CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 giugno 2020
386.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-04145 Migliore: Sullo scorrimento delle graduatorie di concorsi già banditi per l'assunzione di funzionari dell'Area della promozione culturale del MAECI.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La legge di bilancio 2019 ha autorizzato il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale a reclutare, in aggiunta alle facoltà di assunzione previste e nel limite delle proprie dotazioni organiche, 100 dipendenti della Terza Area, posizione economica F1, mediante il bando di nuovi concorsi, l'ampliamento dei posti messi a concorso oppure lo scorrimento delle graduatorie di concorsi già banditi. La norma autorizza quindi l'assunzione di 100 nuove unità della Terza Area, da immettere nel profilo Amministrativo, Contabile e Consolare (ACC), nel profilo dell'Area della Promozione Culturale (APC) oppure in altro profilo professionale, a seconda delle esigenze prioritarie individuate dalla Farnesina.
  La normativa generale sui concorsi e sulle assunzioni nella Pubblica Amministrazione prevede che lo scorrimento della graduatoria degli idonei può avvenire solo ove vengano autorizzate ulteriori assunzioni sullo stesso concorso cui gli idonei hanno partecipato. La legge di bilancio per il 2020 ha, però, consentito l'eventuale ricorso a graduatorie di concorsi già banditi. La norma, abrogando le disposizioni della legge n. 145 del 2018 che limitavano l'utilizzo delle graduatorie esclusivamente per i posti messi a concorso, ha dettato nuove regole per l'utilizzazione delle graduatorie e confermato la validità triennale delle graduatorie approvate nel 2018 e nel 2019.
  La conclusione del concorso a 44 posti di funzionario dell'Area della promozione culturale e la successiva formazione di una graduatoria che comprende 55 idonei non vincitori, oltre ovviamente ai 44 vincitori, ha consentito lo scorso 4 febbraio l'immissione nei ruoli del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale di 43 Funzionari dell'Area della promozione culturale (un vincitore ha rinunciato). Dopo anni, la Farnesina ha così potuto colmare le carenze di organico in un profilo professionale che ora più che mai risulta di particolare rilevanza per il Paese.
  Per quanto riguarda l'utilizzo della graduatoria di questo concorso, è opportuno ricordare che, quando uno dei vincitori ha formalizzato la sua rinuncia, è stato subito disposto un primo scorrimento. L'immissione nei ruoli del Ministero dell'interessato avverrà il primo luglio.
  Ricordo infine che il 25 maggio scorso la Farnesina ha inoltrato alle strutture competenti del Governo il Piano triennale dei fabbisogni di personale. Questo documento chiede formalmente, tra le altre cose, l'autorizzazione allo scorrimento della graduatoria del concorso per funzionario dell'Area della promozione culturale di ulteriori 10 unità a valere sulle risorse per assunzioni rese disponibili dal turn over. Le esigenze complessive del Ministero, la carenza di organico, presso la sede centrale e le sedi estere, e le attuali vacanze presenti nel profilo dei funzionari dell'Area della Promozione culturale giustificano pienamente questa richiesta.
  Le nuove risorse saranno fondamentali anche per sostenere lo sforzo della Farnesina nel piano di rilancio dopo l'emergenza Covid. Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha infatti attivato, in collaborazione con il Pag. 31Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, tavoli tematici con il mondo della cultura per elaborare una strategia integrata di promozione dell’export, della cultura, del turismo e del Made in Italy. Il rafforzamento dell'organico nell'area della promozione culturale giocherà un ruolo determinante per il successo di questo piano ambizioso e necessario.
