CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 ottobre 2019
255.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Risoluzione 7-00192 Nitti: Sul potenziamento delle biblioteche dei conservatori e degli archivi dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica.

NUOVO TESTO PROPOSTO DAL DEPUTATO NITTI

  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
   premesso che:
    le biblioteche degli Istituti superiori di studi musicali (ISSM) sono custodi di un patrimonio musicale unico al mondo (stimato complessivamente in oltre 3 milioni di unità bibliografiche, documentali e audiovisive) che costituisce uno strumento essenziale per la formazione degli studenti, rappresenta un forte elemento identitario per il nostro Paese, e come tale merita salvaguardia e adeguato sostegno;
    si definiscono biblioteche musicali quelle istituzioni che raccolgono, catalogano, conservano e mettono a disposizione fonti musicali o materiali di interesse musicale quali libri e trattati, spartiti, partiture a stampa e manoscritte, codici liturgici, nastri, dischi, video, libretti d'opera e testi per musica, materiali epistolari e documentari pertinenti alla storia di musicisti e istituzioni musicali, strumenti musicali;
    oltre alla suddetta categoria d'istituzioni specializzate, numerosi altri organismi pubblici e privati posseggono fonti documentate del tipo descritto;
    per la natura delle raccolte, per la varietà di materiali e di supporti, per i profili altamente specialistici richiesti al personale, tali istituti necessitano di risorse umane e finanziarie, dell'aggiornamento degli strumenti bibliografici e della riqualificazione dei servizi necessari alle nuove esigenze dell'Alta formazione e, più in generale, a quelle della tutela, della fruizione e della valorizzazione del patrimonio culturale;
    la letteratura professionale, sia in ambito italiano che internazionale, è ricca di contributi in materia di conservazione, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio musicale, nonché in merito all'importanza di garantire la sua accessibilità attraverso una catalogazione che rispetti standard precisi e attraverso un'offerta articolata di servizi e attività, in spazi dedicati, con le adeguate tecnologie e mediante l'impiego di personale specializzato;
    per rispondere ai cambiamenti legati alla diffusione delle nuove tecnologie, l'Ifla Audiovisual and Multimedia Section ha pubblicato alcune linee guida per i materiali audiovisivi e multimediali nelle biblioteche e in altre istituzioni, consapevole della rivoluzione tecnologica che ha investito ogni tipologia di biblioteca, sottolineando l'importanza di affidare la gestione dei materiali audiovisivi e multimediali e dei servizi connessi a personale con specifiche competenze di tipo culturale, tecnico e normativo, che sia consapevole delle potenzialità di queste risorse e che consideri l'accesso a questo materiale e alle attrezzature preposte alla fruizione come un normale aspetto del servizio di biblioteca;
    risulta indispensabile per il bibliotecario musicale possedere una formazione sia biblioteconomica che musicale, in quanto alle funzioni e alle attività tradizionali di qualsiasi bibliotecario si Pag. 81aggiungono le specificità legate all'istituzione in cui opera;
    considerando l'evoluzione, dei formati e dei supporti delle risorse musicali non a stampa, avvenuta negli ultimi anni, e tutto ciò che questo ha comportato in termini di gestione, conservazione e performance, è evidente come ai bibliotecari musicali si richieda oggi non soltanto la conoscenza degli strumenti tradizionali, ma anche la capacità di garantire un'adeguata offerta digitale fruibile sia a distanza che in spazi idonei e attrezzati e di formare i propri utenti all'uso consapevole e responsabile di questa varietà di risorse;
    tuttavia, ad oggi risulta che il personale delle biblioteche musicali non sia sempre debitamente qualificato per lo svolgimento indispensabile di tali funzioni e che in ogni caso vi sia una carenza di personale tale da pregiudicare il corretto utilizzo e la corretta consultazione del materiale d'inestimabile valore custodito negli archivi delle biblioteche;
    nei Conservatori il docente di bibliografia e biblioteconomia musicale (CODM/01), cui storicamente tali importanti giacimenti culturali sono stati affidati, dovrebbe assumere il compito di responsabile principale di queste infrastrutture della ricerca e della produzione artistica dell'area musicologica dell'Alta formazione musicale. Accanto a questa figura principale va poi contemplata la necessità di attivare diversi profili professionali di personale bibliotecario con competenze specialistiche adeguate alla ricchezza e importanza dei patrimoni custoditi e al numero dei docenti e studenti dell'istituzione;
