CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 dicembre 2021
721.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni. C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

ART. 1.

  Dopo il comma 475, aggiungere i seguenti:

  475-bis. All'articolo 1 della legge 29 marzo 2001, n. 86, sono apportate le seguenti modificazioni:

   a) al comma 1, le parole «per i primi dodici mesi di permanenza ed in misura ridotta del 30 per cento per i secondi dodici mesi» sono sostituite dalle seguenti: «per un periodo di ventiquattro mesi»;

   b) al comma 3, le parole «del 90 per cento del canone mensile corrisposto per l'alloggio privato fino ad un importo massimo di lire 1.000.000 mensili per un periodo non superiore a trentasei mesi» sono sostituite dalle seguenti: «del canone mensile di locazione corrisposto per l'alloggio privato autonomamente reperito, fino ad un importo massimo di euro 750,00 mensili per un periodo non superiore a quarantotto mesi»;

   c) è aggiunto, in fine, il seguente comma:

   «3-bis. In alternativa al trattamento di cui al comma 1 e con i limiti del rimborso di cui al comma 3, il personale può sempre optare, entro dodici mesi dalla data di trasferimento, per il rimborso delle rate del mutuo per acquisto di prima casa da adibire ad abitazione principale nello stesso comune della sede di servizio, ovvero entro un raggio di 90 chilometri. Il rimborso delle rate del mutuo si interrompe al quarantottesimo mese dall'attribuzione del trattamento di trasferimento».

  475-ter. Agli oneri derivanti dall'attuazione del comma 475-bis, pari a 8 milioni di euro a decorrere dal 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa a di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, come incrementata ai sensi del comma 73.
3424/IV/1.1. Galantino, Deidda, Giovanni Russo.

  Dopo il comma 475, aggiungere il seguente:

  475-bis. Per la messa in sicurezza degli edifici ospitanti le scuole militari Nunziatella di Napoli, «Teulié» di Milano, «Francesco Morosini» di Venezia (Marina Militare) e «Giulio Douhet» di Firenze, anche tramite l'installazione di sistemi di ventilazione meccanica controllata, nello Stato di previsione del Ministero della difesa è istituito un fondo speciale di euro 1.000.000 per il 2022 e 500.000 per il 2023. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, pari a 1 milione di euro a decorrere dal 2022 e 500.000 euro dal 2023, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa a di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, come incrementata ai sensi del comma 73.
3424/IV/1.2. Deidda, Galantino, Giovanni Russo.

  Dopo il comma 475, aggiungere il seguente:

  475-bis. Per la messa in sicurezza dell'edificio ospitante il Dipartimento Militare Pag. 111di Medicina Legale di Cagliari, anche tramite l'installazione di sistemi di ventilazione meccanica controllata, nello Stato di previsione del Ministero della difesa è istituito un fondo speciale di euro 1.000.000 per il 2022 e 1.000.000 per il 2023. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, pari a 1 milione di euro a decorrere dal 2022 e 500.000 euro dal 2023 si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa a di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, come incrementata ai sensi del comma 73.
3424/IV/1.3. Deidda, Galantino, Giovanni Russo.

  Dopo il comma 475, aggiungere il seguente:

  475-bis. A decorrere dal 1° gennaio 2022, nello stato di previsione del Ministero della difesa, è istituito il fondo speciale con una dotazione di 100.000.000 di euro per il 2022 e di 100.000.000 di euro per il 2023 per la messa in sicurezza e l'ammodernamento degli alloggi del Ministero della difesa o di altro Ente o Istituzione dello Stato, destinati a vario titolo, al personale delle Forze Armate. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, pari a 100.000.000 di euro per il 2022 e a 100.000.000 di euro per il 2023 si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa a di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, come incrementata ai sensi del comma 73.
3424/IV/1.4. Deidda, Galantino, Giovanni Russo.

  Dopo il comma 475, aggiungere il seguente:

  475-bis. Per la messa in sicurezza degli edifici ospitanti l'Accademia militare di Esercito, Marina e Aeronautica di Modena Livorno, Pozzuoli, e della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Bergamo, Roma e Modena, anche tramite l'installazione di sistemi di ventilazione meccanica controllata, nello Stato di previsione del Ministero della difesa è istituito un fondo speciale con una dotazione di 1.500.000 di euro per il 2022 e di 1.500.000 di euro per il 2023. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, pari a 1.500.000 di euro per il 2022 e a 1.500.000 di euro per il 2023, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa a di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, come incrementata ai sensi del comma 73.
3424/IV/1.5. Deidda, Galantino, Giovanni Russo.

  Dopo il comma 475, aggiungere il seguente:

  475-bis. A decorrere dal 1° gennaio 2022, nello stato di previsione del Ministero della difesa, è istituito il fondo speciale con una dotazione di 10.000.000 di euro per il 2022 e di 10.000.000 di euro per il 2023 per la messa in sicurezza e l'ammodernamento degli stabili utilizzati dal Dipartimento Lungodegenza di Anzio del Policlinico Militare. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, pari a 10.000.000 di euro per il 2022 e a 10.000.000 di euro per il 2023, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, come incrementata ai sensi del comma 73.
3424/IV/1.6. Deidda, Galantino, Giovanni Russo.

  Dopo il comma 621, inserire il seguente:

  621-bis. Ai fini del riconoscimento e della valorizzazione delle competenze e delle specifiche attività svolte, al personale delle forze armate impiegato nell'Operazione «Strade Sicure» per un periodo minimo di 180 giorni nello svolgimento dei compiti connessi al contenimento della diffusione del COVID-19, è erogata un'indennità onnicomprensivaPag. 112 aggiuntiva pari a 1.000 euro per ogni 6 mesi di servizio. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, pari a 15,6 milioni di euro a decorrere dal 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa a di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, come incrementata ai sensi del comma 73 della presente legge.
3424/IV/1.7. Galantino, Deidda, Giovanni Russo.

  Al comma 691 sostituire le parole: sino al 31 marzo 2022 con le seguenti: sino al 31 dicembre 2022. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, pari a 20 milioni di euro a decorrere dal 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa a di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, come incrementata ai sensi del comma 73.
3424/IV/1.8. Deidda, Galantino, Giovanni Russo.

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ALLEGATO 2

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni. C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

ORDINI DEL GIORNO

   Premesso che:

   anche in questo Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 nei diversi commi sono previsti interventi per prevenire e affrontare l'emergenza Covid 19;

   recentemente è emerso, grazie anche all'opinione di autorevoli tecnici dell'OMS (Organizzazione mondiale della Sanità), che i vaccini non possono essere il solo strumento per affrontare tale emergenza pandemica;

   occorre infatti adottare opportune misure strutturali quali l'installazione di sistemi di ricambio aria meccanico e ventilazione forzata, in particolare in spazi chiusi come scuole, università, uffici aperti al pubblico;

   alcune Regioni hanno cominciato ad adottare tali provvedimenti, come la Regione Marche, in alcuni Istituti scolastici;

   in Italia sono attive le scuole militari Nunziatella di Napoli, «Teulié» di Milano, «Francesco Morosini» di Venezia (Marina Militare) e «Giulio Douhet» di Firenze;

   dopo le scuole superiori, infatti, si può scegliere di proseguire gli studi presso un istituto che forma i futuri Ufficiali dei vari corpi militari italiani;

   in Italia esistono cinque accademie militari:

    Modena – Accademia dell'esercito;

    Livorno – Accademia Navale;

    Pozzuoli – Accademia Aeronautica;

    Bergamo – Accademia Guardia di finanza;

    Roma e Modena – Accademia Carabinieri;

   appare opportuno garantire idonee misure strutturali per la sicurezza del corpo docenti e degli stessi allievi e cadetti dei vari corsi,

impegna il Governo

a prevedere ogni opportuna iniziativa per l'installazione nelle scuole e nelle Accademie Militari di sistemi per il ricambio d'aria meccanico e ventilazione forzata e ogni opportuna misura per la sicurezza del nostro personale militare e dei loro cadetti e allievi.
0/3424/IV/1. Deidda, Giovanni Russo.

   Premesso che:

   anche in questo Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 nei diversi commi sono previsti interventi per prevenire e affrontare l'emergenza Covid 19;

   recentemente è emerso, grazie anche all'opinione di autorevoli tecnici dell'OMS (Organizzazione mondiale della Sanità), che i vaccini non possono essere il solo strumento per affrontare tale emergenza pandemica;

   occorre infatti adottare opportune misure strutturali quali l'installazione di sistemi di ricambio aria meccanico e ventilazione forzata, in particolare in spazi chiusi Pag. 114come scuole, università, uffici aperti al pubblico;

   alcune Regioni hanno cominciato ad adottare tali provvedimenti, come la Regione Marche, in alcuni Istituti scolastici;

   in Italia sono attive le scuole militari Nunziatella di Napoli, «Teulié» di Milano, «Francesco Morosini» di Venezia (Marina Militare) e «Giulio Douhet» di Firenze;

   dopo le scuole superiori, infatti, si può scegliere di proseguire gli studi presso un istituto che forma i futuri Ufficiali dei vari corpi militari italiani;

   in Italia esistono cinque accademie militari:

    Modena – Accademia dell'esercito;

    Livorno – Accademia Navale;

    Pozzuoli – Accademia Aeronautica;

    Bergamo – Accademia Guardia di finanza;

    Roma e Modena – Accademia Carabinieri;

   appare opportuno garantire idonee misure strutturali per la sicurezza del corpo docenti e degli stessi allievi e cadetti dei vari corsi,

impegna il Governo

a valutare ogni opportuna iniziativa per l'installazione nelle scuole e nelle Accademie Militari di sistemi per il ricambio d'aria meccanico e ventilazione forzata e ogni opportuna misura per la sicurezza del nostro personale militare e dei loro cadetti e allievi.
0/3424/IV/1. (Nuova formulazione) Deidda, Giovanni Russo.

