CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 ottobre 2017
885.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
ALLEGATO

ALLEGATO

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis, Allegati e Annesso).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VI Commissione Finanze,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5-bis, Allegati e Annesso);
   rilevato come l'elemento politicamente più rilevante della Nota sia costituito dalla revisione al rialzo delle stime sull'andamento dell'economia italiana per il 2017 e per il triennio 2018-2020 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile (dall'1,1 all'1,5 per cento nel 2017, dall'1 all'1,2 per cento nel 2018, dall'1,1 all'1,2 per cento nel 2019 e dall'1,1 all'1,3 per cento nel 2020), grazie soprattutto alla crescita dei consumi privati, degli investimenti e delle esportazioni, nonché al miglioramento delle condizioni del mercato del credito;
   rilevato come il miglioramento delle stime del PIL dimostri che i segnali di ripresa economica già emersi negli ultimi anni si stanno ormai consolidando, aprendo la concreta possibilità di considerare stabilmente superata la grave crisi economica che ha caratterizzato l'ultimo decennio;
   segnalato come il rafforzamento dell'economia italiana, in un contesto di crescita più dinamica a livello europeo e globale, sia certamente il frutto, oltre che del ridimensionamento dei timori legati agli esiti del referendum sulla Brexit e alle elezioni negli USA, nonché della politica monetaria realizzata dalla Banca centrale europea, anche delle efficaci misure di politica economica poste in atto nel corso di questa Legislatura;
   condivisa pienamente l'estrema prudenza seguita dal Governo nel corso di questa Legislatura nel definire le previsioni relative all'andamento del PIL e delle altre variabili macroeconomiche, a testimonianza di un atteggiamento responsabile che ha consentito di assicurare credibilità, anche a livello europeo e internazionale, alle indicazioni programmatiche dello stesso Esecutivo e di registrare a consuntivo risultati spesso più favorevoli di quelli ipotizzati inizialmente;
   segnalato come i dati indicati dalla Nota evidenzino una riduzione dei valori di consuntivo per il 2016 relativi alla pressione fiscale (dal 42,9 per cento previsto dal DEF al 42,7 per cento), nonché negli anni 2018-2020 (dal 42,8 al 42,7 per cento nel 2018 e nel 2019 e dal 42,4 al 42,3 nel 2020), riduzione che risulta ancora più marcata considerando le misure riguardanti l'erogazione del beneficio degli 80 euro (dal 42,1 per cento nel 2016 al 41,8 per cento nel 2020);
   evidenziato come le previsioni di gettito relative alle entrate tributarie abbiano subito, in valore assoluto, una generale revisione al rialzo, attribuibile, nel 2017, in via prevalente alle imposte indirette e, negli anni 2018-2020, alle imposte dirette;
   segnalato in particolare, per quanto concerne il gettito delle imposte indirette, come tale aumento sia imputabile, oltre che all'andamento positivo del quadro macroeconomico, agli interventi recati dal decreto-legge n. 50 del 2017, quali, in particolare, l'estensione delle transazioni cui si applica il meccanismo dello split Pag. 114payment, le regole più stringenti per il contrasto alle compensazioni indebite per l'IVA, l'aumento delle accise sui tabacchi e l'inasprimento dei prelievi sui giochi;
   rilevato come le positive previsioni del quadro economico tendenziale indicato nella Nota scontino ancora gli effetti sull'economia delle clausole di salvaguardia, le quali prevedrebbero aumenti di imposte indirette per il 2018 e 2019, e come lo scenario programmatico incorpori l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2018;
   sottolineata positivamente la scelta strategica del Governo di procedere con la prossima legge di bilancio a disattivare le predette clausole di salvaguardia, relativamente al 2018, confermando le decisioni in merito costantemente adottate durante tutta la Legislatura, con un impatto positivo sul PIL pari a circa lo 0,3 per cento nel triennio;
   evidenziato come la richiamata decisione del Governo di evitare l'entrata in vigore nel 2018 degli aumenti IVA previsti dalla legislazione vigente, in parte già disattivati, nonché di mantenere gli incentivi fiscali per il settore privato già previsti da precedenti disposizioni normative risponda, almeno in parte, alla Raccomandazione n. 1 formulata nei confronti dell'Italia dal Consiglio ECOFIN, con cui si chiede, tra l'altro, di trasferire il carico fiscale gravante sui fattori produttivi verso imposte meno penalizzanti per la crescita;