    ai sensi dell'articolo 9-bis del Codice dei beni culturali, gli interventi operativi di tutela, protezione e conservazione dei beni culturali nonché quelli relativi alla valorizzazione a alla fruizione dei beni bibliografici devono essere affidati alla cura di personale bibliotecario;
    pertanto l'organizzazione degli organici e delle qualifiche da prevedere per ciascuna biblioteca non può essere lasciata alla discrezionalità di ciascun istituto e deve essere sottratta alla logica delle riforme a costo zero e delle conversioni di cattedra;
    il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di settore, a partire dal 2005, ha progressivamente introdotto la possibilità di reclutare figure di personale tecnico-amministrativo da destinare alle biblioteche fino a definire, nel CCNL 2006-2009, i profili di elevata professionalità (area EP1), come «direttori di Ragioneria e di biblioteca», e spingendosi a modificare ulteriormente la definizione di tale profilo nelle tabelle allegate all'ultimo CCNL 2016-2018, qualificandolo come «Direttore di Ragioneria o di Biblioteca»;
    l'introduzione della figura del «Direttore di ragioneria o di biblioteca», è risultata a molti incomprensibile per le evidenti diversità di competenze richieste dai due ambiti, resi tuttavia interscambiabili dall'ultima formulazione del contratto collettivo e concretizzando così la possibilità che personale amministrativo di ruolo possa essere trasferito su posti creati invece per le biblioteche, senza essere in possesso delle competenze necessarie in ambito bibliografico e biblioteconomico;
    come affermato da Nausicaa Spirito nel volume «Disciplina giuridica dei Conservatori», la figura del bibliotecario-docente negli organici delle istituzioni risulta indispensabile non solo per le sue competenze bibliografiche e biblioteconomiche, ma anche per il suo ruolo di docente di riferimento per la Direzione sull'andamento tecnico-scientifico della biblioteca;
    Giancarlo Rostirolla, curatore dell'opera «Guida alle biblioteche e agli archivi musicali italiani» nel 2004, a proposito delle biblioteche dei conservatori, degli istituti musicali pareggiati e delle Accademie, così scriveva «serbatoi di importanza storica eccezionale, ai quali hanno attinto fin dalla fine del secolo scorso i musicologi di ogni paese; esse rappresentano il punto di riferimento per Pag. 82chiunque voglia avviare ricerche sulla storia musicale e sui suoi protagonisti. Esse vanno quindi considerate nella duplice prospettiva di: 1) biblioteche di conservazione di rilevante importanza storica, non soltanto per la disciplina musicale, ma anche per la storia del teatro, della danza, delle tradizioni popolari, e altro 2) biblioteche didattiche, di ricerca, studio e consultazione sia per gli studenti interni al conservatorio, sia per gli studiosi esterni italiani e stranieri»;
    negli anni, IAML Italia, l'Istituto Bibliografico Musicale Italiano, e i professionisti delle biblioteche musicali si sono fatti promotori di diverse iniziative per far luce sul patrimonio musicale del nostro Paese, molte biblioteche degli istituti di musica hanno aderito al Servizio Bibliotecario Nazionale e sono periodicamente censite e monitorate dall'anagrafe delle biblioteche italiane a cura dell'istituto centrale per il catalogo unico e le informazioni bibliografiche, da cui si desumono gli unici dati sul funzionamento di queste biblioteche. Tuttavia, la situazione complessiva appare frammentata e si conosce molto poco delle loro attività, dei servizi offerti, dei risultati raggiunti;
    già nel maggio 2008, sulla rivista «Classic», in un articolo a firma di Antonio Caroccia, si denunciava come la gran parte delle biblioteche musicali italiane risultasse «chiusa, inaccessibile, senza fondi e senza personale» e come la mancanza di risorse avesse «costretto a ridurre il personale, gli orari e il servizio al pubblico, costringendo all'impossibilità di aggiornare i cataloghi e creare multimedialità»;
    nel medesimo articolo si denuncia, inoltre, come «le biblioteche musicali si trovino a gestire un materiale che per ovvie ragioni di usura necessiterebbe al più presto di radicali processi di digitalizzazione: dal manoscritto antico alla edizione tardo ottocentesca, centinaia di migliaia di volumi andrebbero al più presto digitalizzati con scanner di nuova generazione a non-impatto, permettendo così l'archiviazione definitiva degli originali e la consegna manuale o la spedizione via mail di stampe o di file in formato digitale»;
    le preoccupazioni del 2008 risultano ancora attuali e aggravate dal tempo trascorso e dalle ulteriori riduzioni di stanziamenti di risorse,

