CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 aprile 2021
566.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-05733 Benamati: Sul sostegno al settore delle fiere e sul superamento del cosiddetto «de minimis», come sembra consentire la normativa UE, a fronte di «eventi eccezionali» quali la pandemia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle problematiche rappresentate dall'On. Interrogante che interessano il settore fieristico e che sono state causate dalla pandemia da Covid-19, si rappresentano le azioni intraprese dal Governo per fronteggiarle.
  In primo luogo, tra gli interventi di natura fiscale vi è la misura da attuare in forma di credito di imposta. In particolare, l'articolo 12-bis del cosiddetto Decreto Liquidità (decreto-legge n. 23 del 2020), ha esteso l'agevolazione anche alle spese sostenute dalle imprese per la partecipazione a fiere e manifestazioni commerciali all'estero, che siano state disdette in ragione dell'emergenza legata alla situazione epidemiologica in atto. Le risorse e finalità dell'intervento sono state poi incrementate, con lo stanziamento di ulteriori 30 milioni di euro per l'anno 2020 (articolo 46-bis del cosiddetto decreto Rilancio) al fine di ristorare le imprese, diverse dalle piccole e medie, e gli operatori fieristici dai danni prodotti dall'annullamento o dalla mancata partecipazione a fiere e manifestazioni commerciali in Italia, nei limiti delle medesime risorse.
  A riguardo, informo che è in corso di definizione lo schema di decreto attuativo, per consentire la fruizione riferita dalla norma vigente agli esercizi 2020 e 2021.
  Si segnala, inoltre, l'articolo 38 recante «Misure di sostegno al sistema delle fiere» del Decreto «Sostegni» (decreto-legge n. 41 del 22 marzo 2021), attualmente in discussione al Senato che ha incrementato (150 milioni di euro per l'anno 2021) la dotazione del Fondo per la promozione integrata, istituito nello stato di previsione del MAECI, al fine di concedere per il tramite di Simest SpA, agli enti fieristici italiani, costituiti in forma di società di capitali, nonché delle imprese aventi come attività prevalente l'organizzazione di eventi fieristici di rilievo internazionale, contributi a fondo perduto e/o misure di sostegno erogate da pubbliche amministrazioni o da altre fonti di ricavo.
  Lo stesso articolo 38, al comma 3, ha istituito nello stato di previsione del Ministero del turismo, un fondo con una dotazione pari a 100 milioni di euro per l'anno 2021, destinato al ristoro delle perdite derivanti dall'annullamento, dal rinvio o dal ridimensionamento, in seguito all'emergenza epidemiologica da COVID-19, di fiere e congressi. L'attuazione di tale ultimo intervento è rimessa ad un apposito decreto del Ministro del turismo, diretto a stabilire le modalità di ripartizione e assegnazione delle predette risorse.
  In merito alle competenze attribuite al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, si rappresenta che le risorse complessive previste dal Decreto «Agosto» e dal Decreto «Sostegni», ammontano a 513 milioni di euro, di cui 300 milioni a valere sul Fondo rotativo 394/81 e 213 milioni a fondo perduto (a valere sul Fondo per la promozione integrata, istituito presso il MAECI dal Decreto «Cura Italia»).
  Dallo scorso dicembre, SIMEST ha avviato un nuovo strumento agevolativo denominato «Patrimonializzazione a supporto del sistema fieristico». La misura è rivolta agli enti fieristici italiani, costituiti in forma di società di capitali, e alle imprese aventi come attività prevalente l'organizzazione di eventi fieristici di rilievo internazionale. Il finanziamento agevolato può arrivare fino a 10 milioni di euro, ivi compresa una quota a fondo perduto a valere sulle risorse del Fondo per la promozione Pag. 61 integrata, nel rispetto delle regole della Commissione Europea. Ad oggi, il Comitato Agevolazioni ha già deliberato 52 operazioni in tal senso (su un totale di circa 62 richieste finora pervenute), per un ammontare complessivo pari a circa 136 milioni di euro.
  In linea con quanto previsto dal Temporary Framework, il Decreto «Ristori» ha inoltre previsto la possibilità di concedere ai medesimi beneficiari, sempre per il tramite di SIMEST, contributi a fondo perduto commisurati ai costi fissi sostenuti dal 1° marzo 2020 e non coperti da utili, misure di sostegno erogate da pubbliche amministrazioni o da altre fonti di ricavo. La Commissione Europea ha autorizzato la misura, fino ad un intervento massimo di 10 milioni di euro, proprio lo scorso 16 marzo. In seguito all'approvazione di una Circolare operativa, adottata lo scorso 31 marzo, la misura è pienamente operativa da ieri (12 aprile 2021) e gli enti interessati possono presentare domanda.
  Da ultimo, appare opportuno evidenziare che in Senato è stato nuovamente calendarizzato, per la ripresa del relativo iter in Parlamento, l'A.S. 2061 «Delega al Governo per la riorganizzazione del settore fieristico e disposizioni a sostegno del settore», che si pone l'obiettivo di realizzare vari interventi a supporto del comparto, ampliando la portata delle misure già esistenti. Tale disegno di legge si propone, altresì, di dar vita a una complessiva riorganizzazione dell'intero settore mediante una riforma organica, da attuarsi mediante l'adozione di decreti legislativi, con specifica attenzione al coordinamento della normativa nazionale e regionale, alla riorganizzazione delle competenze e alla definizione dei criteri di qualificazione delle manifestazioni fieristiche. Anche questo provvedimento, pertanto, potrà essere un ulteriore strumento per prevedere nuove misure per il sostegno al settore fieristico.

