CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 novembre 2021
696.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Schema di Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, riferito agli anni 2021-2023 (316), cui è allegata la Relazione sulle attività di cooperazione allo sviluppo, riferita all'anno 2019 (Atto n. 316).

PROPOSTA DI PARERE PRESENTATA DALLA RELATRICE

  La III Commissione,

   esaminato lo schema di Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo riferito agli anni 2021-2023 e l'allegata Relazione riferita all'anno 2019, di cui all'articolo 12 della legge 11 agosto 2014, n. 125. trasmesso alle Camere il 22 ottobre 2021;

   richiamati gli approfondimenti conoscitivi acquisiti in occasione delle audizioni informali della Viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale per la cooperazione allo sviluppo e di rappresentanti di reti di organizzazioni non governative operanti nel settore dell'aiuto allo sviluppo;

   richiamato che ai sensi del citato articolo 12 della legge n. 125 del 2014 il Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo è elaborato tenuto conto della Relazione sulle attività di cooperazione realizzate nell'anno precedente, con evidenza dei risultati conseguiti, e deve essere approvato dal Consiglio dei ministri entro il 31 marzo di ogni anno, dovendo indicare, innanzitutto, la visione strategica, gli obiettivi di azione e i criteri di intervento, la scelta delle priorità delle aree geografiche e dei singoli Paesi, nonché dei diversi settori nel cui ambito dovrà essere attuata la cooperazione allo sviluppo;

   i 5 pilastri dell'Agenda 2030 delle Nazioni Uniti per lo Sviluppo Sostenibile – Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partenariati – delineano l'orizzonte strategico entro cui si colloca la cooperazione allo sviluppo italiana;

   rispetto dei diritti umani, tutela delle libertà fondamentali, dello Stato di diritto, i principi di giustizia sociale, il diritto alla salute, all'acqua potabile e al cibo, ad un ambiente salubre, al lavoro, all'istruzione, la parità di genere e l'empowerment delle donne, la costruzione di istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli rappresentano gli ulteriori capisaldi dell'azione italiana nell'ambito della cooperazione allo sviluppo;

   in ottemperanza con gli impegni assunti in sede internazionale, la Cooperazione allo sviluppo italiana si inquadra nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, adottata nel dicembre 2017, in una logica di coerenza tra politiche nazionali ed internazionali e, dunque, di sistema tra tutte le Amministrazioni dello Stato coinvolte: l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Cassa Depositi e Prestiti, Regioni ed Enti locali, Organizzazioni della Società Civile, settore privato e tutti gli altri soggetti del sistema della cooperazione allo sviluppo, incluse le diaspore;

   anche alla luce degli esiti della COP26, la maggiore sfida futura è rappresentata dalla lotta contro la pandemia e dalla lotta ai cambiamenti climatici, questione che riguarda l'ambiente, l'economia, i fenomeni migratori e il funzionamento delle nostre società, nell'interesse di un futuro sostenibile per le prossime generazioni;

   richiamati gli esiti della Presidenza del G20 per le tematiche dello sviluppo sostenibile, con particolare riferimento ai contenuti della Dichiarazione di Matera sulla sicurezza alimentare, la nutrizione ed i sistemi alimentari, che promuove l'iniziativa Food Coalition lanciata dall'Italia in ambito FAO;

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   apprezzato lo specifico carattere inclusivo dell'iter di elaborazione del Documento triennale in titolo, avviato nel 2020 e fortemente segnato dalle urgenze e dal cambio di paradigma imposto a livello globale dall'emergenza pandemica, che ha fissato come priorità la promozione di investimenti nella prevenzione e preparazione alle pandemie ed ha implicato un rallentamento del cammino verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, in particolare in quelle aree critiche dove i progressi erano limitati: povertà, fame, disuguaglianze e discriminazioni, degrado ambientale, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito;

   valutata positivamente la dotazione finanziaria a sostegno della cooperazione allo sviluppo, a valere sui capitoli della legge di bilancio per il triennio 2021-2023 e anche le risorse disponibili sul Fondo Rotativo e per le attività di Cassa Depositi e Prestiti;

   richiamando la percentuale dello 0,22 dell'aiuto pubblico allo sviluppo in rapporto al reddito nazionale lordo per l'anno 2019 rispetto allo 0,25 stanziato nel 2018, ma evidenziando il permanere di un divario considerevole rispetto all'obiettivo dello 0,7 per cento del RNL fissato dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile;

   apprezzata, pertanto, la previsione di consistenti incrementi degli stanziamenti previsti dal disegno di legge di bilancio 2022-2024, in recepimento di osservazioni espresse da questa Commissione, nell'obiettivo di un riallineamento progressivo dell'aiuto pubblico allo sviluppo alla percentuale dello 0,7 per cento del reddito nazionale lordo;

   valorizzato l'impegno dell'Italia, che nel 2020 è stata tra i primi Paesi al mondo ad annunciare un contributo di 120 milioni di Euro per il periodo 2021-2025 (di cui 20 milioni dedicati al GAVI COVAX AMC) e che ha preannunciato la donazione di 45 milioni di dosi di vaccini in occasione della sessione conclusiva del Global Covid-19 Summit nell'ambito della 76ma Assemblea generale delle Nazioni Unite, a sostegno del programma COVAX per sostenere i Paesi più poveri a contrastare la diffusione del COVID-19 e favorire la distribuzione dei vaccini alle fasce più vulnerabili della popolazione. Tali risorse fanno dell'Italia uno dei principali donatori per l'equo accesso al vaccino anti COVID-19 nei Paesi in via di sviluppo, oltre a renderla l'ottavo donatore in assoluto dell'Alleanza GAVI;

   apprezzata la ripartizione percentuale delle risorse nel corso del triennio tra i vari settori di intervento a livello Paese in base a «Documenti di Strategia Paese», allineati ai «Piani di sviluppo Nazionali» e negoziati con le autorità dei Paesi partner;

   apprezzati gli impegni che la Cooperazione italiana intende promuovere in ambito sanitario, nel campo dell'istruzione, dell'uguaglianza di genere, dell'inclusione sociale ed economica dei più deboli;

   sottolineata la centralità dell'azione italiana nella prevenzione delle crisi umanitarie e nell'assistenza umanitaria prioritariamente in Paesi del Medio Oriente e Nord Africa, dell'Africa sub-sahariana ed australe, nonché in forma crescente in Asia, delle situazioni di conflitto e post conflitto, nonché di quelle climatiche estreme e indotte da epidemie/pandemie;

   condivise le priorità di carattere geografico assegnate a 20 Paesi, di cui 11 in Africa (Egitto, Tunisia, Etiopia, Kenya, Somalia, Sudan, Burkina Faso, Mali, Niger, Senegal e Mozambico), 4 nell'area mediorientale (Giordania, Iraq, Libano e Territori Palestinesi occupati), 1 nell'Europa balcanica (Albania), 2 in Asia (Afghanistan e Myanmar), 2 in America latina (Cuba, El Salvador);

   sottolineata a tal proposito l'esigenza di integrare maggiormente le priorità Paese in una visione geopolitica dell'interesse nazionale con la conseguenza di assicurare, quanto alla regione balcanica, speciale attenzione alla condizione di particolare fragilità della Bosnia Erzevogina e, quanto all'Asia, ai Paesi che ricadono nella regione dell'Indo-pacifico;

   espressa soddisfazione per il lead che il nostro Paese esprime quale attore di Pag. 63aiuto internazionale allo sviluppo nel campo della salvaguardia del patrimonio culturale e dell'agroindustria e nel metodo «multistakeholder», considerato un elemento centrale e caratteristico del sistema della Cooperazione italiana e un modello che altri partner potranno seguire;

   espresso apprezzamento per il maggiore coinvolgimento delle OSC nella programmazione e gestione delle iniziative di peace building, in coerenza con gli obiettivi della cooperazione italiana dichiarati nell'articolo 1 della legge n. 125 del 2014;

   valutata positivamente l'interazione coerente tra cooperazione bilaterale ed iniziativa multilaterale, come pure il positivo incremento delle risorse gestite attraverso la cooperazione delegata, principalmente per il tramite di AICS, CDP e le Amministrazioni pubbliche certificate alla gestione dei fondi UE;

   apprezzato l'impegno italiano, sul fronte dei partenariati per lo sviluppo, per la cancellazione finale del debito in attuazione delle Intese concluse al Club di Parigi nella cornice dell'HIPC (Highly Indebted Poor Countries Initiative), con sospensione dei pagamenti estesa dal G20, da ultimo, fino al secondo semestre 2021;

   evidenziato che la questione migratoria rimane al centro delle azioni in materia di cooperazione per cui le Linee guida strategiche su migrazione e sviluppo dovranno rafforzare il coordinamento tra MAECI, AICS, Ministero degli interni, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Enti territoriali, le OSC e le organizzazioni della diaspora;

   a tal fine, si renda più trasparente nelle statistiche lo scorporo dei fondi destinati alle politiche per l'accoglienza e l'asilo migranti dai calcoli dell'aiuto pubblico allo sviluppo, realizzando in generale una visione di maggiore dettaglio in merito alle risorse destinate alle singole Amministrazioni dello Stato come pure alle iniziative di carattere multilaterale. Per quanto riguarda gli aumenti dell'aiuto pubblico allo sviluppo, questi siano deliberati al netto delle spese per migranti;

   sottolineata la condizione di esposizione al pericolo e di rischio per la vita in cui lavorano gli operatori delle organizzazioni della società civile italiana tuttora presenti in Afghanistan, dove sono reiterate le minacce e le pressioni esercitate dal regime talebano alle OSC e anche alle istituzioni religiose che si spendono per assicurare la sopravvivenza e la tutela dei diritti della popolazione civile e in particolare delle fasce più fragili;

   apprezzato, sul versante dei progetti per la promozione della pace e della convivenza pacifiche, il programma che sarà avviato nel triennio di riferimento per interventi di sostegno alle popolazioni appartenenti a minoranze cristiane oggetto di persecuzioni nelle aree di crisi (in Paesi quali, ad esempio, Iraq, Siria, Nigeria);

   valutata con favore la sinergia positiva derivante dall'impegno internazionale delle organizzazioni missionarie, che interagiscono con la cooperazione italiana e che collaborano a tutti gli effetti alla realizzazione dell'Agenda 2030;

   espresso l'auspicio di una rigorosa attuazione delle raccomandazioni espresse dall'OCSE-DAC, anche nella prospettiva della verifica di metà percorso dopo la Peer Review del 2019, e di un ulteriore miglioramento della normativa in materia di aiuto pubblico allo sviluppo, di cui alla legge di riforma approvata nel 2014;

   espressa a tal fine l'opportunità di una revisione della normativa vigente quanto alla scadenza del 31 marzo per la presentazione del Documento in esame, che, alla luce dell'esperienza applicativa maturata, andrebbe più opportunamente fissata al 31 ottobre di ogni anno e svincolata dalla contestuale presentazione della Relazione consuntiva, al fine di scongiurare pur comprensibili dinamiche istruttorie che hanno fin qui comportato sensibili ritardi nella presentazione del Documento triennale al Parlamento, nell'interesse di un esame parlamentare il più possibile costruttivo ed efficace, che non configuri un esercizio annuale di carattere meramente formale,

  esprime

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PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:

   si continui ad assicurare, anche attraverso le opportune decisioni legislative e la definizione di una road map, adeguati e graduali incrementi delle risorse destinate alle attività di cooperazione allo sviluppo al fine di garantire, da parte del nostro Paese, il raggiungimento degli obiettivi previsti sia in ambito internazionale, sia dalla stessa legge n. 125 del 2014 che prescrivono che le risorse destinate all'aiuto pubblico allo sviluppo siano pari allo 0,7 per cento del RNL;

   si prosegua nel processo di implementazione delle raccomandazioni formulate dall'OCSE/DAC in occasione della Peer Review del 2019, in vista della verifica di metà percorso;

   con riferimento alle priorità di carattere trasversale, si preveda un tracciamento delle risorse mediante policy markers per tutte le Amministrazioni dello Stato coinvolte e non solo per l'AICS;

   attraverso Cassa Depositi e Prestiti si dia impulso alla mobilitazione di flussi finanziari per iniziative di transizione a economie resilienti e a bassa intensità di carbonio, ad esempio, nel settore delle infrastrutture verdi, valorizzando maggiormente l'esperienza italiana in materia di economia circolare e rinnovabili e, in generale, rafforzando l'impegno dell'Italia nella lotta ai cambiamenti climatici, alla luce degli esiti della COP26 di Glasgow;

   sul terreno della cancellazione finale del debito, si proceda oltre prevedendo la ristrutturazione e la riconversione di parte del debito in investimenti in valuta locale finalizzati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile;

   si rafforzino i partenariati pubblico-privato nell'obiettivo di attirare maggiori capitali e risorse, anche esplorando strumenti finanziari innovativi;

   in materia di priorità geografiche si valuti un'estensione degli interventi alla Bosnia Erzegovina, in ragione della condizione contingente di speciale fragilità geopolitica, e alla regione dell'Indo-Pacifico, in linea con le priorità di politica estera europee, assicurando anche una congrua considerazione degli impegni assunti a livello bilaterale con altri Paesi e valutando l'evolvere della situazione in Libia, nella Regione del Sahel, in Siria, in Yemen, in Colombia e in Venezuela;

   alla luce del grave deterioramento del quadro geopolitico in Etiopia, si valuti un incremento di sforzi a sostegno dei Paesi del Corno d'Africa, colpiti dai cambiamenti climatici, povertà estrema ed esposti a catastrofe umanitaria ed a correlati fenomeni criminali di sfruttamento e tratta di esseri umani;

   nel contesto del Tavolo di coordinamento con le Organizzazioni della Società Civile sull'Afghanistan, si valuti il rilancio dell'impegno di cooperazione allo sviluppo e delle attività umanitarie a sostegno della popolazione dell'Afghanistan, con particolare attenzione alle fasce più deboli e alle donne, nel contesto delle iniziative multilaterali, anche al di fuori dal Paese, in un raccordo stretto tra progetti di cooperazione allo sviluppo, rispetto dello Stato di diritto e tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali;

   sul piano metodologico, si promuova con tempestività una revisione della normativa vigente che, valutando anche una logica di maggiore autonomia tra Documento triennale e Relazione consuntiva, rafforzando la valenza strategica di medio periodo del succitato Documento e dando attuazione alle raccomandazioni dell'OCSE/DAC, incida sulla tempistica di presentazione del Documento triennale alle Camere, slittandone il termine al 31 ottobre di ogni anno;

   si promuova, in fine, una più capillare integrazione e valorizzazione dell'expertise delle OSC nelle sedi di definizione delle politiche di aiuto internazionale allo sviluppo, promuovendo forme di co-programmazione, di co-progettazione e di confronto geopolitico, laddove l'apporto della società civile italiana possa contribuire in modo fattivo alla realizzazione degli obiettivi di politica estera dell'Italia.

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ALLEGATO 2

Schema di Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, riferito agli anni 2021-2023 (316), cui è allegata la Relazione sulle attività di cooperazione allo sviluppo, riferita all'anno 2019 (Atto n. 316).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,

   esaminato lo schema di Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo riferito agli anni 2021-2023 e l'allegata Relazione riferita all'anno 2019, di cui all'articolo 12 della legge 11 agosto 2014, n. 125. trasmesso alle Camere il 22 ottobre 2021;

   richiamati gli approfondimenti conoscitivi acquisiti in occasione delle audizioni informali della Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale per la cooperazione allo sviluppo e di rappresentanti di reti di organizzazioni non governative operanti nel settore dell'aiuto allo sviluppo;

   richiamato che ai sensi del citato articolo 12 della legge n. 125 del 2014 il Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo è elaborato tenuto conto della Relazione sulle attività di cooperazione realizzate nell'anno precedente, con evidenza dei risultati conseguiti, e deve essere approvato dal Consiglio dei ministri entro il 31 marzo di ogni anno, dovendo indicare, innanzitutto, la visione strategica, gli obiettivi di azione e i criteri di intervento, la scelta delle priorità delle aree geografiche e dei singoli Paesi, nonché dei diversi settori nel cui ambito dovrà essere attuata la cooperazione allo sviluppo;

   i 5 pilastri dell'Agenda 2030 delle Nazioni Uniti per lo Sviluppo Sostenibile – Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partenariati – delineano l'orizzonte strategico entro cui si colloca la cooperazione allo sviluppo italiana;

   rispetto dei diritti umani, tutela delle libertà fondamentali, dello Stato di diritto, i princìpi di giustizia sociale, il diritto alla salute, all'acqua potabile e al cibo, ad un ambiente salubre, al lavoro, all'istruzione, la parità di genere e l'empowerment delle donne, la costruzione di istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli rappresentano gli ulteriori capisaldi dell'azione italiana nell'ambito della cooperazione allo sviluppo;

   in ottemperanza con gli impegni assunti in sede internazionale, la Cooperazione allo sviluppo italiana si inquadra nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, adottata nel dicembre 2017, in una logica di coerenza tra politiche nazionali ed internazionali e, dunque, di sistema tra tutte le Amministrazioni dello Stato coinvolte: l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Cassa Depositi e Prestiti, Regioni ed Enti locali, Organizzazioni della Società Civile, settore privato e tutti gli altri soggetti del sistema della cooperazione allo sviluppo, incluse le diaspore;

   anche alla luce degli esiti della COP26, la maggiore sfida futura è rappresentata dalla lotta contro la pandemia e dalla lotta ai cambiamenti climatici, questione che riguarda l'ambiente, l'economia, i fenomeni migratori e il funzionamento delle nostre società, nell'interesse di un futuro sostenibile per le prossime generazioni;

   richiamati gli esiti della Presidenza del G20 per le tematiche dello sviluppo sostenibile, con particolare riferimento ai contenuti della Dichiarazione di Matera sulla sicurezza alimentare, la nutrizione ed i sistemi alimentari, che promuove l'iniziativa Food Coalition lanciata dall'Italia in ambito FAO;

Pag. 66

   apprezzato lo specifico carattere inclusivo dell'iter di elaborazione del Documento triennale in titolo, avviato nel 2020 e fortemente segnato dalle urgenze e dal cambio di paradigma imposto a livello globale dall'emergenza pandemica, che ha fissato come priorità la promozione di investimenti nella prevenzione e preparazione alle pandemie ed ha implicato un rallentamento del cammino verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, in particolare in quelle aree critiche dove i progressi erano limitati: povertà, fame, disuguaglianze e discriminazioni, degrado ambientale, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito;

   valutata positivamente la dotazione finanziaria a sostegno della cooperazione allo sviluppo, a valere sui capitoli della legge di bilancio per il triennio 2021-2023 e anche le risorse disponibili sul Fondo Rotativo e per le attività di Cassa Depositi e Prestiti;

   richiamando la percentuale dello 0,22 dell'aiuto pubblico allo sviluppo in rapporto al reddito nazionale lordo per l'anno 2019 rispetto allo 0,25 stanziato nel 2018, ma evidenziando il permanere di un divario considerevole rispetto all'obiettivo dello 0,7 per cento del RNL fissato dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile;

   apprezzata, pertanto, la previsione di consistenti incrementi degli stanziamenti previsti dal disegno di legge di bilancio 2022-2024, in recepimento di osservazioni espresse da questa Commissione, nell'obiettivo di un riallineamento progressivo dell'aiuto pubblico allo sviluppo alla percentuale dello 0,7 per cento del reddito nazionale lordo;

   valorizzato l'impegno dell'Italia, che nel 2020 è stata tra i primi Paesi al mondo ad annunciare un contributo di 120 milioni di Euro per il periodo 2021-2025 (di cui 20 milioni dedicati al GAVI COVAX AMC) e che ha preannunciato la donazione di 45 milioni di dosi di vaccini in occasione della sessione conclusiva del Global Covid-19 Summit nell'ambito della 76a Assemblea generale delle Nazioni Unite, a sostegno del programma COVAX per sostenere i Paesi più poveri a contrastare la diffusione del COVID-19 e favorire la distribuzione dei vaccini alle fasce più vulnerabili della popolazione. Tali risorse fanno dell'Italia uno dei principali donatori per l'equo accesso al vaccino anti COVID-19 nei Paesi in via di sviluppo, oltre a renderla l'ottavo donatore in assoluto dell'Alleanza GAVI;

   apprezzata la ripartizione percentuale delle risorse nel corso del triennio tra i vari settori di intervento a livello Paese in base a «Documenti di Strategia Paese», allineati ai «Piani di sviluppo Nazionali» e negoziati con le autorità dei Paesi partner;

   apprezzati gli impegni che la Cooperazione italiana intende promuovere in ambito sanitario, nel campo dell'istruzione, dell'uguaglianza di genere, dell'inclusione sociale ed economica dei più deboli;

   sottolineata la centralità dell'azione italiana nella prevenzione delle crisi umanitarie e nell'assistenza umanitaria prioritariamente in Paesi del Medio Oriente e Nord Africa, dell'Africa sub-sahariana ed australe, nonché in forma crescente in Asia, delle situazioni di conflitto e post conflitto, nonché di quelle climatiche estreme e indotte da epidemie/pandemie;

   condivise le priorità di carattere geografico assegnate a 20 Paesi, di cui 11 in Africa (Egitto, Tunisia, Etiopia, Kenya, Somalia, Sudan, Burkina Faso, Mali, Niger, Senegal e Mozambico), 4 nell'area mediorientale (Giordania, Iraq, Libano e Territori Palestinesi occupati), 1 nell'Europa balcanica (Albania), 2 in Asia (Afghanistan e Myanmar), 2 in America latina (Cuba, El Salvador);

   con riferimento all'impegno di cooperazione con l'Egitto, che resta prioritario, risulta necessario avviare una riflessione strategica che qualifichi gli obiettivi del nostro impegno con quel Paese, anche alla luce di quanto emerso relativamente al caso Regeni;

   sottolineata a tal proposito l'esigenza di integrare maggiormente le priorità Paese in una visione geopolitica dell'interesse nazionale Pag. 67 con la conseguenza di assicurare, quanto alla regione balcanica, speciale attenzione alla condizione di particolare fragilità della Bosnia Erzevogina e, quanto all'Asia, ai Paesi che ricadono nella regione dell'Indo-pacifico;

   espressa soddisfazione per il lead che il nostro Paese esprime quale attore di aiuto internazionale allo sviluppo nel campo della salvaguardia del patrimonio culturale e dell'agroindustria e nel metodo «multistakeholder», considerato un elemento centrale e caratteristico del sistema della Cooperazione italiana e un modello che altri partner potranno seguire;

   espresso apprezzamento per il maggiore coinvolgimento delle OSC nella programmazione e gestione delle iniziative di peace building, in coerenza con gli obiettivi della cooperazione italiana dichiarati nell'articolo 1 della legge n. 125 del 2014;

   valutata positivamente l'interazione coerente tra cooperazione bilaterale ed iniziativa multilaterale, come pure il positivo incremento delle risorse gestite attraverso la cooperazione delegata, principalmente per il tramite di AICS, CDP e le Amministrazioni pubbliche certificate alla gestione dei fondi UE;

   apprezzato l'impegno italiano, sul fronte dei partenariati per lo sviluppo, per la cancellazione finale del debito in attuazione delle Intese concluse al Club di Parigi nella cornice dell'HIPC (Highly Indebted Poor Countries Initiative), con sospensione dei pagamenti estesa dal G20, da ultimo, fino al secondo semestre 2021;

   evidenziato che la questione migratoria rimane al centro delle azioni in materia di cooperazione per cui le Linee guida strategiche su migrazione e sviluppo dovranno rafforzare il coordinamento tra MAECI, AICS, Ministero degli interni, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Enti territoriali, le OSC e le organizzazioni della diaspora;

   a tal fine, si renda più trasparente nelle statistiche lo scorporo dei fondi destinati alle politiche per l'accoglienza e l'asilo migranti dai calcoli dell'aiuto pubblico allo sviluppo, realizzando in generale una visione di maggiore dettaglio in merito alle risorse destinate alle singole Amministrazioni dello Stato come pure alle iniziative di carattere multilaterale. Per quanto riguarda gli aumenti dell'aiuto pubblico allo sviluppo, questi siano deliberati al netto delle spese per migranti;

   nell'auspicio affinché, nei Paesi in cui l'Italia opera tramite le risorse destinate alle attività di cooperazione allo sviluppo, si promuova una seria ed efficace campagna di informazione sui rischi che le persone che vogliono migrare troveranno sul loro percorso, prima ancora di arrivare in Italia;

   sottolineata la condizione di esposizione al pericolo e di rischio per la vita in cui lavorano gli operatori delle organizzazioni della società civile italiana tuttora presenti in Afghanistan, dove sono reiterate le minacce e le pressioni esercitate dal regime talebano alle OSC e anche alle istituzioni religiose che si spendono per assicurare la sopravvivenza e la tutela dei diritti della popolazione civile e in particolare delle fasce più fragili;

   apprezzato, sul versante dei progetti per la promozione della pace e della convivenza pacifiche, il programma che sarà avviato nel triennio di riferimento per interventi di sostegno alle popolazioni appartenenti a minoranze cristiane oggetto di persecuzioni nelle aree di crisi (in Paesi quali, ad esempio, Iraq, Siria, Nigeria);

   valutata con favore la sinergia positiva derivante dall'impegno internazionale delle organizzazioni missionarie, che interagiscono con la cooperazione italiana e che collaborano a tutti gli effetti alla realizzazione dell'Agenda 2030;

   espresso l'auspicio di una rigorosa attuazione delle raccomandazioni espresse dall'OCSE-DAC, anche nella prospettiva della verifica di metà percorso dopo la Peer Review del 2019, e di un ulteriore miglioramento della normativa in materia di aiuto pubblico allo sviluppo, di cui alla legge di riforma approvata nel 2014;

Pag. 68

   espressa a tal fine l'opportunità di una revisione della normativa vigente quanto alla scadenza del 31 marzo per la presentazione del Documento in esame, che, alla luce dell'esperienza applicativa maturata, andrebbe più opportunamente fissata al 31 ottobre di ogni anno e svincolata dalla contestuale presentazione della Relazione consuntiva, al fine di scongiurare pur comprensibili dinamiche istruttorie che hanno fin qui comportato sensibili ritardi nella presentazione del Documento triennale al Parlamento, nell'interesse di un esame parlamentare il più possibile costruttivo ed efficace, che non configuri un esercizio annuale di carattere meramente formale,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:

   si continui ad assicurare, anche attraverso le opportune decisioni legislative e la definizione di una road map, adeguati e graduali incrementi delle risorse destinate alle attività di cooperazione allo sviluppo al fine di garantire, da parte del nostro Paese, il raggiungimento degli obiettivi previsti sia in ambito internazionale, sia dalla stessa legge n. 125 del 2014 che prescrivono che le risorse destinate all'aiuto pubblico allo sviluppo siano pari allo 0,7 per cento del RNL;

   si prosegua nel processo di implementazione delle raccomandazioni formulate dall'OCSE/DAC in occasione della Peer Review del 2019, in vista della verifica di metà percorso;

   con riferimento alle priorità di carattere trasversale, si preveda un tracciamento delle risorse mediante policy markers per tutte le Amministrazioni dello Stato coinvolte e non solo per l'AICS;

   attraverso Cassa Depositi e Prestiti si dia impulso alla mobilitazione di flussi finanziari per iniziative di transizione a economie resilienti e a bassa intensità di carbonio, ad esempio, nel settore delle infrastrutture verdi, valorizzando maggiormente l'esperienza italiana in materia di economia circolare e rinnovabili e, in generale, rafforzando l'impegno dell'Italia nella lotta ai cambiamenti climatici, alla luce degli esiti della COP26 di Glasgow;

   sul terreno della cancellazione finale del debito, si proceda oltre prevedendo la ristrutturazione e la riconversione di parte del debito in investimenti in valuta locale finalizzati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile;

   si rafforzino i partenariati pubblico-privato nell'obiettivo di attirare maggiori capitali e risorse, anche esplorando strumenti finanziari innovativi;

   in materia di priorità geografiche si valuti un'estensione degli interventi alla Bosnia Erzegovina, in ragione della condizione contingente di speciale fragilità geopolitica, e alla regione dell'Indo-Pacifico, in linea con le priorità di politica estera europee, assicurando anche una congrua considerazione degli impegni assunti a livello bilaterale con altri Paesi e valutando l'evolvere della situazione in Libia, nella Regione del Sahel, in Siria, in Yemen, in Colombia e in Venezuela;

   alla luce del grave deterioramento del quadro geopolitico in Etiopia, si valuti un incremento di sforzi a sostegno dei Paesi del Corno d'Africa, colpita da un conflitto nel quale sono commesse atrocità sui civili, in particolare stupri sistematici ai danni di minoranze, dai cambiamenti climatici, povertà estrema ed esposti a catastrofe umanitaria ed a correlati fenomeni criminali di sfruttamento e tratta di esseri umani;

   nel contesto del Tavolo di coordinamento con le Organizzazioni della Società Civile sull'Afghanistan, si valuti il rilancio dell'impegno di cooperazione allo sviluppo e delle attività umanitarie a sostegno della popolazione dell'Afghanistan, con particolare attenzione alle fasce più deboli e alle donne, nel contesto delle iniziative multilaterali, anche al di fuori dal Paese, in un raccordo stretto tra progetti di cooperazione allo sviluppo, rispetto dello Stato di diritto e tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali;

   sul piano metodologico, si promuova con tempestività una revisione della normativa Pag. 69 vigente che, valutando anche una logica di maggiore autonomia tra Documento triennale e Relazione consuntiva, rafforzando la valenza strategica di medio periodo del succitato Documento e dando attuazione alle raccomandazioni dell'OCSE/DAC, incida sulla tempistica di presentazione del Documento triennale alle Camere, slittandone il termine al 31 ottobre di ogni anno;

   si promuova, in fine, una più capillare integrazione e valorizzazione dell'expertise delle OSC nelle sedi di definizione delle politiche di aiuto internazionale allo sviluppo, promuovendo forme di co-programmazione, di co-progettazione e di confronto geopolitico, laddove l'apporto della società civile italiana possa contribuire in modo fattivo alla realizzazione degli obiettivi di politica estera dell'Italia.