CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 marzo 2022
767.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Riduzione del numero dei componenti di organi parlamentari bicamerali. C. 3387 Baldelli.

PARERE APPROVATO

  La XI Commissione,

   esaminata, per quanto di competenza, la proposta di legge C. 3387 Baldelli, recante riduzione del numero dei componenti di organi parlamentari bicamerali;

   preso atto che la Commissione di merito non ha apportato modificazioni nel corso dell'esame in sede referente;

   rilevato che il provvedimento è volto a ridurre il numero dei componenti delle Commissioni parlamentari bicamerali, alla luce delle modifiche al numero di deputati e senatori introdotte dalla legge costituzionale n. 1 del 2020;

   considerato che la proposta di legge dispone la riduzione dei componenti dei seguenti organi bicamerali: la Commissione parlamentare per le questioni regionali (articolo 1); la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi (articolo 2); la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza (articolo 3); la Commissione parlamentare per la semplificazione (articolo 4); la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale (articolo 5); il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione (articolo 6); la Commissione parlamentare per il controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale (articolo 7); la Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria (articolo 8);

   osservato che, in particolare, l'articolo 7 dispone la riduzione dei componenti Commissione parlamentare per il controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale da nove senatori e nove deputati nominati in rappresentanza e proporzionalmente ai vari gruppi parlamentari dai Presidenti delle due Camere, come previsto dall'articolo 56, comma 1, della legge n. 88 del 1989, a sette senatori e sette deputati nominati, rispettivamente, dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

5-07430 Mura: Sull'accesso al Fondo nuove competenze anche per le imprese che già beneficiano di misure di sostegno per l'occupazione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il quesito oggetto dell'atto di sindacato ispettivo discusso in data odierna merita di essere affrontato al fine di chiarire le perplessità e le criticità avanzate.
  Il Fondo Nuovo Competenze istituito ai sensi dell'articolo 88 del decreto-legge n. 34 del 2020 eroga contributi finanziari in favore di tutti i datori di lavoro privati che abbiano stipulato, per mutate esigenze organizzative e produttive dall'impresa ovvero per favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori, accordi collettivi di rimodulazione dell'orario di lavoro per i quali le ore in riduzione dell'orario di lavoro sono destinate a percorsi di sviluppo delle competenze dei lavoratori. L'utilizzazione del Fondo nuovo competenze, rifinanziato per un ulteriore miliardo per il 2022, si integrano con il Programma GOL, al fine di rafforzare la qualificazione dei lavoratori, soprattutto di quelli più deboli e precari, ai margini del mercato del lavoro soprattutto per carenza di competenze.
  In particolare, dal punto di vista funzionale, il Fondo nuove competenze rimborsa il costo, comprensivo dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dell'azienda, delle ore di lavoro in riduzione destinate alla frequenza dei percorsi di sviluppo delle competenze da parte dei lavoratori.
  Il limite massimo delle ore per lo sviluppo delle competenze per ogni lavoratore è pari a 250.
  L'Avviso pubblicato nel novembre 2020, effettivamente prevede che «Il datore di lavoro che richiede il contributo a valere sul Fondo nuove competenze deve assicurare di non ricevere per il costo del lavoro delle stesse ore altri finanziamenti pubblici».
  In merito al quesito posto, sentito espressamente anche l'Anpal, non si rileva necessità di interventi correttivi in quanto il divieto di doppio finanziamento, previsto espressamente dalla normativa europea, prescrive che il medesimo costo non possa essere rimborsato due volte a valere su fonti di finanziamento pubbliche anche di diversa natura.
  Pertanto, nel caso di datori di lavoro che fruiscano di sgravi contributivi o di altri incentivi che incidono sulla retribuzione, non è ammissibile a contributo nell'ambito del Fondo nuove competenze quella parte di costo del lavoro a carico dell'azienda già coperta da altra sovvenzione pubblica. Sono, invece, ammissibili i costi orari per la parte non coperta da sovvenzioni pubbliche. A titolo esemplificativo, si richiama la fattispecie dell'apprendistato, per cui è già prevista, nell'ambito del vigente Avviso del Fondo in parola, l'ammissibilità a contributo del costo orario per la parte non coperta dallo sgravio contributivo previsto dalla normativa in materia.
  Analogamente, la fruizione dell'esonero contributivo Decontribuzione sud di cui all'articolo 1, commi 161-198, della legge n. 178 del 2020, peraltro preesistente al Fondo Nuove Competenze, non ha comportato l'esclusione dalla possibilità di presentare istanza per l'accesso al medesimo Fondo nuove competenze.
  Considerata l'importanza della questione segnalata e il ruolo che riveste lo strumento del Fondo nuove competenze, concludo assicurando che, in sede di predisposizione dei provvedimenti attuativi dell'articolo 11-ter del decreto-legge n. 146 del 2021, tale aspetto sarà disciplinato al fine di fugare ogni eventuale incertezza. È un impegno del Ministero del lavoro e dell'Anpal.
  Il Ministero del lavoro, infatti, nell'ambito dell'attuazione del PNRR, ha puntato Pag. 39sugli investimenti in materia di formazione, ritenendo tale asse di intervento uno degli snodi fondamentali per affrontare le trasformazioni dell'economia e garantire un lavoro di qualità. Per questo motivo è importante che lo strumento del Fondo nuove competenze funzioni correttamente per lo scopo cui è diretto.

