CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 ottobre 2015
524.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo (Emendamenti C. 3272-A Governo, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO

  Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione
  esprime

PARERE CONTRARIO

  sugli emendamenti Vargiu 1.51 e Borghesi 4.59

NULLA OSTA

  sui restanti emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

Pag. 15

ALLEGATO 2

Sugli esiti della riunione interparlamentare organizzata dalla Commissione libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE) del Parlamento europeo avente ad oggetto «La situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio olistico alla migrazione» (Bruxelles, 23 settembre 2015).

RELAZIONE DEI DEPUTATI CENTEMERO E MIGLIORE

  L'incontro interparlamentare, avente ad oggetto «Un approccio olistico alla migrazione», è stato organizzato dalla Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo. Esso ha avuto luogo a Bruxelles lo scorso 23 settembre, all'indomani della riunione del Consiglio dell'UE giustizia e affari interni straordinario che, a maggioranza, ha adottato la decisione recante un meccanismo di ricollocazione di 120 mila persone in evidente stato di bisogno di protezione internazionale da Italia e Grecia agli altri Stati membri.
  All'incontro hanno partecipato 40 parlamentari nazionali provenienti da 16 Stati membri, dal Montenegro e dalla Norvegia.
  Dopo il saluto del Presidente della Commissione LIBE Claude Moraes (UK, S&D), l'incontro è stato introdotto dalle due europarlamentari Roberta Metzola (Malta, PPE) e Kashetu Kyenge (Italia, S&D), co-relatrici sul rapporto d'iniziativa del Parlamento europeo sulla situazione nel Mediterraneo e sulla necessità di un approccio olistico alla migrazione. Le parlamentari hanno sottolineato l'esigenza di una visione di insieme sul fenomeno migratorio, da gestire attraverso azioni concrete di breve, medio e lungo termine e con il coinvolgimento di tutti gli attori rilevanti.
  Successivamente il parlamentare lussemburghese Claude Adam ha espresso il pieno appoggio del Parlamento e della Presidenza di turno lussemburghese rispetto ad un approccio olistico in materia di migrazione e ad una politica europea fondata sui principi di solidarietà e responsabilità.
  Dopo la parte introduttiva, l'incontro si è articolato in due sessioni, la prima su Il ruolo delle Agenzie dell'UE rispetto al concetto di hotspot, la seconda su Affrontare i flussi migratori a livello nazionale e locale.
  Marta Cygan, Direttrice della DG Home della Commissione europea ha introdotto la prima sessione, rilevando come l'Agenda europea della migrazione sia pienamente coerente con l'approccio olistico sostenuto dal Parlamento europeo, in quanto contiene, da un lato, misure immediate di risposta all'emergenza e, dall'altro, misure di medio e lungo periodo dirette ad affrontare in modo adeguato e strutturale il fenomeno migratorio. La direttrice ha quindi spiegato il concetto operativo degli hotspot, fondati sul sostegno operativo fornito dalle Agenzie dell'UE agli Stati membri sottoposti a pressioni migratorie sproporzionate nelle loro frontiere esterne e coordinati da task force istituite in ciascuno Stato membro. Gli esperti UE assisteranno gli Stati membri sia nella prima fase di identificazione, registrazione, rilevamento delle impronte digitali e raccolta di informazioni sui migranti, sia in quella successiva di esame delle richieste di asilo, di ricollocazione o rimpatrio dei migranti. La Direttrice si è quindi soffermata sulla situazione in Italia (task force istituita e già operativa a Catania; hotspot previsti a Lampedusa, Porto Empedocle, Trapani e Pag. 16Pozzallo) e in Grecia (la task force e uno degli hotspot saranno istituiti nel Pireo).
