CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 gennaio 2019
134.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Indagine conoscitiva sul riordino del sistema della vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria a seguito delle modifiche introdotte dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, nella prospettiva di una maggiore efficacia delle azioni di contrasto al lavoro irregolare e all'evasione contributiva.

PROGRAMMA DELL'INDAGINE CONOSCITIVA

  Il settore delle ispezioni sul lavoro è stato oggetto di una discussa riforma nel 2015, che ha condotto all'integrazione del personale di vigilanza già appartenente ai ruoli del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e di quello dell'INPS e dell'INAIL nell'unico corpo ispettivo dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL).
  Dapprima, è stato approvato il decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149 (in vigore dal 24 settembre 2015), in materia di «razionalizzazione e semplificazione dell'attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale», attuativo della lettera l) del comma 7 dell'articolo unico della legge n. 183 del 2014.
  Successivamente, il decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2015 ha nominato il Direttore dell'Agenzia istituita per una regia unica delle ispezioni in materia di lavoro e previdenza e con il decreto del Presidente della Repubblica 26 maggio 2016, n. 109, è stato approvato il Regolamento recante lo Statuto della nuova Agenzia. In seguito, si è proceduto all'adozione del D.P.C.M. 23 febbraio 2016, che conteneva le disposizioni per l'organizzazione delle risorse umane e strumentali per il funzionamento del nuovo ente; infine, la circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 29 del 26 settembre 2016 ha formalmente dato avvio al nuovo Ispettorato nazionale del lavoro.
  La data del 1o gennaio 2017 ha poi segnato l'avvio dell'effettiva operatività dell'Ispettorato nazionale del lavoro e della prevista integrazione del personale di vigilanza appartenente ai tre organi. Tale data doveva rappresentare, pertanto, una tappa fondamentale per il definitivo raggiungimento di una piena unificazione dell'azione di controllo svolta in materia di lavoro e legislazione sociale. La riforma aveva, infatti, lo scopo dichiarato di razionalizzare e semplificare l'attività di vigilanza, evitando la sovrapposizione dei controlli nelle aziende e centralizzando l'operatività delle tre diverse realtà ispettive in capo all'Ispettorato. Ma, a quasi due anni dalla sua piena entrata in vigore, la riforma non pare aver centrato gli obiettivi prefissati.
  È infatti sorta una serie di problemi che occorre analizzare con la dovuta attenzione. Innanzitutto, i nuovi ispettori dell'INL hanno dovuto assumere su di sé ben tre competenze (indagini e verifiche sui contratti di lavoro, sul pagamento dei contributi e sulla sicurezza sui luoghi di lavoro), senza la dovuta formazione e senza i mezzi necessari alla tripartizione degli interventi. In secondo luogo, la riforma di accorpamento è stata approvata senza nuovi o maggiori oneri per lo Stato e, dunque, senza alcun tipo d'investimento economico. La mancanza di nuovi fondi stanziati ha quindi prodotto un primo effetto significativo, che si è concretizzato nel massiccio pensionamento di ispettori di INPS e INAIL, che non sono stati sostituiti dal momento che i decreti attuativi non hanno previsto la compensazione dei posti vacanti con nuove assunzioni. Gli ispettori INPS e INAIL hanno sempre conseguito risultati Pag. 130maggiori, sviluppando negli anni conoscenze, tecnologie e software che ora rischiano di essere dimenticati.
  L'INPS, con il suo ispettorato, aveva garantito, fino al 2016, l'accertamento di oltre un miliardo di euro di contributi evasi, ma questa cifra sta progressivamente diminuendo, così come il numero degli interventi di controllo: dal 2014 a oggi, si contano 300 ispettori INPS in meno rispetto ai 1.400 iniziali. Se si torna indietro di qualche anno, si osserva con evidenza come il trend di riscossione sia continuamente discendente. Nel 2014, prima della riforma, le ispezioni dell'INPS avevano portato in cassa 1,5 miliardi di euro di premi e contributi evasi. L'importo è sceso a 1,3 miliardi di euro nel 2015, 1,1 miliardi di euro nel 2016 e, nel 2017, è stato pari a 900 milioni di euro. Solo nel 2016 ci sono state 30 mila ispezioni INPS in meno. All'INAIL, invece, le ispezioni sono state 2.200 in meno in due anni.
  È altrettanto evidente che l'accorpamento in capo all'INL di 3500 ispettori pone una serie di difficoltà anche organizzative, vista la scarsa sinergia tra i tre profili. Attualmente, secondo le normative in vigore, l'attività ispettiva deve infatti essere sottoposta a una commissione regionale, che si riunisce una volta al mese e approva le liste delle ispezioni. Con l'entrata in vigore della riforma, gli ispettori INPS, a differenza di ciò che avveniva in passato, necessitano dunque dell'autorizzazione all'ispezione da parte dell'INL, con il risultato di ritardare e rendere sempre più farraginose le procedure. Mentre in precedenza gli stessi si muovevano direttamente e in autonomia, ora, con il passaggio della richiesta tra vari enti, rischia anche di essere minato l’«effetto sorpresa» dei controlli. Appare, infatti, evidente come una struttura altamente burocratizzata come il Ministero non possa gestire con la piena efficacia richiesta un'attività che invece dev'essere snella e veloce per garantire i dovuti risultati. INAIL e INPS hanno strutture attrezzate, non solo in termini di banche dati, ma anche in termini di applicativi che incrociano questi dati per fare attività di intelligence ed evitare doppie ispezioni. Solo l'INPS ha un sistema che incrocia 13 banche dati diverse. Il che significa garantire un'efficacia quasi certa delle ispezioni, che si configurano come «mirate». E l’«effetto sorpresa», nelle ispezioni, è fondamentale, anche in considerazione di tecniche di evasione sempre più affinate. Proprio le banche dati, in conclusione, hanno permesso in questi anni di compiere ispezioni mirate e di incrociare i dati, offrendo uno strumento efficacissimo nella lotta all'evasione. Tuttavia, esse non risultano al momento a disposizione dell'INL, nonostante la loro condivisione fosse già stata prevista, nel 2004, dall'articolo 10 del decreto legislativo n. 124 del 2004 e, successivamente, dal decreto attuativo del 2015 e, infine, in un protocollo d'intesa siglato il 21 febbraio 2017 tra INPS e INL.
  Per tali ragioni, la Commissione ritiene che un'indagine conoscitiva sia particolarmente utile per acquisire gli elementi necessari al fine di approfondire le conseguenze del riordino del sistema della vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria, a seguito delle modifiche introdotte dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, anche nella prospettiva di individuare possibili iniziative normative che garantiscano una maggiore efficacia delle azioni di contrasto al lavoro irregolare e all'evasione contributiva e una maggiore sinergia tra i vari enti attualmente in difficile coesistenza tra loro.
  A tal fine, l'indagine si articolerebbe nelle audizioni dei seguenti soggetti:
   Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali;
   Ministro per la pubblica amministrazione;
   Ispettorato nazionale del lavoro;
   INPS;
   INAIL;
   organizzazioni sindacali;
   esperti nelle materie oggetto dell'indagine.