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ALLEGATO 3

5-07424 Moschioni: Problematiche occupazionali derivanti dalla chiusura dello stabilimento di Flagogna della TTF.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole interrogante riporta la notizia della chiusura dal 1° febbraio 2022, da parte della FG Group di Torino, dello stabilimento di Flagogna della TTF (ex Lima).
  La FG Group SpA è attiva dal 1959 sul mercato dei trattamenti termici per conto terzi ed è certificata per il trattamento termico di componenti destinati ad aeromobili civili e militari.
  Attualmente fanno parte del Gruppo altre 5 aziende, situate nella provincia di Torino, in Emilia-Romagna ed in Friuli.
  Le imprese sono autonome sotto il profilo economico, ma risultano strettamente interconnesse per l'attuazione della politica della qualità.
  Premesso che le competenti strutture ministeriali non hanno ricevuto alcuna comunicazione né richiesta d'intervento su tale crisi aziendale, posso riferire quanto riportato da altre amministrazioni a vario titolo coinvolte.
  Al Ministero dell'interno risulta essere aperto un Tavolo di crisi riferito allo stabilimento di Flagogna presso la Confindustria Udine ove l'Organizzazione Sindacale Firn Cisl avrebbe presentato ai vertici aziendali una richiesta urgente di incontro per ottenere il ritiro del provvedimento di chiusura dell'azienda in oggetto.
  Con riferimento invece alle amministrazioni territoriali, la Regione Friuli-Venezia Giulia, nel confermare l'intervenuta cessazione di attività presso il sito di Forgaria (Udine), ha rappresentato come presso lo stabilimento in questione fossero occupati 6 dipendenti diretti e 3 somministrati.
  Da contatti avuti con le parti sociali, la Regione riferisce che i tre lavoratori somministrati si siano già rioccupati, mentre dei sei dipendenti diretti, uno si sarebbe dimesso, avendo un'occasione di ricollocazione immediata, per tre sarebbe stato sottoscritto un accordo collettivo di risoluzione consensuale in sede protetta con incentivo all'esodo e accesso alla Naspi, mentre i restanti due non avrebbero ritenuto di accedere a tale opzione, pur loro offerta.
  Conclude la Regione Friuli-Venezia Giulia dichiarando che risultano manifestazioni di interesse informali per una possibile acquisizione dello stabilimento.
  Relativamente alle tutele e alle misure di sostegno al reddito dei lavoratori coinvolti, faccio presente che, nell'ambito della riforma degli ammortizzatori sociali, è stato previsto una significativo rafforzamento dell'istituto della NASpI, prevedendo l'ampliamento della platea dei destinatari della prestazione di disoccupazione, la riduzione dei requisiti di accesso alla stessa, nonché la diversificazione, in base all'età anagrafica dell'assicurato, della decorrenza del meccanismo di décalage.
  Inoltre, nel condividere i timori dell'onorevole interrogante in ordine alla salvaguardia dei luoghi di montagna, vorrei però ricordare che il Consiglio dei Ministri il 10 marzo scorso ha approvato, in esame preliminare, un disegno di legge recante «Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane» che introduce misure organiche finalizzate a favorire lo sviluppo economico e la ripresa di tanti territori che avranno l'opportunità di diventare sempre più una risorsa per il Paese, prevedendo, tra le altre misure, l'introduzione di incentivi per le attività di lavoro e imprenditoriali nelle aree montane, al fine di favorire lo sviluppo economico e sociale delle zone Pag. 41montane, l'occupazione e il ripopolamento delle stesse.
  Non posso che confermare, in conclusione, l'impegno del Ministero del lavoro, se richiesto e per quanto di competenza, a sostenere le istituzioni locali nella promozione di ogni utile confronto con le parti sociali, affinché venga scongiurata la chiusura definitiva del sito di Forgaria, siano tutelati i livelli occupazionali e salvaguardato il tessuto produttivo dell'intero territorio.

