CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 novembre 2015
548.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa per l'anno 2015 relativo a contributi ad associazioni combattentistiche e d'arma Atto n. 224.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione (Difesa),
   esaminato lo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa per l'anno 2015, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (atto del Governo n. 224);
   premesso che:
    lo schema di decreto provvede al riparto, per l'anno 2015, dell'importo iscritto nel capitolo 1352 dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, destinato all'erogazione di contributi alle associazioni combattentistiche e d'arma vigilate dallo stesso dicastero;
    l'importo del contributo erogato a beneficio delle associazioni combattentistiche e partigiane ammonta a 842.494 euro, con un decremento – conseguente a rimodulazioni disposte dal Ministero dell'economia – di 157.506 euro rispetto allo stanziamento originariamente previsto per l'anno 2015, pari a euro 1.000.000;
    l'importo del contributo stanziato in favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi vigilati dal Ministero della difesa ritenuti meritevoli del sostegno economico dello Stato è invece pari a 624.412 euro, in lieve incremento (+26.247 euro) rispetto a quello erogato nel 2014, pari a 598.165 euro;
    rilevato positivamente che il Governo ha tenuto conto di alcune delle osservazioni poste dalla Commissione nel parere espresso il 27 novembre 2014 sullo schema di riparto dei contributi per l'anno 2014 (atto del Governo n. 118);
    preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo riguardo ai criteri impiegati per l'individuazione dei progetti da finanziare per l'anno 2015;
    osservato che i predetti chiarimenti riguardano i criteri di merito impiegati per selezionare i progetti ritenuti meritevoli di finanziamento e che sarebbe utile che il Governo fornisse indicazioni anche sui parametri adottati per quantificare gli importi da attribuire ai singoli sodalizi, in modo da chiarire le variazioni quantitative intervenute,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:
siano trasmessi alla Commissione, entro il 30 gennaio 2016, i rendiconti annuali dell'attività svolta dai sodalizi che beneficiano dei contributi erogati dal Ministero della difesa.

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ALLEGATO 2

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2016) C. 3444 Governo, approvato dal Senato.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 e relativa nota di variazioni C. 3445 Governo, approvato dal Senato, e C. 3445-bis Governo.

Tabella n. 11: Stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018.

