CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 ottobre 2021
679.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-06862 De Toma: Sulle misure volte a integrare il rincaro dei prezzi dei carburanti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dagli onorevoli interroganti in merito alla riduzione immediata delle accise e dell'iva sulla benzina, si premette che tale prodotto energetico è normato in Italia dal Testo unico accise (TUA) con applicazione della relativa aliquota.
  La già menzionata disciplina nazionale è coerente con quanto previsto dalla direttiva dell'Unione europea (DE 2003/96/CE), con la quale si stabilisce che gli Stati membri devono obbligatoriamente sottoporre ad accisa armonizzata tutti i prodotti energetici impiegati come carburanti per autotrazione o combustibili per riscaldamento. Inoltre, la direttiva stabilisce in maniera chiara le aliquote minime da applicare ai singoli prodotti energetici.
  Per quanto concerne, invece, la disciplina IVA dell'energia elettrica, il decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 già prevede un'aliquota ridotta al 10 per cento per l'energia elettrica ad uso domestico nonché per l'energia elettrica e il gas utilizzato da imprese estrattive. Si evidenzia che, in merito alla possibilità di adottare aliquote ridotte, l'articolo 102 della Direttiva 2006/112/CE stabilisce che «previa consultazione del Comitato IVA, ciascuno Stato membro può applicare un'aliquota ridotta alle forniture di gas naturale, di energia elettrica o di teleriscaldamento». Infine, la direttiva stabilisce che l'aliquota ridotta deve essere fissata ad una percentuale della base imponibile non inferiore al 5 per cento.
  Fermo restando il quadro normativo sopra citato, è bene segnalare che presso il Ministero dello sviluppo economico è operativo l'Osservatorio Prezzi Carburanti, attraverso cui è possibile consultare in tempo reale i prezzi di vendita dei carburanti, nonché di effettuarne il controllo e monitoraggio.
  In merito a tale aspetto, il Ministero della transizione ecologica, al fine di svolgere i dovuti approfondimenti e di comprendere cause e dinamiche delle variazioni dei prezzi, ha attivato le necessarie interlocuzioni con il Ministero dello sviluppo economico.
  Si evidenzia che ad oggi, rispetto alla crescita del prezzo del metano per autotrazione, per la benzina ed il gasolio si registrano aumenti più contenuti.
  Tra le cause recentemente individuate si devono citare la crescita della domanda mondiale di prodotti petroliferi post COVID (avvenuta ad un ritmo maggiore di quello atteso), l'attività del gruppo «Opec Plus», che opera sul versante dell'offerta in modo da mantenere alto il prezzo, nonché la mancanza di nuovi investimenti anche a causa di politiche restrittive sui finanziamenti nel settore petrolifero. Come conseguenza di quanto sopra evidenziato si è registrata una crescita rilevante del prezzo del petrolio (dai 50 dollari/barile di inizio anno agli attuali 84), su livelli che non si registravano da tre anni e che evidenziano come il petrolio rivesta ancora un ruolo significativo nella transizione verso la decarbonizzazione.
  Si ricorda che è in discussione nelle competenti sedi dell'Unione europea, nell'ambito del pacchetto «FIT for 55%», la riforma della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici, incentrata su una tassazione differenziata in base al livello di emissione dei diversi carburanti, che dovrebbe portare ad un riallineamento della tassazione sia della benzina che del gasolio, in tal modo favorendo i carburanti a bassa o nulla emissione. Pag. 380
  Tale attività si inquadra in un contesto di rimodulazione della tassazione dei prodotti energetici al fine di contribuire alla eliminazione dei SAD (sussidi ambientalmente dannosi) che ancora permangono nel nostro sistema fiscale, per trasformarli in aiuti al lavoro con un impatto neutro sui settori interessati.
  È opportuno evidenziare che il prezzo finale dei carburanti è comunque liberamente determinato dalle compagnie petrolifere e che, di conseguenza, la «leva fiscale» non costituisce uno strumento determinante per la variazione del prezzo di vendita dei carburanti: ad una riduzione della componente tributaria non necessariamente corrisponde una riduzione di pari valore del prezzo finale del prodotto, come, d'altro canto, da un incremento della fiscalità non deriva un eguale aumento del prezzo finale.
  Infine, l'attuale situazione climatica rafforza ancora di più l'esigenza di una forte spinta verso politiche per la decarbonizzazione dell'economia, puntando quindi all'efficienza energetica e a forme di energia a basso o nullo contenuto di carbonio, come le energie rinnovabili, così da contribuire alla riduzione e alla stabilità dei prezzi delle forniture, oltre che alla sostenibilità in chiave ambientale.