(Accolto)

   Premesso che:

   in questa legge di Bilancio viene posta l'attenzione, in particolare al comma 475 dell'articolo 1 per l'Arma dei Carabinieri, l'esigenza di avere caserme che soddisfino tutti i requisiti di sicurezza e benessere per l'operato dei nostri militari;

   appare opportuno rimarcare l'irrisolta problematica di garantire ai nostri militari, e alle loro famiglie, un alloggio dignitoso e disponibile al momento della nuova assegnazione;

   in questa legislatura la Commissione Difesa ha approvato una risoluzione unitaria in cui si analizza la problematica con delle soluzioni prospettate senza che queste, ad oggi, abbiano avuto riscontro;

   le caserme solo negli ultimi mesi sono rientrate nelle categorie ammissibili al cosiddetto Superbonus 110% ma solo appartenenti ad Onlus o Enti senza scopo di lucro;

   l'Esercito e le altre Forze Armate, hanno programmato e iniziato progetti ambiziosi come quello denominato «Caserme Verdi», con il coinvolgimento di Comuni, Università, Ordini Professionali, Imprese;

   sia questi ultimi, sia la messa a norma degli alloggi della Difesa e del suo patrimonio abitativo, all'incirca 5.000 non assegnati perché inagibili e per le quali mancherebbero comunque i fondi per il ripristino, sono programmi onerosi ma necessari e fondamentali,

impegna il Governo

ad ogni opportuna valutazione e opportunità al fine di garantire un opportuno finanziamento per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi della Difesa e sostegno concreto ai programmi come Caserme Verdi e agli analoghi programmi delle altre Forze Armate.
0/3424/IV/2. Galantino, Deidda, Giovanni Russo.

(Accolto)

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ALLEGATO 3

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni. C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione (Difesa),

   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e di bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (C. 3424 Governo, approvato dal Senato) e la relativa nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato);

   rilevato che:

    i commi 95 e 96 istituiscono, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un Fondo con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2022, 40 milioni di euro per l'anno 2023 e 60 milioni di euro a decorrere dall'anno 2024, destinato all'adozione di provvedimenti normativi per la progressiva perequazione del regime previdenziale del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

    i commi da 691 a 694, introdotti durante l'esame al Senato, intervengono nell'ambito della misure adottate per potenziare la sanità militare prorogando, fino al 31 marzo 2022, la durata della ferma dei medici e degli infermieri militari arruolati in relazione all'emergenza COVID-19 e fino al 31 dicembre 2022 la durata degli incarichi individuali a tempo determinato per le professionalità di funzionario tecnico per la biologia, la chimica e la fisica posti in essere sempre durante l'emergenza COVID-19, nonché incrementando lo stanziamento a favore del Fondo finalizzato all'adeguamento tecnologico e digitale delle strutture, dei presidi territoriali, dei servizi e delle prestazioni della sanità militare istituito dall'articolo 1, comma 488, della legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178/2020) e l'autorizzazione di spesa prevista dall'articolo 1, comma 490 della medesima legge di bilancio per il 2021 per potenziare le dotazioni strumentali e infrastrutturali del servizio sanitario della Guardia di finanza;

    il comma 695, al fine di assicurare l'utilizzo di apprestamenti e dispositivi info-operativi e di sicurezza idonei a garantire il supporto e la protezione del personale italiano impiegato nel territorio della Repubblica di Gibuti, autorizza la spesa di euro 5,6 milioni di euro per l'anno 2022 e di 2,8 milioni annui a decorrere dall'anno 2023;

    il comma 696, anch'esso introdotto durante l'esame al Senato, al fine di garantire l'efficacia delle capacità tecnico-amministrative dell'Agenzia industrie difesa e dei relativi stabilimenti connesse alle attività derivanti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, autorizza la stessa Agenzia, a decorrere dal 1° gennaio 2022 e per la durata massima di due anni, ad attivare 48 contratti di apprendistato da svolgere presso i propri stabilimenti;

    il comma 605 destina alle Forze di polizia ed alle Forze armate circa un quarto del nuovo Fondo istituito per l'incremento dei trattamenti economici accessori dei dipendenti statali, assegnandolo in via prioritaria all'incremento delle risorse per il trattamento economico accessorio del personale non dirigente;

    il comma 619 reca un'autorizzazione di spesa pari a 10 milioni di euro Pag. 116per il 2022, destinati ad integrare le risorse per l'attuazione dell'articolo 46, commi 3 e 6, del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, in materia di trattamenti accessori e altri istituti normativi per i dirigenti delle Forze di polizia e delle Forze armate;

    il comma 889 autorizza la spesa di 500.000 euro, per il 2022, a favore del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell'Arma dei carabinieri;

    il comma 620 dispone la proroga dell'impiego di un contingente di personale delle Forze armate pari a 5.000 unità del dispositivo Strade Sicure dal 31 dicembre 2022 fino al 31 dicembre 2023, mentre il comma 621 proroga dal 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022 l'impiego delle 753 unità aggiuntive di personale delle Forze armate dell'operazione «Strade Sicure» in relazione all'emergenza COVID-19;

    i commi 388 e 389, inseriti durante l'esame al Senato, istituiscono il Fondo per gli assetti ad alta e altissima prontezza operativa al fine di assicurare il rispetto degli impegni assunti dall'Italia connessi con il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali nell'ambito dell'iniziativa denominata «Joint Rapid Response Forces», che ha costituito un bacino di assetti capacitivi interforze ad alta e altissima prontezza operativa da cui attingere per garantire una risposta rapida alle esigenze nazionali e multinazionali NATO ed UE;

    il comma 808 rifinanzia, con 1 milione di euro per il 2022, il Fondo per il potenziamento degli interventi e le dotazioni strumentali per la difesa cibernetica e di capacità di resilienza energetica nazionale, istituito nello stato di previsione del Ministero della difesa dall'articolo 1, comma 227, della legge 145/2018 (legge di bilancio per il 2019);

    i commi da 475 a 477 prevedono l'istituzione di un Fondo nello stato di previsione del Ministero della difesa con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2022, 30 milioni di euro per l'anno 2023 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2036, per un ammontare complessivo di euro 700 milioni in 15 anni, finalizzato alla realizzazione di un programma ultra decennale per la costruzione di nuove caserme, mentre il comma 529 prevede l'istituzione di un analogo Fondo nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze con una dotazione di 40 milioni di euro per l'anno 2022, 40 milioni di euro per l'anno 2023 e 20 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2036, per un ammontare complessivo di euro 340 milioni volto alla costruzione di nuove caserme demaniali per la Guardia di finanza;

    il comma 908, introdotto durante l'esame al Senato, autorizza una spesa di 300.000 euro per il 2022 per la prosecuzione del viaggio del Treno della memoria;

    considerato che il disegno di legge di bilancio 2022-2024, come integrato dalla Nota di variazioni, autorizza, per lo stato di previsione del Ministero della difesa, spese finali, in termini di competenza, pari a quasi 26 miliardi di euro nel 2022, a 25,5 miliardi per il 2023 e a 25 miliardi per il 2024;

    rispetto alla legge di bilancio 2021, il disegno di legge di bilancio 2022-2024 espone, dunque, per il Ministero della difesa, un andamento della spesa in crescita fino al 2022, per poi diminuire nell'ultimo biennio del triennio di riferimento;

    rispetto alla legislazione vigente, la manovra finanziaria per il 2022, attuata con le Sezioni I e II del disegno di legge di bilancio, determina complessivamente un incremento delle spese finali di circa 162,2 milioni di euro, imputabili sia alla spesa corrente (+30,6 milioni) che alla spesa in conto capitale (+131,6 milioni);

    rilevato che, per quanto riguarda il Fondo per le missioni internazionali contenuto nella Tabella n. 2 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, si prevede una spesa di 1 miliardo e 397 milioni di euro per il 2022, Pag. 1171 miliardo e 700 milioni per il 2023 e 1 miliardo e 300 milioni di euro per il 2024, mentre con riferimento allo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico (Tabella 3), la missione 11 «Competitività e sviluppo delle imprese», reca investimenti destinati allo sviluppo di programmi della difesa pari a 1 miliardo e 162 milioni di euro per i settori aeronautico e aerospazio, 656 milioni di euro per interventi nel settore marittimo a tutela degli interessi di difesa nazionale e 522 milioni e mezzo di euro per lo sviluppo e l'acquisizione delle unità FREMM,

DELIBERA DI RIFERIRE
FAVOREVOLMENTE.