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione,
   esaminati, per le parti di competenza, il disegno di legge di stabilità 2016 (C. 3444), il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 (C. 3445), nonché la Tabella 11, relativa allo stato di previsione del Ministero della difesa per il 2016 e per il triennio 2016-2018;
   rilevato che:
    per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio C. 3445, le previsioni di spesa del Ministero della difesaper la competenza, tenuto conto della Nota di variazione (C. 3445-bis), ammontano per il 2016 a circa 19 miliardi e 465 milioni, con un decremento di circa 527 milioni rispetto alle previsioni di bilancio assestate riferite all'anno 2015;
    il disegno di stabilità per l'anno 2016 (commi 246-249) reca disposizioni per i rinnovi contrattuali del personale delle pubbliche amministrazioni, destinando espressamente al personale delle Forze armate e dei Corpi di Polizia ben 74 dei 300 milioni complessivi di euro stanziati;
    i commi 251 e 252 del disegno di legge di stabilità, non modificati dal Senato, prorogano a tutto il 2016 l'utilizzo di personale delle Forze armate, in concorso con il personale delle Forze di polizia, per il controllo del territorio nazionale nell'ambito dell'operazione «Strade sicure» e per il contrasto della criminalità nella cosiddetta «terra dei fuochi» in Campania;
    il comma 261, inserito dal Senato, autorizza la spesa di un milione di euro per il 2016 per le esigenze dei reparti operativi del Raggruppamento subacquei e incursori «Teseo Tesei» (COMSUBIN) finalizzata, come precisato nella relazione tecnica, «a finanziare attività acquisitive, rinnovamento delle dotazioni e interventi di ammodernamento per migliorare ed incrementare le condizioni di sicurezza del personale dei Reparti Operativi del Raggruppamento Subacquei e Incursori «Teseo Tesei» (COMSUBIN), con riferimento anche alle strumentazioni sanitarie ed in particolare a quelle afferenti la fisiopatologia subacquea»;
    il comma 333, che dispone la riduzione delle dotazioni di bilancio – sia in termini di competenza sia di cassa – degli stati di previsione della spesa dei singoli Ministeri a decorrere dall'anno 2016, per l'importo complessivo di 512,5 milioni nel 2016, 563 milioni nel 2017 e 537,6 milioni nel 2018 e anni successivi; Pag. 92
    evidenziato che per quanto riguarda, in particolare, il Ministero della difesa, la riduzione operata è di 19 milioni per il 2016 e 17 milioni sia nel 2017, sia nel 2018;
    il comma 367, non modificato dal Senato, innalza – rispetto alla previsione contenuta nella legge di stabilità per il 2015 – da 100 a 300 milioni l'importo minimo degli introiti che il Ministero della difesa deve assicurare nel 2016 attraverso la dismissione di immobili in proprio uso, inclusi quelli di carattere residenziale e che tali introiti sono destinati all'entrata del bilancio dello Stato senza riassegnazione al Ministero della difesa;
    la tabella E dispone il rifinanziamento di diverse leggi relative ai programmi d'investimento pluriennali e, in particolare, del programma per l'acquisto delle unità navali classe FREMM, di alcuni programmi aeronautici ad alto contenuto tecnologico connessi alle esigenze della difesa aerea, nonché un rifinanziamento degli interventi per lo sviluppo e l'accrescimento di competitività delle industrie operanti nel settore aeronautico, ai sensi della legge n. 808 del 1985;
   considerato che:
    l'articolo 8, comma 1, lettera a), n. 1 della legge 7 agosto 2015, n. 124, nel disporre il riordino delle funzioni di polizia, prevede modificazioni agli ordinamenti del relativo personale conseguenti al nuovo assetto funzionale e organizzativo e in particolare la revisione della disciplina in materia di reclutamento, stato giuridico e progressione in carriera, nonché l'eventuale unificazione, soppressione ovvero istituzione di ruoli, gradi e qualifiche «assicurando il mantenimento della sostanziale equiordinazione del personale delle Forze di polizia e dei connessi trattamenti economici»;
    il richiamato principio di equiordinazione – adottato dagli articoli 2 e 3 della legge 6 marzo 1992, n. 216 a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 277 del 1991 – è riferito all'intero comparto Sicurezza e Difesa, e cioè non solo alle Forze di polizia ma anche alle Forze armate, ai fini della disciplina dei compiti e dei trattamenti economici di entrambe le componenti;
    dopo l'approvazione definitiva della legge n. 124 del 2015 da parte dell'Assemblea della Camera dei deputati, è stato accolto l'ordine del giorno 9/3098-A/46, che impegna il Governo «ad assicurare in via normativa il pieno rispetto della sostanziale equiordinazione tra gradi, qualifiche, funzioni e trattamenti economici delle Forze armate e delle Forze di polizia, di cui alla n. 216 del 1992, individuando a tal fine con ogni consentita urgenza, in armonia con i richiamati principi, i relativi contesti legislativi di riferimento», e che nell'occasione, sulla medesima tematica, è stato altresì accolto l'ordine del giorno 9/3098-A/63, che a sua volta impegna il Governo «ad intraprendere le opportune iniziative volte a disciplinare unitariamente le varie componenti del comparto Sicurezza e Difesa, procedendo al riordino e al rispetto delle carriere e delle aspettative sia delle Forze di polizia che delle Forze armate colpite dal blocco degli stipendi e delle risorse, confermando la specificità del settore che va concepito nella sua unitarietà»,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con la seguente condizione:
allo scopo di assicurare il mantenimento dell'equiordinazione tra il personale delle Forze armate e delle Forze di polizia, sia integrato il disegno di legge di stabilità per il 2016, dando seguito agli impegni parlamentari già assunti, prevedendo uno strumento normativo che consenta di modificare gli ordinamenti del personale dell'Esercito italiano, della Marina militare e dell'Aeronautica militare secondo gli stessi principi già stabiliti per le Forze di polizia dalla legge n. 124 del 2015.

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ALLEGATO 3

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2016) (C. 3444 Governo, approvato dal Senato).

