CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 luglio 2018
38.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2018 (Atto n. 28).

PARERE APPROVATO

   La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
   esaminato l'atto del Governo n. 28, recante lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2018;
   premesso che:
    il personale degli enti di ricerca, insieme a quello delle università, ha sofferto in modo speciale la condizione di difficoltà del sistema italiano, riuscendo nondimeno, nonostante le scarse risorse, a raggiungere nel suo complesso risultati eccellenti: si tratta di incrementare significativamente le risorse finanziarie per valorizzare i ricercatori, insieme ai docenti, assicurando loro condizioni lavorative adeguate, nonché di superare la condizione di precarietà che in questi anni ha coinvolto in misura sempre maggiore un gran numero di ricercatori;
    gli enti pubblici di ricerca svolgono attività essenziali per lo sviluppo della ricerca e per l'innovazione del Paese; tuttavia, il modello italiano si caratterizza per un sistema ancora troppo frammentato, nonostante la recente costituzione della Consulta dei presidenti degli EPR, che ha il compito di favorire la collaborazione tra gli enti e di supportare il Governo nel rilancio e nella razionalizzazione del settore;
    risulta tuttavia ancora carente il coinvolgimento degli enti di ricerca sulle questioni di primaria rilevanza strategica in materia di politiche per lo sviluppo del Paese;
   rilevato che:
    rispetto alle questioni di merito, relative alle scelte di fondo operate con lo schema di riparto in esame dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca del precedente Governo, appare prevalente l'esigenza di assicurare – responsabilmente – l'adozione rapida del provvedimento di riparto, da tempo atteso dagli enti di ricerca beneficiari dei finanziamenti;
    apprezzamento va espresso per la scelta di far confluire nel Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca, e quindi all'interno del sistema di finanziamento ordinario, anche le risorse precedentemente accantonate per fini premiali, garantendo maggiore trasparenza e controllo;
    i 68 milioni di euro esposti con evidenza separata nella tabella 1 tra le assegnazioni ordinarie non sono ripartiti per finalità o con criteri premiali su specifici progetti o attività di ricerca;
    è auspicabile che fondi premiali siano attribuiti al di fuori del finanziamento ordinario e in aggiunta allo stesso;
   osservato che:
    si riscontra una discrasia fra i dati esposti, da un lato, nella tabella 1 – che fa parte integrante del decreto e che, in base all'articolo 2, costituisce la base di riferimento per l'assegnazione ordinaria da prendere a riferimento per l'elaborazione dei bilanci di previsione 2019 e 2020 – e, dall'altro, nell'articolo 1, comma 2, nelle tabelle da 5 a 16 (anch'esse facenti Pag. 124parte integrante del decreto), nonché nelle due elaborazioni riassuntive presenti dopo la tabella 1: infatti, nella tabella 1, le assegnazioni relative alle risorse provenienti dagli esercizi 2016 e 2017 e destinate a fini assunzionali, ora ripartite tra gli enti in misura (tendenzialmente) proporzionale, hanno un'evidenza autonoma rispetto alle assegnazioni ordinarie, contrariamente a quanto viene indicato nell'articolo 1, comma 2, e nelle tabelle da 5 a 16, nell'ambito dei quali l'importo delle assegnazioni ordinarie comprende anche tali risorse (al pari di quanto viene esposto nelle elaborazioni riassuntive presenti dopo la tabella 1) (peraltro, anche la relazione illustrativa specifica che le stesse risorse fanno parte dell'assegnazione ordinaria);
    un'ulteriore discrasia si riscontra fra l'articolo 1, comma 2, lettera e), e la tabella 1, da un lato, e la tabella 9, dall'altro, per quanto riguarda l'importo di 10 milioni stanziato a decorrere dal 2018 dall'articolo 24, comma 1, del decreto-legge n. 104 del 2013 per la copertura degli oneri relativi all'assunzione, da parte dell'INGV, di 200 unità complessive di personale: infatti, nell'articolo 1, comma 2, lettera e), e nella tabella 1, detto importo è considerato fra le assegnazioni ordinarie, laddove nella tabella 9 figura quale «assegnazione straordinaria»;
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) l'Italia non si è ancora allineata ai parametri europei quanto agli investimenti nel comparto dell'università e della ricerca ed è pertanto necessario e urgente incrementare le risorse destinate agli enti di ricerca, oltre che alle università, ridefinendo inoltre i criteri di finanziamento degli stessi;
   2) i 68 milioni di euro del FOE 2018 esposti con evidenza separata nella tabella 1 tra le assegnazioni ordinarie vengano destinati alla stabilizzazione delle figure professionali previste dall'articolo 20, commi 1 e 2, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, coprendo sia i costi salariali ordinari sia quelli accessori, e siano assegnati in base ai criteri del fondo ordinario o delle esigenze di stabilizzazione stessa;
   3) si intervenga sugli stanziamenti relativi ai progetti straordinari e alle ”Attività di ricerca a valenza internazionale”, riducendo il finanziamento per progetti il cui importo – rispetto all'assegnazione del 2017 – risulta accresciuto in misura eccessiva (e talora addirittura triplicato) e destinando le risorse in questo modo rese disponibili a interventi di stabilizzazione del precariato e di sostegno di attività di ricerca nazionale;

  e con le seguenti osservazioni:
   a)
appare opportuno definire un sistema di valutazione dell'effettivo impiego dei finanziamenti da parte degli enti di ricerca;
   b) è auspicabile, in prospettiva, nei prossimi anni, che l'emanazione del decreto di riparto del Fondo (e conseguentemente le attività preliminari, compresa l'acquisizione del parere delle Commissioni parlamentari competenti) sia anticipata il più possibile, così da permettere agli enti di ricerca di conoscere quanto prima, ad inizio dell'esercizio di bilancio, le dotazioni di cui potranno disporre nell'anno di riferimento;
   c) si auspica che il Governo adotti quanto prima ogni idonea iniziativa per contrastare il precariato nel settore della ricerca;
   d) appare opportuno provvedere il prima possibile all'istituzione di un organismo strategico nazionale dedicato al settore della ricerca con il compito di coordinare gli enti e i centri di ricerca;
   e) sembrerebbe necessario procedere ad un allineamento tra i dati esposti, da un lato, nella tabella 1 e, dall'altro, nell'articolo Pag. 1251, comma 2, nelle tabelle da 5 a 16, nonché nelle due elaborazioni riassuntive presenti dopo la tabella 1;
   f) sembrerebbe parimenti necessario procedere ad un allineamento tra l'articolo 1, comma 2, lettera e), e la tabella 1, da un lato, e la tabella 9, dall'altro, per quanto riguarda l'importo di 10 milioni stanziato a decorrere dal 2018, dall'articolo 24, comma 1, del decreto-legge n. 104 del 2013, per la copertura degli oneri relativi all'assunzione, da parte dell'INGV, di 200 unità complessive di personale;
   g) sarebbe utile che il Governo fornisse alla Commissione una relazione sull'andamento dei processi di stabilizzazione in correlazione con i piani di fabbisogno degli enti;
   h) sarebbe altresì utile che il Governo trasmettesse alla Commissione le seguenti informazioni sugli enti e gli istituti di ricerca:
    previsione di spesa per il 2018 per il personale in servizio a qualunque titolo, comprendente gli oneri per il finanziamento dei dottorati di ricerca presso le Università;
    previsione di spesa per il 2018 per oneri indifferibili (intendendosi le spese «a uomo fermo», quali quelle per affitti, manutenzione degli immobili di proprietà, pagamento delle utenze, servizi di pulizia, mensa, assicurazioni, licenze software, manutenzione delle apparecchiature scientifiche, mutui, e così via);
    la spesa totale sostenuta nel 2017 per il personale di cui al n. 1;
    la spesa sostenuta nel 2017 per oneri indifferibili;
    il numero di unità di personale in servizio nel 2018 assunte a tempo indeterminato;
    il numero di unità di personale in servizio nel 2018 con contratti a termine, borse di studio, assegni di ricerca o altri inquadramenti simili;
    il numero delle unità di personale assunto nel 2017 a carico di fondi derivati da commesse o contratti esterni;
    l'ammontare della spesa per la retribuzione di personale assunto nel 2017 a carico di fondi derivati da commesse o contratti esterni;
    gli oneri richiesti per il riassorbimento di tutto il personale operante con contratto a termine.

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ALLEGATO 2

Schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2018 (Atto n. 28)

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVO
PRESENTATA DAL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO

   La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
   esaminato, ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204, e dell'articolo 5 del decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218, lo schema di decreto ministeriale in titolo,
   premesso che:
    la ripartizione del fondo ordinario è effettuata dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sulla base della programmazione strategica preventiva e dei piani triennali di attività proposti dagli enti, come previsto dall'articolo 5 del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, che disciplina l'autonomia statutaria riconosciuta agli Enti pubblici di ricerca in attuazione dell'articolo 33, sesto comma, della Costituzione;
    l'Italia non si è ancora messa al passo con gli altri Stati europei quanto a investimenti nel comparto dell'università e della ricerca e, anche se negli ultimi anni si è assistito ad una inversione di tendenza, come testimoniano gli investimenti di 400 milioni di euro nei PRIN e le ingenti risorse per sanare il precariato, è ancora necessario incrementare le risorse destinate agli enti di ricerca, oltre che alle università, ridefinendo anche i criteri di finanziamento degli stessi;
    il personale degli enti di ricerca, insieme a quello delle università, ha sofferto in modo speciale la condizione di difficoltà del sistema italiano, riuscendo, nondimeno, nonostante le scarse risorse, a raggiungere nel suo complesso risultati eccellenti;
    si rende necessario incrementare significativamente le risorse finanziarie per valorizzare i ricercatori, assicurando loro condizioni lavorative adeguate a partire da percorsi di carriera definiti e chiari che superino la condizione di incertezza e precarietà che in questi anni ha coinvolto un gran numero di ricercatori valorizzando le eccellenze;
    gli enti pubblici di ricerca svolgono attività essenziali per lo sviluppo della ricerca e per l'innovazione del Paese;