Pag. 118

ALLEGATO 4

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni. C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

RELAZIONE DI MINORANZA DEL GRUPPO FRATELLI D'ITALIA

  La IV Commissione,

   premesso quanto segue:

    da oramai dieci anni (legge di bilancio 2011/2013) risultano introdotte importanti innovazioni alla struttura dei documenti di bilancio in ragione della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), entrata in vigore l'1 gennaio 2010;

    gli obiettivi della legge n. 196 del 2009 sono molteplici e largamente condivisibili: restituire centralità al bilancio articolato in missioni e programmi, superando la frammentazione e l'eterogeneità delle «vecchie» leggi finanziarie omnibus; rendere più trasparenti e leggibili i conti pubblici e le procedure attraverso cui i bilanci vengono costruiti e modificati; armonizzare i bilanci della pubblica amministrazione; migliorare il controllo, la valutazione e il monitoraggio del Parlamento sul bilancio, esaltando il ruolo delle Commissioni di merito nell'analisi delle parti di loro competenza;
    se è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria – la gravissima vicenda della pandemia sanitaria continua a tenere banco non solo in Italia, ma in tutta Europa e nella maggiore parte degli Stati del Mondo – altrettanto vero è che sempre di più – ma mai come nel corso del 2021 – norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono state del tutto ignorate, quando non palesemente violate e/o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari, sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo;

    sintomatica al riguardo è la modalità con cui il Parlamento ha potuto esaminare che la Legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022;

    il Disegno di Legge di bilancio per il 2022 è stato presentato al Parlamento l'11 novembre 2021, due settimane dopo la sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, avvenuta il 28 ottobre 2021 e, soprattutto, con oltre venti giorni di ritardo rispetto al termine del 20 ottobre fissato dalla sopra richiamata Legge di contabilità e finanza pubblica. Detto ritardo ha comportato, sin da subito, una compressione dei tempi a disposizione del Parlamento per l'approvazione della Legge e si è ulteriormente aggravato nel corso dell'esame da parte del Senato a causa dei continui rinvii, dovuti a contrasti interni alla maggioranza, dei lavori della Commissione Bilancio. Lo attesta il fatto che solo il 20 dicembre 2021 detta Commissione ha potuto esaminare e votare un ristretto numero di emendamenti segnalati e ciò nonostante la vastissima maggioranza numerica che appoggia il Governo Draghi, inopinatamente definito dai media, ma non solo, come «il Governo dei migliori»;

    la conseguenza di un siffatto modo di procedere si è palesata quando nell'assemblea di Palazzo Madama il Governo ha posto la fiducia sul maxi emendamento dallo stesso presentato (unico articolo di oltre 1000 commi, in sostituzione dei 199 articoli che costituivano il testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione), senza quindi alcuna discussione e votazione degli emendamenti presentati per l'esame da parte dell'aula;

    detto modo di procedere – come già preannunciato nella conferenza dei capigruppo del 21 dicembre 2021 – porteranno Pag. 119il Governo a richiedere la fiducia sul provvedimento in esame anche alla Camera dei deputati;

    a tacere dell'impossibilità per i parlamentari di potere significativamente contribuire, almeno in sede di Commissioni, ad esaminare compiutamente il provvedimento attesi i tempi ristrettissimi imposti dalla conferenza dei capigruppo, al solo fine di evitare l'esercizio provvisorio. Sintomatico il limite di tempo imposto alla Commissione Bilancio della Camera che dovrà concludere – in sede referente – l'esame del disegno di legge Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, entro le ore 13 di martedì 28 dicembre 2021 e, conseguentemente, l'esame da parte delle Commissioni di settore è stato modulato in tempi compatibili con la fase di esame degli emendamenti presso la Commissione Bilancio. A tacere del fatto che l'esame in Assemblea avrà inizio alle ore 14 di martedì 28 dicembre, con votazioni non prima delle ore 18 (quando si prevede che il Governo richiederà la fiducia) e – quindi – con circa 4 ore a disposizione per l'effettuazione della discussione generale sul provvedimento;

    è qui il caso di richiamare, per doverosa comparazione, la modalità di esame della Legge di bilancio da parte del parlamento nei precedenti anni della XVIII Legislatura;

    con il Governo giallo-verde (Conte I) il disegno di legge di bilancio venne presentato il 31 ottobre 2018 e approvato l'8 dicembre 2018 dalla Camera dei deputati. Approvato dal Senato con modifiche – bei tempi! – il 23 dicembre 2018, approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 30 dicembre 2018;

    la manovra di bilancio per il 2020 del Governo giallo-rosso (Governo Conte II) veniva presentata al Senato il 2 novembre 2019, approvata il 16 dicembre 2019, quindi approvata senza modifiche dalla Camera dei deputati il 24 dicembre 2019;

    la manovra per il 2021, varata dal Governo giallo-rosso con pandemia in corso, veniva presentata alla Camera dei deputati il 18 novembre 2020 e approvata il 27 dicembre 2020; quindi approvata dal Senato, senza modifiche, il 30 dicembre 2020;

    ebbene, il «Governo dei migliori» ha il record peggiore dei tempi di presentazione e di gestione di questa manovra. Com'è andata lo sappiamo bene, è sotto i nostri occhi e non lascia sbigottiti i soli deputati dell'opposizione ma anche diversi della maggioranza. Evidentemente non siamo noi di Fratelli d'Italia dei visionari negativi, morbosi e malati. Siamo infatti di fronte a cose mai viste. Ne abbiamo viste parecchie, specialmente negli ultimi anni, ma qui si è veramente superato ogni limite;

    come detto, lunedì 20 dicembre 2021 non erano ancora iniziate le votazioni degli emendamenti alla Commissione bilancio del Senato, la prima delle due Camere a esaminare questo provvedimento. Non si era mai visto nulla di simile, nemmeno con i Governi Conte, che pure avevano compresso i tempi e cambiato le carte in tavola all'ultimo momento, con una finta lettura, che era stata però decente e presentabile; nel Governo Conte 2 fu presentato all'ultimo momento un emendamento che cambiava tutto (il 2,4 diventava il 2,04), tutti coloro che erano all'opposizione si lamentarono di quel Governo e anche nell'ambito delle stesse maggioranze ci fu chi ammise che non era questo il sistema;

    bene, qui abbiamo superato di gran lunga tutti i peggiori record, anche degli ultimi anni;

    è qui il caso di evidenziare che, fino a non molti anni fa, solo il fatto di porre la fiducia sulla legge finanziaria era visto come una forzatura, un atto fortemente criticabile atteso che viene compressa la possibilità del Parlamento di esprimersi. Ma qui altro che compressa! Siamo partiti malissimo, in ritardo di ventuno giorni rispetto a quanto previsto da una legge dello Stato. Quello stesso Stato che chiede ai cittadini di rispettare le proprie leggi, la cui violazione è sanzionata con multe e supermulte. Peccato che sia lo stesso Stato che, nel momento più importante dell'anno dal punto Pag. 120di vista finanziario ma anche dell'intera linea politica del Governo, assiste silenzioso alla violazione della Legge da parte del Governo. Non solo, ma abbiamo ragione di credere che il Consiglio dei Ministri, che è un organo non pubblico, abbia approvato un testo di legge di bilancio poi modificato in qualche ufficio, in qualche androne, in qualche sottoscala, fuori dal Parlamento, dando ascolto alle esigenze di qualche potente ben fuori dalle istituzioni!!!;

    il Parlamento è stato proprio ignorato e ha avuto il privilegio di iniziare le votazioni come detto – anche se in realtà tutto era già stato stabilito prima – la sera di lunedì 21 dicembre 2021;

    nella sostanza, il disegno di legge di bilancio denuncia tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e diversa come linee di pensiero, come esigenze di interlocutori: si realizzano dunque compromessi che, nella migliore delle ipotesi, sono mezze misure, ma a volte sono mancate misure;

    i colleghi del Gruppo Fratelli d'Italia hanno al Senato presentato e illustrato una serie di proposte di modifica che non hanno trovato adeguata risposta, quando non sono state addirittura del tutto ignorate. Giova però evidenziare che quelle proposte non erano fatti personali di questo o di quel senatore di Fratelli d'Italia, ma rappresentavano i problemi dell'Italia. Per questo esiste un Parlamento, e non c'è solo nel nostro Paese, ma anche negli altri. Serve un Parlamento perché, davanti a tutti, ci siano dei voti, dei sì e dei no, e possibilmente, quando il Governo dice no, dovrebbe anche spiegarlo;

    fino a pochi anni fa i relatori non facevano solo i lettori dei pareri del Governo, favorevole o contrario – per fare quello non ci sarebbe bisogno di un relatore – ma spesso davano anche spiegazioni, pensate un po', specialmente dei pareri contrari perché se un emendamento viene accolto chi lo presenta lo sa da sé il motivo. Ebbene, non abbiamo nulla di tutto questo;

    dov'è allora il potere se non è nel Parlamento? In certi potentati che stanno fuori dal Parlamento: nella migliore delle ipotesi, di gran lunga la migliore, in trattative tra i partiti; in altri casi risiede in potentati che non hanno nulla a che fare con il consenso popolare, ma a volte godono di un forte potere di condizionamento che esercitano in vari modi;

    di fatto, abbiamo una Camera che si occupa del provvedimento in Commissione (non in Aula, diciamocelo francamente) e un'altra Camera che, a fasi alterne – di anno in anno – ne prende atto e, in ragione del voto di fiducia richiesta dal Governo, impedisce il ricorso all'esercizio provvisorio. È un atteggiamento inaccettabile che non può essere più tollerato, pena l'abdicazione del Parlamento dalla funzione legislativa, relegato a organo di mera ratifica della volontà del Governo;