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ALLEGATO 2

5-05734 Alemanno: Per la proroga dell'Accordo di Programma del 4 gennaio 2018 tra MISE, regione Puglia e Invitalia finalizzato al rilancio delle attività economiche in taluni settori.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli On.li Interroganti chiedono che vengano avviate nuove interlocuzioni con la regione Puglia, per prorogare l'Accordo di Programma per il rilancio delle attività imprenditoriali, la salvaguardia dei livelli occupazionali, le agevolazioni dei programmi di sostegno e sviluppo imprenditoriale nel territorio dei comuni ad elevata specializzazione del settore tessile, abbigliamento e calzaturiero della regione Puglia, limitatamente ai comuni rientranti nell'area del progetto integrato territoriale denominato «P.I.T. n. 9 Territorio Salentino-Leccese» sottoscritto in data 4 gennaio 2018.
  Al riguardo, si informa che alla luce delle semplificazioni previste dal decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34 (cosiddetto Decreto crescita) convertito in legge n. 58/2019, con l'adozione del D.M. 30 agosto 2019 si è proceduto all'aggiornamento delle condizioni e delle modalità per l'attuazione degli interventi da effettuare, ai sensi del decreto-legge 1° aprile 1989, n. 120, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 maggio 1989, n. 181 e successive modifiche.
  In particolare, le modifiche apportate puntano ad ampliare la platea di imprese potenzialmente beneficiarie, anche attraverso un abbassamento della soglia minima di investimento a un milione di euro ed a procedure semplificate per l'accesso alle agevolazioni delle piccole imprese.
  Sono previste, inoltre, nuove tipologie di sostegno per favorire la formazione dei lavoratori. L'obiettivo più generale, infatti, è quello di garantire una più elevata qualità degli interventi di rilancio previsti per le aree di crisi industriale e favorire il reinserimento di lavoratori attualmente interessati da misure di sostegno al reddito.
  In dettaglio, con riferimento al dialogo con la regione Puglia per l'accordo di programma richiamato nell'atto in parola, riferisco gli esiti della seduta del Comitato di Coordinamento per l'attuazione ed il monitoraggio degli interventi previsti dall'Accordo di Programma del 4 gennaio 2018 nei territori della regione Puglia, tenutasi lo scorso 28 ottobre 2020.
  La regione Puglia ha manifestato l'interesse a conservare le risorse stanziate dal predetto Accordo, proprio al fine di poter utilizzare quelle non ancora impiegate con la pubblicazione di nuovi Avvisi che saranno in linea con la nuova disciplina dettata dal D.M. 30 agosto 2019 e la successiva Circolare direttoriale 16 gennaio 2020, n. 10088 (recante Criteri e modalità di concessione delle agevolazioni di cui alla legge n. 181/1989) in favore di programmi di investimento finalizzati alla riqualificazione delle aree di crisi industriali.
  È attualmente in corso il riavvio delle interlocuzioni con la regione Puglia per prorogare il citato Accordo scaduto lo scorso 3 gennaio e rendere possibile l'utilizzo delle risorse non ancora impiegate, con la pubblicazione di nuovi Avvisi in linea con la nuova disciplina dettata dal DM 30 agosto 2019.

