CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 ottobre 2019
259.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (N. 126/724 E N. 128/735)

   ANZALDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
  Premesso che:
   tra i programmi del nuovo palinsesto di Raidue, in onda dal 16 settembre, c’è anche «Nella mia cucina», il cooking show che vede protagonista lo chef Carlo Cracco ed è prodotto dallo sponsor, l'azienda Scavolini di cui Cracco è testimonial;
   nei primi giorni di messa in onda il programma ha cambiato orario di messa in onda a causa dei bassi ascolti registrati;
   in un'intervista a «Il fatto quotidiano.it» del 25 settembre, alla richiesta di commentare il flop della trasmissione e del perché la trasmissione continui ad andare in onda, sebbene registri ascolti molto più bassi della media di rete, il direttore di rete Carlo Freccero ha dichiarato: «È un programma pagato dalla pubblicità, invece di fare audience porta soldi. Non è da considerare come un programma di palinsesto ma come una trasmissione ’pubblicitaria’». Sul perché il programma venga replicato nello stesso pomeriggio della messa in onda, Freccero ha aggiunto: «Non è una mia decisione, c’è un contratto pubblicitario che lo prevede e io devo rispettarlo»;
   non si ha conoscenza di altri casi in cui un'intera porzione di palinsesto pomeridiano di una delle reti generaliste del servizio pubblico venga ceduta ad un inserzionista pubblicitario, come fosse uno spazio di televendita, senza che la Rai possa decidere autonomamente del destino di un proprio programma;
   la trasmissione «Nella mia cucina» vede tra i produttori, oltre alla Scavolini, la società di produzione tv «Zerostudies», nella quale risulta avere un ruolo dirigenziale Federica Caschetto, che secondo notizie di stampa sarebbe la figlia di Beppe Caschetto, agente di un rilevante numero di artisti contrattualizzati dalla Rai e in particolare da Rai2;
  si chiede di sapere:
   se sia compatibile con il Contratto di servizio la realizzazione di un programma cosiddetto «pubblicitario», come lo ha definito Freccero, ovvero la cessione di un'intera porzione di palinsesto di RAI 2, la seconda rete RAI e non una rete tematica, ad un inserzionista pubblicitario, quale è il caso di «Nella mia cucina» con Carlo Cracco;
   se sia accettabile che la Rai rinunci a prendere autonomamente decisioni riguardanti la collocazione di un programma o la revisione del format in caso di flop, poiché sottoposta ad un contratto che vincola addirittura la messa in onda di una produzione esterna di carattere pubblicitario;
   se non esistano conflitti di interesse sulla messa in onda di «Nella mia cucina» per la presenza nella compagine gestionale della società «Zerostudies», che produce il programma, della figlia di Beppe Caschetto, agente di un rilevante numero di artisti contrattualizzati dalla Rai e in particolare da Rai2. (126/724)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  «Nella mia cucina» rientra nella fattispecie del branded content (della società Scavolini S.p.A.), ossia una forma di comunicazione commerciale audiovisiva ammessa e legittima in base al quadro normativo e autoregolamentare vigente.Pag. 175
  Più specificamente, l'articolo 5 «Branded Content» delle «Procedure di autoregolamentazione di Rai – Inserimento di prodotti nelle trasmissioni radiotelevisive» (che contengono la disciplina applicativa dei principi enunciati dall'articolo 40-
bis «Inserimento prodotti» del D. Lgs. 177/2005 «TUSMAR» e sono state comunicate all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) prevede che: «Il branded content è product placement. Ed è pertanto ammissibile, quando il contenuto editoriale è realizzato, dal fornitore di servizi media o anche da terzi, dietro pagamento o altro compenso, per rappresentare un marchio o un prodotto. Il marchio può essere presente nel titolo, mentre il marchio stesso o il prodotto possono essere nel contenuto branded. (...). Si applica al branded content come definito al punto precedente, le norme sulla comunicazione commerciale e quelle specifiche relative al product placement, nel rispetto dell'autonomia editoriale dei fornitori di servizi di media e delle condizioni e delle modalità di realizzazione di cui alle presenti regole. (...).»