  Il Prefetto Morcone, Capo del Dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del Ministero dell'Interno italiano, ha evidenziato il pieno rispetto da parte dell'Italia delle tappe previste per la realizzazione degli hotspot, in pieno coordinamento con le Agenzie dell'UE, ma ha al contempo sottolineato le criticità legate alla mancata operatività in concreto del meccanismo di ricollocazione. Il Prefetto si è quindi soffermato sulle perplessità dell'Italia rispetto alla creazione di una lista di Paesi sicuri e all'idea ad essa sottesa dell'esistenza di categorie nazionali che non hanno diritto a protezione. Rilevando la necessità di uno sforzo europeo comune, ha stigmatizzato i distinguo nella posizione di alcuni Paesi nel Consiglio del 22 ed espresso perplessità rispetto al fatto che l'Italia sia stata recentemente oggetto di particolare attenzione critica da parte di Parlamento europeo e Commissione, ma analoga attenzione non sia stata riservata a quello che è accaduto nei Balcani occidentali. Il relatore ha chiuso il suo intervento evidenziando come il meccanismo di ricollocazione dei migranti costituisce un primo passo verso il necessario superamento del regolamento di Dublino.
  Il rappresentante dell'European Asylum Support Office (EASO), Jean-Pierre Schembri, ha illustrato l'attività operativa svolta dall'EASO nei confronti di Lussemburgo, Svezia, Italia, Bulgaria, Cipro e Grecia, rispetto al tema degli hotspot, ha ricordato che è in corso di definizione l'accordo operativo per il loro funzionamento, anche se il personale si trova già nei luoghi identificati come hotspot, e che anche in Grecia si sta lavorando sul piano operativo. Alla luce delle sempre maggiori attività nelle quali l'EASO è coinvolto, ha lanciato un appello affinché l'ufficio venga dotato di un bilancio più adeguato e di ulteriori risorse umane (l'agenzia attualmente si avvale di circa 80 funzionari e ha un bilancio di 15 milioni di euro).
  Il Direttore del Dipartimento operazioni di Frontex, Klaus Rösler, ha enfatizzato il ruolo dell'Agenzia nel fornire supporto tecnico agli Stati membri, cui spettano invece le decisioni politiche. Ha quindi fornito dati circa la presenza dell'Agenzia in Italia e in Grecia (rispettivamente 90 funzionari e 6 squadre di screening; 85 funzionari e 7 squadre di screening). Ha richiamato il modello della task force regionale di Catania (EURTF, responsabile del coordinamento dei differenti team di esperti coinvolti nell'approccio hotspot e dello scambio di informazioni), che garantisce anche un collegamento con la missione EUNAVFOR; ha altresì evidenziato che un modello analogo può essere utilizzato anche in Grecia, dove tuttavia il principale ostacolo è rappresentato dall'assenza di risorse tecniche e umane nelle strutture di accoglienza soprattutto nelle isole.
  Il Rappresentante di Europol, Michael Rauschenbach, ha illustrato l'attività svolta dall'Agenzia nella prevenzione e lotta al traffico di migranti, soffermandosi in particolare sulle iniziative per contrastare l'uso dei social media al fine di individuare vittime del traffico, che ha portato alla chiusura di 61 siti internet. Ha inoltre richiamato la partecipazione di Europol alla task force regionale di Catania e l'apertura di un Centro permanente con l'obiettivo di fornire informazioni quotidiane di intelligence agli Stati membri anticipando quello che può accadere nei giorni successivi.
  Il membro nazionale greco di Eurojust, Nikolaos Ornerakis, ha ricordato che a giugno è stato nominato il nuovo punto di contatto dell'Agenzia per il traffico dei migranti e si è quindi soffermato sul coinvolgimento di Eurojust nel concetto degli hotspot e sulla partecipazione alla task force di Catania.
  La rappresentante dell'Agenzia per i diritti fondamentali (FRA), Ann-Charlotte Nygard, ha posto la questione della compatibilità dei meccanismi di identificazione dei migranti con la Carta dei diritti fondamentali dell'UE; in proposito ha ricordato che la FRA sta elaborando delle linee guida relative alla presa delle impronte digitali e ritiene applicabile il principio di non respingimento anche nel caso in cui il Pag. 17migrante rifiuti la presa di impronte digitali. In relazione alle procedure di rimpatrio, ha richiamato le questioni poste dalla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo nel caso Khlaifia, che ha condannato l'Italia per le condizioni di detenzione di tre migranti a Lampedusa e per la procedura di rimpatrio in Tunisia. Infine, la relatrice ha evidenziato la necessità di un approccio equilibrato nella lotta al traffico di esseri umani, che eviti di criminalizzare chi in realtà aiuta i migranti per solidarietà.
