CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 18 luglio 2017
854.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO

Indagine conoscitiva sull'emergenza idrica e sulle misure necessarie per affrontarla.

PROGRAMMA

  Nel corso degli ultimi giorni si è decisamente aggravata l'emergenza idrica che sta interessando ampie zone del Paese, a causa della perdurante mancanza di precipitazioni e delle concomitanti elevate temperature.
  Si tratta di fenomeni che fanno seguito ad un inverno particolarmente poco piovoso, se si considera che le precipitazioni in Italia sono risultate sotto la media lungo tutto l'inverno con un picco negativo a dicembre, in cui è caduto addirittura il 67 per cento di acqua in meno sulla penisola.
  Risulterebbe che, nei primi cinque mesi di quest'anno, si siano registrati aumenti delle temperature medie minime e massime nell'ordine di oltre un grado, le precipitazioni siano calate del 30-33 per cento e l'evapotraspirazione (la grandezza che misura quanta acqua passa allo stato di vapore dal terreno) sia aumentata tra l'8 ed il 16 per cento rispetto alla media stagionale.
  Come evidenziato dagli Osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici, istituiti nel luglio 2016, su iniziativa del Ministero dell'ambiente, gli effetti di tale carenza idrica sono risultati particolarmente evidenti nei distretti idrografici padano e delle Alpi orientali, nonché in alcune porzioni territoriali di altri distretti nazionali, come sul lago di Bracciano nel Lazio.
  Quanto in particolare alla situazione del bacino idrografico del Po, dal quale dipende il 35 per cento della produzione agricola nazionale, come risulterebbe dai dati diffusi negli ultimi giorni, il livello idrografico è inferiore di quasi un metro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quanto alle prospettive, il 27 aprile scorso, in risposta ad un'interrogazione svoltasi presso la Commissione Ambiente (5-11150), il rappresentante del Governo ha fatto presente che, secondo quanto riferito dall'Autorità di Bacino del fiume Po, il quadro climatico osservato nell'ultimo ventennio e previsto per il futuro, unitamente al quadro degli usi presente e previsto nel distretto del fiume Po, sono tali da configurare una situazione di criticità crescente sia sotto il profilo della siccità che sotto il profilo della carenza idrica.
  Il prolungato periodo di siccità e la situazione di grave emergenza idrica hanno comportato la dichiarazione dello stato di emergenza, con delibera del Consiglio dei ministri del 22 giugno 2017, in relazione alla crisi di approvvigionamento idrico ad uso idropotabile nel territorio delle province di Parma e di Piacenza.
  Nell'Italia centrale, la situazione più delicata è certamente quella che coinvolge la città di Roma ed i comuni limitrofi, collegata, in particolare, con la condizione del lago di Bracciano, riserva idrica di emergenza della capitale, il cui livello è, secondo i dati di fine giugno, tredici centimetri sotto lo zero idrometrico.
  La crisi idrica in atto non rappresenta un fenomeno isolato né recente, considerato che negli ultimi decenni si è venuta a delineare in Italia una situazione meteo-climatica caratterizzata da una generalizzata diminuzione delle precipitazioni. A tale situazione deve aggiungersi il fenomeno che sta interessando i ghiacciai delle Alpi: come riportato nel quadro di sintesi Pag. 72delle principali statistiche sulle risorse idriche predisposto dall'Istat, il 22 marzo scorso, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua, il ghiaccio perso sull'arco alpino dagli anni ’80 a oggi corrisponde, in termini di volume d'acqua, a circa quattro volte la capacità del Lago Maggiore.
   Diverse sono state le emergenze idriche degli ultimi anni – oltre alla presente –, le più gravi delle quali si sono verificate nell'estate del 2002 e nelle estati del 2003 e del 2006, coinvolgendo non più soltanto il Sud, tradizionalmente e periodicamente afflitto dalla cronica crisi idrica, ma anche le regioni settentrionali del Paese, abituate a risorse idriche considerate fino ad allora inesauribili.