  Sottolinea che è chiara e necessaria, all'interno della Farnesina, la richiesta di nuovo personale, ed è benvenuto ogni sforzo che anche il Parlamento vorrà fare, in sede di Commissione, per promuovere questo tipo di azione. Ritiene, infatti, che promozione culturale, turistica e filiera del Made in Italy siano oggi più che mai strettamente correlate.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-04146 Delmastro delle Vedove: Sull'accertamento delle responsabilità e degli eventuali danni provocati alla Comunità internazionale dalla Repubblica popolare cinese in merito alla diffusione della pandemia da COVID-19.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo italiano ha manifestato, in tutte le opportune sedi internazionali e ad ogni utile occasione, la propria posizione a favore della massima trasparenza e condivisione dei dati circa la gestione dell'epidemia. L'OMS svolge, a tale riguardo, un ruolo fondamentale sul fronte della circolazione di informazioni e del coordinamento scientifico-sanitario, inclusi i protocolli per le cure sperimentali e per la ricerca sul vaccino.
  L'Italia ha offerto trasparenza e chiede a tutti trasparenza. E continuerà ad operare, in stretto raccordo con i Paesi dell'UE e gli altri Partner, senza alcun pregiudizio e con lo spirito collaborativo e costruttivo necessario a rispondere alle enormi difficoltà poste dalla pandemia.
  In coerenza con tale impostazione, l'Italia ha manifestato la sua posizione anche in occasione della 73a Assemblea Mondiale della Sanità, e ha assunto un ruolo attivo e propositivo nella definizione della posizione comune Europea e nell'adozione della risoluzione sul Covid-19 adottata dall'Assemblea. La risoluzione richiede all'OMS di continuare le rilevazioni sulle origini animali del virus e le sue modalità di trasmissione sull'essere umano. Richiede inoltre al Direttore Generale di avviare, non appena possibile, una valutazione indipendente, imparziale e onnicomprensiva sull'efficacia di strumenti e protocolli internazionali attuati nel corso della crisi, al fine di valutare raccomandazioni utili al miglioramento della preparazione e risposta a crisi di tale entità.
  L'Italia è pronta a esaminare i rilievi della valutazione indipendente e studiare soluzioni volte a migliorare l'efficacia e l'efficienza del sistema internazionale.
  A fronte di chi sostiene che la Cina avrebbe violato gli obblighi internazionali sanciti a livello di Organizzazione Mondiale della Sanità di tempestiva notifica e condivisione delle informazioni, sebbene la tesi sia condivisibile e probabilmente apparire fondata, alcuni autorevoli studiosi rilevano come potrebbe non essere individuabile un solido fondamento giuridico sulla cui base convenire la Cina dinanzi ad una corte internazionale, mentre l'avvio di un arbitrato sarebbe possibile solo ove la Cina vi acconsentisse.
  Sugli aspetti richiamati dall'interrogante, ritengo opportuno precisare alcuni punti.
  Quanto alla cosiddetta «dichiarazione di pandemia», secondo il Regolamento Sanitario Internazionale del 2005 il Direttore Generale dell'OMS è tenuto a dichiarare tempestivamente, quale più elevato grado di allerta internazionale, la «dichiarazione di emergenza pubblica sanitaria di rilievo internazionale».
  Questo è avvenuto il 30 gennaio scorso, quando fuori dalla Cina erano stati registrati 82 casi di Covid-19 e nessun decesso.
  Sui casi di repressione citati dall'Onorevole interrogante, ricordo che il Governo italiano continua a tutelare e promuovere con il massimo impegno i diritti umani e le libertà fondamentali, in stretto raccordo con i partner dell'Unione Europea.Pag. 33
  Le conclusioni del Consiglio sulle priorità dell'UE sui diritti umani adottate lo scorso 17 febbraio pongono infatti al centro l'impegno dell'Unione e degli Stati membri a richiamare la Cina al rispetto delle libertà di espressione e opinione.
  Gli episodi espressamente citati nelle premesse dell'interrogazione sono oggetto del dialogo strutturato in materia di diritti umani tra Unione Europea e Cina, strumento di interlocuzione franca e aperta. Grazie anche alla pressione internazionale, il caso del Dottor Li Wenliang ha portato il Governo di Pechino a condurre un'indagine sull'azione della polizia di Wuhan, giungendo alla conclusione pubblica che le forze dell'ordine hanno agito in maniera inappropriata e preso misure irregolari nei confronti del medico.
