CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 marzo 2021
554.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
Pag. 147

ALLEGATO 1

Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza. Doc. XXVII, n. 18.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,

   esaminata, per le parti di competenza, la Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18);

  premesso che:

   Next Generation EU (NGEU), istituito dal regolamento (UE) 2020/2094, costituisce lo strumento dell'Unione europea per la ripresa e integrerà il Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027;

   il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF) rappresenta il più importante strumento previsto nell'ambito di Next Generation EU con risorse previste pari a 672,5 miliardi di euro, di cui 360 in prestiti e 312,5 in sostegno finanziario non rimborsabile (sovvenzioni);

   in base a quanto previsto dall'accordo raggiunto il 18 dicembre 2020 tra Consiglio e Parlamento europeo, il Dispositivo sosterrà gli investimenti e le riforme degli Stati membri nell'ambito del Semestre europeo;

   il Consiglio ha adottato il regolamento che istituisce il Dispositivo per la ripresa e la resilienza l'11 febbraio 2021;

   ciascuno Stato membro deve predisporre un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR – Recovery and Resilience Plan) per definire un pacchetto coerente di riforme e investimenti pubblici per il periodo 2021-2026, che può includere anche regimi pubblici volti a incentivare gli investimenti privati, in linea con la normativa in materia di aiuti di Stato;

   il Piano deve essere presentato entro il 30 aprile 2021 e, su richiesta dello Stato membro interessato, può essere modificato, in tutto o in parte, qualora, a causa di circostanze oggettive, non possa essere più realizzato;

  rilevato che:

   con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che affronta non solo le conseguenze immediate-sanitarie, sociali ed economiche della crisi pandemica ma anche i nodi strutturali che frenano la crescita economica e sociale del Paese, l'azione di rilancio del Paese è guidata da obiettivi di policy e interventi connessi a tre assi strategici condivisa a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale; il PNRR, attraverso un approccio integrato e orizzontale, si pone anche tre priorità trasversali: Donne, Giovani, Sud, mirando all'empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, all'accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno e che tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in tutte le missioni del PNRR;

   le missioni del Piano, articolate in complessive 48 Linee di intervento per progetti omogenei e coerenti, sono sei: 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura con una dotazione complessiva di 46,3 miliardi; 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica che disporrà di ben 69,8 miliardi; 3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile che potrà contare su 31,98 miliardi; 4. Istruzione e ricerca con un finanziamento totale di 28,49; 5. Inclusione e coesione che disporrà di 27,62 miliardi; 6. Salute che avrà un finanziamento di 19,72 miliardi, missioni o linee strategiche che riprendono per molti versi i 17 obiettivi stabiliti dall'ONU nell'Agenda 2030 per uno sviluppo mondiale sostenibile;

Pag. 148

   risultano di particolare interesse per la X Commissione: la Missione n. 1, per le Componenti «digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo» e «Cultura e Turismo 4.0»; la Missione 2, in particolare per la Componente «Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile»; la Missione 4, in particolare per la Componente «Dalla ricerca all'impresa», riguardante la ricerca applicata;

  evidenziato che:

   nell'ambito della prima missione del Piano in esame, dedicata alla «Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura», oltre la componente «Digitalizzazione e modernizzazione della pubblica amministrazione», sono comprese le componenti «Digitalizzazione, Innovazione e Competitività del sistema produttivo» e «Turismo e cultura 4.0»;

   la componente relativa alla «Digitalizzazione, Innovazione e Competitività del sistema produttivo», cui sono assegnate risorse per complessivi 26,55 miliardi, mira a sostenere la transizione digitale e l'innovazione del sistema produttivo attraverso stimoli agli investimenti in tecnologie all'avanguardia e 4.0, ricerca, sviluppo e innovazione e cybersecurity; che tale componente è altresì diretta a realizzare reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e satellitari, e a favorire lo sviluppo delle filiere produttive, in particolare quelle innovative e del «Made in Italy», aumentando la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali e utilizzando a tale scopo anche strumenti finanziari a leva;

   la componente «Turismo e cultura 4.0», cui sono assegnate risorse per 8 miliardi, mira ad incrementare l'attrattività del Paese investendo nel sistema turistico e culturale attraverso la modernizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali, la formazione ed il potenziamento delle strutture ricettive attraverso investimenti in infrastrutture e servizi turistici strategici e il finanziamento dei progetti dei Comuni per investimenti su luoghi identitari sul proprio territorio (inclusi interventi sul patrimonio artistico-culturale di Roma in occasione del Giubileo); il progetto «Turismo e Cultura 4.0», con l'obiettivo di supportare la transizione digitale e verde e la rigenerazione socio-economico dei territori e promuovere l'integrazione tra scuola, università, impresa e luoghi della cultura, prevede interventi in modo da destinare una quota significativa di risorse alle regioni del Mezzogiorno e agli ambiti di attività caratterizzati da un'incidenza elevata di professionalità femminile e giovanile;

  sottolineato che:

   nell'ambito della missione n. 2 del Piano, relativa alla «Rivoluzione verde e transizione ecologica», cui sono assegnate risorse complessive per 69,8 miliardi, sono quattro componenti concernenti i grandi temi dell'agricoltura sostenibile, dell'economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell'efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell'inquinamento;

   nello specifico, la componente n. 2 «Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile», per cui sono stanziati complessivi 18,22 miliardi (14,58 miliardi di euro destinati a progetti nuovi e 2,95 miliardi di euro funzionali a realizzare progetti in essere), ha come obiettivo l'aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, inclusa quella dell'idrogeno, e predisponendo le infrastrutture necessarie per la loro integrazione nel sistema elettrico nazionale e le infrastrutture per alimentare veicoli elettrici e per lo sfruttamento dell'idrogeno liquido, e lo sviluppo di una filiera industriale in questo ambito prevedendo che un contributo rilevante verrà dai parchi eolici e fotovoltaici offshore e che, considerato che nell'industria siderurgica primaria l'idrogeno rappresenta in prospettiva un'alternativa al gas naturale per la produzione di Ferro Ridotto Diretto (DRI), in linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, che preveda anche la riduzione progressiva delle fonti inquinanti dell'ex ILVA di Taranto (con verifica della VDS secondo le linee guida VIS), per cui è previsto un investimento sia per lo sviluppo del DRI connesso al progetto di decarbonizzazione Pag. 149della stessa e la transizione per la produzione di acciaio verde in Italia, che per la riconversione economica del territorio. Una specifica linea di azione è rivolta allo sviluppo della mobilità sostenibile attraverso il potenziamento delle infrastrutture per il trasporto rapido di massa e che, inoltre, la distribuzione territoriale degli investimenti di questa componente dedicherà una quota significativa di risorse pari al 50 per cento, al Mezzogiorno;