    il modello italiano si caratterizza per un sistema ancora frammentato, nonostante la recente costituzione della Consulta dei Presidenti dei 20 Enti pubblici di ricerca con il compito di supportare il Governo per promuovere, sostenere, rilanciare e razionalizzare le attività nel settore della ricerca, e nonostante la previsione della costituzione del Consiglio nazionale dei ricercatori e dei tecnologi, con funzioni consultive rivolte ai Ministeri vigilanti degli Enti pubblici di ricerca e al Governo (articolo 8 del decreto legislativo n. 218 del 2016);
    l'incisiva manovra di semplificazione ha portato, da ultimo con la legge di bilancio, a rendere immediatamente disponibili per gli enti, nel mese di gennaio 2018, 138 milioni di euro degli esercizi 2016 e 2017 del Fondo di finanziamento ordinario enti che precedentemente erano «bloccati» in quanto accantonati per la «premialità»;Pag. 127
   in base alle stesse disposizioni il Fondo di finanziamento ordinario è aumentato nel 2018 non solo per le risorse aggiuntive disposte dalla legge di bilancio, ma anche per l'eliminazione di accantonamenti «premiali», che hanno consentito di utilizzare subito 68 milioni di euro, senza vincoli di destinazione, assegnati seguendo i criteri stabiliti per la premialità 2017, ma il cui utilizzo è nell'autonomia degli Enti garantita dalla legge e dalla Costituzione;
   si rende necessario proseguire in questa direzione per creare le condizioni di valorizzazione e crescita delle eccellenze che il Paese esprime e che sono riconosciute dal successo dei ricercatori italiani nell'acquisizione di risorse e di posizioni a livello europeo e internazionale;
   le misure di semplificazione introdotte con il decreto legislativo n. 218 del 2/016 hanno creato le condizioni legislative per una pianificazione del fabbisogno di personale che consenta agli Enti, nell'ambito di precisi limiti di budget e previo controllo del Ministero vigilante, di programmare in autonomia le assunzioni;
   le nuove disposizioni hanno altresì creato le condizioni per una programmazione e uno sviluppo delle carriere dei ricercatori in coerenza con gli strumenti previsti dall'Unione europea;
   le novità legislative richiedono una loro implementazione e un costante monitoraggio da parte dei Ministeri vigilanti: presupposto, questo, indispensabile per consentire al Parlamento, nella sede di indirizzo e controllo, di esercitare la propria funzione di presidio democratico per il rafforzamento del sistema ricerca al servizio dello sviluppo economico, sociale e culturale del Paese;
   la procedura per l'assegnazione delle risorse di finanziamento ordinario in competenza 2018 ha subito ritardi più significativi rispetto agli anni precedenti, anche per via della fine della legislatura, per cui le risorse saranno assegnate oltre i primi sei mesi dell'esercizio di competenza, con riflessi negativi sulla programmazione;
   nel corso dell'esame parlamentare sono emerse discrasie tra l'articolato e le tabelle ed è stata rilevata la mancanza di una indicazione sui criteri seguiti per la distribuzione dei 68 milioni di euro del Fondo ordinario 2018;
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a)
a partire dalla prossima manovra finanziaria, in coerenza con le disposizioni di legge, siano previste risorse premiali al di fuori e in aggiunta rispetto al Fondo di finanziamento ordinario da utilizzare per promuovere l'incremento qualitativo dell'attività scientifica degli Enti vigilati a norma dell'articolo 19 comma 5 del decreto legislativo n. 218 del 2016;
   b) gli Enti siano incoraggiati, nel rispetto dell'autonomia, ad utilizzare le maggiori disponibilità ottenute nel 2018 per il sostegno, attraverso il cofinanziamento, della stabilizzazione dei precari, attivando da subito una programmazione delle assunzioni sostenibile e coerente con i principi contenuti nella Carta Europea dei ricercatori e il Codice di Condotta per l'Assunzione dei Ricercatori (2005/251/CE) e nel documento European Framework for Research Careers della Commissione europea;
   c) il Ministro tenga informata la Commissione sull'esito delle azioni di monitoraggio previste dalla legge (articolo 9, comma 3, del decreto legislativo n. 218 del 2016) ed in particolare sull'andamento dei processi di stabilizzazione e sulla coerenza e sostenibilità dei piani di fabbisogno presentanti dagli EPR;
   d) il Governo, avvalendosi dell'apporto della Comunità scientifica attraverso gli organi consultivi introdotti dal decreto legislativo n. 218 del 2016 sopra richia-
Pag. 128mati, avvii un processo di rilancio e razionalizzazione del settore;
   e) il Governo si impegni a provvedere alla predisposizione dell'atto in titolo e alla sua trasmissione al Parlamento entro il mese di gennaio dell'esercizio di competenza in modo da garantire sia una adeguata analisi da parte delle Commissioni parlamentari, sia la possibilità di programmare l'attività da parte degli enti;
  e con la seguente condizione:
   1) siano effettuate le opportune verifiche e si provveda a rendere coerente l'articolato con le tabelle nonché ad integrare la motivazione con l'esposizione puntuale dei criteri utilizzati per il riparto di 68 milioni di euro e della loro destinazione, a norma di legge, al finanziamento ordinario degli enti stessi.

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ALLEGATO 3

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017 (C. 850 Governo)

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2018 (C. 851 Governo).

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2018 (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2018 (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, università e ricerca per l'anno finanziario 2018.

Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno finanziario 2018.

RELAZIONE DEPOSITATA DAL DEPUTATO FURGIUELE

   La Commissione inizia oggi l'esame, per le parti di propria competenza, del disegno di legge recante il rendiconto di bilancio 2017 e del disegno di legge recante disposizioni di assestamento del bilancio 2018.
  Cominciando dal RENDICONTO 2017 e dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, va detto che lo stato di previsione di questo ministero nella legge di bilancio 2017 recava in via previsionale stanziamenti iniziali di competenza pari a 56.202,5 milioni e stanziamenti iniziali di cassa pari a 56.477,1 milioni. A consuntivo si registrano invece spese per 56.895,3 milioni in termini di competenza (con un incremento di 692,8 milioni) e per 56.165,7 milioni in termini di cassa (con un decremento di 311,3 milioni).
  L'incidenza percentuale della spesa finale per istruzione, università e ricerca sul totale del bilancio dello Stato è stata nel 2017 pari al 9,3 per cento, invariata rispetto al 2016.
  Il raffronto con gli anni precedenti evidenzia, per le spese in conto competenza, la seguente crescita: 53.513,6 milioni nel 2015, 54.879,7 milioni nel 2016 e – appunto – 56.895,3 milioni nel 2017.
  Le spese del Ministero riguardano principalmente la parte corrente (che, in conto competenza, rappresenta il 94,9 per cento del totale). Si tratta di circa 54 miliardi a fronte di meno di 3 miliardi in conto capitale. Nello specifico, il 76,5 per cento della dotazione complessiva di parte corrente è assorbita dalle spese per redditi da lavoro dipendente. L'andamento delle spese in conto competenza nel triennio 2015-2017 mostra nel 2017 un aumento del 3,7 per cento rispetto al 2016, a fronte di un aumento del 2,6 per cento registrato nel 2016 rispetto al 2015.Pag. 130
  Ricordo che nel bilancio dello stato i capitoli di spesa sono aggregati per Ministeri (stati di previsione) e, nell'ambito di ciascun Ministero, per «missioni». Il bilancio del MIUR è articolato in 4 missioni: Istruzione scolastica, Istruzione universitaria e formazione post-universitaria, Ricerca e innovazione, Servizi istituzionali e generali, cui si aggiungono i Fondi da ripartire. Venendo quindi all'analisi delle singole missioni del MIUR, si riscontra che la missione Istruzione scolastica segna a rendiconto un incremento di competenza del 4 per cento rispetto al 2016; la missione Istruzione universitaria e formazione post-universitaria segna un incremento dello 0.7 per cento; la missione Ricerca e innovazione segna un incremento del 5,7 per cento; e la missione Servizi istituzionali e generali segna un incremento dell'87 per cento.
  All'interno delle singole missioni le spese sono aggregate per «Programmi». Considerando la missione «Istruzione scolastica» – che da sola rappresenta l'81,7 per cento delle spese del Ministero – le spese afferenti al programma «Istruzione del primo ciclo» costituiscono il 62,8 per cento del totale del 2017. Quelle relative al programma «Istruzione del secondo ciclo» costituiscono invece il 32,6 per cento. Al programma «Istituzioni scolastiche non statali» è destinato l'1,3 per cento della spesa. La somma delle spese relative ai rimanenti programmi (tra i quali quelli per il diritto allo studio, l'istruzione degli adulti e i livelli essenziali per l'istruzione e formazione professionale e il reclutamento e l'aggiornamento dei dirigenti e del personale) costituisce il 3,4 per cento del totale.
  È di aiuto nella lettura del rendiconto 2017 la relazione che per legge presenta ogni anno al Parlamento la Corte dei conti. Per quel che riguarda il MIUR, la Corte – valutando il complesso dell'andamento del bilancio nella XVII legislatura – evidenzia un consistente incremento delle risorse, concentrato soprattutto nelle missioni Istruzione scolastica e Istruzione universitaria e formazione post-universitaria.
  In particolare, per la missione Istruzione scolastica si è registrata una consistente crescita degli stanziamenti per redditi da lavoro dipendente, in relazione, da un lato, all'attuazione delle politiche di revisione e razionalizzazione della spesa pubblica avviate con il decreto-legge n. 112 del 2008 e, dall'altro, alle immissioni in ruolo di personale docente, effettuate con il piano straordinario previsto dalla legge n. 107 del 2015 e con il consolidamento di posti presenti nell'organico di fatto. Viceversa, per il personale tecnico e amministrativo, le assunzioni hanno seguito l'andamento del turn-over. Inoltre, si è registrato un incremento degli stanziamenti per lo sviluppo del sistema scolastico, la prevenzione della dispersione, l'ampliamento dell'offerta formativa, il diritto allo studio. Vi è stata, altresì, una forte crescita delle risorse destinate alla spesa in conto capitale, in relazione alla ripresa degli interventi per l'edilizia scolastica.