  Tutto ciò premesso si precisa che «Nella mia cucina» è un branded content articolato in 20 puntate della durata di circa 25 minuti l'una, realizzato da una società specializzata nel settore del branded entertainment da cui sono stati acquistati i diritti di trasmissione in esclusiva sui mezzi di Rai per il periodo 16 settembre – 31 dicembre 2019.
  In coerenza con quanto previsto dalle procedure di autoregolamentazione di Rai che stabiliscono: « Nel branded content, i fornitori di servizi media tutelano la propria autonomia editoriale mediante la valutazione dei contenuti, la scelta delle modalità e delle tempistiche di messa in onda e, ove possibile e necessario, il presidio dell'attività produttiva, e chiedono le modifiche necessarie a rendere il contenuto conforme ai requisiti editoriali necessari per la messa in onda.», il contratto relativo all'acquisto dei diritti di trasmissione prevede:
   come calendario della messa in onda: «Rai 2, dal 16 settembre all'11 ottobre 2019 – tutti i giorni ad eccezione del sabato e domenica – fascia access con repliche al pomeriggio». Viene, tuttavia, precisato che «Resta confermato che Rai a tutela della propria autonomia editoriale potrà altresì variare, in qualsiasi momento, le giornate di messa in onda, essendo rimessa alla esclusiva discrezionalità di Rai anche la scelta delle modalità e delle tempistiche di messa in onda del Branded Content, senza che alcuna pretesa ad alcun titolo, possa essere dal Concedente avanzata anche a seguito di dette eventuali variazioni»;
   che la società cedente i diritti «... riconosce espressamente ed accetta che dal contratto non deriverà alcun obbligo in merito alla messa in onda, in tutto od in parte, del Branded Content e/o in merito all'effettivo esercizio di uno e/o più diritti in esso contemplati (...)» e che «nessun indennizzo e/o compenso, ad alcun titolo, potrà essere richiesto né a Rai Pubblicità né alle società del Gruppo Rai in relazione alla mancata messa in onda e/o in relazione a detto mancato esercizio dei diritti».
  Da ultimo si ritiene opportuno mettere in evidenza che «Nella mia cucina» è stato realizzato dalla società Zerostories S.r.l., che si occupa della ideazione e realizzazione di «...contenuti multimediali d'intrattenimento nei quali le marche si rispecchiano, con progetti di comunicazione strutturati, destinati ad un vasto pubblico», in coerenza con l'oggetto sociale che prevede «...l'offerta a clienti di servizi di c.d. branded entertainment, ossia veicolazione tramite prodotti audio-visivi di messaggi di marca o promo-pubblicitari, la loro produzione e distribuzione».
  Inoltre, si evidenzia che la signora Federica Caschetto è consigliere senza deleghe della società Zerostories S.r.l., componente di un consiglio di amministrazione costituito da quattro consiglieri.