    ora, è pur vero che vi erano tutti i presupposti perché la legge di bilancio avesse un epilogo deludente, verificandosi nei fatti quanto Fratelli d'Italia aveva da subito anticipato; tuttavia, mai come in questa occasione il Governo ha scaricato il ritardo di presentazione del provvedimento sul Parlamento. Nell'ultima settimana si è assistito al Senato a un teatrino indegno per un Parlamento che ha già una configurazione anomala, con un Governo che ha una maggioranza del 95 per cento, e che, per i dissidi interni alla maggioranza, comprime lo spazio di confronto nel luogo a questo deputato. A tacere del fatto che oltre l'85 per cento degli emendamenti presentati proveniva dall'area di maggioranza: praticamente una manovra completamente da rifare, secondo la stessa maggioranza!!!;

    nei fatti, prima dell'esame da parte del Senato, la manovra di bilancio del Governo riguardava interventi abbastanza indefiniti, che avrebbero dovuto accentuare la sua presunta espansività;

    il Governo si è riempito la bocca (passateci il termine) di questa espansività della manovra, che va però attentamente declinata. La manovra è «espansiva» fondamentalmente per due ordini di motivi e non per meriti del Governo: abbiamo un Piano nazionale di ripresa e resilienza che Pag. 121vale 200 miliardi di euro, più 30 miliardi di un fondo complementare, ma la cosa più importante è la clausola di salvaguardia, ossia la sospensione del Patto di stabilità. Quanto ai numeri, la manovra vale 37 miliardi di euro, a fronte dei quali ci sono risorse coperte per 13,7 miliardi, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro;

    rispetto a quanto si diceva a proposito dell'espansività, va sottolineato che rispetto al 2020, quando l'Italia veniva pesantemente impattata dalla pandemia e da disastrose misure restrittive, la situazione è certamente migliorata, ma per i fatti oggettivi prima ricordati: da una parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, dall'altra, il mantenimento della clausola di salvaguardia, con la conseguente sospensione del Patto di stabilità;

    questa manovra porta in dote pochi risparmi, che in parte sono stati – badate bene – voluti dall'unica forza di opposizione, cioè da Fratelli d'Italia. In primo luogo, infatti, grazie alla nostra battaglia storica contro il cashback che, sospeso per l'anno 2022, porterà in dote a questa maggioranza, a questo Governo e a questo Parlamento un miliardo e mezzo di euro. A cui aggiungiamo l'approvazione del nostro emendamento al Senato che fa risparmiare 130 milioni di euro nel settore del cross financing;

    quanto ai contenuti, non possiamo che condividere perfino l'opinione espressa dal relatore di maggioranza, senatore Vasco Errani, in merito alla riduzione della pressione fiscale, ossia che serviva più coraggio. È vero, serviva più coraggio per fare questa riforma fiscale. C'è stato un taglio di 8 miliardi di euro, un terzo dei fondi totali, rispetto alla manovra, ma è poco più dell'1 per cento delle entrate tributarie totali dello Stato, che ammontano a più di 500 miliardi di euro. Pertanto, sulla riforma fiscale, diciamo che va sempre bene quando si riducono le tasse, però questa riduzione varrà, come si leggeva su alcuni quotidiani nazionali, qualche caffè non al giorno, ma a settimana;

    oltre a questo, vogliamo qui affrontare un altro capitolo spinoso, quello del reddito di cittadinanza, contro cui Fratelli d'Italia ha sempre condotto una dura battaglia d'opposizione. Pensavamo che potesse essere in qualche modo non dico stravolto, ma almeno profondamente cambiato; purtroppo questo non è accaduto. Il reddito di cittadinanza, come sapete, secondo noi, avrebbe dovuto essere una misura di reintroduzione al lavoro, ma non ha funzionato, perché sappiamo che solo una esigua minoranza dei percettori del reddito di cittadinanza è occupabile. Questo non lo dice Fratelli d'Italia ma la Corte dei conti, che attesta che solo il 25 per cento dei percettori ha trovato lavoro, per lo più con contratti a tempo determinato, e solo il 15 per cento ancora oggi è occupato. Insomma, un provvedimento che ha clamorosamente fallito rispetto all'obiettivo previsto. Ovviamente siamo consapevoli e riconosciamo che vi sia una categoria di cittadini, di uomini e donne, che va aiutata, tutelata e inserita in modo graduale e controllato nel mondo del lavoro, ma non possiamo esimerci dal sottolineare come risulti del tutto sconfortante rilevare che nemmeno con un enorme esborso di soldi pubblici si sia trovato un lavoro a tutti i beneficiari. Al riguardo, evidenziamo che anche per i disabili – dati alla mano – il reddito di cittadinanza ha avuto un risultato fallimentare;

    ecco perché ribadiamo che il denaro pubblico deve essere investito sulle aziende, ossia su chi crea ricchezza, cosicché ne possano poi fruire i cittadini sotto forma di salari e stipendi. Invece, per l'evidente colpa di uno schieramento politico e della propria cecità, lo Stato non riesce a utilizzare al meglio i fondi che mette a disposizione;

    esaminando altri temi, presenti nella legge di bilancio, poniamo l'accento – ad esempio – sugli stanziamenti in favore delle Forze dell'ordine. Riteniamo del tutto insufficiente quanto stanziato dal Governo per i finanziamenti alle Forze dell'ordine. L'attenzione nei loro confronti deve infatti essere primaria nel nostro Paese, perché la sicurezza non può essere soltanto un argomentoPag. 122 di cui parlare in campagna elettorale, quando tutti sono per la sicurezza, anche perché sarebbe controproducente per uno schieramento se qualche proprio adepto facesse il tifo per l'insicurezza o per la delinquenza. Di fatto però quando il Parlamento, attraverso la manovra di bilancio, non aiuta le Forze dell'ordine come dovrebbe, ci sentiamo di denunciarlo con forza. Per quanto riguarda le assunzioni nelle Forze dell'ordine, abbiamo visto l'atteggiamento incredibile del Partito Democratico che ha presentato al Senato un emendamento sul possibile trattenimento in servizio degli agenti per un periodo di due anni oltre i limiti ordinamentali. Invece di andare nella direzione di nuove assunzioni, si stabilizza chi c'è già, senza comprendere la situazione e rimanendo completamente distanti dalla realtà e dalle problematiche che attraversano le Forze dell'ordine. Ci riferiamo al fatto che il personale sta diventando sempre più anziano e non riesce a svolgere il proprio compito in strada. Se non si vuole ascoltare Fratelli d'Italia, almeno si ascoltino i sindacati delle Forze dell'ordine e della Polizia che dicono a maggioranza e Governo che stanno andando nella direzione opposta a quella della sicurezza per il cittadino. Diventa infatti difficile per chi è anziano fare ordine pubblico nelle strade. L'emendamento del PD è andato invece proprio in questa direzione, aumentando il numero di anni necessari al personale delle Forze dell'ordine per andare in pensione, non capendo che, invece, bisogna stanziare fondi – come è stato fatto in parte, ma a nostro avviso in maniera insufficiente – per avere un aumento del personale in servizio. Resta il fatto che, per quanto riguarda la Polizia di Stato, nei prossimi dieci anni avremo una riduzione di 10.000 unità. Per non parlare poi della Polizia penitenziaria, tema difficilissimo e importantissimo. Qualche mese fa, il ministro Marta Cartabia non si è potuto esimere dal riconoscere la carenza di personale e il progressivo invecchiamento di quello in servizio. Nei prossimi anni andranno in pensione 30.000 agenti della Polizia penitenziaria, personale che svolge un lavoro molto logorante ed usurante. Di fatto, chi svolge quel lavoro, molto spesso, è un detenuto come gli altri. Ne segue che sarebbe stato importante da parte del Governo stanziare più fondi possibili per favorire nuove assunzioni, tenuto anche conto che ci sono molti partecipanti ai concorsi ancora in attesa di assunzione;

    un altro ambito, non possiamo tacere sul vergognoso emendamento riguardante la magistratura onoraria che il Governo ha presentato, sostenendo di volere fare fronte alla procedura di infrazione annunciata dall'Europa nei confronti dell'Italia, atteso il modo in cui in tutti questi anni sono stati trattati e continuano a essere trattati i magistrati onorari. Magistrati considerati come veri e propri rider della giustizia, anzi peggio, poiché adesso i rider verranno regolarizzati e stabilizzati. I giudici onorari – come sappiamo tutti benissimo – risolvono quasi la metà di tutti gli affari della giustizia che, senza di essi, semplicemente si bloccherebbe. Senza i viceprocuratori onorari non sarebbe possibile tenere udienza, e non diciamo davanti al giudice di pace, ma nemmeno davanti al tribunale; senza i circa 2.000 giudici onorari di tribunale sarebbe impossibile comporre una infinità di collegi;

    si tratta di magistrati che, per anni, hanno lavorato senza tutele e senza i minimi diritti elementari che dovrebbero spettare ad ogni lavoratore, come ha riconosciuto l'Europa e – finalmente – anche la magistratura italiana con alcune importanti sentenze;

    ebbene, quale è il riconoscimento, quale la gratitudine che il Ministro della giustizia e il Governo manifestano con l'emendamento citato nei confronti di questa categoria che ha tenuto in piedi la giustizia italiana? Si tratta di un emendamento che parifica il magistrato onorario al personale amministrativo, mortificando non la figura del primo, ma la funzione giurisdizionale che esercita. Parificandola al personale amministrativo, non soltanto si offende la magistratura onoraria, ma anche l'alta funzione giurisdizionale assolta in nome del popolo italiano;