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ALLEGATO 4

5-07433 Vallascas: Iniziative volte al riordino della gestione del patrimonio immobiliare e delle attività connesse alle liti giudiziarie dell'INPS al fine di renderle più efficienti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante richiama l'attenzione sulla gestione del patrimonio immobiliare e sulle attività connesse alle liti giudiziarie dell'INPS.
  Al riguardo è stato interpellato l'Inps per acquisire ogni utile elemento aggiornato.
  Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, posso senz'altro dire che nell'ambito dell'insieme delle attività svolte, in applicazione delle previsioni del decreto-legge n. 50 del 2017 che ha previsto un piano di dismissione straordinario, l'Istituto ha dato avvio ad una importante attività di dismissione degli immobili, i cui introiti per gli anni 2020/2021 risultano pari a 130 milioni di euro, finalizzati totalmente alla compensazione del debito pubblico.
  Quanto al patrimonio immobiliare da reddito, L'Inps ha dichiarato che per il 43 per cento è locato a canone, prevalentemente «concordato» e pertanto non rinegoziabile, così come previsto dall'ordinamento vigente.
  Tuttavia, è fondamentale considerare che nel 2020 la grave crisi economica conseguente alla pandemia, ha avuto notevole impatto, determinando minori entrate dovute a mancato introito dei canoni.
  Il restante patrimonio immobiliare, stante il divieto di nuove locazioni e di rinnovi dei contratti delle unità immobiliari a uso residenziale libere, non può essere locato e, pertanto, non produce reddito.
  Sotto il profilo delle uscite deve poi essere considerata l'imposizione tributaria per IMU e TASI che l'Istituto è tenuto a sostenere e che nel solo 2020 è stata pari a oltre 28,5 milioni di euro.
  Sotto il profilo delle entrate, deve, invece, essere considerato che nell'anno 2020, a seguito del recupero delle morosità e di contenziosi favorevoli all'Istituto, sono stati introitati circa 14 milioni di euro che devono essere considerati, per completezza, in aggiunta alle entrate esposte nel bilancio sociale.
  Inoltre, e in linea con l'obiettivo di incrementare la capacità di intervento nell'acquisizione di sedi strumentali, l'Inps ha reso noto che è stato dato avvio al processo di acquisto di stabili sul territorio, attualmente in locazione passiva, il cui primo intervento è rappresentato dalla sede di Bari che comporterà un risparmio di spese di gestione pari a circa 1 milione di euro l'anno.
  Il processo avviato di acquisizione di ulteriori sedi produrrà pertanto conseguenti ulteriori risparmi per l'amministrazione.
  Per quanto concerne il contenzioso giudiziario dell'Inps, bisogna sottolineare che il dato relativo ai giudizi va rapportato ai milioni di istanze o affari annualmente trattati dall'Istituto, in un ambito peraltro caratterizzato da una normativa stratificata e in continua evoluzione e trasformazione per rispondere alle continue esigenze del Paese e dei cittadini.
  Inoltre l'Inps ha rassicurato di aver iniziato ad adottare iniziative per il contenimento del contenzioso. Ponendo i valori attuali in confronto con quelli degli anni precedenti, appare inequivocabile la diminuzione del volume del contenzioso passato dai n. 478.263 giudizi in trattazione nel 2018 ai n. 396.078 del 31 dicembre 2021 con una riduzione di oltre il 17 per cento.
  E l'opera di contenimento del contenzioso in atto trova conforto non solo nella riduzione delle cause pendenti ma anche Pag. 43nell'evidente calo dei nuovi giudizi introdotti.
  Infatti, il volume dei giudizi è in netta diminuzione rispetto agli anni precedenti a conferma delle iniziative adottate per il contenimento del contenzioso e la correttezza dell'amministrazione considerato che l'esito dei giudizi è favorevole all'Ente in ben due casi su tre.
  Proprio con riferimento ai nuovi giudizi introdotti, il numero complessivo delle vertenze attengono per la maggior parte alla invalidità civile.
  Nell'ambito di tali giudizi, come noto, la legge, in considerazione della peculiarità della materia, pone a carico dell'Istituto nella quasi totalità dei casi le spese giudiziali, come ad esempio quelle relative alle consulenze tecniche d'ufficio, anche in caso di decisione favorevole all'Ente.
  Il quadro delineato consegna dati rilevanti per poter certamente migliorare in termini di efficacia. Alla luce di ciò, posso affermare che il Ministero del lavoro sostiene ogni utile azione volta a far perseguire all'Inps una maggiore efficacia operativa ed economica sotto l'aspetto della gestione del patrimonio immobiliare anche mediante l'adozione di opportune strategie di valorizzazione degli immobili e anche in funzione delle politiche di welfare.
  In equal modo, il Ministero del lavoro, per migliorare l'equità nell'erogazione delle prestazioni, nel solco delle iniziative già intraprese dall'Inps, sostiene ogni iniziativa utile volta al contenimento dei ricorsi giudiziali contro l'Istituto.