   nell'ambito di tale componente, si colloca la linea di investimento dedicata alle «Produzione e distribuzione di rinnovabili e sostegno alla filiera industriale», che beneficia di risorse complementari pari a 300 milioni provenienti dai progetti PON;

   la componente n. 3 «Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici», cui sono destinati 29,55 miliardi di euro – che intercetta una dimensione assai rilevante per l'abbattimento delle emissioni di CO2 – si articola in due linee di azione, la prima (cui sono destinati 11,04 miliardi di euro) riguardante la realizzazione di un programma di efficientamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con particolare riferimento a scuole, edilizia residenziale pubblica, comuni e cittadelle giudiziarie, e la seconda linea (cui sono destinate risorse pari a 18,51 miliardi di euro) che prevede, per il settore dell'edilizia privata, l'estensione del superbonus al 110 per cento per efficientamento energetico e messa in sicurezza degli edifici;

  evidenziato altresì che:

   la missione n. 4, dedicata a «Istruzione e ricerca», è divisa in 2 Componenti, per complessivi 28,49 miliardi di euro di risorse destinate, «Potenziamento delle competenze e diritto allo studio» (con 16,72 miliardi) e «Dalla ricerca all'impresa» (con 11,77 miliardi), quest'ultima di specifico interesse della X Commissione riguardando la ricerca di base, applicata, e il trasferimento tecnologico, persegue gli obiettivi di colmare il deficit di competenze che limita il potenziale di crescita del Paese, migliorare i percorsi scolastici e universitari – anche attraverso l'internazionalizzazione della formazione superiore e la promozione della mobilità di docenti e ricercatori – e agevolare le condizioni di accesso degli studenti, rafforzare i sistemi di ricerca – attraverso il potenziamento della ricerca di base e delle grandi infrastrutture di ricerca, nonché il supporto alla ricerca condotta dai giovani talenti – e la loro interazione con le imprese e le istituzioni;

   alle risorse sopra indicate si sommano 2,6 miliardi di euro di fondi PON e 2,95 miliardi derivanti dalla programmazione di bilancio 2021/2026;

   per realizzare gli obiettivi della componente 1 della Missione 4 (Potenziamento delle competenze e diritto allo studio) sono previste tre linee di intervento, articolate in 13 progetti e in particolare che la terza linea di intervento (Istruzione professionalizzante e ITS), cui sono destinate risorse per 2,25 miliardi di euro, è articolata in tre progetti: Sviluppo e riforma degli ITS, con 1,5 miliardi; Formazione professionalizzante e collaborazione università-territori, con 500 milioni di euro; Orientamento attivo nella transizione scuola-università, con 250 milioni di euro. Con questa linea di intervento: si intende incrementare l'offerta formativa degli ITS, rafforzandone le dotazioni strumentali e logistiche e incrementando la partecipazione delle imprese;

   con la predetta linea d'intervento si intende, altresì, attivare una piattaforma digitale nazionale che consenta agli studenti di conoscere le offerte di impiego per chi consegue il titolo di studio, che si prevede un'integrazione dei percorsi degli ITS con i percorsi universitari delle lauree professionalizzanti, anch'essi da incrementare, un programma di orientamento attivo verso le opportunità di formazione universitaria, attraverso corsi brevi erogati da docenti universitari e insegnanti scolastici nonché iniziative di orientamento al quarto ed al quinto anno delle scuole superiori per avvicinare i ragazzi e, in specie, le ragazze alle opportunità offerte dalle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e dalle discipline legate al digitale;

Pag. 150

   in affiancamento ai progetti di tutte e 3 le linee di intervento della Componente 1, si prevedono ulteriori interventi di riforma e, in particolare, la riforma del sistema di reclutamento dei docenti, rafforzando l'anno di formazione e prova, la riforma degli istituti tecnici e professionali, allineando i curricola alla domanda proveniente dai territori produttivi del Paese e orientando il modello verso l'innovazione introdotta da Industria 4.0 nonché l'introduzione di lauree abilitanti all'esercizio delle professioni;

   la componente n. 2 della Missione n. 4, «Dalla ricerca all'impresa», delinea interventi volti a promuovere la crescita del sistema economico, agendo in maniera sistemica sulla leva degli investimenti in ricerca e sviluppo e favorendo una più stretta interazione enti pubblici di ricerca e mondo imprenditoriale, prevede due linee d'intervento che si concretizzano in 12 progetti;

   la linea di intervento 1, Rafforzamento di Ricerca e Sviluppo e delle iniziative IPCEI, con risorse complessive pari a 7,91 miliardi di euro (tra risorse NGEU, PON e programmazione bilancio 2021-2026), prevede i seguenti progetti: Partenariati allargati estesi a Università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca di base, con risorse pari a 1,61 miliardi; Finanziamento giovani ricercatori, con risorse pari a 0,80 miliardi; Accordi per l'Innovazione, con risorse pari a 0,70 miliardi; IPCEI, Partenariati in ricerca e Innovazione, con risorse pari a 1 miliardo; Fondo programma nazionale della ricerca, con risorse pari a 0,85 miliardi; Nuovi PRIN – Ricerche su temi di rilevante interesse nazionale, con risorse pari a 0,95 miliardi; Fondo per l'edilizia e le infrastrutture di ricerca, con risorse pari a 2 miliardi;

   la linea di intervento 2, Trasferimento di tecnologia e sostegno all'innovazione, con risorse complessive pari a 5,18 miliardi di euro (tra risorse NGEU e PON), prevede i seguenti progetti: Ecosistemi dell'innovazione e campioni territoriali di R&S, con risorse pari a 1,30 miliardi; Potenziamento strutture di ricerca e creazione di campioni nazionali di R&S su Key Enabling Technologies (Agritech, Fintech, IA, Idrogeno, Biomedics), con risorse pari a 1,60 miliardi; Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria, con risorse pari a 0,90 miliardi; Dottorati innovativi per le imprese e immissione di ricercatori nelle imprese, con risorse pari a 0,70 miliardi; Dottorati e ricercatori green e innovazione, con risorse pari a 0,68 miliardi;

   richiamata la deliberazione di rilievi adottata il 29 settembre del 2020 dalla Commissione, sullo Schema di relazione all'Assemblea della V Commissione (Bilancio), relativa alla proposta di linee guida per la definizione del PNRR, nella quale si sono formulate specifiche indicazioni sulle misure e gli investimenti ritenuti opportuni, e in particolare:

    1) relativamente al tema Attività produttive e sistema industriale riconducibile alla missione n. 1, componente «Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo», quelle concernenti l'innovazione per lo sviluppo, l'innovazione per la sostenibilità, la finanza e il risparmio per la crescita, i saperi, l'istruzione e la competitività, le filiere e relativo sviluppo, i grandi progetti Paese per la transizione, la semplificazione, il Life Long-learning e il venture capital;

    2) relativamente al tema Turismo quelle concernenti strutture più efficienti, l'irrobustimento della sua filiera e, inoltre, i molti turismi definendo progetti atti a promuovere e sostenere il «prodotto turistico», la rete dei cammini, la tematica «rifiuti zero e territorio», i distretti come patrimonio turistico nonché attraverso la creazione di una piattaforma turistica nazionale;

    3) relativamente al tema Commercio quelle volte a favorire l'accelerazione della transizione digitale, a riaffermare il valore economico e sociale del commercio e dei servizi di prossimità, a riqualificare le infrastrutture logistiche essenziali e di collegamento, ad avviare di un ampio piano di misure fiscali tese a incentivare l'economia Pag. 151circolare nonché quelle aventi a sostegno della partecipazione alle fiere nazionali e internazionali;

    4) relativamente al tema Energia, le indicazioni concernenti una rete elettrica robusta, resiliente e digitalizzata, un sistema di generazione pulito, lo sviluppo dei sistemi di accumulo e quelle volte a realizzare una maggiore efficienza energetica e una mobilità più sostenibile;

    5) relativamente al tema Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione le indicazioni concernenti la ricerca di filiera per rilanciare il Paese, il sostegno alle tecnologie strategiche e la contaminazione tra formazione avanzata, ricerca, tessuto produttivo e sociale;

   acquisiti e valutati gli elementi informativi emersi nel corso di un ampio ciclo di audizioni nonché i contributi documentali trasmessi alla Commissione da parte di numerosi soggetti, sia pubblici che privati, che operano nei settori di interesse;

  preso atto delle note tecniche analitiche, redatte in lingua inglese, sottostanti la Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18) trasmesse dal Ministro dell'economia e delle finanze,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:

   a) relativamente al tema Attività produttive e sistema industriale, riconducibile alla missione n. 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; valuti la Commissione di merito l'opportunità di integrare il piano con i seguenti argomenti:

    1) Missione 1, Componente 2, linea 2: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo;

     1.1) Sulle politiche industriali di filiera e internazionalizzazione: considerata positivamente la previsione di politiche dedicate alle filiere industriali, e rilevato che purtroppo gli interventi previsti appaiono generici e andrebbero meglio identificati; al fine di creare e consolidare filiere decisive per l'industria nazionale occorrerebbe identificare meglio da un lato le filiere i su cui investire prioritariamente per lo sviluppo tecnologico e sostenibile (es. aerospazio, farmaceutico, auto, acciaio, tessile-moda, agro-alimentare, biomedicale, meccanica ed automazione, legno e arredo, alluminio, ceramico, cartario ecc.) e dall'altro definire le specifiche misure necessarie al sostegno delle attività di innovazione di processo e prodotto e alla proiezione internazionale delle aziende tramite ausilio all'export; in diversi dei casi indicati (auto, siderurgia, space economy, moda, agro-alimentare, farmaceutica); sarebbero inoltre importanti programmi nazionali dedicati contenti misure di intervento specifiche anche alla luce (come nel caso esemplare della space economy) del ruolo del Paese a livello internazionale, dei progetti e delle potenzialità di ulteriore crescita di quei settori; in questa ottica, pur immaginando il ricorso ad altri strumenti finanziari, lo stanziamento previsto per le politiche di filiera appare del tutto insufficiente e andrebbe rafforzato;

     1.2) Su Transizione 4.0: valutate positivamente le misure «a regime» per favorire l'aggiornamento a medio termine del sistema produttivo e l'innovazione d'azienda, rafforzando e trasformando Impresa 4.0 in Transizione 4.0 con specifica attenzione alle PMI e sostegno alle start-up ed alle PMI innovative e favorendo con strumenti idonei l'investimento da parte di venture capitalist, società e fondi; occorrerebbe rafforzare e promuovere gli investimenti pubblici e privati verso le singole catene strategiche del valore con le loro specificità sostenendo investimenti nelle tecnologie emergenti ed avanzate (es. intelligenza artificiale, robotica, sanità digitale, super & quantum computing ecc.) ed in rilevanti progetti di ricerca e sviluppo ed innovazione orientati alla sostenibilità digitale e ambientale;

     1.3) Su PMI, finanziamento e fondi di garanzia: valutato positivamente nel quadro di una politica di finanza e risparmio per la crescita lo stanziamento introdotto per potenziare il Fondo di Garanzia; appare Pag. 152 altresì necessaria una strategia di medio termine dedicata alle a PMI e MidCap per rafforzarne la liquidità, la patrimonializzazione ed il consolidamento anche mediante fusioni e acquisizioni ed il reinvestimento degli utili in azienda; più in generale occorrerebbe rafforzare l'accessibilità alle misure alle PMI in ossequio al principio dello «Think Small First»; particolari forme di sostegno andrebbero previste per le aziende ad imprenditoria femminile, sia nel caso delle start-up, quanto nel caso degli investimenti nel settore della transizione ecologica e digitale; al fine di favorire la crescita delle imprese innovative occorrerebbe stimolare il mercato interno dei capitali di rischio e rafforzare gli strumenti per l'attrazione di capitali dall'estero, in particolare nel segmento del venture capital; appaiono, anche, necessarie misure volte a ricostruire un efficiente e funzionale mercato del credito, dopo il graduale superamento delle massicce garanzie pubbliche, nel quale siano valorizzati i diversi soggetti che insieme al sistema bancario possono rafforzare il sistema produttivo italiano e le PMI possano trovare effettiva possibilità di accesso alla finanza di mercato e ai nuovi strumenti Fintech;

     1.4) Sull'internazionalizzazione: al fine di favorire l'internazionalizzazione e l'export, appare importante tornare a puntare anche sulla partecipazione ad eventi fieristici – in particolare per le micro e piccole imprese – prevedendo sostegni adeguati agli espositori al sistema fieristico nazionale, appare anche opportuno valutare la possibile rivitalizzazione di strumenti esistenti quali il fondo per l'export artigiano per progetti di internazionalizzazione di raggruppamenti di imprese;