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ALLEGATO 2

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra, fatto a Bruxelles il 12 dicembre 2016 (C. 1332 Grande).

PARERE APPROVATO

   La XI Commissione,
   esaminata, per quanto di competenza, la proposta di legge n. 1332 Grande, recante Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra, fatto a Bruxelles il 12 dicembre 2016;
   preso atto che l'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e Cuba, ratificato dal Parlamento europeo il 5 luglio 2017, è finalizzato a promuovere le relazioni tra l'Unione europea e Cuba, affinché raggiungano un livello che rispecchi i saldi legami storici, economici e culturali tra le Parti;
   apprezzato, all'articolo 37, l'impegno delle Parti a collaborare per promuovere e scambiare le migliori prassi riguardanti, tra l'altro, le politiche dell'occupazione volte a garantire a tutti un lavoro dignitoso in conformità alle norme del lavoro internazionali e nazionali e a creare opportunità economiche destinate in particolare ai gruppi più poveri e vulnerabili e alle regioni più svantaggiate, nonché regimi di protezione sociale più inclusivi e completi per quanto riguarda, tra l'altro, pensioni, sanità, infortuni e disoccupazione, sulla base del principio di solidarietà e del principio di non discriminazione;
   rilevato, all'articolo 38, l'accordo delle Parti per collaborare per promuovere l'occupazione e la protezione sociale mediante azioni e programmi volti in particolare a: garantire a tutti un lavoro dignitoso; creare mercati del lavoro più inclusivi e ben funzionanti; estendere la copertura della protezione sociale; promuovere il dialogo sociale; garantire il rispetto delle norme fondamentali del lavoro definite nelle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro; affrontare le questioni connesse all'economia informale; prestare particolare attenzione ai gruppi svantaggiati e alla lotta contro la discriminazione; sviluppare la qualità delle risorse umane migliorando l'istruzione e la formazione, ivi compresa un'efficace formazione professionale; migliorare le condizioni di salute e di sicurezza sul lavoro, in particolare rafforzando gli ispettorati del lavoro e promuovendo miglioramenti in materia di salute e sicurezza; stimolare la creazione di posti di lavoro e l'imprenditorialità, rafforzando il quadro istituzionale necessario alla creazione di imprese e all'agevolazione dell'accesso al credito;
   considerato, all'articolo 44, il riconoscimento delle Parti del contributo della cooperazione al rafforzamento delle politiche, dei programmi e dei meccanismi volti a garantire, migliorare ed estendere la partecipazione paritaria alla vita politica, economica, sociale e culturale e le pari opportunità tra uomini e donne; Pag. 132
   osservato, al medesimo articolo 44, l'analogo riconoscimento del contributo della cooperazione ad agevolare la parità di accesso di uomini e donne a tutti i servizi e a tutte le risorse che consentono loro di esercitare appieno i propri diritti fondamentali, ad esempio negli ambiti dell'istruzione, della salute, della formazione professionale, delle opportunità di lavoro, dei processi di adozione di decisioni politiche, delle strutture di governance e delle imprese private,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 3

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2019 (Doc. LXXXVI, n. 2).
Programma di lavoro della Commissione per il 2019 – Mantenere le promesse e prepararsi al futuro (COM(2018)800 final).
Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1 o gennaio 2019 – 30 giugno 2020) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze rumena, finlandese e croata (14518/18).