   VERDUCCI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
  Premesso che:
   il 29 luglio 2019 la Rai ha pubblicato un avviso di selezione interna, in relazione Pag. 176all'Accordo Quadro sulle Politiche Attive del 13 dicembre 2018, riservata al personale utilizzato con contratti di lavoro autonomo e con requisiti di professionalità e competenza, da inserire su percorso di assunzione a tempo indeterminato, in qualità di Programmista Regista (anche ai fini dell'utilizzo con la specializzazione di «Videomaker»), Specialista Web, Tecnico della Produzione, Aiuto Regista – Assistente alla Regia, Operatore di Ripresa, Montatore, Consulente Musicale;
   il suddetto avviso di selezione, a differenza della precedente tornata concorsuale avviata nell'ottobre 2015 realizzata su base sanatoriale (e prodotta con l'accordo tra Rai e le Organizzazioni sindacali del 23 dicembre 2014), introduce un modello concorsuale ad esclusione che prevede un limite di punteggio minimo 60/100, al di sotto del quale i candidati concorsisti, lavoratori autonomi che l'azienda ha utilizzato anche per diversi decenni, rischiano l'esclusione dalla graduatoria degli idonei. Limite non previsto nell'accordo quadro siglato tra Rai e Organizzazioni sindacali il 13 dicembre 2019;
   l'effetto più grave dell'introduzione di tale punteggio minimo rischia di essere non soltanto quello dell'esclusione dalla graduatoria degli assunti, conseguenza non realizzata nel precedente concorso-sanatoria, ma anche l'impossibilità di ritornare a fare il proprio lavoro con contratti di collaborazione autonoma con Rai, tenuto conto di quanto riportato nel testo in vigore sui «Criteri e modalità di reclutamento del personale e del conferimento degli incarichi di collaborazione», allegato alla comunicazione interna del 14 luglio 2016, RUO/D/9072, che, se applicato in senso restrittivo produrrebbe l'esclusione dall'azienda di coloro che sono risultati non idonei nella selezione, ma al contrario per tanti anni sono stati considerati idonei a collaborare in azienda e per questo contrattualizzati reiteratamente;
   il medesimo avviso, inoltre, prevede la seguente incongruenza: nonostante venga richiesto tra i requisiti fondamentali di accesso alla selezione il possesso del solo diploma di maturità quinquennale, la prova scritta per i programmisti (la maggioranza dei concorsisti) verterà, anziché in un test di sola cultura generale come accaduto in precedenza, in un test a risposta multipla centrato su materie la cui denominazione corrisponde a quella di cattedre universitarie relative al corso di laurea in Scienze della comunicazione, rendendo più arduo il percorso selettivo per questa categoria di lavoratori e aumentando il rischio di esclusione in una tornata concorsuale che dovrebbe avere come finalità principale quella della stabilizzazione. Per ciò che riguarda la prova orale, invece, l'avviso di selezione prevede, anziché un accertamento delle mansioni effettivamente svolte in azienda, domande volte a «verificare il livello di conoscenza su tutti gli aspetti che riguardano il profilo del programmista»: mansioni che solitamente non vengono svolte integralmente da tutti i lavoratori atipici Rai. Si pensi, a titolo esemplificativo, ai «suggeritori» e ai «ballerini leggeri», inclusi nell'elenco delle categorie ammesse alla selezione di cui all'accordo del 13 dicembre 2019 e riportato nello stesso avviso di selezione. Si tratta di una impostazione altrettanto ardua per i concorsisti che appare chiaramente procedere nel senso di un rischio di esclusione, piuttosto che verso un principio di stabilizzazione promesso proprio dall'accordo tra azienda e sindacati;
  si chiede di sapere
   quale posizione intende assumere la Rai nei confronti dei lavoratori atipici in procinto di affrontare la fase selettiva finalizzata alla loro stabilizzazione, ovvero se l'Azienda intenda assicurare ai lavoratori atipici Rai una fase concorsuale priva dei rischi di esclusione suddetti e finalizzata principalmente all'adempimento dell'articolo 24 del Contratto di servizio 2018-2022, che prevede un chiaro impegno nel «perseguire l'obiettivo di stabilizzare il personale con contratti a tempo determinato o di collaborazione continuativa». (128/735)

Pag. 177

   RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  In primo luogo è opportuno mettere in evidenza che sulla tematica relativa ai lavoratori «atipici» sono stati sottoscritti negli ultimi anni due diversi accordi tra la Rai e le Organizzazioni Sindacali firmatarie del CCL per quadri, impiegati e operai, entrambi finalizzati alla stabilizzazione dei collaboratori ed al ridimensionamento del ricorso a tale forma contrattuale.
  Il primo accordo, siglato in data 23 dicembre 2014 con FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e UGL Telecomunicazioni, prevedeva l'indizione di una iniziativa di reclutamento riservata al personale utilizzato con contratti di lavoro autonomo (con un impegno minimo richiesto) e finalizzata all'assunzione di 50 unità con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato (30 unità con profilo di programmista regista e 20 unità con profilo di impiegato o assistente ai programmi).