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    è una vergogna che Fratelli d'Italia denuncia in modo forte e chiaro. Come denunciamo l'illogicità, l'incongruenza e la contraddizione di pretendere di sottoporre a una prova selettiva con tanto di esame, seppur orale, magistrati che hanno fatto il loro dovere per dieci, quindici o venti anni nelle aule di giustizia. Anche questa è un'ulteriore umiliazione che il Governo doveva e poteva risparmiare a questi fedeli funzionari dello Stato;

    la cosa però veramente vergognosa è che, con il già menzionato emendamento, il Governo impone per legge al magistrato, che dovesse accettare questa pur umiliante stabilizzazione, nel momento stesso in cui firma la domanda di adesione alla selezione, anche nel caso in cui non dovesse superarla, di rinunciare a tutti i diritti. Ai diritti che spettano, per il passato, a tutti i lavoratori: deve rinunciare, infatti, agli arretrati, ai diritti previdenziali e assistenziali. Deve rinunciare a tutto quanto. È un ricatto imposto per legge che grida vergogna nei confronti di chi ha un minimo senso di giustizia. Ma quale Stato di diritto si comporta in questo modo nei confronti dei suoi fedeli servitori, come hanno dimostrato di essere i giudici onorari, anche rischiando la vita durante la pandemia?;

    anche per quanto riguarda il comparto della Difesa, ben altre erano le aspettative di coloro che vi prestano il loro qualificato servizio. In particolare, occorre integrare la legge di bilancio 2022, come approvata dal Senato, prevedendo:

     l'ulteriore proroga, almeno fino al 31 dicembre 2022, della durata della ferma dei medici e degli infermieri militari in servizio alla data del 31 dicembre 2021. Inoltre, va incluso, nel detto provvedimento di proroga della ferma anche il personale sanitario, non medico, impegnato nei laboratori nei vari centri del Ministero della difesa quali ad esempio i biologi;

     di istituire, al fine di recepire l'esigenza di sicurezza nella Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia, nella Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet di Firenze, nella Scuola Militare Nunziatella di Napoli e nella Scuola Militare Teulié di Milano, un apposito fondo per l'acquisto degli opportuni mezzi di aerazione, ventilazione e ricambio dell'aria meccanica.

   Valutiamo di grande importanza che:

    grazie all'impegno di Fratelli d'Italia, dopo venti anni di battaglie delle associazioni sindacali, di categoria e delle casse di previdenza, ai liberi professionisti è stato riconosciuto il diritto alla salute. Molti non lo sanno, ma purtroppo, fino a ieri, questo diritto non era riconosciuto: i liberi professionisti che si ammalavano o si infortunavano dovevano non solo pagare le conseguenze dell'infortunio, ma addirittura pagare le conseguenze sanzionatorie dell'impossibilità di potere svolgere la loro professione. Dovevano, quindi, risarcire i clienti per le sanzioni che lo Stato comminava loro in conseguenza della malattia del professionista. Una vicenda scandalosa che veniva da tutti additata e considerata come tale, ma che poi nessuno ha mai modificato. Il Gruppo Fratelli d'Italia al Senato ha condotto e vinto, una battaglia di civiltà che interessa 2 milioni di professionisti italiani;

    dobbiamo, invece, esprimere la ferma contrarietà di Fratelli d'Italia a fronte della decisione del Governo di non acconsentire al rinvio della riscossione delle cartelle per rottamazione-ter e saldo e stralcio: un impegno che il Governo aveva preso in Parlamento in precedenza (in occasione della conversione del decreto-legge in materia fiscale) e che è stato clamorosamente disatteso. Avete, come Governo ma anche come maggioranza che lo sostiene, disatteso un impegno con quei milioni di italiani che si trovano a dover pagare in pochi giorni quello che era stato sospeso per un anno e mezzo: è inaccettabile nel merito e nel metodo perché, quando prende impegni, un Governo li deve mantenere, Draghi o non Draghi; chiunque è obbligato a essere coerente con la parola data;

    tra i tanti, c'è un provvedimento che è stato corretto in maniera parziale dalla legge di bilancio 2022, lasciando per altro Pag. 124irrisolti i problemi che andrà a creare. Il riferimento è alla misura introdotta nel decreto fiscale, che andrà a modificare il campo di applicazione dell'IVA per quanto riguarda il mondo associazionistico. Un provvedimento pesantissimo, che – come detto – è stato corretto solo parzialmente e in modo piratesco. La Commissione bilancio del Senato, infatti, ha approvato un emendamento che ha differito il problema di un paio d'anni. Verrebbe da dire che, tutto sommato, il problema temporaneamente è stato risolto, se non fosse che ha aggravato la situazione di tutto il comparto. Sono valutazioni che non fa soltanto Fratelli d'Italia, ma che sono anche del forum del terzo settore – l'unica parte sociale riconosciuta dallo Stato italiano – che ha pesantemente criticato questa manovra. Il provvedimento di rinvio non ha prodotto e non produrrà risultati efficaci. Il mondo delle associazioni, infatti, deve ancora valutare se trasformare la propria natura giuridica da associazione semplice ad associazione di promozione sociale, andando a modificare il proprio statuto: con questa spada di Damocle rimasta sulla testa, all'evidenza non prenderà, nella sua gran parte, in considerazione l'ipotesi di trasformazione in associazione di promozione sociale. È un aspetto importante che non solo non è stato risolto, ma addirittura è stato appesantito; il rinvio non è assolutamente la panacea per la soluzione del problema e l'augurio è che – in futuro – si possa arrivare a una definizione, la più perentoria possibile, che risolva radicalmente la questione introdotta con l'approvazione del decreto fiscale;

    c'è poi un altro aspetto che deve essere affrontato, ancora nell'ambito dell'associazionismo. Questa volta siamo di fronte alle problematiche del mondo dello sport che da sempre, almeno in Italia, presenta un problema endemico relativo alla sua partenza dal basso. Ci riferiamo alla presenza dello sport all'interno delle scuole. Da sempre diciamo che non ci potrà essere una crescita omogenea dello sport nel nostro Paese senza una sua crescita equilibrata all'interno delle nostre scuole. Ebbene, avevamo salutato con attenzione, curiosità e anche con rispetto l'introduzione all'interno del disegno di legge di bilancio di una norma che prevedeva l'inserimento dell'attività motoria nella scuola primaria: un fatto epocale, veramente importante, rispetto al quale ci eravamo impegnati a seguire con attenzione l'iter di questa parte della manovra. Purtroppo, questo aspetto legato alla possibilità di poter fare finalmente crescere il mondo dello sport all'interno dell'istituzione scolastica è stato rivoluzionato, svuotato di significati e di investimenti, ed è stato ridotto a un mero provvedimento di facciata che andrà per l'ennesima volta a rinviare il problema;

    per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, lo sport è dunque clamorosamente assente;

    al riguardo, citiamo rapidamente gli emendamenti che Fratelli d'Italia ha presentato al Senato e che non sono stati minimamente degnati neanche di una discussione e che riguardavano la possibilità che le spese derivanti dalla crisi pandemica potessero essere affrontate con risorse dello Stato per attenuare le perdite, che assommano a circa il 50 per cento dei proventi medi abituali dell'attività sportiva; abbiamo chiesto l'inserimento di un bonus wellness, un intervento per il pagamento delle utenze, il differimento per il pagamento dei mutui e dei leasing, ma tutto questo non ci è stato riconosciuto e non ci è stato neppure permesso di illustrare;

    altro grande problema del tutto trascurato in questa legge di bilancio è quello legato alla situazione demografica in Italia. Come abbiamo visto dagli ultimi dati Istat, l'Italia registra, da gennaio 2021 a settembre 2021, 1,17 figli per donna. Eravamo a circa 1,59 l'anno precedente. Il crollo è stato repentino, tenendo conto del fatto che a livello europeo la media è di 2,1 per donna, soglia che permette appunto un ricambio generazionale. Ecco, quindi, che, tra le tante proposte che riteniamo essere importanti, vi è quella del congedo parentale o, meglio, dell'astensione facoltativa dal lavoro. È una misura da proporre per uomo e donna, ma noi sappiamo benissimo che, tra il compenso mensile di uomo e Pag. 125donna, c'è un differenziale di circa il 30 per cento, chiaramente a discapito del sesso femminile. Quindi, è chiaro, a fronte delle opportunità, quale quella attualmente in vigore, del congedo parentale fino a sei mesi dell'età del bambino con una decurtazione dello stipendio del 70 per cento, quale dei due sessi vi farà maggiormente ricorso;

    comunque, non è solo questo il punto. Il punto è anche legato a una esigenza di tipo pedagogico, alla crescita armonica, anche serena, del bambino e, soprattutto, a dare l'opportunità alle famiglie e alle giovani coppie di scegliere la soluzione più consona alla propria situazione di vita. Un ulteriore significativo aiuto sarebbe potuto derivare, come da noi richiesto, dall'applicazione dell'aliquota agevolata al 5% per i prodotti legati alla prima infanzia, che sono tantissimi e costosissimi. Quando sentiamo parlare di inverno demografico, in realtà siamo consci del fatto che la situazione è molto più grave: siamo in completa emergenza demografica poiché figli non li fa più nessuno. Una mano a quelli che vogliono fare i figli, abbassando l'aliquota IVA al 5 per cento sui prodotti per la prima infanzia, la vogliamo dare o vogliamo soltanto predicare quando non ci costa niente? Per quanto riguarda poi la cosiddetta tampon-tax apprezziamo che l'aliquota sia stata ridotta dal 22 al 10 per cento, ma ci chiediamo: perché non al 5 per cento? Qualcuno ricorda quella finanziaria che dimezzò l'IVA sui tartufi, che non risultano essere un bene necessario?;

    ebbene non si vede perché l'aliquota IVA non sia stata ridotta al 5 per cento, aliquota per altro in linea con quella in vigore in molti Paesi europei: la Francia è già scesa al 5,5 per cento, la Germania al 7 per cento, il Belgio al 6 per cento, il Portogallo al 6 per cento, l'Irlanda naturalmente è intervenuta prima della direttiva del 2006 e ha addirittura annullato l'IVA. Johnson, nel Regno Unito, prima l'aveva abbassata al 5 per cento e adesso l'ha annullata e se l'è venduta come un effetto della Brexit. Quindi, stiamo parlando non di cose irrilevanti, ma di un riconoscimento, un sostegno, un aiuto e un segnale alle donne, in quanto anche in questo caso si tratta di un bene necessario e non voluttuario;

    esprimiamo piena soddisfazione, invece, sulla decisione del Governo di ascoltare le proposte formulate al riguardo da Fratelli d'Italia, finanziando anche la ventilazione meccanica controllata nelle scuole. Si tratta di un modello messo immediatamente in campo dal governatore delle Marche, l'ex nostro collega Francesco Acquaroli, che da mesi proponevamo al Governo, affinché fosse portato in tutte le scuole italiane. Resta invece l'amarezza, sempre con riferimento alla scuola, per la mancanza della capacità e anche della volontà di intervenire in alcuni ambiti, che ormai da troppo tempo aspettano risposta. C'è grande delusione per la parziale proroga dell'organico Covid del personale ATA: con gli stanziamenti di bilancio previsti, non sappiamo come si pensi di fronteggiarne le necessità. C'è poi tutta la questione riguardante la mobilità, sia degli insegnanti, sia dei dirigenti scolastici. Non viene data risposta ai direttori generali dei servizi amministrativi, con un aumento della loro indennità amministrativa. C'è la questione dei percorsi abilitanti: nella scuola abbiamo tanti precari, che sarebbero pronti ad essere immessi in ruolo e a riempire gli spazi disponibili – che ci sono – per fare in modo che la scuola italiana abbia personale adeguato, visto soprattutto quanto ha subito negli ultimi tempi. C'è infine la questione, che veramente non capiamo, degli idonei STEM (science, technology, engineering and mathematics), che hanno sostenuto un concorso e che aspettano da tempo di essere stabilizzati. Non si capisce la ragione per la quale tutte le forze politiche diano loro solidarietà a chiacchiere e poi invece non si assuma una decisione sacrosanta, che non ha un costo rilevante;

    che dire poi di quello psicodramma in cui la maggioranza ha trasformato, nel tempo, il superbonus? Avete tribolato tanto a raggiungere un accordo, ma ci voleva tanto a capire che su questo tema servono certezza dei tempi, semplificazione delle procedure e, ovviamente, riconoscimento del valore della cessione del credito d'impostaPag. 126? Fratelli d'Italia vi chiedeva solo questo – a dire ve lo chiedevamo in tanti – ma, purtroppo, avete fatto troppo poco anche in questa direzione;

    del tutto positivo è lo stanziamento, disposto in ragione dell'approvazione al Senato di un emendamento di Fratelli d'Italia, di 10 milioni di euro da destinare al fondo per gli immobili occupati: altro che 10 milioni per qualche marchetta in giro! Se a un proprietario di immobile residenziale occupano la casa fino ad oggi – prima dell'approvazione di questo disegno di legge di bilancio – egli continua a essere tenuto a pagare tutte le tasse su quell'immobile: la quota Irpef, la quota IMU, se non è prima casa, e la quota Tari. Grazie a Fratelli d'Italia, da quando viene fatta la denuncia di occupazione dell'immobile a quando quell'immobile non viene liberato, le tasse sull'immobile occupato non saranno più dovute;

    abbiamo ribadito più volte, anche in quest'Aula, che non ci sembra normale che una patente per guidare i camion in Italia costi 2.500 euro e nel Regno Unito 250. Al danno si aggiunge la beffa, perché gli stipendi per gli autisti professionisti in Italia sono tra i più bassi. Non si arriva nemmeno a 30.000 euro lordi, a fronte di quanto si guadagna in altre nazioni europee. Il costo della formazione chiaramente penalizza oltremodo i lavoratori italiani. Andava garantito, quindi, un supporto economico proprio per avviarli al mondo del lavoro. Si parla tanto dell'introduzione dei giovani al mondo del lavoro, della grande questione lavorativa e poi lo Stato si gira dall'altra parte. Continueremo a ripeterlo: secondo noi, in Italia costa troppo prendere una patente di guida per diventare autista. Ci vuole troppo tempo. In Italia il corso di studi arriva a sette mesi, mentre nel Regno Unito è di due mesi. Nell'Est europeo con un paio di mesi si consegue il titolo che consente di introdurre i giovani al mondo del lavoro in questo comparto. Il Governo pensa di aver risolto la questione con il bonus patente. Abbiamo, come Fratelli d'Italia, chiesto al Senato di allargare la platea di coloro che potevano usufruire di questa possibilità anche ad altre categorie di autisti e ad altre tipologie di autotrasportatori, ma l'emendamento è stato clamorosamente rigettato;

    quanto all'agricoltura nella legge di bilancio è riservato poco rispetto a un settore non solo primario per definizione, ma fondamentale per la nostra economia, atteso che l'agricoltura e l'agroalimentare rappresentano un quarto del nostro PIL. Non basta all'evidenza sostenere che in questo disegno di legge di bilancio le risorse per l'agricoltura sono raddoppiate rispetto alla precedente legge quando, in termini assoluti, su una manovra come questa si arriva a stanziare poche centinaia di milioni come risorse dirette per il settore. Questi numeri attestano quanto poco centrale sia l'agricoltura nell'agenda politica di questo Governo, che di fatto dimostra di non credere, perché non investe e non dedica risorse – non diciamo importanti, ma almeno accettabili – a un settore che, in questo periodo di crisi dovuta alla pandemia, ha dimostrato di non arrendersi mai e di garantire il cibo per tutti;

    ma ci sono altri elementi che ci preoccupano: il primo è fondamentale e determinante per la tenuta del settore. Abbiamo l'impressione – e sinceramente ce ne dispiace – che non ci siano una visione, un piano strategico per la nostra agricoltura, ma che si cerchi di mettere sempre una toppa alle troppe emergenze; tante toppe e nessuna visione. Una mancanza di visione – a nostro avviso, ad esempio – si registra appieno nella mancanza, ad oggi, di un piano strategico nazionale, da presentare fra pochi giorni alla Commissione europea, per l'attuazione della prossima politica agricola comune (PAC);

    si parla tanto di transizione ecologica, i leader europei lanciano slogan che sicuramente colpiscono l'immaginario collettivo: 3 miliardi di alberi da piantare da oggi al 2030. Siamo già in ritardo, perché ad oggi non se ne è piantato, di fatto, nemmeno uno. Ma, se proviamo a fare un conto veloce, significa piantare 300 milioni di alberi l'anno, un milione di alberi al giorno. Ma ci rendiamo conto? Ma ammesso che sia anche possibile, ci chiediamo Pag. 127se esista un piano di piantumazione nel nostro Paese. Ma soprattutto, chi produce questi alberi e quanti se ne possono produrre? Non lo sappiamo, perché non c'è alcuna strategia. Oltre a non investire sul verde, il problema è che non si fa niente sul piano legislativo per aiutare il settore. Nello specifico del disegno di legge di bilancio, come Fratelli d'Italia abbiamo proposto la riformulazione del bonus verde, ma siamo rimasti inascoltati. Non solo: la legge sul florovivaismo, approvata alla Camera è bloccata da mesi al Senato: insomma, abbiamo bisogno di piante e blocchiamo una legge per dare certezze a chi le produce;

    rimaniamo sempre sul tema ambientale: stiamo attraversando una vera e propria emergenza relativa alla fauna selvatica, che sta mettendo a serio rischio l'equilibrio faunistico e ambientale. È soprattutto un fenomeno che sta mettendo in ginocchio molti agricoltori e allevatori: l'eclatante sovraffollamento di cinghiali che, ormai, arrivano a passeggiare tranquillamente nelle strade delle città. I cinghiali sono un pericolo per l'ambiente, ma soprattutto un pericolo sanitario: detti animali trasmettono la peste suina africana la cui eventuale propagazione nel Paese equivarrebbe alla fine della suinicoltura e della produzione di insaccati, una delle nostre produzioni di eccellenza. Cosa si fa con questa manovra finanziaria? Si stanziano risorse per la sterilizzazione, invece di predisporre risorse per un serio piano nazionale straordinario di abbattimenti, al fine di portare quegli animali a un numero sostenibile, per poi mettere in campo tutte le azioni necessarie per il contenimento, compresa la modifica della legge 11 febbraio 1992, n. 157, ormai vecchia di quasi trent'anni e non più idonea ad affrontare le situazioni odierne. Nonostante quanto evidenziato, non si mettono risorse per compensare gli agricoltori da questi danni. Così come abbiamo trovato un muro anche sulla proposta di Fratelli d'Italia di agevolare le cessioni agricole all'interno dei contratti di rete. Siamo stati inascoltati. Poche, infine, le risorse stanziate per interventi finalizzati al contrasto della Xylella che, a causa di una pessima gestione della crisi da parte dell'amministrazione regionale della Puglia, sta distruggendo un intero comparto e territorio;

    purtroppo non c'è stato spazio per molte altre battaglie che Fratelli d'Italia aveva provato a portare all'attenzione del Senato. Gli italiani hanno bisogno di lavoro e noi – da sempre – abbiamo avanzato proposte, anche per il disegno di legge di bilancio. Abbiamo proposto di ragionare su un modello che dica alle imprese: più assumi, meno tasse paghi. È una cosa di buon senso. Con un meccanismo composito, abbiamo proposto una super deduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta intensità di lavoro; come abbiamo il superbonus per gli ammortamenti, abbiamo proposto di introdurre il superbonus per chi assume persone in Italia: si agevola in tal modo l'economia reale e si penalizzano le grandi concentrazioni economiche, che fanno utili in Italia senza assumere. Una proposta di mero buon senso, ma l'emendamento è stato bocciato;

    purtroppo Gualtieri si era sbagliato quando aveva detto che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro a causa del Covid-19; il posto di lavoro l'hanno perso in moltissimi: lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, partite IVA. Sono in molti ad aver perso il posto di lavoro. Abbiamo proposto allora la creazione di un fondo per la ricollocazione di chi ha perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia, attraverso sistemi collaudati, ossia ponendo a carico dello Stato il 50 per cento dei contributi previdenziali che sono a carico del datore di lavoro. È un meccanismo che, per esempio, già funziona per l'occupazione femminile o l'occupazione giovanile. Anche questa ci sembrava una misura semplice, immediata e di buon senso, ma è stata bocciata;

    abbiamo anche sollecitato un intervento contro la concorrenza sleale che subiscono prevalentemente i nostri commercianti. Esiste il meccanismo delle imprese «apri e chiudi»: chiunque sa che il fisco prende contezza di un'attività non prima di due anni. Legalmente, se io apro un'attività, posso tranquillamente non versare un Pag. 128euro allo Stato prima di ventiquattro mesi, non facendo qualcosa di illegale, ma semplicemente applicando la legge. Però, se io alla fine dei due anni sparisco, il fisco non mi rintraccia più. E allora ci sono delle piccole accortezze che si possono adottare: per i soggetti a rischio, prevalentemente chi è extracomunitario (non perché si voglia fare discriminazione, ma perché è più facilmente non più reperibile), istituire un fondo cauzionale o una fideiussione sulle tasse che saranno dovute;

    onorevoli Colleghi. In conclusione, analizzando il testo della legge di bilancio 2022 a nostre mani, più che una legge volta al futuro dell'Italia ci sembra di avere a che fare con la vecchia «legge mancia», allora contestata dalla sinistra, pur costituendo un'appendice della legge finanziaria, e oggi elevata della sinistra a legge di sistema. Ciò a dimostrazione di come, per tenere in piedi una maggioranza così eterogenea e frastagliata, ci sia bisogno di una mediazione al ribasso e di cercare di accontentare tutti, il che non fa certo bene alla Nazione;

    quanto al cosiddetto «Governo dei migliori» ci auguriamo che il presidente Draghi, con il rispetto che Fratelli d'Italia gli riconosce come persona, voglia anche lui calarsi un po' nell'umiltà che ogni cittadino deve avere, magari convenendo con noi che gli organi parlamentari non sono un optional a sua disposizione!;

    questa legge di bilancio è nei fatti solo l'effetto di un compromesso al ribasso di forze contrapposte, con idee diverse, che vogliono forzatamente stare insieme e che, però, insieme non riescono a stare se non perché così impone loro il ricorso al voto di fiducia di cui il Governo abusa a piene mani. Il compromesso al ribasso, tuttavia, produce l'assenza di una visione: non c'è visione politica in questa manovra; non c'è rilancio per la Nazione perché non c'è amore per la Nazione italiana e per quella che noi chiamiamo Patria,

DELIBERA DI RIFERIRE
NEGATIVAMENTE

  Relazione di minoranza dei deputati: Deidda, Galantino e Giovanni Russo.

Pag. 129

ALLEGATO 5

Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 12/2021, relativo alla realizzazione di un sistema integrato per il comando e controllo per le operazioni aeree (ACCS – Air Command Control System). Atto n. 330.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione (Difesa),

   esaminato lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R (Ammodernamento e Rinnovamento) n. SMD 12/2021, relativo alla realizzazione di un sistema integrato per il Comando e Controllo per le operazioni aeree ACCS – Air Command Control System (Atto del Governo n. 330);

   premesso che:

    il programma sottoposto all'approvazione del Parlamento intende realizzare un sistema integrato per il Comando e Controllo per le operazioni aeree (ACCS – Air Command Control System), in seno alla NATO, in grado di gestire in modo automatizzato l'intero spettro delle operazioni aeree mediante la raccolta, l'elaborazione e la presentazione delle informazioni, al fine di permettere ai Comandanti una efficace condotta delle operazioni;

    in particolare, l'obiettivo del programma è quello di realizzare un sistema comune di Comando e Controllo costituito da componenti hardware e software in grado di condurre un'efficace sorveglianza dello spazio aereo nazionale e NATO attraverso l'integrazione di tutti i sensori attivi e passivi, sia del segmento prettamente militare che di quello civile, identificare tutte le potenziali minacce provenienti anche del segmento missilistico, porre in essere tutte le misure di contrasto attraverso la gestione di appositi attuatori e condividere le informazioni in ambito interforze e inter-agenzia;

   rilevato che:

    il programma, di previsto avvio nel 2021, si concluderà presumibilmente nel 2033 e il costo complessivo previsto è stimato in 214 milioni di euro, a condizioni economiche 2021, suddivisi in più tranche;

    la spesa relativa alla prima tranche, per un ammontare di 163,06 milioni, verrà finanziata a valere sui capitoli del settore investimento del bilancio ordinario del Ministero della difesa e sarà destinata alla realizzazione dell'info-struttura necessaria per installare il sistema ACCS all'intera struttura di Comando e Controllo (C2), nonché all'avvio e completamento dell'installazione del sistema ACCS presso i centri C2 dell'Aeronautica militare e all'avvio e ammodernamento della rete di sensori necessari alla condotta delle operazioni aeree tramite il sistema ACCS;

    la seconda tranche, del valore di 50,94 milioni di euro, sarà contrattualizzata subordinatamente all'identificazione delle necessarie risorse a valere su distinti strumenti finanziari e consentirà a tutte le unità nazionali Interforze e di singola Forza armata che contribuiscono alla difesa aerea nazionale di poter operare su un unico sistema di C2;

    considerato che i settori industriali principalmente interessati sono quelli dell'industria nazionale dell'alta tecnologia e dell'aerospazio, nonché dell'indotto associato, con un forte impatto sulle piccole e medie imprese (PMI) distribuite su tutto il territorio nazionale e che il programma presenta anche potenziali opportunità di cooperazione e conseguenti benefici per le esportazioni industriali;

    uditi i chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo nella seduta dello scorso 9 dicembre, nella quale ha precisato Pag. 130che con lo schema di decreto in esame è intenzione del Governo sottoporre all'approvazione del Parlamento, in linea con quanto presentato nel Documento Programmatico Pluriennale 2021-2023, l'intero programma articolato in più tranche che porteranno all'adeguamento e al completamento di tutte le componenti interessate, soddisfacendo, così, le dotazioni di sotto insiemi via via più ampi delle unità operative della Difesa;

    preso atto della valutazione favorevole espressa dalla Commissione Bilancio sui profili di carattere finanziario, nella seduta del 21 dicembre 2021;

    ritenuto particolarmente rilevante che le imprese affidatarie del contratto valutino di realizzare la commessa, anche in riferimento alla manutenzione, attraverso gli strumenti tecnologici e di personale a loro disposizione, in modo da evitare, per quanto possibile, la creazione di ulteriori supply chains che, nel tempo, potrebbero portare a disperdere il patrimonio di conoscenze tecnologiche dell'industria nazionale operante nell'ambito della Difesa;

    ritenuto, altresì, importante che nel coinvolgimento delle realtà imprenditoriali di cui sopra si tenga conto delle certificazioni in materia di qualità, ambiente, sicurezza e responsabilità sociale dalle stesse possedute, nonché della loro capacità di promuovere stabilità occupazionale del personale impiegato,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 131