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ALLEGATO 3

5-05735 Bersani: Sull'adozione di misure a tutela della categoria degli agenti e mediatori marittimi italiani.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'oggetto del question time in parola, tengo a precisare sin da subito che, come ben sapranno gli Onorevoli Interroganti, la materia esula dalle principali competenze del Ministero dello sviluppo economico. Tuttavia, si osserva che il settore marittimo e portuale è stato oggetto di numerosi interventi nel corso degli ultimi anni, al fine di tutelare gli operatori dello stesso, alla luce del ruolo strategico del comparto.
  Il 22 dicembre scorso è entrato in vigore il decreto legislativo n. 160 del 2020, contenente le disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo n. 229 del 2017, con il quale è stato introdotto l'articolo 49-ter «Mediatore del diporto» in seno al «Codice della nautica da diporto».
  Interventi di sostegno al settore portuale e della navigazione sono contenute nei decreti-legge Cura Italia (n. 18 del 2020), Rilancio (n. 34 del 2020), Semplificazioni (n. 76 del 2020) e Agosto (n. 104 del 2020), finalizzati a compensare i danni nel settore derivanti dall'emergenza COVID-19. Si richiamano inoltre le disposizioni di sostegno alle Autorità di Sistema portuale, nonché al traffico merci ed al lavoro nei porti: la sospensione del pagamento dei canoni per le operazioni ed i servizi portuali e delle concessioni per banchine portuali (decreto Cura Italia); la possibilità di accordare delle riduzioni fino all'azzeramento dei canoni concessori (decreto Rilancio); la possibilità di riconoscere, in favore di imprese che svolgono attività portuali in aree concesse dall'autorità di sistema portuale e affidatarie di alcune attività comprese nel ciclo operativo, un contributo ogni turno lavorativo prestato in meno rispetto al corrispondente mese dell'anno 2019 (decreto Agosto).
  Ulteriori misure sono state introdotte con la legge di bilancio 2021. Faccio riferimento, in particolare al rifinanziamento del Fondo istituito presso il Ministero dei trasporti per compensare la riduzione degli introiti delle Autorità di sistema portuale e per ristorare le imprese di navigazione operanti con navi minori nel settore del trasporto turistico di persone; al rifinanziamento della misura di esenzione dagli oneri previdenziali e assistenziali prevista per gli armatori e il personale iscritti nei registro internazionale; al rifinanziamento del Fondo destinato a compensare le imprese armatoriali che operano con navi di bandiera italiana; nonché all'istituzione di un Fondo destinato a compensare la riduzione dei ricavi per decremento passeggeri, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e la competitività del settore del trasporto marittimo e del comparto crocieristico dei terminal portuali.
  Infine, il decreto-legge n. 183 del 2020 ha differito al 30 giugno 2021 il termine finale di operatività delle agenzie per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale, prevedendo uno stanziamento per l'anno 2021, pari a 5,1 milioni di euro, ai fini della corresponsione, in favore dei lavoratori iscritti negli elenchi delle medesime agenzie, dell'indennità per le giornate di mancato avviamento al lavoro.

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ALLEGATO 4

5-05736 Moretto: Sul Piano Industriale per lo stabilimento automobilistico di Melfi del gruppo Stellantis-Fca.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come ha già ribadito il Ministro nello scorso question time in aula Senato, ritengo che si debba profondamente ripensare la politica industriale con riferimento al settore dell'automotive. Occorre, infatti, una politica che preveda al contempo il supporto alla domanda e all'offerta. Ad esempio, se investiamo con risorse pubbliche nella mobilità sostenibile, di conseguenza anche l'offerta produttiva industriale italiana dovrebbe essere indirizzata verso questo tipo di domanda.
  Proprio un adeguato supporto al sistema industriale rappresenta la premessa per evitare operazioni di delocalizzazione o acquisizione di imprese nazionali.
  Il Governo presta particolare attenzione alla situazione del gruppo Stellantis, frutto di un'operazione negoziale privatistica, ed in particolare allo stabilimento produttivo di Melfi, il quale, come giustamente ricorda l'Onorevole interrogante, rappresenta una delle principali realtà produttive dell'intero Mezzogiorno.
  In considerazione del ruolo svolto da questa realtà, si richiedono apposite garanzie ed impegni rispetto al piano industriale del gruppo stesso.
  Sentita la Direzione Generale del Ministero dello sviluppo economico, si rappresenta che nel corso del 2020 è stata concessa una garanzia di SACE per oltre 5,6 miliardi di euro, corrispondenti a una copertura dell'80 per cento del finanziamento richiesto dal Gruppo FCA, ai sensi dei commi 7 e 8 dell'articolo 1 del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 (decreto-legge Liquidità).
  Il finanziamento è finalizzato alle seguenti esigenze sopravvenute a seguito della crisi da COVID-19: i) costi del personale impiegato su stabilimenti italiani; ii) capitale circolante destinato al fabbisogno della produzione di stabilimenti italiani ivi compreso il pagamento della filiera italiana; iii) spese per investimenti destinati a centri e a laboratori di ricerca e sviluppo in Italia.
  La garanzia è stata concessa subordinatamente al rispetto di specifici impegni e condizioni in capo all'impresa beneficiaria. In particolare, tra gli impegni ulteriori è previsto:

   il proseguimento nell'attuazione dei progetti industriali annunciati a dicembre 2019 (5 miliardi);

   l'avvio di investimenti ulteriori per 200 milioni;

   l'impegno a non delocalizzare la produzione dei modelli di veicoli oggetto di industrializzazione nell'ambito del piano;

   il raggiungimento della piena occupazione entro il 2023, intesa come effettivo impegno nell'attività di tutti i dipendenti senza ricorso ad ammortizzatori sociali.

  Gli impegni aggiuntivi, assunti a giugno 2020, restano in vigore anche a seguito della fusione tra FCA e il gruppo automobilistico francese Peugeot S.A. (PSA).
  Il Governo, alla luce di quanto sopra richiamato, monitora con attenzione il rispetto, degli impegni assunti al fine di garantire la produttività in questa importante realtà produttiva, anche alla luce della situazione contingente e di scenari e prospettive del mercato automobilistico.

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ALLEGATO 5

5-05737 Barelli: Sul numero di tavoli di crisi aziendale aperti e lavoratori complessivamente coinvolti e sull'operatività della prevista Struttura per le crisi d'impresa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento al quesito posto dall'Onorevole interrogante rappresento che i numeri relativi ai tavoli di crisi sono in continua evoluzione, anche a seguito dell'evoluzione delle vertenze già in essere, di quelle che continuano a presentarsi a causa della persistente crisi economica nonché di quelle che si chiudono. Inoltre, taluni di questi tavoli sono di crisi mentre altri sono di confronto e monitoraggio.
  Tuttavia, informo che l'attenzione del Governo sul tema è massima. Con riferimento alla struttura di crisi di impresa è stato registrato presso la Corte dei Conti, in data 8 aprile 2021, il decreto che reca disposizioni in materia di riorganizzazione, semplificazione e potenziamento della citata Struttura (istituita presso il Ministero dello Sviluppo Economico con DM del Ministero dello sviluppo economico, d'intesa con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, n. 822 del 18 dicembre 2007).
  La «Struttura per le crisi di impresa», infatti, ha il compito di supportare gli organi di vertice politico-ammnistrativo nell'individuazione nella gestione delle crisi di impresa per le quali sia richiesto l'intervento del Ministero dello sviluppo economico, d'intesa con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, provvedendo alle necessarie analisi e agli approfondimenti tecnico-economici, al confronto con le parti sociali e con le istituzioni interessate, per verificare e promuovere le ipotesi di soluzione delle crisi che siano state individuate e/o positivamente valutate a livello tecnico.
  Quanto al «Fondo Salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell'attività di impresa» di cui all'articolo 43 del decreto-legge n. 34 del 2020 cosiddetto Rilancio, si rende noto che l'articolo 4 del D.M. 29 ottobre 2020 ha previsto risorse pari ad euro 300 milioni per l'anno 2020. La dotazione del Fondo è stata poi incrementata di 250 milioni per l'anno 2021 ed ulteriori 100 milioni annui dal 2022 al 2035.
  Il Fondo acquisisce partecipazioni di minoranza, nel capitale di rischio di imprese in difficoltà economico-finanziaria che propongono un piano di ristrutturazione per garantire la continuità di impresa e salvaguardare l'occupazione e finanzia programmi di ristrutturazione anche attraverso il trasferimento di impresa e si rivolge alle imprese:

   che hanno avviato un confronto presso la struttura per la crisi d'impresa del Ministero dello sviluppo economico;

   in difficoltà economico finanziaria: ai sensi degli orientamenti comunitari oppure con flussi di cassa prospettici inadeguati a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate;

   che soddisfano almeno una delle seguenti condizioni: titolari di marchi storici di interesse nazionale; società di capitali con numero di dipendenti superiore a 250 (dato consolidato comprensivo dei lavoratori a termine, degli apprendisti e dei lavoratori con contratto di lavoro subordinato a tempo parziale, impiegati in unità locali dislocate sul territorio nazionale); detengono beni e rapporti di rilevanza strategica per l'interesse nazionale, indipendentemente dal numero degli occupati.

  La gestione del Fondo è affidata al soggetto gestore Invitalia s.p.a. ed è possibile presentare la domanda di accesso utilizzando la procedura informatica online disponibile Pag. 66 al link del gestore stesso https://www.invitalia.it/cosa- facciamo/rafforziamo-le-imprese/fondo-salvaguardia-imprese.
  Infine, voglio precisare che sono in corso ulteriori valutazioni ed approfondimenti tecnici al fine di procedere, anche normativamente, a potenziare maggiormente la citata struttura, affinché questa possa rappresentare un solido strumento per superare il momento di grave crisi socio-occupazionale che il Paese sta vivendo a causa della crisi sanitaria in corso.

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ALLEGATO 6

5-05738 Zucconi: Sull'applicazione uniforme in ambito nazionale delle norme relative al commercio su aree pubbliche.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come rappresentato dall'on. Interrogante, il settore del commercio al dettaglio su aree pubbliche è stato recentemente interessato da una importante evoluzione normativa, segnata dall'intervento del legislatore, che, con il decreto-legge n. 34 del 2020, all'articolo 181, comma 4-bis ha previsto che le concessioni non ancora assegnate (e in scadenza) possano essere rinnovate per la durata di dodici anni, con modalità stabilite dalle regioni, e secondo criteri che sono stati definiti, come da indicazioni normative, con apposite linee guida adottate dal Ministro dello sviluppo economico.
  Nell'ambito del vincolo normativo posto dalla norma primaria (che esclude il ricorso a procedure di gara per l'assegnazione dei posteggi, frutto di un emendamento adottato in sede parlamentare), le linee guida ministeriali adottate il 25 novembre 2020 si sono comunque mosse in un'ottica pro-concorrenziale, al fine di escludere, per quanto possibile, automatismi nella riassegnazione delle concessioni e prescrivendo – ai fini del rinnovo – che sia effettuata la verifica circa la sussistenza di una serie di presupposti da parte delle amministrazioni comunali concedenti.
  In tale contesto si è inserito l'intervento dell'AGCM che con il parere n. 1720 del 15 febbraio ha ritenuto che la norma primaria sopra citata presenta profili di illegittimità, e pertanto sarebbe suscettibile di disapplicazione da parte delle amministrazioni concedenti, in quanto adottata in contrasto con la direttiva servizi, con i princìpi generali del Trattato dell'Unione europea in tema di apertura dei mercati alla concorrenza e con la giurisprudenza della Corte di giustizia.
  Come già ha avuto modo di evidenziare il Ministro On. Giancarlo Giorgetti la scorsa settimana, in occasione di risposte a question time aventi ad oggetto il medesimo tema, al momento è in corso una verifica dei profili concorrenziali della vicenda, analizzando i vincoli europei e nazionali, e pertanto è stata avviata una specifica interlocuzione con il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, al fine di valutare quali iniziative possano essere adottate per una soluzione della questione che deve necessariamente risultare uniforme sull'intero territorio nazionale e che non può lasciare alle singole amministrazioni la scelta sull'applicazione o meno della disciplina vigente sul rinnovo delle concessioni.
  In conclusione, si fa presente che sono in corso valutazioni e approfondimenti, finalizzati a risolvere i problemi emersi a seguito delle valutazioni manifestate dall'Antitrust, con gli atti sopra citati. In particolare, si sta lavorando ad una proposta normativa in grado di contemperare le esigenze di concorrenza con quelle di rinnovo delle concessioni e di tutela della categoria dei soggetti coinvolti, nonché per la condivisione di soluzioni utili alla risoluzione della vicenda anche in considerazione del particolare contesto emergenziale.