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 e relativa nota di variazioni (C. 3445 Governo, approvato dal Senato, e C. 3445-bis Governo).

Tabella n. 11: Stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI RELAZIONE DEI DEPUTATI FRUSONE, BASILIO, RIZZO, CORDA, TOFALO E PAOLO BERNINI

  La IV Commissione (Difesa),
   esaminata la Tabella n. 11, recante lo stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno finanziario 2015, il disegno di legge C. 3445, recante «Bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018», e le connesse parti del disegno di legge C. 3444, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2016)»;
   considerato che:
    tutta la manovra contraddice gli intenti sui quali il Parlamento ha approvato la legge n. 244 del 2012 che, ponendosi l'obiettivo di riorganizzare il nostro sistema difensivo, ha stabilito come strategico il conseguimento di un equilibrio tra le tre voci (esercizio, investimento e personale);
    la ripartizione percentuale tra i 3 capitoli di spesa del bilancio della difesa – deducibile esclusivamente dalla Nota aggiuntiva allo stato di previsione per la difesa per l'anno 2016 –, che scaturisce dalla manovra in oggetto aggrava questo disequilibrio, cosicché il Personale incide per il 75,25 per cento, l'Esercizio si alza di poco (9,62 per cento), mentre l'Investimento scende al 15,10 per cento. Infatti, il Personale raggiunge i 9.724,3 milioni di euro, con una crescita rispetto ai 9.663,7 milioni del 2015 (+60,5 milioni), l'Esercizio è ancora al di sotto delle necessità raggiungendo 1.244,6 milioni (+94,9 milioni) e, infine, l'Investimento scende a 1.952,2 milioni, in contrazione rispetto ai 2.372,7 previsionali del 2015 (-420,5 milioni);
    tutto questo senza tener conto dell'incongruità delle voci che afferiscono al bilancio della difesa essendo ancora incompleto visto che altre voci di spesa che dovrebbero essere ricondotte, seguendo le linee guida della NATO, al Ministero della difesa sono assegnate in realtà ai bilanci di altri Ministeri, riducendo di molto la percentuale destinata all'investimento;
   considerato inoltre che:
    il disegno di legge di stabilità per l'anno 2016 (C 3444) contiene talune, insufficienti, disposizioni relative al settore della difesa;
    il riconoscimento di crediti contributivi al personale statale, ed in particolare per il personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia, di cui all'articolo 1, commi dal 246 al 249, è da ritenersi un mero atto dovuto nei confronti di una categoria che già dal lontano 2010, come riportato dalla relazione tecnica che accompagna Pag. 94il provvedimento, attende stanziamenti di siffatta natura per l'indennità di vacanza contrattuale;
    il finanziamento – di cui ai commi 251 e 252 del medesimo articolo 1, per 83 milioni di euro complessivi (dei quali solo 1,9 milioni in favore del Corpo della Polizia) per l'anno 2016, per la prosecuzione degli interventi per la straordinaria esigenza di prevenzione e contrasto alla criminalità ed al terrorismo, di cui all'articolo 24, commi 74 e 75 del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78 – dell'operazione «Strade sicure», nonché delle azioni di vigilanza di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, nella cosiddetta «terra dei fuochi», rappresentano nel modo più esaustivo la scellerata condotta finanziaria del Governo italiano, che fa dell'emergenza una modalità consolidata della programmazione finanziaria, non preoccupandosi di risolvere, o programmare, degli interventi che risolvano le cause scatenanti la situazione emergenziale (all'uopo giova ricordare che l'operazione «strade sicure» risale all'agosto del 2008);
    le riduzioni di spese per acquisti di beni e servizi, di cui all'articolo 1, comma 262, tabella 3, indicano un risparmio per il Ministero della difesa di ben 13,9 milioni di euro. Tale decurtazione è da intendersi, ad opinione dei proponenti, quale taglio lineare alle dotazioni del dicastero. Nel caso in cui si tratti invece di un'azione di efficientamento della spesa, come ritenuto dal Ministro proponente, detta azione paleserebbe uno spreco di risorse – di cui il Ministro sarebbe politicamente e finanziariamente responsabile – nell'acquisto di beni e servizi per l'anno 2015, ai sensi del citato programma CONSIP per il 2014 (in altre parole il Ministero, al fine di giustificare un'azione di efficientamento della spesa, nel migliore dei casi, si trova ad ammettere un uso inefficace per l'anno precedente, nonostante l'esistenza di un programma CONSIP già per l'anno 2014);