  In considerazione dell'innalzamento delle temperature e del riscaldamento globale del pianeta, l'adozione di politiche più efficaci – sia sul fronte della mitigazione dei processi in atto che sul fronte dell'adattamento agli stessi – appare necessaria. Per quanto attiene in particolare alla pianificazione in materia di risorse idriche, risulta indispensabile considerare le evidenze relative alla maggiore probabilità di eventi estremi legati alla siccità, all'aumentata frequenza di condizioni di stress idrico e minore certezza di disponibilità di risorsa. Pertanto appare indispensabile che, a fronte delle misure immediate assunte nella attuale situazione, si mettano a punto interventi di medio e lungo termine per affrontare il tema della scarsità idrica, in particolare nel quadro del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici che è in via di elaborazione da parte del Ministero dell'ambiente.
  Oltre alle conseguenze determinate dal fenomeno siccitoso e dalla vulnerabilità del Paese al fenomeno dei cambiamenti climatici, è necessario considerare le criticità del sistema idrico nazionale, in primo luogo a motivo degli elevati consumi di acqua nel settore agricolo. Sulla base dei dati dell'Istat, infatti, i prelievi di acqua effettuati nel 2012 sono stati destinati per il 46,8 per cento all'irrigazione delle coltivazioni, per il 27,8 per cento a usi civili, per il 17,8 per cento a usi industriali, per il 4,7 per cento alla produzione di energia termoelettrica e per il restante 2,9 per cento alla zootecnia.
  Un'altra criticità del sistema idrico italiano è rappresentata dalla vetustà delle reti e degli acquedotti, che causa elevate perdite. Secondo l'Istat nel 2015 è andato disperso il 38,2 percento dell'acqua immessa nelle reti di distribuzione dell'acqua potabile dei comuni capoluogo di provincia (rispetto al 35,6 percento del 2012), non raggiungendo pertanto gli utenti finali.
  Nella Relazione annuale sullo stato dei servizi, presentata dall'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico nel 2016, sono riportati dati riguardanti la vetustà e il non adeguato stato di conservazione di reti e impianti gestiti: il 36 per cento delle condotte risulta avere un'età compresa tra i 31 e i 50 anni, mentre il 24 per cento è caratterizzato da un'età maggiore ai 50 anni, a fronte di una vita utile considerata ai fini regolatori pari a 40 anni. Peraltro, con riferimento agli interventi eseguiti sulle reti di distribuzione, l'Autorità segnala, pur con le necessarie cautele, una generalizzata attività di riparazione di guasti, piuttosto che di progressivo sviluppo e messa in sicurezza dell'infrastruttura; infatti, sul totale degli interventi compiuti, è emersa una incidenza preponderante, pari al 92 per cento, degli interventi di riparazione/sostituzione non programmati.
  Considerata la rilevanza della questione, appare pertanto opportuno svolgere un'indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, finalizzata a:
   acquisire elementi di informazione e dati sullo stato della emergenza idrica, nonché sulla sua evoluzione e sulle variazioni rispetto agli anni precedenti;
   valutare l'efficacia delle misure adottate ed a individuare ulteriori misure, anche nell'ambito di appositi strumenti di pianificazione e di programmazione degli interventi;
   acquisire elementi di informazione sul quadro degli investimenti programmati, Pag. 73realizzati e in corso di realizzazione, destinati al miglioramento delle reti.

  L'indagine si articolerà in una serie di audizioni che coinvolgerà i seguenti soggetti:
   Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
   Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;
   Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali;
   Conferenza dei Presidenti delle regioni e delle province autonome;
   Autorità per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico;
   Istituto Superiore della Sanità;
   Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale;
   Associazione Nazionale Comuni d'Italia;
   Autorità dei distretti idrografici;
   multiutilities attive nella gestione e nello sviluppo di reti e servizi nel settore dell'acqua;
   Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica (ANBI);
   Associazione Nazionale Autorità ed enti d'ambito (ANEA);
   ENEL;
   Forum italiano dei movimenti per l'acqua;
   associazioni agricole e ambientaliste;
   enti di ricerca;
   esperti del settore;
   organismi, enti, associazioni aventi competenze nel settore idrico.

  Il termine di conclusione dell'indagine conoscitiva è fissato al 31 dicembre 2017.