei suoi stabilimenti.

TESTO DELLA RISPOSTA CONGIUNTA

  Grazie Presidente. Grazie Onorevole interrogante.
  Rispondo congiuntamente agli atti presentati, dal momento che riguardano entrambi le vicende della Sanac in A.S. (Decreto Ministeriale del 20 febbraio 2015).
  La citata società, com'è noto, è una società leader nella lavorazione e commercializzazione di un'ampia gamma di prodotti refrattari, ceramici e di altra natura, da impiegare nei processi produttivi dell'industria siderurgica (quali acciaio, ghisa, metalli non ferrosi, vetro, cemento, calce, ceramica, petrolchimico e chimico, ciminiere, caldaie e inceneritori). Allo stato, Sanac conta circa 335 dipendenti, distribuiti in quattro diversi stabilimenti.
  Arcelor Mittal Italy Holding S.p.A. (anche AMIH) ha presentato in data 5 dicembre 2018 un'offerta vincolante che, all'esito del procedimento di gara, ha determinato l'aggiudicazione dei complessi aziendali di Sanac alla stessa AMIH, previo decreto autorizzativo del Ministero dello sviluppo economico (adottato in data 12 marzo 2019).
  Successivamente, con lettera del 21 marzo 2019, i Commissari Straordinari hanno comunicato tale assegnazione ad AMIH invitando quest'ultima a formalizzare il contratto di cessione secondo il modello allegato all'offerta vincolante.
  Per circa due anni AMIH ha chiesto di prorogare la data di sottoscrizione del contratto di cessione adducendo ragioni organizzative, prorogando le garanzie prestate e dichiarando espressamente di mantenere fermi i termini e le condizioni di acquisto di cui all'offerta vincolante; i Commissari Straordinari hanno di volta in volta concesso la proroga richiesta, al fine di assicurare il positivo esito dell'operazione.
  In data 25 giugno 2021, Sanac in AS ha invitato AMIH a indicare due o più date per la stipula del contratto di cessione entro il termine del 30 giugno 2021.
  In data 21 luglio 2021, i Commissari Straordinari - preso atto dell'inadempimento di AMIH agli obblighi assunti con l'offerta vincolante - hanno provveduto a escutere la fideiussione (prestata da BNL per euro 1.000.000,00) posta a garanzia degli obblighi assunti con l'offerta vincolante.
  Successivamente, AMIH ha informato la BNL e Sanac dell'avvio di trattative per addivenire a una composizione bonaria della controversia.
  In data 31 luglio 2021, le parti hanno sottoscritto un accordo, sul quale la BNL ha preso espressamente atto e per effetto del quale:

   (i) il pagamento dovuto a seguito dell'escussione restava sospeso per dar modo alle parti di verificare la possibilità di raggiungere un accordo sulla lite insorta a seguito della mancata stipula del contratto di cessione;

   (ii) in caso di mancato raggiungimento di un accordo la BNL provvederà al pagamento dell'importo di Euro 1.000.000,00 per cui la garanzia è stata escussa.

  Quanto invece ad Acciaierie d'Italia (da ora anche ADI), si informa che tale società, Pag. 113a sua volta, dal gennaio 2020 sino ad aprile 2021, ha effettuato pagamenti con cadenza periodica, in modo non correlato ai decreti ingiuntivi che le sono stati via via notificati.
  Per effetto di tali pagamenti – che, secondo quanto comunicato dai Commissari, sono stati parziali, irregolari e sempre tardivi rispetto alle scadenze naturali – Sanac ha potuto comunque far fronte alle proprie esigenze di cassa, seppure con molte difficoltà.
  Tuttavia, a partire dalla metà di aprile 2021, ADI ha interrotto i pagamenti. Sanac, d'altro canto, ha continuato regolarmente a consegnare i prodotti refrattari ad ADI onorando in propri impegni contrattuali.
  Al suddetto quadro va aggiunto che, in data 29 giugno 2021, la stessa si è vista costretta a presentare un ricorso ex articolo 700 del codice di procedura civile nei confronti di ADI presso il Tribunale di Milano, in quanto la propria situazione finanziaria si era notevolmente aggravata, sempre in ragione degli ingiustificati inadempimenti dell'ADI ai propri obblighi di pagamento.
  In data 8 luglio 2021 si è tenuta l'udienza del ricorso ex articolo 700 del codice di procedura civile davanti al Giudice del Tribunale di Milano.
  Successivamente, ADI ha provveduto a effettuare pagamenti per un totale di circa 21 milioni di euro e, al momento, secondo quanto rappresentato, la situazione della liquidità di cassa di Sanac si è sostanzialmente assestata.
  Malgrado ciò, rimarrebbe ancora da incassare una somma relativa a fatture già scadute pari a circa 4,5 milioni di Euro per la quale Sanac, dopo aver effettuato i dovuti solleciti, provvederà, se necessario, a nuove azioni esecutive nei confronti di ADI.
  Per quanto riguarda gli aspetti di tipo operativo, a partire dalla metà del mese di giugno 2021, si è registrata la mancata ricezione di nuovi ordini. A fronte di tale preoccupante situazione, l'attività dei quattro stabilimenti della società potrebbe subire una consistente riduzione già dalla prima settimana di novembre (con possibile ricorso agli ammortizzatori sociali nei confronti del personale).
  Inoltre, i Commissari Straordinari hanno comunicato in conclusione e quanto riportato, di:

