CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 luglio 2020
414.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04405 Gagliardi: Sull'impatto ambientale della centrale E. Montale di La Spezia-Vallegrande.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, si rappresenta, in via preliminare, che il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC), in continuità con la Strategia Energetica Nazionale del 2017, prevede, tra i propri obiettivi, il phase-out della produzione elettrica da carbone entro il 2025. Il Piano esplicita che il phase-out avvenga garantendo la sicurezza del sistema elettrico nazionale. La valutazione delle condizioni tecniche, delle opere infrastrutturali e delle ricadute occupazionali dei singoli siti/impianti sono affrontate in appositi «tavoli», presso il Ministero dello sviluppo economico, coinvolgendo operatori, Enti locali, Terna, parti sociali e associazioni (ambientaliste e di categoria). Per garantire la copertura del fabbisogno elettrico e il mantenimento dei livelli di adeguatezza del sistema, il phase out è, abbinato alla realizzazione di nuova capacità di generazione alimentata a gas. Si tratterà, dunque, di procedere con una parziale «riconversione» finalizzata solo ad accompagnare la transizione energetica, senza determinare uno sviluppo significativo delle infrastrutture: le opere di rete necessarie sono in larga parte già comprese nel Piano di Sviluppo 2018 di Terna sottoposto a procedura di VAS da parte del Ministero dell'Ambiente.
  Per quanto concerne il caso specifico, la centrale di La Spezia, di proprietà di Enel S.p.a., è stata costruita negli anni sessanta con quattro unità a carbone. L'unità n. 4 è stata messa fuori servizio nel 1999, mentre i gruppi n. 1 e n. 2 sono stati messi fuori servizio nel 2016. Allo stato attuale è dunque in esercizio la sola unità n. 3 alimentata a carbone.
  In merito al progetto di riconversione presentato da Enel, esso prevede, come primo step, la messa fuori esercizio anche dell'unità a carbone da 600 MWe e la realizzazione di una turbina a gas di potenza pari a 560 MWe operante in ciclo aperto. Successivamente, potrà essere realizzata, in linea con il phase out descritto, la chiusura del ciclo mediante l'istallazione di una turbina a vapore con ulteriore potenza prodotta di circa 280 MWe. Al riguardo, sono attualmente in corso le attività istruttorie presso la competente Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA e VAS. Nella verifica di assoggettabilità a VIA, Enel ha presentato anche uno studio sulla salute della popolazione dello spezzino, che sarà anch'essa oggetto dell'istruttoria in corso. Gli eventuali approfondimenti sulle ricadute sanitarie e ambientali dell'impianto sono ad oggi in valutazione nella medesima procedura, in conformità alle linee guida adottate con decreto del Ministro della Salute del 27 marzo 2019.
  Sul piano delle autorizzazioni, si fa presente che la Conferenza di Servizi del 29 ottobre 2019, convocata dal Ministero dello sviluppo economico, si è espressa favorevolmente in merito al Riesame con valenza di rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale alle condizioni di cui al Parere Istruttorio Conclusivo reso dalla Commissione IPPC che, nella parte prescrittiva prevede, al punto 6) «L'unità SP3 dovrà essere fermata definitivamente Pag. 146entro il 2021, fermo restando l'acquisizione delle dovute autorizzazioni ambientali ed industriali». Coerentemente con tale prescrizione per il gruppo SP3 il Gestore ha presentato in data 30 dicembre 2019 il piano di dismissione, il cui relativo procedimento di riesame dell'AIA è attualmente in corso.

