CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 11 gennaio 2022
724.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo, al Consiglio Europeo e al Consiglio «Una nuova agenda UE-USA per il cambiamento globale» (JOIN(2020) 22 final).

DOCUMENTO FINALE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,

   esaminata, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, la Comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio intitolata «Una nuova agenda UE-USA per il cambiamento globale JOIN» (2020)22;

   preso atto degli elementi di conoscenza e valutazione acquisiti nel corso delle audizioni;

   condividendo le indicazioni della Comunicazione della Commissione,

   sottolinea che:

    la nuova Agenda transatlantica rappresenta uno strumento essenziale per una nuova stagione multilaterale alla cui costruzione Stati Uniti e Unione Europea devono concorrere insieme con l'obiettivo di una governance democratica della globalizzazione;

    per l'UE l'Agenda è l'occasione per un rilancio delle politiche di integrazione volte a realizzare una Europa più forte e coesa in grado di essere partner affidabile e solidale di una forte partnership transatlantica;

    l'«autonomia strategica», su cui si è aperta una riflessione nella UE, non può che essere dimensione complementare al rapporto transatlantico, declinando tale concetto nell'obiettivo di una UE che agisca prioritariamente insieme ai suoi partner o autonomamente laddove se ne ravvisino necessità e condizioni;

    una forte intesa transatlantica è oggi tanto più necessaria per affermare i valori della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani a fronte del manifestarsi in molti Paesi di tendenze autocratiche e autoritarie che rappresentano una minaccia per la libertà dei cittadini e la sicurezza del pianeta;

    il pianeta è di fronte a sfide globali – il cambiamento climatico, di cui la transizione energetica pulita è la chiave di volta, le migrazioni, le pandemie, lo sviluppo sostenibile, la regolazione dei mercati – a cui Europa e Stati Uniti debbono concorrere con comuni impegni e comuni proposte per conseguire gli obiettivi di sostenibilità, tutela dei cittadini, riduzione delle disuguaglianze, promozione di sviluppo indicati dal G20 e da Cop26;

    il contesto europeo è investito da instabilità e conflitti – in Bielorussia, in Ucraina, nel Caucaso, nella regione euroasiatica – che richiedono un'azione comune tra Europa e Stati Uniti per sedare i conflitti e promuovere soluzioni fondate sugli standard di diritto internazionale; nuove insidie attentano alla sicurezza;

    un impegno comune è altrettanto necessario nei Balcani occidentali, come sancito dalla Dichiarazione congiunta del 20 ottobre 2021, nella quale l'UE e gli Stati Uniti hanno concordato di rafforzare l'impegno comune a sostegno della stabilità della regione e della sua integrazione nelle istituzioni euro-atlantiche;

    l'impegno di Europa e Stati Uniti sull'Afghanistan non si è esaurito con il ritiro dei contingenti militari e Stati Uniti e Unione europea hanno la responsabilità di non abbandonare il popolo afghano, soccorrendolo sul piano umanitario e promuovendo ogni iniziativa utile al rispetto dei diritti umani, in primo luogo per le donne;

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    non meno strategica è un'azione comune nel «Mediterraneo allargato», oggi investito da Gibilterra allo Stretto di Hormuz da una sequenza di tensioni e conflitti – in Irak, Yemen, Siria, Libano, Corno d'Africa, Libia, Tunisia, Sahel – che rappresentano una costante insidia per la stabilità e la sicurezza;

    particolarmente importante è evitare che il rinvio delle elezioni in Libia comprometta il processo di stabilizzazione politica che va sostenuto, anche attraverso un pieno appoggio al ruolo determinante delle Nazioni Unite, sia per consentire al Paese di uscire da dieci anni di conflitto, sia per l'influenza positiva che una Libia stabile, unita e democratica può esercitare su una regione già percorsa da molte instabilità;

    dopo la crisi di Gaza, è essenziale che Europa e Stati Uniti – anche cogliendo le opportunità offerte dagli Accordi di Abramo e dal nuovo scenario politico israeliano – diano corso alle iniziative necessarie a riaprire dialogo tra Israele e ANP in vista di una soluzione che soddisfi le aspirazioni di entrambi i popoli;

    il destino dell'Africa – che alla fine di questo secolo raggiungerà i 4 miliardi di abitanti – è una delle sfide del XXI secolo e Unione europea e Stati Uniti sono i soggetti più titolati a promuovere e sostenere una strategia di sviluppo sostenibile, progresso sociale, institution building nel segno della democrazia e dei diritti;

    la centralità delle dinamiche politiche e di sicurezza della regione pacifica sollecitano l'Unione europea a sviluppare una strategia indo-pacifica fondata sulla piena cooperazione con gli Stati Uniti, anche alla luce delle priorità indicate nella nuova strategia dell'UE per la cooperazione nell'Indo-Pacifico presentata dalla Commissione europea e dall'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza il 16 settembre;

    l'Unione europea sta elaborando una «bussola strategica» (Strategic Compass) volta alla definizione di una architettura per la sicurezza europea, che per un verso rafforzi il pilastro europeo della Nato e per altro verso doti l'UE della necessaria autonomia operativa laddove la NATO non voglia o non possa agire;