impegna il Governo:
   a) a porre in essere le iniziative normative necessarie a configurare le biblioteche annesse agli ISSM che per tradizione, pregio e rarità di fondi bibliografici presentino un interesse particolarmente rilevante, quali infrastrutture di ricerca locali e/o nazionali, fruibili dalla comunità scientifica per condurre ricerche di alta qualità, senza vincolo di appartenenza istituzionale o nazionale, nonché fruibili dal pubblico generale nell'ambito di attività di valorizzazione preordinate alla promozione culturale;
   b) a elaborare un censimento dei materiali presenti nelle biblioteche e negli archivi musicali di cui al precedente impegno, finalizzato ad una catalogazione che rispetti precisi standard, al controllo bibliografico dei documenti musicali e al conseguente processo di digitalizzazione che conduca alla creazione di un database online integrato con il Servizio bibliotecario nazionale che renda pubblici i patrimoni bibliografici, organologici, artistici ed archivistici di tali istituti, e in particolare degli ISSM;
   c) a dotare le biblioteche musicali, e in particolare quelle degli ISSM di cui al primo impegno, mediante apposite iniziative di personale specializzato che provveda a conservare, a incrementare e a rendere fruibile il patrimonio documentario e museale, su qualsiasi supporto, in correlazione sia all'attività didattica, di ricerca e di produzione dell'istituto, sia alla sua funzione di biblioteca musicale del territorio;
   d) a porre in essere tutte le iniziative normative e/o a promuovere gli accordi Pag. 83interistituzionali di collaborazione che si rendano opportuni per assicurare a ciascun ISSM la presenza di un docente di bibliografia e biblioteconomia musicale (CODM/01) che svolga la funzione di responsabile scientifico e culturale e di almeno un addetto alla sorveglianza, destinando inoltre a ciascun polo di interesse particolarmente rilevante anche un assistente di biblioteca e un funzionario di biblioteca in possesso del diploma di laurea magistrale/specialistica in musicologia e beni musicali (LM-45) o del diploma accademico di secondo livello in discipline storiche, critiche e analitiche della musica (DCSL-69), e in ogni caso prevedendo, almeno a livello di polo provinciale, un bibliotecario specializzato in musicologia e beni musicali (LM-45) o in discipline storiche, critiche e analitiche della musica (DCSL-69), che assicuri il corretto trattamento dei fondi musicali presenti nell'istituto di afferenza e offra esperienza e competenza specialistica agli altri istituti titolari di fondi musicali presenti sul territorio, in attuazione degli accordi interistituzionali sopra indicati;
   e) a garantire che in ciascuna biblioteca e archivio annessi agli ISSM il ruolo di direttore di biblioteca venga affidato, specificamente in sede di reclutamento a seguito di procedure di turnover del personale, a profili professionali in possesso di specifiche competenze specialistiche in ambito musicologico, bibliografico e biblioteconomico, nonché dei requisiti del diploma di laurea magistrale/specialistica in Musicologia e Beni musicali (LM- 45) o del diploma accademico di secondo livello in Discipline Storiche, Critiche e Analitiche della Musica (DCSL-69), garantendo così il livello di scientificità necessario per l'esercizio di tale funzione direttiva all'interno delle biblioteche musicali e preservandone la componente didattica.