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ALLEGATO 2

5-06863 Paxia: Sulla maggiore trasparenza della bolletta elettrica escludendo oneri non direttamente correlati all'energia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti,

  si rappresenta che la riscossione del canone RAI tramite la bolletta elettrica è stata introdotta anche al fine di ridurre la percentuale di evasione di tale canone e per garantire un flusso di ricavi di ammontare tendenzialmente certo.
  Purtuttavia è intenzione del Governo di agire, anche attraverso specifici interventi normativi, affinché non emergano oneri aggiuntivi a carico dell'utente nella bolletta elettrica non direttamente correlati al consumo di energia e ai servizi correlati, con l'obiettivo di renderla trasparente.
  La trasparenza della bolletta, difatti, è elemento fondamentale per la promozione del ruolo attivo del consumatore nella transizione verso un ruolo di consapevolezza potenziata, nonché nel percorso di liberalizzazione del mercato retail. La presenza di voci non direttamente riferibili al servizio elettrico, difatti, riduce la possibilità per il cliente di comprendere con chiarezza quale sia l'effettivo costo del servizio, limitandone la comprensione dei possibili vantaggi del mercato libero.
  A questo proposito i contatori «di seconda generazione» possono svolgere un ruolo significativo nell'incrementare la conoscenza dei clienti sulle proprie abitudini di consumo e, conseguentemente, ad orientarli verso scelte più consapevoli.
  La stessa Autorità di Regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) con una delibera di dicembre scorso 2020 ha dato avvio ad un procedimento di modifica della disciplina della Bolletta 2.0 alla luce dell'aumento della maturità digitale dei consumatori e del generale panorama tecnico, economico e sociale che si sta delineando per il futuro del settore energetico.
  Bisogna comunque evidenziare come con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) si sia assunto un chiaro impegno con l'Europa per rafforzare la trasparenza nella bolletta energetica, e a tale scopo può giovare la rimozione di componenti che non sono direttamente correlate con il consumo di energia, tra cui il canone RAI.
  Nondimeno non bisogna trascurare il fatto che la misura contestata ha portato dei benefici in merito ad un maggior gettito contributivo e una contestuale riduzione dell'importo del canone. A questo proposito andranno valutate soluzioni alternative altrettanto efficaci.
  Infine, si rappresenta che con l'introduzione dell'articolo 33-ter nel decreto-legge n. 77 del 2021 (cosiddetto «Decreto semplificazioni») si è inteso avviare una riforma del sistema di riscossione degli oneri generali di sistema.
  Il Ministero della transizione ecologica, pertanto, proseguirà il confronto con l'Autorità che sta vagliando le possibili soluzioni da intraprendere per la rideterminazione delle modalità di riscossione degli oneri di sistema, anche avvalendosi di un soggetto terzo avente caratteristiche di terzietà e trasparenza, affinché suddetti oneri non entrino nelle disponibilità dei venditori, al fine di garantire maggiori certezze ai consumatori e utenti di energia, rispettando così gli impegni presi in sede Comunitaria.