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ALLEGATO 5

5-07615 Grippa: Sulla situazione delle assunzioni in Poste Italiane Spa con particolare riferimento ai percorsi per la stabilizzazione del personale precario.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole interrogante sottopone all'attenzione del Governo la situazione assunzionale di Poste Italiane Spa, con particolare riferimento alla selezione e assunzione con contatti a termine dei portalettere nella regione Veneto.
  Poste Italiane, interpellata sulla questione per il tramite del Ministero dello sviluppo economico, ha rappresentato che il personale applicato nelle attività di recapito nella regione Veneto risulta complessivamente coerente con il fabbisogno rilevato.
  In particolare, durante il biennio pandemico, al fine di garantire l'equilibrio delle dinamiche di turn-over; sono state effettuate nella regione Veneto 617 assunzioni a tempo indeterminato tramite la stabilizzazione di personale che aveva in precedente un contratto a tempo determinato. Di queste assunzioni, 130 sono avvenute nella provincia di Verona.
  L'Azienda inoltre riferisce di aver proceduto, nel corrente mese di marzo, a stabilizzare 343 portalettere, di cui 57 nella provincia di Verona.
  Poste italiane ha fatto presente di far ricorso su scala nazionale, nelle attività di recapito, a contratti a termini e contratti di somministrazione, in ragione della variabilità dei volumi dell'attività stessa e delle esigenze di sostituzione dei lavoratori assenti, e comunque sempre nel rispetto delle percentuali massime definite dalla contrattazione collettiva e nel rispetto degli obblighi in materia di sicurezza.
  Certamente la situazione segnalata dagli onorevoli interroganti desta preoccupazione ed è meritevole della massima attenzione e vigilanza, sia per ciò che attiene al ricorso eccessivo ai contratti di lavoro a termine, sia per ciò che attiene alla garanzia di condizioni di lavoro sicure e dignitose per i lavoratori.
  Il Ministero del lavoro ha interessato l'Ispettorato nazionale del lavoro, al fine di acquisire eventuali informazioni sulla situazione occupazionale e sulle condizioni di lavoro di questa platea di lavoratori, con particolare riguardo alla situazione territoriale segnalata dall'interrogante.
  Assicuro quindi la massima attenzione a seguire l'evoluzione della vicenda e la disponibilità a sostenere – per quanto di competenza e d'intesa con le altre Amministrazioni competenti – le eventuali iniziative che le parti sociali intendano promuovere per avviare un'interlocuzione diretta e concertata sulla questione, anche ai fini di un rafforzamento del percorso di stabilizzazione del personale.
  Più in generale, nel condividere le criticità manifestate espressa dall'onorevole interrogante relativamente alla eccessiva flessibilizzazione dei rapporti di lavoro, vorrei soffermarmi sulle misure adottate dal Governo per far fronte alla difficile situazione occupazionale conseguente alla pandemia e agli interventi per il contrasto al lavoro precario.