   segnalato come un ulteriore ruolo positivo ai fini del sostegno alla crescita e dell'incentivazione agli investimenti potrà essere fornito dall'insieme di misure di agevolazione fiscale e di rinnovamento tecnologico volte a supportare gli investimenti innovativi e la competitività del tessuto produttivo imprenditoriale italiano, identificate nel Piano Industria 4.0, tra i quali si evidenziano in particolare: il «super ammortamento» e «l'iper ammortamento» dei beni strumentali ad alto contenuto tecnologico; gli interventi di sostegno alle startup innovative; l'introduzione dello strumento dei PIR (Piani individuali di risparmio a lungo termine); la disciplina agevolativa degli investimenti a lungo termine nel capitale delle imprese; la disciplina del patent box; il credito di imposta per sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo; le nuove disposizioni a sostegno della finanza d'impresa consistenti nel rafforzamento dell'operatività del Fondo di garanzia per le PMI, con l'intervento di risorse a controgaranzia di Cassa depositi e prestiti nell'ambito del cosiddetto Piano Junker; la riforma organica, peraltro ancora in itinere, della disciplina delle crisi di impresa e dell'insolvenza;
   segnalato altresì come anche gli altri interventi in materia tributaria adottati dal Governo nel corso del 2017 (principalmente con il decreto-legge n. 50 del 2017) si pongano in sintonia con gli obiettivi indicati dalla richiamata Raccomandazione n. 1, in particolare laddove si sono apportate modifiche al regime dell'Imposta sul Reddito d'Impresa (IRI), si è introdotta la cosiddetta web tax, per definire i debiti tributari in relazione alla eventuale stabile organizzazione di società non residenti che appartengono a gruppi multinazionali, si è aumentato il prelievo erariale unico su alcune tipologie di gioco lecito;
   condivisa l'intenzione del Governo di proseguire nel prossimo disegno di legge di bilancio 2018 gli interventi per ridurre il carico fiscale sui fattori produttivi e sostenere la crescita, tra i quali potranno risultare particolarmente efficaci il mantenimento selettivo degli incentivi fiscali per gli investimenti nel settore privato già vigenti, l'allocazione di nuove risorse per gli investimenti pubblici e gli interventi di decontribuzione del lavoro;
   rilevato come, in attuazione del comma 5-bis dell'articolo 10-bis della legge n. 196 del 2009 (legge di contabilità), alla Nota sia per la prima volta allegato (nell'Allegato II) il Rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali (cosiddette tax expenditures), nel Pag. 115quale sono indicati gli interventi volti a ridurre, eliminare o riformare le spese fiscali in tutto o in parte ingiustificate o superate alla luce delle mutate esigenze sociali o economiche ovvero che si sovrappongono a programmi di spesa aventi le stesse finalità, che il Governo intende attuare con la manovra di finanza pubblica, anche in questo caso in piena consonanza con la già richiamata Raccomandazione n. 1 del Consiglio ECOFIN, segnatamente laddove essa chiede di ridurre il numero e l'entità delle agevolazioni fiscali;
   condivisa l'indicazione, contenuta nel predetto Rapporto programmatico sulle spese fiscali, di collocare l'azione di riordino delle agevolazioni fiscali nel più ampio quadro delle riforme strutturali che il nostro Paese ha avviato in questa Legislatura e nel contesto della riforma fiscale, superando le esigenze contingenti di consolidamento dei conti pubblici e puntando a razionalizzare l'intero complesso delle spese fiscali;
   richiamato altresì come le misure per ridurre e bilanciare meglio il carico fiscale sui contribuenti non possano prescindere dai provvedimenti per migliorare l'efficacia della riscossione, tra i quali si segnalano: il riassetto organizzativo del settore attraverso la creazione dell'ente pubblico economico Agenzia delle entrate-Riscossione, che potrà svolgere le attività di riscossione delle entrate tributarie o patrimoniali di tutte le amministrazioni locali e delle società da esse partecipate; l'ampliamento dei limiti di pignorabilità degli immobili da parte dell'agente della riscossione; l'estensione dell'ambito operativo dello split payment ai fini IVA; le misure per il contrasto alle indebite compensazioni d'imposta; la definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti in cui è parte l'Agenzia delle Entrate; la proroga dei termini per la cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali; l'estensione a tutto il territorio nazionale del processo tributario telematico;
