CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 maggio 2015
444.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-05579 Ricciatti: Questioni relative al contratto di agenzia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'attività di agente e rappresentante di commercio è regolata dalla disciplina degli ausiliari di commercio. Nell'ambito della normativa di riferimento, il Ministero dello sviluppo economico ha una serie di poteri o facoltà:
   anzitutto ha potere di indirizzo sulle Camere di commercio in relazione alle iscrizioni al Registro delle imprese e al Repertorio economico amministrativo delle imprese individuali e societarie che esercitano l'attività in questione;
   secondariamente è chiamato alla gestione dei ricorsi gerarchici impropri avverso le decisioni camerali inerenti tali iscrizioni, ovvero dinieghi di iscrizione o cancellazioni dal medesimo Registro;
   il Mise non ha, tuttavia, specifiche competenze amministrative relativamente al contenuto dei rapporti privatistici che si concretizzano nel mandato di agenzia.

  Ciò premesso, è ovvio che le questioni sollevate con l'interrogazione non riguardano tanto l'azione amministrativa del Ministero. Esse riguardano piuttosto l'opportunità di valutare iniziative a carattere normativo che incidano sugli aspetti concorrenziali nel mercato di riferimento. I rapporti di tipo assolutamente privatistico che i soggetti interessati possono sottoscrivere con le imprese mandanti, anche tramite le loro associazioni di categoria, implicano normalmente il potere di modifica consensuale e non unilaterale di tali contratti. Inoltre, le norme vigenti già consentono di segnalare all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato eventuali abusi di potere di mercato, o l'emergere di configurazioni monopolistiche o oligopolistiche. Laddove l'Antitrust ravvisi profili di contrarietà con le norme vigenti ovvero situazioni comunque in contrasto con l'esigenza della massima apertura dei mercati, essa dispone degli strumenti necessari a garantire la tutela dei clienti e dei consumatori.
  In ogni caso, ritengo meritevoli di approfondimento le questioni connesse alla rilevanza dell'istituto del plurimandato nel settore agenziale. Sul tema vi è un ampio dibattito nella letteratura economica: da un lato vi è chi enfatizza la portata potenzialmente anticoncorrenziale dei mandati esclusivi, e pertanto sollecita l'introduzione di limitazioni più o meno cogenti. Dall'altro vi è invece chi sottolinea che la concorrenza si esplica anche attraverso il confronto tra diversi modelli organizzativi e commerciali. Nei fatti, quale delle tue tesi sia corretta dipende da una serie di variabili, specifiche del settore industriale e della struttura di mercato, nonché delle condizioni locali. Nel passato, l'Antitrust ha ravvisato problematicità che hanno trovato rispondenza in una serie di normative settoriali, come nel caso delle assicurazioni. Tuttavia, tale problematica è sempre emersa in relazione più alla tutela del consumatore, che alla protezione del reddito degli agenti, la quale afferisce più in generale al modello italiano di welfare state, esso stesso oggetto di numerosi interventi del Governo volti a garantire un sistema di tutele diffuse.
  Di conseguenza, valuto la questione posta dall'Onorevole interrogante meritevole di approfondimento, ma da svolgersi Pag. 220necessariamente con il contributo delle Amministrazioni primariamente competenti in materia. Questa precisazione vale anche per quanto riguarda gli eventuali controlli, relativi, in particolare, al trattamento contributivo/previdenziale di tale attività ed al rischio di un uso distorto dei mandati di agenzia, quale forma di elusione degli obblighi relativi a veri e propri rapporti di lavoro dipendente.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-05580 Polidori: Iniziative per lo sviluppo economico e infrastrutturale della Basilicata.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La vigente legislazione prevede diversi strumenti finalizzati a consentire lo sviluppo economico e infrastrutturale dei territori interessati dalle attività di ricerca e produzione di idrocarburi.
  A seguito delle ultime modifiche normative il cosiddetto «Fondo bonus idrocarburi» è oggi destinato «alla promozione di misure di sviluppo economico e all'attivazione di una social card nei territori interessati dalle estrazioni di idrocarburi liquidi e gassosi».
  Infatti, lo «Sblocca Italia» è intervenuto a destinare il fondo a misure di sviluppo economico e all'attivazione di una social card, previa adozione di apposito decreto del Ministro dell'economia e finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e d'intesa con i Presidenti delle Regioni interessate: tale decreto è in corso di predisposizione.
  In tale ambito si inserisce il preliminare di accordo del 19 marzo scorso tra il Ministero dello sviluppo economico e la Regione Basilicata, relativo al biennio 2013-2014.
  Con l'accordo siglato, il Ministero e la Regione Basilicata prevedono di destinare il Fondo alle seguenti misure di sviluppo economico:
   a) Incentivi a favore del sistema produttivo lucano per le piccole e medie imprese, gli artigiani, i commercianti, anche aggregati in sistemi di impresa e i lavoratori autonomi;
   b) Interventi di risparmio energetico su unità abitative private, in favore di persone fisiche residenti in Basilicata, al fine di rilanciare il sistema economico;
   c) Sostegno al reddito, mediante strumenti di incentivazione per l'accesso ad iniziative di inserimento occupazionale e sociale per i soggetti più vulnerabili;
   d) Fondo per comuni e province per l'ampliamento dei servizi offerti.
   e) Fondo per l'occupazione stabile sul territorio regionale.
   f) Fondo per i progetti di utilità sociale.