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ALLEGATO 2

5-04406 Labriola: Spargimento sulla città di Taranto di polveri e minerali provenienti dallo stabilimento ex Ilva.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, secondo quanto riferito da ARPA Puglia, durante la giornata del 4 luglio scorso, le concentrazioni di PM10 registrate dalle centraline della qualità dell'aria limitrofe all'area industriale in questione hanno mostrato significativi incrementi, con un picco particolarmente alto, alle ore 16 nella centralina Tamburi-via Orsini, facente parte della rete AMI (l'unica esterna allo stabilimento siderurgico, alla quale sono applicabili i valori limite previsti dal decreto legislativo n. 155 del 2010), alle ore 14 nella centralina Paolo VI e alle ore 16 nella centralina in Via Machiavelli-Tamburi. Le centraline collocate all'interno dello stabilimento AMI hanno mostrato valori ancor maggiori.
  In particolare, per la centralina di Tamburi-via Orsini, si è osservato un superamento del valore limite giornaliero del PM10 previsto dal decreto legislativo n. 155 del 2010, con un valore misurato pari a 81 gg/m3 a fronte del limite di 50 gg/m3; tale soglia può essere superata al massimo per 35 volte in un anno, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Per le altre due centraline del Quartiere Tamburi, invece, meno interessate dal fenomeno, le medie giornaliere di PM10 non hanno superato il limite citato. Alla data del 6 luglio 2020, nel quartiere Tamburi, la centralina di via Machiavelli ha registrato dall'inizio dell'anno n. 6 superamenti di tale limite giornaliero, mentre nel sito di Tamburi-Via Orsini il numero dei superamenti alla stessa data è pari a 10. Per quanto riguarda il giorno seguente, ossia il 5 luglio, in nessuna delle centraline esterne allo stabilimento AMI si sono registrati valori medi giornalieri superiori al limite suddetto.
  Per quanto attiene i limiti degli altri inquinanti monitorati e previsti dal decreto legislativo n. 155 del 2010, Arpa riferisce che non si sono registrati superamenti delle concentrazioni limite. Si fa presente che il rispetto dei limiti di qualità dell'aria previsti dal citato Decreto è riferito esclusivamente alla valutazione di aspetti di carattere ambientale mentre gli elementi di valutazione di carattere sanitario restano di esclusiva competenza delle Aziende Sanitarie Locali.
  L'Arpa ha, infine, segnalato che sono in corso ulteriori accertamenti che potranno consentire di inquadrare meglio il fenomeno ed individuare la causa dell'innalzamento delle concentrazioni di polveri.
  Alla luce di quanto esposto, il Ministero dell'ambiente ha immediatamente provveduto a richiedere ad Arcelor Mittal di fornire, nei tempi tecnici strettamente necessari, e comunque entro 5 giorni, ogni elemento utile a ricostruire la dinamica dell'evento, indicando le azioni intraprese nell'immediato, nonché quelle programmate, sia per limitare le conseguenze ambientali che prevenire il ripetersi di tali eventi. Il Ministero ha, inoltre, chiesto ad ISPRA, in qualità di Autorità di controllo, di fornire riscontro in merito agli eventi emissivi in questione, circa il rispetto delle condizioni dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, della regolarità dei controlli a carico del Ge Pag. 148store, con particolare riferimento alla regolarità delle misure di prevenzione dell'inquinamento nonché al rispetto dei valori limite di emissione, anche in relazione agli esiti del sopralluogo effettuato nella stessa giornata da ARPA, indicando se si rendano necessarie azioni ai sensi dell'articolo 29-decies, ovvero ai sensi dell'articolo 29-undecies, del decreto legislativo 152 n. 2006.

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ALLEGATO 3

5-04407 Lucchini e 5-04410 Buratti: Iniziative per il recupero delle ecoballe disperse nelle acque del golfo di Follonica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, si segnala, innanzitutto, che gli elementi informativi che seguono sono comuni ai quesiti posti, con i rispettivi question time, sia dal primo firmatario On. Lucchini che dal primo firmatario On. Nardi.
  Tanto premesso, occorre evidenziare che il Ministero dell'ambiente sta seguendo con costante attenzione la tematica in argomento, proprio in ragione della situazione di criticità ambientale in atto e al fine di individuare con celerità la forma più adeguata per poter rispondere a tale emergenza.
  Sulla scorta della complessa istruttoria tecnica effettuata da Ispra, nonché della natura dei materiali costituenti l'ex CSS, dell'estensione areale su un ampio tratto di fondale, dell'evidenza che l'evento costituisce un fenomeno d'inquinamento marino che si è già valutato necessario contrastare, si ritiene infatti urgente operare perché detti materiali siano localizzati, recuperati e smaltiti senza ulteriore pregiudizio per l'ambiente e curando la raccolta di quanto disperso.
  A tale riguardo, la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della Protezione Civile, Autorità competente per le attività di recupero, a seguito della rappresentata improcrastinabilità dell'adozione della dichiarazione dello stato di emergenza per i connessi rischi ambientali e sulla base degli elementi informativi trasmessi dal Ministero dell'ambiente, dal Commissario straordinario di Governo ex dPR del 25 giugno 2019, da ISPRA, nonché dalla Regione Toscana, ha predisposto, d'intesa con il Ministero medesimo, lo schema di deliberazione dello stato di emergenza in conformità all'articolo 24 del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1 da sottoporre all'attenzione del Consiglio dei ministri, inviato, per le valutazioni della competente Autorità politica, in data 8 luglio scorso. Tale deliberazione costituirà presupposto per l'attribuzione degli indispensabili poteri derogatori per il tramite della successiva ordinanza di protezione civile.
  Alla luce delle considerazioni esposte, è imminente, dunque, la deliberazione circa il predetto stato di emergenza.