  Con riferimento al tema degli hot spot, infine, l'europarlamentare Kyenge ha evidenziato come essi rappresentino una misura importante che tuttavia può funzionare solo in presenza di politiche di ricollocamento efficaci e di politiche di rimpatrio rispettose dei diritti umani. La relatrice ha espresso inoltre perplessità sulla previsione di una lista di Paesi sicuri, suscettibile di creare discriminazioni tra potenziali beneficiari del diritto d'asilo.
  Il successivo dibattito, nel quale sono intervenuti 28 parlamentari, è stato inevitabilmente incentrato sul nuovo pacchetto di misure definito nel Consiglio Giustizia e affari interni del 22 settembre; in esso si sono riprodotte posizioni nazionali analoghe a quelle espresse in sede di Consiglio.
  I parlamentari del Paesi dell'est che hanno espresso voto contrario in Consiglio hanno evidenziato in termini perentori la necessità di bloccare il flusso migratorio al di fuori delle frontiere UE, il pericolo che i migranti rappresentano per l'identità culturale e i valori sociali dell'Europa (Repubblica ceca), la piena legittimità di interventi sulle frontiere esterne dell'Unione alla luce degli accordi di Schengen (Ungheria), il disaccordo sul sistema obbligatorio di quote e sull'adozione di criteri di ricollocazione puramente aritmetici (Romania). Sono state inoltre fortemente criticate le aperture della Germania all'accoglienza di migranti (Repubblica ceca).
  Anche i rappresentanti dei Paesi baltici hanno espresso preoccupazione sul pacchetto di misure proposte dalla Commissione, evidenziando da un lato che le misure di identificazione dei migranti sono tardive, intervenendo quando il migrante è già in territorio europeo (Lituania) e, dall'altro, che il sistema di ricollocazione non tiene conto delle caratteristiche storiche e della capacità di integrazione dei singoli Paesi; in ogni caso, tali misure andrebbero integrate con una politica di accordi bilaterali con i Paesi africani e con un maggiore coinvolgimento della Lega araba (Lettonia).
  L'esigenza di intervenire con politiche più efficaci nei Paesi d'origine è stata ribadita anche dall'europarlamentare leghista Lorenzo Fontana, il quale ha anche evidenziato i profili problematici connessi all'operatività in concreto dei meccanismi di ricollocazione e alle procedure applicabili nel caso in cui il migrante rifiuti di essere identificato.
  Il parlamentare polacco, giustificando la reazione di alcuni Paesi contrari all'accoglienza, ha notato come alcune società europee sono storicamente meno pronte di altre all'integrazione dei musulmani.
  A sostegno delle misure proposte dalla Commissione, in nome della solidarietà e dei valori europei, è intervenuta l'europarlamentare Patrizia Toia (PD-S&D), che, richiamando una recente risoluzione del PE, ha anche posto la questione di misure ulteriori a tutela dei minori non accompagnati.
  Tale tema è stato ripreso dall'onorevole Centemero, la quale più in generale ha rilevato come, a fronte della sua ampiezza, il fenomeno migratorio va governato con una politica comune dell'accoglienza e con misure di breve, medio e lungo termine; la parlamentare italiana ha posto inoltre la questione della certezza dei tempi nelle procedure d'identificazione e d'asilo e, richiamando anche la sua attività di membro della Commissione Pari opportunità e discriminazioni del Consiglio d'Europa, ha evidenziato il rischio che la previsione di una lista di Paesi sicuri possa creare migranti di serie a e di serie b.
  La questione dei tempi eccessivamente lunghi per l'espletamento delle procedure di asilo da parte degli Stati membri è stata ripresa dall'europarlamentare Salvatore Domenico Pogliese (PPE), il quale ha anche Pag. 18richiamato la necessità di un ruolo maggiore dell'UE nelle procedure di rimpatrio dei migranti economici.