  L'accordo citato riguarda esclusivamente l'utilizzo della parte aggiuntiva dell'aliquota di prodotto delle produzioni (3 per cento) che gli operatori corrispondono allo Stato.
  L'utilizzo della restante royalty (7 per cento), che gli operatori corrispondono direttamente ai comuni della Basilicata nella misura pari al 15 per cento e nella misura dell'85 per cento alla Regione, deve essere destinato «allo sviluppo dell'occupazione e delle attività economiche, all'incremento industriale e a interventi di miglioramento ambientale, nei territori nel cui ambito si svolgono le ricerche e le coltivazioni.».
  Inoltre la legge prevede che: «alle Regioni a statuto ordinario del Mezzogiorno, è corrisposta, per il finanziamento di strumenti della programmazione negoziata nelle aree di estrazione e adiacenti, anche l'aliquota destinata allo Stato».
  In particolare, con lo Sblocca Italia sono state escluse dal patto di stabilità interno, per il quadriennio 2015-2018, le spese che le Regioni interessate dalle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi sostengono per effettuare interventi Pag. 222di miglioramento ambientale e di sviluppo economico e industriale, finanziate con gli importi incrementali delle royalties.
  L'attuazione di tale disposizione consentirà ai Comuni della Basilicata e alla stessa Regione, l'utilizzo dei fondi per interventi produttivi sul territorio a medio/lungo termine.
  Infine lo Sblocca Italia, destina una quota pari al del 30 per cento dell'Ires versata dalle compagnie petrolifere per effetto dell'incremento delle attuali produzioni di idrocarburi liquidi e gassosi al finanziamento di un fondo di sviluppo delle infrastrutture e delle attività produttive. L'utilizzo del fondo sarà effettuato contemperando le azioni di sviluppo concordate con la Regione con le misure necessarie per un'attiva ed efficace tutela ambientale del territorio.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-05581 Alfreider: Prospettive dello stabilimento Nokia di Trieste.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero dello sviluppo economico vuole rassicurare gli Onorevoli interroganti sulla strategicità del Sito di Trieste, così come evidenziato anche in recenti dichiarazioni alla stampa da parte del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, On. Debora Serracchiani.
  In quest'ottica il Ministero si è già attivato per promuovere in tempi rapidi un confronto con i vertici della Nokia.
  Desidero, inoltre, informare la Commissione che è stato già convocato per il pomeriggio di oggi un incontro, presso il Ministero dello sviluppo economico, tra i vertici di Alcatel e i rappresentati sindacali per esaminare le prospettive del Gruppo.
  Il confronto che si avvia oggi, pertanto, sarà volto ad assicurare un ruolo centrale allo stabilimento di Trieste, per garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali.
  Il Governo si riserva di fornire ulteriori elementi alla luce di quanto emergerà da oggi pomeriggio.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-05582 Fantinati: Adozione del decreto ministeriale in materia di compensazione tra cartelle esattoriali e crediti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'On.le Fantinati chiede di conoscere lo stato di attuazione dell'articolo 1, comma 19 della l. 23 dicembre 2014, n. 190, che demanda ad un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, la definizione delle modalità per la compensazione delle cartelle esattoriali in favore delle imprese titolari di crediti commerciali e professionali non prescritti, certi, liquidi ed esigibili maturati nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni e certificati secondo la normativa vigente, qualora la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato.