     1.5) Su digitalizzazione e semplificazione dei rapporti con la PA: sarebbe opportuno ridurre gli adempimenti burocratici a cui le imprese devono ottemperare nei rapporti con la PA, evitando che si debbano esibire alle Pubbliche amministrazioni, sia certificazioni che autocertificazioni, relativi a dati già in possesso della amministrazione pubblica; a questo riguardo appare opportuno introdurre strumenti come piattaforme telematiche che svolgano queste funzioni in automatico, consentendo al titolare dei dati di accedere ad essi in forma semplificata anche laddove posseduti da diverse PA, la base di questo sistema può essere rappresentato dal Registro delle imprese che è gestito in forma telematica;

    2) Missione 1 Componente 3, linea 3: Turismo e cultura 4.0;

     2.1) Su Turismo 4.0: appare necessario rafforzare gli stanziamenti a favore del comparto turistico che nella stesura appaiono non soddisfacenti; nel medesimo tempo sarebbe opportuno evidenziare in maniera più organica la strategia complessiva in materia di turismo indicata nel Piano anche riferendosi al Piano Nazionale del Turismo 2017-2022 e al piano della mobilità turistica;

     2.2) Sui «cammini»: sarebbe opportuno rafforzare le misure «Percorsi nella storia – Turismo lento» verso la rete dei cammini attraverso un irrobustimento di quelli esistenti e incentivando i nuovi, specie al Sud, con una gestione nazionale che consenta una visione organica e permetta una promozione unitaria; sarebbe altresì opportuno rafforzare il «turismo lento» a supporto anche della mobilità sostenibile e dell'indotto connesso;

     2.3) Sulla necessità di strutture più efficienti per il turismo: sottolineata con favore la volontà di sostenere la riqualificazione delle strutture ricettive e termali presenti sul territorio sembrerebbero non definiti i termini e gli strumenti economici; si auspica di prevedere con urgenza l'estensione al settore turistico delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni orientate al risparmio energetico, alla messa in sicurezza sismica degli edifici («Ecobonus» e «Sismabonus» 110 per cento secondo la normativa vigente) e all'abbattimento delle barriere architettoniche; in questo quadro appare naturale la necessità di potenziare gli strumenti di sostegno agli interventi di riqualificazione delle strutture turistiche (come ad esempio il tax credit) che hanno già positivamente operato; sembrerebbe altresì necessario un processo di semplificazione Pag. 153 degli adempimenti delle attività ricettive e un potenziamento delle attività di ricerca e formazione nel settore (ITS, master ecc.);

     2.4) Sui «molti turismi»: sarebbe opportuno definire progetti atti a promuovere e sostenere il «prodotto turistico» valorizzando luoghi e percorsi del territorio ora marginali e rinvigorendo inoltre un'offerta turistica mirata (ad esempio turismo sostenibile, di ritorno, sanitario dall'estero ecc.) sostenendo specifici pacchetti volti a ridistribuire i flussi turistici mediante l'integrazione fra differenti tipologie di offerta, anche mediante un rafforzamento dei distretti turistici, conseguendo parimenti un prolungamento della stagionalità; sarebbe altresì utile definire progetti che siano in grado anche di sviluppare un modello di «turismo accessibile», inteso come sistema integrato di offerta turistica in grado di rispondere alle esigenze specifiche delle persone meritevoli di maggiore tutela, fra cui quelle delle persone con disabilità, delle famiglie numerose, degli anziani e dei giovani;

     2.5) Sul turismo estero: nella fase di ripresa appare necessario sostenere la competitività della «destinazione Italia» con misure specifiche volte a supportare il turismo di lunga distanza extra-UE anche intervenendo sulla disciplina del Tax Free Shopping (TFS); in questa ottica sarebbe significativo anche sostenere il «turismo di ritorno» mediante opportuni strumenti integrati che valorizzino la promozione di un'offerta turistica integrata e specifica legata alla riscoperta delle proprie radici da parte delle comunità di italiani residenti all'estero;

     2.6) Sulla robustezza della filiera: appare opportuno sostenere lo sviluppo in chiave sempre più digitalizzata delle imprese che operano nel settore turistico con misure che promuovano l'utilizzo di nuove tecnologie, supportando allo scopo l'attivazione di percorsi formativi indirizzati alla conoscenza e all'utilizzo dei degli strumenti digitali, necessari alla promozione dei territori;

   b) Relativamente al tema Commercio, in astratto riconducibile alla missione n. 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura ma non esplicitamente presente nel testo del Piano che non contempla misure specifiche per il settore, potendosi avvalere questo delle misure orizzontali previste dal programma stesso, valuti la Commissione di merito l'opportunità di integrare il piano con i seguenti argomenti:

    1) sarebbe opportuno favorire l'accelerazione della transizione digitale delle imprese e particolarmente delle piccole e medie imprese con lo sviluppo di una rete di connessione digitale veloce ed ultraveloce per diffondere innovazione e nuovi servizi, e con misure dedicate all'utilizzo di tecnologie e servizi digitali, adottando strumenti connotati da un approccio premiale nei confronti di progetti di rete rispondenti alle finalità strategiche di promozione dei processi di aggregazione e di crescita delle imprese partecipanti e valorizzando il ruolo dei digital innovation hub come piattaforme di riferimento per i compiti di formazione ed assistenza alle MPMI; sarebbe altresì auspicabile favorire le misure di pagamento elettronico anche mediante il calmieramento degli oneri connessi a tali operazioni a partire dalla fascia dei micropagamenti nonché supportare, in generale, le MPMI del commercio nei processi di costruzione di un'offerta di servizio multicanale, che tenga insieme commercio fisico e commercio digitale;

    2) sarebbe opportuno adottare misure volte a riaffermare il valore economico e sociale del commercio e dei servizi di prossimità, anche attraverso il ricorso allo strumento dei piani di marketing urbano, favorendo la riattivazione delle reti economico-produttive locali e introducendo misure volte a contrastare la desertificazione commerciale dei centri storici in particolare nelle località minori, valorizzando le risorse endogene e promuovendo, in particolare, i settori del turismo, della ristorazione, dell'artigianato e del commercio su aree pubbliche, fortemente connessi allo sviluppo sostenibile dei territori, mediante la riqualificazione, l'innovazione e il contrasto all'abusivismo e l'adozione di un Pag. 154piano di defiscalizzazione per le aree interne che nell'ultimo decennio hanno segnato un elevato tasso di spopolamento, privilegiando i territori colpiti da eventi calamitosi per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    3) sarebbero inoltre opportune le seguenti azioni: riqualificazione delle infrastrutture logistiche essenziali e di collegamento, nuova edilizia pubblica nei settori di servizio per le comunità locali, agevolazioni fiscali in favore delle imprese insediate nei centri storici urbani e nei piccoli comuni ed incentivazione fiscale delle locazioni commerciali, recupero del piccolo commercio all'interno dei centri urbani, interventi per la rigenerazione urbana soprattutto delle aree interne e delle aree costiere secondo un modello che tenga insieme scelte urbanistiche e rivitalizzazione del tessuto economico e sociale di città e territori;

    4) sarebbe opportuno avviare un ampio piano di misure fiscali volte a incentivare l'economia circolare con detrazioni fiscali e crediti d'imposta sulle spese sostenute per l'acquisto di prodotti riciclati o per l'adeguamento tecnologico dei processi produttivi, sia in termini di agevolazioni o riduzioni delle imposte, anche locali, per quelle imprese che abbiano volontariamente adottato iniziative green, favorendo le filiere nazionali del riciclo e del riuso;

    5) sarebbero auspicabili le seguenti ulteriori azioni: sostegno alla partecipazione alle fiere nazionali e internazionali ed alla nascita di imprese commerciali, definizione di un piano d'internazionalizzazione da realizzarsi attraverso il potenziamento delle funzioni delle camere di commercio locali ed estere, delle micro, piccole e medie imprese con il sovvenzionamento di progetti di rete diretti alla commercializzazione dei prodotti territoriali nei mercati internazionali;

   c) Relativamente ai temi riconducibili alla missione n. 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica- valuti la Commissione di merito l'opportunità di intervenire con osservazione sulle componenti e linee progettuali seguenti verificando comunque il rispetto della soglia di destinazione del 37 per cento delle risorse del Next Generation EU per realizzare il Green Deal Italia, così come previsto dalla Commissione Europea in quanto la missione di pertinenza appare attestarsi attorno al 32 per cento.

    1) M2 Componente 2, linea 1: Produzione e distribuzioni di rinnovabili e sostegno alla filiera:

     1.1) per un sistema di generazione pulito: si premette che i target fissati all'interno del PNIEC prevedono il phase-out del carbone entro il 2025, che le fonti rinnovabili coprano il 55 per cento dei consumi di energia elettrica al 2030 ed è patrimonio condiviso che tali numeri saranno da rivedere al rialzo per ciò entro il 2030 sarà necessaria l'installazione di circa 40 GW di nuova capacità eolica e fotovoltaica, ma il trend di crescita delle rinnovabili degli ultimi anni non sembra permettere il raggiungimento di questo obiettivo; serve quindi una forte azione di riforma delle procedure abilitative per le nuove istallazioni e per la rigenerazione tecnologica (rinnovamento/repowering) degli impianti esistenti così da garantire una maggiore velocità di crescita ed appare assai opportuno inserire nel Piano tale prospettiva di settore; appare, inoltre, necessario potenziare il ruolo di altre fonti rinnovabili (quali ad esempio la geotermia ad alta e bassa entalpia a emissioni di processo nulle, le bioenergie, idroelettrico e eolico on-shore) non menzionate e non considerate, indicando ora il testo in via pressoché esclusiva fotovoltaico ed eolico off-shore ove occorrerebbe valutare l'analisi costi benefici per l'azione di investimento indicata; occorrerebbe, inoltre, riprendere con forza nel Piano il tema delle rinnovabili nel settore termico – ponendo attenzione anche alle bioenergie derivate dai sottoprodotti agricoli e forestali – che rappresentano da sole circa la metà di tutte le rinnovabili nazionali; sarebbe opportuno prevedere strumenti per il recupero di aree industriali dismesse o di aree agricole non utilizzabili a questo scopo e nel contempo adottare misure di stimolo per il risanamento Pag. 155 dei siti «orfani» contaminati utilizzabili previa bonifica, al fine di localizzare una quota della capacità impiantistica necessaria alla transizione energetica e all'economia circolare;

     1.2) Per una rete elettrica robusta, resiliente e digitalizzata: al fine di garantire la sicurezza del sistema elettrico, anche in presenza dell'importante sviluppo delle fonti rinnovabili, appare necessario investire sulle dorsali potenziando la direttrice Nord-Sud, rinforzando la rete di Sud e Isole ma anche adeguare le interconnessioni con l'estero, mentre dal lato della distribuzione appare necessario incrementare la capacità di integrazione e gestione dei flussi di potenza intermittenti prodotti dalle rinnovabili, dalla nascita e dalla crescita delle comunità energetiche e della sempre maggiore domanda in ambito domestico e industriale; occorrerebbe altresì investire per aumentare la resilienza di rete, incrementando la capacità di riportarsi nello stato precedente in modo rapido ed efficiente, anche in condizione di eventi critici esterni ed assicurare con il monitoraggio costante la valutazione di eventuali condizioni di pericolo con adeguato anticipo, individuando e azionando idonee contromisure;

     1.3) Sullo sviluppo dei sistemi di accumulo: andrebbe meglio espressa e rafforzata la necessaria promozione dello sviluppo dei sistemi di accumulo, essenziale per lo sfruttamento corretto e sostenibile delle fonti rinnovabili intermittenti, in particolare tale sostegno dovrebbe essere pieno per quelle tecnologie già mature (es. idroelettrico) e dovrebbe prevedere un piano di ricerca e industrializzazione per quelle ancora in fase di sviluppo (es. idrogeno, batterie, sistemi ad aria compressa); in questa ottica appare necessario avviare da subito ed integrare nel Piano gli investimenti per lo sviluppo di nuovi sistemi di accumulo idroelettrico e per l'ammodernamento degli invasi e delle capacità di generazione degli impianti esistenti, la cui realizzazione richiede il completamento del quadro normativo e regolatorio; nell'ambito di questi interventi di ammodernamento andrebbe considerata un'azione peculiare sulle opere di captazione e restituzione degli impianti idroelettrici posizionate sugli alvei fluviali, che spesso necessitano di interventi di ripristino di carattere ambientale e operativo;

     1.4) Sul contenimento degli oneri della transizione energetica: lo sviluppo delle rinnovabili e gli ingenti investimenti nelle reti dovrebbero essere accompagnati da politiche di contenimento degli oneri sia a carico delle imprese, al fine di non ridurne le capacità competitive, quanto a carico dei cittadini, al fine di evitare forme di «povertà energetica»;

    2) M2 Componente 2, linea 2: Investimenti nella filiera dell'idrogeno e transizione con DRI verso acciaio verde:

     2.1) Il progetto idrogeno: benché non sia ancora completo il progetto nazionale una corretta strategia per l'uso dell'idrogeno – quale vettore ed accumulo energetico – consente di formulare osservazioni sul Piano; occorrerebbe conferire veste organica a quanto indicato, che ad oggi appare non dettagliato e generico, a partire dalla necessità di un aggiornamento normativo e regolatorio necessario per l'affermarsi di una filiera nazionale integrata di sistema e di componenti (es. elettrolizzatori); la linea di sviluppo della filiera produzione-distribuzione-consumo non appare ben marcata e coperta nelle sue fasi di evoluzione anche in relazione ai settori «hard to abate»; occorrerebbe valutare, nella fase di transizione verso un utilizzo a regime dell'idrogeno verde, il sostegno allo sviluppo dell'idrogeno blu, analizzandone la sostenibilità economica ed ambientale, senza tuttavia intaccare le risorse destinate allo sviluppo dell'idrogeno verde

    3) M2 Componente 2, linea 3: Trasporti Locali sostenibili, ciclovie e rinnovo parco rotabile:

     3.1) Il Piano nazionale automotive: benché la presente linea ed il Piano attuale contengano positive misure relative al trasporto pubblico locale green, allo sviluppo di una filiera autobus a basse emissioni, a misure per il trasporto su rotaia e navale sostenibili è totalmente assente una Pag. 156politica di sistema organica per il settore della mobilità privata; il settore dell'automotive rimane trainante per l'economia italiana, anche in presenza di un sensibile calo della produzione nazionale, grazie alla presenza di una robusta filiera (sia automobilistica che componentistica) che appare necessario accompagnare in un percorso volto sia a colmare i ritardi tecnologici nelle nuove motorizzazioni, a partire dall'elettrica (con ad esempio per il tema delle batterie incluso recupero e smaltimento), e nelle nuove tecnologie,(es. la guida autonoma), sia a favorire lo sviluppo delle eccellenze tecnologiche già in essere; il piano costituirebbe un elemento centrale per adeguarsi velocemente alle nuove tecnologie emergenti; in tale contesto è necessaria un'infrastrutturazione capillare per favorire la diffusione delle nuove motorizzazioni (colonnine elettriche, dispositivi per biocarburanti, carburanti sintetici, e idrogeno e GNL per il trasporto pesante) e una ristrutturazione dell'attuale sistema distributivo e appare altresì necessario un piano organico che guardi a: investimenti in ricerca, innovazione e alla prima industrializzazione; formazione delle competenze necessarie all'incremento dei nuovi trend tecnologici e la riqualificazione delle figure professionali oggi impegnate; interventi sulla filiera, anche finanziari, a sostegno delle imprese con misure che favoriscano i processi di consolidamento tra operatori e supportino il loro adeguamento tecnologico; occorrerebbe non tralasciare la necessità di politiche di aiuto allo svecchiamento del parco circolante anche per cogliere gli ambiziosi obiettivi ambientali delineati dal PNIEC e all'incentivazione della filiere industriali legate alla mobilità condivisa;

     3.2) Mobilità sostenibile: sarebbe opportuno rafforzare le infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici soprattutto lungo le arterie stradali a lunga percorrenza, presso gli aeroporti e stazioni ferroviarie mediante installazione di sistemi High Power Charging (HPC); sarebbe altresì opportuno definire –anche con riferimento alla Direttiva 2014/94/UE cosiddetto Dafi – un piano organico per l'adeguamento verso forme avanzate di hub multienergetici e multiservizi della odierna rete distributiva di carburanti, anche con processi di razionalizzazione dell'elevato numero di punti di vendita attuali, favorendo così la diffusione di carburanti alternativi e colonnine di ricarica;

     3.3) Sulla Mobilità, il monitoraggio e il controllo: appare necessario incrementare il livello di sicurezza e resilienza nelle città metropolitane italiane e realizzare una gestione efficace del traffico cittadino e del trasporto pubblico locale (TPL) attivando meccanismi di comunicazione real-time con i cittadini, sarebbe inoltre opportuno prevedere la predisposizione di flotte di autobus a trazione elettrica o a idrogeno con sistemi di videosorveglianza e sensori che consentono una gestione efficiente mediante una sala controllo centrale, che abiliti servizi innovativi (es. manutenzione predittiva, rilevazione irregolarità del manto stradale, riconoscimento facciale a supporto della sicurezza, controllo utilizzo mascherine e verifica distanziamento, ottimizzazione distribuzione flotta e frequenza di passaggio);

    4) M2 Componente 3, linea 2: Efficientamento energetico e sismico edilizia residenziale private pubblica;

     4.1) Per una maggiore efficienza energetica: per gli edifici residenziali privati appare importante una valutazione sulla prosecuzione del Superbonus 110 per cento ad oggi esteso alla metà del 2022 sino alla fine del 2023 per tutte le tipologie di edifici e comunque appare opportuno procedere ad un riordino e stabilizzazione degli incentivi in essere anche immaginando adeguati meccanismi di aggiustamento nelle soglie di detrazione nella progressione temporale e con progressività rispetto all'aumento della classe energetica; permane intatta la necessità di una valutazione dell'estensione di queste misure ai settori delle attività commerciali, turistiche e alberghiere;

     4.2) Sull'efficienza energetica nell'industria: considerando che i settori sottoposti all'Emission Trading Mechanism Pag. 157(ETS) hanno target sfidanti e dovranno ridurre le emissioni di CO2 del –63 per cento al 2030, manca nel Piano una identificazione di misure e strategie di accompagnamento di tale percorso; occorrerebbe anche rivedere ed adeguare i meccanismi di sostegno (es. certificati bianchi) che consento la diagnostica, la progettazione e la realizzazione di interventi di efficientamento su linee e processi produttivi, tema questo cruciale che non appare sufficientemente trattato;

   d) Relativamente ai riconducibili alla missione n. 4: Istruzione e ricerca, valuti la Commissione di merito l'opportunità di integrare testo con i seguenti argomenti:

    1) Ricerca, formazione e innovazione: in riferimento alle attività di ricerca applicata ed innovazione delle imprese e per le imprese, rafforzando la sinergia tra università, enti di ricerca e tessuto produttivo il Piano appare congruo e ben articolato rispetto agli obiettivi definiti dal Parlamento; in aggiunta a questo senso apparirebbe utile rafforzare, nelle scuole superiori, la filiera alternanza-apprendistato, potenziare le dotazioni tecnologiche degli ITS, consentire e favorire la «formazione continua» per ridurre il differenziale rispetto alle nuove competenze («upskilling» e «re-skilling»), trasmettere il saper fare dei mestieri artigiani («how to make») alle nuove generazioni, anche attraverso le cosiddette corporate academy; elaborare specifici moduli formativi tecnici all'interno dei percorsi formativi delle scuole (ITS);

    2) al fine di promuovere la sinergia tra investimenti privati e finanziamenti effettuati con il Recovery plan, appare opportuno estendere il credito d'imposta per la formazione, così come previsto nel piano Industria 4.0, anche alle filiere strategiche riconosciute tali dal Recovery plan e integrare la formazione professionalizzante delle lauree brevi e degli ITS nelle politiche di filiera creando continuità tra ricerca, innovazione, formazione e impresa;

    3) sarebbe utile individuare opportune misure, anche rafforzando le esistenti, per il rimpatrio dei cervelli e per l'attrazione di talenti, specie nei segmenti di mercato a più elevato contenuto di innovazione (nomadi digitali);

    4) Formazione femminile e impresa: appare opportuno intraprendere rilevanti azioni di sostegno alla formazione delle giovani donne (in particolare nelle materie STEM) e accompagnamento nel percorso auto-imprenditoriale con particolare attenzione al sud del Paese;

   e) si valutino infine le seguenti questioni di carattere più generale:

    1) nell'ambito del piano per le politiche industriali di filiera e l'internazionalizzazione del sistema produttivo sarebbe opportuno prevedere insieme al potenziamento degli strumenti esistenti l'introduzione di strumenti ad hoc in favore degli investimenti nella moda «sostenibile» favorendo la trasformazione digitale del business model, il potenziamento del credito d'imposta design e ideazione estetica, la valorizzazione dell'«AURA», che rappresenta il «bello e ben fatto» delle Imprese del Made in Italy, il potenziamento del Fondo 394/81 destinato alle imprese che esportano; sempre nell'ambito delle eccellenze nazionali e del Made in Italy, si valuti l'opportunità di prevedere misure di carattere economico-finanziario al fine di valorizzare i prodotti che siano espressione di artigianalità, eccellenza qualitativa e siano in grado di rappresentare la diversificazione territoriale, artigianale e culturale che caratterizza il nostro Paese;

    2) appare molto opportuno incrementare gli investimenti specifici per le industrie creative e le imprese culturali, migliorando anche gli strumenti di garanzia e di accesso alla liquidità previsti attualmente per questa tipologia di imprese;

    3) nella revisione del PNRR, in ordine alla previsione delle singole misure e delle policy previste, appare opportuno assicurare il principio della neutralità tecnologica e considerare alcuni obiettivi generali quali il ridurre la dipendenza del paese, in termini sia di energia sia di materie prime, diversificare le fonti di approvvigionamento, ridurre il costo delle bollette di Pag. 158energia elettrica e gas, nonché rafforzare la sicurezza e la resilienza del sistema energetico del paese, con riferimento agli impianti, alle reti e alle riserve strategiche;

    4) con l'obiettivo di introdurre un meccanismo stabile di verifica dell'adeguatezza delle politiche economiche e industriali al tessuto imprenditoriale italiano (composto per oltre il 90 per cento da micro imprese), appare utile individuare una figura dedicata alla valutazione dell'impatto delle misure sulle MPMI, come già avviene in altri paesi europei;

    5) con riferimento alla digitalizzazione della filiera del turismo, sarebbe opportuno creare una piattaforma nazionale open source, per consentire un più efficace sviluppo del ramo della commercializzazione di tutte le eccellenze italiane;

    6) sarebbe opportuno accelerare il processo di digitalizzazione della P.A. con i conseguenti effetti sul sistema produttivo aumentando la connettività in aree disperse e abilitando l'accesso capillare a servizi digitali, lavoro e formazione da remoto (smart working/e-learning), mediante il completamento della rete nazionale di telecomunicazione in fibra ottica, e, per colmare il divario digitale, valutare anche l'ausilio di tecnologie satellitari e di infrastrutture già esistenti, (es. la Rete Nazionale Interpolizie, utilizzata da Polizia, Carabinieri e GdF o la rete TETRA.);

    7) sarebbe opportuno valorizzare il ruolo dei Punti Impresa Digitale (PID) delle Camere di commercio quali punti di accesso del network nazionale Impresa 4.0 (oggi Transizione 4.0);

    8) per quanto riguarda la mobilità sostenibile, sarebbe opportuno prevedere lo sviluppo della Piattaforma Unica Nazionale (PUN) per il censimento ed il monitoraggio dei punti di ricarica per i veicoli elettrici;

    9) nei sistemi da sostenere nell'ambito della transizione energetica occorrerebbe valutare sia il teleriscaldamento efficiente (prediligendo quello che utilizza energia totalmente derivante da fonte rinnovabile) quanto le caldaie a biomasse avanzate (tipo 5 stelle) attualmente non incluse negli interventi trainanti per il bonus al 110 per cento;

    10) occorrerebbe incentivare e rafforzare la nascita di ecosistemi per l'innovazione nel Sud come previsto dalla legge di bilancio 2021;

    11) nel quadro dello sviluppo delle attività di accompagnamento del Piano appare importante semplificare l'operatività amministrativa del cd. Patrimonio Rilancio, fondo costituito a sostegno e rilancio del sistema economico-produttivo italiano;

    12) più in generale ed in conclusione, avendo a riferimento il tema della coesione territoriale, in relazione alla riduzione delle diseguaglianze e al divario Nord-Sud, si ritiene opportuno che il Governo attui una ripartizione delle risorse del Piano per il Mezzogiorno nella direzione richiesta da entrambi i rami del Parlamento e quindi superiore al 34 per cento e coerente coi criteri di riparto tra i Paesi previsti per le sovvenzioni dello stesso Recovery and Resilience Facility (RRF), non considerando in tale computo le risorse per interventi «in essere», quelle già incluse nei tendenziali di finanza pubblica e quelle del REACT-EU;

    13) nel quadro dell'auspicato riordino degli incentivi energetici relativi alle ristrutturazioni del patrimonio edilizio privato, con l'obiettivo di una estensione anche alle strutture turistiche, occorrerebbe valutare la possibilità di estendere tale incentivo al rinnovo dei sistemi antincendio.