  La rappresentante del Bundestag tedesco ha sottolineato come il numero di profughi che la Germania è disposta ad accogliere rappresenta una percentuale irrisoria rispetto ai profughi presenti in Paesi quali Libano o Giordania e ha anche evidenziato la necessità di un intervento per contrastare il traffico di migranti nella frontiera che separa la Grecia dall'ex Repubblica Yugoslava di Macedonia (Fyrom), dove non sono presenti organizzazioni internazionali.
  In sede di replica, in risposta a specifici quesiti posti nel corso del dibattito, la rappresentante della Commissione europea ha riferito che, a seguito di richiesta della Commissione, l'Ungheria sta valutando se chiedere l'apertura di hotspot nel proprio Paese; la relatrice ha inoltre riportato lo sforzo della Commissione e degli Stati membri nell'armonizzazione degli standard per la concessione delle richieste d'asilo; con riferimento al rapporto con i Paesi terzi, la Commissione ha preannunciato che l'11 e 12 novembre si terrà a La Valletta un vertice internazionale per discutere di migrazione con i Paesi africani e altri Paesi chiave e che ad ottobre si svolgerà una conferenza ad alto livello per affrontare le sfide legate alla rotta dei Balcani occidentali. Il Prefetto Morcone ha ricordato la scelta dell'Italia di non rimpatriare i minori non accompagnati, ritenuti gruppi vulnerabili, e, richiamando la posizione espressa dal Ministro Alfano in Consiglio, si è soffermato sul tema dei rimpatri in sicurezza, che sarà oggetto di un nuovo Consiglio Giustizia e affari interni l'8 ottobre. L'EASO si è soffermato sulle criticità espresse sulla lista dei Paesi sicuri, evidenziando come ogni richiesta d'asilo verrà comunque esaminata individualmente. Rispetto alla questione degli sbarchi in Sicilia in luoghi diversi dagli hotspot, il rappresentante di Frontex ha evidenziato lo sforzo di coordinamento che sarà svolto dalla task force regionale affinché gli sbarchi avvengano in prossimità degli hotspot. La rappresentante della FRA ha richiamato l'obiettivo di lungo periodo di istituire rotte legali per l'arrivo in Europa, che consentirebbe di superare tutte le criticità connesse al sistema di identificazione dei migranti.
  Nell'ambito della seconda sessione, Affrontare i flussi migratori a livello nazionale e locale, introdotta dall'on. Kyenge (S&D), Keith Vaz, Presidente laburista della Commissione affari interni della House of Commons, ha evidenziato la necessità di una maggiore attenzione alla frontiera greco-turca e in generale alla situazione dei migranti in Turchia. Ha evidenziato la necessità di un impegno sempre maggiore da parte dell'UE per identificare le rotte dei migranti e giungere a condanne e sequestri dei beni dei trafficanti. Sul conflitto siriano, ha raccomandato massima cautela affinché si evitino gli stessi errori commessi in Iraq e Afghanistan.
  Il rappresentante del Comitato delle Regioni François Decoster, ha preannunciato che il parere del Comitato sull'Agenda europea per l'immigrazione, che sarà discusso a dicembre dalla plenaria, sarà incentrato sul concetto di solidarietà e della coesione tra Stati membri ed Europa. Richiamando la situazione della regione francese Nord-Pas-de-Calais, ha sollevato la questione della sottostima dei costi per l'accoglienza dei migranti da parte degli enti locali e dell'esigenza di meglio informare questi ultimi sulle culture e i Paesi di provenienza dei migranti.
  Il tema della solidarietà è stato ripreso da Yiannos Lamaris, Presidente della Commissione affari interni del Parlamento cipriota, che ha evidenziato, quali punti centrali del dibattito all'interno del Parlamento di Cipro, la necessità di rivedere il regolamento di Dublino, di creare «focolai di pace» nei Paesi di origine, di intervenire in modo più efficace contro scafisti e trafficanti.