   (i) indirizzare ad AMIH un ultimo invito a presentarsi dinnanzi al Notaio per sottoscrivere il contratto di cessione dei complessi aziendali di Sanac;

   (ii) a seguito della prevedibile risposta negativa (o del silenzio) di AMIH, comunicare a BNL il mancato raggiungimento di alcun accordo, e confermare la richiesta di pagamento dell'importo di Euro 1.000.000,00 per cui è già stata comunicata l'escussione della fideiussione;

   (iii) avviare un giudizio nei confronti di AMIH per ottenere una sentenza costitutiva che produca l'effetto del contratto che AMIH si è rifiutata di sottoscrivere entro il termine del 30 giugno 2021;

   (iv) avviare un separato giudizio nei confronti di ADI per far valere gli illeciti contrattuali ed extracontrattuali sopra descritti.

  In conclusione, si rappresenta il mio impegno, per quanto di competenza, a continuare a monitorare la vicenda oggetto degli atti in discussione, anche ricercando soluzioni che possano garantire a Sanac una continuità produttiva e la tutela dei lavoratori coinvolti.

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ALLEGATO 5

5-06518 Verini: Sulla procedura di vendita di Acciai Speciali Terni e sulle iniziative per la salvaguardia del patrimonio industriale dell'azienda.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente. Grazie Onorevole interrogante.
  Rispondo all'atto in esame concernente la vendita della AST di Terni, eccellenza italiana per la produzione di acciai speciali.
  Come ha avuto già modo di riferire il Ministro dello Sviluppo Economico in un recente question time in Aula Camera sul futuro della AST di Terni, è dal 1° ottobre 2020 che la vendita della citata società era stata annunciata da ThyssenKrupp, alle prese con una propria profonda ristrutturazione.
  Lo scorso dicembre 2020, durante il governo Conte 2, avevo convocato e presieduto il tavolo di discussione tra la AST e le organizzazioni sindacali in cui erano stati confermati gli impegni presi dall'azienda sia sui volumi di produzione e investimenti che sull'occupazione nello stabilimento siderurgico ternano.
  Con l'accordo siglato in quella sede, in particolare, si era previsto di salvaguardare i livelli occupazionali dell'acciaieria e di garantire investimenti per oltre 20 milioni di euro, di cui 13 di nuovi investimenti e 7 per completare il progetto di recupero delle scorie. Sono stati, inoltre, confermati i volumi di produzione minimi per l'anno 2020-2021 pari ad 1 milione di tonnellate di acciaio liquido, numeri importanti che hanno garantito le prospettive aziendali e industriali del sito.
  Si deve quindi guardare con favore il percorso che ha portato al raggiungimento della procedura di cessione che si è concretizzata in capo al Gruppo italiano Arvedi, nella consapevolezza, già allora, della strategicità del sito di Terni.
  Come ho già avuto modo di sottolineare, infatti, grazie alla combinazione con AST, il gruppo Arvedi si consoliderà tra i principali player europei nel settore dell'acciaio e auspico che questo si possa tradurre anche in uno sviluppo dell'area industriale e in una tutela per tutto il territorio Umbro.
  Le aspettative sono quelle di un piano industriale rispettoso sia delle dimensioni aziendali – quindi dell'occupazione che è generata sia direttamente, sia nell'indotto – sia di tutti i dettami ambientali, che, come è noto, in materia di acciaio sono significativi in termini di impatto.
  Ritengo, per concludere, che il ritorno della produzione italiana di acciaio a Terni rappresenta un asset di fondamentale importanza per lo sviluppo della città, dell'Umbria e dell'intera Nazione.