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ALLEGATO 4

5-04408 Fregolent: Iniziative per la tutela ambientale delle aree interessate dall'incendio dello stabilimento FARMOPLANT del 17 luglio 1988.

TESTO DELLA RISPOSTA

   Con riferimento alle questioni poste, si fa presente che il 16 dicembre scorso, in occasione della presentazione da parte di Sogesid dei risultati della caratterizzazione ambientale della falda soggiacente il SIN/SIR di Massa Carrara, è stato illustrato lo stato di contaminazione delle acque di sottosuolo, ricavato attraverso il predetto studio organico di area vasta. Per la prima volta, infatti, attraverso l'esecuzione di due campagne di analisi ambientali, è stata caratterizzata la falda sotterranea di un'area di oltre 16 chilometri quadrati di estensione. In particolare, gli studi effettuati mostrano la presenza di una contaminazione delle acque sotterranee meno estesa di quanto ci si aspettasse e concentrata in alcune zone.
  I risultati completi delle indagini ambientali, relative alla fase di caratterizzazione integrativa delle acque di falda soggiacenti alle aree SIN/SIR, sono stati trasmessi da Sogesid in data 31 gennaio 2020; inoltre, è prevista la trasmissione, in tempi relativamente brevi, di un ulteriore documento, contenente i risultati dell'elaborazione dei dati nonché alcune considerazioni in relazione alle ipotesi progettuali per il risanamento delle acque di falda inquinate. Sulla base del complesso dei dati acquisiti e all'esito delle elaborazioni in corso, sarà possibile pervenire a conclusioni per la definizione di un'adeguata strategia di intervento. Tra le ipotesi in via di sviluppo, che comunque dovranno essere oggetto di attenta valutazione, è stata avanzata anche la realizzazione, in luogo della barriera idraulica per l'intero SIN/SIR inizialmente ipotizzata, di una barriera idraulica implementata nei «punti nevralgici», interessati dalla maggiore contaminazione, coadiuvata dall'esecuzione di idonei interventi in sito.
  L'area ex Farmoplant, suddivisa in numerosi lotti, di proprietà di diversi soggetti, è stata oggetto di integrazioni di indagine a seguito del rinvenimento di superamenti delle CSC per i terreni e della presenza di materiali difformi, accertati da ARPAT successivamente alla certificazione di avvenuta bonifica dell'area rilasciata dalla Regione Toscana. I soggetti titolari di vari lotti dell'area hanno eseguito caratterizzazioni ambientali integrative e condotto valutazioni del rischio sanitario; per alcuni lotti, è stato possibile procedere alla chiusura del procedimento per la matrice suolo/sottosuolo.
  Per quanto riguarda la barriera idraulica gestita dalla Edison in relazione all'area ex Farmoplant, nell'ottobre 2019 la Edison ha trasmesso una sintesi delle attività, precisando che gli approfondimenti di indagine e le prove di pompaggio da eseguire sarebbero state oggetto di specifiche relazioni tecniche e sottolineando, altresì, che la contaminazione riscontrata ha origine da altre Società o aree esterne all'area ex Farmoplant. Con nota del 9 giugno 2020, la Edison ha risposto alla nota del Ministero dell'ambiente relativa alla risoluzione delle problematiche segnalate dall'ARPAT in merito al funzionamento della barriera idraulica, ed ha fornito varie relazioni tecniche, tra cui un aggiornamento del modello numerico di flusso delle acque sotterranee finalizzato alla gestione delle attività di Pag. 151messa in sicurezza della falda sul sito di Massa. Detta documentazione è attualmente in corso di istruttoria.
  In merito agli aspetti finanziari, le risorse complessive stanziate per il SIN con l'Accordo del 2016 e l'Accordo del 2018 ammontano a euro 25.557.000,00. Tali risorse sono in grande parte, ma non interamente, finalizzate alla bonifica dell'area industriale del SIN, in quanto destinate anche ad ulteriori aree in ambito residenziale, la cui situazione di inquinamento ha evidenziato la necessità di intervento.