   segnalata la rilevanza, ai fini di una corretta impostazione delle politiche in materia, del Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, allegato alla Nota di aggiornamento (Allegato III), in quanto esso, oltre a indicare i dati relativi al recupero delle somme evase, fornisce le stime del cosiddetto tax gap (vale a dire della differenza tra gettito teorico e gettito effettivo) relativo alle entrate tributarie e contributive;
   rilevato in particolare come il predetto Rapporto consenta di valutare il tax gap per il 76 per cento della quota di entrate soggette a evasione, facendo emergere che, in media, nel triennio 2012 – 2014, il gap complessivo è stato pari a circa 107,7 miliardi di euro annui, di cui 97 miliardi di mancate entrate tributarie ed evidenziando come nel 2015 il tax gap tenda sostanzialmente a calare rispetto ai valori per il 2014, nella misura di 4,5 miliardi di euro (pari al 4,2 per cento), di cui 3,9 miliardi circa per le entrate tributarie, riducendosi sensibilmente soprattutto per quanto riguarda l'IRES (-1,6 punti percentuali), l'IVA (-1,2 punti percentuali) e l'IRAP (-0,8 punti percentuali);
   sottolineato come anche i predetti dati sull'andamento del tax gap confermino i positivi risultati delle azioni di prevenzione e contrasto dell'evasione fiscale e contributiva, che, relativamente all'attività dell'Agenzia delle entrate, hanno reso possibile nel corso del 2016 il recupero di somme evase pari a 19 miliardi di euro (di cui 4,8 miliardi derivanti dalla riscossione coattiva, 13,7 dai versamenti diretti e 461 milioni dalle iniziative relative all'attività di promozione della compliance, ovvero, secondo una diversa scomposizione, 10,5 miliardi derivanti dall'attività di accertamento e di controllo formale, 8 miliardi dall'attività di controllo automatizzato delle dichiarazioni e 0,5 da versamenti spontanei), con un incremento del 28 per cento rispetto al 2015;
   segnalato in tale contesto il forte incremento, nel 2016, delle misure per il miglioramento della compliance fiscale spontanea, legate in particolare all'invio di Pag. 116un numero molto elevato (oltre 420.000) di comunicazioni ai contribuenti che avevano omesso di riportare in dichiarazione una parte del loro reddito complessivo o che non avevano presentato la dichiarazione dei redditi, consentendo in tal modo di sanare tempestivamente la loro posizione, e all'introduzione degli indici sintetici di affidabilità fiscale, che gradualmente sostituiranno parametri e studi di settore;
   evidenziato altresì l'elevato livello di adesione allo strumento della voluntary disclosure, che ha consentito di far emergere investimenti e attività estere di natura finanziaria, per un valore complessivo di circa 61,7 miliardi di euro;
   evidenziato come l'introduzione della fatturazione elettronica abbia consentito di ridurre i tempi medi di pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, proseguendo nel processo di eliminazione dei ritardi nei pagamenti della PA, il quale dovrà peraltro ulteriormente progredire, ad esempio attraverso del sistema SIOPE+, che consente l'acquisizione automatica dei dati dei pagamenti di tutte le amministrazioni, sia centrali sia territoriali;
   condiviso in tale quadro generale l'obiettivo, indicato dal Governo, di sviluppare ulteriormente lo strumento della fatturazione elettronica anche in ambito tributario, ad esempio prevedendo l'introduzione del regime di fatturazione elettronica obbligatoria attraverso il Sistema di interscambio anche tra soggetti IVA (B2B) e nei confronti dei consumatori (B2C), atteso che tale misura consentirebbe un'ulteriore recupero di gettito e la soppressione dell'attuale obbligo di trasmissione telematica dei dati delle fatture, che rappresenta un onere aggiuntivo per le imprese;
   rilevati altresì positivamente i risultati delle attività di verifica e di controllo ottenuti nel 2016 dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli, che hanno consentito di riscuotere circa 34 miliardi di euro nel settore dei prodotti e delle risorse naturali soggetti ad accisa, nonché di contrastare le pratiche illegali nel comparto del gioco pubblico, riscuotendo 10,5 miliardi di euro;