    le dismissioni immobiliari di cui all'articolo1, comma 367, sono illustrate in relazione come foriere di risparmi «per non meno di 300 milioni per l'anno 2016». Tuttavia la relazione tecnica, in riferimento al medesimo comma, riporta, un risparmio «non inferiore a 200 milioni per l'anno 2016». Nel complesso, come riportato nella tabella di riepilogo, per il Ministero della difesa si registra una riduzione di 219 milioni;
    ai commi dal 551 al 555 fondi speciali e tabelle – tabella A si rinvengono accantonamenti di risorse «preordinate alla copertura finanziaria di tantissimi disegni di legge di ratifica». È infatti indicato un elenco lunghissimo di disegni di legge di cui le commissioni Affari esteri di Camera e Senato si sono già occupate o si stanno occupando. Molti di questi Trattati riguardano accordi per la cooperazione militare, siglati in numero assai significativo, e senza precedenti, dai Governi della XVII legislatura – ed in particolar modo del Governo Renzi – al fine preordinato di fungere da procuratore commerciale dell'industria di armamento italiana;
    continuando, nella successiva tabella B, si rinviene un altrettanto discutibile accantonamento, pari a 34 milioni circa, per il solo anno 2016, relativo alla «partecipazione dell'Italia alla spesa di ristrutturazione del Quartier generale Atlantico». Accantonamento che si aggiunge ai circa 45 milioni di euro già stanziati dall'Italia per gli anni 2014 e 2015. All'uopo giova rammentare che in riferimento alla citata realizzazione infrastrutturale, numerose sono state le inchieste giornalistiche che hanno svelato i ritardi (la consegna era prevista inizialmente per il 2013) ed i costi faraonici (circa 900 milioni di euro con spese non previste per circa 250 milioni);
    tali spese appaiono inoltre particolarmente ingiustificate se si compie una seria riflessione sull'utilità dell'appartenenza dell'Italia all'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord che, nata come un'organizzazione difensiva è divenuta – con gli accordi di Washington Pag. 95(1999) e di Lisbona (2003) – di fatto, uno strumento di offesa e di attacco al servizio prevalente di una nazione: gli Stati Uniti;
    questo organismo, ai nostri giorni, rappresenta quindi il mantenimento dell'egemonia statunitense sulla politica estera italiana ed europea, generando squilibri internazionali che sono spesso potenziali cause di fenomeni di rilevante pericolosità sociale, come il terrorismo. Dunque, l'impegno di ulteriori risorse finanziarie, finalizzate alla realizzazione degli attuali obiettivi NATO, è da valutarsi inopportuno, anche in considerazione delle priorità di spesa che il nostro Paese è tenuto internamente ad affrontare;
    si segnala, altresì, il rifinanziamento per 1.640 milioni di euro nel periodo 2016-2021 di alcuni programmi aeronautici ad alto contenuto tecnologico connessi alle esigenze della difesa aerea, realizzati nel contesto dell'Unione europea. La tabella E dispone, infatti, un rifinanziamento di 280 milioni in ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 e di 800 milioni per gli anni dal 2019 al 2021 dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 2, comma 180, della legge finanziaria per il 2008, che riguarda i progetti di cui all'articolo 4, comma 3, della legge n. 266 del 1997. Il citato articolo 4, comma 3, ha disposto un finanziamento per garantire un qualificato livello della presenza italiana nei programmi aeronautici ad alto contenuto tecnologico connessi alle esigenze della difesa aerea nazionale, realizzati nel contesto dell'Unione europea, nonché per il programma EFA (European Fighter Aircraft – Eurofighter), che è il più vasto programma industriale nel settore europeo della difesa ed è frutto di una cooperazione tra Italia, Germania, Regno Unito e Spagna avviata nel 1986. I quattro Paesi partecipanti hanno ad oggi ordinato un totale di 472 aerei. A questi si aggiungono in particolare 72 dall'Arabia Saudita e 12 dall'Oman. Il Kuwait ha recentemente annunciato l'acquisto di 28 velivoli. Tale programma è sostenuto con risorse a valere sugli stati di previsione della spesa del Ministero della difesa e del Ministero dello sviluppo economico. La vendita di questi velivoli a Paesi che a vario titolo hanno sostenuto Daesh (Isis) e che partecipano ogni giorno ai bombardamenti nello Yemen contro la popolazione civile rappresenta una violazione dello spirito e della lettera delle legge n. 185 del 1990 e come tali sono inaccettabili;