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ALLEGATO 3

5-06864 Moretto: Misure volte a ridurre l'impatto dell'aumento dei costi del gas sulle produzioni artigiane, in specie del vetro di Murano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole interrogante pone la questione dell'aumento dei costi energetici e degli effetti che tale aumento può sortire sulla competitività del sistema industriale, con particolare riferimento al comparto del vetro artistico.
  Si osserva, in primo luogo, che le dinamiche rialziste delle quotazioni delle materie prime, incluso il gas, è un fenomeno che sta interessando tutte le principali economie e che si riflette sul mercato dell'energia elettrica.
  Con particolare riferimento all'aumento del prezzo del gas si evidenzia che le dinamiche di prezzo subiscono una influenza marcata a causa di fattori sia strutturali che congiunturali, i quali a loro volta producono effetti notevoli che sono altresì causa di forte volatilità e che incidono negativamente sulla fase di ripresa economica in corso.
  Il rincaro dei prezzi energetici, ed in particolare del gas, trovano origine, pertanto, da elementi quali la riduzione delle quantità rifornite dai Paesi produttori verso l'Europa, la decisa ripresa dell'economia, che comporta una grande richiesta di energia, oltre che da ritardi nell'autorizzazione a esercire nuovi metanodotti di importazione.
  Al fine di mitigare l'impatto di questo complesso di cause sui costi delle forniture sulle imprese il Governo è già intervenuto con due provvedimenti finanziari di urgenza, l'ultimo dei quali è il decreto-legge n. 130 del 2021 attualmente in discussione alle commissioni parlamentari di competenza.
  Trattandosi di un fenomeno che riguarda l'intero sistema economico, come tale va affrontato in modo coordinato ed urgente a livello europeo.
  Difatti, il tema dei prezzi dell'energia è di centrale rilevanza per l'agenda comunitaria, dove sarà inserito tra i punti del prossimo Consiglio europeo e sarà oggetto di un Consiglio straordinario dei Ministri dell'energia, entrambi in programma ad ottobre.
  La Commissione, al riguardo, ha adottato una Comunicazione il 13 ottobre scorso, in cui prefigura alcune azioni di medio termine per rafforzare la posizione del mercato europeo, in particolare per l'approvvigionamento di gas, e un set di azioni di breve termine, essenzialmente di rimodulazione fiscale, che i Paesi membri possono adottare per mitigare l'impatto sulle categorie più esposte, in un'ottica di coordinamento a livello europeo.
  L'Italia parteciperà in modo attivo alle sedi europee di confronto e il Ministero, per quanto di competenza, proseguirà gli sforzi per sostenere la ripresa dei settori industriali e sostenere le eccellenze artigianali della produzione nazionale, con interventi compatibili con il quadro normativo comunitario.
  Per quanto concerne il settore industriale del vetro, ed in particolare il comparto del vetro artistico di Murano, appare complessa l'introduzione di misure ad hoc per quanto concerne il costo della materia prima energetica.
  Purtuttavia, atteso anche il riconoscimento del distretto industriale del vetro artistico veneziano nell'ambito dell'area di crisi industriale complessa del territorio del Comune di Venezia, nonché l'inclusione di tale distretto nel Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale approvato con Accordo di Programma del 23 ottobre 2018, si valuteranno eventuali ulteriori iniziative al fine di delineare interventi compatibili con la disciplina comunitaria in materia di Aiuti di Stato.

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ALLEGATO 4

5-06865 Benamati: Sull'adozione di misure a sostegno delle aziende gasivore e della competitività del sistema produttivo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli onorevoli interroganti pongono la questione sull'emanazione di appositi provvedimenti finalizzati al sostenere la competitività delle aziende energivore e gasivore considerato che la dinamica dei prezzi dei mercati di riferimento contribuisce a indebolire la ripresa economica in corso.
  Come rilevato dagli interroganti, i mercati energetici sono interessati da diversi mesi da dinamiche rialziste che possono indebolire la ripresa economica in corso ed è pertanto ancora più importante sostenere la competitività dei settori produttivi alla luce dell'attuale momento congiunturale, contestualmente ad un'accelerazione della transizione energetica anche dei processi industriali.
  Il Ministero è intenzionato a mettere in campo in tempi brevi due interventi, entrambi definiti in precedenti contesti normativi che oggi assumono una valenza ancora più significativa alla luce dello scenario che si è venuto a creare.
  Il primo intervento riguarda l'attuazione dell'articolo 21 della legge 167 del 2017, chiamato «Articolo 39 gas», che ridetermina a favore dei settori industriali ad elevato consumo di gas i corrispettivi a copertura di alcuni oneri generali del sistema del gas. Nello specifico, a seguito del dialogo con la Commissione europea (che aveva espresso perplessità in ordine alla riconducibilità della misura proposta dalle autorità italiane all'interno del quadro della Disciplina per gli aiuti di stato energia e ambiente 2014-2020), il Ministero ha dato un diverso inquadramento al provvedimento nell'ambito delle previsioni attuative della Direttiva 2003/96/CE e sta realizzando le ultime verifiche formali per la predisposizione e l'emanazione del decreto ministeriale che definirà gli indirizzi che consentiranno all'ARERA di provvedere alla rideterminazione dei corrispettivi a copertura degli oneri generali.
  Per quanto concerne il Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, si segnala che, a seguito della conclusione dell'iter di notifica del regime di aiuti di Stato alla Commissione europea, la quale ha deciso di non sollevare obiezioni in merito alla compatibilità delle misure di compensazione dei costi indiretti ETS con la normativa europea sugli aiuti di Stato, è ora in fase conclusiva la concertazione con il Ministero dell'economia e finanze sul decreto attuativo di dette misure per la sua definitiva adozione.
  Il Ministero confida di poter adottare rapidamente questo decreto in modo da effettuare già entro l'anno in corso i rimborsi per i costi ETS riferiti all'anno 2020, proseguendo negli anni successivi ed integrando la misura con la disciplina per promuovere la transizione energetica nel settore industriale. In tal modo, l'Italia si doterebbe di uno strumento di politica attiva, simile a quello già presente in tutti i Paesi manifatturieri europei.
  Si fa infine presente che, oltre a questi due nuovi strumenti, si è lavorato nelle scorse settimane ad un adattamento del decreto cosiddetto «energivori» per il settore elettrico, al fine di tenere conto delle particolari condizioni di esercizio avute dalle imprese durante il periodo della pandemia che ha inciso tecnicamente sulla riduzione della relativa intensità dell'energia elettrica. Lo schema di provvedimento ha appena ricevuto i pareri favorevoli delle Commissioni parlamentari, per cui potrà essere adottato a breve e dunque evitare possibili penalizzazioni per le imprese più impattate dalle fermate produttive e, conseguentemente dalla riduzione della predetta intensità, che rischierebbero di non essere ammesse Pag. 384 alle agevolazioni previste appunto per gli energivori per mancanza di requisiti.
  Pertanto, nell'assicurare l'approccio volto a favorire la decarbonizzazione e l'efficienza energetica, il Governo conferma l'impegno a completare il quadro attuativo necessario a potenziare le politiche pubbliche a supporto della competitività dei settori produttivi e della transizione ecologica, nonché a mantenere, per quanto di competenza, un quadro di stabilità normativa.