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ALLEGATO 2

5-02914 Mollicone: Sull'organizzazione e lo svolgimento delle attività culturali per la commemorazione del decennale del sisma che ha colpito il territorio di L'Aquila.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione dell'Onorevole Mollicone è riferita all'accordo per la realizzazione del Festival internazionale degli incontri da realizzarsi a L'Aquila in occasione del decennale del terremoto.
  Vorrei a tale proposito precisare che l'articolo 1, comma 614, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, in occasione del decimo anniversario degli eventi sismici del 2009, ha autorizzato la spesa di un milione di euro per l'anno 2019 per la realizzazione di un programma speciale di iniziative culturali all'Aquila e nel territorio colpito dal terremoto.
  Tale importo è stato suddiviso tra la Direzione generale Spettacolo (per 700.000,00 euro) e la Direzione generale Musei (per 300.000,00).
  Al fine di definire e mettere in opera le modalità organizzative e attuative per la predisposizione del Programma del Decennale e per la successiva progettazione, il Ministero per i beni e le attività culturali e il Comune dell'Aquila, hanno stipulato un apposito Accordo il 15 maggio 2019, nel quale sono delineati i principali elementi di natura tecnico-organizzativa nonché scientifica che costituiranno il modello di attuazione del Decennale, definendo le singole iniziative che si realizzeranno nel corso del 2019.
  In particolare l'Accordo prevede, tra le iniziative da realizzare, il «Festival Internazionale degli incontri» finalizzato a stimolare la rinascita culturale dell'Aquila e del territorio dei comuni del Cratere del sisma 2009.
  A tale riguardo il Ministero e il Comune dell'Aquila hanno concordato che sul territorio l'organismo più idoneo a garantire la realizzazione dell'iniziativa, per competenza ed esperienza, è l'Istituzione Sinfonica Abruzzese (ISA).
  Per l'utilizzazione delle risorse, il Direttore generale dello Spettacolo ha sottoscritto, il 3 luglio scorso, con il Comune uno specifico accordo per disciplinare le modalità di assegnazione e di erogazione delle risorse finalizzate alla realizzazione del «Festival Internazionale degli Incontri», secondo il programma approvato dal Comitato operativo.
  Al Comitato operativo è attribuita la funzione di attuazione tecnica per la preparazione e l'attuazione del Programma del Decennale, nonché il coordinamento tecnico-scientifico, la preparazione, l'impulso delle iniziative e degli interventi del Programma anche nella sua fase attuativa. In particolare, il Comitato Operativo è competente in relazione alle progettualità che comprendono, tra le altre, il «Festival Internazionale degli Incontri».
  In data 7 agosto 2019, il Comune ha trasmesso il programma del «Festival Internazionale degli Incontri» sottoscritto dal direttore artistico, il bilancio di previsione del suddetto Festival sottoscritto dal Presidente dell'ente attuatore e il relativo verbale di approvazione del Comitato Operativo datato 31 luglio 2019 e ha richiesto l'anticipazione pari al 60 per cento delle risorse assegnate.
  La Direzione generale Spettacolo, al momento di disporre il trasferimento delle risorse, ha chiesto al Comune dell'Aquila ulteriori informazioni in merito allo stato dell'arte delle procedure per l'attuazione Pag. 85della manifestazione e a fronte di tale richiesta a tutt'oggi non è pervenuto alcun riscontro.
  Con riferimento alle altre questioni sollevate dall'interrogante, evidenzio che negli accordi stipulati con il Comune dell'Aquila non si fa riferimento a un direttore artistico della manifestazione e l'individuazione di tale figura professionale è stata effettuata mediante avviso pubblico a cura dell'ISA, quale soggetto attuatore. Conseguentemente, il conferimento dell'incarico al soggetto individuato, la relativa contrattualizzazione del rapporto di lavoro, nonché la verifica dell'operato del direttore artistico non rientrano nell'ambito degli impegni del Ministero, così come individuati dall'articolo 2 dell'Accordo del 3 luglio 2019.
  Faccio inoltre presente che i predetti accordi non prevedono che il Ministero abbia rapporti diretti con l'ente attuatore del Festival, in quanto la cura di tutte le attività di carattere amministrativo, organizzativo e contabile, il monitoraggio dello svolgimento del progetto realizzato dal soggetto attuatore e la garanzia della conclusione delle attività entro il 31 dicembre 2019 competono esclusivamente al Comune dell'Aquila.