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ALLEGATO 5

5-04409 Vianello: Tempi di svolgimento delle attività di competenza del MATTM ai fini dell'adozione del PiTESAI.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, si segnala, come noto, che la legge 11 febbraio 2019, n. 12, di conversione del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135 (Decreto Semplificazioni 2018) ha previsto l'approvazione, entro diciotto mesi dalla sua entrata in vigore, del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI), finalizzato all'individuazione di un quadro definito di riferimento delle aree ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale. Successivamente, la legge 28 febbraio 2020, n. 8, di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, ha prorogato di sei mesi il termine per l'approvazione del predetto Piano. Giova, inoltre, evidenziare che tale Piano sarà adottato previa valutazione ambientale strategica e, con riferimento alle aree su terraferma, d'intesa con la Conferenza unificata.
  I lavori per la predisposizione del Piano sono iniziati subito dopo l'entrata in vigore della richiamata legge, per una celere definizione delle attività e dei ruoli dei vari soggetti coinvolti; sono stati, altresì, creati vari gruppi di lavoro per gestire la definizione dei contenuti del Piano e sono state effettuate specifiche elaborazioni al fine di poter produrre il Rapporto Preliminare Ambientale ed attivare quanto prima la procedura di VAS.
  È stata, peraltro, svolta attività di ricognizione dei dati cartografici necessari, nonché uno Studio preliminare sulla vincolistica esistente. I dati raccolti sono organizzati in un sistema «WebGIS PITESAI» gestito dal Sistema Informativo Nazionale Ambientale (SINA) dell'ISPRA.
  Inoltre, come ricordato dagli On.li Interroganti, il 17 ottobre 2019 è stato approvato l'Accordo di collaborazione tra il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'ambiente e ISPRA, in cui sono esplicitate le aree di reciproca collaborazione ed è stato previsto il cronoprogramma di riferimento per le attività da effettuare e le relative tempistiche, che saranno seguite in modo da garantire il rispetto dei termini previsti.
  A tal proposito, si segnala che, per quanto attiene al cronoprogramma delle attività di ISPRA, sono in corso interlocuzioni al fine di aggiornare l'Accordo di collaborazione e il relativo cronoprogramma, aggiornamento reso necessario a seguito delle modifiche normative intervenute con l'approvazione del decreto-legge n. 169 del 2019 (cosiddetto mille-proroghe).
  Si rappresenta, infine, che sono, altresì, in corso attività di verifica e aggiornamento dei dati relativi alla localizzazione dell'area di interesse geominerario e delle infrastrutture legate al processo di estrazione degli idrocarburi.