  Per la missione Istruzione universitaria e formazione post-universitaria, la Corte segnala l'incremento del Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO), che tuttavia non compensa la forte flessione subìta nell'ultimo decennio. Peraltro, l'inversione di tendenza dell'ultimo periodo si deve o a finanziamenti a titolo di una tantum o a nuove risorse finalizzate a ben delineati obiettivi. Nel periodo, segna una spiccata crescita anche il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio (FIS). Tuttavia, i dati di sintesi a livello nazionale mostrano, limitatamente al periodo 2011-2015, un grado di soddisfazione non superiore all'80 per cento, con differenze significative a livello territoriale. Quanto al Fondo per il finanziamento delle attività base di ricerca, destinato a professori di seconda fascia e ricercatori in servizio nelle università statali, la Corte sottolinea l'esiguità della quota di finanziamento individuale (3.000 euro), la complessa procedura di individuazione dei beneficiari e il fatto che sono stati assegnati, alla fine, solo 28,4 milioni (sui 45 milioni disponibili). Di maggiore impatto è risultata, invece, l'istituzione del Pag. 131Fondo per il finanziamento dei dipartimenti universitari di eccellenza, destinato dalla stessa legge di bilancio ad incentivare, con un finanziamento quinquennale, l'attività dei dipartimenti universitari che si caratterizzano per determinati requisiti di qualità della ricerca e capacità progettuale.
  Quanto alla missione Ricerca e innovazione, la Corte evidenzia che la stessa ha risentito, in particolare, del mancato stanziamento, a decorrere dal 2010, di risorse da destinare al Fondo per le agevolazioni alla ricerca (FAR, confluito nel Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica-FIRST).
  Infine, con riferimento alla missione Ricerca e innovazione, la Corte evidenzia che i principali aspetti di criticità sono il basso rapporto tra la spesa per ricerca e sviluppo e il PIL, il limitato numero di ricercatori, soprattutto nel privato, la bassa attrattività internazionale di studenti, ricercatori e investimenti privati in ricerca e sviluppo: questi aspetti delineano il contesto nel quale si pone il Programma nazionale della ricerca 2015-2020 (PNR), che usufruisce di gran parte delle risorse iscritte nell'unico programma della missione.
  Venendo ora al rendiconto di bilancio del Ministero dei beni e delle attività culturali, va detto che lo stato di previsione recava stanziamenti inziali di competenza pari a 2.119,6 milioni e stanziamenti iniziali di cassa pari a 2.447,8 milioni. A consuntivo si registrano, per il 2017, spese per 2.428,3 milioni in termini di competenza (con un incremento di 308,7 milioni rispetto alle previsioni iniziali) e spese per 2.355,2 milioni in termini di cassa (con un decremento di 92,6 milioni rispetto alle previsioni iniziali). Il raffronto dei dati di spesa in conto competenza nel triennio 2015-2017 evidenzia il seguente andamento: 1.685,7 milioni nel 2015; 2.200 milioni nel 2016 e – appunto – 2.428,3 milioni nel 2017.
  L'incidenza percentuale della spesa finale per i beni e le attività culturali e il turismo sul bilancio dello Stato nel rendiconto 2017 è stata pari allo 0,4 per cento del totale del bilancio dello Stato, invariata rispetto al 2016.
  Le spese del Ministero sono principalmente di parte corrente (68,4 per cento del totale in conto competenza), a fronte di 720,7 milioni in conto capitale. Il 40 per cento circa della dotazione complessiva di parte corrente è assorbita dalle spese per redditi da lavoro dipendente. In generale, nel triennio 2015-2017, si riscontra – nelle spese in conto competenza – un aumento del 10,4 per cento rispetto al 2016, a fronte di un incremento del 30,5 per cento nel 2016 rispetto al 2015.
  Le missioni del Ministero sono 4: Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali e paesaggistici; Ricerca e innovazione; Turismo; e Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche, cui si aggiungono i Fondi da ripartire. Ricordo incidentalmente che con il recentissimo decreto-legge n. 86 del 12 luglio 2018, le competenze in materia di turismo sono state distolte dal Ministero e attribuite al Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali.
  L'andamento delle spese di competenza delle predette missioni mostra consistenti incrementi soprattutto nella missione 1. (Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali e paesaggistici) e nella missione 4. (Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche). Nella missione 1 – che costituisce il 95,1 per cento delle spese del Ministero – le spese afferenti al programma per la tutela del patrimonio culturale sono state pari al 27,4 per cento del totale, seguite da quelle dei programmi relativi al settore dello spettacolo dal vivo (17,7 per cento), al settore del cinema e dell'audiovisivo (13,2 per cento), alla valorizzazione del patrimonio culturale e al coordinamento del sistema museale (13,1 per cento), alla tutela e valorizzazione dei beni librari e alla promozione e il sostegno del libro e dell'editoria (6,4 per cento), ai beni archeologici (6,1 per cento), ai beni archivistici (5,9 per cento) e alla tutela delle belle arti e alla tutela e valorizzazione del paesaggio Pag. 132(4,9 per cento). Il resto dei programmi rappresenta complessivamente il 5,3 per cento del totale della missione.