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ALLEGATO 3

5-02915 Toccafondi e Anzaldi: Sulla proroga e sulla rimodulazione del «Bonus cultura» per i diciottenni.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione dell'Onorevole Toccafondi è riferita alla misura denominata Bonus Cultura.
  Essa è rivolta, come è noto, ai ragazzi che compiono 18 anni, ai quali sono attribuiti 500 euro utilizzabili, tramite una piattaforma elettronica, per l'ingresso a musei, mostre, eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali e spettacoli dal vivo nonché, come correttamente rammentato dall'onorevole Toccafondi, per l'acquisto di libri, musica, dvd, corsi di lingua straniera e di teatro.
  L'iniziativa, che è stata avviata nel 2016, non solo è stata accolta con entusiasmo dai ragazzi ma è stata anche molto apprezzata dagli esercenti e dai produttori dei beni interessati. In particolare si è rivelata uno strumento fondamentale per il sostegno del settore dell'editoria e del libro che, per la prima volta dopo alcuni anni, ha registrato un aumento significativo delle vendite.
  Ed il fatto che una quota rilevante delle spesa è stata quella per i libri scolastici, ha reso evidente che il bonus cultura ha costituito, altresì, un contributo importante per molte famiglie quale sostegno ai costi dell'istruzione superiore dei figli.
  La percentuale di adesione è infatti andata aumentando di anno in anno: nella prima edizione, i ragazzi partecipanti sono stati 356.273, nella seconda 416.799 e nella terza di 429.739, su una platea complessiva di circa 500.000 potenziali beneficiari.
  Sono stati inoltre perfezionati di anno in anno gli strumenti anti-frode.
  È proprio sulla base di questi elementi che il Ministro Franceschini, lo scorso 1o ottobre, nell'ambito delle proposte avanzate per la manovra di bilancio, ha richiesto di confermare la misura del bonus cultura, rendendola permanente.