  La materia è stata integrata, d'intesa con le 00.SS., dalle previsioni contenute nella comunicazione del 22 dicembre 2015, nella quale è stato confermato che le restanti risorse che avevano completato l'iniziativa selettiva non rientrando per punteggio tra le prime 50 sarebbero state inserite in un bacino di reperimento professionale e sarebbero state utilizzate con contratti a tempo determinato fino alla data di stabilizzazione a tempo indeterminato, prevista entro il 31 marzo 2021.
  Il secondo accordo sulla materia, «Accordo Quadro sulle Politiche Attive» sottoscritto il 13 dicembre 2018 con SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, UGL Informazione, LIBERSIND-CONFSAL e SNATER, ha previsto una nuova iniziativa selettiva per il personale utilizzato con contratti di lavoro autonomo (con un impegno minimo per la partecipazione), introducendo tuttavia elementi di novità rispetto alla precedente, seppur rimanendo nell'ottica di realizzare una riduzione del ricorso al lavoro autonomo.
  Nello specifico, tale secondo accordo ha previsto la formazione di diverse graduatorie di idonei una per ciascun profilo professionale (programmista, specialista web, tecnico della produzione, assistente alla regia, operatore di ripresa, montatore e consulente musicale) – ed i seguenti benefici per le risorse idonee rientranti in tali graduatorie: assunzione a tempo indeterminato di un primo gruppo di 50 risorse a partire dal luglio 2019, assunzione di ulteriori 100 risorse entro giugno 2020, definizione con successivo accordo delle modalità di progressivo inserimento in Azienda (entro il 2023) delle restanti risorse inserite nelle graduatorie degli idonei.
  In tale quadro, si evidenzia che la seconda trattativa sulla materia – portata avanti fino alla conclusione con tutte le OO.SS. firmatarie del CCL, a differenza di quanto avvenuto a dicembre 2014 – ha definito modalità selettive diverse da quelle pattuite per la precedente iniziativa, richiedendo alle risorse partecipanti il raggiungimento di una «soglia di idoneità» necessaria per il riconoscimento dei benefici. Il bando pubblicato a luglio 2019 non fa altro che ricalcare su quest'aspetto quanto pattuito tra le Parti, anche tenendo conto dei diversi profili professionali per i quali è stata prevista la selezione (professionalità specialistiche della produzione).
  Tutto ciò premesso, la Rai non potrà che adempiere agli obblighi assunti con l'accordo del 13 dicembre 2018, riconoscendo i benefici previsti e, dunque, procedendo alla stabilizzazione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato delle sole risorse rientranti nelle graduatorie degli idonei.
  L'assunzione con rapporto di lavoro subordinato delle risorse non idonee, proprio in quanto non prevista da un accordo sindacale, configurerebbe tra l'altro una violazione della disciplina aziendale sul reclutamento: «Criteri per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi di collaborazione esterni».
  Si evidenzia inoltre che, a prescindere dalla soglia di idoneità fissata, l'accordo sottoscritto consentirà in ogni caso di raggiungere un risultato nella direzione della stabilizzazione indicata dal Contratto di Servizio 2018-2022 (potenzialmente circa 400 risorse potrebbero partecipare all'iniziativa selettiva, avendone i requisiti), Pag. 178della maggiore valorizzazione delle risorse interne anche in ruoli «pregiati», nonché della riduzione del contenzioso promosso dai collaboratori per il riconoscimento della natura subordinata del rapporto di lavoro.
  Da ultimo, si precisa che una valutazione di inidoneità a svolgere le mansioni proprie di uno dei profili professionali disciplinati dal CCL per quadri, impiegati e operai non impedirebbe comunque all'Azienda – laddove sussistano specifiche esigenze – di proseguire nell'utilizzo della risorsa con contratti di lavoro autonomo, trattandosi di una tipologia di rapporto e di prestazioni di natura diversa.