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ALLEGATO 5

5-06866 Squeri: Iniziative italiane per la diversificazione energetica e a favore di consumatori e imprese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Le questioni poste dagli interroganti costituiscono una tematica oggetto di dibattito e analisi che stanno interessando tutte le maggiori economie al livello globale.
  Difatti, i mercati energetici sono interessati da diversi mesi da dinamiche di notevole rialzo delle quotazioni a livello globale, causate dall'ascesa dei prezzi delle materie prime, gas e carbone in particolare, in concomitanza con una fase congiunturale caratterizzata da una decisa ripresa economica post-pandemia.
  A ciò va associata una riduzione delle forniture di materie prime energetiche (in particolare da parte della Russia) e l'aumento dei costi dei permessi di emissione di CO2.
  Le dinamiche rappresentate hanno avuto un forte impatto sul mercato dell'energia elettrica su scala mondiale la cui durata è prevista ancora almeno fino al primo trimestre del 2022, anche se sarà difficile che un ridimensionamento dei prezzi possa condurre a breve a un ritorno ai valori pre-pandemia.
  Per quanto concerne il mercato nazionale, la stretta relazione tra l'aumento del prezzo dell'energia elettrica e quello del gas è conseguenza diretta della composizione del parco di produzione nazionale che, pur profondamente rinnovato nel corso dell'ultimo decennio grazie alla progressiva penetrazione delle fonti rinnovabili (FER), rimane prevalentemente influenzato dalla generazione a gas che risulta ancora determinante nella formazione del prezzo all'ingrosso.
  Considerato il contesto appena descritto, appare evidente la necessità di promuovere e accelerare il percorso di trasformazione del mix di generazione elettrica italiano verso una crescente penetrazione delle fonti rinnovabili in modo da conseguire gli obiettivi posti dal PNIEC, in un'ottica di riduzione del peso delle fonti energetiche fossili e, conseguentemente, della dipendenza da fonti di approvvigionamento estere.
  A fronte del peso degli oneri di sistema che gravano sulle bollette energetiche (e che è correlato agli incentivi per le energie rinnovabili) va comunque considerato che, se si considerano gli attuali costi di generazione elettrica da fonti fossili, gli effetti dei rialzi dei prezzi dell'energia potrebbero avere un impatto ancor maggiore, anche considerando il rialzo delle quotazioni della CO2.
  Parallelamente, anche grazie ai dettami della normativa comunitaria, il rafforzamento delle forme di autoproduzione e l'evoluzione del disegno di mercato hanno la capacità trasferire direttamente sui consumatori il vantaggio di essere al riparo da ulteriori aumenti.
  Inoltre, si ritiene che occorra ulteriormente rafforzare ed incentivare il processo di elettrificazione dei consumi facendo leva, appunto, sulle fonti di energia pulita, nonché potenziare l'efficientamento dei consumi energetici con misure a beneficio sia dei settori pubblici che privati.
  Atteso che il processo di transizione energetica verso la decarbonizzazione necessita di tempi certamente non brevi, lo stesso va accompagnato anche da misure temporanee di miglioramento delle modalità di approvvigionamento di combustibili fossili e di rafforzamento delle infrastrutture strategiche europee, nonché da misure di mitigazione delle crisi di prezzo per le categorie più esposte.
  Questi temi dovranno essere oggetto delle prossime riunioni in sede europea, ponendo l'impegno della transizione energetica come obiettivo finale, delineando al Pag. 386tempo stesso misure coordinate di intervento.
  Il nuovo corso del mercato dell'energia deve poter contare su costi progressivamente decrescenti delle tecnologie abilitanti, motivo per cui lo stesso deve essere sostenuto da investimenti ma, soprattutto, da processi innovativi che devono provenire dalle filiere industriali e dell'industria energetica.
  Sia il PNIEC che il PNRR hanno come asse portante proprio l'innovazione tecnologica, ed emerge l'esigenza di accelerare l'adozione e l'implementazione degli interventi programmati, anche al fine di accelerare il percorso di diversificazione delle fonti energetiche e di indipendenza energetica dell'Italia (e dell'Europa), al fine di mitigare gli shock dei prezzi dell'energia, legati all'andamento di quelli delle materie prime fossili e delle emissioni di CO2.
  Si ritiene quindi che la dimensione globale dei fattori che determinano l'attuale quadro dei prezzi elevati dell'energia nonché delle dinamiche di mercato, rafforzino l'esigenza di perseguire una risposta comune in sede europea in grado di conseguire gli inderogabili obiettivi di decarbonizzazione in un contesto di sicurezza degli approvvigionamenti, di tutela della competitività dei settori produttivi e dei consumatori.
  In tale contesto, nell'ambito della definizione del percorso europeo di decarbonizzazione e del disegno delle sue misure attuative, l'impegno del Governo è nel senso di assicurare la piena considerazione delle caratteristiche dell'apparato produttivo nazionale unitamente alla tutela dei consumatori, con particolare riferimento ai soggetti più vulnerabili.