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ALLEGATO 4

5-02916 Latini e Belotti: Sulla restituzione del «Tesoro dei longobardi» al comune di Ascoli Piceno e sulla riqualificazione dell'area archeologica di Castel Trosino.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'onorevole Latini chiede quali azioni il Ministero intende adottare per il ritorno del Tesoro dei Longobardi nei luoghi del suo ritrovamento.
  Permettetemi innanzitutto di chiarire che quanto definito impropriamente, fin dalla stampa dell'epoca, Tesoro dei Longobardi è in realtà costituito da corredi funerari di alto rango dell'enorme necropoli longobarda rinvenuta sul sito su cui sarà nella fase finale del sepolcreto costruita la chiesa di Santo Stefano di Castel Trosino, frazione del Comune di Ascoli Piceno, con oltre duecento sepolture (la grande maggioranza con corredo scarso o assente), databili tra il VI e il VII secolo.
  Anche se alcuni ritrovamenti erano già avvenuti nel XVIII secolo e diversi reperti anche dopo fuggirono al controllo, prima dell'istituzione delle Soprintendenze, tanto che una ricca tomba di cavaliere da località Pedata, rinvenuta nel 1872, è conservata al Musée de Archéologie di Saint Germain en Laye, la maggioranza dei corredi tombali è stata rinvenuta negli scavi sistematici condotti nel 1893 (alcuni interventi minori si protrassero fino al 1896) da Raniero Mengarelli per la Direzione Generale Antichità e Belle Arti del Ministero della pubblica istruzione.
  Da subito fu riconosciuta la rilevanza dei materiali per cui, ad eccezione di una parte comunque consistente lasciata prima ad Ancona e poi al Museo di Ascoli, nel 1895 una rilevante selezione di corredi fu lasciata al museo Nazionale Romano, per rappresentare anche a Roma la realtà storica e archeologica dei Longobardi.
  Questo nucleo divenne poi nel 1967 parte significativa dell'allestimento del Museo Nazionale dell'Alto Medioevo all'EUR, nato proprio per documentare anche nella capitale la realtà di Goti e Longobardi.
  Dal 2016 il Museo è parte del Museo delle Civiltà, museo ad autonomia speciale secondo la nuova organizzazione dei musei amministrati dal MiBACT. Il materiale di Castel Trosino presente presso il Museo dell'Alto medioevo è integralmente esposto, il museo è regolarmente aperto, svolge numerose iniziative didattiche e di valorizzazione, comprese attività per l'inclusione all'accesso di disabili, non vedenti e altre categorie di utenti il cui approccio al museo deve essere agevolato.
  Il Museo è stato visitato nel 2018 da circa 80.000 persone con un trend in crescita, oltre ad essere una continua base di studio e ricerca per diverse università italiane e straniere, grazie anche alla presenza di laboratori di analisi e restauro e di una biblioteca specializzata sul Medioevo.
  Occorre sottolineare che l'insieme di questi materiali è storicizzato come nucleo di un Museo Nazionale e, sul piano patrimoniale e di tutela di un insieme di collezioni, ai sensi del Codice dei Beni Culturali non può essere smembrato, aggiungendo che non diversamente dal primo allestimento permane tuttora l'esigenza di rendere disponibile al centro del sistema museale nazionale una rappresentanza della documentazione archeologica e storica sui Longobardi anche per favorire attività di valorizzazione a scala nazionale. Pag. 88Quest'anno, per esempio, nell'ambito di un progetto europeo in accordo con l'associazione «Italia Langobardorum» che riunisce il MiBACT e diversi comuni per la promozione del sito UNESCO «I Longobardi in Italia», e con un gemellaggio con i musei di Brescia e Spoleto, sono state realizzate mostre temporanee ed eventi da gennaio a luglio.
  L'inaugurazione nazionale del progetto Longobardi in vetrina si è tenuta il 29 gennaio 2019 presso il Museo delle Civiltà a Roma alla presenza dei Sindaci delle località significative per i ritrovamenti longobardi, tra cui ovviamente il Sindaco di Ascoli Piceno.
  Nondimeno si sottolinea che, proprio in forza degli accordi intercorsi e rinnovati, una parte rilevante dei corredi di Castel Trosino è comunque esposta al Museo dell'Alto Medioevo di Ascoli poiché da quindici anni è attivo un accordo tra il Museo dell'Alto Medioevo di Roma e il Comune di Ascoli per un prestito a rotazione, destinato a consentire nel tempo la visione ad Ascoli di tutto il materiale di Castel Trosino di proprietà del Museo Romano, in modo dinamico e con un'efficace sinergia tra musei centrali e musei territoriali, che comprende la messa a disposizione in convenzione di specialisti e laboratori: il rinnovo della convenzione è stato siglato il 26 maggio 2019 nell'ambito di un incontro ufficiale e pubblico proprio presso il Comune di Ascoli Piceno.
  È evidente, dunque, che la collocazione dei corredi di Castel Trosino nel Museo dell'Alto Medioevo non è casuale c non risponde a logiche meramente centralistiche ma risulta invece funzionale per una maggiore articolazione di progetti di studio, valorizzazione, promozione anche turistica, di cui anche il Comune ed il Museo di Ascoli non possono che giovarsi.

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ALLEGATO 5

5-02917 Carbonaro ed altri: Sulla crisi finanziaria del Teatro Bellini di Catania.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione dell'Onorevole Carbonaro e di altri suoi onorevoli colleghi, è riferita al Teatro Vincenzo Bellini di Catania.
  Permettetemi di ricordare previamente un dato che a molti di voi è forse già noto.
  Ai sensi dell'articolo 28 della legge n. 800 del 1967, che costituisce il nuovo ordinamento degli enti lirici e delle attività musicali, il Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania è un Teatro di tradizione ed in quanto tale – a differenza delle fondazioni lirico-sinfoniche – non è sottoposto alla vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo che non ha pertanto competenza ad istituire tavoli interistituzionali.
  Il Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania opera quale Ente autonomo regionale ed è sottoposto a vigilanza e controllo da parte della Regione Siciliana.
  Il Ministero comunque, per il tramite della propria competente Direzione generale Spettacolo, alla luce dei progetti triennali e dei programmi annuali presentati, previa valutazione qualitativa da parte della Commissione consultiva per la Musica, concede annualmente contributi finalizzati al sostegno dell'attività del Teatro.
  A tale proposito, nel corrente anno il Teatro Bellini ha ricevuto dal Ministero un contributo di euro 1.247.889,00, a valere sul Fondo Unico per lo Spettacolo.
  I contributi assegnati dalla Regione Siciliana negli ultimi quattro anni (2015-2018), a quanto risulta dal bilancio progetto trasmesso alla Direzione generale Spettacolo proprio ai fini FUS, sono stati i seguenti: 12.641.622,00 euro nel 2015, 13.322.665,00 euro nel 2016, 12.531.422,00 euro nel 2017 e 8.842.361,00 euro nel 2018.
  Il Teatro Bellini, nell'istanza di finanziamento FUS per l'anno 2019, ha previsto un contributo regionale di 7.930.000,00 euro.
  Dai dati che ho comunicato appare dunque evidente l'attenzione e il sostegno che questo Ministero ha rivolto al Teatro per quanto di propria competenza.
  Aggiungo infine che in relazione alla concessione del contributo statale per l'anno 2019, la Direzione generale Spettacolo ha chiesto al citato Teatro di adeguare il proprio sito internet alle disposizioni normative vigenti in materia di trasparenza amministrativa, al fine di procedere sia al pagamento del saldo del contributo dell'anno 2018 (255.807,71 euro) sia al pagamento dell'anticipazione economica a valere sull'attività 2019 (somme peraltro parzialmente gravate da pignoramenti).