  Evidenzia che l'azione italiana, come sempre in questi casi, deve essere in linea con l'azione coordinata europea e dell'Organizzazione mondiale della sanità, unica strada percorribile per – eventualmente – porre la Cina di fronte alle proprie responsabilità per la gestione della pandemia.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-04147 Billi: Sulla apertura di un Consolato di carriera a Tenerife.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Farnesina riserva la massima attenzione all'efficienza della rete consolare, specie nei Paesi con importanti comunità italiane come la Spagna dove, soprattutto negli ultimi anni, si è assistito a un forte incremento della presenza dei connazionali, in particolar modo nelle Isole Canarie.
  Nelle Canarie gli italiani sono ormai la più numerosa comunità tra quelle straniere: con oltre 32 mila iscritti all'anagrafe consolare, essi rappresentano oltre un quarto dei 115 mila italiani di competenza della circoscrizione consolare di Madrid. Secondo quanto comunicato da parte spagnola, i connazionali stabilmente residenti nell'arcipelago risultano essere in realtà oltre 50 mila, un numero quindi ben superiore a quello dell'anagrafe consolare.
  In tal senso, si conferma che sono state avviate nelle scorse settimane le procedure interne per l'istituzione di un'Agenzia consolare ad Arona, località nel sud dell'isola di Tenerife scelta alla luce del consistente numero di connazionali ivi residenti, stabilmente o temporaneamente, nonché dall'intenso flusso turistico con l'Italia.
  Nelle more dell'istituzione dell'Agenzia consolare e al fine di assicurare un miglioramento dei servizi consolari a favore della nostra collettività in tempi brevi, si sta anche verificando la possibilità di aprire uno «Sportello consolare», ufficio distaccato della nostra Ambasciata di Madrid.
  Con riferimento alle tempistiche, si auspica che l'Agenzia Consolare, viste le procedure amministrative e tecniche necessarie alla sua piena operatività, possa iniziare a fornire servizi al pubblico entro la fine di quest'anno.
  Aggiungo che, relativamente all'interazione tra il Governo e la rete diplomatico-consolare, tutta l'operatività della rete consolare durante l'emergenza è stata gestita centralmente dalla Farnesina, in relazione con il Governo; quindi, fenomeni come il rimpatrio degli italiani ed il sostegno agli italiani in difficoltà sono stati gestiti grazie alla ottima interazione tra Governo e Farnesina.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-04148 Palazzotto: Sulle autorizzazioni all'esportazione di materiali di armamento verso la Turchia, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti con riferimento all'anno 2019.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo, tramite l'Autorità nazionale-UAMA, applica in modo scrupoloso la Legge 185 del 1990 ed esamina le richieste delle imprese italiane seguendo tutte le indicazioni fornite dalla normativa attualmente in vigore.
  Per quanto riguarda la Turchia, il 15 ottobre 2019 il Ministro Di Maio ha dato istruzione al Direttore della Autorità Nazionale-UAMA di sospendere il rilascio di nuove licenze di esportazione di materiali d'armamento. Nessuna nuova licenza è stata quindi rilasciata da quella data fino al 31 dicembre 2019.
  Quanto invece all'Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti, la Mozione parlamentare n. 1-00204 del 26 giugno 2019 e le successive determinazioni del Consiglio dei Ministri hanno portato l'Autorità Nazionale-UAMA a disporre limitazioni alle esportazioni con riferimento a specifiche categorie di materiale di armamento.
  Si tratta nel dettaglio di «bombe di aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile e loro componentistica».