  Al riguardo si forniscono gli elementi acquisiti dagli Uffici competenti del Ministero dell'economia e finanze che hanno rappresentato come lo schema di decreto sia stato sottoposto all'attenzione del tavolo tecnico istituito presso il Dipartimento delle Finanze. Il medesimo schema è stato poi trasmesso al Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato per la prescritta bollinatura, avvenuta la quale, verrà sottoposto alla firma del Ministro dell'Economia e delle Finanze e poi trasmesso al Ministro dello Sviluppo Economico per l'acquisizione del relativo concerto.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-05583 Benamati: Piano industriale del gruppo Whirlpool.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come noto sulla vicenda Whirlpool, il Governo ha tempestivamente attivato il tavolo di confronto sviluppando un'analisi approfondita del Piano Industriale presentato dall'Azienda.
   Lo stesso infatti prevede: l'impegno di Whirlpool ad investire 500 mln di Euro in processi, prodotti, Ricerca e Sviluppo in Italia nei prossimi quattro anni; lo sviluppo di piattaforme produttive all'avanguardia e il consolidamento di una forte presenza industriale nel nostro Paese, attraverso una rete di stabilimenti efficienti e specializzati. L'azienda si è inoltre impegnata a portare in Italia il 70 per cento della ricerca e sviluppo previsti in Europa.
  Lo stesso piano presenta però dei punti critici, che sono 1.350 esuberi potenziali e la paventata chiusura del sito di Carinaro, in provincia di Caserta.
  Il Governo ha, fin dal primo momento, ritenuto che il piano deve essere modificato e si sta lavorando in questa direzione.
   Naturalmente, il Ministero non solo sta monitorando, ma sta avendo una parte attiva nella vicenda, al fine di poter modificare le suddette criticità del piano industriale. Ieri c’è stata un'ulteriore riunione a cui hanno partecipato il Ministro Guidi e il Sottosegretario al Ministero del lavoro On.le Bellanova, mentre è previsto un ulteriore incontro il 20 maggio prossimo.
  È stata istituita altresì una piattaforma sindacale-aziendale, presso il Ministero, che vede la partecipazione delle principali Organizzazioni sindacali e di rappresentanti dell'azienda. Il prossimo di questi incontri è programmato per il 15 maggio.
  È importante ribadire, anche in questa sede, il massimo impegno del Governo per addivenire ad una soluzione industriale equilibrata e di prospettiva.
  L'obiettivo è quello di coniugare due obiettivi:
   da un lato l'attivazione di importanti piani di rafforzamento produttivo in Italia di un leader mondiale di un settore industriale che versa ormai da anni in una difficile situazione di mercato;
   dall'altro l'esigenza di contenere al massimo gli impatti occupazionali, con particolare riferimento a quelli che interesserebbero aree del Paese che versano in situazioni di particolare difficoltà.