   evidenziato l'impegno nelle attività di controllo e verifica profuso dal Corpo della Guardia di Finanza, che, tra l'altro, nel 2016 ha sequestrato disponibilità patrimoniali e finanziarie per circa 781 milioni, frutto di 1.663 casi di evasione fiscale internazionale, e ha individuato duemila casi di frodi all'IVA, con un'IVA evasa scoperta ammontante a 5,4 miliardi;
   rilevato come le maggiori entrate derivanti dalle predette attività di contrasto dell'evasione fiscale abbiano consentito di destinare al Fondo per la riduzione della pressione fiscale un ammontare aggiuntivo di risorse valutato prudenzialmente dal Governo in 370 milioni di euro;
   evidenziato quindi come la recente approvazione della legge n. 124 del 2017 – Legge annuale per il mercato e la concorrenza, raccolga l'indicazione contenuta nella Raccomandazione n. 2 formulata nei confronti dell'Italia dal Consiglio ECOFIN, in cui si evidenzia, tra l'altro, la necessità di adottare e attuare rapidamente la predetta legge sulla concorrenza, la quale potrà determinare effetti positivi, tra gli altri, sui settori delle assicurazioni, segnatamente per quanto riguarda il cruciale comparto delle assicurazioni RC auto (in termini di contrasto alle frodi, possibilità di sconti per i consumatori e trasparenza), dei fondi pensione e delle banche, con potenziali effetti positivi in termini di miglioramento del prodotto interno lordo;
   richiamate altresì le misure già adottate per corrispondere alla Raccomandazione n. 3 formulata nei confronti dell'Italia dal Consiglio ECOFIN, con cui si sollecita l'Italia ad accelerare la riduzione dello stock dei crediti deteriorati delle banche e a rafforzare gli incentivi alla ristrutturazione e al risanamento dei bilanci bancari, tra le quali si rammentano l'istituzione di un Fondo ad hoc di 20 miliardi per la copertura degli interventi di rafforzamento patrimoniale di taluni istituti di credito e per la concessione di Pag. 117garanzie pubbliche su passività di nuova emissione, nonché l'erogazione di liquidità di emergenza; le misure contenute nel decreto-legge n. 50 del 2017 per il potenziamento del mercato dei crediti deteriorati di banche e intermediari finanziari; gli strumenti di ristoro previsti per i detentori di obbligazioni subordinate diversi dagli investitori professionali; le norme per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca contenute nel decreto-legge n. 99 del 2017;
   rilevato a tale ultimo proposito come le riforme intraprese nell'ultimo biennio sul sistema bancario, nonché i richiamati interventi per risolvere la crisi di alcune banche, abbiano contribuito in modo significativo al miglioramento delle condizioni del mercato del credito, determinando un minor costo e un più agevole accesso al credito, evidenziato dalla crescita dei prestiti alle famiglie e, in minor misura, alle imprese, e costituendo quindi uno dei fattori di impulso alla ripresa dell'economia nazionale;
   valutato altresì positivamente l'avvio della fase di attuazione delle norme in materia di educazione finanziaria previste dall'articolo 24-bis del decreto-legge n. 237 del 2016, il quale ha ripreso sostanzialmente il contenuto della proposta di legge C. 3666, esaminata in sede referente dalla Commissione Finanze della Camera, portando alla recente attivazione del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, con l'obiettivo di promuovere e programmare iniziative di sensibilizzazione ed educazione dei risparmiatori;
   segnalata l'esigenza di proseguire nel processo di rafforzamento dei presidi di vigilanza, di trasparenza e di tutela dei risparmiatori nei mercati degli strumenti finanziari, nonché nei rapporti con gli istituti di credito, evidenziando a tale riguardo la recente approvazione del decreto legislativo n. 129 del 2017, recante attuazione della direttiva 2014/65/UE relativa ai mercati degli strumenti finanziari, oltre che l'approvazione del decreto legislativo n. 37 del 2017, con cui è stato completato il recepimento della direttiva 2014/92/UE, relativamente alla disciplina dei conti di pagamento, entrambi esaminati dalla Commissione Finanze ai fini del parere al Governo,
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PARERE FAVOREVOLE.