Pag. 159

ALLEGATO 2

DL 22/2021: Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri. C. 2915 Governo.

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

  La X Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il testo del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22: Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri (C. 2915 Governo);

   rilevato come esso istituisca innanzitutto il Ministero della transizione ecologica (Mite), che sostituisce il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, accorpando le funzioni di questo con quelle del Ministero dello sviluppo economico (Mise) in materia di politica energetica e mineraria;

   considerato che l'articolo 3 del provvedimento ha trasferito al Mite la direzione generale per l'approvvigionamento, l'efficienza e la competitività energetica, competente in materia di rilevazione dei «prezzi Italia» dei carburanti, ed evidenziato che è stata attribuita al medesimo Mite la competenza sulla rete carburanti;

   sottolineato che resta in capo al Mise, in quanto dipendente dalla direzione imprese e incentivi, l'osservatorio prezzi e tariffe – cosiddetto Osservaprezzi – cui fa capo, tra l'altro, la comunicazione quotidiana dei prezzi praticati alla pompa da parte dei gestori carburanti;

   sottolineato, altresì, che la rilevazione dei prezzi viene così separata dall'anagrafe dei punti vendita carburanti, rischiando di compromettere le prospettive di fusione e integrazione dei due strumenti e l'eventuale sostituzione dei prezzi Italia (calcolati oggi sulla base delle comunicazioni dei titolari dei punti vendita) proprio con le rilevazioni dell'Osservaprezzi, sostituzione prevista dal decreto di istituzione del sistema di rilevazione dei prezzi praticati;

   rilevata con favore l'istituzione, ai sensi dell'articolo 4 del provvedimento in esame, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;

   preso atto, al riguardo che l'articolo 1-bis del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111 (convertito con modificazioni dalla legge 12 dicembre 2019, n. 141), cosiddetto «decreto-legge clima», ha disposto, al fine di assicurare il coordinamento delle politiche pubbliche orientate al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile adottati dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre del 2015, che, a decorrere dal 1° gennaio 2021, il Comitato interministeriale per la programmazione economica assuma la denominazione di Comitato interministeriale per la programmazione economica e per lo sviluppo sostenibile (CIPESS), cambiamento non nominalistico ma sostanziale, volto al rilancio della crescita secondo criteri di sostenibilità, anche attraverso l'innovazione del nostro sistema produttivo, in ossequio all'Agenda 2030 e ai programmi dell'Unione europea, aprendosi una nuova fase che segna il passaggio verso un'economia diversa, orientata alla transizione ecologica e alla sostenibilità,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:

   a) si valuti l'opportunità di introdurre una disposizione volta ad eliminare Pag. 160la separazione della rilevazione dei prezzi dall'anagrafe dei punti vendita carburanti in modo da creare un unico sistema efficiente e integrato di raccolta dei dati, anche con riferimento a quelli dell'Agenzia delle Dogane sugli erogati, per consentire un monitoraggio sempre più stretto e attento nel settore della distribuzione dei carburanti;

   b) si valuti l'opportunità di chiarire meglio i profili di coordinamento tra la mission del CITE e le funzioni del CIPESS finalizzate al rilancio della crescita economica secondo criteri di sostenibilità.

Pag. 161

ALLEGATO 3

DL 22/2021: Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri. C. 2915 Governo.

NUOVA PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

  La X Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il testo del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22: Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri (C. 2915 Governo);

   rilevato come esso istituisca innanzitutto il Ministero della transizione ecologica (Mite), che sostituisce il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, accorpando le funzioni di questo con quelle del Ministero dello sviluppo economico (Mise) in materia di politica energetica e mineraria;

   considerato che l'articolo 3 del provvedimento ha trasferito al Mite la direzione generale per l'approvvigionamento, l'efficienza e la competitività energetica, competente in materia di rilevazione dei «prezzi Italia» dei carburanti, ed evidenziato che è stata attribuita al medesimo Mite la competenza sulla rete carburanti;

   sottolineato che resta in capo al Mise, in quanto dipendente dalla direzione imprese e incentivi, l'osservatorio prezzi e tariffe – cosiddetto Osservaprezzi – cui fa capo, tra l'altro, la comunicazione quotidiana dei prezzi praticati alla pompa da parte dei gestori carburanti;

   sottolineato, altresì, che la rilevazione dei prezzi viene così separata dall'anagrafe dei punti vendita carburanti, rischiando di compromettere le prospettive di fusione e integrazione dei due strumenti e l'eventuale sostituzione dei prezzi Italia (calcolati oggi sulla base delle comunicazioni dei titolari dei punti vendita) proprio con le rilevazioni dell'Osservaprezzi, sostituzione prevista dal decreto di istituzione del sistema di rilevazione dei prezzi praticati;

   rilevata con favore l'istituzione, ai sensi dell'articolo 4 del provvedimento in esame, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;

   preso atto, al riguardo che l'articolo 1-bis del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111 (convertito con modificazioni dalla legge 12 dicembre 2019, n. 141), cosiddetto «decreto-legge clima», ha disposto, al fine di assicurare il coordinamento delle politiche pubbliche orientate al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile adottati dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre del 2015, che, a decorrere dal 1° gennaio 2021, il Comitato interministeriale per la programmazione economica assuma la denominazione di Comitato interministeriale per la programmazione economica e per lo sviluppo sostenibile (CIPESS), cambiamento non nominalistico ma sostanziale, volto al rilancio della crescita secondo criteri di sostenibilità, anche attraverso l'innovazione del nostro sistema produttivo, in ossequio all'Agenda 2030 e ai programmi dell'Unione europea, aprendosi una nuova fase che segna il passaggio verso un'economia diversa, orientata alla transizione ecologica e alla sostenibilità,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:

   a) si valuti l'opportunità di introdurre una disposizione volta ad eliminare la separazione della rilevazione dei prezzi dall'anagrafe Pag. 162 dei punti vendita carburanti in modo da creare un unico sistema efficiente e integrato di raccolta dei dati, anche con riferimento a quelli dell'Agenzia delle Dogane sugli erogati, per consentire un monitoraggio sempre più stretto e attento nel settore della distribuzione dei carburanti;

   b) si valuti l'opportunità di chiarire meglio i profili di coordinamento tra la mission del CITE e le funzioni del CIPESS finalizzate al rilancio della crescita economica secondo criteri di sostenibilità;

   c) si valuti l'opportunità di inserire il MITE nel Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica di cui all'articolo 5 della legge n. 124 del 2007, alla luce delle nuove competenze in materia energetica.