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ALLEGATO 6

5-06867 Sut: Sull'adozione del decreto ministeriale per l'erogazione del contributo per l'installazione delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti, si rappresenta che il decreto in attuazione del comma 3 dell'articolo 74 della legge n. 126 del 2020, è stato firmato dal Ministro della transizione ecologica in data 25 agosto 2021.
  Successivamente è stato registrato dalla Corte dei conti in data 4 ottobre 2021, ed è in corso la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
  Ai sensi del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, sono stati attribuiti al Ministero della transizione ecologica le funzioni e i compiti relativi allo sviluppo sostenibile, inclusa la definizione di piani e misure in materia di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici.
  Il decreto in parola pertanto ha come finalità d'intervento la concessione e l'erogazione di un contributo in conto capitale pari al 40 per cento delle spese ammissibili, finalizzato a sostenere l'acquisto e l'installazione di infrastrutture di ricarica effettuati da imprese e professionisti.
  Il provvedimento è dotato di risorse finanziarie pari a 90 milioni di euro, il 90 per cento dei quali è destinato ad interventi a favore di imprese, mentre il restante 10 per cento è riservato ai professionisti (ovvero persone fisiche nell'esercizio di attività d'impresa, arti e professioni). Il Ministero altresì ha la facoltà di modificare con specifici provvedimenti la ripartizione delle risorse economiche.
  In particolare, il contributo comprende, oltre l'acquisto e la messa in opera di infrastrutture di ricarica, anche le spese per l'installazione delle colonnine, gli impianti elettrici, le opere edili strettamente necessarie, nonché i dispositivi per il monitoraggio.
  Infine, per la gestione della misura ed in particolare per le procedure amministrative ed economiche quali la valutazione delle richieste e la successiva erogazione del contributo, il Ministero attraverso gli uffici competenti si avvarrà della società Invitalia S.p.A.
  Allo stato attuale sono in corso le procedure finalizzate alla stipula della convenzione con la società suddetta, così come previsto dal decreto.