  Relativamente a questi materiali, nessuna autorizzazione è stata quindi concessa successivamente al 26 giugno. Su altri tipi di materiali d'armamento è stato invece dato il via libera, nel periodo tra il 26 giugno e il 31 dicembre 2019, a 6 autorizzazioni verso l'Arabia Saudita per un valore complessivo di circa 105 milioni di euro e a 25 autorizzazioni verso gli Emirati Arabi Uniti per un valore complessivo di circa 79 milioni di euro.
  Si tratta di cifre esigue, che lasciano chiaramente intendere come la volontà parlamentare sia perfettamente in linea con le autorizzazioni concesse dal Governo.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-04149 Quartapelle Procopio: Sull'impegno del Governo italiano per promuovere il rilascio dello storico russo Jurij Dmitriev.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Italia attribuisce la massima importanza al tema della protezione e della promozione della libertà di opinione ed espressione, sostenendo numerose iniziative internazionali. Siamo impegnati in tutti i fori multilaterali competenti nella tutela dei difensori dei diritti umani. Tema, questo, che rientra anche tra le priorità del nostro attuale mandato in Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite.
  Queste materie sono anche in cima all'agenda dell'Unione europea: la promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali sono inserite tra gli obiettivi principali nelle Conclusioni del Consiglio sulle priorità dell'UE sui diritti umani per il 2020.
  Inoltre queste Conclusioni invocano espressamente l'impegno dell'Unione e di tutti gli Stati membri a richiamare la Federazione Russa ad assicurare il funzionamento delle istituzioni democratiche, l'indipendenza della magistratura e il rispetto della libertà di espressione e opinione.
  Venendo al caso specifico dello storico Jurij Dmitriev: posso assicurarvi che continuiamo a seguirlo con grandissima attenzione. Esso è stato menzionato in una recente dichiarazione UE, pronunciata in occasione della 43a sessione del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite (marzo 2020). In questa dichiarazione l'UE, anche a nome degli Stati membri, ha chiesto alla Russia di rispettare le libertà di espressione, associazione, assemblea, dei media, di religione o credo, nonché i diritti delle persone appartenenti a minoranze e delle persone in situazioni di vulnerabilità. Ha poi esplicitamente esortato le autorità russe a rilasciare, tra gli altri, proprio Jurij Dmitriev, e gli esponenti di altre organizzazioni e difensori dei diritti umani, e a rispettare, proteggere e fermare la persecuzione nei confronti dell'associazione Memorial.
  Ancor più recentemente, l'Unione europea, sempre a nome di tutti gli Stati membri, ha dedicato interventi mirati sul caso di Dmitriev: nell'ambito del Consiglio Permanente dell'OSCE il 21 maggio e del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 27 maggio.
  In queste occasioni, l'Unione ha espresso profonda preoccupazione per la prolungata detenzione preventiva, in attesa di un nuovo processo, in base ad accuse considerate pretestuose e legate al suo lavoro di storico e difensore dei diritti umani. Ha inoltre nuovamente richiesto la liberazione di Jurij Dmitriev anche in connessione con i rischi legati alla pandemia, dato il suo precario stato di salute e la sua età.
  Da ultimo, l'Italia ha sostenuto l'invio di una lettera del Capo della Delegazione UE a Mosca al Procuratore Generale federale per ribadire le richieste già espresse dall'Alto Rappresentante Borrell per il rilascio di Dmitriev, nelle more dello svolgimento del processo, proprio in considerazione dell'emergenza sanitaria da COVID-19.
  Il Procuratore Generale russo – nel ribadire la fondatezza, secondo la magistratura della Federazione, delle motivazioni alla base dell'arresto preventivo – ha risposto di aver preso in considerazione la Pag. 37richiesta europea e ha rassicurato sulle condizioni di salute di Dmitriev, oltre che sulle misure prese in carcere per la prevenzione del contagio.
  Unitamente ai nostri partner europei, il Governo italiano continua a monitorare da vicino e attentamente lo sviluppo del procedimento a carico di Dmitriev. A quanto risulta al momento, le udienze processuali dovrebbero riprendere il 15 o 16 giugno prossimi, dopo la sospensione imposta nei mesi scorsi dalla pandemia.