  Sono state varate importanti misure in materia di politiche del lavoro volte a creare le condizioni affinché – superata definitivamente la situazione emergenziale – sia promosso, incentivato e garantito il lavoro stabile, sicuro e di qualità.
  Come noto, per fronteggiare l'emergenza sono state adottate misure temporanee ed eccezionali, quali la proroga della sospensione delle causali dei contratti a termine introdotte dal decreto cosiddetto «Dignità», in coerenza le altre misure emergenziali adottate a protezione e a sostegno dell'occupazione, quali ad esempio il regimePag. 45 transitorio riferito alle missioni dei lavoratori somministrati.
  Non c'è mai stato un impulso ad incentivare in maniera strutturale la contrattazione a termine, ma solo un intervento di carattere straordinario e temporalmente limitato, che tenesse conto delle esigenze straordinarie di flessibilità delle imprese connesse con la contrazione delle dinamiche produttive.
  Preme ricordare che l'Agenda 2030 colloca il lavoro dignitoso per tutti i lavoratori e le lavoratrici al centro delle politiche per lo sviluppo e per una crescita sostenibile e inclusiva.
  Il Ministero del lavoro ha varato riforme strutturali e misure rilevanti per il lavoro e le politiche sociali, in particolare la riforma degli ammortizzatori sociali, l'attuazione del Programma di occupabilità dei lavoratori, il rilancio dell'apprendistato formativo e dei tirocini extracurriculari, il contrasto alla delocalizzazione, la riforma della disciplina per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
  Tutti questi interventi concorrono a definire un sistema di protezione sociale più equo, sostenibile e capace di far fronte alle trasformazioni, nonché alle instabilità del mercato del lavoro, supportando le transizioni occupazionali e attenuando l'impatto sociale delle crisi.
  In questo contesto, quale misura di protezione e sviluppo del mercato del lavoro, risulta fondamentale la valorizzazione ed il rafforzamento dell'integrazione degli ammortizzatori sociali con le politiche attive del lavoro.
  L'obiettivo è quello di garantire tutele adeguate non più attraverso misure meramente assistenziali e disomogenee tra lavoratori e settori produttivi, ma atte a favorire un sostegno al reddito contestualmente all'attivazione di politiche attive dirette alla ricollocazione e alla mobilità professionale verso le reali richieste del mercato del lavoro.
  In particolare, in sintonia con quanto già realizzato e nell'ottica di una piena attuazione degli obiettivi del Pnrr, occorre rafforzare gli interventi sulla formazione e sulla riqualificazione dei lavoratori, che rappresentano l'investimento strutturale più strategico e foriero di garanzie per la creazione di un lavoro stabile e sicuro.