   considerato, infine, che:
    la Tabella E del disegno di stabilità riporta, come di consueto, gli importi da iscrivere in bilancio in relazione alle autorizzazioni di spesa recate da leggi pluriennali;
    tra le citate autorizzazioni, si segnalano:
     a) il rifinanziamento di 25 milioni di euro – per la sola annualità 2018 – della legge 24 dicembre 1985, n. 808 (Interventi per lo sviluppo e l'accrescimento di competitività delle industrie operanti nel settore aeronautico), con particolare riferimento a quanto disposto dall’ articolo 3 (Finanziamenti e contributi per la partecipazione di imprese nazionali a programmi industriali aeronautici in collaborazione internazionale), comma 1, lettera a) relativo specificatamente ai «finanziamenti per l'elaborazione di programmi e l'esecuzione di studi, progettazioni, sviluppi, realizzazione di prototipi, prove, investimenti per industrializzazione ed avviamento alla produzione fino alla concorrenza dei relativi costi, inclusi i maggiori costi di produzione sostenuti in relazione all'apprendimento precedente al raggiungimento delle condizioni produttive di regime»;
     b) la rimodulazione della spesa di 70 milioni di euro relativa al «finanziamento dello sviluppo tecnologico nel settore aeronautico», di cui all'articolo 5 del decreto-legge n. 321 del 1996. Più nel dettaglio è previsto una riduzione di 25 milioni per l'anno 2017, di 45 milioni nell'anno 2018 e la conseguente previsione di rifinanziamento, pari alla somma delle due riduzioni (70 milioni di euro), a partire dall'anno 2019;Pag. 96
     c) il rifinanziamento – per 100, 120, 150 milioni di euro per il triennio, prevedendo ben mezzo miliardo di euro per l'anno 2019 – del programma di sviluppo per l'acquisizione delle unità navali FREMM;
     d) il significativo rifinanziamento, come già accennato, pari a 280 milioni di euro per ciascun anno dal 2016 al 2018, di interventi nel settore aeronautico di cui all'articolo 4, comma 3, della legge 7 agosto 1997, n. 266 (Efa –European fighter aircraft);
    i rifinanziamenti sopra indicati, che trovano la loro formale giustificazione nello «sviluppo e nell'accrescimento di competitività delle industrie operanti nel settore aeronautico» ed aeronavale, sono in realtà l'espressione di una forte volontà politica di accrescimento della nostra industria bellica. Una realtà economica che, per essere alimentata, richiede una sempre maggiore partecipazione del nostro Paese a teatri di guerra, con missioni spesso impropriamente definite «di pace». Tale linea politica, è bene sottolinearlo, risulta in pieno contrasto con il nostro dettato costituzionale e con una visione europea orientata, almeno sulla carta, verso posizioni contrarie alla proliferazione delle armi. Dunque, si ritiene che le risorse finanziarie dedicate a questo scopo sarebbero meglio impiegate per uno sviluppo delle nostre industrie, in realtà produttive in campo civile od anche per aumentare i livelli di sicurezza pubblica nel nostro territorio che, come ci dimostra la cronaca, stanno raggiungendo punte di criticità preoccupanti;
    nelle more dell'approvazione del disegno di legge A.S. 1917 (Disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, la cosiddetta «Legge Quadro»), seppur non ritrovando disposizioni afferenti alla materia delle missioni internazionali nell'articolato del testo in commento, il capitolo 3004 dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, riporta un finanziamento complessivo di 937 milioni di euro, registrando una variazione in aumento, rispetto alla previsioni assestate 2015, di ben 473 milioni di euro,

DELIBERA DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.