  Il Presidente Migliore ha ricordato come l'Europa sia stata terra di migranti e di profughi e ha richiamato, come necessario fondamento della politica migratoria dell'UE, la reciprocità storica e la memoria dei valori fondanti dell'UE. Il relatore ha quindi segnalato la delicatezza Pag. 19della previsione di una lista di paesi sicuri, che va sempre considerata alla luce della natura fondamentale e individuale del diritto d'asilo. Dopo avere sollecitato una politica europea dell'asilo, il rafforzamento dell'EASO e delle altre Agenzie coinvolte nella gestione dei fenomeni migratori, oltre che la revisione del regolamento di Dublino, il Presidente Migliore ha evidenziato la necessità di canali legali di accesso sia per i profughi sia per i migranti economici. Richiamando l'esperienza italiana, si è quindi soffermato sull'attività della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'accoglimento, identificazione e trattenimento dei migranti, riportando una delle prime conclusioni cui è giunta la Commissione, secondo cui l'approccio emergenziale è quello che più facilmente genera comportamenti illegali. Ha quindi introdotto il tema della formazione dei soggetti coinvolti, inclusa la classe politica, e della corretta informazione nei media sul tema dei migranti.
  Il Presidente della Commissione affari interni del Congresso spagnolo, Francisco Marquez De La Rubia, ha riportato l'esperienza spagnola, che ha registrato una drastica riduzione del flusso dei migranti, grazie ad interventi più efficaci nelle frontiere esterne e la collaborazione con i paesi d'origine (Marocco, Senegal, Mauritania). Ha richiamato l'UE ad un maggiore sostegno nei confronti dei Paesi con maggiore pressione migratoria e a misure volte a disincentivare la migrazione illegale a favore di quella legale. Ha rilevato poi la necessità di aumentare le risorse di Frontex, di organizzare in modo efficace gli hotspot e di attuare procedure di rimpatrio rapide.
  Il parlamentare norvegese Kari Henriksen ha sottolineato il pieno coinvolgimento della Norvegia nella politica migratoria dell'UE, in quanto parte dell'area Schengen, e l'impegno di quest'ultima negli aiuti umanitari a favore della Siria, nella partecipazione alle missioni per il salvataggio dei migranti in mare e nella disponibilità ad ospitare una Conferenza ONU sul tema dei profughi siriani.
  Stefano Mallia, co-rapporteur del Comitato economico e sociale sul parere sull'Agenda europea per l'immigrazione, ha enfatizzato il ruolo della società civile nell'accoglienza dei migranti e la necessità di dotare di adeguate risorse le organizzazioni non governative e gli attori in loco.
  Il successivo dibattito è stato caratterizzato dagli interventi fortemente critici nei confronti del pacchetto adottato dal Consiglio da parte del parlamentare (conservatore) della House of Commons e di alcuni europarlamenti britannici aderenti all'UK Indipendence Party-UKIP, i quali hanno in particolare posto la questione della possibile presenza di jihadisti tra i migranti e della difficoltà di distinguere tra i profughi ed i migranti economici. Quest'ultimo tema è stato ripreso anche dai parlamentari ungheresi che hanno riproposto gli argomenti già espressi durante il dibattito della mattina circa il fallimento del regolamento di Dublino, la necessità di interventi nei paesi d'origine e la piena legittimità di misure di controllo delle frontiere esterne adottate in Ungheria.
  L'europarlamentare spagnolo López Aguilar ha invece ripreso il tema del ruolo degli enti locali nella gestione dell'emergenza e della necessità di risorse a favore di questi ultimi, richiamando l'impegno del Parlamento europeo, nella discussione del bilancio, per la mobilitazione di risorse per l'integrazione sociale dei migranti e per l'introduzione di meccanismi di flessibilità. La necessità di misure più efficaci nei Paesi d'origine sono state evidenziate con forza dalla rappresentante del Parlamento svedese e dalla parlamentare portoghese Ana Gomes (S&D), la quale ha anche denunciato l'ambiguità della posizione turca sul fenomeno migranti. Tra gli altri intervenuti nel dibattito, si segnalano, infine, il parlamentare lettone, che ha sollecitato gli Stati membri alla revisione delle legislazioni penali nazionali in materia di traffico dei migranti e il parlamentare spagnolo, che ha stigmatizzato lo scarso peso delle Nazioni unite e della Lega araba nella gestione dei fenomeni migratori.