  Il Governo si impegna a tenere costantemente informato il Parlamento su questa vicenda, anche alla luce degli elementi che dovessero emergere nell'incontro previsto, come si diceva, il 20 maggio prossimo.

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ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-05584 Allasia: Stato di crisi dell'azienda Mercatone Uno.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La procedura di amministrazione straordinaria per «Mercatone Uno» è stata aperta con decreto del Ministro dello sviluppo economico, in data 7 aprile 2015.
   Il Gruppo, con sede ad Imola, fondato alla fine degli anni ’70, svolge la propria attività nell'ambito della grande distribuzione avanzata non alimentare e rappresenta una delle più importanti realtà del settore in Italia, con circa 110 punti vendita (79 negozi a marchio «Mercatone Uno» e 30 a marchio «È Oro») dislocati su tutto il territorio nazionale ma con prevalenza al Centro Nord. Le aziende coinvolte ad oggi sono 6, per un totale di circa 3.300 dipendenti.
  Il core business del gruppo è rappresentato dalla vendita di mobili, accessori per la casa e complementi d'arredo (salotti, cucine, camere da letto, etc.) oltre ad elettrodomestici. Inoltre, attraverso la catena di negozi a marchio «È Oro», il gruppo è presente anche nel settore della gioielleria.
  In conformità alle previsioni di legge, i commissari straordinari dovranno presentare, entro 180 giorni dall'apertura della procedura, ai fini della relativa approvazione del Ministro dello sviluppo economico, un programma di recupero dell'equilibrio economico da realizzare o mediante una ristrutturazione economico-finanziaria o la cessione dei complessi aziendali.
  Secondo quanto anticipato per le vie brevi dai commissari Mercatone Uno, il programma, in corso di predisposizione sarà volto alla cessione dei complessi aziendali.
  Nelle more, il collegio commissariale sta ponendo in essere tutte le iniziative necessarie a garantire la continuità delle attività aziendali anche mediante l'avvio delle procedure per la richiesta della cassa integrazione al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. In particolare, l'11 maggio è stato raggiunto l'accordo con le Organizzazioni Sindacali per la Cassa Integrazione Guadagni Straordinari a rotazione per oltre 3000 dipendenti.
  Risulta inoltre che, anche alla luce dell'esistenza di diversi interessamenti all'acquisto, alcuni dei quali già manifestatisi in precedenza, i commissari intendano procedere alla immediata pubblicazione di un avviso esplorativo per la raccolta di manifestazioni di interesse, al fine della individuazione del migliore perimetro della vendita che, secondo la normativa di riferimento, dovrà essere effettuata nelle forme dell'evidenza pubblica.
  Il Ministero continuerà a monitorare e vigilare affinché vengano individuate le migliori soluzioni possibili anche al fine di salvaguardare i livelli occupazionali.

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ALLEGATO 7

Interrogazione n. 5-04933 Ricciatti: Prospettive produttive dello stabilimento Prysmian di Ascoli Piceno.
Interrogazione n. 5-04960 Carrescia: Prospettive produttive dello stabilimento Prysmian di Ascoli Piceno.
Interrogazione n. 5-05010 Terzoni: Prospettive produttive dello stabilimento Prysmian di Ascoli Piceno.

TESTO CONGIUNTO DELLA RISPOSTA

  Si risponde congiuntamente alle interrogazioni concernenti la vicenda del Gruppo Prysmian, seguita dal Ministero dello sviluppo economico con la massima attenzione.
   La decisione della chiusura dello stabilimento di Ascoli ha suscitato sin dal primo momento forti preoccupazioni per le ricadute occupazionali sia dirette che indirette (circa 115 persone). L'azienda ha motivato la decisione con il fatto che vi sarebbe una insostenibilità economica nella gestione di questo stabilimento.
  Il Ministero, insieme alle istituzioni locali, ha ribadito la propria contrarietà alla chiusura chiedendo all'azienda un surplus di riflessione.
  Si è aperto immediatamente un tavolo di confronto presso lo stesso Ministero nel cui ambito i vertici aziendali hanno evidenziato le ragioni di questa scelta per quello che riguarda il segmento produttivo presente ad Ascoli.
  Nel corso del citato tavolo, è stata proposta una doppia sede di confronto: una prima di carattere aziendale-sindacale ed una seconda continuativamente aperta presso il Ministero.
  Il Governo assicura la massima attenzione per le esigenze del territorio. Ovviamente, continueremo a monitorare l'evoluzione della situazione, anche con riferimento alle proposte avanzate dall'azienda. Il Governo cercherà di spingere Prysmian a rivedere le proprie decisioni di chiusura.
  Inoltre, è nostra intenzione procedere alla definizione di un accordo di programma a favore della reindustrializzazione dell'area, senza escludere di mantenere comunque attivo, almeno per un periodo ragionevole di tempo, lo stabilimento di Ascoli Piceno.
  Quanto alla domanda a valere sui finanziamenti attraverso la misura del contratto di sviluppo il Ministero ha chiesto all'azienda una riflessione circa questo strumento, richiesta alla quale l'azienda ha aderito senza mettere a rischio gli altri piani di investimento che il gruppo Prysmian aveva annunciato in Italia su altri stabilimenti.