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ALLEGATO 6

5-02918 Piccoli Nardelli ed altri: Sui risultati finanziari conseguiti attraverso lo strumento fiscale dell’«Art bonus».

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole Piccoli Nardelli, unitamente ad altri onorevoli colleghi, richiede aggiornamenti in merito all'applicazione del cosiddetto Art bonus, ovvero la misura di sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale, introdotta dall'articolo 1 del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83.
  Con l'Art bonus, rammento, è possibile detrarre il 65 per cento delle donazioni che le singole persone e le imprese elargiscono a favore di beni culturali pubblici: la misura, ispirata alle migliori pratiche già attuate in altri Paesi, tra i quali, in particolare, la Francia, ha l'obiettivo di favorire e potenziare il sostegno del mecenatismo e delle liberalità dei privati, sia persone fisiche, sia persone giuridiche, profit e no profit, al fondamentale compito della Repubblica di tutela e valorizzazione del nostro immenso patrimonio culturale.
  In questo modo, attraverso strumenti concreti e modalità operative semplici, si è voluto non solo sostenere, tutelare e valorizzare il patrimonio culturale, ma anche riavvicinare i cittadini al patrimonio culturale.
  La misura, introdotta inizialmente con riguardo al mecenatismo per i beni culturali e rivelatasi efficace, è stata poi estesa anche al sostegno dello spettacolo dal vivo.
  Il Ministero ha una apposita struttura dedicata alla gestione di questo importante strumento e, come è noto, è disponibile e consultabile una piattaforma web dedicata, raggiungibile all'indirizzo www.artbonus.gov.it e costantemente aggiornata.
  Dai dati più aggiornati, risultano
   1.727 enti beneficiari;
   12.755 mecenati/donazioni;
   387 milioni di erogazioni;
   oltre 3.300 interventi.

  Al fine di far conoscere la misura e le sue potenzialità, sono stati già effettuati e continueranno ad essere svolti, incontri di informazione e formazione, destinati sia agli uffici del Ministero e agli Enti locali, sia ai potenziali mecenati. La migliore conoscenza della misura è favorita anche da numerose iniziative di fundraising, che stanno coinvolgendo cittadini, le imprese e anche le fondazioni bancarie.
  Continuando con tale modalità, anche in collaborazione con LANCI e con le Associazioni di categoria, si potrà rafforzare la conoscenza della misura su tutto il territorio, così che cresca il numero e la distribuzione dei mecenati, in tutte le regioni.
  A partire dal 2014 sono stati realizzati oltre 150 eventi, tra convegni, giornate di studio e formazione, dedicate all'Art bonus; sono state coinvolte le Regioni, le Camere di Commercio, le Associazioni di categoria.
  La misura è stata oggetto di campagne di comunicazione istituzionale e su media nazionali e, inoltre, è stata presentata ed esaminata anche nel corso di alcuni master dedicati all'economia dei beni culturali organizzati importanti Università.
  Alcune iniziative, infine, hanno riguardato nello specifico alcune regioni, al fine di migliorare la conoscenza e la applicazione della misura: tra queste, posso ricordare Pag. 91il presidio dedicato presso il Segretariato regionale della Campania, una sorta di focal point sia per gli uffici del Ministero sia per le altre istituzioni sia per i mecenati in un territorio, peraltro, particolarmente ricco di beni culturali meritevoli di interventi di tutela, tale esperienza verrà a breve realizzata anche presso il segretariato regionale dell'Abruzzo.

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ALLEGATO 7

5-02919 Aprea e Casciello: Sul riconoscimento professionale e sulla valorizzazione delle competenze dei lavoratori dei beni culturali.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'onorevole Aprea richiede quali iniziative il Ministero intende adottare per il riconoscimento della professionalità dei lavoratori dipendenti dal Ministero dei beni culturali e per ovviare alla carenza del personale dedicato all'accoglienza e alla vigilanza.
  Con riferimento alle iniziative intraprese da questa Amministrazione desidero sottolineare come a partire dal 2015 è stato avviato un percorso di assunzioni al fine di porre rimedio alla grave e perdurante carenza di personale.
  Il primo concorso, svolto nel 2016, dopo numerosissimi anni di mancato reclutamento, ha riguardato i profili professionali specifici del Ministero: archeologi, storici dell'arte, archivisti e bibliotecari. Tale procedura concorsuale, unitamente al successivo scorrimento delle graduatorie, ha consentito un primo significativo reclutamento di personale, nella misura di 1.100 unità, nelle professionalità sopra indicate.
  Con riferimento al personale dedicato all'accoglienza e alla vigilanza, faccio presente che lo scorso 9 agosto 2019 è stato pubblicato il bando relativo all'assunzione di 1.052 unità di personale non dirigenziale di Seconda Area Funzionale.
  Tale procedura è curata dalla competente Direzione generale Organizzazione del Ministero la quale, al fine di assicurare il buon andamento delle procedure selettive in parola e in adesione al progetto RIPAM, ha sottoscritto un'apposita convenzione con Formez PA.
  Desideri inoltre aggiungere che sono attualmente in atto le necessarie interlocuzioni con il Dipartimento della Funzione Pubblica, finalizzate all'ottenimento delle necessarie autorizzazioni per l'espletamento di un'ulteriore procedura concorsuale, da indire entro la fine di quest'anno, per il reclutamento di 250 unità di personale (autorizzato con legge di bilancio 2019), con qualifica non dirigenziale di Terza Area Funzionale, da destinare al profilo professionale «funzionario amministrativo».
  Più in generale, in merito alle assunzioni, ricordo infine che il cosiddetto «Decreto Concretezza» prevede che le Amministrazioni statali potranno avviare ulteriori procedure concorsuali – in deroga a quanto previsto dall'articolo 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nel rispetto dell'articolo 4, commi 3, 3-bis e 3-ter del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125 – «per l'assunzione a tempo indeterminato di vincitori o allo scorrimento delle graduatorie vigenti, nel limite massimo dell'80 per cento delle facoltà di assunzione previste per il triennio 2019-2021».
  Queste assunzioni non potranno che riflettersi positivamente sull'organizzazione del lavoro nei diversi Uffici. L'assegnazione del personale reclutato avverrà ovviamente sulla base delle esigenze degli Uffici e degli Istituti dei luoghi e della cultura statali, con l'obiettivo di assicurare non solo il buon andamento dell'amministrazione, ma anche la tutela e la migliore fruizione del patrimonio.
  Con riferimento alla valorizzazione dei profili dei professionisti operanti nel settore della cultura, ricordo che con decreto 20 maggio 2019 è stato adottato il regolamento Pag. 93concernente la procedura per la formazione degli elenchi nazionali di archeologi, archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi, antropologi fisici, esperti di diagnostica e di scienza e tecnologia applicate ai beni culturali e storici dell'arte, ai sensi del Codice.
  Concludo, infine, segnalando l'adozione, lo scorso 10 agosto, del decreto, di concerto con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, recante la disciplina delle modalità per lo svolgimento della prova di idoneità, con valore di esame di Stato abilitante, finalizzata al conseguimento della qualifica di restauratore di beni culturali, in attuazione dell'articolo 182, comma 1-quinquies del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Tale provvedimento, va a completare la serie di atti attuativi relativi al riconoscimento di tale specifica professione.