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ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-04150 Lupi: Sulle iniziative del Governo italiano in sede europea e internazionale a sostegno dell'autonomia di Hong Kong e di eventuali sanzioni nei confronti della Cina.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Italia, insieme ai Partner UE, ha prontamente e inequivocabilmente reagito subito dopo l'approvazione da parte cinese della risoluzione che autorizza l'Assemblea Nazionale del Popolo a procedere nell'elaborazione della legge sulla sicurezza ad Hong Kong. Come ha già ricordato il Ministro Di Maio, siamo tra i pochi Paesi dell'Unione Europea ad essere intervenuti direttamente sul tema. Il Ministro ha espresso preoccupazione al Consiglio degli Affari Esteri, e ha contribuito alla dichiarazione comune UE dello scorso 29 maggio. Alla fine di quel Consiglio l'Alto Rappresentante Borrell ha definito la decisione cinese non conforme agli impegni internazionali e alla Legge Fondamentale (la «costituzione» di Hong Kong) e tale da minare il principio «Un Paese, due sistemi» e l'alto grado di autonomia di Hong Kong che esso garantisce.
  Precedentemente l'AR Borrell aveva già rilasciato una prima dichiarazione, il 22 maggio, in seguito all'annuncio da parte cinese di voler dare avvio alla discussione della legge in parola. In essa si esprimeva l'auspicio che l'adozione della legislazione sulla sicurezza ad Hong Kong avvenisse nel pieno rispetto dell'Art. 23 della Legge Fondamentale, con un dibattito democratico e inclusivo che preveda la consultazione di tutte le parti ed il rispetto dei diritti e delle libertà assicurate ad Hong Kong, nel quadro dell'autonomia della Regione Amministrativa Speciale.
  Il tema delle libertà e diritti di Hong Kong è stato nuovamente sollevato dall'AR Borrell nella sua interlocuzione con il Ministro degli Affari Esteri Wang Yi in occasione del Dialogo Strategico UE-Cina tenutosi in videoconferenza lo scorso 9 giugno. La preoccupazione per gli sviluppi ad Hong Kong verrà inoltre ribadita dall'Unione Europea in occasione del Vertice bilaterale ordinario previsto nella seconda metà di giugno.
  Fin dal riaccendersi delle tensioni ad Hong Kong nella primavera dell'anno scorso, l'Italia ha ripetutamente invitato alla moderazione e all'instaurazione di un processo di dialogo inclusivo e credibile che tuteli e mantenga le libertà fondamentali e l'elevato grado di autonomia della Regione Amministrativa Speciale. Lo abbiamo fatto sia a livello bilaterale con le autorità di Hong Kong sia nell'ambito del coordinamento UE, che in altri formati quali il G7.
  In tutte le dichiarazioni, alla cui formulazione abbiamo attivamente partecipato, è sempre stato riaffermato l'auspicio che i diritti e le libertà fondamentali, incluso il diritto di assemblea e di manifestazione pacifica, nonché la piena indipendenza del sistema giudiziario, siano preservati.
  Continueremo ad esprimerci a tutela del principio «Un Paese, due sistemi», nella consapevolezza che esso sia rilevante per non solo per la stabilità e prosperità di Hong Kong e della sua popolazione, ma anche per la situazione dei cittadini europei e stranieri in generale, per l'attrattività della Regione quale hub finanziario e per preservare un ordine internazionale basato su regole.Pag. 39
  Eventuali ulteriori iniziative, come ben noto, non potranno che collocarsi nel quadro di regimi normativi e regolamentari condivisi in ambito UE, cui l'Italia aderisce e cui fa necessariamente riferimento non solo sotto il profilo tecnico-normativo, ma anche dell'efficacia derivante dalla dimensione europea.