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ALLEGATO 8

Interrogazione n. 5-05453 Ferro: Progetto di riorganizzazione della Camera di commercio di Roma.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli uffici del Ministero dello sviluppo economico hanno acquisito dalla Camera di commercio di Roma la documentazione relativa al processo di riorganizzazione e razionalizzazione della spesa che ha portato alla chiusura delle sedi di Civitavecchia e Velletri e alla ipotizzata chiusura della sede di Guidonia. Sono state in particolare acquisite le delibere di Giunta con le quali l'organismo camerale ha deliberato il piano di razionalizzazione dei costi di struttura e ha autorizzato l'avvio della procedura di gara, mediante asta pubblica, per l'alienazione degli immobili siti in Civitavecchia e Velletri.
  Inoltre, con nota dell'8 maggio scorso, la stessa Camera di commercio di Roma ha esposto le motivazioni che sono state poste a fondamento delle decisioni di razionalizzazione e contenimento dei propri costi di struttura; a fronte della riduzione del diritto annuale, stabilita dal Decreto Pubblica Amministrazione, e del processo di spending review.
  Si è reso necessario, infatti, operare una drastica riduzione dei costi di funzionamento quale unica leva su cui poter agire, attesa l'incomprimibilità delle spese per il personale e la necessità di garantire i livelli occupazionali.
  Tale riduzione dei costi può implicare la dismissione di sedi di rappresentanza non più necessarie, il ridimensionamento di uffici sovradimensionati o anche la totale chiusura di sportelli decentrati, il cui costo si ritiene ormai sproporzionato o comunque non più sostenibile rispetto all'effettiva utilità.
  A questo riguardo ritengo sia necessario evidenziare, peraltro, che la modalità di erogazione dei servizi camerali è mutata sia grazie al diffondersi dell'informatizzazione, sia a seguito dell'emanazione di norme che ne sostengono l'utilizzo o che ne rendono obbligatorio l'uso, come avviene per l'obbligo di presentare le pratiche al Registro delle imprese in modalità telematica.
  Ne consegue che la chiusura di uno sportello fisico decentrato, se accompagnata da processi di diffusione e semplificazione dell'accesso informatico ai servizi, non necessariamente si traduce in un concreto peggioramento dei servizi stessi alle imprese di quel territorio. Già in precedenza, ad esempio, la Camera di Roma, tenuto conto di tale situazione e, quindi, della minor affluenza agli sportelli, aveva disposto l'apertura al pubblico degli sportelli in questione solo per due giorni a settimana, nella sede di Civitavecchia, e per tre giorni nella sede di Velletri.

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ALLEGATO 9

Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio. C. 3008, approvata in un testo unificato dal Senato, ed abb.

PARERE APPROVATO

  La X Commissione,
   esaminato il testo della proposta di legge recante: Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio (C. 3008, approvata in un testo unificato dal Senato, ed abb.);
   osservato che il diffondersi di prassi corruttive, minando la fiducia dei mercati e delle imprese, determina, tra i suoi molteplici effetti, una perdita di competitività del Paese;
   rilevato che la corruzione diffusa, ma anche la sola percezione del fenomeno corruttivo, impatta pesantemente sulla crescita economica, altera la concorrenza, penalizza il migliore tessuto produttivo del sistema italiano e disincentiva gli investimenti esteri sul territorio nazionale;
   preso atto positivamente delle disposizioni recate dal provvedimento in esame che prevede un inasprimento delle pene per i reati contro la pubblica amministrazione e una nuova disciplina delle false comunicazioni sociali per cui il falso in bilancio torna ad essere un reato penale per tutte le società, comprese quelle non quotate,
  delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE.