CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 marzo 2017
788.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Istituzione della Giornata nazionale degli italiani nel mondo. C. 3831 La Marca ed altri e C. 4325 Caruso ed altri.

EMENDAMENTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Art. 1.

  Al comma 1, sostituire le parole: 12 ottobre con le seguenti: 31 gennaio.
1. 100. Il Relatore.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-10895 Quartapelle Procopio: Sul trattamento dei lavoratori frontalieri a San Marino.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Vorrei prima esporre brevemente cosa prevede il progetto di legge in materia di lavoro, recentemente presentato alle parti sociali dal Governo di San Marino. Il provvedimento mira a liberalizzare le procedure di impiego, oggi ritenute eccessivamente lente e discrezionali, abolendo il tetto del 50 per cento del rapporto tra lavoratori frontalieri e residenti all'interno delle singole aziende ed eliminando il regime di autorizzazione preventiva. Esso introduce, a salvaguardia del mercato occupazionale, anche maggiori oneri a carico al datore di lavoro che impiega un numero di lavoratori frontalieri superiore al 30 per cento dei suoi dipendenti. Secondo le nuove norme, egli sarebbe infatti tenuto a pagare un onere contributivo maggiorato (si passerebbe dall'1,9 all'8,9 per cento) per gli impiegati frontalieri eccedenti la suddetta percentuale del 30 per cento.
  Sulla questione si è immediatamente attivata l'Ambasciatrice d'Italia a San Marino, che ha chiesto chiarimenti in un incontro con il neoeletto Segretario di Stato all'Industria e Commercio, Andrea Zafferani, evidenziando le possibili criticità del progetto di legge non solo per i lavoratori frontalieri ma anche per la stessa economia sammarinese. Il Segretario di Stato ha invitato a inquadrare il provvedimento nell'ambito della complessiva riforma del lavoro, già annunciata nel programma del nuovo Governo. Se è vero che il progetto di legge in questione mirerebbe a rendere più semplici le assunzioni introducendo maggiori oneri fiscali, il Governo di San Marino si riserverebbe di intervenire in un secondo momento, nel contesto della più generale riforma del diritto del lavoro, per garantire un trattamento paritario per tutti i lavoratori. Il nostro Ambasciatore ha ribadito che la parità di trattamento di tutti i lavoratori è un principio irrinunciabile per il buon andamento delle relazioni bilaterali tra i due Paesi che, soprattutto negli ultimi anni, hanno registrato una significativa e costante crescita in tutti i campi.
  Non è solo il Governo ad aver espresso riserve su questo progetto di legge. Come rilevato anche dall'Onorevole Interrogante, gli stessi operatori economici sammarinesi hanno espresso riserve su questo provvedimento, sostenendo che si tratterebbe di una riforma discriminatoria nei confronti dei lavoratori italiani e suscettibile di minare il percorso verso l'Accordo di Associazione fra San Marino e l'Unione Europea. Sugli stessi toni si sono espressi i rappresentanti sindacali.
  Non v’è dubbio, infatti, che i lavoratori italiani frontalieri rappresentino una risorsa preziosa per il Titano. Essi costituiscono circa un quarto del totale degli occupati nella Repubblica e si tratta spesso di figure specializzate che sopperiscono alle carenze di offerta del mercato del lavoro sammarinese, contribuendo alla crescita e differenziazione economica del Paese. La loro presenza produce indubbi benefici alla competitività delle imprese e, più in generale, dell'attrattività dell'economia locale, contribuendo a ridurre i costi e a creare un clima favorevole agli investitori stranieri.Pag. 90
  La riforma attualmente ancora in esame da un punto di vista tecnico, avrebbe anche l'effetto di prevedere, nel locale ordinamento, misure volte alla stabilizzazione dei lavoratori italiani e ad estendere a questi ultimi gli stessi ammortizzatori sociali oggi previsti per i cittadini sammarinesi. Proprio a tal fine, è stato avviato un confronto su tali temi con le omologhe istanze italiane (Ministeri del Lavoro e della Salute), volto sia ad illustrare gli obiettivi di San Marino che ad affrontare le questioni ancora pendenti di reciproco interesse. Proprio ieri il Ministro Poletti ha quindi ricevuto a Roma l'omologo sammarinese Andrea Zafferani, per avviare tale confronto nel merito dell'iniziativa legislativa sammarinese, come auspicato dall'On. Interrogante. Si assicura inoltre che la Farnesina, in stretto contatto con l'Ambasciata a San Marino, monitorerà attentamente l’iter legislativo del progetto di legge e l'attuazione della riforma complessiva del diritto del lavoro.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-10896 Spadoni: Sulla convocazione del Comitato interministeriale per la Cooperazione e lo Sviluppo (CICS).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Desidero innanzitutto confermare all'On. Spadoni che il Governo, sulla scia di quanto fatto dai governi succedutisi negli anni recenti, riserva una costante attenzione alle tematiche di cooperazione allo sviluppo. Tale azione si è concretizzata nell'allocazione di risorse finanziarie crescenti e da ultimo confermate, anche grazie all'attivo sostegno del Parlamento, nella legge di bilancio 2017. Nel 2017 le risorse per finalità di cooperazione allo sviluppo sono ulteriormente aumentate di circa 120 milioni rispetto al 2016.
  Uno dei principi che hanno ispirato la strategia portata avanti in questo periodo è stato quello di assicurare una visione condivisa e coerente delle attività di cooperazione allo sviluppo in linea con la storica – attesa per 27 anni – riforma della cooperazione, che è stata realizzata in questa legislatura. Tutti gli attori partecipano oggi alla definizione delle linee strategiche e di indirizzo, superando la concezione settoriale che, in parte, aveva contraddistinto la politica di cooperazione nel passato.
  Il prossimo Comitato Interministeriale per la Cooperazione allo Sviluppo, la cui convocazione da parte della Presidenza del Consiglio è imminente, rivestirà particolare rilevanza. Avrà in agenda l'approvazione del nuovo Documento triennale di programmazione e di indirizzo, che rappresenta l'espressione principale di questa volontà di condivisione, in quanto elaborato con la più ampia partecipazione e il fattivo contributo di tutti i soggetti che compongono il sistema della cooperazione italiana. Esso prevede anche l'impegno ad approvare, nel corso del triennio, un Piano d'Azione sull'Efficacia delle politiche di sviluppo.
  Come noto, la legge 125/2014 attribuisce la presidenza del Comitato Interministeriale al Presidente del Consiglio proprio per rispondere all'esigenza di assicurare la coerenza, l'unitarietà e il coordinamento delle politiche di cooperazione con le politiche attuate in altri settori.
  Il Comitato Interministeriale sarà chiamato ad approvare, inoltre, la Relazione annuale sull'attuazione della politica di cooperazione e alcuni documenti fondamentali per il nuovo impianto della cooperazione italiana in base alla legge n. 125 del 2014, sia per il coinvolgimento del settore privato in attività di cooperazione, sia per il consolidamento del ruolo di Cassa Depositi e Prestiti quale Banca di Sviluppo.
  È inoltre prevista l'istituzione di specifici gruppi di lavoro su temi di prioritaria importanza, quali il settore privato, le migrazioni, l'istruzione, l'ambiente e l'Africa, per rendere più efficace la dimensione decisionale-operativa e di coordinamento che caratterizza il Comitato Interministeriale.
  Desidero inoltre ringraziare l'On. Spadoni per avere sollevato la questione delle risorse umane dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Ad oggi, ad eccezione di una piccola componente di esperti reclutati dal Ministero degli affari esteri tra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta, e che hanno un'età media ormai di oltre sessanta anni, l'Agenzia manca Pag. 92quasi completamente di personale tecnico, insostituibile per l'attività di cooperazione allo sviluppo.
  Grazie anche al sostegno attivo del Parlamento, l'ultima legge di bilancio ha autorizzato l'assunzione di 60 terze aree, le cui professionalità tecniche saranno fondamentali per consentire all'Agenzia di assolvere ai propri compiti.
  Si è ora in attesa dei decreti attuativi da parte della Funzione pubblica, che consentirà di bandire i relativi concorsi pubblici.
  Tale rafforzamento rappresenta un buon primo passo. È tuttavia auspicabile che esso sia completato dall'assunzione di 10 o 12 dirigenti tecnici con il compito di dirigere le strutture a Roma dedicate alla valutazione dei progetti e delle più importanti sedi all'estero dell'agenzia. Tali sedi, come noto, gestiscono una parte importante delle risorse finanziarie crescenti messe a disposizione dal Governo.
  In conclusione, desidero rassicurare l'On. Spadoni circa l'impegno del Governo nel dare piena attuazione alla legge 125/2014 e nell'attribuire carattere prioritario alla cooperazione allo sviluppo quale parte integrante e qualificante della politica estera italiana.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-10897 Piras: Sul fermo di un sindaco italiano all'aeroporto di Istanbul.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Farnesina e il Consolato Generale d'Italia a Istanbul sono stati informati dell'accaduto nella tarda serata del 16 marzo dai familiari del Dottor Voza, che egli era riuscito a contattare subito prima di essere fermato.
  Il Consolato Generale, in strettissimo raccordo con la Farnesina, si è immediatamente attivato per ottenere informazioni sull'accaduto e prestare al connazionale ogni possibile assistenza. Raggiunto dal Console Generale, il Vice Governatore di Istanbul ha confermato che il Dottor Voza non era in arresto ma sottoposto a stato di fermo e che la mattina seguente sarebbe stato respinto e imbarcato su un volo in partenza per l'Italia.
  Al momento del fermo, come avviene sempre in questi casi, il connazionale è stato privato del suo telefono cellulare italiano. Il Console Generale ha comunque potuto parlare con lui e sincerarsi delle sue condizioni nel corso della serata.
  Il Console Generale e la Farnesina hanno mantenuto il contatto con i familiari in Italia del Dottor Voza, fornendo loro ogni informazione sulla situazione del congiunto.
  La mattina successiva il connazionale è stato effettivamente espulso dalla Turchia e ha fatto rientro in Italia con un volo in partenza da Istanbul delle ore 12.30 e diretto a Roma Fiumicino.
  Il Governo italiano segue con grande attenzione l'evolversi della situazione interna in Turchia e le conseguenze del perdurante stato di emergenza, tanto più nell'attuale contesto di accesa campagna referendaria, che sta comportando numerose forzature degli standard internazionali in tema di diritti fondamentali e di stato di diritto, cui anche Ankara è tenuta.
  La vicenda in questione conferma la delicatezza della situazione e l'applicazione rigida di quanto previsto dalle leggi speciali ora in vigore, ed è purtroppo una vicenda nella quale i pur tradizionali eccellenti rapporti politici bilaterali non sono valsi ad ovviare gli specifici rilievi che le Autorità turche ritengono di individuare nelle pregresse attività del dott. Voza in Turchia.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-08834 Sanga: Sulle diciannove donne curde bruciate vive dal Daesh a Mosul.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Farnesina non dispone di riscontri in merito alla notizia sul presunto rogo pubblico di 19 ragazze che sarebbe avvenuta a Mosul nel giugno del 2016. I combattimenti a Mosul sono ancora in corso ed è ancora difficile ottenere notizie, anche se sono emerse le prime prove di esecuzioni e fosse comuni all'interno della città. Le forze irachene sono impegnate ad assicurare la protezione dei civili e l'accesso agli aiuti, cercando di limitare le perdite fra i civili nei combattimenti. La situazione umanitaria, tuttavia, potrà migliorare solo con la definitiva sconfitta di Daesh, che adotta una tattica di terrore e massimizzazione delle vittime civili nei propri attacchi.
  In questo scenario, il Ministro Alfano, rispondendo a un recente question time in Aula Camera, ha già messo in evidenza il ruolo importante svolto dall'Italia sotto vari aspetti.
  A livello bilaterale, continuiamo a sensibilizzare gli iracheni a proseguire, anche nel periodo post-Daesh, la cooperazione instaurata a Mosul tra il Governo federale e le autorità regionali curde ed è proprio la riconciliazione nazionale il tema che ha inteso risollevare oggi il Ministro Alfano nella riunione in corso a Washington della coalizione globale anti-Daesh. A Mosul e nella provincia di Ninive convivono, infatti, diverse componenti etniche e religiose, che necessitano di formule politiche inclusive, per potere sperare, un giorno, di vivere in pace.
  Il ruolo dell'Italia in Iraq è inoltre particolarmente significativo sia dal punto di vista della sicurezza che di quello umanitario. Mentre i nostri militari stanno infatti addestrando sia le unità combattenti che le forze di polizia irachene da dispiegare nelle aree liberate per assicurare sicurezza, ordine pubblico e legalità, sul piano umanitario la Cooperazione ha recentemente incrementato il sostegno italiano, che sta già contribuendo alla riabilitazione della Diga di Mosul.
  Come annunciato dal Ministro Alfano qualche settimana fa, è stato predisposto un nuovo pacchetto di iniziative dell'importo di 4,7 Milioni di euro, da realizzare tramite ONG italiane e agenzie ONU per garantire servizi di base a favore degli sfollati, dei profughi che sono ospiti nei campi e delle donne vittime di violenza, tra cui le ragazze yazide. È inoltre in programmazione un nuovo intervento per l'assistenza delle minoranze religiose cristiane e yazide, mentre ulteriori iniziative umanitarie sono previste nel 2017, attingendo alle risorse della Delibera sulle Missioni Internazionali, in linea con l'impegno assunto dall'Italia alla Conferenza dei donatori per l'Iraq tenutasi a Washington nel luglio del 2016.
  Nel frattempo, in qualità di membro non permanente del Consiglio di Sicurezza, l'Italia svolge un ruolo importante di sensibilizzazione della comunità internazionale. Siamo impegnati a sostenere azioni per assicurare giustizia alle vittime di Daesh e abbiamo da ultimo partecipato attivamente ad un'iniziativa lanciata presso le Nazioni Unite per promuovere Pag. 95meccanismi di accertamento delle responsabilità dei crimini commessi da Daesh in Iraq.
  In tutto questo, certamente gli iracheni dovranno fare la loro parte e molto dipenderà dai futuri assetti politici e istituzionali locali, che possono essere decisi solo dalle autorità irachene, seppure con il sostegno internazionale. Cruciali in questo senso saranno le elezioni provinciali previste per settembre 2017 e le elezioni legislative del 2018.

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ALLEGATO 6

Interrogazioni nn. 5-02290 Manlio Di Stefano, 5-10802 Cimbro e 5-10787 Tidei: Su trasferimenti forzati di comunità beduine e sul futuro di progetti di cooperazione allo sviluppo a rischio di demolizione nei territori palestinesi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Desidero innanzitutto ribadire agli On.li interroganti che la prospettiva di una pace giusta e duratura tra Israele e Palestina basata sulla soluzione dei due Stati continua ad essere una priorità del Governo.
  Come testimoniato, da ultimo, dalla visita del Ministro Alfano in Israele e Palestina il 15 marzo scorso, il Governo è fortemente impegnato per fare in modo che la questione israelo-palestinese rimanga tema prioritario nell'agenda internazionale, specie in un anno caratterizzato dalla presenza dell'Italia nel Consiglio di Sicurezza e dalla nostra presidenza italiana del G7.
  In questo quadro, guardiamo con preoccupazione ad ogni fatto sul terreno che rischia di erodere le speranze di una soluzione negoziata tra le Parti e la prospettiva di una pace giusta e durevole tra Israele e Palestina.
  L'espansione degli insediamenti, le demolizioni di infrastrutture palestinesi in area C, gli episodi terroristici nonché l'incitamento alla violenza sono tutti elementi che contribuiscono a tratteggiare un quadro di crescente diffidenza tra le comunità che allontana la pace.
  Il Governo italiano, assieme ai partner UE, segue pertanto con grande attenzione e forte preoccupazione il significativo incremento delle demolizioni da parte israeliana. Frequenti sono state su questo argomento le prese di posizione pubbliche delle missioni diplomatiche degli Stati Membri dell'Unione Europea.
  Sulla questione più specifica della Scuola di Gomme, il Governo è incessantemente intervenuto nei confronti delle autorità israeliane sin da quando, nell'estate scorsa, hanno informato di voler procedere al suo smantellamento e successivo trasferimento in altra area.
  A livello politico, la questione è stata sollevata, da ultimo, dal Ministro Alfano nel corso del colloquio avuto il 15 marzo scorso con il Primo Ministro Netanyahu e con il Presidente dello Stato. Sono stati compiuti dei passi a livello politico anche da parte di altri Stati membri dell'UE.
  La questione è inoltre oggetto di un'intensa azione diplomatica a livello locale. Dietro coordinamento della Farnesina, il nostro Ambasciatore a Tel Aviv ha manifestato le forti preoccupazioni dell'Italia nel corso di molteplici incontri con il Ministero degli Esteri, con l'Ufficio del Primo Ministro, con la Presidenza dello Stato e il Ministero della Difesa. Parallelamente, il Consolato Generale a Gerusalemme ha svolto una costante azione di monitoraggio della situazione e il 28 febbraio scorso ha promosso e partecipato alla visita collettiva dei capi missione UE in loco presso il villaggio di Khan al Ahmar e la stessa Scuola.
  Durante i ripetuti contatti con le controparti israeliane è stata innanzitutto sottolineata la nostra posizione contraria allo smantellamento di infrastrutture sociali, educative e assistenziali realizzate dalla Cooperazione italiana in Cisgiordania a beneficio delle popolazioni locali. Abbiamo evidenziato che il mantenimento di questa struttura rappresenta una priorità Pag. 97per noi, oltreché per l'UE e l'intera comunità internazionale, non solo per la sua valenza umanitaria ma anche per ragioni politiche e di rispetto della legalità internazionale.
  In conclusione, desidero rassicurare gli On.li interroganti che l'azione del Governo, in stretto coordinamento con i nostri partner europei, proseguirà incessantemente, anche nei prossimi giorni.

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ALLEGATO 7

Interrogazione n. 5-10402 Scagliusi: Sulla specifica disciplina per il rilascio di passaporti per il personale di volo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo ha ben presente le problematiche sollevate dall'On. Scagliusi riguardanti alcune categorie di lavoratori che, per ragioni di servizio, devono recarsi frequentemente all'estero.
  Già nel 2015 la Farnesina aveva avuto modo di esaminare, assieme al Ministero dell'Interno, la questione relativa all'eventuale rilascio di un terzo passaporto a favore di piloti ed assistenti di volo di una compagnia aerea privata.
  Ne emerse che la normativa vigente consente unicamente il rilascio di un secondo passaporto. Infatti, il decreto ministeriale n. 303/33 del 28 giugno 2010 prevede che al cittadino italiano già titolare di un passaporto in corso di validità possa essere eccezionalmente rilasciato un secondo passaporto ordinario qualora, per particolari e comprovate contingenze di carattere internazionale, risulti opportuno l'uso di due distinti passaporti per l'ingresso o la permanenza in determinati Stati. Tipico è il caso del connazionale che debba viaggiare in Paesi stranieri tra di loro ostili.
  Il rilascio di un secondo passaporto è inoltre consentito anche quando, in caso di motivate e indifferibili esigenze professionali, l'acquisizione del visto o l'adempimento di altre procedure per l'autorizzazione all'ingresso in taluni Stati, comportino tempi di attesa incompatibili con le suddette esigenze e sempreché l'urgenza non sia imputabile a comportamenti omissivi o negligenti del richiedente.
  Infine, ad ulteriore garanzia di eventuali particolari esigenze specifiche, anche di natura professionale, la normativa ha previsto che, in via eccezionale e in presenza di circostanze di comprovata necessità e urgenza, colui che richieda un secondo passaporto possa essere autorizzato dall'Ufficio emittente al possesso contemporaneo dei due libretti. In tali casi l'interessato deve essere informato espressamente delle possibili reazioni negative da parte delle Autorità straniere al possesso o all'uso contemporaneo di due passaporti in corso di validità.
  Quanto alle ulteriori difficoltà evidenziate circa il problema dei visti apposti dalle autorità straniere, si rileva che è sempre possibile valutare, a seconda dei casi, la possibilità di emettere un nuovo passaporto in sostituzione di quello non più utilizzabile per esaurimento delle pagine o per eventuali incompatibilità tra Paesi stranieri, facendo salvi i visti in corso di validità in esso apposti.
  Giova poi evidenziare che, oltre ai due passaporti, il pilota può avvalersi per i 191 Stati membri della Convenzione sull'aviazione civile (sui 193 Stati membri delle Nazioni Unite) del documento di navigazione aerea da questa previsto.
  Si ritiene dunque che le criticità segnalate dall'Onorevole interrogante possano essere risolte dal contemporaneo possesso di due passaporti, senza necessità del rilascio di un ulteriore documento di viaggio.