  La relazione della Corte dei conti evidenzia un consistente incremento delle risorse del Ministero in tutte le missioni, in linea con gli obiettivi approvati dal Parlamento all'inizio della XVII legislatura, che impegnavano il Governo a un piano di investimenti pluriennali, ad individuare strumenti di programmazione certi e a intraprendere iniziative per reperire ulteriori risorse, anche private, per la protezione e la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico. Si tratta di un andamento che rispecchia le politiche espansive sviluppate – nel settore dei beni culturali – nella passata legislatura, nella quale sono state disposte nuove autorizzazioni di spesa, fra cui quelle per il Piano strategico Grandi Progetti beni culturali e per il Fondo per la tutela del patrimonio culturale. Ulteriori risorse – ricorda la Corte – sono venute dai privati attraverso il meccanismo dell'Art-bonus; le sponsorizzazioni di beni culturali; e le scelte effettuate dai contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi.
  La Corte sottolinea anche le novità nella erogazione delle risorse del Fondo unico per lo spettacolo derivate dal decreto ministeriale 1o luglio 2014, volte, in particolare, a riconoscere l'importanza culturale della produzione svolta, i livelli quantitativi, gli indici di affluenza del pubblico e la regolarità gestionale degli organismi. Ulteriori novità sono state costituite dalla destinazione di specifici stanziamenti a favore di nuovi ambiti dello spettacolo dal vivo. Con riferimento alle fondazioni lirico-sinfoniche, invece, la Corte constata che gli effetti delle misure adottate sono stati modesti sotto il profilo economico: infatti, con l'eccezione della Scala e di Santa Cecilia, si conferma la notevole esposizione debitoria di molte fondazioni.
  Programmi di interesse della Commissione sono contenuti anche negli stati di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze (parliamo dei programmi «Sostegno all'editoria», «Ricerca di base e applicata» e «Attività ricreative e sport»). Per i dati relativi all'andamento delle spese relative a questi programmi, rinvio alla documentazione del Servizio studi.
  Un altro programma di interesse della Commissione è contenuto nello stato di previsione della spesa del Ministero dello sviluppo economico: si tratta del Programma «Servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali». Anche per questo programma rinvio alla documentazione del Servizio studi.
  Veniamo adesso al disegno di legge di ASSESTAMENTO DEL BILANCIO 2018.
  Cominciamo anche questa volta dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Nella legge di bilancio per il 2018 (ossia la legge 27 dicembre 2017, n. 205) le previsioni iniziali di spesa per questo Ministero erano pari a 57.266,1 milioni in conto competenza e a 57.555,1 milioni in conto cassa. In particolare, le previsioni di competenza riguardavano per 54.139,5 milioni la parte corrente e per 3.109 milioni il conto capitale, cui si aggiungevano 17,6 milioni per il rimborso di passività finanziarie; a sua volta, le previsioni di cassa riguardavano 54.209,5 milioni di parte corrente, 3.328 milioni in conto capitale e 17,6 milioni per il rimborso di passività finanziarie.
  Analizzando il dettaglio delle missioni del Ministero, le previsioni di competenza erano così suddivise: Istruzione scolastica 46.312,6 milioni; Istruzione universitaria e formazione post-universitaria 8.231 milioni; Ricerca e innovazione 2.363,6 milioni; Servizi istituzionali e generali 359 milioni.
  A fronte di queste previsioni iniziali, le previsioni assestate per il 2018 – come esposte dal disegno di legge in esame – risentono innanzitutto delle variazioni di bilancio già introdotte dal Governo con atti amministrativi nel periodo gennaio-maggio 2018. In particolare, gli atti amministrativi hanno prodotto un aumento delle dotazioni di competenza di 49,6 milioni e un aumento delle dotazioni di cassa di 113,3 milioni. Le variazioni sono dipese – secondo quanto chiarisce la documentazione Pag. 133allegata al disegno di legge – da cause varie, tra cui la ripartizione delle scelte dei contribuenti per la devoluzione del cinque per mille.
  A queste variazioni già intervenute con atti amministrativi, si aggiungono le variazioni che il Governo propone ora di introdurre con il disegno di legge in esame, le quali comportano nel complesso un aumento di 35,6 milioni delle previsioni di competenza (di cui 21,9 milioni per spese di parte corrente e 13,7 milioni per spese in conto capitale) e di 435,6 milioni delle autorizzazioni di cassa (di cui 367,7 milioni per spese di parte corrente e 67,9 milioni per spese in conto capitale). Per quanto riguarda i residui, le variazioni proposte comportano un incremento di 1.266,1 milioni (di cui 814,2 milioni di parte corrente, 451,9 milioni per spese in conto capitale).
  A un'analisi di maggiore dettaglio risulta che la missione Istruzione scolastica vede un incremento di 294,2 milioni in termini di competenza e di 630 milioni in termini di cassa; la missione Istruzione universitaria e formazione post-universitaria vede un aumento di 59,9 milioni in termini di sola cassa; la missione Ricerca e innovazione vede un incremento di 4,2 di cassa; e la missione Servizi istituzionali e generali subisce un decremento di 258,6 milioni in termini sia di cassa, sia di competenza.
  In definitiva, sommando le variazioni già intervenute per atto amministrativo e quelle proposte con il disegno di legge di assestamento, le previsioni di bilancio per l'esercizio 2018 – articolate per Missioni – risultano assestate come segue: Istruzione scolastica passa a 46.610,7 milioni di competenza e a 47.073,2 milioni di cassa; Istruzione universitaria e formazione post-universitaria passa a 8.244,6 milioni di competenza e a 8.354,5 milioni di cassa; Ricerca e innovazione passa a 2.394,9 milioni di competenza e a 2.572,8 milioni di cassa; infine Servizi istituzionali e generali passa a 101,1 milioni di competenza e a 103,6 milioni di cassa. Nel complesso le variazioni di competenza consistono in un aumento di 57.351,4 milioni e quelle di cassa in un aumento di 58.104,1 milioni.