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ALLEGATO 6

Programma Nazionale di Riforma per l'anno 2020, di cui alla III Sezione del Documento di economia e finanza 2020. Doc. LVII, n. 3 – Sezione III e Allegati.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici),
   esaminato, limitatamente ai profili di competenza, il Programma Nazionale di Riforma per l'anno 2020, di cui alla III Sezione del Documento di economia e finanza 2020 (Doc. LVII, n. 3 – Sezione III e Allegati);
   rilevato che il PNR 2020 costituisce quest'anno, in risposta alla crisi economica da Covid-19, anche il primo passo verso la definizione operativa del Recovery Plan dell'Italia – che il Governo ha dichiarato di voler presentare già a settembre, congiuntamente alla Nota di aggiornamento del DEF, per poi inoltrarlo alla Commissione europea a metà ottobre – in quanto in esso si tracciano le linee essenziali del programma di riforma che verrà definito nei prossimi mesi per avvalersi al più presto delle risorse che saranno messe a disposizione dall'Unione europea nell'ambito dello strumento Next Generation EU (NGEU) del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027;
   considerato che, ai fini di un ottimale utilizzo delle risorse che saranno messe a disposizione dell'Italia dall'Unione europea, appare necessario un quadro normativo certo in materia di pianificazione delle infrastrutture strategiche e prioritarie, che consenta di assicurare sufficiente stabilità agli orientamenti in merito all'utilizzo delle risorse disponibili, di ridurre i fattori di rallentamento nella pianificazione, progettazione e realizzazione di rilevanti opere infrastrutturali derivanti da un eccessivo ricorso alla project review e di prevedere con un sufficiente grado di attendibilità i tempi necessari per la realizzazione di ogni singolo intervento programmato;
   evidenziata la necessità di porre in atto tutte le iniziative normative utili alla velocizzazione e alla semplificazione delle procedure autorizzative e di aggiudicazione dei contratti pubblici, al fine di offrire una cornice normativa idonea a favorire il rilancio degli investimenti pubblici e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, anche nell'ottica di superare le disparità regionali e rafforzando la qualità delle infrastrutture con il potenziamento della fase della progettazione, la digitalizzazione delle procedure di affidamento e il coinvolgimento di soggetti privati secondo lo schema del partenariato pubblico-privato;
   ritenuto che, accanto agli investimenti pubblici, un ruolo fondamentale ai fini del rilancio del tessuto economico del Paese debba essere ricoperto dal settore dell'edilizia, mediante l'adozione di ulteriori interventi di riforma e misure legislative che favoriscano i programmi di rigenerazione urbana, recupero, riqualificazione ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente, incentivando a tal fine la sostituzione edilizia e l'innalzamento della qualità architettonica con misure premiali quali quelle previste dall'articolo 10 del decreto-legge n. 76 del 2020, all'esame del Senato, senza consumo di nuovo suolo inedificato;Pag. 154
   valutato favorevolmente l'impegno del Governo di includere nel Programma di Ripresa e Resilienza (cd. Recovery Plan) – in coerenza con il Green New Deal europeo – azioni indirizzate a contrastare i cambiamenti climatici e a favorire la riconversione energetica del sistema produttivo, l'economia circolare e la protezione dell'ambiente, quali misure in grado di sostenere una rapida ed irreversibile transizione verde del Paese;
   condivisi gli obiettivi programmatici enunciati nell'allegato Italia veloce – L'Italia resiliente progetta il futuro – Nuove strategie per trasporti, logistica e infrastrutture;
   condivisa la Relazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:

   a) tenuto conto che il PNR 2020 traccia le linee essenziali del Programma di Ripresa e Resilienza (il «Recovery Plan»), che il Governo intende pubblicare nei prossimi mesi, in funzione dell'utilizzo delle risorse che saranno messe a disposizione dall'Unione europea nell'ambito dello strumento Next Generation EU, si abbia particolare cura nel definire la metodologia e i criteri di selezione delle priorità infrastrutturali, assicurando la coerenza di tali scelte con la pianificazione delle infrastrutture strategiche e prioritarie rimessa agli strumenti previsti nell'ordinamento interno;
   b) in occasione della predisposizione dei documenti di pianificazione previsti dal Codice dei contratti pubblici, ovvero il Piano generale dei trasporti e della logistica (PGTL) e il Documento pluriennale di pianificazione (DPP), che secondo il documento in esame si trova in stato avanzato di redazione ed è previsto entro la fine del 2020, si ponga particolare attenzione all'esigenza di un riordino del quadro normativo in materia di pianificazione delle opere infrastrutturali, assegnando centralità allo strumento del DPP e prevedendo che agli allegati al DEF di cui all'articolo 10, comma 8, della legge n. 196 del 2009 (c.d allegati infrastrutture) sia attribuito un ruolo complementare e di monitoraggio rispetto agli indirizzi strategici formulati nel DPP;
   c) con riguardo ai passaggi che il documento in esame dedica alle infrastrutture idriche, si abbia cura di dare attuazione alle iniziative e agli investimenti prefigurati (attuazione del secondo stralcio del Piano Nazionale per gli interventi nel settore idrico, e costituzione di una società incaricata di attivare gli investimenti necessari sulle grandi adduzioni fino alla rete di acquedotti che insistono nel bacino idrico dell'Appennino meridionale) in coerenza con l'esigenza di programmazione a livello nazionale della gestione della risorsa idrica e dei suoi diversi utilizzi – anche con riguardo alla ricognizione delle esigenze infrastrutturali ed economiche – nonché in coerenza con la scelta compiuta con il comma 327 della legge di bilancio 2020 che, intervenendo sulla disciplina relativa alla società EIPLI, ha specificato che la società alla quale sono trasferite le funzioni del soppresso Ente deve essere una società per azioni a totale capitale pubblico e soggetta all'indirizzo e controllo analogo degli enti pubblici soci;
   d) nel dare concreta attuazione alle misure prefigurate in funzione del rilancio degli investimenti nel settore dell'edilizia e delle opere infrastrutturali, si definisca un percorso accelerato per una organica riforma – che il documento in esame qualifica come «obiettivo imprescindibile» cui «addivenire in tempi brevi» – della disciplina in materia, con particolare riguardo agli obiettivi di contenimento dell'uso del suolo, recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e sviluppo di processi di rigenerazione urbana.

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ALLEGATO 7

Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale. C. 2313 Di Stasio.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la proposta di legge C. 2313 Di Stasio recante Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale, come risultante dagli emendamenti approvati nella seduta del 17 giugno scorso;
   evidenziato come l'istituzione della ZEE potrà costituire un importante strumento per mettere in campo iniziative più mirate per la tutela dell'ambiente marino e per la sicurezza delle nostre coste, in particolare a salvaguardia dei fondali della costa sarda dai rischi di uno sfruttamento eccessivo,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 8

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019. C. 2572 Governo.

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato, relativamente alle parti di propria competenza, il disegno di legge n. 2572, concernente il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019;
   preso atto che:
    lo stanziamento di competenza definitivo per la missione 14 «Infrastrutture pubbliche e logistica», nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, è pari a 3.364,7 milioni di euro (rispetto ai 2.986,2 iniziali) mentre, nell'ambito della medesima missione i residui passivi passano dagli iniziali 9.593,5 a 10.279,6 milioni di euro al termine dell'esercizio;
    quanto al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, lo stanziamento definitivo di competenza è pari a 1.002,6 milioni di euro (rispetto ai 845,3 iniziali) e che i residui finali al 31 dicembre ammontano a 1.224,5 milioni di euro, di cui 425,5 milioni di nuova formazione, in diminuzione rispetto all'esercizio precedente (-21,5 per cento),

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.

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ALLEGATO 9

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020. C. 2573 Governo.

Tabella n. 2: stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2020 (relativamente alle parti di competenza).

Tabella n. 9: stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2020.

Tabella n. 10: stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2020 (relativamente alle parti di competenza).

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato il disegno di legge n. 2573, concernente l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2020, per le parti di competenza;
   preso atto:
    con riferimento alla Tabella 2 relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2020, che il programma 8.5 Protezione civile registra una consistente variazione, essendo lo stanziamento assestato di competenza pari a 5,145 milioni di euro (rispetto alla previsione iniziale di 1973,6 milioni) pressoché interamente ascrivibili al capitolo 7441 (Fondo per le emergenze nazionali), che in tal modo fa registrare uno stanziamento assestato di competenza di 3.855 milioni di euro;
    con riferimento alla tabella 9, che lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente è incrementato sia in termini di competenza (da 1032,2 a 1494,8 milioni di euro) che di cassa (da 1220,8 a 1.712 milioni);
    con riferimento alla tabella 10 per le parti di competenza, che lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è incrementato sia in termini di competenza (da 15.767,5 a 17.168,6 milioni di euro) che di cassa (da 14.702 a 16.123,2 milioni),

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.