ALLEGATO 6

Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 30/2021, concernente il rinnovamento delle unità navali ausiliarie della Marina militare e relativo sostegno tecnico-logistico decennale. Atto n. 331.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione (Difesa),

   esaminato lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R (Ammodernamento e Rinnovamento) n. SMD 30/2021, inerente il rinnovamento delle unità navali ausiliarie della Marina militare e relativo sostegno tecnico-logistico decennale (Atto del Governo n. 331);

   premesso che:

    lo schema di decreto in esame si riferisce al rinnovamento delle Unità navali ausiliarie della Marina militare attualmente in linea dedicate al supporto logistico costiero (Classe Gorgona), al servizio dei fari e del segnalamento marittimo (Classe Ponza) e all'addestramento, in sostituzione dell'ormai dismessa Classe Aragosta;

    in particolare, il programma prevede la realizzazione di 14 nuove Unità navali, di cui 10 Unità nella versione Moto Trasporto Costiero-Fari (MTC-F) dotate di un ampio ponte poppiero per assolvere a una vasta gamma di compiti logistici e costieri e 4 Unità nella versione Tirocinio di Manovra (TIRMA), concepite per l'addestramento degli allievi dell'Accademia navale;

    le nuove Unità navali dovranno assicurare un'elevata manovrabilità e versatilità e saranno dotate di moderni sistemi di automazione per la condotta in sicurezza delle operazioni marinaresche con equipaggio ridotto al minimo. Inoltre, tutte le piattaforme dovranno essere caratterizzate da facilità di condotta e saranno caratterizzate da completa compatibilità con i sistemi di più recente introduzione in servizio nella Marina militare al fine di garantire la massima interoperabilità con i sistemi in uso dalle altre Forze armate italiane e alle Forze anfibie e aeronavali della Nato e dell'Unione europea;

   considerato che:

    il programma, di previsto avvio nel 2021, si concluderà presumibilmente nel 2032 e il costo complessivo previsto è stimato in 600 milioni di euro, suddivisi in più tranche;

    la prima tranche, del valore di 210 milioni, sarà destinata all'acquisizione di 4 Unità navali, e verrà finanziata a valere sugli stanziamenti del bilancio ordinario del Ministero della difesa;

    la seconda tranche, per i residuali 390 milioni, sarà invece destinata all'acquisizione delle restanti 10 Unità e verrà contrattualizzata subordinatamente all'identificazione delle necessarie risorse a valere su distinti strumenti finanziari di eventuale futura istituzione;

    il programma è riportato nel Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2021-2023 tra le schede riassuntive dei programmi di previsto avvio per 120 milioni di euro;

   evidenziato che:

    il programma è realizzabile interamente nell'ambito della cantieristica nazionale e comporterà una positiva ricaduta sulle piccole e medie imprese (PMI) dell'indotto della cantieristica in considerazione della connotazione commerciale di numerosi impianti ed apparati istallati sulle Unità navali;

Pag. 132

    si stima, pertanto, una positiva ricaduta economica e occupazionale nei settori industriali interessati al programma, cui si sommano interessanti prospettive legate all'indotto delle attività manutentive future a cura delle PMI nazionali coinvolte;

    uditi i chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo nella seduta dello scorso 9 dicembre, nella quale ha precisato che con lo schema di decreto in esame è intenzione del Governo sottoporre all'approvazione del Parlamento, in linea con quanto presentato nel Documento Programmatico Pluriennale 2021-2023, l'intero programma articolato in più tranche che porteranno all'adeguamento e al completamento di tutte le componenti interessate, soddisfacendo le dotazioni di sotto insiemi via via più ampi delle unità operative della Difesa;

    preso atto della valutazione favorevole espressa dalla Commissione Bilancio sui profili di carattere finanziario, nella seduta del 21 dicembre 2021;

    ritenuto particolarmente rilevante che le imprese affidatarie del contratto valutino di realizzare la commessa, anche in riferimento alla manutenzione, attraverso gli strumenti tecnologici e di personale a loro disposizione, in modo da evitare, per quanto possibile, la creazione di ulteriori supply chains che, nel tempo, potrebbero portare a disperdere il patrimonio di conoscenze tecnologiche dell'industria nazionale operante nell'ambito della Difesa;

    ritenuto, altresì, importante che nel coinvolgimento delle realtà imprenditoriali di cui sopra si tenga conto delle certificazioni in materia di qualità, ambiente, sicurezza e responsabilità sociale dalle stesse possedute, nonché della loro capacità di promuovere stabilità occupazionale del personale impiegato,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 133

ALLEGATO 7

Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 37/2021, finalizzato alla progressiva implementazione di suite operative «multi-missione multisensore» su piattaforma condivisa Gulfstream G-550. Atto n. 332.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione (Difesa),

   esaminato il Programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento n. SMD 37/2021 finalizzato alla progressiva implementazione di suite operative Multi-Missione MultiSensore su piattaforma condivisa Gulfstream G-550;

   evidenziato che la piattaforma del velivolo commerciale Gulfstream G-550 è particolarmente versatile e facilmente trasformabile in versioni militarizzate di alto profilo come già accaduto con i 2 esemplari in versione CAEW in dotazione all'Aeronautica militare e che tale scelta tiene conto dei benefici logistici ed economici riguardanti il mantenimento di un'unica piattaforma uguale per tutti i sistemi;

   ricordato che con lo schema di decreto SMD 03/2020 è stata finanziata – per un ammontare di 1.223,1 milioni di euro – la prima tranche del programma destinata all'acquisizione dei primi due velivoli in versione completa (Full Mission Capable) e di ulteriori sei velivoli in configurazione sostanzialmente civile (green), mentre l'avvio delle successive fasi di completamento è stata subordinata all'identificazione delle necessarie risorse finanziarie;

   rilevato che il presente schema di decreto riguarda la seconda tranche ed è rivolto alla trasformazione operativa di 4 dei 6 velivoli G-550 dalla cosiddetta versione green base JAMMS a quella Full Mission Capable (FMC), nonché a garantire i servizi di supporto logistico integrato (SLI) successivi alla consegna e le necessarie predisposizioni logistico infrastrutturali;

   sottolineato che le piattaforme dei citati 4 velivoli saranno ulteriormente modificate ed equipaggiate con i più avanzati sensori per la caratterizzazione dello scenario operativo al fine di ottenere la massima flessibilità di missione, nonché operare autonomamente o in supporto real-time a specifiche operazioni e che la capacità Multi-Int permetterà di effettuare una trasmissione dati da un sensore all'altro senza intervento dell'operatore;

   considerato che il completamento del progetto avverrà attraverso l'attivazione di tranche successive alla presente, portando a regime la capacità all'ottimale livello di espressione di una flotta di otto velivoli, in aggiunta ai due velivoli CAEW già in linea ed operativi;

   considerato, altresì, che il programma di previsto avvio nel 2021 garantirà, in linea con la vita operativa attesa dei sistemi, un loro efficace funzionamento almeno fino al 2040;

   tenuto presente che l'onere previsionale della seconda tranche del programma è stimato in circa 925 milioni di euro, a condizioni economiche 2021, e la spesa graverà su vari capitoli del settore investimento del bilancio ordinario del Ministero della difesa nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, mentre le successive tranche, del valore complessivo di circa 900 milioni di euro, finalizzate al completamento della conversione operativa a favore dei restanti due velivoli green base JAMMS e al supporto logistico integrato dell'intera flotta, saranno invece contrattualizzate subordinatamente all'identificazione delle necessarie risorse;

   precisato che oggetto del presente schema di decreto è l'intero programma, Pag. 134sul presupposto che le ulteriori acquisizioni saranno subordinate al reperimento delle risorse necessarie;

   preso atto della valutazione favorevole della Commissione Bilancio sui profili di carattere finanziario espressa nella seduta del 21 dicembre 2021;

   preso atto che il programma prevede una cooperazione internazionale e che, considerata la specificità e unicità di talune componenti centrali del sistema (sensori e suite di missione), queste dovranno essere acquisite direttamente attraverso procedure con Paesi alleati e di interesse strategico, mentre i servizi relativi ai velivoli e agli equipaggiamenti correlati potranno essere approvvigionati coinvolgendo l'industria nazionale;

   ravvisata l'esigenza di poter negoziare con il Governo Israeliano un accordo G2G per estendere lo spettro di coinvolgimento delle industrie nazionali della Difesa, non necessariamente nell'ambito del settore aeronautico, in ulteriori attività di procurement da parte del MoD israeliano fino a compensare il valore del nuovo impegno nazionale,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:

   sia svolta dal Governo, anche attraverso l'amministrazione della Difesa, ogni attività utile per valorizzare la partecipazione dell'industria nazionale all'allestimento, al funzionamento e al supporto delle piattaforme in oggetto e dei loro sistemi operativi, con un'attenzione anche alle imprese che sviluppano tecnologie per la sicurezza, la riservatezza e la segretezza delle comunicazioni, ricorrendo, semmai, a strumenti contrattuali differenziati in relazione ai diversi Paesi coinvolti nel programma al fine di massimizzare il ritorno industriale, sia di tipo diretto che di tipo indiretto, e le ricadute occupazionali per il nostro Paese e di assicurare, al contempo, un adeguato trasferimento tecnologico a favore dell'Italia.

Pag. 135

ALLEGATO 8

Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale. Nuovo testo unificato C. 1870 Ferrari, C. 1934 Deidda, C. 2045 Giovanni Russo, C. 2051 Del Monaco, C. 2802 De Monaco e C. 2993 Ferrari.

EMENDAMENTI DEI RELATORI APPROVATI DALLA COMMISSIONE

ART. 8.

  Al comma 1, lettera b), capoverso articolo 1094-bis, comma 1, sostituire le parole:, previo parere della commissione di vertice della relativa Forza Armata con le seguenti: previo giudizio di idoneità all'avanzamento espresso dalla commissione di vertice della Forza armata di appartenenza, ai sensi dell'articolo 1058, comma 2, e secondo le modalità di cui all'articolo 710 del regolamento.
8.100. I Relatori.

ART. 9.

  Al comma 1, sostituire la lettera b) con la seguente: b) revisione, secondo criteri di efficienza ed organicità, degli strumenti finalizzati al progressivo raggiungimento entro il 2030 delle dotazioni organiche complessive del personale militare dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare di cui all'articolo 798, comma 1, del decreto legislativo n. 66 del 2010.

  Conseguentemente, al medesimo comma 1:

   alla lettera i) sopprimere le parole: previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281;

   alla lettera m), dopo le parole: per un arco temporale prestabilito aggiungere le seguenti: , nel rispetto della normativa in materia di dati personali.
9.100. I Relatori.