PARERE APPROVATO

   La XI Commissione,
   esaminati, per quanto di competenza, la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2019 (Doc. LXXXVI, n. 2), il Programma di lavoro della Commissione per il 2019 – Mantenere le promesse e prepararsi al futuro (COM(2018)800 final) e il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2019 – 30 giugno 2020) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze rumena, finlandese e croata (14518/18);
   rilevata, alla luce di quanto disposto dalla legge n. 234 del 2012, l'importanza di approfondire la portata dei documenti programmatici in esame, occasione per valutare gli orientamenti delle Istituzioni europee nell'ambito delle politiche del lavoro e le priorità che il Governo intende perseguire, nell'anno in corso e in quelli successivi;
   preso atto che quello della Commissione europea, contrariamente a quello del Governo italiano, rappresenta un programma di fine mandato, in vista delle elezioni europee del prossimo maggio e del conseguente esaurimento del mandato della Commissione Juncker e che, per questo, si anticipa la presentazione solo di un numero limitato di nuove iniziative a fronte di un maggiore impegno sulle proposte pendenti;
   valutato il programma delle priorità del trio delle presidenze del Consiglio, formato dalle presidenze rumena, finlandese e croata, che si estende fino al giugno 2020;
   condivisa la constatazione del Governo, enunciata nella premessa della Relazione programmatica, che, a fronte della presenza nell'architettura europea di tutte le componenti di uno Stato-nazione, rappresentato da un dettagliato corpo legislativo che governa i comportamenti dei cittadini europei, produttori, consumatori e risparmiatori, che vivono nel territorio dell'Unione, il complesso dei Paesi membri, tuttavia, non ha assunto i contenuti formali tipici della corrispondente organizzazione sociale di Stato unitario o federazione tra Stati, dando luogo, in tal modo, a quella che la Relazione medesima definisce una «zoppia» istituzionale;
   apprezzato l'impegno del Governo a contribuire al superamento di tale asimmetria, attraverso l'adozione di iniziative politiche che, sempre come si legge nella premessa della Relazione programmatica, verranno portate avanti nel corso dei prossimi anni, a cominciare dal 2019;
   osservata con favore, in materia di occupazione e mercato del lavoro, l'intenzione del Governo di svolgere un'azione di Pag. 134impulso per l'attuazione dell'Agenda europea per le competenze (COM(2016)381) e di fornire supporto ai processi di implementazione degli strumenti legislativi esistenti, con particolare riferimento alla raccomandazione sui percorsi di miglioramento delle competenze degli adulti, alla raccomandazione sulla revisione del quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente e alla decisione sul quadro comune per la fornitura di servizi migliori per le competenze e le qualifiche;
   apprezzati, con riferimento alle politiche attive per l'occupazione, la previsione dell'avvio di iniziative volte a valorizzare l'esperienza maturata nel Programma operativo nazionale servizi di politiche attive per l'occupazione – PON SPAO, nonché il finanziamento di interventi a sostegno dei servizi competenti, al fine di rendere più efficaci le politiche attive del lavoro, anche prevedendo la definizione di regole e strumenti comuni e il coordinamento del monitoraggio e della valutazione dei Servizi pubblici per l'impiego;
   considerata la necessaria sinergia tra tali impegni e l'avvio delle riforme strutturali varate dal Governo con il recente decreto-legge n. 4 del 2019, che introduce il Reddito di cittadinanza e la sperimentazione di disposizioni per consentire un accesso flessibile al pensionamento, mediante l'adozione della combinazione alla cosiddetta «quota 100» di anzianità anagrafica e di anzianità contributiva;
  rilevato che, con riguardo al settore delle politiche sociali, il Reddito di cittadinanza si inserisce nel quadro del Pilastro europeo dei diritti sociali e nel contesto del rafforzamento della dimensione sociale della Strategia dell'Unione Europa 2020, essendo uno strumento perfettamente in linea con le raccomandazioni rivolte all'Italia da parte del Consiglio europeo per favorire l'inclusione sociale;
   preso atto dell'impegno del Governo a portare avanti nel corso del 2019 le azioni di coordinamento necessarie, sia a livello nazionale che europeo, al fine di proseguire i negoziati e dare attuazione alla proposta di direttiva relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva 2010/18/UE, nel solco dell'intensa attività portata avanti dalla XI Commissione sul tema, fin dalla scorsa legislatura;
   apprezzata, nel medesimo ambito, la preannunciata attenzione del Governo nel rafforzamento delle misure di conciliazione tra vita professionale e vita privata, nonché nelle azioni di incentivazione del welfare familiare aziendale, agevolando al contempo il ricorso a modalità di lavoro agile,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.