    Stati Uniti ed Europa sono chiamati a mettere in campo strategie adeguate per contrastare COVID-19 assicurando libera accessibilità ai vaccini a condizioni di parità, rimuovendo barriere protezionistiche e vincoli di brevetto che ne ostacolino la diffusione, promuovendone la produzione a livello globale;

    l'UE e gli Stati Uniti sono chiamati a fronteggiare insieme l'emergere di minacce provenienti da Paesi terzi, di natura ibrida e nel settore della cybersicurezza, minacce difficili da contrastare con gli strumenti di sicurezza e difesa tradizionale e che richiedono l'elaborazione di un approccio comune e coordinato;

    nella costruzione di una governance multilaterale aspetto particolare rivestono le relazioni con Cina e Russia su cui è essenziale che Unione europea e Stati Uniti agiscano sulla base di una comune visione strategica, obiettivi condivisi e azioni coordinate;

    la ripresa di organizzazione di Al Qaeda, Isis/Daesh e di altre formazioni terroristiche nel Vicino Oriente e nel continente africano, impongono di mantenere la lotta al terrorismo una priorità, dando realizzazione agli obiettivi definiti nella Riunione Ministeriale della Coalizione globale anti-Daesh/ISIS, svolta a Roma il 28 giugno 2021;

    l'Unione europea deve impegnarsi per assicurare il ripristino del JCPoA e la sua attuazione, incoraggiando Teheran a sospendere i propri programmi di arricchimento nucleare e facilitando il recupero di un'interlocuzione costruttiva tra Stati Uniti e Iran, che avrebbe effetti positivi sulla stabilità dell'intera regione;

    la dimensione globale degli scambi, l'integrazione crescente dei mercati, il peso della digitalizzazione nel commercio internazionale sollecitano la rivisitazione delle regole che presiedono al commercio internazionalePag. 16 e una riforma dell'Organizzazione Mondiale del Commercio nella direzione di una più equa e trasparente governance della globalizzazione economica;

    il 29 settembre, a Pittsburgh, si è riunito per la prima volta il Consiglio per il commercio e la tecnologia UE-USA (TTC), al termine del quale è stata adottata una dichiarazione comune, nella quale sono stati identificati gli ambiti sui quali si dovrebbero concentrare i futuri lavori;

    condividendo la Comunicazione della Commissione e richiamando i temi indicati nel presente documento finale;

    invitando il Governo ad agire per il rafforzamento delle relazioni tra Unione europea e Stati Uniti, sugli obiettivi indicati nel presente documento finale;

    rilevata, infine, la necessità che il presente documento finale sia trasmesso tempestivamente alla Commissione europea, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio, nell'ambito del cosiddetto dialogo politico,

  esprime una

VALUTAZIONE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza «La strategia dell'UE per la cooperazione nella regione indo-pacifica» (JOIN(2021)24 final).

PROPOSTA DI DOCUMENTO FINALE FORMULATA DAL RELATORE

  La III Commissione,

   esaminata, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, la Comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio intitolata «La strategia dell'UE per la cooperazione nella regione indo-pacifica» (JOIN(2021)24);

   audito l'Inviato speciale dell'Unione europea per l'Indo-Pacifico, Gabriele Visentin, sulla Strategia dell'Ue per la cooperazione nella regione indo-pacifica;

   considerato che:

    il crescente peso economico, demografico e politico della regione indo-pacifica la rende protagonista nella definizione dell'ordine internazionale e nella risposta alle sfide mondiali;

    le attuali dinamiche nella regione hanno dato luogo ad un'intensa concorrenza geopolitica, che va ad aggiungersi alle crescenti tensioni negli scambi commerciali e nelle catene di approvvigionamento, minacciando sempre più la stabilità e la sicurezza della regione e non solo, incidendo direttamente sugli interessi dell'UE;

    l'UE deve rafforzare il suo orientamento strategico, la sua presenza e le sue azioni nella regione indo-pacifica al fine di contribuire alla stabilità, alla sicurezza, alla prosperità e allo sviluppo sostenibile della regione, sulla base del rispetto della promozione della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani e del diritto internazionale;

    la Comunicazione congiunta individua i seguenti settori prioritari, sui quali orientare la strategia dell'UE per la cooperazione nella regione indo-pacifica: la prosperità sostenibile e inclusiva; la transizione verde; la governance degli oceani; la governance e i partenariati digitali; la connettività; la sicurezza e la difesa; la sicurezza umana;

    in tale scenario l'UE deve puntare a intensificare il proprio impegno con i partner che perseguono già un proprio approccio nei confronti della regione indo-pacifica, quali l'Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN), l'Australia, il Giappone, l'India, la Nuova Zelanda, il Regno Unito, la Repubblica di Corea e gli Stati Uniti;

    anche nella prospettiva della nuova «Bussola strategica europea», l'UE deve proseguire nel dialogo assertivo con la Cina, Paese competitore commerciale e rivale sistemico, impegnandosi per promuovere a livello bilaterale soluzioni a sfide comuni, incoraggiando la Cina ad essere fattore di pace e prosperità e ribadendo che il rispetto dello Status Speciale di Hong Kong, la sovranità di Taiwan, il rispetto delle minoranze sono fattori essenziali per un ordine regionale basato sulle regole del diritto internazionale e sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali;

    rilevata, infine, la necessità che il presente documento finale sia trasmesso tempestivamente alla Commissione europea, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio, nell'ambito del cosiddetto dialogo politico,

  esprime una

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VALUTAZIONE FAVOREVOLE

  invitando il Governo ad agire in sede europea per i seguenti obiettivi:

   a) la nuova strategia dell'UE per la regione dell'indo-pacifico sia ispirata ad un approccio globale e sistemico, assicurando coerenza tra le azioni condotte dall'UE e le iniziative dei singoli Stati membri, tenendo conto degli attuali interessi dell'UE e del loro sviluppo e ricercando convergenza e condivisione con i principali partner dell'Unione;

   b) promuovere un dialogo tra l'Unione europea e gli Stati Uniti volto alla definizione di un approccio comune e comuni obiettivi che includa un sistema di consultazione reciproca;

   c) dare seguito alle azioni delineate nella strategia proposta dalla Commissione volte a: promuovere la conclusione dei negoziati commerciali dell'UE con Australia, Indonesia e Nuova Zelanda; riprendere i negoziati per un accordo commerciale e sugli investimenti con l'India; promuovere accordi di partenariato e di cooperazione con Malaysia e Thailandia; avviare negoziati per un accordo di partenariato e di cooperazione con le Maldive; portare a compimento l'imminente accordo di partenariato dell'UE con gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), che succederà all'accordo di Cotonou;

   d) cogliere l'occasione della nuova strategia dell'UE per rafforzare il ruolo e la posizione dell'Italia nella macro-regione dell'indo-pacifico, in particolare promuovendo il rafforzamento delle relazioni bilaterali sia sul piano politico che economico-commerciale, nonché iniziative per la tutela dell'economia marittima e della libertà di navigazione, la lotta ai cambiamenti climatici, le migrazioni, la tutela dei diritti umani e del pluralismo religioso;

   e) essere attivo partecipe nei fora multilaterali regionali e, in particolare, l'Indian Ocean Rim Association (IORA), l'Associazione degli Stati del sud-est Asiatico (ASEAN) e il Pacific Islands Forum (PIF).

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ALLEGATO 3

Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza «La strategia dell'UE per la cooperazione nella regione indo-pacifica» (JOIN(2021)24 final).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI DOCUMENTO FINALE
FORMULATA DAL DEPUTATO DELMASTRO DELLE VEDOVE

  La III Commissione,

   esaminata, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, la Comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio «La strategia dell'UE per la cooperazione nella regione indo-pacifica» (JOIN(2021)24);

   considerato che:

    l'atto analizza a tutto tondo le problematiche del quadrante indo-pacifico, alternando focus strategici condivisibili a persistenti lacune;

    per quanto riguarda il profilo militare, in punti critici della regione come il Mar cinese meridionale e lo Stretto di Taiwan, negli ultimi anni, si sono registrate crescenti tensioni geopolitiche dovute, principalmente, all'espansionismo militare cinese poiché la Cina reputa il quadrante in oggetto sua area di influenza diretta;

    sono molto frequenti, infatti, le incursioni di caccia militari cinesi nello spazio aereo di Taiwan, le esternazioni di rivendicazione della sovranità territoriale cinese sulle Isole Senkaku e sull'Isola di Formosa, le dimostrazioni di potenza tecnologica militare come avvenuto con il lancio di un avanzatissimo missile ipersonico che fonti di intelligence citate dal Financial Times assicurano possa trasportare anche testate nucleari;

    assistiamo, inoltre, al massiccio dispiegamento della flotta sottomarina nucleare cinese nell'Oceano Pacifico, come confermato anche recentemente dall'avvistamento in pieno giorno il 29 novembre nello Stretto di Taiwan;

    tale strategia militare cinese pone a serio rischio anche la sicurezza dei traffici commerciali marittimi e la continuità delle catene di approvvigionamento la cui interruzione, soprattutto in un contesto economico globale di ripartenza postpandemica, potrebbe generare profondi gap produttivi difficili da colmare nel breve periodo e un sensibile rallentamento del PIL;

    appare evidente, come dimostrato dalla crisi pandemica, che il presupposto della difesa della produzione nazionale sia la difesa delle catene di valore che sottendono tale produzione;

    sotto il diverso aspetto della difesa dell'ambiente e della difesa della produttività europea, poiché il Mar cinese meridionale rappresenta da solo il 12 per cento delle catture ittiche totali, occorre affermare che tale dato rappresenta una seria minaccia per la pesca nel Mar Mediterraneo, soprattutto per quella sostenibile, in quanto vi è una sensibile disparità in termini di sicurezza alimentare, di tecniche di cattura, di popolosità degli stock che, conseguentemente, si traduce in una differenza di prezzo all'ingrosso e al consumo tra due tipologie di prodotto concorrenziali;

    inoltre, occorre ricordare che numerosi studiosi concordano che l'86 per cento dei rifiuti di plastica entrino negli oceani dai fiumi asiatici, per il 7,8 per cento da quelli africani e per il 4,8 per cento da quelli sudamericani, con una percentuale aggregata europea di pochi decimali, nei quali scompare la quota attribuibile all'Italia;

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    pertanto, con riferimento ai predetti aspetti, appare necessario uno sforzo più incisivo sotto il profilo della condizionalità, anche utilizzando le leve strategiche dei fondi per la cooperazione internazionale e della politica commerciale comune;

    rispetto ai temi esaminati nell'atto, i «grandi assenti» risultano essere l'ipotesi di un nuovo approccio alle sanzioni commerciali comminate a seguito della violazione dei diritti umani e una visione strategica di «reshoring» sul territorio europeo delle produzioni delocalizzate nel Sud-Est asiatico in passato;

    assente, inoltre, il tema specifico della tutela della libertà religiosa delle minoranze cristiane e la conseguente scelta coraggiosa di condizionare l'erogazione delle somme per la cooperazione allo sviluppo al progresso dei diritti umani in tale ambito;

    l'Unione europea dovrebbe avere il coraggio di generalizzare il divieto di importazione dei prodotti provenienti dai territori dove si ricorre al lavoro forzato come nello Xinjiang, dove è acclarato che la minoranza uigura sia costretta alla schiavitù nei campi di lavoro, sulla scia della legislazione adottata lo scorso 24 dicembre dagli Stati Uniti d'America,

  tutto questo premesso, esprime una

VALUTAZIONE FAVOREVOLE

  a condizione che il Governo agisca in sede europea per i seguenti obiettivi:

   a) intensificare la cooperazione militare e diplomatica con le nazioni dell'area anche al fine di contenere l'espansionismo della minaccia cinese;

   b) fornire maggior sostegno alle aziende militari italiane nelle procedure di acquisto di tecnologie militari da parte di paesi dell'area, e segnatamente nel comparto sottomarino, anche attraverso operazioni societarie di acquisizione e fusione tra Fincantieri e altre aziende italiane del comparto difesa, al fine di creare un campione europeo, con proprietà societaria italiana, a difesa degli interessi militari nazionali, europei e dell'ambito Nato;

   c) promuovere a livello europeo, nell'ambito della politica commerciale e doganale comune, un maggiore sviluppo della pesca sostenibile nel Mar Mediterraneo attraverso la revisione dell'attuale assetto di esenzioni, contingenti e preferenze rispetto alle importazioni di pesce a basso costo e a bassa qualità alimentare proveniente dal Mar cinese meridionale;

   d) stabilire meccanismi di condizionalità nell'erogazione delle risorse per la cooperazione allo sviluppo legati a obiettivi misurabili di miglioramento delle condizioni della libertà religiosa delle minoranze cristiane, delle condizioni di lavoro della popolazione locale, nonché di riduzione dello sversamento di plastica in mare;

   e) prevedere il divieto di importazione dei prodotti provenienti dalla regione dello Xinjiang, derivanti dallo sfruttamento del lavoro forzato della minoranza uigura, come recentemente fatto dagli Stati Uniti d'America.