  Per un confronto tra previsioni iniziali e previsioni assestate riferite ai singoli programmi delle quattro missioni del Ministero, rinvio alla documentazione predisposta dal Servizio studi. Mi limito a dire che la principale variazione in conto competenza riguarda il programma 1.5 (Realizzazione degli indirizzi e delle politiche in ambito territoriale in materia di istruzione) della Missione 1 (Istruzione scolastica), che registra un incremento di 264,9 milioni. Variazioni positive interessano anche le missioni 2 e 3, mentre variazioni negative si registrano per la missione 4 (Servizi istituzionali e generali), che decrementa di 257,9 milioni. Quanto alle variazioni in conto cassa, alla missione Istruzione scolastica fanno capo le principali variazioni positive (con un incremento di 631,6 milioni). Variazioni positive intervengono anche per le missioni 2 e 3, mentre variazioni negative, anche in conto cassa, si registrano per la Missione 4.
  Ancor più in dettaglio, emerge che, rispetto alle previsioni di inizio anno, gli stanziamenti per il Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche aumentano di 2,8 milioni in conto competenza e di 102,4 milioni in conto cassa, risultando complessivamente pari a 878,5 milioni in conto competenza e a 998,0 in conto cassa.
  La dotazione del Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) aumenta di 8,7 milioni sia in conto competenza sia in conto cassa, risultando pari a 7.327,2 milioni in conto competenza e a 7.377,2 milioni in conto cassa.
  Le risorse del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio universitarie subiscono variazioni solo in conto cassa, salendo di 40,1 milioni e risultando pari a 234,2 milioni in conto competenza e a 274,3 milioni in conto cassa.
  Il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca (FOE) – del quale la Commissione sta esaminando lo schema di decreto di riparto – non subisce variazioni Pag. 134in conto competenza, mentre registra un decremento in conto cassa di 1,3 milioni, risultando quindi pari a 1.697,3 milioni in conto competenza e a 1.746,1 milioni in conto cassa.
  Le risorse del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) registrano variazioni in aumento per 26,3 milioni in conto competenza e per 53,6 milioni in conto cassa, risultando pari a 109,6 milioni in conto competenza e a 166,9 milioni in conto cassa.
  Passiamo ora al Ministero dei beni e delle attività culturali.
  Ricordo che il dicastero ha nel frattempo perso la competenza in materia di turismo, per effetto del già ricordato decreto-legge n. 86 del 12 luglio 2018. Il turismo, peraltro, non rientra tra le competenze di questa Commissione, bensì della X Commissione. Farò quindi riferimento alla missione Turismo solo per completezza dell'esposizione.
  Ricordo che nella legge di bilancio per il 2018 lo stato di previsione della spesa di questo Ministero recava previsioni iniziali di spesa in conto competenza per complessivi 2.442,1 milioni (di cui 1.679,7 milioni di parte corrente, 714,9 milioni di parte capitale e 47,5 milioni per rimborso passività finanziarie) e previsioni inziali in conto cassa per complessivi 2.759,0 milioni (di cui 1.932,5 milioni di parte corrente, 779 milioni di parte capitale e 47,5 milioni per rimborso di passività finanziarie. Le dotazioni erano così suddivise tra le missioni del Ministero: Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici 2.278,2 milioni di competenza e 2.577,1 milioni di cassa; Ricerca e innovazione, 24,4 milioni di competenza e 24,3 milioni di cassa; Turismo, 46,8 milioni di competenza e 61,2 milioni di cassa; Servizi istituzionali e generali, 92,8 milioni di competenza e 96,4 milioni di cassa.
  La consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2018, come stimata nel progetto di legge di bilancio presentato al Parlamento, era pari a 377,1 milioni (di cui 263,2 milioni per la parte corrente e 113,9 milioni in conto capitale).
  Venendo adesso alle previsioni assestate di metà esercizio, anche in questo caso occorre innanzitutto considerare le variazioni introdotte in forza di atti amministrativi nel periodo gennaio-maggio 2018, le quali hanno comportato un incremento delle dotazioni di competenza pari a 23,3 milioni e un incremento di quelle di cassa pari a 46,5 milioni. Le variazioni sono dipese tra l'altro – come chiarisce la documentazione trasmessa dal Governo, cui si rimanda – dall'attuazione della legge n. 175 del 2017, in materia di riordino dello spettacolo, dalla ripartizione delle scelte dei contribuenti per la devoluzione del 5 per mille, nonché dall'attuazione della legge n. 226 del 2017, riguardante le celebrazioni dell'anno ovidiano.
  Quanto alle variazioni proposte dal Governo con il disegno di legge di assestamento, queste comportano – a meno di modifiche nel corso dell’iter di approvazione della legge – un incremento di 41,2 milioni delle previsioni di competenza (principalmente in conto capitale) e un incremento di 45,5 milioni delle autorizzazioni di cassa (anch'esso attribuibile principalmente alle spese di conto capitale). Per quanto riguarda i residui, le variazioni proposte comportano un incremento di 432 milioni (di cui 218 milioni di parte corrente e 214 milioni per spese in conto capitale).
  Venendo ad un'analisi per missioni, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento sono le seguenti: Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici aumenta di 46,1 milioni di competenza e 60 milioni di cassa; Ricerca e innovazione non subisce variazioni; Turismo non subisce variazioni di competenza, ma vede un decremento di 9,1 milioni in termini di autorizzazioni di cassa; Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche subisce un decremento sia di competenza sia di cassa di 5 milioni.
  Ricapitolando il tutto, risulta che, per effetto delle variazioni già intervenute con atti amministrativi e di quelle proposte con il disegno di legge di assestamento, le previsioni di bilancio per l'esercizio 2018 Pag. 135– articolate per missioni – sono le seguenti: Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici, 2.348,1 milioni di competenza e 2.660,5 milioni di cassa; Ricerca e innovazione, 25 milioni di competenza e di cassa; Turismo, 46,9 milioni di competenza e 52,2 milioni di cassa; Servizi istituzionali e generali, 86,6 milioni di cassa e 113,1 milioni di competenza.
  Per il confronto tra le previsioni iniziali e le previsioni assestate per il 2018 riferite ai singoli programmi, rinvio alla documentazione predisposta dagli uffici.
  Mi limito ad evidenziare che le principali variazioni positive in conto competenza riguardano la Missione 1. (Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici), che vede un aumento di 69,9 milioni. In particolare, si registra un incremento relativamente ai programmi: 1.11 Sostegno, valorizzazione e tutela del settore cinema e audiovisivo (+37,5 milioni); 1.1 Sostegno, valorizzazione e tutela del settore dello spettacolo dal vivo (+11 milioni); 1.7 Valorizzazione del patrimonio culturale e coordinamento del sistema museale (+8,5 milioni); 1.4 Tutela e valorizzazione dei beni archivistici (+5,3 milioni); 1.3 Tutela dei beni archeologici (+3,9 milioni); 1.5 Tutela e valorizzazione dei beni librari, promozione e sostegno del libro e dell'editoria (+3,8 milioni); 1.10 Tutela e promozione dell'arte e dell'architettura contemporanee e delle periferie urbane (+1 milione). Una diminuzione degli stanziamenti riguarda, invece, il programma 1.9 Tutela del patrimonio culturale (-2,9 milioni).
  Più in particolare, le previsioni assestate relative al Fondo unico dello spettacolo (FUS) registrano variazioni positive rispetto alle previsioni iniziali (+11,5 milioni). In base alle previsioni assestate, pertanto, la consistenza del Fondo è pari a 343,2 milioni in conto competenza e a 370,4 milioni in conto cassa.
  Le risorse del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo subiscono un incremento di 37 milioni in conto competenza e di 38,7 milioni in conto cassa, risultando pari complessivamente a 271 milioni in conto competenza e a 272,7 milioni in conto cassa. In particolare, la documentazione del Governo evidenzia che le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento servono ad adeguare lo stanziamento del Fondo alle entrate effettivamente incassate dal bilancio dello Stato, registrate nel 2017, derivanti dal versamento delle imposte ai fini IRES e IVA, nei settori di attività di cui all'articolo 13, comma 2, della legge n. 220 del 2016. Si registrano variazioni positive anche per quanto concerne le Missioni 2. Ricerca e innovazione (+ 0,7 milioni) e 3. Turismo (+ 0,1 milioni). Variazioni negative sono riscontrabili, invece, per la Missione. 4. Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche (- 6,2 milioni).
  Per quanto riguarda le variazioni in conto cassa, anche in questo caso le principali variazioni sono attribuibili alla Missione 1. Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici (+83,4 milioni) e sono dovute principalmente all'incremento sui seguenti programmi: 1.11 Sostegno, valorizzazione e tutela del settore cinema e audiovisivo (+39,6 milioni); 1.1 Sostegno, valorizzazione e tutela del settore dello spettacolo dal vivo (+23,5 milioni); 1.4 Tutela e valorizzazione dei beni archivistici (+14,6 milioni); 1.7 Valorizzazione del patrimonio culturale e coordinamento del sistema museale (+13,4 milioni). Una diminuzione degli stanziamenti riguarda, invece, anche in tal caso, il programma 1.9 Tutela del patrimonio culturale (-18,4 milioni).
  Variazioni positive intervengono anche nell'ambito delle Missioni 4. Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche (+16,8 milioni) e 2. Ricerca e innovazione (+0,7 milioni). Variazioni negative sono riscontrabili, invece, per la Missione 3. Turismo (- 9,0 milioni).
  Per quanto riguarda, infine, gli altri stanziamenti di interesse della Commissione cultura, collocati in stati di previsione della spesa diversi da quelli dei due principali Ministeri di riferimento, rinvio Pag. 136alla documentazione predisposta dagli uffici, che espone i raffronti tra previsioni iniziali e previsioni assestate.
  Mi limito a segnalare che nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze viene proposta una dotazione di 8,5 milioni del capitolo recante le somme da corrispondere alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche dello sport.